N. 32 - Febbraio

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Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del tribunale di Roma

NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA

Anno V - N°32 - FEBBRAIO

PRIMO PIANO

MONCALVO: “ALL’EXPO PER RACCONTARE UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO”


Presidente Roberto Moncalvo Direttore Generale Toni De Amicis Coordinatori regionali Valle d'Aosta Erik Verraz Piemonte Maria Chiara Bellino Lombardia Francesco Goffredo Veneto Luca Motta Trentino A.A. Barbara Battistello Friuli V. G. Vanessa Orlando Liguria Ester Perri E.Romagna Maria Adelia Zana Toscana Simon Querci Umbria Silvia Zoppitelli

Marche Giordano Avenali Lazio Maurizio Ortolani Abruzzo Mauro Pasquale Del Ponte Molise Antonio Verratti Campania Alessandra Nobilione Basilicata Lino Sivolella Puglia Teresa Depetro Calabria Pietro Sirianni Sicilia Calogero Fasulo Sardegna Andrea Delogu

Contatti Via Nazionale 89/a 00184 Roma (Italy) Tel +39.06489931 redazione@campagnamica.it www.campagnamica.it IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma Editore e proprietario Fondazione Campagna Amica Direttore Responsabile Paolo Falcioni Coordinamento editoriale Massimiliano Paoloni Raffaella Cantagalli Redazione Silvia Bosco, Domenico Buono, Ermanno Coppola, Pamela De Pasquale, Michele Errico, Marina Faraone, Corrado Finardi, Alessandra Gioggi, Pietro Hausmann, Paola Mandrici, Rolando Manfredini, Giovanni Manfroni, Stefano Masini, Elisabetta Montesissa Sara Paraluppi, Daniele Taffon, Carmelo Troccoli In copertina: Maria Letizia Gardoni, nuovo presidente di Coldiretti Giovani Impresa

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SOMMARIO

MONCALVO: “ALL’EXPO PER RACCONTARE UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO”

PRIMO PIANO - Roberto Moncalvo “All’Expo per raccontare un nuovo modello di sviluppo”

FONDAZIONE - Redazione Dall’agritata al muratore bio, le nuove professioni dai campi

FONDAZIONE - Redazione Arriva la banca dati web che promuove il lavoro in campagna

Il presidente della Coldiretti denuncia il problema del falso Made in Italy e propone provvedimenti a costo zero per rilanciare il sistema paese partendo da quanto fatto in questi anni nel settore agricolo

LA BOTTEGA ITALIANA - Redazione La Bottega Italiana che piace ad agricoltori e architetti

FONDAZIONE - Elisabetta Montesissa

“Oggi contiene materie prime straniere circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori perché sulle etichette non è ancora obbligatorio indicare sempre la provenienza delle materie prime impiegate”. Lo ha dichiarato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo al Forum internazionale del Made in Italy organizzato dallo studio Ambrosetti nel Principato di Monaco nel denunciare che “gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”.

Expo tour: ecco le dodici tappe per le olimpiadi del cibo

FONDAZIONE - Redazione Il buon olio fa spettacolo con il cooking show nei mercati

CONSIGLI PER LA VENDITA - Redazione Dove aprire un punto vendita? I segreti per la scelta giusta

ORTI URBANI - Daniele Taffon Con il kit del contadino Giò rinasce la passione per l’orto

INSERTO SPECIALE Breve guida per muoversi nel mondo degli orti

FONDAZIONE - Daniele Taffon Diritto al cibo, la campagna risponde all’appello del Papa

GIOVANI IMPRESA - Redazione La Gardoni eletta nuovo leader di Coldiretti Giovani Impresa

GIOVANI IMPRESA - Giovanni Manfroni I giovani cervelli che restano puntano sull’agricoltura

FATTORIE DEL SOLE - Luisa Daidone Energie rinnovabili nei campi, nuova frontiera del fare impresa

Il presidente Moncalvo

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Roberto Moncalvo - PRIMO PIANO

Basta con l’import di prodotti che diventano "magicamente" italiani perché manca l'origine in etichetta QUELLO CHE STIAMO PERDENDO

PERSONAGGI - Giovanni Manfroni Gualtiero Marchesi Il “papà” della cucina italiana scommette tutto sull’origine

“L’Expo – ha continuato Moncalvo – rappresenta l’occasione per raccontare l’eccellenza di un modello di sviluppo che è partito dall’agricoltura e che investe tutto l’agroalimentare. La sfida vera è cosa fare da qui all’Expo, andando a vedere cosa già oggi stiamo perdendo in termini di posti di lavoro e possibilità di futuro a causa dell'italian sounding di matrice italiana, alimentato quotidianamente dalle importazioni di prodotti agricoli dall'estero che diventano "magicamente" Made in Italy a causa della mancanza dell'origine in etichetta.

SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado Finardi Quello che l’etichetta non dice: domande e risposte per l’impresa

LETTO PER VOI - Stefano Masini L’utilità dell’inutile, i valori che il mercato non cancella

FILIERA COLTA - Toni De Amicis Con Campagna Amica cresce la cultura della correttezza

COMPLETARE LE NORME A METÀ

Stampa: Digitalia Lab, via G. Peroni, 130 – Roma Impaginazione: Studio Polpo Questo notiziario viene inviato gratuitamente a tutti gli aderenti alla rete dei Punti di Campagna Amica È consentita la riproduzione totale o parziale degli articoli, purchè venga citata la fonte Prima di gettare questo notiziario nella raccolta della carta, dallo a un amico interessato a conoscerci

Fondazione Campagna Amica e Digitalia Lab adottano

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Abbiamo alcune norme attuate a metà, come quella sull’etichettatura e la legge salva-olio che rappresentano un elemento fondamentale per capire cos’è il vero agroalimentare Made in Italy. Dobbiamo fare in modo che l’Expo sia l’occasione in cui come sistema Paese dimostriamo di avere già fatto quelle poche ma importanti azioni, che peraltro hanno costo zero per il governo, che ci consentano finalmente di portare avanti il vero Made in Italy che – ha concluso Moncalvo – è quello che coinvolge al filiera agroalimentare a 360 gradi a partire dall’agricoltura e dai territori”.

