N. 30 - Dicembre

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Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del tribunale di Roma

NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA

Anno IV - N°30 - DICEMBRE

PRIMO PIANO

MONCALVO: “ETICHETTA CONTRO GLI INGANNI A TAVOLA"


Roberto Moncalvo - PRIMO PIANO

SOMMARIO Coordinatori regionali Valle d'Aosta Erik Verraz Piemonte Maria Chiara Bellino Lombardia Francesco Goffredo Veneto Luca Motta Trentino A.A. Barbara Battistello Friuli V. G. Vanessa Orlando Liguria Ester Perri E.Romagna Elisabetta Montesissa Toscana Simon Querci Umbria Silvia Zoppitelli

Marche Giordano Avenali Lazio Maurizio Ortolani Abruzzo Mauro Pasquale Del Ponte Molise Antonio Verratti Campania Alessandra Nobilione Basilicata Lino Sivolella Puglia Teresa Depetro Calabria Pietro Sirianni Sicilia Calogero Fasulo Sardegna Andrea Delogu

Contatti Via Nazionale 89/a 00184 Roma (Italy) Tel +39.06489931 redazione@campagnamica.it www.campagnamica.it IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma Editore e proprietario Fondazione Campagna Amica Direttore Responsabile Paolo Falcioni Coordinamento editoriale Massimiliano Paoloni Raffaella Cantagalli Redazione Silvia Bosco, Domenico Buono, Fabio Cagnetti, Ermanno Coppola, Pamela De Pasquale, Michele Errico, Marina Faraone, Alessandra Gioggi, Carlo Hausmann, Pietro Hausmann, Paola Mandrici, Rolando Manfredini, Stefano Masini,Claudia Migliardi, Sara Paraluppi, Daniele Taffon, Carmelo Troccoli PRODOTTO E IMBOTTIGLIATO PRESSO L’AZIENDA AGRICOLA XXX

Indagini a cura dell’istituto ricerche SWG S.r.l. sede legale via S.Francesco 24 34133 Trieste Tel +39.040362525 www.swg.it Stampa: Digitalia Lab, via G. Peroni, 130 – Roma Impaginazione: Studio Polpo Questo notiziario viene inviato gratuitamente a tutti gli aderenti alla rete dei Punti di Campagna Amica In copertina Delia Revelli, vincitrice dell'Oscar Green 2013 per la categoria Campagna Amica È consentita la riproduzione totale o parziale degli articoli, purchè venga citata la fonte Prima di gettare questo notiziario nella raccolta della carta, dallo a un amico interessato a conoscerci Fondazione Campagna Amica e Digitalia Lab adottano

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PRIMO PIANO - Roberto Moncalvo Moncalvo: “Etichetta contro gli inganni a tavola"

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FONDAZIONE - Redazione

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FONDAZIONE - Redazione

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LA BOTTEGA DEL MESE - Claudia Migliardi

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LA BOTTEGA DEL MESE - Fondazione

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IL MERCATO DEL MESE - Alessandra Gioggi

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FONDAZIONE - Giovanni Figliuolo

Maiali portati in Parlamento Gli agricoltori “ora adottateli”

In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero, venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero Made in Italy dal campo alla tavola e diventi operativa la legge che vieta pratiche di commercio sleale, tali da permettere di pagare agli allevatori e agli agricoltori meno di quanto essi spendono per produrre”. Sono queste le soluzioni per frenare l’invasione del finto made in Italy, esposte dal presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, assieme a oltre ventimila agricoltori e allevatori, nel corso della mobilitazione “Battaglia di Natale: scegli l’Italia”.

Nelle campagne bergamasche nasce il concept store rurale Arriva dalle Marche la prima Bottega Italiana mobile Le bontà di Campagna Amica arrivano sulla Riviera dei Fiori La tartuficoltura diventa “green” con l’esperienza dei vivai Azzato

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ORTI URBANI - Daniele Taffon

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TERRANOSTRA

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WWW.RIVISTADGA.IT

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FONDAZIONE - Redazione

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SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado FInardi

Orto amico in città, una guida per i sindaci dal “pollice verde”

“STIAMO SVENDENDO IL NOSTRO PATRIMONIO”

Agriturismo, la vera vacanza anticrisi

Dal Veneto alla Liguria, l’agri-sociale è ormai una realtà Renzo Arbore e la Lega del Filo d’Oro, un connubio trentennale Quello che l’etichetta non dice Domande e risposte per l’impresa

Stop a fondi pubblici per chi non valorizza il made in Italy

FONDAZIONE - Pietro Hausmann Continua il progetto Farenait Nuove opportunità per le aziende

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GIOVANI IMPRESA - Carmelo Troccoli

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LETTO PER VOI - Stefano Masini

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Il presidente della Coldiretti ha guidato la Battaglia di Natale contro l’invasione di prodotti stranieri pronti a diventare magicamente made in Italy a danno delle aziende agricole

Battaglia di Natale, al Brennero smascherato il finto Made in Italy

Moncalvo al Brennero

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Direttore Generale Toni De Amicis

MONCALVO: “ETICHETTA CONTRO GLI INGANNI A TAVOLA"

LE RESPONSABILITÀ DELLA COOPERAZIONE Ad aggravare la situazione il fatto che ad importare materie prime dall’estero siano spesso anche strutture cooperative agroalimentari, a danno dei loro stessi soci. “Costoro dovrebbero chiedere scusa ai veri cooperatori, agli agricoltori, ai cittadini ed al Paese, che tante risorse pubbliche ha concesso per obiettivi di valorizzazione del territorio che sono vanificati da questi comportamenti – ha denunciato il presidente della Coldiretti -. Purtroppo non si tratta di un caso isolato ma di un malcostume molto diffuso sul quale sarebbero dovuti intervenire già da anni in primis gli stessi rappresentanti del mondo cooperativo, senza aspettare che fosse reso pubblico dalla mobilitazione della Coldiretti al Brennero”.

Ecco gli Oscar Green 2013, l’innovazione parla giovane

Un bosco pieno di opportunità, ecco il manuale per coglierle

FILIERA COLTA - Toni De Amicis Riflessioni di metà percorso su Campagna Amica

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

Un’iniziativa che ha visto gli imprenditori agricoli manifestare al Brennero, a Reggio Emilia e a Roma per difendere aziende e lavoro e garantire trasparenza ai consumatori contro gli inganni a tavola. “Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy – ha sottolineato Moncalvo -. E gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. Stiamo svendendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute, poiché l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”.

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Redazione - FONDAZIONE

FONDAZIONE - Redazione

BATTAGLIA DI NATALE, AL BRENNERO SMASCHERATO IL FINTO MADE IN ITALY

MAIALI PORTATI IN PARLAMENTO GLI AGRICOLTORI “ORA ADOTTATELI”

Diecimila agricoltori e allevatori della Coldiretti al valico per fermare i tir di prodotti stranieri Dal latte polacco alle mozzarelle tedesche, scoperti gli inganni che fanno chiudere aziende e stalle

La Battaglia della Coldiretti è arrivata a Roma, dove gli allevatori hanno manifestato davanti a Montecitorio Presenti anche centinaia di sindaci, gonfaloni e amministratori, al centro un libro per raccogliere le adozioni

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ozzarelle provenienti dalla Germania e destinate alla Sicilia, latte proveniente dalla Polonia e destinato a Brescia, cagliate industriali per fare il formaggio provenienti dal Belgio e destinate a Verona, prosciutti provenienti dalla Germania e destinati a Modena. Sono solo alcuni degli "inganni" smascherati al valico del Brennero dalle migliaia di agricoltori della Coldiretti, guidati dal presidente nazionale Roberto Moncalvo, in collaborazione con le Forze dell'Ordine. Tra i tanti prodotti trasportati dai Tir che entravano nel nostro Paese i carabinieri dei Nas hanno prelevato dei campioni di prosciutti non timbrati sui quali fare delle analisi. L'inventario del "falso Made in Italy" stilato al presidio dalla Coldiretti per difendere l'economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che dopo aver oltrepassato le nostre frontiere vengono spacciate per italiane, conta anche piante olandesi dirette a Latina, fiori prodotti in Equador, transitati in Olanda e diretti in Veneto e in Toscana, patate tedesche destinate a un mercato ortofrutticolo della Sicilia.

