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LIBERO TRA I PALI

parte coordinativa

GLI SPOSTAMENTI Nel calcio moderno, il pallone, per la sua velocità e le variabili di traiettoria cui è soggetto, rappresenta una difficoltà permanente per il portiere. Mi sposto per coprire meglio la porta, mi sposto per coprire meglio lo spazio In effetti, qualunque sia la capacità di scatto e di reazione che l’atleta manifesta, si verificano situazioni di gioco difficili da gestire soltanto attraverso spostamenti atti al recupero della posizione di copertura della porta, eseguiti con azioni motorie brevi ma rapide, economiche ed estremamente precise sotto il profilo della destrezza. Il portiere, infatti, dovrebbe sempre iniziare i propri interventi con il recupero di un piazzamento adatto e gli spostamenti rappresentano un mezzo per raggiungere lo scopo. Anche queste azioni motorie, così come i principi tecnici che determinano la scelta più appropriata tra i vari comportamenti, devono rispondere soprattutto al fattore efficacia. Esiste infatti una grande varietà di tipologia di spostamenti, determinata non solo dalla traiettoria della palla, ma anche dalla velocità della medesima e dallo spazio di porta da percorrere per trovare un piazzamento adeguato al continuo cambiamento delle situazioni di gioco. I principali spostamenti studiati sono: SPOSTAMENTI IN AVANTI SPOSTAMENTO CON PASSO LATERALE SPOSTAMENTO CON PASSO INCROCIATO SPOSTAMENTO ALL’INDIETRO

La scelta di uno di questi dipende da due fattori: la traiettoria della palla e la sua velocità.

Paragrafo 2.1 Il portiere chiude in avanti la porta quando l’attaccante conduce la palla puntandolo. È opportuno, però, arrestare lo spostamento di chiusura al momento del tiro.

SPOSTAMENTO IN AVANTI ANALISI REALE DI INTERVENTO E VARIABILI EVIDENZIATE IN SITUAZIONE DI GARA Mi sposto per coprire Mi sposto per parare In un contesto di analisi di intervento occorre distinguere, prima di tutto, gli spostamenti eseguiti per presa di posizione da quelli integrati con il gesto tecnico. I primi possono presentare una problematica legata al “tempo di arresto” precedente al tiro, nonché una corretta lettura delle intenzioni dell’attaccante. Sicuramente i tempi di esecuzione sono determinati da tutte le variabili di traiettoria e velocità legate alla


CAPITOLO 2

parte coordinativa

GLI SPOSTAMENTI palla, che condizionano l’intervento dell’estremo difen- sore. Si aggiunga un concetto fondamentale e cioè che questo spostamento si manifesta sempre su palloni che si avvicinano al portiere e che quindi lo favoriscono sotto il profilo dei tempi di intervento, rispetto, ad esempio, all’avversario lanciato a rete.

La palla oltre la linea difensiva: la attacco in avanti o scappo in porta? Il portiere potrebbe incontrare più difficoltà su palloni alti lunghi e verticali, che sono i più complessi da leggere sotto il profilo della traiettoria, anche se il fatto che gli attaccanti possano essere ostacolati da una linea difensiva non troppo schiacciata, con i difensori efficaci nei blocchi (così si spera), dovrebbe consentire al numero uno di intervenire senza grossi patemi.

L’ESECUZIONE DEL GESTO Lo spostamento in avanti è il più semplice e naturale spostamento specifico del portiere. È basilare che sia proposto durante la prima fase di formazione in abbinamento alla presa di posizione sui tiri calciati in porta e ai gesti tecnici di anticipo, quali raccolta palla e uscite basse e alte, considerandolo nello specifico parte integrante dell’azione tecnica eseguita.

Il portiere si sposta in avanti per chiudere lo specchio della porta Lo spostamento in avanti fine a se stesso avviene sempre in abbinata alla presa di posizione, che prevede obbligatoriamente l’arresto antecedente alla conclusione in porta. A tale scopo l’atleta deve essere in grado di controllare inconsciamente sia il numero che la lunghezza degli appoggi, in quanto la chiusura in avanti, una volta scelta, va eseguita adattandola ai tempi di giocata espressi dall’avversario.