I FARMERS MARKET, LE AZIENDE AGRICOLE, GLI AGRITURISMI, LE BOTTEGHE, I RISTORANTI E LE COOPERATIVE IN VENDITA DIRETTA CHE AL MESE DI FEBBRAIO HANNO ADERITO ALLA RETE NAZIONALE DELLE IMPRESE A MARCHIO “PUNTO CAMPAGNA AMICA” SONO:

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FONDAZIONE - Redazione

Redazione - FONDAZIONE

DALL’AGRITATA AL MURATORE BIO LE NUOVE PROFESSIONI DAI CAMPI

ARRIVA LA BANCA DATI WEB CHE PROMUOVE IL LAVORO IN CAMPAGNA

Nonostante crisi e disoccupazione stanno nascendo esperienze innovative su tutto il territorio C’è chi realizza mattoni di paglia e chi tinge tessuti anallergici, fino a chi coltiva la canapa

Il portale favorirà l’incontro tra domanda e offerta, con benefici per le aziende agricole e i giovani Il sistema sarà accessibile in ogni sede e sportello della Coldiretti con l’assistenza di personale

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all’agritata all’agriscultore, dal muratore ecologico all’erborista 2.0, dal tutor dell’orto in città al tintore naturale di tessuti anallergici, dall’affinatore di formaggi fino a chi ha recuperato la canapa in tutte le sue molteplici possibilità di impiego, sono queste alcune delle nuove figure professionali che, nonostante crisi e disoccupazione record, sono nate e si sono affermate. Vediamo alcuni esempi concreti, “replicabili” negli ambiti territoriali più diversi.

L’AGRITATA C’è chi, come Sara Beccaria di Montelupo Albese in Piemonte, ha deciso di diventare un’agritata ed accogliere nella sua azienda bambini dai 3 mesi ai 3 anni, seguendo un progetto pedagogico specifico che porta alla riscoperta della natura, della stagionalità e delle eccellenze dell’agricoltura italiana, in collaborazione con i genitori.

IL MURATORE ECOLOGICO Mirko Raguso di Gravina in Puglia, invece, ha deciso di diventare un muratore ecologico sperimentando con successo la prima mattonella di paglia. Partendo dal riutilizzo di scarti dell’agricoltura, Mirko realizza un prodotto tecnologico e innovativo costituito da un sistema di coibentazione di ridotte dimensioni, che riescono a garantire le più elevate prestazioni energetiche previste dalle vigenti norme di legge.

L’AGRISCULTORE E ancora Luca Romiti di Pistoia è diventato un agriscultore attraverso l’arte topiaria, capace di trasformare la natura in scultura.

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Tornano attuali mestieri antichi come erborista e potatore Con piccoli e semplici attrezzi del mestiere, il maestro topiario crea meravigliose sculture viventi. Dal primo innesto fino alla scultura passano circa tre anni, ma queste opere continuano a vivere e ad essere modellate.

IL TINTORE NATURALE Daniela Carofiglio di Casamassima in provincia di Bari, invece ha scelto di diventare un tintore naturale di tessuti anallergici, utilizzando al meglio i prodotti della sua azienda agricola: ortaggi, frutta e piante tintorie. La gamma dei suoi prodotti con cui colora in modo del tutto naturale i tessuti è estremamente variegata.

di misura standard 60x40cm ed è fornito di terriccio certificato bio, humus per fertilizzare, telo anti alga, piantine o semi a seconda dell’occorrenza, ma anche di attrezzature e materiali necessari.

L’AGRIERBORISTA Salvatore Satanassi a Quarto di Sarsina in provincia di Forlì-Cesena, invece, è un bravissimo agrierborista. Nella sua azienda produce circa 250 specie di piante officinali e aromatiche con cui vengono preparati oltre 1000 manufatti erboristici di qualità. In contemporanea alle erbe officinali Salvatore pianta anche tanti alberi non solo validissimi per lenire e bonificare il paesaggio e l'ambiente, ma anche per utilizzare le gemme dei loro frutti per ottenere molti macerati glicerici.

LA RISCOSSA DEL POTATORE

Federica Ioanna di Biccari in provincia di Foggia ha deciso di abbandonare il suo lavoro da veterinario per diventare affinatrice di formaggi trasformandosi in un abile mastro casaro che concia i prodotti con spezie, aromi e gustosissime miscele per farli diventare unici e straordinari.

E ancora Daniele Mandarello nel Lazio ha finalmente realizzato il proprio sogno rispolverando un antico mestiere che oggi sta ritornando prepotentemente di moda, quello del potatore. Per svolgere questa professione non è, tra l’altro, richiesto un titolo di studio specifico, ma occorre frequentare un corso di formazione professionale e affiancare un potatore esperto mentre lavora.

IL TUTOR DELL’ORTO

LA CANAPA DA MANGIARE

Fabio Bizzarri in Toscana ha scelto invece di diventare un vero e proprio tutor dell’orto, collaudando con grande successo il suo primo kit per realizzare in poco spazio un piccolo orto fuori suolo adattabile a tutte le situazioni abitative, a casa come a scuola, anche in assenza di un giardino. Il “pacchetto” è costituito da bancali in legno

E infine Pasquale Polosa in Basilicata ha deciso di intraprendere una nuova strada e di coltivare canapa a fini alimentari. Dalla spremitura a freddo del seme ricava olio e farina, dalla trasformazione della farina diversi prodotti, dai biscotti al pane, dalla pasta al cioccolato e altro ancora. Tutti con proprietà benefiche riconosciute.

L’AFFINATRICE DI FORMAGGI

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

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rriva la prima banca dati per promuovere il lavoro in campagna e consentire l’incontro tra domanda e offerta, favorendo aziende agricole e giovani che vogliono impegnarsi in agricoltura. La presentazione è avvenuta nel corso dell’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti durante la quale è stato aperto il portale realizzato dalla Coldiretti, che ha già “incassato” il via libera del Ministero del Lavoro. Il dicastero ha, infatti, concesso l'autorizzazione all’esercizio dell’attività di intermediazione, fondamentale per consentire il collegamento alla Borsa Nazionale del Lavoro. Il sistema opera attraverso un apposito sito web nazionale nel quale verranno acquisite, archi-

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Lavoro in Campagna

ANNO V - N°32 - FEBBRAIO

Il Ministero ha dato l’ok all’attività di intermediazione viate e rese disponibili in forma pubblica tanto le richieste di manodopera delle imprese che i curricula e le disponibilità dei lavoratori.

SERVIZI ALLARGATI ALLA FAMIGLIA Il servizio peraltro non si limita comunque all’impresa, ma è rivolto anche al sistema della famiglia che potrà essere assistito nella ricerca di colf o badanti, al giovane che ricerchi la possibilità di effettuare uno stage aziendale, allo studente a caccia di un’occupazione durante

il periodo delle vacanze estive o invernali attraverso un’offerta di lavoro occasionale accessorio (voucher) e al pensionato che voglia integrare il proprio reddito da pensione sempre tramite i buoni lavoro. Lo strumento informatico sarà accessibile presso ogni sede e sportello territoriale della struttura Coldiretti con personale qualificato che provvede anche a rendere un vero e proprio servizio di accompagnamento ed assistenza a imprese e lavoratori, sia nel compito di caricamento e aggiornamento dei dati, sia soprattutto nella vera e propria fase di incontro tra domanda ed offerta di lavoro.

