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NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA

ANNO VI - N째45 - 2015

PRIMO PIANO

"BENE IL NO DI RENZI AI FORMAGGI SENZA LATTE"

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LA GRANDE VETRINA DELLE REGIONI AD EXPO

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Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del tribunale di Roma

SPECIALE PAGINA 8


Roberto Moncalvo - PRIMO PIANO

SOMMARIO

Coordinatori regionali Valle d'Aosta Erik Verraz Piemonte Maria Chiara Bellino Lombardia Francesco Goffredo Veneto Luca Motta Trentino A.A. Barbara Battistello Friuli V. G. Vanessa Orlando Liguria Ester Perri E.Romagna Maria Adelia Zana Toscana Simon Querci Umbria Silvia Zoppitelli

Marche Michela Fabiano Lazio Maurizio Ortolani Abruzzo Mauro Pasquale Del Ponte Molise Antonio Verratti Campania Alessandra Nobilione Basilicata Lino Sivolella Puglia Teresa Depetro Calabria Pietro Sirianni Sicilia Ignazio Manzone Sardegna Andrea Delogu

Contatti Via Nazionale 89/a 00184 Roma (Italy) Tel +39.06489931 redazione@campagnamica.it www.campagnamica.it IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma

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Il presidente Moncalvo soddisfatto per il rispetto dell'impegno del Governo di tutelare le produzioni tricolori contro l’utilizzo delle polveri, preso davanti ai 30mila della Coldiretti ad Expo

È

PRIMO PIANO - Roberto Moncalvo “Bene il no di Renzi ai formaggi senza latte"

stato rispettato il patto salva formaggio italiano simbolicamente siglato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina davanti a 30mila agricoltori della Coldiretti ad Expo dove il premier aveva 'adottato' le specialità casearie tricolori contro il diktat europeo sul via libera all’utilizzo delle polveri”. Lo afferma il Presidente Roberto Moncalvo nell’esprimere apprezzamento per la decisione del Governo di confermare il no alla produzione di formaggi senza latte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea. “Una decisione supportata – ricorda Moncalvo – anche dalla petizione popolare alla quale hanno aderito decine di migliaia di italiani dopo la mobilitazione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles fino all’Expo. Nella lettera indirizzata a Bruxelles il Governo rileva che la materia non è armonizzata, quindi c'è libertà per gli Stati membri di avere norme più restrittive rispetto a quelle Ue e che la legge italiana non produce effetti distorsivi della concorrenza”.

FONDAZIONE - Redazione Renzi ai 30mila della Coldiretti “Tolgo l'Imu e l'Irap agricole”

FONDAZIONE - Redazione In migliaia al Brennero per dire basta alle schifezze spacciate per italiane

INSERTO SPECIALE LA VETRINA DELLE REGIONI ITALIANE AD EXPO FONDAZIONE - Redazione Nuovi accreditati

FONDAZIONE - Redazione La nuova Pac mette al centro la filiera corta e la biodiversità

LETTO PER VOI - Stefano Masini Le due guerre di Gian Carlo Caselli, protagonista della storia d’Italia

FILIERA COLTA - Toni De Amicis Perché dobbiamo e possiamo crescere

Editore e proprietario Fondazione Campagna Amica

Il presidente Moncalvo

Presidente Roberto Moncalvo Direttore Generale Toni De Amicis

“ BENE IL NO DI RENZI AI FORMAGGI SENZA LATTE”

RESPINTO L’ULTIMATUM Il 29 settembre scadeva l’“ultimatum” fissato dalla Commissione Europea sulla richiesta all’Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto storicamente dalla legge nazionale. La lettera di “diffida” della Commissione Europea sull’infrazione n.4170 voleva imporre all'Italia di produrre “formaggi senza latte” ottenuti con la polvere con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni.

Direttore Responsabile Paolo Falcioni Coordinamento editoriale Massimiliano Paoloni Raffaella Cantagalli Pamela De Pasquale Redazione Silvia Bosco, Domenico Buono, Ermanno Coppola, Marina Faraone, Corrado Finardi, Alessandra Gioggi, Pietro Hausmann, Rolando Manfredini, Giovanni Manfroni, Stefano Masini, Elisabetta Montesissa, Daniele Taffon, Carmelo Troccoli

In copertina un momento della Giornata della Agricoltura Italiana a Expo 2015. Stampa: Digitalia Lab, via G. Peroni, 130 – Roma Impaginazione: Studio Polpo Questo notiziario viene inviato gratuitamente a tutti gli aderenti alla rete dei Punti di Campagna Amica È consentita la riproduzione totale o parziale degli articoli, purchè venga citata la fonte Prima di gettare questo notiziario nella raccolta della carta, dallo a un amico interessato a conoscerci

Fondazione Campagna Amica e Digitalia Lab adottano

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Il diktat della Commissione Europea mette a rischio 487 storici prodotti della tradizione STOP AGLI INGANNI SONO DIVENTATI OLTRE 10.000 I PUNTI DI CAMPAGNA AMICA

Si tratta di un inganno per i consumatori che mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.

TRA TRA FARMERS FARMERS MARKET, MARKET, AZIENDE AZIENDE AGRICOLE, AGRICOLE, AGRITURISMI, AGRITURISMI, BOTTEGHE, BOTTEGHE, RISTORANTI RISTORANTI EE COOPERATIVE COOPERATIVE IN IN VENDITA DIRETTA CHE CON NOI CONDIVIDONO LE LE RAGIONI, RAGIONI, GLI GLI OBIETTIVI, OBIETTIVI, II VALORI VALORI EE UN UN UNICO UNICO SISTEMA SISTEMA DI DI CONTROLLO. CONTROLLO.

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FONDAZIONE - Redazione

Redazione - FONDAZIONE

RENZI AI 30MILA DELLA COLDIRETTI “TOLGO L'IMU E L'IRAP AGRICOLE” Il Premier ha annunciato il taglio fiscale nel corso della Giornata dell’Agricoltura italiana ad Expo Le misure, sollecitate da Coldiretti, porteranno un risparmio per le aziende di circa un miliardo di euro

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er la prima volta dal dopoguerra viene tagliata la fiscalità in agricoltura, un peso cresciuto nel tempo che ostacola la sfida competitiva che hanno lanciato le nostre imprese in Italia, in Europa e nel mondo”. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare gli interventi annunciati dal presidente del Consiglio Matteo Renzi sul taglio di Irap e Imu agricola. “Un intervento atteso e da noi fortemente sollecitato che – ha sottolineato Moncalvo – consente alle imprese agricole italiane di recuperare importanti risorse per gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla crescita dell’occupazione in un settore particolarmente dinamico come l'agroalimentare Made in Italy”.

I 30mila di Coldiretti invadono Expo

Facciamo due conti L’abolizione dell’Imu sui terreni, secondo la Coldiretti, investe una platea di circa 3 milioni 175 mila soggetti solo nei comuni di pianura (per un ammontare di imposta pari a 550 milioni di euro). Lo sgravio riguarda, inoltre - continua la Coldiretti - i contribuenti possessori di terreni situati nei territori montani e

collinari che dal 2014 non hanno più beneficiato dell’esenzione, per un ulteriore ammontare di 260 milioni di euro. L’abrogazione dell’Irap in agricoltura riguarda invece oltre 400 mila imprese “produttive” (il 10 per cento circa di tutti i contribuenti Irap), che attualmente sono gravate complessivamente per circa 200 milioni di euro all’anno. Lo

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ADOTTA I FORMAGGI ITALIANI Contro il rischio polveri che l’Ue vorrebbe imporci l’impegno a tutelare il settore Contro il diktat europeo che vorrebbe il via libera all’utilizzo delle polveri il Presidente del Consiglio Matteo Renzi “adotta” i formaggi italiani. A conclusione della Giornata dell’Agricoltura italiana ad Expo, con la partecipazione di decine di migliaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni guidati dal Presidente nazionale Roberto Moncalvo, il Premier italiano ha simbolicamente adottato le specialità casearie tricolori, portate sul palco da due giovanissime allevatrici. A far siglare

