CONGIUNTURA COMMERCIO I trimestre 2020
Studi, Statistica e Programmazione Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi ufficiostudi@mi.camcom.it
Il primo trimestre 2020 registra una pesante flessione del fatturato per il commercio al dettaglio, che arretra in misura significativa sia nei confronti del precedente trimestre (-6,5% destagionalizzato) sia su base annua (-6,7%). Le conseguenze piÚ significative hanno riguardato gli esercizi di vicinato, ossia le micro imprese (-15,1%), seguiti dalle imprese tra 10 e 49 addetti (-7,5%), mentre le aziende oltre i 200 addetti hanno registrato un forte incremento su base annua del volume d’affari (+4,2%), in special modo quelle operanti nella grande distribuzione alimentare.
CC/N 01
IN SINTESI La chiusura della maggior parte delle attività del commercio al dettaglio, quale conseguenza delle misure di contrasto al diffondersi della pandemia da Covid-19, ha impattato in misura rilevante sulle performance del settore. Il primo trimestre 2020 registra pertanto una pesante flessione del fatturato per il commercio al dettaglio che arretra quindi in misura significativa sia nei confronti del precedente trimestre (-6,5% destagionalizzato) sia su base annua (-6,7%). La declinazione per classe dimensionale evidenzia che le conseguenze più significative sulla perdita del fatturato hanno riguardato gli esercizi di vicinato ossia le micro imprese (-15,1%), seguono le imprese del commercio collocate nella classe tra 10 e 49 addetti (-7,5%), mentre resistono le imprese del commercio di taglia media, per le quali la contrazione è più limitata (-2,3%). La chiusura forzata di gran parte delle attività commerciali, soprattutto gli esercizi di minori dimensioni, ha poi indubbiamente avvantaggiato le imprese di classe più elevata, tanto che le aziende oltre i 200 addetti dell’area metropolitana milanese hanno registrato un forte incremento su base annua del volume d’affari (+4,2%), superiore per intensità anche all’aumento rilevato in Lombardia per la medesima tipologia di impresa (+2,3%). La suddivisione per comparto di attività evidenzia che il lockdown ha colpito esclusivamente le imprese milanesi del settore non alimentare, le quali registrano una flessione del fatturato di circa il 20% rispetto al primo trimestre dello scorso anno, mentre le unità del settore alimentare e del commercio despecializzato hanno registrato un aumento del proprio fatturato (+6,2% e +10,1% rispettivamente). Per il sistema della grande distribuzione di Lodi, il primo trimestre 2020 è stato caratterizzato da un robusto incremento del fatturato e delle unità vendute (+11,5% e +9,7% rispettivamente). Gli aumenti registrati riflettono in maniera decisa gli effetti particolari della pandemia nella provincia di Lodi: l’istituzione della prima zona rossa in Italia e la chiusura delle attività commerciali di piccola dimensione si sono traslate in misura massiccia sulla performance di supermercati e ipermercati. Relativamente alle previsioni per il secondo trimestre, le aspettative complessive sono pessimiste, con il sentiment generale orientato verso un’ulteriore flessione.
IL COMMERCIO AL DETTAGLIO IN ITALIA Nel primo trimestre 2020 il commercio al dettaglio in Italia ha risentito in misura massiccia e diffusa del lockdown, in quanto la prolungata chiusura al pubblico delle attività commerciali quale misura di contrasto alla pandemia da Covid-19 ha inciso largamente sulla performance complessiva del settore, determinando una secca perdita del fatturato rispetto al primo trimestre dello scorso anno (-4%). Tra gli effetti diretti che la chiusura forzata delle attività commerciali ha prodotto sui settori e sulle forme distributive, sono da segnalare le distorsioni tra il comparto alimentare e non alimentare e l’accentuazione del dualismo tra il sistema della piccola distribuzione rispetto alla grande. Nello specifico, il quadro evidenzia innanzitutto che la flessione del fatturato del commercio al dettaglio è ascrivibile al crollo del settore non alimentare (-10,8%) [tabella 1]. Tale dinamica era largamente attesa, considerando che i provvedimenti restrittivi circa la mobilità delle persone e la chiusura delle attività commerciali hanno riguardato la quasi totalità degli esercizi commerciali per la vendita al minuto di prodotti non alimentari considerati non essenziali. Per converso, l’apertura delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari si è tradotto in una crescita significativa per il fatturato del comparto (+4,6%). I riflessi delle rispettive dinamiche si sono traslate in maniera diretta anche sulle performance delle forme distributive, determinando una stagnazione sostanziale per la grande distribuzione (+0,3%) e una flessione di ampia portata per i piccoli esercizi (-8,7%), tuttavia tali variazioni includono nel loro perimetro un’ampia differenziazione data dall’appartenenza a un comparto piuttosto che a un altro.