BOOM DI IMPORTAZIONI DALL’ESTERO È impressionante la quantità di latte proveniente da Germania e Polonia e destinato a un'azienda di trasformazione bresciana: oltre 100.000 kg in poche ore. Un vero e proprio "furto" ai danni della provincia che rappresenta la “capitale” italiana della produzione di latte. Ma. a livello generale, dall’inizio della crisi ad oggi, le importazioni di prodotti agroalimentari dall’estero sono aumentate in

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I prosciutti fasulli

valore del 22 per cento, secondo un’analisi di Coldiretti relativa ai dati del commercio estero nei primi otto mesi del 2013. Questo ha generato una situazione in cui contiene materie prime straniere circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in

Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. Ciò ha contribuito a far chiudere in Italia 140mila (136.351) stalle ed aziende. di cui 32.500 solo nell'ultimo anno, con impatti devastanti sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini.

Battaglia di Natale, a Reggio per difendere il prosciutto tricolore NELLA FOOD VALLEY EMILIANA SFILANO GLI AGRICOLTORI A DIFESA DELLE STALLE In Emilia Romagna negli ultimi dieci anni hanno chiuso tre stalle su quattro. Gli allevatori di maiali dell’Emilia Romagna sono tra i più danneggiati dalle importazioni di carni suinicole e insieme con i colleghi di tutta Italia hanno lanciato “La Battaglia di Natale: scegli l’Italia” per tutelare coloro che acquistano prosciutti, salumi, costolette, credendo di mettere prodotto nazionale nel piatto, mentre così non è. Per difendere gli allevatori italiani dal finto made in Italy, in diecimila sono scesi in piazza a Reggio Emilia, che per un giorno è diventata la capitale del made in Italy.

Agli allevatori emiliano romagnoli, guidati dal presidente regionale e vice-presidente nazionale Mauro Tonello, sono venuti a dar man forte i colleghi di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana, mentre altri diecimila imprenditori agricoli da tutta Italia hanno iniziato un presidio al valico del Brennero per verificare camion frigo, autobotti, container e smascherare il made in Italy “tarocco” diretto sulle tavole italiane in vista del Natale all’insaputa dei consumatori per la mancanza di una normativa chiara sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

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er la prima volta migliaia di allevatori provenienti da tutte le regioni hanno portato i propri maiali davanti al Parlamento per chiedere alle Istituzioni di “adottarli” per salvare le stalle italiane, dopo che solo nell’ultimo anno sono scomparsi dal territorio nazionale 615mila maiali “sfrattati” dalle importazioni dall’estero per realizzare falsi salumi italiani di bassa qualità. L’iniziativa è stata promossa della Coldiretti nell’ambito della mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia”. A sostenere gli allevatori guidati dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo anche centinaia di Sindaci con i loro gonfaloni, parlamentari, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e della società civile e moltissimi cittadini. Al centro della piazza davanti Montecitorio un grande libro per raccogliere le domande di “adozione” dei maiali di cittadini e rappresentanti delle istituzioni che vogliono salvare il vero prosciutto italiano, assunto a simbolo della protesta.

della carne di maiale impiegata nei salumi, al pari di quanto è stato fatto con quella bovina dopo l’emergenza mucca pazza. Dalla stalla al salumiere trovano occupazione 105mila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, ora in pericolo. Insieme alle stalle e agli allevatori, a rischio di estinzione c’è una buona parte del patrimonio enogastronomico nazionale con i prelibati prodotti della norcineria nazionale dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, la cui produzione è calata del 10 per cento dall’inizio della crisi nel 2008.

“DA NOI SI FA SOLO ALTA QUALITÀ” La chiusura forzata degli allevamenti è stata provocata dall’impossibilità di coprire i costi di produzione per i bassi prezzi provocati dalle importazio-

ni dall’estero di carne di scarsa qualità per ottenere prosciutti da “spacciare” come Made in Italy per la mancanza dell'obbligo di indicare in modo chiaro in etichetta la provenienza. In Italia due prosciutti su tre oggi provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta, − ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, ricevuto al termine della protesta assieme al segretario nazionale Vincenzo Gesmundo dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Patroni Griffi −. È un inganno per i consumatori e un danno per gli allevatori italiani impegnati a rispettare rigidi disciplinari di produzione per realizzare carne di altissima qualità che non ha nulla a che fare con quella importata dove per l’alimentazione dei maiali si usano spesso sottoprodotti”. Un produttore durante la manifestazione

LA TRUFFA DEL PROSCIUTTO DI MONTAGNA Sul mercato è facile acquistare prosciutti contrassegnati dal tricolore, con nomi accattivanti come prosciutto nostrano o di montagna, che in realtà non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. Una situazione favorita dall’inerzia dell’Unione Europea che, nonostante gli allarmi sanitari, non intende ancora estendere con un regolamento l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza

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Fondazione - LA BOTTEGA DEL MESE

LA BOTTEGA DEL MESE - Claudia Migliardi

NELLE CAMPAGNE BERGAMASCHE NASCE IL CONCEPT STORE RURALE

ARRIVA DALLE MARCHE LA PRIMA BOTTEGA ITALIANA MOBILE

La Bottega Montizzolo inaugurata a Caravaggio propojne oltre 500 tipi di prodotti agricoli da tutta Italia Protagonisti i salumi, con il salame con la carta d’identità, lanciato dall’azienda della famiglia Merigo

L’agri-macelleria dell’impresa agricola Luzi porterà la carne di qualità nei mercati di Campagna Amica La struttura fungerà anche da salumeria da hamburgheria a base di carne prodotta nell’azienda vadese

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i chiama “Il Podere Montizzolo” e corona un’esperienza agricola lunga più di 60 anni. La Bottega di Campagna Amica recentemente inaugurata a Caravaggio è l’ultimo tassello di una realtà imprenditoriale avviata dalla famiglia Merigo, che nel corso degli anni ha coinvolto figli e nipoti e ora ha dato vita al nuovo punto vendita della rete di distribuzione diretta organizzata dagli agricoltori voluta e promossa da Coldiretti. Situato sulla strada Rivoltana al km 9,250, il Podere si affaccia direttamente sulla campagna della bassa bergamasca. Distese di mais e di cereali, con al centro la Cascina Montizzolo datata 1668 da cui è partito tutto il progetto, sono facilmente visibili dalle ampie vetrate dislocate sui 250 metri quadrati della Bottega, dove collocati su scaffali ed espositori dal design molto curato si trovano oltre 500 prodotti che rappresentano il meglio del patrimonio enogastronomico provinciale, regionale e nazionale: formaggi, pasta fresca e i casoncelli, ortofrutta, marmellate, miele, uova riso e farine, vino, carni, ma anche molto altro come ad esempio i cantucci toscani e le saponette all’olio d’oliva. Una vetrina delle eccellenze del Made in Italy di cui sono protagonisti assoluti i salumi della Cascina Montizzolo, con in prima linea il famoso salame con la carta di identità.

UN SOGNO CONCRETIZZATO “Con l’inaugurazione del Podere Montizzolo – hanno dichiarato i titolari Donatello Merigo, Gianmarco Merigo, Paolo Belloli e Gabriele Borella – abbiamo concretizzato un sogno cui stavamo pensando

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La Bottega di Caravaggio

da molto tempo. Dopo esserci impegnati per mettere a punto l’allevamento dei nostri 3mila suini e la produzione dei nostri salumi, abbiamo sentito il bisogno di disporre di un canale di vendita che rispecchiasse la nostra attenzione alla qualità e al legame con il territorio. Il circuito di Campagna Amica di Coldiretti ci è sembrato la riposta giusta alle nostre esigenze. Per questo abbiamo dato vita a un luogo dall’impostazione moderna, dove però si può respirare tutta l'atmosfera della vera tradizione contadina, tramandata di generazione in generazione e che nel tempo conserva la sua autenticità e genuinità”.

