CONGIUNTURA INDUSTRIA II trimestre 2018
Studi, Statistica e Programmazione Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi ufficiostudi@mi.camcom.it
Nel secondo trimestre 2018, l’industria manifatturiera dell’area di Milano, Monza Brianza e Lodi registra dei segnali discordanti provenienti dai tre territori. Nel complesso, l’attività produttiva è ancora in fase positiva e di crescita, ma continuano a registrarsi segnali di decelerazione coerentemente con l’andamento del settore manifatturiero in Lombardia. Sul piano congiunturale si rileva un arretramento per il manifatturiero lodigiano (-0,2%), mentre la produzione dell’area milanese aumenta allo stesso ritmo della Lombardia (+0,3%). A tale trend si sottrae invece la manifattura della provincia di Monza Brianza, che ottiene un significativo incremento rispetto al precedente trimestre (+1,6%).
CI/N 02
IN SINTESI Nel secondo trimestre 2018, l’industria manifatturiera dell’area di Milano, Monza Brianza e Lodi registra dei segnali discordanti provenienti dai tre territori. Nel complesso l’attività produttiva è ancora in fase positiva e di crescita, ma continuano a registrarsi delle indicazioni relative a una decelerazione coerentemente con l’andamento del settore manifatturiero in Lombardia. Se consideriamo la dinamica congiunturale espressa dall’indice della produzione industriale per ciascuno dei tre territori, si rileva sul piano congiunturale un arretramento per il manifatturiero lodigiano nei confronti del precedente trimestre (-0,2% destagionalizzato), mentre la produzione dell’area metropolitana aumenta allo stesso ritmo della Lombardia (+0,3% destagionalizzato per entrambi i territori). A tale trend si sottrae invece la manifattura della provincia di Monza Brianza che ottiene invece un significativo incremento rispetto al precedente trimestre (+1,6% destagionalizzato). Se confrontiamo le dinamiche trimestrali rispetto alle variazioni intervenute su scala tendenziale, si rileva invece ancora una situazione di tenuta e di crescita diffusa della produzione nei confronti del secondo trimestre dello scorso anno. Il dettaglio delle variazioni tendenziali certifica un incremento che sia a Lodi (+4,8%) che a Monza Brianza (+5,3%) si colloca al di sopra del dato regionale (+3,9%), mentre si colloca a un livello inferiore per l’area milanese (+2,2%). Relativamente agli indicatori afferenti al fatturato e agli ordini, il focus sui territori indica che nell’area metropolitana di Milano la debole crescita congiunturale della produzione industriale si è accompagnata a un contenuto aumento del fatturato rispetto al precedente trimestre (+0,9% destagionalizzato), mentre le commesse acquisite nel trimestre hanno espresso una netta flessione sia riguardo al mercato interno (-1,5%) che a quello estero (-1,1%). Il segnale che ne deriva costituisce un serio campanello d’allarme per la performance produttiva dell’area milanese nel prossimo trimestre. Se osserviamo la dinamica del fatturato e degli ordini su base annua, l’andamento complessivo dell’area milanese si mantiene ancora positivo (rispettivamente +3,4% e +1,8%) nonostante una performance inferiore ai dati regionali. Il cambio di passo è tuttavia rilevante se consideriamo il mercato interno, dove si rileva un aumento contenuto del fatturato (+2%) e una lieve progressione degli ordini (+0,6%); il canale estero è invece ancora positivo sia se consideriamo le vendite (+5,9%) che il portafoglio ordini (+4,1%). Relativamente alla manifattura brianzola, la crescita della produzione si è accompagnata a un’espansione significativa del fatturato (+2,2% destagionalizzato) che si è incrementato in misura più robusta rispetto al contesto regionale (+1,6% destagionalizzato). Per quanto concerne invece la dinamica trimestrale degli ordini , si registra un profilo espansivo sostenuto solo dal lato dei mercati esteri (+2,2% destagionalizzato), mentre per le commesse acquisite nel trimestre nel mercato interno la crescita assume una connotazione più contenuta (+0,6% destagionalizzato); per entrambe le componenti si evidenzia comunque una performance congiunturale significativamente migliore rispetto alla regione. I trend si ripropongono con una scala più ampia su base annua sia per il fatturato, dove si osserva una significativa crescita (+8,4%) trainata dal mercato estero (+10,2%) e da un aumento cospicuo delle vendite nel perimetro domestico (+7,4%), sia per il portafoglio ordini (+3,7%) che beneficia oltre che delle commesse acquisite nei mercati esteri (+5,2%) anche della tenuta del mercato interno (+2,5%). Per quanto concerne l’area lodigiana, su scala trimestrale si rileva una dinamica negativa per il ciclo degli ordini che interessa sia i mercati domestici che quelli esteri (rispettivamente -1,7% e -1% destagionalizzato). Relativamente al fatturato, l’andamento delle vendite registra una significativa accelerazione (+1,9%) ascrivibile in particolare al mercato interno. La dinamica trimestrale si è riverberata anche su scala tendenziale: su base annua gli ordini della manifattura lodigiana evidenziano una sostanziale stagnazione (-0,2%) che sottende tuttavia a una divaricazione tra componente estera e interna (-2,1% e +0,7% rispettivamente). Relativamente al fatturato, su base annua la dinamica positiva del fatturato si è ulteriormente ampliata (+5,6%), trainata dalle vendite realizzate dalla manifattura nel mercato interno (+7,1%).
