Pagine da SdS Scuola dello Sport 91

Page 1

FORMAZIONE NELLO SPORT

Marco Arpino Direttore della Scuola dello sport, Coni Servizi Spa, Roma

ALCUNI SCENARI FORMATIVI La formazione del sistema della preparazione degli allenatori nei Paesi dell’Unione europea

I recenti sviluppi della crisi economica mondiale non lasciano più dubbi: la depressione economica, la più profonda dalle origini dell’integrazione comunitaria, ha investito in pieno il vecchio continente. L’Europa si trova di fronte a sfide senza precedenti, non solo dal punto di vista economico e sociale: l’UE è chiamata a dare prova della sua capacità di reagire, di adattare i suoi strumenti e le sue scelte politiche, ma anche di inventarne di nuovi, altresì nel campo della formazione permanente degli operatori dello sport. Se, da un lato, la crisi comporta numerosi rischi, il mondo sportivo e quello dell’educazione devono tuttavia interpretarla come un’opportunità unica per una ridefinizione delle azioni per l’istruzione e la formazione, strumenti che sempre più concorrono al futuro dell’integrazione europea. Sul tema, il Direttore della Scuola dello Sport ha proposto in un prestigioso contesto internazionale un’analisi di possibili prospettive dei modelli europei di formazione nello sport, anche in tempo di crisi economica.

3

Introduzione In questo momento di significative incertezze del quadro economico e politico europeo appare difficile illustrare un sistema di formazione dedicato ai quadri tecnici sportivi, che abbia qualcosa di più di un anelito sovranazionale, così come quello che l’Italia ha adottato e cercato di condividere con gli altri Stati, per soddisfare le esigenze legate alla creazione del mercato unico e alla libera circolazione dei lavoratori e dei servizi all’interno dell’Unione europea. Come affermato di recente anche da Gideon Rachman sul “Financial Times”, sono passati più di dieci anni da quando i primi euro sono stati stampati, ma l’Europa continua a non avere un’identità condivisa, e questo rischia di far affondare adesso la moneta unica e successivamente la stessa Unione europea e con essa i vari progetti di cooperazione nel settore dell’istruzione e della formazione.

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

Dal 5 all’8 ottobre l’Università nazionale ucraina di educazione fisica ha ospitato a Kiev, organizzata dal Ministro ucraino dell’educazione, della scienza, della gioventù e dello sport, dal Comitato nazionale olimpico dell’Ucraina, dall’Accademia nazionale olimpica ucraina e dall’Università nazionale ucraina di educazione fisica la Conferenza internazionale dedicata al 100° anniversario della nascita del prof. I. V. Vrzhsnevskyi, la cui attività di allenatore, docente e ricercatore ha fortemente contributo allo sviluppo dello sport ucraino. Tra i relatori, si sono succeduti docenti accademici, ricercatori, allenatori, medici, dirigenti ed esperti di vari Paesi. I loro interventi hanno permesso una discussione sulle prospettive attuali della formazione degli operatori sportivi, dalla preparazione degli atleti nel campo agonistico sino a quella professionale dei quadri dirigenziali e tecnici. La Conferenza ha rappresentato un non comune scambio di idee ed esperienze, che ha offerto un panorama molto ampio sugli attuali problemi dello sport moderno e sulle sue prospettive di sviluppo. Su espresso invito degli organizzatori, il Comitato olimpico nazionale italiano è stato rappresentato dal Direttore della Scuola dello sport, Marco Arpino, cui è stata richiesta una relazione – che qui pubblichiamo – sullo stato dell’offerta formativa dedicata allo sport, in seno ai Paesi dell’Unione Europea.


FORMAZIONE NELLO SPORT

Corrado Beccarini, Claudio Mantovani, Scuola dello Sport, Coni Servizi Spa, Roma

LA PROFESSIONALIZZAZIONE DEL SETTORE SPORTIVO E LA FORMAZIONE DELL’ALLENATORE Processi formativi nei diversi Paesi europei e il Progetto Life Long Learning per lo sport