PRODOTTI DA DEGUSTARE SUL POSTO La Bottega di Campagna Amica di Caravaggio possiede anche una particolarità molto innovativa: oltre allo spazio dedicato alla vendita, curatissimo in tutti i dettagli e di grande impatto visivo, dispone di un’area multifunzionale che può ospitare eventi culturali ma che prossimamente verrà utilizzata anche come spazio per la degustazione agrituristica. Insomma, il

Podere del Montizzolo un vero e proprio “concept store rurale” dove è possibile non solo fare la spesa direttamente dal produttore, ma anche respirare le tradizioni che caratterizzano il mondo agricolo. Concepita per essere il luogo di acquisto ideale dove il consumatore finale può trovare, tutti insieme, i principi di genuinità, tracciabilità, stagionalità e un ottimo rapporto qualità prezzo, le Botteghe sono destinate a diventare uno strumento formidabile per le imprese agricole, cooperative, consorzi e anche privati. Grazie alla formula “dal campo alla tavola” su cui si basano, le arance della Sicilia ad esempio possono essere poste in “vendita diretta” nel cuore di Milano, mentre il Parmigiano Reggiano può essere acquistato nel centro di Roma anche se non è presente personalmente il produttore. E così per i vini, l’olio, i salumi, le conserve, le verdure e tutti gli altri prodotti dell’agricoltura che completeranno la gamma offerta in ogni bottega. Oltre alle Botteghe di Caravaggio e di Calcinate, in provincia di Bergamo la rete di Campagna Amica conta oltre 100 punti di vendita diretta e 9 mercati fissi.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

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na Bottega Italiana Mobile per portare carne di qualità nelle piazze e nei mercati di Campagna Amica. L’idea è dell’azienda agricola di Giannalberto Luzi, di Sant’Angelo in Vado, nell’alto Pesarese, e si tratta del primo esempio in Italia. Una vera e propria agri-macelleria mobile che sarà gestita da due giovani poco più che ventenni, William Luzi e Gianluca Aluigi. “Nella Bottega potremo preparare tutti i tipi di carne certificata, proveniente da capi di razza bovina Marchigiana e di Suino nostrano tipico – spiegano i due ragazzi – ma fungerà anche da agri-hamburgheria, grazie a un piano di cottura dove si potranno cucinare persino le bistecche, oltre che da salumeria tipica”. Proprio con la Bottega Italiana Mobile l’azienda vadese ha recentemente lanciato il suo agriburger, fatto con vitellone di razza marchigiana e suino nostrano tipico. In questo modo si è voluto aggiungere al gusto della carne bovina di razza marchigiana il sapore straordinario della carne suina prodotta con metodi tradizionali.

modo si riesce a garantire la massima qualità delle carni che vengono poi lavorate e trasformate in prosciutti, lonze, salsicce, salami e persino delle chicche come l’arista di maiale sottolio. Il tutto con la sola aggiunta di

ingredienti naturali (sale e pepe, niente conservanti) e di tutto il tempo necessario perché i salumi raggiungano il livello ideale di maturazione. L’altro fiore all’occhiello dell’azienda è la razza bovina Marchigiana. Un tipo di allevamento che Giannalberto Luzi ha contribuito in prima persona a recuperare e rilanciare, sia grazie al lavoro in azienda sia con l’impegno come presidente dell’associazione Bovinmarche con la quale ha lanciato per primo un sistema di tracciabilità elettronica della carne. Oltre che nella Bottega i prodotti vengono oggi commercializzarti nel circuito di Campagna Amica. Un innovativo impianto a biogas e uno fotovoltaico assicurano energia pulita per il fabbisogno dell’azienda.

La prima Bottega mobile

TRA SUINO TIPICO E RAZZA MARCHIGIANA Un ulteriore strumento per promuovere le tipicità del territorio all’interno della grande rete di vendita diretta degli agricoltori. I maiali, allevati secondo il metodo di una volta, vengono alimentati esclusivamente con cereali coltivati in azienda e ogm free e cresciuti per 12-13 mesi. In questo

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Mercato

Giovanni Figliuolo - FONDAZIONE

IL MERCATO DEL MESE - Alessandra Gioggi

di Campagna Amica

LE BONTÀ DI CAMPAGNA AMICA ARRIVANO SULLA RIVIERA DEI FIORI Bordighera, in piazza Eroi della Libertà, è stato inaugurato il primo mercato della provincia di Imperia Dopo il successo ottenuto i produttori hanno varato un calendario di degustazioni e iniziative

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il primo Mercato di Campagna Amica della provincia di Imperia e si svolge a Bordighera, il comune più a sud di tutta la riviera, noto per il suo clima, la sua bellezza ed il fascino dei suoi paesaggi. La cittadina è caratterizzata dalla presenza delle palme che qui trovano un ambiente ideale per crescere: un luogo che in passato ha affascinato famosi pittori, colpiti dagli aspetti esotici della vegetazione lussureggiante e dai colori e le luci del Mediterraneo, e che oggi mette in mostra anche le sue eccellenze agroalimentari. Si svolge ormai da un mese, il sabato mattina, in piazza Eroi della Libertà, davanti alla stazione dei treni di Bordighera e proseguirà per i prossimi sei mesi. I produttori agricoli aderenti alla Fondazione Campagna Amica garantiscono produzioni strettamente legate alla stagionalità,

Continua il successo della rete di vendita diretta, gazebo gialli simbolo del mangiar bene ecco perché è possibile trovare ogni settimana frutta, verdura, legumi, olio e olive, carne fresca, salumi, miele, conserve, piante e fiori.

PER UNA SPESA SOSTENIBILE I vantaggi per i cittadini consumatori che decidono di acquistare al mercato sono molti: la garanzia dell’origine del prodotto certificata da un preciso disciplinare di controlli, prodotti freschissimi e di stagione, all’insegna della salubrità e del gusto, senza mai dimenticare le buone regole di sicurezza ali-

Alto gradimento per il mercato di Bordighera

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mentare; la possibilità di scoprire, attraverso il rapporto diretto con il produttore, la storia, le tradizioni e la cultura del territorio; il giusto prezzo visibile con appositi cartellini, che indica anche l’origine. Il mercato di Campagna Amica si conferma un modo di fare spesa sostenibile e responsabile. I prodotti a km zero garantiscono basse emissioni di CO2, premiano l’ambiente e gli agricoltori che scelgono di rimanere a lavorare nel territorio, con conseguenti riflessi positivi sull’occupazione.

GLI AGRICOLTORI CI METTONO LA FACCIA Grazie alla vendita diretta è possibile incentivare un sistema che svolge un ruolo chiave per la tutela dell’ambiente, del territorio, delle tradizioni, della cultura, della salute, della sicurezza alimentare, dell’aggregazione sociale e del lavoro. Un contributo molto importante soprattutto in un momento economico difficile come quello che stiamo attraversando. I gazebo gialli sono ormai diventati un appuntamento fisso per i consumatori e dopo il successo delle prime settimane gli imprenditori agricoli hanno organizzato un programma di degustazioni fino a fine anno per rafforzare il rapporto fiduciario con la cittadinanza e per fare in modo che ciascun produttore possa promuovere le proprie eccellenze, raccontare le filiere di produzione delle loro tipicità, la loro storia e alle esperienze fatte per arrivare ad avere i risultati di oggi.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

LA TARTUFICOLTURA DIVENTA “GREEN” CON L’ESPERIENZA DEI VIVAI AZZATO

L’azienda lucana è oggi un esempio di impresa di successo che ha puntato su un’agricoltura sostenibile Le piantine certificate vengono coltivate seguendo buone pratiche ed esportate in tutte le regioni

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n comparto dell’agricoltura con un grado di sostenibilità che si approssima a quello degli ecosistemi naturali è rappresentato dalla moderna tartuficoltura. In vivaio si allevano piante forestali che non richiedono ingenti risorse energetiche per la climatizzazione. Le piantine micorrizate sono trasferite in piantagioni che richiedono lavorazioni minime, assenza di input chimici di qualsiasi tipo, in un contesto agro-ecologico che tende a riprodurre i processi naturali. La tartuficoltura consente la cattura della CO2 in modo durevole sia nel suolo che nella biomassa degli alberi. Inoltre - aspetto non secondario - non si usano piante o funghi geneticamente modificati (Ogm). L’esperienza e il lavoro di Domenico Azzato incarnano alla perfezione questo modello di agricoltura “green”. Nei “Vivai Azzato” a Satriano di Lucania (Potenza) si è scelto, infatti, di , il gestore dell’azienda inizia la messa in pratica di questi presupposti

Il tartufo "green"

applicando la costruire la filiera dal principi, abbandonando la raccolta dal selvatico e mettendo in piedi una produzione di piantine micorrizate.