IL QUADRO GENERALE Nonostante un crescendo rossiniano sulle tensioni protezionistiche tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, l’economia globale continua a crescere a buoni ritmi come confermano le ultime previsioni di luglio 2018 del Fondo Monetario Internazionale: nell’orizzonte di previsione 2018-2019 il PIL mondiale si incrementerà infatti in entrambi gli anni del 3,9%. L’obiettivo americano di creare tavoli bilaterali con le altre aree geoeconomiche è per il momento accantonato: la risposta dell’Unione Europea si è concretizzata in un accordo di libero scambio con il Giappone in base al quale il Giappone eliminerà i dazi sul 94% di tutte le importazioni provenienti dall’UE, incluso l’80% di tutti prodotti ittici e agricoli, mentre Bruxelles cancellerà le imposte sul 99% delle merci giapponesi. Il quadro delle previsioni per area geoeconomica [tabella 1] evidenzia tuttavia un rallentamento per l’Eurozona (+2,2% e +1,9% rispettivamente nel 2018 e 2019) e il Giappone (+1% e +0,9% nel biennio). Relativamente agli USA, il trend stimato continuerà su ritmi elevati sull’onda degli stimoli fiscali introdotti dall’amministrazione Trump e con il supporto di una politica monetaria ancora accomodante (+2,9% nel 2018 e +2,7% nel 2019). Nel novero dei mercati emergenti, la Cina proseguirà sui tassi di crescita stimati dal Fondo Monetario ad aprile e confermati con l’aggiornamento delle previsioni di luglio (+6,6% e +6,4% rispettivamente nel biennio), mentre per alcune economie emergenti (in particolare le più indebitate) si stanno prospettando delle serie difficoltà determinate dall’aumento dei tassi di interesse statunitensi che hanno spinto gli investitori a spostare i capitali verso il più profittevole mercato americano, rendendo quindi più difficoltoso onorare i titoli del debito pubblico espressi in dollari e in divisa nazionale a causa del forte deprezzamento atteso per le valute locali. Il tema dell’aumento dei tassi americani diventerà sempre più centrale per le prospettive dell’economia globale e subirà nel medio termine gli effetti dell’espansione fiscale americana finanziata attraverso l’immissione aggiuntiva nel 2018 di titoli di tesoro per 300 miliardi di dollari sui mercati finanziari internazionali, unita alla parallela riduzione del bilancio della Fed che non rinnoverà titoli per altri 400 miliardi di dollari. Entrambe le manovre comporteranno l’assorbimento da parte dei mercati di 700 miliardi di dollari di titoli, generando una pressione al rialzo dei tassi di interesse a medio e lungo termine.