Se consideriamo la grande distribuzione e i piccoli esercizi del settore alimentare, possiamo osservare che il fatturato è aumentato, seppure con intensità differenti, per entrambe le tipologie distributive. In particolare, la grande distribuzione ha messo a segno una crescita su base annua (+6,6%) superiore alla performance dell’intero comparto alimentare, mentre per gli esercizi commerciali del dettaglio tradizionale la dinamica ha evidenziato una progressione più limitata (+1,9%). Su un piano differente si colloca invece il settore non alimentare: per entrambe le tipologie distributive, nel primo trimestre 2020 si è registrato un netto crollo del fatturato che si è distribuito in misura uniforme tra grande distribuzione (-11,6%) ed esercizi commerciali su piccole superfici di distribuzione (-12%). SETTORE Aliment.
Non Aliment.
ALIMENTARE Totale
NON ALIMENTARE
Piccole superfici
GDO
GDO
Piccole superfici
TOTALE GDO
Piccole superfici
2018 I trimestre
3,0
-1,0
0,8
4,0
0,6
0,8
-2,2
2,8
-1,5
II trimestre
-0,8
-0,8
-0,9
-0,9
-0,7
-0,4
-1,8
-0,7
-1,5
III trimestre
0,1
-0,7
-0,4
0,4
-0,4
0,2
-1,8
0,3
-1,5
IV trimestre
0,7
0,6
0,6
0,8
-0,2
1,3
-0,7
1,1
-0,6
I trimestre
-1,6
0,4
-0,5
-1,8
-1,6
0,6
-0,2
-0,9
-0,6
II trimestre
2,6
0,0
1,1
3,5
0,2
1,6
-1,4
2,8
-1,1
III trimestre
1,4
1,4
1,4
1,4
1,0
2,0
-0,3
1,7
0,0
IV trimestre
1,0
0,8
0,9
1,7
-0,4
1,8
-1,3
1,6
-1,1
4,6
-10,8
-4,0
6,6
1,9
-11,6
-12,0
0,3
-8,7
TABELLA 1 Commercio al dettaglio a prezzi correnti per settore merceologico e forma distributiva in Italia (anni 2018-2019, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati istat
2019
2020 I trimestre
LA DINAMICA DEL COMMERCIO MILANESE Il commercio al dettaglio dell’area metropolitana milanese registra nel primo trimestre 2020, in linea con quanto rilevato in Lombardia, una flessione massiccia del fatturato. La chiusura delle attività commerciali, come conseguenza delle misure messe in atto per contrastare la pandemia, si è riflessa tempestivamente sulla performance del settore: la dinamica milanese – misurata attraverso l’indice del fatturato – si colloca al livello più basso della serie storica delle rilevazioni congiunturali toccando nel trimestre quota 80 [grafico 1]. Il dettaglio congiunturale evidenzia che su base trimestrale il fatturato del commercio al dettaglio in provincia di Milano ha subìto, rispetto al trimestre precedente e al netto degli effetti stagionali, una rilevante flessione (-6,5%) che si inserisce in un contesto di pesante arretramento del settore nel territorio della regione (-8,3% destagionalizzato). Rispetto a tale contesto si può tuttavia osservare che la caduta dell’indice è stata condizionata in primo luogo sul piano dimensionale dalla rilevante flessione delle micro e delle piccole imprese alla quale si è aggiunta la contrazione relativamente più contenuta del volume d’affari delle imprese di dimensione media. Sul piano settoriale, invece, la dinamica negativa ha risentito del crollo del fatturato registrato dai comparti del commercio non alimentare. Indice
Var. % 6
105
4
100
2 95
0
90
-2 -4
85
-6 80
-8 -10
75 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
2014
Var. % tendenziali
2015
2016
2017
Indice destagionalizzato
2018
2019
20
GRAFICO 1 Fatturato totale del commercio al dettaglio* in provincia di Milano (anni 2010-2019, indice base anno 2010=100 e variazioni percentuali tendenziali grezze) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio *comprese imprese plurilocalizzate