7

Il rapporto tra competenze degli operatori sportivi e esigenze di coloro che usufruiscono dei servizi sportivi, rappresenta il principale problema derivante dalle mutate esigenze dei praticanti e dall’aumento della professionalizzazione e specializzazione degli operatori. Per contribuire alla discussione in atto in Italia ed in Europa sui processi di formazione e specializzazione professionale degli allenatori sportivi si rivolge in modo particolare l’attenzione alla costruzione, da parte dei tecnici, di competenze finalizzate alle esigenze del mercato sportivo sempre più caratterizzato da un significativo grado di complessità. Si analizzano, dunque, le principali caratteristiche dei processi formativi vigenti in diversi Paesi europei, evidenziando le linee strategiche per rendere più efficaci tali percorsi, soprattutto per quanto riguarda il rilascio delle qualifiche e la formazione continua. Si descrive il Progetto Life Long Learning per lo Sport, mettendo il risalto il processo che ha identificato le diverse fasi strategiche per la sua realizzazione e, infine, si indica la principale sfida che le organizzazioni sportive dovranno affrontare nell’immediato futuro, che sostanzialmente consisterebbe nel comprendere i cambiamenti del settore; migliorare le condizioni di lavoro e le relazioni tra i diversi attori; incrementare gli investimenti nella formazione e modernizzare i processi didattici; migliorare la relazione tra domanda e offerta e definire e sostenere chiaramente le carriere professionali.

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

FOTO DEEPBLUEMEDIA.EU


VERSO LONDRA

2012

Giovanni Esposito, Scuola dello sport, Roma

LA TERZA VOLTA DI LONDRA A Londra 2012 vince la sostenibilità un anno prima dell’evento un dettagliato rapporto ambientale (A Bleuprint for Change) definendo e chiarendo come la capitale britannica sta monitorando la propria sostenibilità. Non con proclami, ma con documenti concreti disponibili anche sul web e un Ente speciale, la Commissione per la sostenibilità di Londra 2012, un organo indipendente che controlla e garantisce la sostenibilità dei Giochi, istituita nel gennaio 2007 per mantenere una promessa fatta in occasione della candidatura olimpica. È la prima volta che una Commissione di questo tipo opera per i Giochi olimpici e paralimpici. Le Olimpiadi londinesi lasceranno alla comunità locale una cospicua eredità, non solo in termini culturali, e lasceranno alla comunità sportiva internazionale un modello di sviluppo che considera la sostenibilità non come un costo, ma come un punto di partenza per arrivare all’applicazione concreta della responsabilità sociale, un investimento in grado di apportare benefici nel medio e lungo periodo.

Introduzione

di 70mila volontari che stanno seguendo un percorso formativo ad hoc per non lasciare nulla al caso (www.london2012.com). La parola d’ordine che guida la visione di Londra 2012 è sostenibilità: i prossimi Giochi passeranno alla storia non solo per i tagli di emissioni, ma anche per i tagli di costi. Gli investimenti previsti sono di 15 miliardi di dollari contro i 40 spesi a Pechino 2008, ma è la generale attenzione agli stakeholder (fin dalla candidatura) (figura 1) a caratterizzare l’opera del Comitato diretto da Lord Sebastian Coe, già campione olimpico e pluriprimatista mondiale del mezzofondo veloce.

Ormai manca davvero poco all’edizione numero XXX dei Giochi olimpici (27 luglio – 12 agosto 2012), la terza organizzata a Londra dopo quella del 1908 e l’Olimpiade postbellica del 1948. Il programma prevede il coinvolgimento di 12mila atleti (di 250 paesi) interessati in 670 eventi di 26 sport, che si terranno in 34 sedi e assegneranno 302 medaglie d’oro, con 2,5 milioni di biglietti in vendita dal 15 marzo scorso attraverso dei sorteggi a causa delle eccessive prenotazioni. Attesi 10,8 milioni di spettatori e più

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

13 Da tempo le azioni del Comitato olimpico internazionale (Cio) sono integrate in un programma che va al di là degli stessi Giochi olimpici raggiungendo la comunità sportiva in generale. Nel 2012 l’Olimpiade torna a Londra per la terza volta nella sua storia e la città è pronta ad accoglierla all’insegna della sostenibilità. I prossimi Giochi passeranno alla storia non solo per i tagli di emissioni, ma anche per i tagli di costi con un’attenzione particolare al business plan. Gli investimenti previsti sono di 15 miliardi di dollari contro i 40 spesi a Pechino 2008, ma è la generale considerazione degli stakeholder (fin dalla candidatura) a caratterizzare l’opera del Comitato organizzatore. L’opportunità olimpica non durerà solo due settimane perché il masterplan della città prevede una doppia scadenza: il 2012 quando si terranno i Giochi ed il 2025 anno nel quale Londra dovrebbe registrare il maggior potenziale di crescita del prodotto interno lordo procapite: il 45%. Gli organizzatori di Londra 2012 hanno pubblicato circa