MONCALVO: “IN AGRICOLTURA C’È LAVORO” È infatti previsto che tale fase di incontro tra impresa e lavoratori non sia gestita in automatico dal sistema, ma sia accompagnata e guidata dai servizi Coldiretti che provvederanno a segnalare all’impresa l’esistenza nell’archivio del sistema web di candidature compatibili con le necessità espresse provvedendo, se di interesse dell’impresa, ai necessari contatti con i candidati. “Si tratta di una risposta concreta alla domanda di agricoltura di un numero crescente di giovani (e non solo) che desidera fare una esperienza di lavoro in campagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “in agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione lontano dalla città”.

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Elisabetta Montesissa - FONDAZIONE

LA BOTTEGA ITALIANA - Redazione

LA BOTTEGA ITALIANA CHE PIACE AD AGRICOLTORI E ARCHITETTI

EXPO TOUR: ECCO LE DODICI TAPPE PER LE OLIMPIADI DEL CIBO

Nel capoluogo abruzzese c'è un negozio di prodotti agricoli di qualità dalla doppia anima Il meglio delle produzioni abruzzesi e pugliesi e serate di degustazioni a tema sono i punti di forza

È partito da Brescia il calendario di iniziative promossodi Coldiretti e Campagna Amica in vista della kermesse milanese, dal riso alla zucca, dal salame al vino, i prodotti del territorio diventano protagonisti

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a Bottega Italiana di Pescara ha due anime, una legata al mondo agricolo e l’altra all’architettura. Sono architetti due dei quattro soci, e due di loro hanno anche un forte legame con la terra. Sono, infatti, figli di un imprenditore agricolo foggiano che gestisce un Punto Campagna Amica dove vende frutta e verdura coltivate nella sua azienda. “Il bello di questo lavoro – dice uno di loro, Luca Damiani – è che ci mettiamo la faccia. Non soltanto perché stiamo noi fisicamente in negozio, ma perché teniamo ad avere un rapporto personale sia con i clienti, sia con i fornitori che andiamo a visitare in azienda per vedere come nasce ogni singolo prodotto. Ci piace fare cultura del buon cibo e la trasparenza totale è la nostra filosofia”.

IL PANE DI GRANI ANTICHI Nell’assortimento delle merci all’interno del negozio Puglia e Abruzzo si intrecciano nell’offerta di tipicità legate al territorio. In bottega c’è parecchio da scegliere: oltre al fresco, si possono trovare salumi e formaggi aquilani, riso, pasta fresca, farine, vini, oli, pane di carosella e di solina (due antiche varietà di grano), biscotti, marmellate e succhi di frutta al 100% (senza acqua, né conservanti), sottoli. Manca giusto la macelleria, anche se è comunque possibile prendere dal banco frigo carni bianche già tagliate e confezionate. I clienti della Bottega Italiana di Pescara vengono spesso “coccolati” e incuriositi con degustazioni, sia nel normale orario di vendita

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I soci della Bottega: Antonella e Giuseppe Sammarco, Luca Damiani e Gisella Di Clerico

che con serate a tema e happy hour. Del resto, l’ambiente curato e accogliente mette voglia di trat-

tenersi in negozio e farsi tentare da qualche nuova prelibatezza della filiera corta.

L’osteria dei Templari sposa il km zero IL RISTORANTE FORLIVESE È ENTRATO NEL CIRCUITO DI CAMPAGNA AMICA Era il 29 settembre del 1995 quando a Forlì, dopo settecento anni, riapriva i battenti l’antico “hospitale” di San Bartolo dei cavalieri Templari, uno dei tanti luoghi di ristoro per pellegrini che i leggendari cavalieri avevano disseminato lungo la via che dall’Europa portava a Gerusalemme. Oggi “La Casa Rusticale dei Cavalieri Templari” è un’osteria a km zero inserita nel circuito dei ristoranti Campagna Amica nel piatto. E qui lo chef è donna,

anzi tre volte donna: Piera, Licia e Lucilla propongono una cucina nata e sperimentata “in casa”, legata al territorio, tradizionale con rivisitazioni, con l’inserimento di piatti e profumi regionali, che privilegia la stagionalità la qualità delle materie prime. Il loro motto è l’augurio che troviamo scritto sui menu: “Che il piacere della tavola possa contribuire a migliorare la qualità della vita e rasserenare lo spirito”. Per info: www.osteriadeitemplari.it

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n tour del gusto all’insegna di Expo. È partito il 22 febbraio da Brescia per poi proseguire in ogni capoluogo di provincia con l’obiettivo di parlare alla gente, attraverso i volti e i prodotti degli agricoltori, dei temi della grande esposizione internazionale, che si aprirà a maggio 2015. In tutte le città le aziende della Coldiretti porteranno i Mercati di Campagna Amica con i migliori prodotti del territorio regionale. L’iniziativa nasce da una collaborazione fra Coldiretti Lombardia, Regione e società Expo. Oltre a quella di Brescia, le altre tappe sono: il 23 marzo a Bergamo, il 12 aprile a Pavia, il 18 maggio a Milano, il 15 giugno a Como, il 5 luglio a Monza, il 14 settembre a Mantova, il 5 ottobre a Lecco, il 23 novembre a Cremona, l’11 gennaio 2015 a Sondrio, il 22 febbraio 2015 a Lodi e il 15 marzo 2015 a Varese.

GLI AGRICOLTORI CI METTONO LA FACCIA In ogni città, le decine di agricoltori che partecipano ai Mercati di Campagna Amica sono a disposizione della gente per spiegare tutti i segreti dei loro prodotti. “Attraverso il cibo, sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia, vogliamo raccontare la storia del territorio, anzi, meglio, la storia della terra, che è qualcosa legato alle nostre stesse radici. Un viaggio nel quale puntiamo a coinvolgere i milioni di visitatori attesi per Expo 2015”. Oltre al Mercato di Campagna Amica in ogni tappa e a momenti convegnistici sono state organizzate le “Olimpiadi dell’Italian Food”: dalla sfida di Brescia, all’abilità e velocità a produrre il

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maggior numero di casoncelli, in un quarto d’ora; a Bergamo dove la sfida è stata quella di riconoscere nel minor tempo possibile il maggior numero di formaggi Dop.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI A Pavia il protagonista sarà il risotto, con una gara di cottura e giudizio finale sul piatto migliore; a Milano toccherà alla corsa con il grana padano; a Como i maestri delle candele con la cera d’api si sfideranno in una prova di abilità, mentre a Monza si torna in cucina con le patate e con una competizione dedicata a chi prepara il maggior numero di gnocchi in 15 minuti. A Mantova sarà la zucca la regina della tappa dell’Expotour con prove di abilità legate allo svuotamento delle zucche e poi alla preparazione di un risotto, mentre a Lecco ci sarà la sfida sui mille usi dell’olio. A Cremona si terrà la sfida del salame, mentre a Sondrio i “pressure test” saranno due: uno dedicato alla preparazione dei pizzoccheri e l’altro chiamato “Dalla botte alla bottiglia” con una gara di imbottigliamento basata su velocità e precisione. Nel

conto alla rovescia che porterà alla cerimonia di avvio dell’Expo, il 22 febbraio 2015 a Lodi si sfideranno i maestri della “raspa” e il 15 marzo 2015 a Varese ci sarà la gara di abilità nella costruzione di un giardino verticale.