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il patto “salva formaggio italiano” sono state insieme al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo due giovani sorelle allevatrici. Sara e Giulia Livoni hanno appena 26 e 20 anni allevano bovini di razza Pezzata Rossa della Coldiretti di Merlana, un piccolo borgo in comune di Trivignano Udinese in provincia di Udine. Dopo aver fatto il loro

MATTARELLA: “AGRICOLTURA CAPACE DI USCIRE DALLA CRISI” “L’agricoltura italiana, con la qualità e la affidabilità dei suoi prodotti, rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Il comparto, caratterizzato da una forte presenza di piccole e medie imprese, è stato capace di reagire alla crisi economica e sta registrando negli ultimi mesi un significativo aumento delle

sgravio dell’Irap per le imprese agricole è fondamentale per il settore, considerando che le disposizioni di detassazione della componente lavoro a tempo indeterminato per tutti i settori produttivi ha poco inciso sull’agricoltura, “tipicamente” caratterizzata dalla prevalenza di lavoratori stagionali per il 90 per cento.

Gli interventi sul palco Alla Giornata dell’Agricoltura italiana hanno preso parte sul palco anche il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Marti-

na, il presidente della Regione Lombardia, Maroni, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il procuratore Giancarlo Caselli, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio contro la criminalità dell’agroalimentare, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, assieme al Segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, e alla delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni. Nel corso della Giornata dell’Agricoltura, un focus è stato dedicato al fenomeno dei nuovi mestieri, con le imprese multi-

Il Premier con il Presidente Moncalvo e il Segretario Generale Gesmundo

ingresso da giovanissime nell’azienda di famiglia, le due sorelle hanno garantito il consolidamento aziendale con la creazione di filiere agroalimentari 100% friulane.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

esportazioni, nonostante le difficoltà in alcuni importanti mercati di sbocco”. È quanto si legge nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione della Giornata dell’Agricoltura italiana ad Expo.

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funzionali che hanno fatto registrare un aumento record del 48 per cento in tre anni. Una vera e propria esplosione delle aziende agricole che aggiungono servizi o prodotti all’attività di coltivazione e allevamento. Basti dire che sono aumentate di sei volte quelle che producono energie rinnovabili (+603 per cento), sono praticamente raddoppiate quelle che trasformano direttamente i loro prodotti (+97,8%), ma un vero boom si registra anche per la vendita diretta e per iniziative del tutto innovative dall'agribenessere alla moda, dalla tutela ambientale come gli agricustodi e il recupero degli scarti agli agrichef fino alle attività sociali come gli agriasilo o la pet-therapy. Un percorso reso possibile dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana dove una impresa su tre è nata negli ultimi dieci anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità. La bellezza e la salute sono i settori che più di altri hanno ispirato nuove esperienze nelle campagne con il boom dei cosmetici naturali ma anche degli agristilisti che puntano sull’utilizzo di filati e colori estratti dalle piante. Cresce anche l’agricoltura sociale che propone un nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati all’inserimento dei soggetti più vulnerabili. Esperienze molto diversificate che vanno dal recupero e reinserimento lavorativo di disabili o soggetti con problemi di dipendenza all’agricoltura terapeutica, fino alle attività volte al miglioramento del benessere e della socialità per dare assistenza ai più piccoli in strutture dedicate come gli agriasilo e gli agrinido. Ma il ritorno al passato sta ispirando anche molte esperienze creative nelle campagne dove sono addirittura tornate figure del secoli scorsi.

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FONDAZIONE

IN MIGLIAIA AL BRENNERO PER DIRE BASTA ALLE SCHIFEZZE SPACCIATE PER ITALIANE La mobilitazione della Coldiretti alle frontiere per smascherare il falso made in Italy a tavola Scoperti mozzarelle tricolori fatte in Polonia, yougurt Valgardena tedeschi, porri svedesi

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agliate industriali destinate a Napoli per produrre mozzarelle senza latte, “mozzarella fresca” già imbustata con etichetta in italiano con i colori del tricolore ma prodotta in Polonia, pancette fresche tedesche destinate a diventare italiane con la stagionatura, yogurt “Valgardena” scritto rigorosamente in Italiano, ma proveniente dalla Germania, carote e cavolfiori in confezioni con i colori della bandiera italiana, diretti a Catania, con etichetta rimovibile pronte ad essere spacciate come italiane. Sono solo alcune delle “schifezze” scovate al Brennero dalla Coldiretti dove sono giunti migliaia di agricoltori per fermare i traffici di una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca alle schifezze mentre a Bruxelles si sono mobilitati i giovani imprenditori agricoli per chiedere un cambiamento delle politiche europee.

Fermati i tir Gli agricoltori sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire mentre sono sollevati cartelli per chiedere l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti alimentari: “No all’Europa che blocca i profughi e spalanca le frontiere alle schifezze” o “Il falso Made in Italy uccide l’Italia”. Nei tir bloccati grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine dalla Guardia di Finanza ai carabinieri dei Nas, dalla Polizia ai Vigili del Fuoco, sono stati tro-

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vati migliaia di quintali, compresi porri svedesi e lattughe olandesi, ma soprattutto fiumi di latte in cisterne tedesco diretti ad una grande multinazionale straniera destinati ad essere venduti come latte o formaggi italiani perché non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza.

Merci senza limiti “Abbiamo smascherato – ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – il commercio di schifezze destinate ad essere vendute come Made in Italy con l’inganno per i consumatori ed il danno per agricoltori e allevatori costretti a chiudere le aziende. Nell'Unione che si disinteressa e temporeggia sull’emergenza

immigrati si consentono invece trucchi e inganni nel momento di fare la spesa con l’appiattimento verso il basso della qualità alimentare, anche a danno di Paesi come l’Italia che possono contare su primati qualitativi e di sicurezza alimentare. A differenza di quanto sta accadendo con le persone, per le merci il principio della libera circolazione è diventato per l’Europa un dogma da applicare senza limiti nonostante le situazioni di dumping economico e sociale ed i rischi per la sicurezza alimentare. Qualche cosa sta cambiando e la richiesta di trasparenza, tracciabilità ed etichettatura di origine per la quale si batte da anni la Coldiretti è diventata un patrimonio comune”.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


SPECIALE

SPECIALE

LE BANDIERE DEL GUSTO SALGONO A 4.886 ECCO I TESORI DEL MADE IN ITALY A TAVOLA In mostra ad Expo le specialità alimentari tradizionali salvate dall’estinzione grazie al lavoro degli agricoltori Toscana leader per numero di prodotti ma si avvicinano Campania e Lazio, prevalgono pasta e pane

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algono al numero record di 4.886 le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2015 sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale. È quanto segnala la Coldiretti che nel padiglione “No farmers no party” all’Expo di Milano ha presentato la classifica dei primati enogastronomici con l’assegnazione delle “Bandiere del gusto 2015”. Sono 73 i prodotti che si sono aggiunti rispetto allo scorso anno e che sono andati ad incrementare sul territorio nazionale il patrimonio di specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni secondo la quindicesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni. “È questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel

(375), davanti al Piemonte con 336 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Puglia che con 249 prodotti ha superato la Lombardia (247) e la Sicilia (242), la Sardegna con 183, il Molise con 159, il Friuli-Venezia Giulia con 154, le Marche con 151, l’Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 105, la Basilicata che con 95 prodotti ha superato l’Alto Adige (90), l’Umbria con 70 e la Val d’Aosta con 32.