L’analisi della dinamica tendenziale attraverso la suddivisione per classe dimensionale d’impresa evidenzia che, anche per il commercio al dettaglio nel primo trimestre 2020, il blocco delle attività economiche indotto dalla pandemia da Covid-19 ha dispiegato i suoi effetti peggiori sul sistema delle micro e delle piccole imprese. Ciò si è verificato sia nell’area metropolitana milanese sia nel territorio della regione, dove tali classi dimensionali hanno contribuito in larga misura alla flessione del fatturato in Lombardia (-7,2%) e nella provincia di Milano (-6,7%) [grafico 2]. In entrambe le aree, si è osservato che le uniche realtà aziendali in grado di contrastare il trend negativo sono state le imprese oltre i 200 addetti. Tale andamento è frutto delle azioni per contrastare la diffusione pandemica, che hanno determinato una totale chiusura dei piccoli esercizi di vicinato, lasciando operanti solo le grandi realtà del commercio al dettaglio. Pertanto, la crescita del fatturato registrata da tale tipologia di impresa nel primo trimestre sia a Milano (+4,2%) che in Lombardia (+2,3%) risente in maniera diretta di tale azione. La declinazione per classe dimensionale registra quindi una flessione a due cifre del volume d’affari delle micro imprese dell’area milanese (-15,1%), molto più intensa rispetto a quanto rilevato per la medesima tipologia di impresa nella regione (-13,7%). Considerazioni simili, ma con intensità diverse, valgono anche nei confronti delle imprese da 10 a 49 addetti, la flessione del fatturato rilevata nel primo trimestre 2020 (-7,5%) è infatti superiore a quanto registrato dalla medesima classe dimensionale in Lombardia (-5,7%). L’intensità del trend discendente si attenua se consideriamo le aziende del commercio incluse nel perimetro delle medie imprese: per esse la contrazione del volume d’affari registra infatti una variazione relativamente più contenuta sia nell’area metropolitana sia in Lombardia (-2,3% e -2,4% rispettivamente). 2,3
oltre 200 addetti
GRAFICO 2 Fatturato del commercio al dettaglio* per classe dimensionale in provincia di Milano e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio
4,2 -2,4 -2,3
50-199 addetti
-5,7
10-49 addetti
-7,5 -13,7
3-9 addetti
-15,1
*comprese imprese plurilocalizzate
-7,2 -6,7
Totale -18
-16
-14
-12
-10 Lombardia
-8
-6
-4 Milano
-2
0
2
4
6
In relazione ai settori del commercio al dettaglio dell’area milanese, si è osservata una flessione del fatturato che ha interessato in misura massiccia il comparto non alimentare, l’unico ad aver subìto gli effetti della chiusura forzata delle attività. Il conseguente crollo del fatturato ha mostrato una scala di intensità quasi simile tra area milanese e regione (-19,9% e -19,1% rispettivamente) [grafico 3]. In maniera speculare, si è rilevata una crescita consistente per i comparti di attività afferenti al commercio alimentare, ma solo nell’area milanese (+6,2%); il confronto con la Lombardia evidenzia infatti per le imprese del medesimo comparto una diminuzione del volume d’affari (-2,2%). La convergenza tra le dinamiche delle due partizioni territoriali ha trovato invece spazio nell’ambito del commercio despecializzato, il comparto ha infatti registrato un aumento significativo del fatturato sia nell’area metropolitana milanese (+10,1%) sia nel territorio della regione (+6,9%).