VENTI MILIONI DI VISITATORI “Con queste iniziative, spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia, vogliamo raccontare i tesori enogastronomici della nostra regione, farli conoscere e riconoscere, in vista di una manifestazione come l’Expo basata non tanto sulla globalizzazione del gusto ma sulla diffusione globalizzata della consapevolezza del cibo e dei territori”. “Gli oltre 20 milioni di visitatori in arrivo dai 144 Paesi aderenti a Expo devono poter andare oltre a Milano e dare un’occhiata al resto della Lombardia e dell’Italia – ha aggiunto Prandini - In questo modo avremo una possibilità in più di raccontare loro che i veri prodotti agroalimentari Made in Italy non sono quelle imitazioni che ogni anno sottraggono al Paese e alle nostre aziende 60 miliardi di euro di fatturato.

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FONDAZIONE - Redazione

Redazione - CONSIGLI PER LA VENDITA

IL BUON OLIO FA SPETTACOLO CON IL COOKING SHOW NEI MERCATI Successo per l’iniziativa promossa nei mercati di Campagna Amica da Fondazione, Federdop e Aifo “Lezioni” di cucina e consigli per i cittadini con l’obiettivo di promuovere il vero extravergine italiano

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ruschette con ricotta aromatizzate all'olio, cous cous alle verdure, crostini con salsa di pomodoro verde, cuori di sedano con purea di melanzane, sfoglie di baccalà con purea di patate e trofiette in salsa di basilico: sono le sei prelibatezze protagoniste dei cooking show dell’olio d’oliva organizzati nei mesi di febbraio e marzo all’interno dei farmers’ market di Roma, Milano e Pescara. L’iniziativa è stata promossa da Coldiretti, dalla Federazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle Dop degli Oli Extravergini di Oliva (Federdop Olio) e dall’Associazione Italiana

Protagoniste le strutture di Roma, Milano e Pescara

Frantoiani Oleari (Aifo) nell’ambito del progetto “Valorizzazione e promozione della filiera olivicola italiana” lanciato dall’Unaprol e dal Consorzio Igp Toscano.

Padova, i salumi di qualità sono di casa… Cason DA SESSANT’ANNI LA FAMIGLIA PRODUCE SALAMI E SOPPRESSE A KM ZERO La storia di Casa Cason parte molte, ma molte fette fa, nel territorio di San Pietro in Gù, nella provincia padovana. Fare salami, soppresse o pancette è un’arte, non un semplice lavoro. E la famiglia Cason, da tre generazioni, lo fa con dedizione partendo dall’allevamento dei maiali che poi vengono lavorati e trasformati negli insaccati. Un’attività nata con nonno Giacomo nel 1957 e alla quale tutta la famiglia partecipa e contribuisce, ciascuno con il proprio compito. Gianni è il capofamiglia ed è lui che porta avanti da sempre l’allevamento e conosce l’arte di fare crescere bene i maiali. La signora di Casa Cason è Antonella, che si occupa di servire i clienti allo spaccio, consigliando la scelta più gustosa e i tagli più indi-

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cati. Paolo, uno dei figli, si occupa della lavorazione della carne dopo la macellazione; segue i tagli delle carni, le scelte e la confezione dei prodotti. La fase commerciale è la parte dell’azienda seguita da Stefano. Insieme con Antonella segue i mercati, lo spaccio e la vendita in genere. Stefano ha anche il compito di seguire il sito internet aziendale e i social network, perché il profumo dei salami deve sentirsi anche… online. Giacomo, infine, è l’operativo e, nonostante sia il più giovane, al volante del trattore detta i tempi di Casa Cason ed ha il compito di tenere tutto sotto controllo, dalla manutenzione delle stalle, dall’approvvigionamento dei mangimi per i maiali e alla cura delle infrastrutture.

UNA SCELTA VINCENTE La scelta dei mercati di Campagna Amica quale luogo per la promozione dell’olio extravergine di oliva 100 per cento italiano si è dimostrata vincente, favorendo l’incontro con un pubblico attento e curioso, sempre più sensibile alle tematiche della qualità, della trasparenza e dell’origine dei prodotti agroalimentari. E mentre i cuochi del “Pepe verde” preparavano uno dopo l’altro i loro piatti gustosi e leggeri, si è parlato dell’extravergine made in Italy, di come riconoscerlo, utilizzarlo e conservarlo.

DOVE APRIRE UN PUNTO VENDITA? I SEGRETI PER LA SCELTA GIUSTA OCCORRE ANALIZZARE ATTENTAMENTE L’AREA, LA LOCATION E I COSTI D’USO

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a preferenza del negozio dove fare la spesa di beni di largo consumo con frequenza settimanale è influenzata in maniera decisiva dalla comodità. Esiste quindi una precisa corrispondenza tra le scelte strategiche di chi decide di aprire un punto vendita e la sua localizzazione, che ne influenza le performance a due livelli: sia per i suoi attributi meramente funzionali (come dimensione o visibilità), sia per il tramite di quei fattori connessi alla percezione che i clienti hanno di una determinata offerta in un dato luogo. La valutazione di un sito deve quindi concentrare l’attenzione sulla corrispondenza tra le percezioni dei consumatori, le motivazioni che li spingono ad andare in certo luogo e il modello di offerta

QUEI MITI DA SFATARE Tanti i miti da sfatare, come quello che l’olio di semi è più leggero di quello d’oliva, o le cattive abitudini da abbandonare, come quella di tenerlo – per comodità – sempre vicino ai fornelli. Una occasione perfetta anche per spiegare la filosofia dei marchi “Campagna amica” e “Fai”, che identificano una Filiera Agricola Italiana e firmata dagli agricoltori che rende chiaramente riconoscibile l’italianità dei prodotti nei confronti del consumatore finale.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

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L’importanza della prima impressione che caratterizza il negozio. I fattori determinanti per la scelta della localizzazione sono influenzati da tre ordini di variabili: quelle relative dell’offerta (redditività, clientela target, tipologia merceologica e vantaggio competitivo), quelle relativa alla domanda (potenziale, comportamenti di acquisto e percezione dei clienti) e quelle connesse ai vincoli (risorse, massa critica dei clienti, assetto competitivo, legislazione, disponibilità di spazi). Per analizzare una location sono possibili tre differenti livelli di indagine.

