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Sentieri accessibili | La montagna inclusiva
Vivere all'aperto e frequentare le aree montane significa migliorare la qualità della propria vita. La montagna accoglie tutti, ma occorre sapersi adattare. Ecco perché al tema dell’accessibilità è importante unire quello della conoscenza
di Giovanni Antonio Checchia*
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La montagna ha sempre esercitato il suo fascino e ha sempre attirato frequentatori appassionati. Ma la montagna può anche avere un indubbio valore terapeutico, favorendo l’aggregazione e la necessità di interdipendenza tra le persone. Certo, la montagna può essere vissuta anche in maniera individuale, cercando il proprio limite. Ma questo è solo uno degli aspetti che fanno della montagna un luogo a parte, ma anche un luogo in cui ognuno può confrontarsi con se stesso. La montagna può essere anche un luogo di inclusione in cui le persone che vivono una condizione di disabilità possano trovare la possibilità e l’opportunità di una forte partecipazione sociale. È tra i due termini disabilità e accessibilità che si gioca il ruolo della montagna come momento di inclusione per queste persone.
COS’È LA DISABILITÀ?
Dobbiamo però spiegare alcuni concetti. La disabilità è un termine “ombrello” in cui possono essere compresi molti concetti (limitazioni nelle attività della vita quotidiana, restrizione al pieno coinvolgimento nelle situazioni della vita, eccetera) ma che sostanzialmente indica le difficoltà che una persona, a causa di una condizione di salute o di una patologia, incontra nell’eseguire quelle attività che dovrebbe e vorrebbe eseguire, per essere perfettamente inserito nel proprio contesto famigliare e sociale. La disabilità quindi limita la possibilità di una persona a esprimersi compiutamente nell’ambiente in cui vive. Attualmente a tutti i livelli della società si sta cercando di migliorare il coinvolgimento delle persone in condizioni di disabilità, ad esempio attraverso il miglioramento dell’accessibilità nei vari ambienti di vita.
L’ACCESSIBILITÀ
E qui entra in gioco il secondo concetto, quello della accessibilità, cioè della possibilità per tutti, anche per le persone con ridotte capacità motorie o sensoriali di accedere a un ambiente o a un edificio in maniera sicura e, per quanto possibile, indipendente. Si può rendere la montagna accessibile a un numero elevato di persone, comprese le persone anziane, con problemi di salute o in condizione di disabilità, in ossequio a quei valori che sono alla base della sua frequentazione e che sono pienamente rappresentati dai principi ispiratori del Club alpino italiano? La frequentazione della montagna e la sua accessibilità in generale deve essere ispirata dal concetto della conoscenza e del rispetto di quei limiti intrinseci a questo particolare ambiente di vita, cercando ognuno, in ragione delle proprie capacità, di svolgere le proprie attività in sicurezza.
ATTIVITÀ TERAPEUTICA
La montagna non respinge nessuno, ma bisogna conoscerla e adattarsi ad essa. Pur rispettando questi concetti, come si può rendere la montagna inclusiva e accessibile per tutti? Da tempo il Cai ha portato avanti un progetto volto a favorire la frequentazione della montagna anche alle persone con ridotte capacità motorie, sensoriali, cognitive e relazionali. Perché l’ambiente montano non svolge solo un ruolo di svago o di sport, ma riveste anche un ruolo terapeutico nel garantire lo sviluppo della personalità ed una miglior qualità di vita secondo il modello bio-psico-sociale. In questo senso viene svolta un’attività di accompagnamento in montagna su ausili da fuoristrada di persone con mobilità ridotta. Con il coinvolgimento e il patrocinio, tra altri enti e associazioni, anche della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer), è stata recentemente formulata da parte della Commissione centrale per l’escursionismo una classificazione dei percorsi montani accessibili con ausili che è stata approvata dal Comitato centrale di indirizzo e controllo del Cai.
CONOSCERE IL TERRITORIO
Anche nella fruizione di un ambiente come quello montano da parte delle persone con disabilità non va però dimenticato il concetto fondamentale dell’empowerment e la necessità del loro pieno coinvolgimento nelle strategie di inclusione e accessibilità, ben rappresentato dal vecchio adagio “niente per noi senza di noi”. È appunto dal confronto tra le esigenze di indipendenza degli uni e la necessità di garantire, attraverso specifiche attività di prevenzione, la sicurezza della frequentazione della montagna – che da sempre è uno dei compiti del Cai, anche tramite la sua sezione speciale del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico – che si dovranno ridefinire le possibilità, ma anche i limiti dell’accessibilità, a questo particolare ambiente di vita. Proprio in relazione ai concetti di accessibilità e sicurezza bisogna ricordare che la conoscenza delle caratteristiche proprie dell’ambiente montano, delle sue differenze peculiari rispetto ad altri ambienti antropici, insieme con la necessità di valutare sempre attentamente le possibilità di svolgimento di particolari attività in questo contesto ambientale, devono essere alla base di una sua corretta e appropriata fruizione da parte di tutti. * Medico Cnsas e Segretario generale Simfer - Società italiana di medicina fisica e riabilitativa
DUE APPUNTAMENTI SULLA MONTAGNATERAPIA
L’11 e 12 settembre 2021 si terrà a Schia (Parma) "A Ruota Libera", il primo raduno nazionale di escursionismo adattato. Promosso dalla Commissione centrale escursionismo con il sostegno della Sede Centrale e organizzato dal Cai Parma in collaborazione con le Sezioni di Rieti, La Spezia, Rimini e la SAT, è rivolto principalmente a persone con mobilità ridotta, alle Sezioni Cai munite di mezzi idonei all’accompagnamento off-road di persone con disabilità e ai soci interessati al tema dell’accessibilità in montagna (per informazioni escursionismoadattato@caiparma.it). Un mese dopo, sempre a Parma, è invece in programma il VII Convegno nazionale sulla montagnaterapia dal titolo #Confinicomuni (11-16 ottobre 2021), già annunciato per lo scorso autunno e poi rimandato a causa dell'emergenza pandemica. Esperienze e progetti saranno portati all'attenzione dei partecipanti, con momenti di approfondimento e dibattito che coinvolgeranno professionisti della salute, utenti dei servizi sanitari, volontari e appassionati di montagna. L'evento, che si svolgerà in modalità mista tra incontri in presenza e on-line, è organizzato dall'Azienda unità sanitaria locale di Parma in collaborazione con la Sezione locale del Cai. L'incontro, che si concluderà con escursioni nell'Appennino parmense aperte ai partecipanti, è sostenuto dal Cai Centrale e patrocinato dalle Società italiane di montagnaterapia e di medicina di montagna. www.confinicomuni.it