6,9
Non specializzato
Non alimentare
10,3
-19,1 -19,9
-2,2
Alimentare
*comprese imprese plurilocalizzate
6,2
-22 -20 -18 -16 -14 -12 -10
-8
-6
-4
Lombardia
-2
0
2
4
6
8
GRAFICO 3 Fatturato del commercio al dettaglio* per settore di attività economica in provincia di Milano e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio
10
12
Milano
IL LARGO CONSUMO CONFEZIONATO Nel primo trimestre 2020, le vendite dei prodotti del largo consumo confezionato, operate dai supermercati e ipermercati, hanno registrato – su scala metropolitana milanese allargata alla provincia di Monza – un incremento più consistente del fatturato rispetto alle vendite a scaffale. La dinamica si è invece manifestata più positiva per il sistema della grande distribuzione di Lodi sia sotto il profilo del fatturato che delle unità vendute. Gli incrementi rilevati hanno beneficiato sia della polarizzazione delle vendite verso la grande distribuzione organizzata sia della presenza più concentrata sul territorio delle strutture della GDO. Tale dinamica ha consentito alla grande distribuzione lodigiana di posizionarsi a un livello più elevato rispetto alla GDO della Lombardia e dell’Italia, sia per il fatturato che per le unità fisiche vendute. Se consideriamo il quadro di dettaglio territoriale, possiamo osservare che il sistema distributivo della GDO di Milano e di Monza, pur ottenendo su base annua un incremento del fatturato (+3,6%), non è riuscito a espandere in maniera analoga i volumi fisici delle vendite che ottengono infatti un aumento molto limitato (+1,4%) [grafico 4], se parametrato a quanto registrato nel territorio lodigiano (+9,7%) e nei confronti della Lombardia e dell’Italia (+5,5% e +7,4% rispettivamente). La performance milanese e monzese risulta ampiamente inferiore rispetto al trend registrato in Lombardia, dove si è osservato un robusto aumento del fatturato (+6,9% ) e delle unità vendute (+5,5%), e nei confronti dell’Italia dove la crescita si è collocata a un livello superiore rispetto alla dinamica regionale sia nei confronti del fatturato (+8,8%) sia della movimentazione fisica a magazzino (+7,4%). Ma è soprattutto nei confronti della grande distribuzione di Lodi e del suo comprensorio che si osserva la distanza maggiore. Il quadro di dettaglio territoriale del primo trimestre 2020 evidenzia infatti in relazione al territorio lodigiano una performance ampiamente superiore a tutte le partizioni territoriali considerate, l’incremento delle vendite in valore (+11,5%) si è infatti associato a un consistente aumento delle vendite a scaffale (+9,5%) [grafico 5].
GRAFICO 4 Vendite del largo consumo confezionato nei supermercati e ipermercati delle province di Milano e Monza Brianza (anni 2010-2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati iri – Information Resources
8 6 4 2 0 -2 -4 -6 -8 I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
Valori
20
Unità
12
GRAFICO 5 Vendite del largo consumo confezionato nei supermercati e ipermercati della provincia di Lodi (anni 2010-2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati iri – Information Resources
10 8 6 4 2 0 -2 -4 -6 I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
II III IV I
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
Valori
20
Unità
La suddivisione per categoria di prodotto certifica per la GDO milanese e monzese un quadro non omogeneo in relazione ai reparti di vendita sia in relazione al fatturato che alle unità vendute. Il dettaglio per tipologia merceologica evidenzia degli apporti significativamente positivi per il fatturato generato dai prodotti afferenti alla drogheria alimentare (+5%), alle merceologie del freddo e del fresco (+7,9% e +6% rispettivamente), a cui si aggiungono i contributi alla dinamica registrati dai prodotti per la cura della casa (+3%), crescita indotta per quest’ultima tipologia soprattutto dall’effetto Covid-19, che ha spinto gli acquisti di prodotti per l’igiene degli ambienti e delle superfici [tabella 2]. Sul fronte opposto si collocano invece le perdite registrate dalle vendite afferenti alle bevande (-1,8%) e ai prodotti per la cura della persona (-2%). In relazione alle unità vendute, il risultato modesto rilevato nel primo trimestre 2020 è ascrivibile alla dinamica negativa che ha coinvolto le vendite di bevande (-6,5%). Il quadro di dettaglio suddiviso per tipologia di prodotto evidenzia invece una crescita di ampia dimensione sia per il comparto dei prodotti afferenti alla drogheria alimentare (+5%) sia per il segmento del freddo (+5,2%), seguono poi gli aumenti rilevati per la movimentazione di magazzino dei prodotti del fresco (+2,6%), la cura della casa e della persona (+1,2% e +0,7%). Relativamente alla GDO dell’area di Lodi, il deciso incremento del fatturato è ascrivibile a una dinamica di crescita che ha coinvolto diversi reparti di vendita, in primo luogo i prodotti afferenti al freddo (+14,9%), alla cura della casa (+13,4%), alla drogheria (+12,4%) e al fresco alimentare (+12,3%). Incrementi rilevanti di fatturato si sono riscontrati, inoltre, per il segmento delle bevande (+9,6%) e per la cura della persona (+5,8%). Per quanto concerne le unità vendute, gli incrementi più consistenti si sono visti nell’alveo dei prodotti alimentari, in particolare si è osservato un incremento sostanzioso delle vendite a scaffale di drogheria alimentare (+12,8%), dei prodotti della catena del freddo (+10,5%) e dei confezionati del fresco alimentare (+9,9%),
seguiti a distanza dalle bevande (+5,3%). Tra le merceologie non food, il primo trimestre 2020 registra, sull’onda della maggiore attenzione per gli ambienti a seguito dell’emergenza Covid-19, un’espansione delle unità vendute dei prodotti per la cura della casa (+10,8%), mentre è più contenuto l’aumento dei prodotti per la cura della persona (+5,2%). MILANO E MONZA
REPARTI
Valori
LODI
LOMBARDIA
ITALIA
Unità
Valori
Unità
Valori
Unità
Valori
Unità 10,1
Drogheria alimentare
5,0
5,0
12,4
12,8
8,4
8,8
10,0
Bevande
-1,8
-6,5
9,6
5,3
3,4
0,4
4,5
2,6
Freddo
7,9
5,2
14,9
10,5
10,9
8,4
12,4
10,2
Fresco
6,0
2,6
12,3
9,9
8,2
5,2
10,1
7,4
Cura della persona
-2,0
0,7
5,8
5,2
1,9
4,4
5,1
7,0
Cura della casa
3,0
1,2
13,4
10,8
8,1
7,0
10,5
9,1
Totale
3,6
1,4
11,5
9,7
6,9
5,5
8,8
7,4
TABELLA 2 Vendite totali e per reparto del largo consumo confezionato nei supermercati e ipermercati delle province di Milano e Monza Brianza, di Lodi, in Lombardia e in Italia (I trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati iri – Information Resources
LA PREVISIONE PER IL SECONDO TRIMESTRE 2020 I risultati ampiamente negativi del quadro congiunturale si sono riflessi sul clima di fiducia delle imprese per il secondo trimestre 2020. Il quadro complessivo indica un rilevante deterioramento del sentiment delle imprese sia in relazione al fatturato che nei confronti degli ordini e dell’occupazione. Le prospettive a breve termine sono dominate sia dell’emergenza sanitaria, ancora non rientrata nell’alveo della normalità in Lombardia, sia dall’incertezza sulle possibilità di rapida uscita dal punto più critico della fase pandemica. In particolare, i saldi delle risposte relativi alle aspettative delle imprese del commercio (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione, elaborati attraverso le medie mobili per depurarli dagli effetti stagionali) registrano un pesante arretramento rispetto alla precedente rilevazione, soprattutto in relazione al fatturato e agli ordini rivolti ai fornitori, mentre per l’occupazione il passaggio verso un quadrante negativo evidenzia un trend relativamente più contenuto [grafico 6]. 10
4,0
5
2,0
0
0,0
-5 -10
-2,0
-15
-4,0
-20
-6,0
-25
-8,0
-30
-10,0
-35 -40
-12,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013 Fatturato
2014
2015 Ordini
2016
2017
Occupazione
2018
2019
20
GRAFICO 6 Aspettative su fatturato, ordini ai fornitori (scala sinistra) e occupazione (scala destra) in provincia di Milano (anni 2010-2020, medie mobili su saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio
La rilevazione congiunturale del commercio al dettaglio condotta a livello regionale e provinciale da Unioncamere Lombardia per le 12 province della Lombardia è disaggregata per dimensione d’impresa in 4 classi: da 3 a 9 addetti; da 10 a 49 addetti; da 50 a 199 addetti; oltre 200 addetti. e in 3 rami merceologici: alimentare; non alimentare; non specializzato. Dal terzo trimestre 2013 la rilevazione comprende anche le imprese del commercio al dettaglio con oltre 200 addetti. ESERCIZIO DESPECIALIZZATO L’esercizio di vendita al dettaglio in sede fissa che attua la vendita di una varietà prevalente di prodotti alimentari o non alimentari, su una superficie di vendita generalmente superiore ai 400 metri quadrati. GRANDE DISTRIBUZIONE La definizione di tale aggregato è stata rivista con l’adozione della classificazione ATECO 2007, soprattutto in relazione alla seguente articolazione: I. A PREVALENZA ALIMENTARE SUPERMERCATO Esercizio di vendita al dettaglio operante nel campo alimentare (autonomo o reparto di grande magazzino), organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all’uscita, che dispone di una superficie di vendita normalmente superiore a 400 metri quadrati e di un vasto assortimento di prodotti alimentari, in prevalenza preconfezionati, nonché articoli del settore non alimentare per l’igiene e la pulizia della casa, della persona e degli animali. IPERMERCATO Esercizio di vendita al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 metri quadrati, articolato in reparti (alimentari e non alimentari), ciascuno dei quali avente, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino. Discount alimentari Esercizio di vendita al dettaglio in sede fissa, di superficie medio grande che, attuando una politica di abbattimento dei costi di impianto, di gestione e di servizio, offre in self-service una gamma limitata di prodotti, generalmente non di “marca”, a prezzi contenuti rispetto alla media di mercato. II. A PREVALENZA NON ALIMENTARE Grande magazzino ed esercizio non specializzato di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici. In tutti questi casi si tratta di un esercizio di vendita al dettaglio di prodotti quasi esclusivamente non alimentari, che dispone generalmente di una superficie di vendita superiore a 400 metri quadrati e offre un assortimento di prodotti appartenenti a diversi settori merceologici (per esempio, elettronica di consumo, elettrodomestici, abbigliamento, mobili, articoli per la casa). Grandi superfici specializzate Imprese commerciali che attuano la vendita, attraverso esercizi in sede fissa, di una tipologia unica o prevalente di prodotti non alimentari, su una superficie di vendita generalmente superiore ai 400 metri quadrati, con caratteristiche organizzative proprie della grande distribuzione. III. NON GRANDE DISTRIBUZIONE Punto di vendita operante su piccola superficie Punto vendita specializzato, non rientrante nella grande distribuzione, la cui superficie è inferiore ai 400 metri quadrati. Minimercato Esercizio di vendita al dettaglio in sede fissa, che attua in prevalenza la vendita di prodotti alimentari, la cui superficie non supera i 400 metri quadrati. LARGO CONSUMO CONFEZIONATO (LCC) Prodotti alimentari e non alimentari confezionati venduti attraverso la grande distribuzione organizzata (GDO), a esclusione dei beni non confezionati (come frutta e verdura) e i beni non alimentari, che si trovano solo negli ipermercati (come abbigliamento ed elettronica). Le informazioni sulle vendite della grande distribuzione sono acquisite da IRI Information Resources attraverso il servizio “tracking di mercato”, che rileva via scanner tramite la lettura dei codici a barre, i dati dei prodotti di Largo consumo confezionato (LCC) venduti attraverso i supermercati e gli ipermercati; sono invece escluse le vendite effettuate attraverso i discount. Relativamente alla provincia di Milano i dati includono ancora quelli Monza-Brianza. I dati rilevati coprono l’80% delle vendite dei beni di largo consumo confezionato, mentre il restante 20% è oggetto di stima. I dati sono elaborati a “rete corrente”, includendo quindi gli effetti di eventuali aperture o chiusure di punti vendita (un aumento potrebbe essere effetto sia di maggiori vendite nei supermercati e ipermercati esistenti sia dell’apertura di nuovi punti vendita) e si riferiscono alle vendite in volume, valore e unità (pezzi) per le seguenti categorie merceologiche: Drogheria alimentare (pane, pasta, olio, riso, biscotti, farina, zucchero ecc); Bevande; Fresco (carni, affettati, formaggi, latte fresco, yogurt, uova, preparati alimentari); Freddo (surgelati, gelati); Cura della persona; Cura della casa.
GLOSSARIO Variazione tendenziale variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Variazione congiunturale variazione rispetto al periodo precedente
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