Il primo è quello che riguarda l’area a cui il negozio rivolge la sua offerta, intesa in termini geografici (bacino di popolazione), demografici (caratteristiche della popolazione), infrastrutturali (spostamenti e comunicazioni), regolamentari (legislazione e permessi), economici (capacità di spesa della zona) e competitivi (caratteristiche della concorrenza). Il secondo livello di analisi è quello della selezione e valutazione della location. Oltre alla tipologia di possibili clienti, il contesto intorno ai locali del negozio influenza i contatti con la clientela mentre la concorrenza diretta ha un suo peso importante, così come pure gli altri esercizi commerciali limitrofi anche se non direttamente concorrenti. Il terzo livello di analisi, infine, riguarda i locali rispetto ai costi d’uso (affitto, manutenzione, licenze) e alla accessibilità, sia per il cliente che per i fornitori, senza dimenticare che va sempre attentamente valutato anche il rapporto tra superficie totale e superficie effettivamente utilizzabile. Al di là delle analisi teoriche, comunque, è importante l’atmosfera che un luogo sa trasmettere a chi vi entra sia abitualmente che per la prima volta. Oltre alla professionalità e alla cordialità di chi serve la clientela, mai il negozio deve presentarsi sciatto o trascurato e la massima cura dei locali va mantenuta anche dopo l’inaugurazione. La prima impressione sul negozio, infatti, si forma entro pochi minuti dall’ingresso e si consolida durante la prima visita. E i clienti ricordano bene le cattive impressioni, ma molto meno bene quelle buone!

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ORTI URBANI - Daniele Taffon

CON IL KIT DEL CONTADINO GIÒ RINASCE LA PASSIONE PER L’ORTO Coldiretti e Community garden di Firenze danno vita a un “pacchetto” per coltivare spazi verdi Un’iniziativa pensata per avvicinare i ragazzi, e non solo, ai ritmi della campagna e della natura

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ià in ottobre avevano riscosso il loro successo durante l’inaugurazione di Orti Dipinti a Firenze con l’attuale premier Renzi. Parliamo degli orti in cassone con subirrigazione effettuata tramite anfore di terracotta. Ora questa idea dei nostri amici fiorentini dell’associazione Community Garden è stata presa e traslata in campo educativo dalla Coldiretti di Pistoia che ne ha fatto il primo kit, un po’ gioco, un po’ passatempo, per realizzare in poco spazio un piccolo orto fuori suolo adattabile a tutte le situazioni abitative, a casa come a scuola. A concretizzare l’idea è stato Fabio Bizzarri, Presidente della Cooperativa Agrimercato di Pistoia, in collaborazione con Coldiretti e Campagna Amica.

UN LAVORO DA… GIOVANI

Come cimentarsi con terriccio, humus, anfore e bancali alcuni allievi dell'Istituto Comprensivo Enrico Fermi di Serravalle Pistoiese, vincitori del Premio Zini e dell'Oscar Green di Coldiretti nel 2013.

DAL TERRICCIO ALLE ANFORE Il kit “Contadino Gio’” mette in condizioni l’aspirante contadino di “costruire” uno spazio completamente nuovo dove la sua partecipazione attiva, il suo impegno ed il suo protagonismo sono determinanti.

Questo è costituito da bancali in legno di misura standard 60x40cm con parietali esterni in legno, atti a contenere il substrato di altezza variabile in relazione al tipo di coltivazione effettuata, di facile allestimento e di semplice conduzione delle coltivazioni. L'irrigazione delle piante è fatta tramite delle anfore interrate nel bancale che mantengono il terreno umido e funzionano da accumulatori di acqua (antico sistema usato per risparmiare acqua). Non mancano ovviamente il terriccio certificato bio, humus per fertilizzare il terriccio, telo anti alga, piantine o semi a seconda dell’occorrenza. Il kit è venduto ad un prezzo di 37 euro circa. Non si arresta la passione per l’orto

L’indagine è stata realizzata in occasione del lancio della XVIII edizione del prestigioso Premio Zini “I Giovani per l’Agricoltura” organizzato dall’Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Barone Carlo De Franceschi” di Pistoia. Hanno preso parte all’evento Vincenzo Tropiano (Direttore Coldiretti Pistoia), Angela Desideri (Preside Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Barone Carlo De Franceschi”), Cristina Zini (Segretaria Regionale Cisl Scuole e figlia di Renzo Zini), Toni De Amicis (Direttore Fondazione Campagna Amica), Gianni Salvadori (Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana). La dimostrazione pratica del kit è stata curata da un gruppo di

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


PERCHÉ FARE L’ORTO

Fare l’orto significa avere prodotti genuini e ricchi da un punto di vista organolettico. I nostri saranno prodotti a km zero e, se poi siamo proprio ambientalisti nell’animo, avremo un’altra valida motivazione: facciamo l’orto, magari sul terrazzo, perché vogliamo che il nostro balcone o lo spazio che gestiamo, sia un baluardo per la conservazione della biodiversità degli insetti. Possiamo per esempio costruire dei bug hotels (case per gli insetti) che ospitino insetti solitari come api, bombi, vespe, forbicine, coccinelle: tutti insetti utili all’agricoltura e all’ambiente in quanto superpredatori di parassiti in tutti gli stadi di vita.

REGOLA GENERALE Se la nostra casa si trova in una via estremamente trafficata sarebbe meglio non mangiare prodotti coltivati in tali condizioni.

COME E DOVE FARLO

L’orto si può fare su terreni privati o pubblici usufruendo degli spazi a titolo gratuito o pagando delle quote d’affitto (circa 400 euro annui) con tutti i servizi garantiti. Fare un orto può diventare un hobby divertente e sano, che sia balcone o giardino ecco alcune accortezze che vi permetteranno di ottenere in breve tempo ottimi risultati. È bene non esporre i vasi a luce diretta o in ombra per tutto il giorno. Le esposizioni a sud-est o sud-ovest sono le migliori. Se avete il balcone rivolto a Nord la crescita delle piante sarà praticamente impossibile a parte il prezzemolo che comunque è un ottimo “amico” in cucina. La terra (substrato) da utilizzare per riempire i nostri vasi o contenitori è il classico terriccio, meglio se biologico. È possibile sperimentare il substrato formato da un terzo di terriccio, un terzo di torba e un terzo di sabbia. In questo modo avremo un terreno piuttosto leggero e a grana larga, utile per la germinazione e l’attecchimento delle giovani piantine. Ad ogni ciclo di produzione sarà necessario cambiare il substrato, in particolare se ci troviamo in città (rischio inquinamento).