Come accorcia il portiere sulla palla? Passi corti o lunghi? Il portiere sa che deve fermarsi quando l’avversario sta per calciare e che lo spazio di accorciamento della distanza rispetto alla sfera dipende dalla lunghezza del tocco o dei tocchi precedenti al tiro. L’estremo difensore è infatti consapevole di quanto sia pericoloso chiudere in avanti qualora l’attaccante lo punti tramite tocchi corti e rapidi della sfera. Il rischio è quello di farsi trovare in movimento al momento del tiro, ragion per cui è preferibile eseguire pochi passi radenti e abbastanza ampi, piuttosto che tanti passi corti e rapidi. Così come deve stare attento a non chiudere troppo e con eccessiva evidenza sui tocchi di conduzione lunghi eseguiti dall’avversario. Se l’attaccante conduce la palla con tocco corto e rapido si può avanzare con passi radenti e decisi a chiudere, arrestando la corsa al momento del tiro.

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CAPITOLO 6

SPINGE, VOLA, CADE A TERRA E SI RIALZA parte o quasi, in verticale). (IL TUFFO) coordinativa Come ammortizza il portiere la caduta a terra? Una caduta si dovrebbe manifestare con leggerezza, senza provocare rumore, in modo progressivo gamba, anca, gran deltoide, il cui relativo e singolo grado d’impatto, però, varia a seconda della direzione data al tuffo. Infatti, maggiore è il grado di spinta orizzontale dato al corpo, maggiore sarà l’impatto a carico dell’anca e del gran deltoide, maggiore invece è la spinta data in verticale, maggiore sarà l’impatto a carico della gamba, se non addirittura della pianta del piede (spinta del tutto o quasi in verticale). Si consideri, inoltre, il fatto che l’estrema velocità e l’imprevedibilità di traiettoria della sfera, come notato in precedenza, generano “assetti” posturali talmente anomali durante la fase di volo che si ripercuotono inevitabilmente anche sulla caduta. Una caduta che dovrebbe portare il portiere molto spesso, orientato in avanti e in diagonale rispetto alla traiettoria del pallone, azione che però di frequente non si compie in modo completo, a causa degli scarsi tempi a disposizione per l’esecuzione del gesto (in certe situazioni anche perché sconveniente).

Caduta successiva a una spinta in orizzontale

A ogni caduta corrisponde una rialzata Il rialzarsi da terra è in stretto legame con la caduta e con la capacità di capire la posizione del corpo nello spazio, sia esso aereo che terreno. Comprendere se la propria testa è posizionata avanti o indietro rispetto ai piedi o capire dove orientarsi rispetto alla palla appena deviata sono fattori essenziali per una corretta ed efficace rialzata da terra, cui il portiere, in termini esecutivi, ricorre spesso inconsciamente, mosso soltanto dal fatto che il sistema nervoso cerca in autonomia il modo più veloce che conosce per eseguire l’azione.

Caduta successiva a una spinta in orizzontale Caduta successiva

a una spinta in orizzontale.

Caduta successiva a una spinta maggiormente verticale

Caduta successiva a una spinta maggiormente verticale.

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LIBERO TRA I PALI

parte coordinativa

Le due tecniche di rialzata a confronto

Le due tecniche di rialzata a confronto:

Rialzata classica conseguente a una caduta con la testa posizionata davanti ai piedi. In questo caso, l’atleta si alza facendo leva sul ginocchio a contatto con il terreno e spingendo con il palmo della mano omologa. Il vantaggio che ne deriva è di economicità spaziale qualora si volesse tornare verso il centro della porta (già in partenza i piedi sono posizionati più vicini a esso rispetto ad altri tipi di assetti successivi alla caduta). Rialzata tipiRialzata classica conseguente ad una caduta con la testa posizionata davanti ai piedi. ca di chi in caduta si trova posizionato con i piedi davanti rispetto alla testa. Anche in questo caso sua maestà il cervello autonomamente la attua grazie alla sua capacità di lavorare in economia. Si tratta però di un’autonomia temporale in quanto questo modo di rialzarsi è più veloce rispetto al precedente (qualora venisse applicato nella stessa situazione di caduta) ma obbliga una volta ritornati in stazione eretta, ad eseguire una maggiore strada per ritornare a centro porta, visto che facendo perno sulla spalla abbiamo allontanato i piedi da quel punto.


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TECNICA DI DIFESA

Ogni portiere presenta delle caratteristiche diverse Questa è la visione classica della tecnica di ammortizzazione delle mani, che negli ultimi anni è stata messa in discussione in quanto si vuole standardizzare un gesto non tenendo conto che gli arti superiori, per dimensioni e struttura, sono strumenti prettamente individuali e che quindi ogni portiere usa a suo modo. Non rispettare le caratteristiche anatomiche e fisiologiche degli strumenti motori utilizzati potrebbe rendere meno efficace l’azione tecnica espressa. Il consiglio, quindi, è di guardare sì all’impostazione, ma soprattutto di tenere conto del concetto di efficacia del gesto.