AREA GEOECONOMICA Mondo Stati Uniti Eurozona Giappone Cina India Russia Brasile
2018
2019
3,9 2,9 2,2 1,0 6,6 7,3 1,7 1,8
3,9 2,7 1,9 0,9 6,4 7,5 1,5 2,5
Per l’Italia, le previsioni indicano un lieve rallentamento nel corrente anno e più marcato nel 2019 [tabella 2]: in tal senso gli organismi internazionali e nazionali stimano per il 2018 un tasso di incremento del PIL compreso tra +1,2% e +1,4%, mentre per il 2019 le previsioni convergono verso una decelerazione più accentuata (tra +1% a +1,2%), in particolare si registra una convergenza al ribasso delle stime tra Fondo Monetario Internazionale e Banca d’Italia. Secondo le stime della Banca d’Italia contenute nel bollettino economico di luglio 2018, il PIL sarebbe cresciuto in termini congiunturali attorno allo 0,2% nel secondo trimestre del 2018 (0,3% nel periodo precedente). Relativamente ai settori,
TABELLA 1 Previsioni del pil per area geoeconomica (anni 2018-2019, variazioni percentuali) Fonte: fmi, World Economic Outlook, luglio 2018
l’attività sarebbe aumentata ancora nel settore terziario, pur con un passo più moderato, mentre si sarebbe confermata debole nell’industria in senso stretto dove si sarebbe registrata una stagnazione della produzione industriale.
ORGANISMO
2018
2019
Commissione Europea (luglio 218)
1,3
1,1
Fondo Monetario Internazionale (luglio 2018)
1,2
1,0
Prometeia (luglio 2018)
1,2
1,2
OCSE (maggio 2017)
1,4
1,1
Banca d’Italia (luglio 2018)
1,3
1,0
TABELLA 2 Previsioni del pil italiano a confronto (2018-2019, variazioni percentuali)
LA DINAMICA DELL’INDUSTRIA MILANESE Il secondo trimestre 2018 registra un quadro complessivo con luci e ombre per l’industria manifatturiera dell’area metropolitana milanese sia in relazione alla dinamica produttiva che nei confronti del fatturato e degli ordini. Sul piano produttivo si evidenzia un rallentamento del sentiero di crescita dell’indice, che a fine del secondo trimestre si colloca a quota 105,2 [grafico 1]. Il confronto tra l’area metropolitana milanese e la Lombardia indica un riallineamento tra le performance congiunturali del territorio metropolitano rispetto alla regione. Il ritmo di crescita della produzione milanese ha assunto infatti su scala trimestrale un andamento simile alla dinamica rilevata in Lombardia; il rallentamento palesato si è inoltre esteso anche al lato del fatturato. Significative differenze emergono invece dal lato gli ordini, che registrano per entrambi i territori una regressione sul piano congiunturale che si manifesta in maniera più accentuata se focalizziamo l’analisi alla manifattura milanese, sia in relazione al mercato interno che nei confronti della componente estera. GRAFICO 1 Produzione industriale della provincia di Milano (anni 2007-2018, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali corrette per i giorni lavorativi) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Il quadro di dettaglio registra pertanto sia per la manifattura metropolitana sia per il settore manifatturiero della Lombardia un aumento di portata più contenuta della produzione industriale nel secondo trimestre 2018 (+0,3% destagionalizzato per entrambi). Relativamente invece al fatturato, l’aumento rilevato nel trimestre in ambito milanese (+0,9% destagionalizzato) mostra una dinamica alquanto contenuta se paragonata alla crescita rilevata in Lombardia (+1,6% destagionalizzato). Il quadro degli indicatori congiunturali [grafico 2] certifica, inoltre, un significativo
differenziale negativo che investe il manifatturiero milanese. Sia con riferimento al mercato interno che nei confronti di quello estero il secondo trimestre 2018 si chiude con una significativa flessione rispetto al precedente trimestre (rispettivamente -1,5% e -1,1% destagionalizzato). In particolare, la contrazione del mercato estero interrompe il ciclo virtuoso che aveva sostenuto le performance dell’industria milanese fino al primo trimestre. Se confrontiamo inoltre le componenti del portafoglio ordini metropolitano rispetto alle analoghe grandezze del manifatturiero lombardo, si osserva che il rallentamento evidenziato in