Pagine da Fisiologia dell'esercizio in età giovanile

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FISIOLOGIA DELL’ESERCIZIO FISICO IN ETà GIOVANILE

In questo capitolo esamineremo • le conseguenze delle dimensioni corporee sulla funzione fisiologica • l’espressione delle variabili fisiologiche relative alle dimensioni del corpo. Gli adulti hanno dimensioni corporee maggiori rispetto ai bambini. I bambini con un’età maggiore sono più sviluppati rispetto a quelli di età inferiore. E per chi si occupa di pediatria le dimensioni contano. All’interno del nostro ambito di interesse, in media, un ragazzo di 18 anni pesa 70 kg e un bambino di 5 anni pesa 20 kg. L’altezza è rispettivamente di 175 e di 115 cm, e l’area della superficie corporea è di 1,85 e 0,80 m2. Quindi, all’interno di questo periodo di crescita, il peso differisce di un fattore di 3,5, l’altezza di 1,5, e l’area della superficie di 2,3, il che equivale come ordine di grandezza rispettivamente a 100,54, 100,18 e 100,36. All’interno di queste differenze nelle dimensioni, i bambini piccoli e il giovane adulto non sono assolutamente simili da un punto di vista geometrico. Infatti, i diversi segmenti corporei non presentano le stesse proporzioni rispetto alle dimensioni totali del corpo: la loro forma è differente, e l’importanza di questo aspetto verrà evidenziata in seguito in questo capitolo. Le gambe di un bambino piccolo, ad esempio, sono corte in rapporto all’altezza, in confronto con l’anziano. Questo diventa evidente se si mette a confronto il rapporto tra l’altezza in posizione seduta e in piedi, che è di circa il 68% alla nascita e declina al 50% nella maturità. La testa è relativamente grande nel bambino piccolo, e il rapporto tra larghezza delle spalle e della vita nel maschio nel corso della pubertà diminuisce del 7% (17, pp. 39-65). Tali differenze nelle proporzioni sono estremamente evidenti nell’infanzia, mentre già al decimo anno di età la situazione diventa simile a quella all’adulto. Questo capitolo affronterà il tema di come le variabili fisiologiche nel bambino, durante il riposo o nel corso dell’esercizio, siano in relazione alle variazioni delle dimensioni corporee. La prima se-

zione focalizzerà l’attenzione su come le differenti correlazioni tra funzioni fisiologiche e dimensioni corporee possano migliorare le nostre conoscenze (a) dei meccanismi tramite i quali le dimensioni del corpo influenzano l’efficienza fisiologica e (b) delle differenze negli aspetti fisiologici tra individui di diverse misure. Tenendo conto dell’aumento delle misure corporee durante la crescita, queste considerazioni possono aiutarci a comprendere i cambiamenti che avvengono nel corso dello sviluppo biologico. La seconda sezione si sofferma sul problema di come esprimere le variabili fisiologiche in relazione alle dimensioni del corpo. Questo problema presenta in qualche modo aspetti critici per i pediatri che si occupano di fisiologia dell’esercizio, dal momento che è necessario “normalizzare” le variabili alle dimensioni corporee se si vogliono confrontare in modo accurato i fattori fisiologici tra i gruppi o longitudinalmente nello stesso individuo. L’esperienza ha dimostrato l’importanza di selezionare delle misure medie per risolvere questo problema, in quanto aggiustamenti inappropriati delle variabili fisiologiche alle dimensioni corporee, possono indurre a risultati ingannevoli e conclusioni errate. DIMENSIONI E FUNZIONI: LEZIONI DALL’ALLOMETRIA Nella primavera del 1927, Sir Julian Huxley studiò le dimensioni delle uova di uccello. Era particolarmente attratto dall’osservare come degli uccelli di piccole dimensioni tendessero a deporre delle uova grandi, in proporzione a quelle degli uccelli di dimensioni maggiori (15). Un uovo di struzzo normalmente pesa 1700 g, in contrasto con le uova di colibrì che pesano 0,6 g (un fattore pari a 103,5). Comunque, considerando la maggiore massa dello struzzo femmina (113380 g) rispetto al colibrì (3,6 g), il rapporto tra massa dell’uovo e massa dell’uccello è di 0,015 per il primo e di 0,167 per il secondo. In proporzione alla massa dell’adulto, quindi, la massa delle uova del colibrì è di 11 volte maggiore rispetto a quella dello struzzo. In seguito


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