DAL TERRICCIO AL MERCATO Dopo aver messo in pratica la tecnica della micorrizazione, Domenico investe anche in innovazione e ricerca, con la certificazione dei prodotti. Il riconoscimento più importante per l’azienda è oggi

quello proveniente da centinaia di agricoltori che producono il pregiato tubero in diverse regioni dopo aver impiantato tartufaie con le piantine prodotte dal suo vivaio. A questo si aggiunge il riconoscimento della Coldiretti, che premia l’azienda Azzato quale finalista nella categoria “stile e cultura d’impresa” nel 2010, nell’ambito del Concorso “Oscar Green”. Gli elementi di successo dei Vivai Azzato consistono essenzialmente nell’affermazione della sopravvivenza dell’imprenditoria tramite attività sostenibili per l’ambiente e le persone. Il consolidamento di tecnologie appropriate ha consentito la messa in opera di buone pratiche come la selezione delle sementi forestali, selezione di tartufi rigorosamente italiani, scelta di terricci appropriati, protocolli di micorrizazione efficaci e tecnica vivaistica senza trascurare i rapporti con il mercato, la ricerca e l’innovazione. Il tutto caratterizza, in termini di qualità e serietà professionale, i Vivai Azzato.

I FARMERS MARKET, LE AZIENDE AGRICOLE, GLI AGRITURISMI, LE BOTTEGHE, I RISTORANTI E LE COOPERATIVE IN VENDITA DIRETTA CHE AL MESE DI DICEMBRE HANNO ADERITO ALLA RETE NAZIONALE DELLE IMPRESE A MARCHIO “PUNTO CAMPAGNA AMICA” SONO

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ORTI URBANI - Daniele Taffon

ORTO AMICO IN CITTÀ, UNA GUIDA PER I SINDACI DAL “POLLICE VERDE” Campagna Amica ha realizzato una nuova pubblicazione rivolta agli amministratori pubblici per la promozione di spazi verdi dove i cittadini e le associazioni possono coltivare ortaggi e frutta Pagina I

ed interessare tecnici, politici e amministratori sul tema. Da parte nostra la Fondazione

e tutte le emanazioni di Coldiretti sono pronte a dare il loro contributo in termini di sostegno agronomico, comunicativo e divulgativo. La Fondazione Campagna Amica lo sostiene da tempo: la pratica dell’orticoltura urbana rende consapevoli i cittadini e li rivolge ad un consumo etico e responsabile. Ciò può favorire lo sviluppo del circuito della vendita diretta che con tanti sforzi portiamo avanti attraverso i punti di Campagna Amica. Per avere la pubblicazione si può scrivere ad ambiente@campagnamica.it o scaricarla dal sito www.campagnamica.it. Cittadini in un orto urbano

COMUNICAZIONE

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ERREPI

18-11-2013

Kit per Amministratori pubblici sul tema dell’orticoltura urbana

È

disponibile la nuova pubblicazione di Campagna Amica “Orto Amico in Città – kit per Amministratori pubblici sul tema dell’orticoltura urbana”. Dopo aver dato alcune linee guida agli imprenditori agricoli sul tema dell’orticoltura familiare in azienda e quindi l’affitto di lotti di terreno aziendale a privati cittadini, ci rivolgiamo ora ai comuni italiani. Il tema è davvero importante: Se da un lato esiste un’emergenza sociale che va affrontata con tanti strumenti tra i quali la pratica orticola è sicuramente uno dei più validi, dall’altra le nostre città hanno un problema di degrado che è sotto gli occhi di tutti. I fondi pubblici per la cura dei centri urbani spesso sono pochi, a volte mal gestiti e comunque va sottolineato che l’educazione dei cittadini nel rispetto della cosa pubblica è carente. Ebbene l’assegnazione di aree verdi a cittadini volenterosi può risolvere tutte queste problematiche avviando un circolo virtuoso che restituisce dignità ai luoghi e consapevolezza alla cittadinanza.

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Orto Amico in Città

The Ad Store Italia

UN VADEMECUM ALLE PROCEDURE All’interno della pubblicazione si trovano tutte le indicazioni di carattere progettuale, e le procedure amministrative con esempi e suggerimenti. L’obbiettivo della Fondazione Campagna Amica è di raggiungere tutti i grandi comuni italiani, le circoscrizioni ed i municipi al fine di informare

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in collaborazione con:

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


TERRANOSTRA - Alessandro Chiarelli

AGRITURISMO, LA VERA VACANZA ANTICRISI CON L’ASSOCIAZIONETERRANOSTRA SERVIZI ALL’AVANGUARDIA PER TURISTI E STRUTTURE

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angiare bene, stare all’aria aperta, godere della compagnia, spendere poco. In un periodo in cui è difficile trovare il benessere, gli agriturismi rappresentano una realtà sempre più preferita da chi vuole passare del tempo in compagnia di ciò che rasserena. Ed è una realtà in costante crescita, come dimostrano i dati Istat che indicano ormai in oltre 20 mila le strutture a disposizione di chi sceglie un luogo dove rigenerarsi per qualche giorno o anche solo per un pranzo o una cena. L’agriturismo viene anche preferito dalle donne che ritrovano e ricreano nel lavoro a contatto con il pubblico una dimensione familiare. È la Toscana la Regione con agriturismi a conduzione femminile: oltre 1.700 e a seguire l’Umbria con 583 unità. Complice il clima, è invece il centro-sud l’asse dell’ospitalità agrituristica con il 59,1% del totale nazionale degli alloggi autorizzati e il 64,6% dei posti letto: un sistema che crea economia, un circolo virtuoso che si basa sulle risorse esistenti che quindi rappresentano il valore aggiunto.

LE FERIE SONO “SOCIAL”

In questo contesto così variegato, chi sceglie questa forma di vacanza si basa soprattutto sui servizi che le strutture offrono. Ed ecco che Terranostra, l’associazione che raggruppa gli agriturismi Coldiretti è all’avanguardia anche nell’offerta di informazione. Basta pensare alle app per iPhone, iPad, Windows o il sito “terranostra.it”. Per i meno informatizzati c’è sempre la guida “Agriturismo” in vendita nelle principali librerie ed edicole della penisola e diffusa in occasione di mostre, fiere ed eventi. Per chi predilige i social, Terranostra è sia su Facebook sia su Twitter. Grazie a questo ampio servizio di scelta una volta individuato l’agriturismo preferito ecco che l’associazione di Coldiretti viene incontro con una serie di servizi resi possibili grazie alla rete di Campagna Amica che organizza e promuove i punti di eccellenza della filiera agricola italiana dal produttore al consumatore e a km con un occhio alla difesa del patrimonio ambientale grazie alle campagne per la difesa del patrimonio boschivo, o allo sviluppo dello

energie rinnovabili solo per citare due delle azioni che la distinguono.

Ah, Davvero?!

LA CARTA DELL’ACCOGLIENZA

Con la carta accoglienza gli agriturismi Terranostra assolvono anche ad una serie di compiti che tendono ad informare gli ospiti su tutti gli aspetti della struttura. Si impegnano all’uso ed alla vendita di prodotti aziendali, a km zero, nel rispetto dell’enogastronomia locale, stagionale e tradizionale, proponendo menù che ne utilizzano i prodotti. C’è anche un altro aspetto che non va sottovalutato e che riguarda l’accordo stipulato tra Creditagri Italia e il Gruppo Cariparma/Friuladria. L’accordo prevede un carnet di prodotti con formule di finanziamento che arrivano a sostenere fino al 100% delle necessità finanziarie dell’impresa agrituristica, nonché finanziamenti destinati alla ristrutturazione e alla manutenzione degli edifici. Quindi un credito legato ai progetti di sviluppo delle imprese agrituristiche, basato non sulle garanzie patrimoniali ma sul progetto imprenditoriale. Terranostra è un’associazione che tutela ogni aspetto del comparto garantendo benessere.

tutti i valori di campagna amica, tutti i vantaggi di terranostra in una sola tessera

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Gli agriturismo di Campagna Amica sono promossi da

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

i nostri valori Stagionalità per coltivazioni a pieno campo che non considera le produzioni in serra valgono e la frigoconservazione dei prodotti. tantissimo

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Stefano Masini - LETTO- PER VOI Redazione FONDAZIONE

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DAL VENETO ALLA LIGURIA, L’AGRI-SOCIALE È ORMAI UNA REALTÀ Sempre più Regioni legiferano per regolare un settore che rappresenta un'opportunità per le aziende Previste misure per riservare spazi nei mercati ai prodotti coltivati e concessioni di beni pubblici

C

he l’agricoltura sociale stia diventando finalmente un’opportunità concreta per le aziende lo dimostrano alcune recenti leggi regionali. In particolare, quella del Veneto (28 giugno 2013, n. 14 -Disposizioni in materia di agricoltura sociale) rappresenta un ulteriore esempio di disciplina legislativa regionale in materia di agricoltura sociale che si affianca alle esperienze di altre Regioni (ad esempio: Toscana, Marche, Abruzzo, Calabria) le quali, in assenza di un quadro normativo nazionale di riferimento, hanno in questi ultimi anni approvato apposite disposizioni in materia, con la finalità di inquadramento delle molteplici possibilità di valorizzazione delle risorse dell’impresa agricola. La legge in questione considera: agricoltura sociale: «l’insieme delle pratiche condotte secondo criteri di responsabilità etica e sostenibilità ambientale dagli imprenditori agricoli di cui all’art. 2135 c.c. e successive modificazioni che, in forma singola o associata, integrano l’attività agricola con almeno una delle attività, ovvero dalle cooperative e imprese sociali nonché da altri soggetti pubblici o privati, che coniugano l’utilizzo delle risorse dell’agricoltura con le attività sociali finalizzate a generare benefici inclusivi, a favorire percorsi abilitativi e riabilitativi, a sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate o a rischio di marginalizzazione nonché a promuovere lo sviluppo e la coesione sociale in ambito locale».