QUANTO È GRANDE IL NOSTRO ORTO Per chi ha poco spazio possiamo inventarci l’orto verticale, appendendo sulle pareti dei contenitori in legno o iuta. Se invece abbiamo balconi molto spaziosi potremmo anche posizionare dei vasconi (1 x 1,5) stando attenti alla portanza dei solai

e utilizzando terricci molto leggeri (torba). Le dimensioni di un classico orto familiare sono pari a circa 50 mq che soddisfano assolutamente il fabbisogno di verdura di una famiglia di 3-4 persone contemplando comunque l’acquisto di alcuni prodotti per completare la gamma alimentare. Sul terrazzo lo spazio è molto meno. Per un balcone di 5 mq occupato lungo il perimetro con dei contenitori di 1 x 0,5 m, in totale otteniamo ca 3 mq di area coltivata. Consigliamo di coltivare alcune aromatiche di uso quotidiano (basilico, rosmarino e salvia) e 4/5 piante di pomodoro/melanzana/peperone o peperoncino. In 10 metri quadrati si possono coltivare: 4 piante di pomodori, 4 piante di melanzane, 2 piante di zucchine, 8 piante di insalata e 4 piante di peperoni per una produzione media di oltre 25 chili di verdura.

QUANDO FARLO

Adesso è il momento giusto. E allora con carta e penna possiamo iniziare a ipotizzare come gestire gli spazi prima di partire con la semina in semenzaio. Successivamente il trapianto in sede. Durante la primavera avviene la cura dell’orto e delle piante e in tarda primavera inizio estate avviene la raccolta dei prodotti.

PRIMA DI TUTTO, IL SEMENZAIO

Il semenzaio domestico serve a far crescere le piantine in ambiente caldo e protetto, così che al momento opportuno potranno essere trapiantate in piccoli vasetti o alveoli per la crescita e successivamente, con il travaso, nell’orto o nei vasi all’aperto. Procuriamoci il materiale per il nostro semenzaio:

•• CASSETTA CASSETTA DI DI PLASTICA PLASTICA • TESSUTO • TESSUTO NON NON TESSUTO TESSUTO (TNT) (TNT) • TERRICCIO • TERRICCIO • SABBIA • SABBIA • COMPOST • COMPOST • SEMI • SEMI Come seconda azione prepariamo il substrato riempiendo la cassetta con la miscela costituita da:

• 1/3 DI COMPOST • 1/3 DI TERRICCIO • 1/3 DI SABBIA La cassetta del semenzaio, forata sul fondo, deve avere come rivestimento interno il tessuto non tessuto (Tnt), che serve a garantire protezione e traspirazione. Possiamo infine piantare le nostre sementi: se i semi sono


Daniele Taffon - FONDAZIONE

DIRITTO AL CIBO, LA CAMPAGNA RISPONDE ALL’APPELLO DEL PAPA

piccoli basta spargerli il più uniformemente possibile, mentre se i semi sono grandi (ad esempio legumi) si possono mettere a dimora distanziandoli l’uno dall’altro in modo uniforme. Il semenzaio va quindi tenuto in casa lontano da fonti di calore ad una temperatura che non deve mai scendere sotto i 15°C. Procedendo così per un mese possiamo accudire le pianticelle delicate, come anguria, indivia, lattuga, melanzane, pomodoro, porro, sedano, cetriolo, melone e peperone. Queste piante una volta germinate e cresciute dovranno essere trapiantate in coltura protetta (serra) o se il clima lo consente in piena terra senza protezioni.

L’obiettivo è portare avanti un’opera di sensibilizzazione abbinata ad iniziative concrete Tre i filoni tematici: cibo giusto per tutti, una finanza al servizio dell’uomo, relazioni di pace

“U

COSA È POSSIBILE COLTIVARE

In questo periodo si piantano le specie primaverili ed estive precoci. Più avanti, a meno di un clima troppo freddo (con temperatura del terreno inferiore ai 10 °C), si possono trapiantare anche le specie che danno frutto in estate (al nord tale attività andrà ritardata). Su un orto da 50 mq possiamo coltivare: 12 piante di pomodori, altrettante di melanzane e peperoni. 10 piante di cetrioli e 40 piante di insalata piantate in tempi sfalsati per avere un continuo approvvigionamento, 10 piante di piselli o fagioli e piante aromatiche di ogni tipo. Una pianta di pomodoro in media produce 4-5 kg di pomodori nel ciclo di fruttificazione; in una stagione con 12 piante otterremmo circa 60 kg di pomodori. Per le melanzane ogni pianta produce poco più di un 1 kg di prodotto che in totale equivalgono a circa 15 kg a stagione (sulla base delle 12 piante indicate nel punto precedente). E così si può continuare per le varie specie coltivate:

QUANTO COSTA

Per un orto su un balcone di medie dimensioni si può ipotizzare un costo che oscilla fra i 40 e i 50 euro per 2 contenitori da 80 centimetri di lunghezza, con la giusta quantità di terra e 6 piantine orticole più diverse essenze aromatiche. Per un orto da 50 mq fornito già di acqua e con terra idonea, possiamo ipotizzare una spesa per le piantine pari a circa 30 euro. Naturalmente esiste una spesa per comprare gli strumenti da orto e per fare un impianto di irrigazione. Si può ipotizzare una spesa ulteriore di 150 euro. In totale, quindi, parliamo di poco meno di 200 euro. Non dimentichiamoci che i nostri scarti alimentari possono diventare compost e quindi potremmo evitare l’acquisto di concimi.

Inserto a cura di Daniele Taffon

na sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro” è il titolo della campagna nazionale di sensibilizzazione e formazione elaborata dalle organizzazioni, dalle associazioni e dai movimenti cattolici italiani per rispondere unitariamente all’appello di Papa Francesco «a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo». L’evento di lancio della campagna si è tenuto recentemente a Roma, nell’ambito del seminario di approfondimento e formazione organizzato da Caritas Italiana.

COLDIRETTI E FONDAZIONE IN PRIMA LINEA Un tema sul quale Coldiretti e Fondazione Campagna Amica sentono l’obbligo di stare in prima linea, dato anche il grande impegno che in questi anni hanno profuso per portare nella società civile, in modo dirompente, il tema del buon cibo, del rispetto dell’ambiente e per il superamento delle ingiustizie legate ad un modello di sviluppo poco attento ai più deboli ed ai lavoratori. Aspetto centrale della campagna (http://food.caritas.org/) è l’elemento educativo, mentre tre sono i filoni tematici in cui si articola: cibo giusto per tutti, una finanza al servizio dell’uomo, relazioni di pace. Nell’ambito della campagna saranno elaborate precise richieste alla politica: a livello internazionale, europeo e italiano.