Come si muovono le braccia Le braccia vengono poste perpendicolarmente alla palla, in modo che le mani riescano a creare un contatto su di essa più ampio possibile. Così facendo, la palla è ammortizzata su una superficie appunto più estesa. Inoltre, le braccia, già flesse se la palla arriva a livello della testa, arretrano leggermente, facilitando così l’assorbimento della forza contraria creata dalla velocità e dalla direzione della medesima. Per rendere più semplice e preciso il gesto tecnico della presa su palla lontana, si suggerisce di far partire il portiere con le mani vicine, le braccia aderenti al tronco e l’avambraccio flesso in avanti. Tale posizione di partenza si modificherà in seguito a seconda della distanza della palla dal portiere, in quanto più si avvicinerà a lui, più le braccia saranno estese e le mani distanti, anche se una leggera flessione delle braccia va sempre mantenuta, in quanto è proprio il movimento di distensione degli arti superiori successivo al tiro che permette al portiere di “regolare” l’azione delle braccia alla traiettoria del pallone più o meno vicina al corpo del portiere. Combinare la presa ed il rilancio successivo all’opposto rispetto alla direzione di arrivo della palla.

Nell’esecuzione del gesto prestare attenzione a: ● Valutare bene la traiettoria della palla. ● Spostare il corpo dietro la palla, prima della presa della stessa. ● Fissare sempre lo sguardo sulla palla. ● Andare in avanti verso la palla (anticiparla). ● Ammortizzare la palla dopo il contatto tramite la leggera flessione degli avambracci. ● Piazzare le mani esattamente dietro alla palla e perpendicolarmente alla sua direzione. ● Avvicinare i gomiti al momento della presa della palla. ● Realizzare un contatto unico e simultaneo delle mani sulla palla (un solo suono). ● Far eseguire gli esercizi senza i guanti per sensibilizzare meglio le mani al contatto con la palla (oppure anche con i guanti di lana, magari leggermente bagnati). ● Combinare la presa e il rilancio successivo opposto rispetto alla direzione di arrivo della palla.


CAPITOLO 9

TECNICA SPECIFICA

TECNICA DI DIFESA

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ESERCIZIARIO SULLA PRESA ALLA FIGURA DIDATTICA La prima fase di impostazione del gesto deve avere come obiettivo l’apprendimento corretto della tecnica di intervento, sia in situazione statica che dinamica (AVVIAMENTO). Conseguentemente, ci si dovrà preoccupare di velocizzare il gesto al fine di renderlo il più possibile automatizzato (AUTOMATIZZAZIONE). Sui portieri che hanno già automatizzato il gesto non rimane che il trasferimento del gesto in situazione di gioco (SVILUPPO IN SITUAZIONE).

AVVIAMENTO

Le problematiche riscontate nell’apprendimento del gesto sono per la maggior parte relative all’errata postura degli arti inferiori, che non coprono in modo corretto la traiettoria della palla. Eseguire l’esercizio in forma monolaterale prima e bila Le gambe, infatti, spesso non sono posizionate di traverso rispetto alla palla, bensì in posizione utilizzare anche un pallone più piccolo oppure una palla frontale, con le ginocchia rivolte verso la palla.

1) Il portiere riceve palla dall’allenatore e la ferma con una mano, corrispondente alla traiettoria di arrivo della sfera. Egli deve preoccuparsi anche di piegare la gamba opposta tramite la contemporanea rotazione interna del ginocchio, al fine di porre a protezione della palla la maggior superficie corporea possibile. Si può utilizzare il cinesino posto sotto il baricentro del portiere stesso, con l’obiettivo di aiutare l’estremo difensore alla lettura della traiettoria del pallone. Eseguire l’esercizio in forma monolaterale prima e bilaterale poi. Nei più piccoli si può utilizzare anche un pallone di dimensioni ridotte o una palla ritmica.

in forma si monolaterale prima bilaterale poi. metri di distan 2) L’allenatore pone di fronte al eportiere a cinque 2) L’allenatore si pone di fronte al portiere, a cinque metri, e gli lancia una palla con le mani, prima rasoterra, poi rimbalzante e successivamente con variabili di traiettoria. Il portiere si abbassa piegando in alternanza la gamba destra e sinistra. Si può anche porre un cinesino tra le gambe del portiere chiedendo al medesimo di toccarlo col ginocchio opposto rispetto a dove arriva la palla. Eseguire l’esercizio in forma monolaterale prima e bilaterale poi.

e quindi automatizzare quanto proposto nell’esercizio1e 2.Passare da un monolaterale ad uno bilaterale.