UN PATRIMONIO DI BIODIVERSITÀ

sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia può contare per ripartire”. Sul podio delle bandiere del gusto assegnate a livello regionale salgono la Toscana (461), insidiata da vicino dalla Campania che con 28 nuovi prodotti è adesso a quattro lunghezze dal vertice (457) e dal Lazio (393). A seguire si posizionano, l’Emilia-Romagna che con 378 prodotti ha scavalcato il Veneto

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A prevalere tra le specialità regionali sono i 1490 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1366 verdure fresche e lavorate, 782 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 488 formaggi, 221 piatti composti o prodotti della gastronomia, 143 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 155 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 153 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. Nell’elenco 2015 troviamo numerose new entry tra cui, in Basilicata la soperzata di Rivello, un salume che si distingue per qualità e metodi di produzione dai tanti insaccati analoghi diffusi in tutto il Meridione d'Italia e che viene prodotto da oltre tre secoli, in Campania la cuccija, una zuppa di grano, ceci, mais, lenticchie ed altro che era tradizione consumarla il 1 maggio perché secondo la leggenda popolare chi la consumava in quel giorno non sarebbe stato aggredito dalle mosche nei campi, in

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

Emilia-Romagna l’imbalsadura, minestrina di piselli, pancetta e pomodoro, in Puglia il carciofo di Mola, la cui coltivazione ha ripreso vigore dopo il declino che sembrava inarrestabile provocato da una malattia che causava l’avvizzimento dei capolini, in Sicilia il cannolo tradizionale di Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela che si distingue dagli altri per essere fatto con scorza ottenuta da farina di grani antichi (maiorca), fresca ricotta di pecora, scaglie di cioccolato fondente 70% (grattugiato al momento) e miele di zagara al posto dello zucchero raffinato e, infine, in Veneto il formaggio al latte crudo di Posina, tipico prodotto lattiero caseario degli alpeggi del Vicentino dove le mucche mangiano solo erbe e fieno d’alto prato.

UNA RICCHEZZA PER LE REGIONI Ma a Expo hanno fatto bella mostra di sé numerosi prodotti tradizionali che rappresentano una ricchezza per le regioni che ne hanno consentito la valorizzazione. Si va dal salame d’la doja del Piemonte che prende il nome dal contenitore di terracotta nel quale viene lasciato a maturale, al tetoun della Val d’Aosta, ottenuto dalla salmistrazione delle mammelle di bovine autoctone, dal biscotin de Prost della Valchiavenna (Lombardia) da secoli confezionato a mano come fosse un’opera d’arte al presnitz del Friuli-Venezia Giulia, nel quale un ricco e morbido ripieno a base di frutta secca è avvolto in uno strato di pasta sfoglia di forma circolare a chiocciola, dallo schuttelbrot, pane croccante e ricco di spezie dell’Alto Adige, alla stroscia della Liguria, una torta particolare e friabilissima dove l’olio d’oliva, al posto del burro, assicura una mag-

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giore leggerezza e digeribilità, dal prezioso fagiolo zolfino toscano la cui particolarità è la quasi totale assenza di buccia che ne consente l’immediata cottura al vino di visciole delle Marche, bevanda alcolica che si produce facendo macerare una particolare varietà di ciliegie selvatiche nel vino con l’aggiunta di zucchero, dalla fagiolina del lago Trasimeno, conosciuta sin dal tempo degli Etruschi e salvata in tempi recenti dall’abbandono, alla lenticchia di Onano, prodotto laziale particolarmente apprezzato da numerosi Papi per la sua cremosità, dalla ventricina di Montenero di Bisaccia, salume molisano ben accetto per la magrezza delle carni superiore alla norma e per il grasso dalla consistenza particolare alla marmellata di bergamotto, l’”oro di Calabria”, ricetta tradizionale della zona ionica costiera del Reggino, sino al filu ferro della Sardegna il cui nome ricorda la curiosa pratica adottata nella seconda metà dell’Ottocento dai distillatori isolani per evitare la confisca della grappa che veniva interrata in bottiglie localizzabili da un filo di ferro che spuntava dal terreno in superficie.

LE BANDIERE DEL GUSTO ASSEGNATE NEL 2015 TOSCANA LEADER, SUL PODIO CAMPANIA E LAZIO REGIONE Toscana Campania Lazio Emilia-Romagna Veneto Piemonte Liguria Calabria Puglia Lombardia Sicilia Sardegna Molise Friuli-Venezia Giulia Marche Abruzzo Trentino Basilicata Alto Adige Umbria Val d’Aosta

SPECIALITÀ 461 (-2) 457 (+28) 393 (+7) 378 (+22) 375 (+4) 336 (-5) 294 (-1) 269 249 (+16) 247 (+1) 242 (+7) 183 (-1) 159 154 (-2) 151 (-1) 147 105 (-2) 95 (+5) 90 (-2) 70 (+1) 31 (-1)

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SPECIALE

SPECIALE

MADE IN TUSCANY, SIMBOLO DI QUALITÀ CHE PIACE E DIVERTE Ad Expo la Toscana ha portato le sue eccellenze puntando su bandiere del gusto e rievocazioni Dall’inchiccatura alle razze animali salvate dall’estinzione, sette giorni densi di iniziative

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ette giorni nel segno del Made in Tuscany. Sette giorni per parlare, raccontare, far vedere, annusare, toccare, assaporare e “divorare” ai migliaia di visitatori dell’Esposizione Universale la biodiversità della regione numero uno in Europa per ricchezza agroalimentare con le sue 461 invidiatissime bandiere del gusto. Sì, la Toscana a Milano, nel tempo dell’Expo, ha fatto la Toscana portando fin sotto all’Albero della Vita, insieme ad un gemellino “plasmato” con gerbere, lilium e camelie pesciatine, folklore, tradizioni, storia, percussioni e produttori. Una bella esperienza per presentare una regione che piace e diverte, rafforzare la sua leadership turistica a livello internazionale ed amplificare i messaggi di qualità, trasparenza, tracciabilità e sostenibilità attraverso la presenza quotidiana delle imprese agricole e dei loro protagonisti.

del dossier sulle razze da carne “salvate” dall’estinzione e della top ten dei piatti a base di carne anticrisi in collaborazione con l’Associazione Regionale Allevatori e Cooperative Agricola di Firenzuola, dei fiori e delle piante con l’arte topiaria per celebrare il florovivaismo e i suoi colori, delle piccole Doc del

bicchiere e degli artefici del miracolo di Campagna Amica, story-telling di chi con la vendita diretta ha ridisegnato il futuro della nostra agricoltura.

LA STRADA DELL’INNOVAZIONE TRA ARTE TOPIARIA E GIULLARI A Milano è stata la settimana dell’inchiccatura con il mosaico realizzato con mille chicchi d’uva bianca e nera dalle contrade della Festa dell’Uva di Impruneta e delle rievocazioni medioevali con il Gruppo di Monteriggioni, gli Sbandieratori di Firenze, musici, cantici, giullari e giocolieri, gli antichi mestieri con la compagnia de “Il Cilindro” di Cortona e i canti con il gruppo folkloristico di Albinia ed i tamburi dei Fan Samba di Pallerone, della ciccia con la presentazione

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Ed ancora, l’editoria con Luisa Moschilli ed il libro “La Tosatura delle pecore” e Riccardo Clementi, autore di “Il Contadino 2.0 – Tutte le T della Toscana: dalla Terra alla Tavola passando per il Tablet” che ha raccontato la storia del giovane allevatore della Valdisieve Flavio Giannetti. Un bellissimo ed appassionato racconto di come l’incontro tra la tradizione degli antichi mestieri e l’innovazione tecnologica può tracciare una rotta per una nuova ecologia umana e che è stato un po’ di link di una settimana che ha coinvolto dieci provincie, tutti i territorio, e centinaia di imprese che a Milano, grazie a Coldiretti, hanno potuto incontrare e conoscere nuovi consumatori e godere di una vetrina mondiale. Migliaia le firme raccolte a tutela del latte italiano così come migliaia sono stati i visitatori che hanno partecipato ai vari momenti di degustazioni, ai cooking show e alle presentazione che hanno caratterizzato le giornate. A Milano non poteva mancare anche Daria l’Anguria, la mascotte di Arezzo. Il simbolo di una Toscana che piace e diverte.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