ambito regionale si è già evoluto negativamente a livello provinciale accentuando la fase di decrescita. GRAFICO 2 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Milano e in Lombardia (II trimestre 2018, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Per quanto concerne la dinamica tendenziale [grafico 3], il quadro complessivo per la manifattura milanese registra un andamento positivo sia sul piano della produzione sia riguardo agli indicatori afferenti al fatturato e agli ordini; tuttavia, se confrontiamo Milano e la Lombardia si rileva un differenziale significativo di performance a vantaggio della regione. Il quadro di dettaglio registra pertanto una crescita tendenziale della produzione (+2,2% su base annua) che colloca la performance milanese a un livello nettamente inferiore rispetto a quanto conseguito dal settore in Lombardia (+3,9% su base annua). Relativamente al fatturato, la dinamica milanese (+3,4%) è inferiore di oltre due punti e mezzo rispetto alla performance registrata in Lombardia. I contributi dei mercati evidenziano ancora una tenuta delle vendite realizzate nei mercati esteri, che crescono a un ritmo di poco inferiore rispetto al dato regionale (rispettivamente +5,9% e +6,3%), mentre il differenziale è decisamente più ampio se consideriamo il mercato interno, dove l’aumento del fatturato conseguito dall’industria milanese (+2%) è ampiamente inferiore alla dinamica osservata in ambito regionale (+6%). Performance positive, ma di entità contenute, si riscontrano sul piano del portafoglio ordini (+1,8%). In particolare, con riferimento alla scomposizione nelle componenti estera e interna, si evidenzia che è ancora la domanda espressa dai mercati stranieri a fungere da traino (+4,1%), mentre gli ordini di matrice domestica sono ridotti ai minimi termini (+0,6%). Se confrontiamo le dinamiche territoriali emerge anche per gli ordini una migliore performance della manifattura regionale (+3,3%), che beneficia in larga misura del canale estero (+4,5%) oltre che del mercato interno (+2,5%).
GRAFICO 3 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Milano e in Lombardia (II trimestre 2018, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Il confronto tra le dinamiche degli indici della produzione industriale del settore manifatturiero della Lombardia, dell’Italia e della provincia di Milano rispetto all’Eurozona evidenzia che il settore manifatturiero in Lombardia sta progressivamente riducendo il differenziale produttivo rispetto all’industria europea. Se osserviamo invece l’area milanese, l’evoluzione dell’indice della produzione industriale sta palesando una dinamica di lenta evoluzione e alquanto distante dalle performance dell’industria lombarda e dell’Eurozona, mentre l’andamento della manifattura italiana, nonostante un anno di recupero dei volumi produttivi nel 2017, registra una diminuzione congiunturale nel secondo trimestre 2018 [grafico 4]. GRAFICO 4 Indice della produzione industriale manifatturiera in provincia di Milano, Lombardia, Italia ed Eurozona (anni 2007-2018, indice base 2010=100) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Gli indicatori afferenti al mercato del lavoro della manifattura milanese registrano nel secondo trimestre 2018 una rallentamento della dinamica occupazionale: il saldo tra nuove assunzioni e dimissioni di personale è infatti, seppure di poco, negativo (-0,1%) per una lieve prevalenza nel trimestre del tasso di uscita (1,7%) nei confronti del tasso di entrata (1,6%). Relativamente all’utilizzo della cassa integrazione guadagni (CIG), le indicazioni per il settore manifatturiero confermano il trend discendente e la quota di imprese che ne ha effettivamente usufruito si è ulteriormente ridotta rispetto al trimestre precedente (3,5% contro il 4,9% del primo trimestre 2018); tale andamento non trova tuttavia un riscontro puntuale con le ore di utilizzo effettivo della cassa integrazione, che registra invece un significativo aumento dell’incidenza della CIG sul monte ore trimestrale di lavoro effettivo (1,8% contro 0,9% del precedente trimestre).