SPORT DI COMBATTIMENTO

Gerhard Lehmann

LEGGERE L’AVVERSARIO? POSSIBILITÀ E LIMITI

23

Riflessioni teoriche, preoccupazioni scientifiche Il desiderio di riuscire a capire le intenzioni di un avversario esiste da quanto esistono gli incontri sportivi. I risultati delle neuroscienze (le scansioni del cervello, la scoperta dei neuroni specchio), forniscono chiaramente una indicazione di come si possa nuovamente compiere un passo verso la soluzione del problema, per prima cosa attra-

verso l’acqusizione dei risultati disponibili e la loro utilizzazione per interpretare ciò che avviene nella prassi di un combattimento. Utilizzare “leggere” come metafora sta a significare che le intenzioni dell’avversario potrebbero essere comprese attraverso molti dettagli. Si tratta di una via che può passare solo attraverso la percezione di caratteristiche esterne e attraverso la comprensione dei processi che sono alla loro base.

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

FOTO VANDA BIFFANI – UFFICIO STAMPA FILKAM

La capacità di riuscire a “leggere” l’avversario: definizione, limiti e possibilità di sua formazione

Nella pratica degli sport, in particolare di quelli nei quali esiste uno scontro diretto tra gli avversari, sempre più spesso si dice che si deve “leggere” l’avversario. Con questa metafora si intende la competenza di un atleta nel comprendere le intenzioni dell’avversario prima e durante la gara e di sfruttarle a proprio vantaggio. La formazione di questa capacitàdi riuscire a “leggere” l’avversario avviene attraverso l’impostazione cosciente di un processo di lavoro a lungo termine tra atleta e allenatore, che comprende la formazione di presupposti della prestazione come le capacità di associazione, di anticipazione, di valutazione, di controllo delle emozioni e esperienze di gara, collegati in modo complesso tra di loro.


ANALISI BIOMECCANICA DEL GIOCO DELLE BOCCE Una analisi del movimento del gioco delle bocce basata su tecniche optoelettroniche L’analisi del movimento basata sulle tecniche optoelettroniche permette di ottenere informazioni quantitative di tipo cinetico sul moto dei segmenti corporei. L’ obiettivo principale di questo lavoro è stato quello di applicare tali tecniche allo studio della biomeccanica del gioco delle bocce, allo scopo di caratterizzare il gesto ottimale e proporre una metodologia di analisi per lo studio cinesiologico di tale sport. In particolare è stato analizzato un campione costituito da otto atleti agonisti di serie A e otto atleti amatori al fine di valutare i parametri relativi alla postura (analisi statica) dei fondamentali del gioco delle bocce. Dai risultati ottenuti sono emerse differenze significative tra le due categorie analizzate.

BIOMECCANICA

Introduzione L’analisi biomeccanica computerizzata costituisce oggi uno dei principali strumenti per lo studio del gesto atletico sportivo. I contributi della letteratura scientifica testimoniano come, grazie ad innovativi sistemi di analisi, sia possibile quantificare i parametri cinetici che caratterizzano il movimento, consentendo la misura della sua correttezza in termini numerici (Cutti et al. 2005b). Tra le discipline nelle quali tali strumenti trovano valida applicazione vi è anche quella delle scienze motorie, a beneficio degli atleti, degli allenatori, nonché dei ricercatori, che hanno la possibilità di indagare quantitativamente il gesto atletico, scomponendolo nelle sue fasi e valutando l’arrangiamento reciproco delle diverse parti del corpo (Sforza et al. 2005). Una delle tecniche più promettenti di cui ci si può avvalere è quella nota con il nome di analisi optoelettronica del movimento. Tale tecnica si basa su di un sistema costituito da videocamere che rilevano la luce emessa o riflessa da appositi marker che sono generalmente delle piccole semisfere ricoperte di carta adesiva riflettente (marker passivi) o piccoli led luminosi (marker attivi). I sistemi optoelettronici per l’analisi del movimento umano sono in grado di fornire informazioni sulla cinetica e sulla cinematica grazie all’acquisizione delle coordinate cartesiane di questi marker applicati sulle parti del corpo da analizzare (Galli et al. 1999). La cinematica articolare, infatti, viene descritta attraverso l’adozione di tali sistemi di riferimento anatomici secondo le indicazioni riportate in specifiche pubblicazioni (van der Helm 2000; Cutti et al. 2005a). Dall’analisi computerizzata dei filmati registrati dalle videocamere è possibile rilevare tutti i parametri cinetici (angoli di flesso-estensione, abdo-adduzione ed extra-intrarotazione delle articolazioni ove sono posizionati i marker) e cinematici (velocità ed accelerazioni dei marker) di interesse (Davis et al. 1991). I vantaggi principali di tale tecnica sono la non invasività (gli unici componenti da applicare sul corpo dell’atleta sono i marker, del peso di pochi grammi ciascuno) e la possibilità di effettuare un’analisi simultanea del gesto atletico da più punti di vista, fino alla ricostruzione tridimensionale delle posture e dei movimenti della “macchina umana” nel suo complesso (Galli et al. 2001; Sforza et al. 2005).