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ARRIVA LA FATTORIA SOCIALE Per fattoria sociale si intendono sia le imprese agricole, come definite dall’art. 2135 del codice civile e successive modificazioni, che svolgono le attività dell’agricoltura sociale e che risultano iscritte all’elenco di cui all’art. 5 della legge in esame; sia le imprese sociali, e i soggetti di cui all’art. 1, comma 5, della l. 8 novembre 2000, n. 328 «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali», a condizione che esercitino le attività di cui all’art. 2135, comma 2, del codice civile e risultino iscritte all’elenco sopra menzionato. L’art. 3 regolamenta talune modalità operative prevedendo, tra l’altro, che le attività relative alla agricoltura sociale siano attuate mediante gli strumenti di programmazione agricola e sociale e siano indirizzate ad interventi di inserimento socio-lavorativo di soggetti appartenenti a fasce deboli.

PRIORITÀ ANCHE NELLE MENSE Al fine di agevolare il ruolo e le funzioni delle fattorie sociali vengono individuate apposite misure di sostegno (art. 6), tra cui: la concessione alle stesse, nel rispetto delle normative vigenti, di beni del patrimonio regionale per favorirne l’insediamento e lo sviluppo; la possibilità di adottare misure volte a promuovere l’utilizzo di prodotti agricoli ed agroalimentari provenienti dall’agricoltura sociale, a parità di qualità del prodotto, nelle mense gestite dalla Regione, da enti, aziende ed agenzie regionali e dagli enti locali; la possibilità di riconoscere

quale titolo preferenziale per l’aggiudicazione di appalti pubblici di servizi o di forniture di prodotti alimentari l’utilizzo di prodotti agricoli ed agroalimentari provenienti dall’agricoltura sociale, a parità di qualità del prodotto; la riserva ai soggetti esercenti la vendita diretta di prodotti agricoli provenienti da agricoltura sociale di almeno il 5 per cento del totale dei posteggi nel caso di apertura di nuovi mercati al dettaglio in aree pubbliche o di sopravvenuta disponibilità di posteggi nei mercati già attivi; il riconoscimento alle fattorie sociali di titoli preferenziali nell’attribuzione delle provvidenze comunitarie, nazionali e regionali.

PIÙ OCCUPAZIONE E REDDITO Da segnalare anche la più recente legge regionale della Liguria (21 novembre 2013, n. 36 - Disposizioni in materia di agricoltura sociale) che promuove la multifunzionalità delle attività agricole, finalizzata anche allo sviluppo di interventi e servizi a carattere sociale da realizzarsi sulla base della legislazione sociale vigente, dei relativi atti di pianificazione, di altri atti di settore e volta a riconoscere all’agricoltura sociale valenza strategica per il possibile contributo allo sviluppo socio-economico dei territori rurali (art. 1). Nel perseguire queste le finalità la Regione favorisce lo sviluppo dei prodotti locali anche mediante l’ampliamento e il consolidamento della gamma delle opportunità di occupazione e di reddito.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

RENZO ARBORE E LA LEGA DEL FILO D’ORO, UN CONNUBIO TRENTENNALE INTERVISTA ESCLUSIVA AL POPOLARE SHOW-MAN TESTIMONIAL DEL PROGETTO PASTA DELLA BONTÀ PROMOSSO ASSIEME A COLDIRETTI E FONDAZIONE CAMPAGNA AMICA PER SOSTENERE LE PERSONE SORDOCIECHE Da tanti anni è testimonial della Lega del Filo d’Oro, com’è nata questa vostra amicizia?

Un modo semplice ed efficace per unire bontà e solidarietà. Nei mercati Campagna Amica aderenti è possibile ricevere, a fronte di una donazione minima, un kit con tre pacchi di pasta di grano duro 100% italiano, il tutto in un pratico shopper. Abbinato al kit un mini ricettario con la mia ricetta e quelle delle altre due testimonial, le carissime Marisa Laurito e Teresa Mannino.

Li conobbi trent’anni fa, grazie a un amico della musica, e da allora non ci siamo più separati. Quei bambini sordociechi che non potevano vedere, né sentire, né parlare, furono per me una scoperta, un nuovo mondo in cui entrare; io ero un “privilegiato”, uno che aveva fatto della comunicazione la sua fortuna, comunicazione che mancava ai nostri amici e che io posi come ragionale sociale in questa avventura.

Le attività della Lega del Filo d’Oro vanno avanti anche grazie all’aiuto di molti, che come lei credono nella mission dell’Associazione. Come giustifica questa solidarietà?

La solidarietà è una caratteristica dell’animo degli italiani. Abbiamo un animo buono e io l’ho scoperto quando sono diventato testimonial della Lega del Filo d’Oro. Noi italiani non lesiniamo i contributi quando crediamo in una causa e quella della Lega del Filo d’Oro è sicuramente una causa nobile. E non posso far altro che ringraziare tutti coloro che esprimono la loro solidarietà e che collaborano alla fortuna dell’Associazione; è grazie ai sostenitori, agli operatori, ai volontari e ai col-

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Che cosa rende “speciale” la Lega del Filo d’Oro e, se dovesse rivolgere un appello, in vista del traguardo dei 50 anni di fondazione dell’Associazione, cosa direbbe? laboratori che l’Ente ha potuto espandersi ed essere presente oggi in sette regioni d`Italia: Osimo (Ancona), Lesmo (Monza Brianza), Modena, Roma, Napoli, Molfetta (Bari) e Termini Imerese (Palermo).

Oltre ad essere testimonial dell’Associazione, lei ha anche aderito alla campagna di raccolta fondi “Pasta della Bontà”.

Da bravo testimonial, non potevo non far sentire la mia vicinanza all’operazione “Pasta della Bontà”, un’iniziativa di raccolta fondi a carattere nazionale che per il secondo anno consecutivo vede la Lega del Filo d’Oro al fianco di Coldiretti.

È l’utenza alla quale si rivolge a rendere unica e speciale la Lega del Filo d’Oro. È la sola Associazione in Italia ad occuparsi, dal 1964, di sordociechi e pluriminorati psicosensoriali. La stessa fondatrice, Sabina Santilli, aveva come sogno quello di unire con un filo prezioso il sordocieco al mondo esterno e negli anni questa mission è stata perseguita, con eccellenti risultati, grazie alla costruzione di strutture, alla formazione del personale e all’attenzione nei confronti degli utenti. E proprio perché negli anni la Lega del Filo d’Oro ha dimostrato qualità ed efficienza che bisogna continuare a credere e a donare.

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SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado Finardi

Corrado Finardi - SICUREZZA ALIMENTARE

QUELLO CHE L’ETICHETTA NON DICE DOMANDE E RISPOSTE PER L’IMPRESA IN QUESTA RUBRICA È POSSIBILE FARE SEGNALAZIONI O PORRE QUESITI SPECIFICI SULL’ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI IN UN FORMAT “DOMANDE E RISPOSTE” Le chiedo delucidazioni in merito al divieto di utilizzare la parola “Birra Agricola ”e/o“ Artigianale ”e“ birrificio Agricolo” sulle etichette della nostra birra fronte e retro. La questione mi è stata sollevata in un colloquio informale dal Direttore dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, ufficio di Milano, il quale sostiene che pur essendo la nostra una Società Agricola dal punto di vista fiscale, con iscrizione alla Camera Commercio (il 70% del malto utilizzato è di nostra produzione), non possa utilizzare tale dicitura perché la restante quantità di malto, luppolo e lievito non è prodotto in azienda e questo può provocare confusione al consumatore. Ho chiesto allora se l’Azienda fosse sanzionabile e la risposta è stata: “Avrei molta difficoltà a sostenerla”. Il dubbio rimane. Siamo Agricoli ma non possiamo dirlo?