ANNO V - N°32 - FEBBRAIO

Verranno elaborate precise richieste di intervento alla politica PER UNA CONSAPEVOLEZZA ATTIVA L’iniziativa è destinata in primo luogo a favorire lo sviluppo di una consapevolezza attiva delle associazioni e dei gruppi che aderiranno alla campagna in tema di diritto al cibo, e a tradurre questa consapevolezza in impegno sociale e politico nei singoli territori; rappresenta un’occasione di impegno comu-

ne a livello nazionale e locale di numerosi enti ed organismi di ispirazione cattolica. Promotori e aderenti sono: Caritas Italiana, Focsiv, Azione Cattolica, Acli, Aimc, Apg, Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Ctg, Cts, Cvx, Masci, Mcl, Pax Christi, Rinascita Cristiana, Salesiani, Ucid, Confcoop, Federcasse, Cem Mondialità. Insegnanti, educatori ed animatori sono le categorie protagoniste della campagna, ma anche giovani imprenditori presenti nei diversi settori in grado di interpretare una dimensione economico-produttiva responsabile e sostenibile, specie nel settore agricolo.

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GIOVANI IMPRESA - Redazione

Giovanni Manfroni - GIOVANI IMPRESA

LA GARDONI ELETTA NUOVO LEADER DI COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA

I GIOVANI CERVELLI CHE RESTANO PUNTANO SULL’AGRICOLTURA

Durante la riunione romana nominato anche il nuovo esecutivo, che è composto per il 50% da donne Alla 25enne le congratulazioni in diretta dal ministro delle Politiche agricole, Martina

Intervista alla marchigiana neodelegata nazionale degli imprenditori under 30 della Coldiretti “Subito un viaggio sul territorio per far sapere alle nostre aziende che ci siamo e le rappresentiamo”

È

Maria Letizia Gardoni il nuovo leader dei giovani agricoltori italiani. Venticinque anni di Osimo (Ancona) dove coltiva ortaggi con metodo macrobiotico, è stata eletta dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa, composta da rappresentanti provenienti dalle campagne di tutte le Province e Regioni italiane, in rappresentanza di oltre 40mila giovani.

La proclamazione della nuova delegata e l'esecutivo al completo

La neodelegata, che ha ricevuto le congratulazioni “in diretta” dal nuovo ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, presente all’Assemblea, ha raccolto il testimone di Vittorio Sangiorgio, chiamato alla guida di Giovani Impresa il 24 marzo 2010. Guiderà un esecutivo nazionale composto per il 50 per cento da donne e per il 50 per cento da uomini: Maria Serena Minunni, Erika Pedrini, Valentina Binno, Elena Tortoioli, Ignazio Gibiino, Paolo Giorgi, Daniele Perrone, Andrea Barbetta. Un esempio dei tanti ragazzi che hanno scelto la professione di agricoltori portando nel lavoro quel contributo di innovazione che rappresenta oggi la chiave del successo imprenditoriale. “Partendo dal presupposto che continuerò ad essere un’imprenditrice, che in più ha deciso di mettersi in gioco per portare un contributo a questo Paese, è senz’altro un grande onore per me poter rappresentare e guidare Coldiretti Giovani Impresa, ad oggi l’unica vera forza giovane italiana” ha sottolineato Ma-

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A

sentirla parlare Maria Letizia Gardoni potrebbe sembrare una veterana. Ma i suoi 25 anni raccontano di una giovane donna che in pochi anni ha prima fatto nascere la sua azienda, per poi arrivare alla guida dei Giovani Impresa della Coldiretti. Determinazione, competenza e sacrificio, sempre accompagnati da un sorriso che nasconde una vitalità e una forza determinanti: queste le “armi” di Maria Letizia, che oggi si ritrova leader di circa 40mila giovani che credono nella terra e su di essa hanno deciso di puntare. Un ruolo chiave, a sottolineare come stia cambiando anche l’identikit dell’agricoltore e come la multifunzionalità, che ha visto imporsi uno dei temi cardine di Campagna Amica come la vendita diretta, abbia determinato un’evoluzione dell’attività agricola che oggi vede le donne ritagliarsi spazi sempre più importanti.

Ora comincia il bello. Qual è l’obiettivo a breve termine in vista di questi 5 anni di presidenza?

ria Letizia davanti all'Assemblea, alla presenza del Presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, del Segretario Generale, Enzo Gesmundo, e del segretario nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Carmelo Troccoli. Sono quasi 59mila le imprese agricole condotte da giovani “under 30” iscritte alla Camere di commercio, dove rappresentano oltre il 7 per cento del to-

tale, secondo la Coldiretti. Circa il 70 per cento delle imprese giovani opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

Mi sono ripromessa di fare un lungo viaggio attraverso il territorio per stare a stretto contatto con i nostri giovani soci. Voglio visitare le aziende insieme ai ragazzi dell’esecutivo e regionali. Devono sapere che ci siamo e che li rappresentiamo. Poi, ovviamente, porterò avanti i temi più sensibili come occupazione, reddito, l’accesso alla terra oltre alle collaborazioni con altre associazioni giovanili che condividono la nostro progettualità e il nostro modello di sviluppo. C’è aria di cambiamento ed è bene che si uniscano le forze.

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La delegata nazionale Maria Letiza Gardoni

A proposito di accesso alla terra, quanto è dura per un giovane riuscire a far nascere la propria azienda? So bene cosa significhi e quanto sia difficile. Per questo sarà importante anche il dialogo con la politica e le istituzioni, per ridurre sempre di più l’iter burocratico. Per un giovane è davvero complicato riuscire ad aprire una propria azienda. Io, ad esempio, ho aspet-

L'identikit Età: 25 anni Nata: Osimo Passione: la vita, la terra e i cavalli Hobby: lettura, musica, cinema Tempo libero: incrociare gli amici sui treni, perché il tempo è sempre meno! Sport: nuoto e kayak Il motto: “Troverai più nei boschi che nei libri”

tato oltre 1 anno ma alla fine ho visto realizzarsi il mio sogno.

Un sogno che per molti rimane tale. Quali consigli si sentirebbe di dare ai ragazzi che oggi provano a fare il suo stesso percorso? Non smettere di coltivare il proprio sogno, e questo a prescindere da quale sia. Non aver paura di osare e poi bisogna studiare, acquisire competenze tecniche scientifiche ed esperienze formative. Io alla fine ce l’ho fatta grazie alla mia tenacia e ora sto allargando la produzione. Presto aprirò anche un centro di ippoterapia.