#EXPORTIAMO ABRUZZO CON CIBO E TERRITORIO ARROSTICINI E ZAFFERANO PROTAGONISTI Le tipicità regionali hanno conquistato anche gli sceicchi che hanno fatto man bassa di “oro rosso” Nel corso della settimana siglati importanti contratti di filiera, spazio anche a web e cosmetici

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e ferratelle con la “scrucchiata”, la “ciaudella” affogata nel pomodoro a pera, le creme di tartufo spalmate su pane di grano antico, gli immancabili arrosticini e il pregiatissimo zafferano sono solo alcuni dei sapori che, dal 28 al 5 luglio, hanno caratterizzato la presenza dell’Abruzzo nel padiglione Coldiretti all’inizio del Cardo, all’Expo di Milano, in linea con lo slogan confederale “No farmer no party”. Una settimana di degustazioni, laboratori didattici e tante prove pratiche con un filo conduttore: il progetto Exportiamo Abruzzo, una campagna di promozione ideata dalla federazione regionale Coldiretti Abruzzo per far conoscere l’amore per il cibo, la terra e le tradizioni locali attraverso il racconto del legame tra territorio e produzioni. Non una semplice esposizione delle tipicità, ma la voce diretta di oltre 40 produttori e un agrichef che hanno fatto da cicerone nel padiglione milanese alla scoperta di una regione che si contraddistingue per ricette, produzioni e tradizioni enogastronomiche invidiabili ed invidiate. Da qui, anche l’hashtag ideato ad hoc: #exportiamoabruzzo.

Le eccellenze del vino

al giorno con menu rigorosamente tradizionali puntando su farine antiche quali carosella, senatore cappelli, farro e due prodotti principali: lo zafferano e il pomodoro a pera, che hanno determinato il grande successo della sala ristorante. Lo zafferano è stato poi al centro di un interessante accordo con una delegazione del padiglione degli emirati che, in visita presso il padiglione di Coldiretti, ha acquistato l’intera fornitura. “L’Expo è stata una occasione irripetibile per far conoscere ed apprezzare la nostra regione, fatta di mille eccellenze non sempre conosciute – spiega Alberto Bertinelli, direttore regionale di Coldiretti Abruzzo – Eccellenze che sono riuscite ad incuriosire i visitatori anche in un panorama così complesso e universale come l’Expo”. Da un punto di vista economico e commerciale, la settimana in Expo è stata comunque l’occasione per siglare tre importanti accordi di filiera: il primo con l’associazione Le vie dello zafferano per favorire l’accesso dei giovani alla Banca dello zafferano, il secondo tra allevatori e trasformatori per una filiera regionale dell’arrosticino abruzzese e il terzo per filiera dei cereali con il Consorzio agrario Centro Sud, università, molini e panificatori per produrre pane e una pizza rigorosamente made in Abruzzo.

“La campagna promozionale della Settimana in Expo è stata mirata sul connubio tra cibo e territorio – ha spiegato il presidente di Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti – Il cibo è espressione del territorio, e viceversa il territorio diventa culla e scrigno di tradizioni gastronomiche, culturali, folcloristiche”. Da qui anche una serie di iniziative diverse tra cui la mostra Paesaggi d’Abruzzo, realizzata con l’omonima community web di appassionati di fotografia, o i tre accordi di filiera per arrosticini, grano tenero e zafferano per arrivare ai work shop e alle degustazioni.

Agrichef in cucina La protagonista indiscussa della settimana è stata comunque la “cucina” che, grazie all’agrichef Gabriele Maiezza e al supporto di un giovane e dinamico staff, ha sfornato circa 300 piatti

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SPECIALE

SPECIALE

LA STORIA DEL LAZIO AD EXPO TRA AMATRICIANA, BUFALA E GLADIATORI Le ricette della tradizione e la cultura romana sono state al centro della settimana dedicata alle campagne laziali, con show cooking, laboratori, degustazioni

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i è svolta dal 6 al 12 luglio, presso il Padiglione Coldiretti, all’inizio del Cardo, Ingresso Sud, sul lato opposto all’albero della vita, la settimana dedicata alla Coldiretti del Lazio. Presenti le eccellenze dell’agroalimentare locale e specie ortofrutticole di grande prestigio e rinomate in tutto il mondo. Rieti ha aperto la settimana, mandando in scena l’”Amatriciana”, la regina delle ricette tradizionali laziali , il condimento per la pasta che ha ottenuto recentemente il riconoscimento comunitario STG (Specialità tradizionale geografica). Ad illustrarne cenni storici e presente “europeo” una serie di filmati e diapositive, alla presenza del sindaco di Amatrice. Per i visitatori del Padiglione di Coldiretti, è stato organizzato uno show cooking amatriciano con un laboratorio dimostrativo della preparazione di pasta fresca tipica reatina e presentazione delle filiere tracciate dell’olio extravergine del Reatino. Un posto d’onore lo ha avuto l’olio Dop della Sabina. Latina, sfruttando la sua estensione geografica, ha portato il meglio delle produzioni della pianura pontina fino alle prelibatezze di pesce della costa.

STORNELLI E PASTORI Ad un gruppo di Gladiatori, ancelle romane e pastori della Campagna Romana, invece, il ruolo di “ambasciatori” della tradizione e della cultura alimentare di Roma e dell’immenso patrimonio agricolo della sua provincia. Ad aiutarli l’attore Maurizio Mattioli con il quale hanno dato vita ad un momento di rievocazione storica attraverso letture, canti di “stornelli romani” e balli. Un angolo ludico culturale all’interno del quale i visitatori hanno potuto degustare i vini etruscoromani e assistere ad uno show cooking con lo chef Riccardo Pacifici. I pastori dell’agro romano hanno raccontato gli itinerari della storica transumanza facendo conoscere ai visitatori di Expo Pecorino romano Dop del Lazio, Ricotta Romana Dop, Abbacchio romano Dop e Caciofiore di Columella.

DIETA MEDITERRANEA E PICCANTE DA RECORD: I SAPORI CALABRESI INVADONO MILANO L’agroalimentare regionale grande protagonista ad Expo con una serie di eventi centrati sul mangiar sano. Iniziativa da guinness con la più grande collana di peperoncini da 308 metri di lunghezza

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agroalimentare calabrese, ispirato ai principi della vendita diretta, della filiera corta, della legalità, della sostenibilità ambientale, del legame fortissimo e indissolubile con le radici storiche e culturali di una regione antichissima, accogliente e autentica, ha offerto un’immagine molto positiva di sé anche a Expo Milano 2015. La presentazione delle diverse specialità agroalimentari ed enologiche, esaltata dalle numerose degustazioni guidate e gli incontri tematici su materie strettamente attinenti l’agricoltura (acqua irrigazioni e bonifiche, tecniche produttive, evoluzione tecnologica…) hanno dato luogo ad una visione armonica e positiva dell’agroalimentare Calabrese, il tutto accompagnato da momenti di forte valorizzazione della cultura e della storia, delle tradizioni, delle identità di una regione, che sin dai tempi del Mito di Italo, ha un rapporto privilegiato con la vita dei campi e con il cibo.

SPAZIO ALLA TUSCIA

ECCO LA VERA MOZZARELLA Al centro dell’attenzione dei visitatori la mozzarella di bufala con degustazioni guidate e seminari tenuti da un esperto per illustrarne le proprietà nutrizionali. Non sono mancate degustazioni di pesce sott’olio e fritti al cartoccio con illustrazione delle caratteristiche del pesce azzurro e proprietà organolettiche. Nel Tirreno il pescato, fondamentale per l’economia pontina, fa registrare un fatturato di circa 35 milioni di euro ogni anno.