La artigianalità produttiva, o la produzione di tipo agricolo, spesso vantate, rappresentano sicuramente un metodo di creare prima e comunicare poi valore al consumatore degno di apprezzamento. Il fiorire di modalità produttive alternativa e di piccola scala allora deve essere considerato un aspetto positivo del panorama agroalimentare nazionale, a patto di rispettare le norme (verticali e orizzontali) di produzione. E sempre a patto di non fuorviare o ingannare il consumatore. Una prima domanda cui è neces-

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Recentissima l’iniziativa piemontese per riconoscere uno status alla birra artigianale1. Come fare allora per vantare tale aspetto evitando sanzioni? Sembra utile scorporare e distinguere due aspetti per arrivare ad una soluzione che metta d’accordo controllori e produttori. PRODOTTO E IMBOTTIGLIATO PRESSO L’AZIENDA AGRICOLA XXX

sario rispondere è se la lavorazione della birra avviene come agricola o artigiana. Se cioè l’azienda agricola ha dovuto aprire una ditta artigiana per le attività di laboratorio. In tal caso, e con alcune accortezze, si può usare la menzione “birra artigianale”.

MENZIONE “ARTIGIANALE”

In primo luogo, sebbene la menzione “artigianale” non sia espressamente contemplata dalla normativa di settore, almeno come denominazione di vendita ufficiale – legge n. 1354 del 16 agosto 1962 e poi normativa del 1989, n.141 – , la diffusione di tale vanto è pressoché ubiquitaria e soggetta a interpretazioni divergenti anche da parte del personale incaricato ai controlli. Se infatti la menzione “birra artigianale” non è espressamente regolata, cionondimeno nemmeno è espressamente vietata (dalla normativa verticale). Il dibattito recente inoltre ha dimostrato una ampia sensibilità dei consumatori e delle istituzioni.

1° CASO: IMPRESA REGISTRATA NELL’ALBO DELLE IMPRESE ARTIGIANE (COME LABORATORIO DI LAVORAZIONE DELLA BIRRA)

Il primo aspetto da considerare ha a che fare con la normativa verticale, di settore. La birra può infatti definirsi in vari modi (light, doppio malto, birra speciale e birra analcolica inserite dal 1989…) ma “artigianale” non figura. Serve allora rifarsi alla norma quadro dell’artigianato, legge 8 agosto 1985, n. 443. Se l’obiettivo è quello di sottolineare la produzione artigianale, si può ovviare utilizzando la menzione “birra-lavorazione artigianale” oppure “birra-produzione artigianale” (sempre in retro etichetta), ma anche “birra artigianale” e ricorrendo non più alla normativa settoriale ma a quella orizzontale. Infatti, in base a disposizioni riferite alla dimensione aziendale in relazione al numero di dipendenti/fatturato (legge 8 agosto 1985, n. 4432, e circolare del Ministero delle Attività Produttive 10 novembre 2003, n. 1683) tale menzione può allora essere sensatamente utilizzata, a patto di non suggerire una qualità supe-

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

riore (ad esempio, “birra a lavorazione artigianale. Per un gusto migliore”). Alcuni orientamenti però prevedono che la artigianalità produttiva possa essere vantata solo da aziende iscritte all’albo delle imprese artigiane (art. 5 della stessa legge quadro sull’artigianato), configurandosi così una preclusione delle aziende agricole all’uso di tale claim. Tutto dipende dalla registrazione dell’azienda alla camera di commercio (se è registrata come azienda artigiana per il laboratorio o come azienda agricola). A scopo prudenziale, e stante l’incertezza in materia, si suggerisce di usare tali menzioni a debita distanza dalla denominazione di vendita in modo da non contrastare con la normativa verticale (ad esempio, in calce alla etichetta principale, e poi ripetendo il claim in retro-etichetta).

2° CASO: “BIRRA AGRICOLA”

Se si intende seguire l’altra strada, qualora ad esempio non si sia a tutti gli effetti una “azienda artigiana”, come fare per comunicare la provenienza agricola? La birra, intanto, è stata recentemente inclusa nell’elenco dei prodotti assimilati ad attività agricole connesse (decreto economia e finanze 17-06-2011). Può essere a tutti gli effetti considerata “birra agricola” la birra prodotta dalla azienda agricola stessa in locali propri e adiacenti o funzionalmente collegati all’azienda agricola stessa, con prevalenza di materie prime (malto, luppolo) proprie. Tale menzione in ogni caso non è da intendersi come “denominazione di vendita” (non prevista dalla normativa, legge n. 1354 del 16 agosto 1962) ma semmai come una ulteriore specifica da apporre separatamente a debita distanza dalla denominazione di vendita in modo da non contrastare con la normativa verticale (ad esempio, in calce alla etichetta principale, e poi ripetendo il claim in retro-etichet-

ANNO IV - N°30 - DICEMBRE

Cresce sempre di più il fenomeno d e i b i r r i fi c i ar t i g i an al i

ta). Inoltre, circa la ragione sociale del produttore–stabilimento, che per legge è obbligatorio indicare, si può sottolineare ulteriormente la specifica modalità produttiva, vedi: “prodotto e imbottigliato

presso l’Azienda Agricola X” oppure, qualora l’azienda non abbia i laboratori (caso più frequente) e si faccia svolgere una lavorazione in conto terzi, si può utilizzare la menzione “prodotto e imbottigliato per l’azienda agricola X nello stabilimento di Y” Poi, in campo di etichetta limitrofo, può essere utile sottolineare aspetti produttivi (“birra prodotta con orzo per almeno il 70% proveniente dalla azienda agricola X”), ma si deve essere in grado di dimostrarlo empiricamente di fronte ai controllori. Per questo aspetto allora, oltre a registri presenti (colturali, amministrativi) che dimostrano rese reali o presunte (anche deducibili sulla base della produzione storica), si possono trovare le modalità di utilizzo di tale indicazione. Valendo il criterio della prevalenza della produzione propria (51%) per la qualifica di agricolo, produttori agricoli che però comprano da fuori ed in via prevalente le materie prime per fare la birra non possono in senso stretto avvantaggiarsi di tale qualifica.

SPUNTI

Sembra comunque necessaria una sintonizzazione con le istituzioni per verificare, stante la incertezza su una materia non adeguatamente normata. Potrebbe di conseguenza essere utile sollecitare la predisposizione di linee guida sui controlli a livello nazionale. Sembra utile quindi sollecitare Ministero Sviluppo Economico e congiuntamente il Ministero Agricoltura circa il pronunciamento di orientamenti circa i claim evidenziati, e l’Icqrf per eventuali linee guida per i controlli. Al contempo, trovare una sintonizzazione con il Corpo forestale, che recentemente ha sanzionato diverse aziende effettivamente artigianali che utilizzavano la qualifica di “artigianale” affiancata alla birra.

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Pietro Hausmann - FONDAZIONE

CONTINUA IL PROGETTO FARENAIT NUOVE OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE Il 10 e 11 dicembre a Roma si è svolto l’atto conclusivo del concorso riservato alle imprese under 40 A sfidarsi per le sette categorie in lizza erano ventuno realtà d’eccellenza del Paese

P

er frenare la perdita di biodiversità nelle aree Natura 2000, un ruolo essenziale viene svolto dalle pratiche agricole tradizionali, che concorrono alla salvaguardia di molte specie rare e minacciate. In Italia nel secolo scorso esistevano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi sono meno di 2.000, di cui 1.500 a rischio. E negli ultimi 40 anni, nel mondo, sono scomparse circa 2000 razze animali di interesse zootecnico, e dal 1990 è andato perduto il 75% della diversità genetica delle colture agricole. Per questo è importante coinvolgere gli agricoltori, quali tutori del territorio nei progetti a difesa della biodiversità presente in queste aree. A partire da aprile 2013 ha preso l’avvio il ciclo di incontri con gli agricoltori presenti nei Siti Natura 2000 in ogni territorio regionale nell’ambito del progetto fa.re.na.it. Fare Rete per Natura 2000 in Italia, co-finanziato dal programma Life+ dell’Unione Europea, per rilanciare Rete Natura 2000 in Italia, e realizzato da Cts, in collaborazione con Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Regione Lombardia, Coldiretti e Comunità Ambiente.

