STORIE DI MONTAGNA
Il “nuovo” Quintino Sella, tra arte e sostenibilità
Ampliato e riprogettato, il Rifugio Sella vive una nuova stagione, grazie alla tecnologia e al rispetto per l’ambiente. Una scultura, un trekking e una guida attendono i visitatori di Andrea Formagnana
L
uglio 1985. Un gruppo di sacerdoti biellesi con la passione per le vette è in cima al Castore, 4228 metri, una delle punte del gruppo del Rosa. Cantano, con tutto il fiato che possono ancora avere a quelle quote, il Te Deum e inni alla Madonna. Sono quasi incuranti del trascorrere del tempo, è pomeriggio inoltrato, ed è meglio affrettarsi a scendere. Intorno, tutti i Quattromila. Devono andare però. L’indomani, al Rifugio 60 / Montagne360 / ottobre 2021
Quintino Sella, rifugio della loro Sezione del Cai, si inaugura un altorilievo in pietra che riproduce il volto della Madonna nera, la Regina del Monte di Oropa. Quel loro canto, quella loro gioia, è espressione di gratitudine per quello che i credenti definiscono creato, e che è universalmente riconosciuto come natura. Gratitudine è anche in quel voto alla Madonna in cui ogni biellese, anche non di fede, si riconosce; un fatto identitario, un simbolo.
Sopra, il Rifugio Quintino Sella e “ORA!”, l’opera di Paolo Barichello che rappresenta la stretta relazione esistente tra l’uomo e la montagna. Nella pagina a fianco, Barichello, autore di “ORA!”