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Viterbo si è presentata con la rinomata nocciola, punta di diamante della produzione dell’intera provincia, seconda in Italia per la sua produzione, il coregone di Bolsena, laboratori del gusto e degustazioni guidate tra i sapori della Tuscia. Con circa 18mila ettari di piantagioni e una quantità annua di 40 mila tonnellate, pari al 5% di quella mondiale, la provincia di Viterbo ha conquistato il primato nazionale della produzione di nocciole. Diapositive, filmati, focus sul museo territoriale e l'acquario di Bolsena con degustazione di prodotti della pesca e tipici del territorio, sono stati accompagnati dai vini della Tuscia. La presenza di Coldiretti Lazio e il successo delle iniziative realizzate nel corso di un’intensa settimana vanno attribuite innanzitutto agli agricoltori che hanno voluto non solo portare i propri prodotti ma testimoniare il valore della cultura e tradizione laziale, ma soprattutto a ciascuna delle federazioni che con il proprio personale ha investito e messo a fattor comune il proprio lavoro per il raggiungimento di un obiettivo comune.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

La culla del buon cibo È stata data particolare attenzione alla dieta mediterranea che proprio in Calabria, negli anni Cinquanta, ha visto partire gli studi e le ricerche scientifiche che ne hanno disegnato i contorni. I “sissizi” serali, ispirati alla civiltà Enotria, hanno riproposto gli stili di vita a misura d’uomo che sono strettamente connessi alla qualità dei cibi e allo stile di vita che compongono la dieta mediterranea. Momenti di spettacolo che hanno ripreso i ritmi e le melodie della musica popolare calabrese, continui incontri di natura istituzionale, esposizione di preziosi og-

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getti legati all’artigianato artistico e all’archeologia, hanno contribuito a costruire un format profondo nei contenuti, quanto piacevole, in sintonia con un pubblico di curiosi, turisti e visitatori esteri che popolano l’Esposizione Universale di Milano. Da menzionare, in questo contesto la presenza di oltre centotrenta ambasciatori italiani all’estero, guidati dal Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri Michele Valensise, che hanno avuto modo di degustare il meglio dell’agroalimentare calabrese.

La cultura si fa piccante Cosi come nella giornata della cultura piccante calabrese il padiglione si è colorato con circa 25mila peperoncini che hanno costruito il simbolo record della collana piccante più lunga del mondo con numeri degni dell’esposizione universale: ben 308 metri di lunghezza per un peso complessivo di circa 250 kg. Un modo simpatico, che ha coinvolto tanti visitatori di Expo, anche stranieri, per ribadire che la cultura piccante è calabrese. “Le aziende e le loro specialità sono state le vere protagoniste della settimana calabrese – ha commentato Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – e in tutte le rappresentazioni esterne abbiamo voluto tenere sempre in primo piano la Calabria, terra antichissima che contribuisce in modo determinante alla costruzione di quei valori dell’agricoltura sostenibile che oggigiorno sono patrimonio dell’intera umanità”. Dal mito di Italo, alla Magna Graecia, da Pitagora a Cassiodoro, alla Dieta mediterranea, tutta la comunicazione di Coldiretti calabria ha tenuto ben presente, in un clima festoso e di condivisione, che la nostra regione grazie alle sue culture e tradizioni che si contano in millenni ha qualcosa in più da raccontare ai mercati globali con le sue produzioni agroalimentari.

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SPECIALE

SPECIALE

AMBIENTE E TIPICITÁ, L’AGRICOLTURA LOMBARDA È PROFETA… IN PATRIA

CON STREET FOOD ED ECO2OLIO L’UMBRIA TORNA NEL CUORE DI EXPO

Assieme alle eccellenze alimentari, grande spazio alle tradizioni e alla sostenibilità con tante iniziative Dalla cocomerata all’agrigelato, i produttori hanno calamitato l’interesse dei visitatori

Il cibo di strada ha conquistato il pubblico assieme a birra monastica, legumi e folklore Presentato il progetto per la creazione di una filiera dell’extravergine innovativa ed ecosostenibile

N

on solo eccellenze alimentari del territorio. Nella settimana della Lombardia a Expo2015, che si è svolta dal 10 al 16 agosto scorsi, spazio anche alle tradizioni musicali, al folklore, alle tematiche ambientali e alla sostenibilità. E proprio a quest’ultimo tema è stato dedicato il convegno di apertura di lunedì 10 agosto, incentrato sul consumo di pane e al recupero di quello avanzato il giorno prima. Per educare le nuove generazioni a non sprecare un alimento base come questo, il gruppo Donne Impresa Coldiretti Milano Lodi Monza Brianza ha realizzato un opuscolo con proverbi, ricette, aneddoti e una sezione in inglese. Nella giornata di martedì riflettori puntati sulle “minacce aliene” che mettono a rischio la biodiversità lombarda. Dieci quelli più pericolosi: si va dalla Popillia Japonica al Tarlo Asiatico, dalla vespa del castagno al pesce siluro, fino alla testuggine dalle orecchie rosse, e allo scoiattolo grigio nordamericano, senza dimenticare gambero della Louisiana, minilepre, diabrotica e nutria.

CAVIALE DA RECORD Tra le novità del settore agroalimentare Made in Lombardia presentate al Padiglione Coldiretti “NoFarmersNoParty” spicca il caviale prodotto in provincia di Cremona e precisamente a Pandino, che nasce da uno dei cinque allevamenti attivi a livello nazionale. Grazie a 30 tonnellate all’anno su 35 a livello italiano la Lombardia ha il record nazionale della produzione e anche quello delle esportazioni, con quasi il 90 per cento della produzione che prende il volo verso i mercati

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esteri. Mercoledì 12 agosto si è svolta la giornata dedicata ai dolci della tradizione lombarda: un appuntamento firmato da Terranostra Lombardia con la presenza di Iginio Massari, il re dei pasticceri italiani che ha proposto, attraverso alcune sue rivisitazioni, la mappa dei dolci tradizionali della Lombardia.

ECCO LE IDEE ANTICRISI Un settore, quello dolciario, che nella regione che ospita Expo 2015 sta vivendo un momento felice: secondo un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati della Camera di Commercio, negli ultimi cinque anni pasticcerie e gelaterie sono cresciute del 6,5 per cento. Giovedì 13 agosto è andato in scena lo show cooking con un agrichef pavese che ha svelato i segreti delle conserve della nonna, per riempire la dispensa in modo genuino e sicuro. Venerdì 14 spazio alle idee giovani anticrisi con la mostra dedicata alle innovazioni in vigna: dal vino con la polvere d’oro al balsamo degli angeli impreziosito da Swarovski fino alle gelatine di vino totalmente tracciabili grazie al QR Code, La settimana lombarda si è poi conclusa con l’appuntamento per eccellenza dell’estate italiana: il Ferragosto. Tra maxi anguriata e agrigelato, ai visitatori di Expo è stato offerto anche il panettone, per la prima volta sdoganato durante la stagione calda. Ogni giorno, poi, band musicali e gruppi folkloristici hanno allietato il pubblico dell’Esposizione Universale con balli e canti. Mentre i giovani agricoltori lombardi sono stati i protagonisti degli aperitivi a chilometro zero con salumi, formaggi e vini tipici.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