29

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

Daniela Longo, Dipartimento di scienze biomolecolari, Sezione di Scienze motorie e della salute, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" Francesco Lucertini, Dipartimento di scienze biomolecolari, Sezione di Scienze motorie e della salute, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" Emanuele Lattanzi, Dipartimento di Scienze di base e fondamenti, Università degli studi di Urbino “Carlo Bo” Marino Serafini, Bocciofila “La Combattente”, Fano Ario Federici, Dipartimento di scienze biomolecolari, Sezione di Scienze motorie e della salute, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"


SPORT GIOVANILE

Mario Bellucci, Liceo scientifico Farnesina, Roma; Angelo Tulli, Scuola media Pianciani-Manzoni, Spoleto; Carmelo Bazzano, Massachussetts University, Boston; Avery D. Faigenbaum, The College of New Jersey, Ewing; Valentina Cipriani, University College, Londra; Michele Panzarino, Università degli studi Tor Vergata, Roma; Rita Casella, Università degli Studi “Foro Italico”, Roma; Caterina Pesce, Università degli Studi “Foro Italico”, Roma

INDICE DI MASSA CORPOREA E CONSUMO D’OSSIGENO NELL’ADOLESCENZA

33

Relazione tra il rapporto staturoponderale e il massimo consumo di ossigeno in alunni dai 12 ai 14 anni cardiovascolare per la salute. Perciò, il corretto rapporto staturoponderale non sembra costituire di per sé una garanzia del buon livello di massimo consumo di ossigeno. Ciò è confermato e specificato dall’analisi della distribuzione percentuale dei preadolescenti all’interno di categorie che prendono in considerazione la collocazione dei loro valori di BMI . e di VO2max all’interno o al di fuori delle rispettive zone di efficienza fisica (HFZ). Tale analisi ha consentito di evidenziare la presenza di fattori di rischio e di associazioni anomale per la salute quali, la presenza di un rapporto staturo-ponderale ’normale’

o inferiore alla normalità, ma associato ad un’efficienza cardiovascolare al di sotto del limite inferiore della zona salutare. Ciò evidenzia l’opportunità di allenare l’efficienza cardiovascolare secondo le raccomandazioni delle autorità sanitarie internazionali, che prevedono più ore di attività aerobica settimanale, e che dovrebbero essere seguite sia nell’ambito dell’educazione motoria e fisica scolastica, sia all’interno dell’allenamento sportivo, anche nella pratica di quelle discipline che non necessiterebbero di un allenamento aerobico sotto il profilo prestativo.

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

La relazione esistente tra . il massimo consumo di ossigeno (VO2max) e il rapporto staturoponderale (indice di massa corporea, body mass index o BMI) è stata analizzata in un campione di 2.288 alunni dai 12 ai 14 anni appartenenti a scuole medie statali del Lazio. I valori sono stati confrontati con gli standard statunitensi che definiscono il campo di normalità per la salute. Le ampie percentuali di alunni il cui BMI rientra del campo di normalità fanno ipotizzare l’esistenza di buone abitudini alimentari. Le minori percentuali . di normalità del VO2max rivelano invece più ristretti livelli di efficienza


TEORIA DELL’ALLENAMENTO

FOTO CALZETTI & MARIUCCI EDITORI

43

AGILITY Importanza, allenamento e esame della capacità di cambiare direzione nei giochi sportivi: l’esempio del calcio Si offre un panorama generale sul carattere, la struttura, l’allenamento e la valutazione della capacità di cambiare direzione nei giochi sportivi servendosi dell’esempio del gioco del calcio. Una analisi della letteratura dimostra come questa capacità non può essere classificata o subordinata ad alcuni dei fattori classici condizionali della prestazione. Malgrado la sua affinità con la forza reattiva è necessario che essa sia allenata e valutata come una capacità relativamente indipendente.