GRAFICO 5 cig utilizzata (asse destro) e saldi tra ingressi e uscite (asse sinistro) in provincia di Milano (anni 2008-2018, valori assoluti in ore) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
LA PREVISIONE PER IL TERZO TRIMESTRE 2018 Il quadro complessivo delle previsioni effettuate dalle imprese manifatturiere per il secondo trimestre 2018 registra un peggioramento complessivo, come evidenziato dall’indicatore sintetico trimestrale delle aspettative delle imprese, che riassume le previsioni qualitative sulla produzione industriale, l’occupazione e la domanda (sia estera che interna). Il quadro di dettaglio delle previsioni delle imprese manifatturiere sulla produzione indica che oltre il 58% degli operatori del campione stima una stabilità dei volumi produttivi nel terzo trimestre, mentre il saldo complessivo (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) subisce una drastica riduzione nei confronti del trimestre precedente (8,9% contro 23,5%) [grafico 6]. Relativamente alle stime sull’occupazione, la quota di imprese che non prevedono alcuna variazione dei livelli occupazionali rispetto al precedente trimestre si mantiene ancora consistente (81,9%), mentre per la restante quota di imprese sono prevalenti le ipotesi di diminuzione nel trimestre successivo. GRAFICO 6 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Milano (anni 2007-2018, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Relativamente alla domanda dei mercati, le aspettative registrano un netto peggioramento rispetto alla rilevazione del primo trimestre sia riguardo il mercato interno che quello estero [grafico 7]. Il quadro di dettaglio della domanda registra pertanto, con riferimento ai saldi tra previsioni di aumento e di diminuzione, un’inversione del trend positivo per la domanda espressa dal canale estero (13,5% contro 24,5%), mentre il saldo previsivo delle imprese manifatturiere per la domanda di origine interna registra un saldo negativo (-0,3% contro 13,8% ottenuto nel primo trimestre).
GRAFICO 7 Aspettative su domanda interna ed estera in provincia di Milano (anni 2007-2018, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Il peggioramento delle stime delle imprese si confronta con un indicatore quantitativo espresso dal ciclo della produzione industriale in lenta evoluzione [grafico 8], indicando una coerenza con la decelerazione in corso dell’attività produttiva, a cui deve aggiungersi il netto deterioramento degli input provenienti dal ciclo degli ordini. GRAFICO 8 Indice sintetico delle aspettative (scala sinistra) e ciclo della produzione (scala destra) in provincia di Milano (anni 2007-2018) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
LA DINAMICA DELL’INDUSTRIA BRIANZOLA Nel secondo trimestre 2018 la manifattura brianzola registra una crescita piuttosto robusta, sia sotto il profilo della dinamica congiunturale che tendenziale, recuperando rispetto al rallentamento dello scorso trimestre; questo scenario si scontra però con aspettative relativamente tiepide riguardo produzione e domanda. L’incremento tendenziale della produzione nel trimestre segna infatti una crescita del 5,3%, confermando la dinamica espansiva già registrata negli ultimi trimestri; il dato congiunturale registra a sua volta una crescita della produzione dell’1,6%, portando il numero indice della produzione su livelli che hanno ormai pressoché raggiunto i volumi produttivi precedenti la crisi del 2008-2009 [grafico 9]. Osserviamo ora la performance dell’industria brianzola a confronto con il dato regionale. La dinamica della produzione industriale risulta ancora positiva ma con un trend in rallentamento, al contrario di quanto osservato in Brianza. La divaricazione è piuttosto netta per quanto riguarda l’indicatore congiunturale, fermo al +0,3% in regione rispetto al +1,6% provinciale. Il dato tendenziale è piuttosto robusto in entrambi i casi, si tratta di un +3,9% in regione e di un +5,3% in Brianza. La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola risulta migliore della media regionale anche osservando gli indicatori relativi al fatturato e agli ordinativi [grafico 10]. Soffermandoci sugli indicatori tendenziali [grafico 11], la performance dell’industria monzese si conferma migliore di quella regionale sotto
il profilo della crescita del fatturato e degli ordini, entrambi spinti maggiormente verso l’alto dalla componente di domanda proveniente dall’estero. Indice
Var. % 15
115
10
110
5
105
0 100 -5 95 -10 90
-15
GRAFICO 9 Produzione industriale della provincia di Monza-Brianza (anni 2007-2018, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali grezze) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
85
-20 -25