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ono stati centinaia i visitatori che al roof garden del padiglione Coldiretti, dal 3 al 6 agosto, hanno scoperto o conosciuto meglio l’Umbria, attraverso uno dei suoi caratteri più peculiari: il cibo. Ad aprire la settimana dedicata all’Umbria presso il padiglione Coldiretti (dopo la prima esperienza di giugno), i sapori e i profumi del territorio proposti dalle agrichef degli agriturismi “Il Podere” e “San Giovanni al Monte”. Inoltre, l’iniziativa “A tutta birra: tra la sacra e… il profano”, con la birra di ispirazione monastica dell’azienda agricola biologica “Monastero di San Biagio” sugli scudi, accompagnata da “Umbrino il panino”, realizzato solo con prodotti 100% made in Umbria. Da registrare il successo quotidiano per colazioni e merende in versione street food, con protagonisti i prodotti dell’Umbria, a cominciare da quelli del Gruppo Grifo Agroalimentare. La seconda giornata milanese è stata all’insegna di “Nella vertigine dell’olio umbro: sacralità, paesaggio, qualità”, una degustazione guidata sulle varietà d’olio extravergine umbre associate ad immagine sacre con paesaggio olivicolo, a cura di Giulio Scatolini presidente Aprol Perugia.

menti di Ingegneria e di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia. Il progetto è stato illustrato dalla professoressa Stefania Proietti presidente di Tree srl (spin off del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia che ha ideato il progetto), con l’intervento anche di Gloria Zavatta, Sustainability manager di Expo 2015. I risultati ottenuti dal progetto, secondo i quali producendo un litro di olio con tecniche sostenibili si sottraggono fino a 6 kg di Co2 dall’atmosfera, dimostrano la sostenibilità dell’agricoltura di qualità umbra.

In alto le bandiere

Tra olio e ambiente A completare il martedì dedicato all’oro verde, l’illustrazione del progetto “Eco2Olio” Carbon Footprint dell’olio extravergine d’oliva per una filiera sostenibile, che intende promuovere l’innovazione di processo, implementando tecniche e tecnologie ecocompatibili lungo la filiera olivicola-olearia. Realizzato in Umbria con il supporto del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, Misura 1.2.4, “Eco2Olio”, ha coinvolto varie aziende associate Coldiretti dell’area Dop, l’Aprol Perugia, l’Organizzazione di Produttori olivicoli aderente a Coldiretti e i Diparti-

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A valorizzare i vari eventi all’insegna dello slogan “L’Umbria nel Cuore” sono intervenuti gli Sbandieratori e tamburini di Città della Pieve, con esibizioni che hanno tenuto “alti” i vessilli Coldiretti, ma anche i “Briganti” di Umbertide, gruppo “folkumoristico” le cui performance canore hanno portato le tradizioni umbre, l’elogio dei prodotti della terra ed un pezzetto di “Ottocento” all’Expo. “Ceci, lenticchie e farro: il viaggio nel tempo” e un “Pasta Day, primi piatti a sorpresa con i sapori dell’Umbria”, le altre iniziative della seconda parte di settimana della delegazione umbra. A farne da “cornice”, le esibizioni musicali dell’Orchestra studentesca di Terni e il gruppo Sbandieratori di Gubbio. Questi gli imprenditori agricoli umbri Campagna Amica giunti a Milano con le proprie eccellenze: dai legumi e cereali dell’azienda La Valletta, ai vini delle aziende Brunozzi e Tili, dalle confetture e legumi dell’azienda Zappelli alla birra San Biagio, fino all’olio e ai prodotti di cosmesi di origine agricola dell’Agrisperanza.

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SPECIALE

SPECIALE

NUMERI DA RECORD PER LE MARCHE AD EXPO DALL’AGRISOCIALE ALLE OLIMPIADI DELLA FRUTTA Quasi settemila i visitatori coinvolti nella tre giorni di iniziative promosse da produttori ed agrichef Grande successo per i laboratori di orto e colori, approfondimento sul boom del welfare rurale

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ltre millecinquecento persone coinvolte nelle degustazioni a pranzo e cena, più altre 5mila che hanno preso parte alle “merennette” marchigiane, ai laboratori e alla distribuzione gratuita della frutta; 20 quintali tra pesche, susine e pere consumate; 100 chili di carne e altrettanti di salumi, 10mila arrosticini e 5mila fette di pecorino fritto, 1.200 bottiglie tra vini Doc, vino di visciola e vino cotto. È con questi numeri che va in archivio la tre giorni di Expo dedicata all’agricoltura marchigiana dal Padiglione Coldiretti. Dalle Olimpiadi della frutta all’agricoltura sociale, sono stati una cinquantina gli eventi organizzati per mostrare ai visitatori uno spaccato del territorio marchigiano. Al roof garden di Campagna Amica grandi protagonisti gli agrichef Giovanni Togni, Palmarino Losani, Giovanna Galanti e Giovanni Angeli, con le ricette del territorio, dalle tagliatelle al tartufo e ciauscolo all’oca arrosto, dagli arrosticini ascolani al formaggio fritto, che sono state graditissime dai visitatori, persino nonostante il gran caldo. Spazio anche all’agricoltura sociale, con la presentazione dei casi più innovativi di welfare rurale con la delegata regionale di Coldiretti Donne Impresa, Francesca Gironi, ma anche ai laboratori, che hanno spaziato dalla coltivazione web con Ortiamo di Cagli, all’orto più piccolo del mondo con Paolo Guglielmi e Irene Daino, dalla tintura con i peperoni ideata da Oasicolori di Massimo Baldini ai mandala di Federica di Luca.

Serra San Quirico è Italive Ma c’è stato anche il Comune di Serra San Quirico che ha presentato ad Expo le sue bellezze grazie al progetto Italive-Coldiretti per la riscoperta dei borghi

meno noti. Non sono mancate delle finestre su artigianato, tradizioni e antichi mestieri con la fisarmonica di Castelfidardo di Brandoni&sons, gli sbandieratori della Quintana di Ascoli, le retare sambenedettesi, il gruppo di saltarello Balcone di Cingoli, A rifornire i banchi delle degustazioni della migliore frutta di qualità sono state le aziende Fratelli Paolini di Valle Foglia, Paolo Gambini di Pesaro e Guido Spaccapaniccia di Montalto delle Marche, mentre a guidare le degustazioni è stato il gastronomo e sommelier Otello Renzi.Barbara Alfei, dell’Assam, ha invece insegnato a riconoscere il vero extravergine made in Marche.

SARTI, ARTISTI E CIBO: LA PUGLIA STUPISCE LA MULTIETNICA EXPO La settimana pugliese all’esposizione universale si è trasformata in una grande kermesse con gli interventi di Gianrico Carofiglio, le sculture commestibili, le filiere di pane ed abiti e il Formaggio Day

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oldiretti, anche ad Expo 2015, ha dimostrato di aver fatto superare all’agricoltura quella fase storica che fino a 15 anni fa ci vedeva già spacciati – ha detto il Presidente Nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, facendo gli onori di casa a Palazzo Coldiretti, nel corso della settimana della Puglia -. Ciò ha consentito di riaprire le nostre aziende ai consumatori, facendo crescere la nostra riconoscibilità e lo abbiamo fatto con la forza che abbiamo avuto di metterci la faccia, i prodotti ed il rapporto con i consumatori”. All’insegna di cibo, bellezza, arte, cultura la settimana della Puglia ad Expo2015, una settimana ricca di appuntamenti a cui hanno partecipato, tra gli altri, oltre al Presidente Nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo, Pietro Salcuni Presidente Nazionale degli Allevatori, Massimo Gargano, Presidente Nazionale Anbi, Alessandro Chiarelli, Presidente Nazionale Terranostra, l’Assessore regionale allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, il camiciaio dei re d’Inghilterra, Angelo Inglese, Francesco Divella dell’omonimo pastificio, Alessio Guglielmo di Jentu, l’allevatore del pesce in mare aperto, Aldo Reho, Presidente e Direttore del Consorzio Pane di Altamura DOP, Luigi Picerno e Pasquale Lorusso.

Il valore del buon cibo “Siamo estremamente soddisfatti per la riuscita di questi tre giorni – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante e il direttore Enzo Bottos – con il nostro padiglione preso d’assalto per le varie iniziative. Il segno che anche in una manifestazione grande e multipolare come è l’Expo i valori del buon cibo e del legame col territorio continuano a prevalere nei gusti dei turisti”.