ALLA SCOPERTA DEGLI EVENTI Gli eventi, dedicati agli imprenditori agricoli che vivono e operano nei Siti Natura 2000, si propongono i seguenti obiettivi: rafforzare le conoscenze sulle opportunità di sviluppo rurale legate a RN2000; rimuovere gli ostacoli culturali e di percezione negativa degli agricoltori nei confronti di RN2000.

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Le problematiche della gestione dei terreni agricoli vengono ampiamente trattate nella rivista gratuita quadrimestrale disponibile al link http://www.lamiaterravale.it/it.

UNO SPORTELLO DI CONSULENZA Nella Regione Lombardia, inoltre, sarà attivo fino al 31 maggio 2014 uno sportello di consulenza specialistica che svolge la sua attività secondo due modalità operative.

1) Sportello di consulenza on

Implementare la capacità di accesso agli strumenti finanziari per il mondo rurale in aree RN2000; diffondere l’opportunità di utilizzare l’assistenza fornita dallo sportello informativo farenait e dal portale web www.lamiaterravale.it. Per conoscere le date degli incontri è possibile consultare il sito www.lamiaterravale.it/it/ dedicato-agli-agricoltori/eventi-eseminari. Oltre a questi eventi, il progetto fa.re.na.it. mette a disposizione degli imprenditori agricoli un gruppo di esperti disponibile per 4 ore al giorno, per tre giorni alla settimana. Gli esperti sono contattabili telefonicamente, al numero 06 5806070, o tramite e-mail, all’indirizzo info@comunitambiente. it, o tramite il link http://www. lamiaterravale.it/it/dedicato-agliagricoltori/form-contatta-lesperto e rispondereanno a qualsiasi domanda inerente l’agricoltura all’interno delle aree Natura 2000.

demand: risponde alle domande via telefono, al numero 02/67.404.617, on line, infolamiaterravale@ersaf.lombardia.it, e direttamente presso l’ufficio dello sportello con sede c/o Ersaf via Pola 12, Milano, dove l’esperto è presente tutti i mercoledì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.00. Se necessario, in seguito a specifiche richieste potranno essere previsti sopralluoghi e consulenze in azienda.

2) Sportello informativo dinamico: per promuovere la realizzazione di interventi e progetti di sviluppo rurale mediante una migliore conoscenza delle opportunità per gli operatori agricoli legati a Natura 2000. Circa una volta al mese l’esperto sarà presente a livello locale (ogni mese in una differente località) e svolgerà attività di animazione e conoscenza direttamente sul territorio nei confronti delle amministrazioni locali o dei gruppi di interesse significativi o che ne faranno esplicita richiesta.

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GIOVANI IMPRESA - Carmelo Troccoli

La presentazione della fase finale dell'Oscar Green

ECCO GLI OSCAR GREEN 2013, L’INNOVAZIONE PARLA GIOVANE Assegnati a Roma i riconoscimenti del concorso promosso da Coldiretti Giovani Impresa sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio Ministero Politiche Agricole e di Expo 2015

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ino di giuggiole dell’Odissea, agrocosmetici alle stelle alpine, mobili rivestiti da fibra di fico d’India ma anche spugna di zucca, ragù di trota e il latte uht 100 per 100 italiano sono i vincitori del concorso “Oscar Green” 2013, il premio per l’innovazione dei Giovani della Coldiretti dei premi “Oscar Green” sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio Ministero Politiche Agricole e di Expo 2015. La cerimonia finale, svoltasi a Roma, ha visto la partecipazione del delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio, assieme a Guido Barilla (Presidente Barilla), Luca Palamara (Sostituto Procuratore di Roma), e Roberto Moncalvo (Presidente Coldiretti). Presente anche il professor Giorgio Marbach rettore dell’università Mercatorum, partner del concorso, che ha consegnato una borsa di studio per un anno gratuito al corso di Gestione delle imprese e management del turismo ad ognuno dei 18 finalisti.

GLI AGRIMOBILI, IL FICO D'INDIA DIVENTA OGGETTO DI DESIGN

Tanti gli esempi di aziende under 40 di successo presa a Marcello Rossetti che con la sua innovativa linea di agrimobili realizzati con la nobile fibra di fico d’india. Erano destinate alla discarica e rappresentavano un problema da risolvere per molti agricoltori le foglie di fico d'india da smaltire. Ma quella fibra resistente ha acceso una lampadina nella testa di Marcello che crea la prima linea di complementi d’arredo interamente rivestiti dalla fibra di questo particolare frutto che viene estratta dalle pale ancora verdi. Grazie alla cura nella lavorazione ed i trattamenti effettuati che garantiscono una assoluta resistenza nel tempo ciascun mobile risulta autentico ed inimitabile perchè le venature della fibra creano disegni e colori sempre unici. Nell'incantato centro storico di Lecce il punto vendita 'Sikalindi' è la gioia di turisti, curiosi e clienti provenienti da ogni parte del mondo.

DALL’ODISSEA NASCE IL PRIMO VINO DI GIUGGIOLE

Marcello Rossetti

Martina Buccolini

Essere lungimiranti paga e questa volta con un Oscar, quello della Coldiretti assegnato nella categoria Stile e cultura d’im-

L’Oscar green nella categoria Esportare il territorio se lo aggiudica invece la geniale idea di Martina Buccolini, idea che

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viene direttamente dall’Odissea, quella di produrre il vino di giuggiole, sulla scorta di quello assaggiato da Ulisse nell’isola dei lotofagi. Un vino che necessita di ben tre anni per essere realizzato ma in questo modo, il vecchio detto di sentirsi in un "brodo di giuggiole" prende forma e diventa realtà. Martina recupera anche frutti dimenticati con cui produce confetture, ma anche sott’olio e salse vendute in tutto il mondo, dal Giappone alla Svezia, dalla Germania al Brasile, di cui l’ultimo esempio è un condimento preparato riscoprendo le erbe di campo.

DALLA ZUCCA ALLA BELLEZZA, LA LUFFA MORBIDISSIMA SPUGNA DA BAGNO

Angelina Muzzu

LE MILLE VIRTÙ DELLA TROTA CHE CONQUISTA ANCHE I PIU’ PICCOLI

Delia Revelli

Per la categoria Campagna Amica l’Oscar va invece a Delia Revelli che alleva in acquacoltura un'ampia varietà di pesci d'acqua dolce, prima fra tutte la trota, sempre più ambita non soltanto in ambito nazionale. A pochissimi passi dalle vasche il prodotto è trasformato e confezionato ed ecco che nascono i filetti di trota affumicata, al moscato, grigliati, il paté di trota, il ragù di trota, il tonno di trota, le guance di trota e tanti altri che oggi fanno gola soprattutto ai bambini, per la gioia delle mamme e per la fortuna del territorio piemontese.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

E ancora nella categoria Ideando viene premiata il brillante modello imprenditoriale di Angelina Muzzu che in uno degli scorci più invidiati del pianeta, la Sardegna, riesce a ricavare dalla zucca una morbidissima spugna da bagno, la luffa, da abbinare piacevolmente alle sue creme idratanti, che nascono dalla natura e alla natura ritornano in una incredibile alchimia.

IL PRIMO LATTE UHT TUTTO ITALIANO, PRONTO A SFIDARE IL FRESCO

Enrico Bettoni e Pietro Pierani

Enrico Bettoni e Pietro Pierani invece conquistano l’Oscar green nella categoria In Filiera

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grazie al grande lavoro che la loro azienda svolge chiudendo interamente il ciclo del latte. Enrico e Piero producono infatti il primo latte Uht, buono, a lunga conservazione e di qualità, pronto a sfidare il fresco. Dalle stalle al supermercato il latte Uht “Voi” è il fiore all'occhiello del territorio. Una competizione leale basata sulla verità dell'origine, sulla qualità dei processi e sull'eccellenza del prodotto.

IL RICHIAMO DELLA STELLA ALPINA MI HA PORTATO AL SUCCESSO

riesce a far arrivare i suoi cosmetici realizzati con le erbe tipiche del territorio – dalla stella alpina, all’arnica fino al genepy – in ogni angolo del Bel Paese attraverso la pratica dell'E-shop.

DALL’ORTO PER TUTTI AL PROGETTO PER LA LEGALITÀ

Comune di Udine

Moira Donati

Comune di Rosarno

Nella categoria Non solo agricoltura non poteva non essere conferito l’Oscar Green della Coldiretti ad una realtà davvero speciale come quella di Moira Donati che, nonostante una promettente carriera non ha saputo resistere al richiamo della stella alpina del suo Trentino. Oggi Moira grazie alla sua straordinaria capacità di analisi del mercato, una spiccata visione futura e soprattutto la grande abilità con le nuove tecnologie,

E per finire la menzione speciale per Paese Amico viene assegnata, per la prima volta a parità di merito, al Comune di Udine dove negli spazi verdi degli orti urbani tutti fanno quadrato attorno all'orto e coltivano insieme le primizie di stagione e all’Istituto Pira di Rosarno dove la scuola rappresenta un’alternativa alla mafia ed è una opzione di riscatto. Aperto anche la domenica, l'istituto è un laboratorio per l'agricoltura del futuro.