80 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2007
2008
2009
2010
Var. % tendenziali
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
Indice destag. produzione industriale
GRAFICO 10 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Monza-Brianza e in Lombardia (II trimestre 2018, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
La dinamica degli ordini acquisiti conferma il trend positivo dello scorso trimestre, contribuendo a rendere più solido il dato relativo alla crescita dei livelli produttivi. Nel trimestre in corso osserviamo infatti una nuova espansione in particolare degli ordinativi provenienti dall’estero (+2,2% congiunturale), a cui si accompagna una dinamica più contenuta degli ordinativi interni (+0,6%). A livello regionale si osserva invece un fenomeno del tutto differente, per cui sia gli ordinativi esteri che quelli interni sono in terreno leggermente negativo; nel dettaglio, si tratta di un -0,1% degli ordini esteri, appena migliore rispetto al -0,3% di quelli interni. Si mostra coerente con tali indicatori anche la dinamica del fatturato, anch’essa in miglioramento. La crescita congiunturale del fatturato è risultata pari al 2,2%, dato superiore al valore medio regionale del +1,6%. Alla crescita contribuiscono sia la componente estera che quella interna quasi in egual misura. Si mantiene elevata la quota rappresentata dai mercati esteri sul fatturato dell’industria manifatturiera brianzola, che nel trimestre è pari al 38,1%, di poco inferiore al 39,7% che osserviamo a livello regionale. Per quanto riguarda la dinamica tendenziale [grafico 11], tanto gli ordini quanto il fatturato registrano una performance estremamente positiva. La variazione rispetto al secondo trimestre del 2017 è in terreno positivo per gli ordini totali (+3,7%), una dinamica leggermente superiore a quella registrata in regione (+3,3%). Si osserva una performance particolarmente significativa della domanda estera, che osserviamo in crescita del 5,7%; positivo anche il dato della domanda interna, nonostante la crescita sia a un ritmo inferiore (+2,5%). Relativamente al fatturato, l’aumento tendenziale si conferma più robusto di
quello della produzione (+8,4% contro +5,3%), superiore anche al dato del fatturato lombardo (+6%). Osserviamo in particolare un certo gap tra la crescita del fatturato sui mercati esteri (+10,2%) e quella riportata dai mercati interni (+7,4%); tale differenza sussiste anche a livello regionale, seppure meno accentuata (+6,3% il fatturato estero e +5,8% quello interno). GRAFICO 11 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Monza-Brianza e in Lombardia (II trimestre 2018, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione u.o. Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano, Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Passando all’analisi degli indicatori afferenti al mercato del lavoro, l’industria manifatturiera brianzola mostra nel secondo trimestre del 2018 un utilizzo della CIG in diminuzione, sia in termini di quota di imprese che ne hanno fatto ricorso, sia di monte ore complessivo, in un contesto di leggera crescita dell’occupazione. Si mantiene positivo infatti il saldo occupazionale tra entrate e uscite dal mercato del lavoro, in linea con la tendenza che emerge anche a livello regionale. Il saldo è pari allo 0,4%, prodotto da un tasso di ingresso del 2% e un tasso di uscita dell’1,6%; rispetto allo stesso trimestre del 2017 si osserva un lieve miglioramento del saldo (era pari allo 0,2%). Riguardo alle situazioni di crisi aziendale, si osserva un calo delle ore di CIG utilizzate nel trimestre in esame, scese all’1% del monte ore trimestrale, contestualmente alla discesa della quota di imprese che ne ha fatto ricorso, passata dal 5,7% di tre mesi fa al 3,1% attuale. Si tratta di valori relativamente contenuti, in linea con quanto osservato negli scorsi trimestri [grafico 12]. GRAFICO 12 CIG utilizzata (scala destra) e saldi tra ingressi e uscite di addetti (scala sinistra) in provincia di Monza-Brianza (anni 2008-2018, valori percentuali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
LA PREVISIONE PER IL TERZO TRIMESTRE 2018 Lo scenario che emerge osservando i principali indicatori dell’analisi congiunturale porta con sé aspettative per il prossimo trimestre che si mantengono di segno positivo da parte degli imprenditori dell’industria brianzola; tuttavia si osserva un peggioramento del clima di fiducia, con riguardo sia alla produzione che agli ordinativi. Riguardo in primo luogo le aspettative sulla produzione industriale, scende a circa un quinto la quota imprenditori che si dichiarano ottimisti (20,8%) contro