Tra gusto e letteratura

Difendiamo i formaggi Dop Accesi i riflettori sulla filiera cerealicola da un lato per promuovere e tutelare il Pane DOP di Altamura, dall’altro per avviare un contratto di filiera tra Coldiretti ed il pastificio Divella che ha già aderito alla Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”. A Palazzo Coldiretti, durante la settimana della Pu-

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

glia ad Expo 2015, il camiciaio dei re d’Inghilterra, Angelo Inglese, ha illustrato i due progetti per la colorazione naturale dei tessuti con la giovane imprenditrice agricola, Serena Minunni di Conversano, presidente regionale dei giovani di Coldiretti. Dalla colorazione degli abiti al giallo che ha colorato Expo2015 per il ‘Formaggio Day’ occasione per parlare nuovamente del rischio polveri. “Giù le mani dal ‘canestrato’ pugliese, dal cacioricotta, dalla mozzarella e dalla burrata, dal ‘pallone di Gravina’, dal caciocavallo podolico dauno – ha detto ai consumatori/visitatori il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - solo alcuni dei 18 formaggi tradizionali e DOP di Puglia che rischiano di scomparire per colpa di quelli che chiedono all'Ue di produrre formaggio con la polvere di latte”. Gli agriturismi di Puglia hanno offerto la merenda a base di pane e marmellata, mentre il gruppo folkloristico ‘Impronte di Puglia’ ha organizzato mini stage di pizzica sul Cardo.

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D anza, musica, ma anche degustazioni letterarie con Gianrico Carofiglio, barese DOC, magistrato e scrittore. “Fino a pochi anni fa – ha dichiarato al Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - la Puglia era pressoché sconosciuta all’estero ed essenzialmente il successo odierno della nostra regione è proprio legato al cibo”. A chiudere la settimana della Puglia con un evento ad hoc a Palazzo Coldiretti, l’Apulia Land Art Festival ha fatto tappa alla Expo meneghina con un’istallazione commestibile realizzata dall’artista pugliese Cosimo Epicoco con Tiziano Mita, chef pasticciere.

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FONDAZIONE - Redazione FONDAZIONE - Redazione

LA NUOVA PAC METTE AL CENTRO LA FILIERA CORTA E LA BIODIVERSITÀ Qualità, prodotti locali e km zero acquisiscono sempre più importanza nelle politiche di sviluppo rurale. L’obiettivo è riequilibrare valore e peso all’interno del settore agroalimentare

Mercato di Santa Maria del Rovere – Treviso A Santa Maria del Rovere è stato inaugurato un nuovo mercato che si svolgerà in via sperimentale ogni giovedì mattina in Piazza Martiri di Belfiore fino al prossimo aprile. Un’iniziativa in collaborazione con l’amministrazione comunale di Treviso per dare spazio ai prodotti stagionali e a chilometro zero che sono così cari a Campagna Amica. Sono coinvolte una

decina di realtà locali con prodotti ortofrutticoli, carne di coniglio, pollo, maiale, uova, salumi, vino, formaggi, piante e fiori. Il consumatore che si recherà al mercato avrà così l’occasione di comprendere quanto sia importante poter aver chiara la provenienza dei prodotti che consuma. Inoltre si svolgeranno anche attività didattiche con i più piccoli che potranno in-

contrare e ascoltare direttamente gli agricoltori che spiegheranno il loro lavoro e le caratteristiche dei loro prodotti.

Cavalese (Tn) – La Fattoria di Campagna Amica “Spirit of Dolomites” Riccardo insieme ai suoi figli ha dato vita a un’azienda a carattere familiare che si propone di combinare tradizioni e modernità per riportare al centro la natura con le sue piante e le sue erbe officinali. Tutti i prodotti sono realizzati artigianalmente con estrema cura nella scelta dei materiali. Tra questi, i cuscini prodotti con il legno di cirmolo proveniente dalle

foreste incontaminate della Val di Fiemme. Le federe dei cuscini sono di puro cotone, mentre, per l’imbottitura, oltre ai trucioli di cirmolo, viene utilizzata lana merinos, piuma d’oca o pula di miglio. Consigliati per chi ha problemi di insonnia, dolori cervicali, sinusiti e raffreddori. Altro fiore all’occhiello dell’azienda sono gli oli essenziali.

Genova – Il Ristorante Campagna Amica nel piatto “Antica Ostaja” L'Antica Ostaja "la vostra locanda di famiglia" è un locale storico denominato "Vaschetta", luogo ideale dove gustare piatti prelibati della cucina genovese, a pochi passi dal centro città, nella Val Bisagno e in prossimità dell'uscita autostradale di Genova Est. La chef Elisabetta prepara con cura e passione i piatti. Insieme a lei, Salva-

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tore, Carola, Miguel e Corrado, la sua famiglia. Dalla più radicata tradizione ligure un mix di colori, forme, sapori e profumi compongono sequenze precise in cui i sensi possono cogliere ritmo e bellezza. Profumi e sapori del passato che si uniscono a quelli del presente creando dei gusti fuori dal tempo. Le materie prime, genuine

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a nuova politica di sviluppo rurale europea mette la Filiera Corta al centro di un ampio progetto di sostegno all’agricoltura. Da quest’anno quindi non sarà più solo un semplice strumento di sostegno come in passato, ma diventerà uno mezzo necessario allo sviluppo delle produzioni agricole. Nella Pac (Politica Agricola Comune), la Filiera Corta viene proprio inquadrata come strumento per “promuovere l'organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo”. Un ruolo determinante, dunque, che punta a “migliore integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali”". SOTTOPROGRAMMI DEDICATI La nuova Pac indica anche la strada per raggiungere questi obiettivi: “gli Stati membri possono inserire nei programmi di sviluppo rurale dei sottoprogrammi tematici, che contribuiscano alla realizzazione delle priorità dell'Unione in materia disviluppo rurale e rispondano a specifiche esigenze riscontrate, in particolare per quanto riguarda le filiere corte” (è uno dei punti indicati). Insomma, la Filiera Corta assume un ruolo primario e questo posizionamento nel sistema alimentare si può già considerare un importante traguardo per gli agricoltori, che si affermano in un nuovo e più giusto equilibrio di rapporti economici e relazionali, lungo la filiera. In questo modo gli le viene riconosciuto più valore per i prodotti e i servizi e allo stesso tempo si determina una “rete agricola” forte ed efficace in grado di presidiare le campagne, di contrastarne la desertificazione e la cementificazione, oltre a sviluppare il turismo rurale attirando nelle campagne sempre più persone. IL CONSUMATORE CI GUADAGNA Naturalmente chi beneficia a tutti gli effetti della filiera corta è il consumatore: prodotti sempre freschissimi e non manipolati industrialmente che permetteranno di riscoprire i sapori di una volta, origine certa e tracciabilità garantita; informazioni assicurate sui metodi di coltivazione e allevamento; racconto delle tradizioni, delle storie, delle ricette delle campagne che garantiscano la tutela della cultura dei prodotti e dei territori e che consentano di instaurare relazioni gratificanti tra cittadini e agricoltori. Indubbi anche i vantaggi per l’ambiente, visto che la Filiera Corta contribuisce attivamente alla tutela della biodiversità e alla riduzione dell’inquinamento: si usano pochissime confezioni e seguendo la stagionalità, e mangiando quindi a km 0, si emette meno Co2 nell’aria. Inoltre, la filiera corta può essere un valido strumento per generare pratiche sostenibili nella produzione, distribuzione e consumo, vedi i progetti che riguardano l’agricoltura biologica, la riduzione degli sprechi e l’utilizzo delle tecnologie a basso consumo energetico.

e di qualità, sono scelte nel territorio ligure e vengono trasformate in una evoluta cucina genovese, un mix calibrato di tradizione e modernità.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