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Toni De Amicis - FILIERA COLTA

LETTO PER VOI - Stefano Masini

UN BOSCO PIENO DI OPPORTUNITÀ, ECCO IL MANUALE PER COGLIERLE

RIFLESSIONI DI METÀ PERCORSO SU CAMPAGNA AMICA

Una guida completa alle materie di interesse forestale, dagli aspetti tecnici a quelli economici e giuridici per difendere un capitale umano, ambientale e sociale contro lo sterminio dei campi e degli alberi

UN BILANCIO DELL'ATTIVITÀ PORTATA AVANTI CON LA RETE DI VENDITA DIRETTA

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’idea di dare alle materie di interesse forestale la veste manualistica di una raccolta di tutte le discipline tecniche, economiche e giuridiche che concorrono a descrivere il concreto operare degli agenti e degli ufficiali del Corpo forestale dello Stato ha, nello svolgersi delle pagine e dei capitoli, una sua precisa e determinata connotazione: quella di esprimere, con semplicità e rigore, fatti, argomenti, notizie che sono tecnicamente utili e, nello stesso tempo, quella di argomentare, con insolita passione, il senso e la bellezza del protagonista di questa imponente narrazione e, cioè, il bosco. Sotto il primo profilo, la raccolta di una enorme mole di materiali e la relativa architettura editoriale rivelano, anzitutto, il merito di addestrare all’uso consapevole di un linguaggio di specialità (dalle nozioni di selvicoltura e dendrometria, al controllo dei tagli boschivi, agli illeciti e alle sanzioni) facendosi carico dell’applicazione di norme e definizioni ai casi pratici descritti con il prezioso ausilio di un repertorio di atti. È, però, il secondo profilo, quello della esposizione delle materie, a creare maggiore interesse: non soltanto per la selezione e precisazione di argomenti tradizionalmente esplorati (ad esempio: i beni forestali o gli incendi) ma, soprattutto, per la introduzione di nuovi: il commercio internazionale di legno di origine illegale o di specie animali e vegetali minacciate di estinzione.

UNA PAESAGGIO SFIGURATO Per continuare, così, a riflettere: come possiamo ridurre il biossi-

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pre più spesso è, però, sfigurato dalla crescita di abnormi periferie, infrastrutture, discariche che cancellano le relazioni tra città e campagna, deturpano l’identità dei luoghi, l’identità dei saperi.

VERSO UNA NUOVA ECONOMIA

Manuale forestale Nazario Palmieri Imago edittrice

do di carbonio nell’atmosfera e come possiamo compensare le emissioni di gas serra provocate dall’uso eccessivo di combustibili fossili? Come possiamo fornire maggiori habitat alla vita selvatica e alla biodiversità? Dobbiamo, in effetti, riuscire a comprendere che sono gli alberi a fornire la risposta a molte domande sul futuro della nostra società. E poiché, se riconosciamo il valore ambientale degli alberi dobbiamo piantarli e tagliarli, abbiamo, così, anche piena consapevolezza dell’importanza del Manuale, che non si limita a dire ai tecnici forestali “cosa” non devono fare ma, invece, “cosa” fare: perché più legno tagliamo, più alberi facciamo crescere e più territorio salviamo dal degrado idrogeologico. Nel nostro Paese il paesaggio si è formato, nel tempo, sotto il segno della bellezza, dell’armonia e della tecnica di una agricoltura e selvicoltura di qualità. Sem-

Contro lo sterminio dei campi e dei boschi è, allora, essenziale ritrovare una reale consapevolezza del capitale sociale che stiamo sperperando, ma anche avvertire l’urgenza di disporre di strumenti adeguati e prendere coscienza che difendere l’ambiente e difendere i diritti dei cittadini sono le due facce della stessa medaglia. Perché la sicurezza non è soltanto la funzione che è destinata a garantire l’ordine pubblico, ma anche la dimensione ambientale in cui trovano risposta i nostri bisogni. Quanti e con quale intensità sono, infatti, i fenomeni erosivi e alluvionali che minacciano ormai la nostra sicurezza? È, dunque, merito ulteriore del Manuale tradurre l’attualità di quelle riflessioni sulla necessaria sistemazione idraulico forestale in una prospettiva di nuova economia. È pacifico, infatti – e fanno bene gli autori a sottolinearlo – che la disciplina forestale riguarda l’uso dei terreni boscati non solo in quanto mezzi di produzione, ma in vista del perseguimento e del soddisfacimento dei bisogni ed interessi più generali della comunità: tanto che ereditiamo dalla tradizione il concetto di specialità del regime giuridico dei boschi. E questa specialità è anche lo specchio di quella insostituibile connotazione ambientale che svolge il presidio degli agricoltori anche nelle aree più remote e impervie.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

A

ll’inizio di questo nuovo anno e dopo quasi 5 anni di impegno e dedizione continuativi, possiamo dire di essere arrivati a metà del cammino che ci eravamo dati. C’è ancora molto da fare, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo, ma quello che abbiamo realizzato ha già un valore enorme per i nostri soci, la nostra Organizzazione e per i consumatori del nostro Paese. Siamo partiti nel maggio 2009 con un mandato forte: superare una concezione ancora troppo effimera del progetto Campagna Amica -essenzialmente una bella idea di comunicazione e marketing – per realizzare una grande Rete, di natura politico-economica, capace di dare risposte concrete a produttori e consumatori insieme.

QUELLA DOMANDA DI MADE IN ITALY

UNA REALTÀ MISURABILE

SOCIETÀ E POTENZIALITÀ

Con la nascita della Rete di Campagna Amica, oggi, possiamo dire di essere diventati una grande realtà, tangibile e misurabile, che grazie anche al grande lavoro del sistema Coldiretti, è diventata la Rete di imprese agricole in vendita diretta più grande d’Europa e che è riconosciuta, ormai ovunque in Italia, come sinonimo di “Filiera Corta Italiana”: 9.000 punti vendita, con centinaia di mercati e Botteghe di Campagna Amica, 20.000 produttori coinvolti complessivamente nel progetto, 30.000 giornate mercato realizzate in un anno in ogni angolo del nostro Paese, 10 milioni di consumatori che almeno una volta nell’anno hanno comprato prodotti Campagna Amica. Sono numeri, questi, che ci permettono di dire di aver realizzato una rete che è assolutamente unica e originale, basata su una serie di “format”commerciali pensati su misura per i nostri soci e per le nostre realtà organizzative.

Noi a quella domanda abbiamo saputo collegare un modello originale, basato sulla distintività delle nostre produzioni, sui nostri valori e con regole garantite per tutti: questa è stata la chiave del nostro successo. Un modello di produzione e di consumo in cui ognuno è stato chiamato ad assicurare correttezza ed è stato legittimato a ricevere opportunità. I risultati quantitativi di accredito alla nostra Rete, l’impatto nella società e gli indici di soddisfazione di consumatori e produttori (come ci riporta puntualmente il nostro “sondaggista”, Roberto Weber) ci dicono di essere sulla strada giusta. Una strada in cui questa Fondazione – come strumento al servizio della Filiera Agricola Italiana - deve diventare sempre di più il “motore propulsivo”, capace di intercettare le molteplici potenzialità che l’evolversi dei consumi e dei costumi della società, continuamente prefigurano per i nostri imprenditori agricoli.

ANNO IV - N°30 - DICEMBRE

All’inizio del cammino il percorso da fare non era proprio scontato.Abbiamo dovuto fare scelte non semplici né banali per realizzare una infrastruttura materiale ed immateriale che aveva oggettivamente le sue complessità, essenzialmente dovute: alla capillarità del territorio interessato, alla necessità di dover essere comprensibile, praticabile e credibile da tutti, alla necessità di essere sostenibile economicamente e leggera burocraticamente, alla necessità di essere riconoscibile per i consumatori e condivisibile per i produttori. Sapevamo che c’era nella società una forte domanda di Made in Italy, ma sapevamo, anche, che dovevamo corrisponderla con una offerta di prodotti agroalimentari seria.

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