un 12,5% che si aspetta una diminuzione, per un saldo positivo di 8,3 punti percentuali [grafico 13]. Circa i due terzi degli operatori (66,7%) prevedono comunque per il terzo trimestre del 2018 una produzione industriale stabile. Riguardo all’occupazione, prevale come di consueto la previsione di stabilità (81% dei rispondenti); tra coloro che esprimono un giudizio di incremento o di diminuzione sono comunque in netta maggioranza gli ottimisti (15,9% contro 3,2%). GRAFICO 13 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Monza-Brianza (anni 2007-2018, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Concludendo l’analisi con l’osservazione delle aspettative sulla domanda, queste ultime mostrano un peggioramento che contrasta con la crescita degli ordinativi osservata in precedenza [grafico 14]. Sul fronte della domanda interna, si pareggiano al 13,2% le quote di ottimisti e pessimisti, per un saldo dunque nullo; piuttosto elevate in questo trimestre le aspettative di stabilità, che riguardano il 73,6% degli intervistati. Si confermano positive le aspettative sulla domanda estera, tuttavia sono anch’esse in flessione. Le aspettative di stabilità riguardano il 65,1% degli imprenditori, a fronte di un 26,6% di ottimisti e solamente un 8,3% di pessimisti, per un saldo positivo di 18,3 punti percentuali (era di 22,4 il trimestre scorso). GRAFICO 14 Aspettative su domanda interna ed estera dell’industria manifatturiera di Monza-Brianza (anni 2007-2018, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
LA DINAMICA DELL’INDUSTRIA LODIGIANA Nel secondo trimestre del 2018 la produzione industriale della provincia di Lodi rimane su livelli di crescita annua piuttosto robusti [grafico 15], nonostante una frenata che si osserva su base congiunturale, che riguarda oltre alla produzione anche gli ordinativi acquisiti nel trimestre. Il calo degli ordinativi si riflette anche in un peggioramento delle aspettative sulla domanda per il prossimo trimestre. La dinamica tendenziale della produzione ci restituisce una crescita del 4,8%, un dato che si colloca al di sopra della media regionale (+3,9%). La dinamica congiunturale invece si trova in terreno leggermente negativo (-0,2%), al di sotto in questo caso del dato lombardo (+0,3%).
GRAFICO 15 Produzione industriale della provincia di Lodi (anni 2007-2018, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali grezze) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
A confronto con il dato lombardo, gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana ci restituiscono un quadro piuttosto vicino a quello regionale per quanto riguarda tutti i principali indicatori [grafico 16]. Ciò non significa che gli indicatori si muovano nella stessa direzione: la dinamica della produzione in particolare si mantiene lontana rispetto a quella del fatturato, non seguendo il ritmo di crescita di quest’ultimo. Per quanto riguarda gli ordini, il dato negativo interrompe una crescita piuttosto sostenuta che avevamo riscontrato negli scorsi trimestri, allineandosi peraltro alla flessione congiunturale osservabile a livello regionale. GRAFICO 16 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Lodi e in Lombardia (II trimestre 2018, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Analizzando per primo il dato degli ordini, la dinamica trimestrale mette in luce una difficoltà che coinvolge sia i mercati nazionali che quelli esteri. Questi ultimi registrano la performance relativamente migliore, tuttavia si tratta di un -1% a fronte del -1,7% degli ordinativi interni; a livello di media lombarda la perdita è stata più contenuta, rispettivamente dello 0,1% e 0,3%. Il fatturato fa segnare invece una significativa crescita, a opera in particolare della componente interna, che compensa il dato negativo di tre mesi fa. L’incremento congiunturale del fatturato è pari all’1,9%, una dinamica per il manifatturiero lodigiano superiore a quella regionale ferma all’1,6%. La quota del fatturato estero sul fatturato totale del trimestre è del 30,5%, un dato relativamente distante dalla media regionale del 39,7%. La dinamica tendenziale degli ordini è allineata a quella congiunturale e denuncia nel complesso una minima flessione [grafico 17]. Si tratta di un -0,2% che contrasta nettamente con la crescita che riscontriamo a livello regionale (+3,3%). Tale calo osservato negli ordinativi delle imprese manifatturiere lodigiane peraltro è ascrivibile agli ordini esteri (-2,1%) mentre quelli interni sono in terreno positivo (+0,7%); ciò in contrasto con la performance regionale, dove la crescita della com-