3) Eseguire l’esercizio 1 e 2 muovendo la palla e calciandola con i piedi, 3) Eseguire l’esercizio 1 e 2 muovendo la palla e calciandola con i pied per fare in modo che l’estremo difensore prenda posizione sui tempi del tocco. Questo esercizio serve a velocizzare e quindi automatizzare quanto proposto in quelli precedenti. Passare da un contesto monolaterale a uno bilaterale.

4) Formare 3 porte di 100 cm circa, con 4 cinesini disposti in linea. Il portiere, piazzato sulla


CAPITOLO 10

IL TUFFO

TECNICA DI DIFESA

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ERRORI RISCONTRATI Gli errori riscontrati riguardano la poca economicità, determinata da azioni motorie non espresse in modo essenziale, risultando perciò inefficaci.

Il saltello di preparazione al tuffo Primo fra tutti, il salto preparatorio all’intervento, che se non viene eseguito con i Primo fra tutti, il salto preparatorio all’intervento, che se non è eseguito con i tempi corretti genera tempi corretti, genera dei ritardi tali da non permettere al portiere di arrivare sul pallone. dei ritardi tali da non permettere al portiere di arrivare sul pallone.

Quando le braccia vengono portate dietro al tronco Ciò rispetto accade

Quando le bracc vengono portate die rispetto al tronco

Anche il movimento delle braccia può provocare dei problemi in merito ai tempi di soprattutto suiconpalloni esecuzione del tuffo spinta. calciati a mezza altezza in maniera molto

improvvisa. Anche il movimento delle braccia può provocare dei problemi in merito ai tempi di esecuzione del tuffo con spinta. Il portiere che si muove con le braccia allungate verso il basso, all’indietro rispetto al tronco può incappare nel problema di non avere il tempo sufficiente per riportarle in avanti e indirizzarle verso il pallone. Ciò accade soprattutto su palloni calciati a mezza altezza in maniera molto improvvisa.

Errori di d

Alcuni errori riscontrati riguardano la direzione delle deviazioni (non si riesce a dare

Errori di deviazione Alcuni errori riscontrati riguardano la direzione delle deviazioni (non si riesce a dare direzione laterale alle respinte), che, a volte, seppur eseguite correttamente da un punto di vista tecnico, non tengono conto del contesto situazionale, che prevede la presenza di avversari posti proprio in quello spazio di campo.

Errori tattici di presa di posizione Altri errori riscontrati sono da considerarsi di “scelta”, cioè legati alla posizione di porta ricercata dall’estremo difensore, in risposta a una situazione di conclusione a rete. Questo succede perché il portiere può decidere di avvicinarsi alla palla prima del tiro dell’attaccante, nel tentativo di diminuire gli spazi di porta potenzialmente vulnerabili. Resta da verificare se, diminuendo la distanza rispetto alla palla, non venga meno anche l’efficacia, visto che a tale scelta corrisponde anche una diminuzione dei tempi di intervento disponibili. Appare chiaro che queste considerazioni aprono delle discussioni importanti riguardo al concetto di copertura potenziale dello spazio di porta da parte del portiere e tempi di intervento necessari per attuare le risposte motorie richieste. La copertura potenziale della porta dipende in primis dai fattori strutturali del guardiano principe della porta, ma anche dalle sue capacità di forza esplosiva, mentre l’attacco allo spazio, che determina una posizione più o meno vicina alla palla in fase di conclusione a rete, dipende anche dai tempi di reazione che il numero uno possiede. Se un portiere è molto alto e dispone di tempi di reazione un po’ lenti sarà favorito nel rimanere più vicino alla riga di porta; viceversa, un portiere più basso ma più reattivo sarà favorito se accorcerà maggiormente la distanza tra sé e la palla, attaccando più marcatamente lo spazio posto davanti a lui. Ecco perché la scelta sulla posizione di copertura della porta risulta molto individuale e quindi va adattata alle caratteristiche dell’estremo difensore stesso.


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LIBERO TRA I PALI

TECNICA DI DIFESA

CONSIGLI TECNICI PER UNA CORRETTA ESECUZIONE Parata rasoterra

1)

Allargare leggermente la base di appoggio dei piedi, contestualmente all’abbassamento del bacino.

Allargare leggermente la base di appoggio dei piedi, contestualmente all’abbassamento del bacino.

laterale avanti. Mano omologa al lato del tuffo, tenuta radente al campo durante la 2)

Distensione laterale della gamba opposta rispetto al lato del tuffo con contestuale rotazione del busto in direzione della sfera e accentuato abbassamento delle spalle in laterale avanti.