Introduzione In tutti i giochi sportivi con la palla, è ormai riconosciuto e stabilito che un presupposto necessario della prestazione è rappresentato dall’allenamento supplementare dei loro fattori condizionali. Per questa ragione l’attenzione delle ricerche attuali della scienza dell’allenamento si concentra sull’utilizzazione migliore possibile dell’allenamento generale e speciale di tali presupposti. Così, soprattutto nei giochi sportivi con la palla che pongono esigenze complesse e specifiche ai principali fattori di sollecitazione motoria (forza, resistenza, velocità), occorre che quest’ultimi siano oggetto di una formazione adeguata (Tschan, Baron, Smekal, Bachl 2001). L’obiettivo di un allenamento specifico, però, presuppone che si conosca esattamente il relativo modello di carico dei vari sport. Se si analizza quanto pubblicato su questo argomento è evidente che viene dedicata una scarsa attenzione a una esigenza fondamentale di natura sia motoria sia condizionale: la capacità di cambiare rapidamente direzione. Un tema che, finora, è stato scarsamente trattato in letteratura, per cui non solo esiste un numero limitato di pubblicazioni, ma ciò si rispecchia anche nella difficoltà di dare un nome a tale capacità1, che – seguendo un concetto corrente in ambito di lingua inglese viene definita da Naul (2005) agility – traducibile in italiano con agilità, nel senso che a questo termine viene attribuito nella fisica e nella tecnica, cioè di capacità di un sistema, in questo caso il giocatore, di cambiare facilmente uno o più dei suoi parametri operativi, in questo caso direzione e forza dei movimenti. Naul con agility intende: “la rapidità nel coordinarsi per cambiare direzione senza che vi sia una perdita di forza, velocità e di controllo del corpo o di precisione”. Una descrizione più complessa di tale capacità è quella che ci offre lo statunitense Gambetta (2005), che con essa intende, letteralmente: “La capacità di riconoscere una situazione, di reagire ad essa e di scattare per muoversi nella necessaria direzione, di cambiarla, se necessario e di riuscire a fermarsi velocemente”.

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

Gereon Berschin, Mario Hartmann Università Philipps, Marburgo


APPRENDIMENTO DELLA TECNICA

Stefano D’Ottavio, Corso di studi in Scienze motorie, Università Tor Vergata, Roma; Responsabile Area tecnica, Federazione italiana gioco calcio, Settore giovanile e scolastico

L’APPRENDIMENTO DELLA TECNICA CALCISTICA Istruzioni per l’uso: come rendere funzionale l’insegnamento

La prestazione calcistica è caratterizzata da una serie di fattori che la rendono un fenomeno complesso e multifattoriale. Infatti, come sport di situazione, il calcio prevede abilità tecniche che presentano una natura “open” piuttosto che “closed” e in esso la prestazione si configura mediante una serie di operazioni sia mentali sia motorie e l’anticipazione e la percezione dei dettagli dell’ambiente risultano fondamentali per i processi decisionali ed esecutivi, così come per quelli interpretativi. Sul piano metodologico se si prendono in considerazione le esigenze del contesto e dell’individuo in quanto entità dinamiche, il cui stato cambia con il tempo, si possono utilizzare sia l’approccio cognitivo, sia quello ecologico. L’interferenza contestuale, che si riferisce al grado di complessità e alla forma di somministrazione dei contenuti didattici, rappresenta la filosofia che sostiene le scelte da parte dell’allenatore e i margini di rischio che si vogliono affrontare. La ricerca di una automatizzazione precoce del gesto tecnico, privilegiando la pratica a blocchi rispetto a quella random, se può portare a ottenere risultati a breve termine, potrebbe rendere l’abilità raggiunta meno flessibile di quella che è possibile ottenere con un processo inverso. Per quanto riguarda la somministrazione di feed-back, le modalità descrittive, più di quelle prescrittive, aiutano l’allievo a trovare soluzioni personali al problema sia sul piano tecnico che tattico. Quindi esercitazioni situazionali e basate sul modello gara come gli small sides games ed i match play, sembrano essere una scelta adatta a tutte le età. Infine l’agility, termine che definisce la capacità di cambiare repentinamente direzione nel gioco, deve essere allenata e valutata inserendo negli esercizi quando possibile le tecniche di gioco, rendendo così più “ecologiche” e più rispondenti al modello di prestazione le proposte didattiche.