ponente estera è maggiore (+4,5% contro +2,5%). La dinamica tendenziale del fatturato dell’industria lodigiana infine è piuttosto positiva: la crescita complessiva è del 5,6%, un dato che si colloca di poco al di sotto della media regionale (+6%). Come osservato per gli ordini tuttavia, si osservano dinamiche differenziate tra il fatturato delle vendite all’estero, in crescita annua solamente del +2,2%, e quello generato dalle vendite in Italia, che segna un +7,1%. In regione al contrario si segnala una dinamica della parte estera (+6,3%) migliore di quella interna (+5,8%). GRAFICO 17 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Lodi e in Lombardia (II trimestre 2018, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
I dati che riguardano il mercato del lavoro ci restituiscono un quadro che si discosta poco da quello delle ultime rilevazioni sotto il profilo del ricorso alla cassa integrazione, in peggioramento invece il saldo occupazionale [grafico 18]. Il saldo tra entrate e uscite del mercato del lavoro scende infatti quasi a zero, in contrasto con il +1,1% che emergeva dalla rilevazione dello stesso trimestre del 2017. I tassi di entrata e uscita dal mercato sono risultati entrambi piuttosto bassi, attorno allo 0,7%. Per quanto riguarda la cassa integrazione guadagni, dopo molti trimestri in cui nessuna imprese del campione dell’industria manifatturiera lodigiana ne aveva fatto ricorso, nel secondo trimestre 2018 si registra una minima quota di utilizzo della CIG, quasi nulla però se misurata in termini percentuali sul monte ore trimestrale. GRAFICO 18 CIG utilizzata e saldi tra ingressi e uscite di addetti in provincia di Lodi (anni 2008-2018, valori percentuali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
LA PREVISIONE PER IL TERZO TRIMESTRE 2018 Le aspettative degli imprenditori lodigiani per il prossimo trimestre sono in terreno positivo per tre dei quattro indicatori considerati (col saldo per la domanda interna in pareggio), denunciando però un complessivo peggioramento del clima di fiducia. Riguardo alle aspettative sulla produzione industriale, cresce la quota di coloro che si aspettano stabilità (67,6%) mentre allo stesso tempo diminuiscono coloro che
prevendono un incremento (27%); il saldo è in peggioramento, a fronte tuttavia di un solo 5,4% di pessimisti [grafico 19]. Le aspettative sull’occupazione vedono come di consueto una larga prevalenza di previsioni di stabilità (81,1% degli operatori); la quota di ottimisti (10,8%) rimane superiore a quella di pessimisti (8,1%), benché vada assottigliandosi il saldo tra le due rispetto agli scorsi trimestri. GRAFICO 19 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Lodi (anni 2007-2018, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Con riferimento invece alle aspettative riguardo la domanda per il prossimo trimestre, per gli imprenditori lodigiani i mercati esteri offrono ancora qualche prospettiva migliore di quelli interni, nel quadro però di un generale peggioramento delle aspettative sulla domanda che coinvolge tutti i territori nel trimestre in corso. Riguardo i mercati interni, sono in perfetto pareggio gli operatori che si aspettano un aumento e quelli che propendono per una diminuzione (14,3%), mentre il 71,4% indica prospettive di stabilità. Per la domanda estera, la quota di pessimisti è del tutto identica (14,3%); si riscontra tuttavia una quota maggiore di ottimisti (17,1%) per effetto dei quali ci ritroviamo con un saldo che rimane in terreno positivo [grafico 20]. GRAFICO 20 Aspettative su domanda interna ed estera dell’industria manifatturiera di Lodi (anni 2007-2018, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
NOTA METODOLOGICA Con il primo trimestre 2011, in occasione del passaggio alla nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007, sono state introdotte delle innovazioni metodologiche che hanno richiesto la revisione retrospettiva delle serie storiche già prodotte. Tale revisione dei dati si aggiunge alla consueta rettifica trimestrale dipendente dal processo di destagionalizzazione che, utilizzando l’aggiunta della nuova osservazione trimestrale, consente di migliorare la stima del modello di destagionalizzazione e di correzione delle serie storiche, determinando una possibile variazione dei dati già pubblicati. Per tale motivazione, i dati storici riportati nella nota trimestrale possono presentare uno scostamento maggiore del solito rispetto a quanto pubblicato nelle analisi trimestrali precedenti anche in considerazione del cambio dell’anno base dell’indice della produzione industriale passato dall’anno 2005 all’anno 2010.
GLOSSARIO Variazione tendenziale variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Variazione congiunturale variazione rispetto al periodo precedente
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