Distensione laterale della gamba opposta rispetto al lato del tuffo con contestuale rotazione del busto in direzione della sfera e accentuato abbassamento delle spalle in laterale avanti. Mano omologa al lato del tuffo, tenuta radente al campo durante la distensione 3) Ulteriore abbassamento del tronco verso il ginocchio (quello più vicino alla palla), della

re abbassamento del tronco verso ilgamba ginocchio (quello più vicino che poi andrà a spingere

4)

Spinta del piede più vicino alla sfera, con la massima distensione laterale possibile. La zona di caduta è a carico di anca dorso e spalla.


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TECNICA DI ATTACCO del GIOCO OFFENSIVO

LIBERO TRA I PALI

TIPOLOGIA DI ATTACCO ALLA PALLA CON USCITA IN ANTICIPO Interventi su palloni verticali Uscita A mezzo Il portiere copre lo spazio di porta in modo uniforme

Figura 1

Il portiere attacca in anticipo una palla verticale ponendosi perpendicolarmente alla traiettoria della medesima. Si tratta di un gesto effettuato in situazioni in cui si vuole evitare il contatto con l’altro. l’attaccante, prediligendo invece la totale e bilaterale copertura in senso orizzontale della porta. Lo svantaggio, in questo tipo di intervento, è quello di lasciare all’attaccante spazio e tempo per concludere. In questi casi l’attaccante sceglie il pallonetto, che, nella quasi totalità dei casi, risulta fatale. Questo tipo di attacco è anche definito a mezzo, in quanto il portiere usa la metà del corpo per proteggere un lato della porta e l’altra metà per proteggere l’altro. Uscita con attacco “sulla diagonale”

Uscita con attacco sulla diagonale Il portiere attacca in diagonale

Il portiere attacca in diagonale

Il portiere attacca in avanti una palla verticale formando un angolo superiore rispetto ai 90 gradi con la traiettoria della palla, ma senza esprimere il massimo attacco possibile. Egli, infatti, cerca la distensione sulla propria diagonale. Così facendo l’estremo difensore, oltre ad anticipare, chiude anche eventuali spazi di tiro inaspettato.

ad anticipare chiude anche eventuali spazi di tiro inaspettato.

Figura 2

cca in

possibile.

Uscita in avanti verticale Il portiere attacca in verticale

Il portiere attacca in anticipo una palla verticale rimbalzante; notare la posizione della testa in linea con la sfera prima della spinta verso di essa. Uscita in avanti verticale La distensione del corpo è protesa del tutto in avanti, a cercare la palla nel punto più avanzato possibile. In questo modo si cerca di togliere all’avversario il maggior spazio e tempo possibili. Figura 3 Attacco di palla verticale rasoterra in anticipo dritto per dritto, notare come la spintaAttacco di palla verticale rasoterra in anticipo dritto per dritto; notare Figura verso la3palla avvenga quando il corpo e posto quasi parallelamente al terreno come la spinta verso la palla avvenga quando il corpo è posto quasi Attacco di palla verticale rasoterra in anticipo dritto per dritto, notare come la spinta parallelamente al terreno. verso la palla avvenga quando il corpo e posto quasi parallelamente al terreno possibile.

Figura 4

Figura 4


CAPITOLO 13

TIPOLOGIA DI ATTACCO ALLA PALLA

TECNICA DI ATTACCO del GIOCO OFFENSIVO

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Interventi su palloni diagonali Uscita a copertura dello spazio Il portiere copre lo spazio Attacco alla palla con direzione diagonale a uscire, con il portiere cheverso predilige copertura della bracciala dell’estremo difensore. lo spazio anziché l’aggressività sulla sfera. L’azione del portiere è del tutto simile all’azione del tuffo a mezzo, solo che la traiettoria della palla in diagonale tende a indirizzarsi verso le braccia dell’estremo difensore.

Figura 5

Uscita con attacco diagonale Il portiere attacca

Uscita con attacco diagonale Il portiere attacca in diagonale Attacco alla palla aggressivo con sfera indirizza diagonalmente a uscire. È un intervento sulla diagonale che permette di arrivare sulla palla formando con la traiettoria dadaessa espressa direzioni opposte, seun paritarie si annullano. angolo di circa 90 gradi. Ciò permette una miglior presa, visto che viene opposta alla sfera la maggior superficie palmare possibile e una paritaria forza di azione opponente rispetto alla forza espressa dalla velocità del pallone stesso, sapendo che due forze provenienti da direzioni opposte, se paritarie, si annullano.

Figura 6

TIPOLOGIA DI ATTACCO ALLA PALLA CON USCITA A


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