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

FOTO CALZETTI & MARIUCCI EDITORI

49


Commento giuridico 58

ASPETTI GIURIDICI DELLA LOTTA AL DOPING

SdS/Scuola dello Sport Anno XXX n.91

Marco Ferrante Avvocato, Advisory Group of Legal Issue, Consiglio d’Europa Giuliana Conte Avvocato, membro della Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti, Esperto di Diritto comunitario dello sport Marco Arpino Direttore della Scuola dello sport, Coni Servizi Spa, Roma Il fenomeno del doping nello sport ha assunto nell’ultimo decennio aspetti e dimensioni di tale gravità che è comune il convincimento della necessità di adottare adeguati strumenti per combatterlo efficacemente. Nuove e raffinate tecniche mediche, infatti, permettono agli atleti di cancellare in brevissimo tempo le sostanze vietate assunte, con conseguente elusione e vanificazione dei controlli antidoping effettuati. La scienza medica è talmente progredita da permettere a un atleta di nascondere l’assunzione di doping in pochissimo tempo. In altre parole, di “ripulirsi” il sangue in appena un’ora. Di qui la necessità dell’utilizzo di mezzi di controllo sempre più sofisticati ed incisivi, quali a titolo esemplificativo la localizzazione permanente (WHEREABOUTS)1 dell’atleta, unitamente alla raccolta di una serie di dati idonei alla sua “schedatura” (ADAMS)2. Di contro, sono state sollevate delicate questioni giuridiche in ordine alla legittimità di tali misure, non più mediate dalle tradizionali tutele, sia sotto il profilo del trattamento dei dati personali e sensibili che, più in generale, sul rispetto delle libertà fondamentali e della dignità degli interessati. Tali numerosi e rilevanti trattamenti di dati previsti dal Codice WADA3 e dai relativi Standard4, hanno interessato l’attività del Consiglio d’Europa5 e, più di recente, della Commissione Europea, che a tale specifico fine ha attivato il Gruppo di lavoro, ai sensi dell’Articolo 29 della Direttiva 95/46/CE6. In data 6 aprile u.s., il Gruppo di lavoro ha reso un parere – 4/2009 – sullo Standard Internazionale per la Tutela della Privacy e delle Informazioni Personali dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), sulle disposizioni correlate del Codice WADA e su altri temi in materia di privacy, nel contesto della lotta contro il doping nello sport da parte della WADA e delle organizzazioni nazionali antidoping.

Le conclusioni raggiunte dal Gruppo di Lavoro, unitamente alle indicazioni del Garante Italiano per la Protezione dei dati personali formeranno oggetto del presente lavoro, così da tracciare alcune linee fondamentali, in ordine al trattamento dei dati personali degli atleti nell’ambito dell’attività antidoping. Per maggior chiarezza espositiva, e in considerazione della complessità della materia pare opportuno suddividere il presente approfondimento in distinti paragrafi, ognuno dei quali concernente le specificità di ciascuno dei documenti sopra richiamati. 1 – Utilizzo del sistema ADAMS 2 – Trasmissione dei dati all’estero 3 – Pubblicazione dei provvedimenti disciplinari 4 – Controlli antidoping (WHEREABOUTS) 5 – Conservazione dei dati UTILIZZO DEL SISTEMA ADAMS Il 17 novembre 2005 l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha inaugurato ufficialmente il date base ADAMS (Anti Doping Administration & Management System), sito a Montreal, quale strumento di coordinamento delle attività antidoping svolte in tutto il mondo sotto l’egida del Codice mondiale. Nell’intenzione del Legislatore internazionale, il sistema ADAMS costituisce lo strumento offerto a tutti i Firmatari (ADO) al fine di coordinare e complementare le informazioni attraverso un unico sistema, di raccolta e di smistamento dei dati e dei risultati dei test di controllo antidoping degli sportivi.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.