Il presente articolo rientra nel progetto “La Campagna ti informa” cofinanziato dall’Unione Europea – DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come costituenti una presa di posizione ufficiale della Commissione Europea. ANNO VI - N°45 - 2015

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Toni De Amicis - FILIERA COLTA

LETTO PER VOI - Stefano Masini

LE DUE GUERRE DI GIAN CARLO CASELLI, PROTAGONISTA DELLA STORIA D’ITALIA Dalla lotta alla mafia alle Brigate rosse, il libro del magistrato ripercorre anni decisivi per il Paese Un impegno che continua oggi nell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare promosso da Coldiretti

L

e due guerre, edito da Melampo editore, di Gian Carlo Caselli si leggono tutto d’un fiato, essendo assai difficile interrompere una trama fluida e scorrevole di un racconto non solo del Paese e delle Istituzioni coinvolte quanto delle vicende e delle emozioni che hanno preoccupato e sconvolto – fino a riaprire la breccia alla speranza – successive generazioni, nel quarto di secolo segnato dalla prigionia del Magistrato Mario Sossi, primo clamoroso episodio di terrorismo degli anni ’70, al mandato palermitano di Procuratore capo della Repubblica dell’Autore, dagli anni ’90 sempre in prima fila nel contrasto alla criminalità organizzata. Una vita blindata quella del Procuratore ed esposta ad una serie di attentati progettati e descritti in dossier contenenti precise annotazioni su orari, spostamenti e abitudini: fortunatamente sventati dallo zelo degli agenti di scorta. Nel libro si ironizza sui nomi in codice delle operazioni “casella postale” ed “operazione autostrade”; ma l’isolamento descritto per ragioni di sicurezza rivela la testimonianza di una vera e propria guerra combattuta in trincea con soldati armati di mitra e pallottole in canna a difesa dell’incolumità di un magistrato di frontiera.

L’altra società Contro tutte le mafie Fatto sta che Caselli descrive come e perché lo Stato abbia saputo vincere la sua guerra al terrorismo, ma abbia poi accettato di perdere quella con

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stretto dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio, approvando le norme sui pentiti, sul carcere duro per i mafiosi, sull’associazione a delinquere, si è interrotto nel passaggio necessario dell’accertamento delle responsabilità dai mafiosi latitanti nelle campagne alla rivelazione dei legami e delle collusioni esterne. L’Autore denuncia che ci si è fermati ad undici metri dalla fine, senza tirare il calcio di rigore, dopo essere arrivati molto vicini a scoprire i legami con l’altra società: i vertici della criminalità mafiosa.

Gian Carlo Caselli Le due guerre Melampo editore pp. 160 15 euro

la mafia. Sul primo versante si sono ottenuti via via risultati decisivi anche se: “la vittoria vera contro il terrorismo arrivò dalle retrovie, cioè nel Paese, nel cuore e nella testa degli italiani” (pag. 36). Poi sono arrivati i pentiti, ma quando nel 1983 l’Italia potrà considerarsi fuori dall’emergenza il dialogo sociale aveva appunto minato le basi tanto delle Brigate rosse quanto di Prima linea. Diversamente, scrive l’Autore: “siamo stati a un passo dall’uscire anche dal <<emergenza mafia>> ma arrivati a un certo punto settori consistenti dello Stato hanno preferito non vincere la partita” (pag. 45). Il momento magico di unità nazionale, in cui tutto il Paese si era

Contro tutte le mafie Bisogna, però, intendersi: non è una sconfitta definitiva, tanto che occorre guardare ai fatti del presente senza che ci sia spazio “per la rassegnazione, l’indifferenza, il disimpegno, il riflusso, se non addirittura il trasformismo e l’opportunismo” (pag. 152). È con questa ostinata tenacia che Caselli ha ricominciato, allora, a combattere le mafie che avvolgono le vicende dell’agroalimentare attraverso la contraffazione e l’usurpazione del nostro patrimonio di identità, di valori ed opportunità di reddito per le imprese. Ma come a Torino nel 1976 e a Palermo nel 1993, anche oggi, alla guida dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare può tirare le fila per promuovere un efficace contrasto, tagliando i cordoni che legano marchi blasonati e criminalità del falso made in Italy. E questo, sarà, un altro capitolo e, forse, un’altra guerra da raccontare.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

Perché dobbiamo e possiamo crescere "produrre–trasformare–vendere direttamente" è La nostra formula VINCENTE

L'

aumento record delle vendite nelle piccole botteghe alimentari, con un balzo del 2,4% rispetto all’anno precedente – notizia del mese di settembre – è un dato che ci fa molto piacere e che segna finalmente un’inversione di tendenza che dall’inizio della crisi del 2008 ad oggi vedeva il commercio di vicinato soccombere nettamente nel confronto con la grande distribuzione. Questa notizia, confermata anche dall’analisi Coldiretti sul commercio al dettaglio, fa il paio con quella del “The Guardian”– una delle riviste più prestigiose a livello globale – che qualche tempo fa pubblicava in tutta evidenza un articolo dal titolo “The death of the american mall” (La morte dei centri commerciali americani), in cui si parlava della progressiva scomparsa del principale modello di commercializzazione al mondo – che dal secondo Dopoguerra fino agli anni 2000 ha imperato nella vendita beni e servizi – vero simbolo del benessere delle nostre società ad economia matura.

La crisi dei centri commerciali Nello stesso articolo si prevedeva, con dovizia di dati, che nel prossimo decennio, ne sarebbero chiusi tra il 20 e il 40% di quelli esistenti. L’economia Usa, come ben sappiamo, spesso anticipa di qualche anno le tendenze che poi si verificano anche da noi in Italia. Ed infatti già da qualche anno i nostri centri commerciali stanno evidenziando forti segni di crisi e non è un caso che la Gdo per essere competitiva si deve continuamente reinventare. Se queste due notizie le leghiamo a quelle che negli ultimi tempi parlano di crollo di vendite del così detto “Junk Food” (Cibo Spazzatura) – con in testa i loro simboli, McDonald e Coca Cola – capiamo che forse è davvero al tramonto la stagione del “Fast food” come offerta egemonica che schiaccia e marginalizza tutte le altre.

Crollano le vendite del cibo spazzatura

Cala la Gdo, crescono i mercati degli agricoltori

Un nuovo modello alimentare Ed infatti, non è un caso, che il modello alimentare che più si sta affermando in questi ultimi anni sia quello legato alla filosofia del “pensare globale-mangiare locale”, quello del kmzero, bio, tipico e comunque con un evidente legame territoriale. Il modello Campagna Amica risponde sicuramente a questa filosofia, perché con la formula “produrre–trasformare–vendere” con un proprio marchio agricolo affidabile, all’interno di una grande rete di punti vendita riconoscibile, già oggi riscuote un successo notevole, con oltre 10 milioni di consumatori che ogni anno scelgono di fare la spesa anche dentro il circuito commerciale.

Una rete sempre più grande Questo vuol dire in maniera molto evidente che per un canale distributivo distintivo ed originale come il nostro, si aprono spazi molto interessanti. Ma per diventare efficacemente una seria alternativa – un “terzo incomodo” tra i due colossi del mercato, rappresentati dalla GDO da una parte e dalla rete dei negozi di vicinato dall’altra – c’è bisogno che la nostra rete produttiva e commerciale cresca davvero, sia in quantità che in qualità. Sta a noi tutti il compito di rimboccarci le maniche e cogliere tutte le potenzialità che il nuovo scenario dei consumi alimentari ci prospetta.

ANNO VI - N°45 - 2015

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CAMPAGNA AMICA È LA PIÙ GRANDE RETE EUROPEA DI VENDITA DIRETTA

DEGLI AGRICOLTORI ITALIANI SEMPRE A PORTATA DI MANO

www.campagnamica.it


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