Per i giovani è l’agricoltura il settore migliore su cui puntare? Sì, perché la nostra è una qualità unica al mondo, fondamentale per rilanciare il Paese dal punto di vista economico ma non solo. Il nostro è un prodotto speciale che purtroppo viene continuamente imitato. Non ci sono leggi adeguate che tutelino il prodotto e il consumatore che viene continuamente raggirato. Questa sarà una battaglia che porteremo sempre avanti: una legge sulla tracciabilità esiste ma mancano i decreti attuativi.

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FATTORIE DEL SOLE - Luisa Daidone

Giovanni Manfroni - PERSONAGGI

GUALTIERO MARCHESI

ENERGIE RINNOVABILI NEI CAMPI, NUOVA FRONTIERA DEL FARE IMPRESA

IL “PAPÀ” DELLA CUCINA ITALIANA SCOMMETTE TUTTO SULL’ORIGINE

Aumenta la produzione di elettricità “pulita” con motli imprenditori che usano impianti in azienda La tecnologia più diffusa è quella fotovoltaica, incentivi per agevolare la diffusione e ridurre i costi

S

ono sempre di più gli imprenditori agricoli che decidono di istallare nelle proprie aziende impianti a fonti rinnovabili, per la produzione di energia elettrica. Differenti le tecnologie a loro disposizione: fotovoltaico, biogas, mini eolico, mini idroelettrico, pompe di calore. Negli anni l’impiego di questo tipo di tecnologie è stato fortemente sostenuto dall’Unione Europea con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, per la riduzione di emissione climalteranti. Il Governo italiano è più volte intervenuto per promuovere la produzione da energia elettrica e termica rinnovabile, attraverso l’erogazione di incentivi per ridurre i costi e agevolarne l’istallazione-

La tecnologia preferita dagli imprenditori agricoli è oggi quella fotovoltaica, che ha permesso la realizzazione su tutto il territorio nazionale di oltre 531mila impianti, per un totale di potenza installata pari a 18.200 MW, più del 15 per cento dei quali in agricoltura. L’impiego delle energie rinnovabili diminuisce le emissioni di anidride carbonica, porta benefici immediati per il territorio grazie allo sfruttamento di risorse locali attraverso la fornitura di biomassa per finalità energetiche in sostituzione delle fonti fossili di energia (principali causa dell’effetto serra) e riduce i costi di approvvigionamento, grazie all’impiego dell’energia autoprodotta.

da tutti considerato il fondatore della “nuova cucina italiana” ma a lui, Gualtiero Marchesi, titoli o stelle (celebre il suo “scontro” con la guida Michelin) non sono mai importati. Quel che ha sempre contato è la passione per la cucina e basta: “Sono tanti – spiega colui che per molti è ‘il maestro’ (tra i suoi allievi anche Carlo Cracco, ndr.) – i ricordi che ho e che mi hanno portato a diventare lo chef che sono oggi. Mi torna in mente la scodella di minestrone, mangiato sull’uscio di casa a San Zenone Po, o l’acqua del pozzo, sorbita con il ramaiolo. Ma anche la bravura dei cuochi, ingaggiati da mio padre all’albergo ristorante Al Mercato, parenti che lavoravano nei grandi ristoranti europei, capaci di scolpire il Castello Sforzesco in pastillage”.

Fattorie del Sole È L’ASSOCIAZIONE DELLE IMPRESE AGRICOLE COLDIRETTI CHE COLTIVANO ENERGIE. Rappresenta gli imprenditori agricoli produttori di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, tutelandone gli interessi, a livello nazionale e internazionale. Partecipa ai tavoli tecnici istituiti presso i Ministeri competenti, dall’AEEG-Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas e sistemi idrici, dal GSE-Gestore del Servizio Elettrico, dal GMEGestore del Mercato Elettrico e AU-Acquirente Unico, AGEA, e dalla Commissione Europea. Promuove la produzione di energia rinnovabile nel settore agricolo: Fornendo, assistenza tecnica e gestionale, nelle fasi di progettazione, sviluppo e realizzazione degli impianti a fonte rinnovabile. Supportando l’imprenditore agricolo nell’accesso al credito e ai cofinanziamenti di Garanzia, tramite CreditAgri. Offrendo servizi tecnici nella fase successiva alla realizzazione degli impianti. Per tutta la vita utile dell’impianto gli operatori, saranno tenuti ad ottemperare ad adempimenti obbligatori.

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E

PANELLI A QUOTA 531MILA

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

“L’impegno a rendere sempre più sicuri i prodotti, conoscendone la provenienza e aggiungerei la storia, è cultura”

Istantanee di vita che oggi fanno di Marchesi uno degli chef più conosciuti al mondo che sa bene il valore del territorio: “È fondamentale sapere da dove arrivano i prodotti della nostra cucina. I miei vengono da una terra di acqua dolce come la valle del Po. L’impegno a rendere sempre più sicuri i prodotti, conoscendone l’origine e aggiungerei la storia, è cultura”. Tracciabilità del prodotto, dunque, prima di tutto e poi l’importanza della filiera corta, tra i punti fermi di Campagna Amica: “È chiaro che i prodotti a chilometro zero – spiega Marchesi – rimettono in circolo sapori e persone, ricostruendo un tessuto sociale; è chiaro anche che questo tipo di offerta mette al sicuro la tradizione regionale della cucina. Per il mio lavoro, è altrettanto ovvio che non posso solo affidarmi ai prodotti locali”. Non solo prodotti locali, ovvio, ma una certezza: “Quelli italiani sono ancora i migliori – dice – anche se questo è un tipo di record che non ammette disattenzioni. La difesa del Made in Italy non è semplice proprio perché è un brand mondiale”. Se dovesse dare un consiglio ai giovani cuochi, direbbe “di pensarci bene, perché il cuoco è un mestiere duro, ci vuole il fisico e la testa per farlo”. Mentre se dovesse pensare a un piatto a cui è maggiormente legato, non avrebbe dubbi: “Riso e oro. Anche solo fotografato continua a fare la differenza”.

LO CHEF “FIRMA” LA GUIDA DEGLI AGRITURISMI Grande successo per la nuova edizione della guida “Agriturismo e vendita diretta in provincia di Pavia”, realizzata da Coldiretti Pavia in collaborazione con Terranostra e Agrimercato. Oltre alle descrizioni particolareggiate di 47 aziende agrituristiche sparse per tutto il territorio pavese e di 132 imprese agricole che praticano la vendita diretta in provincia di Pavia, questa edizione presenta anche un’introduzione speciale: quella che Gualtiero Marchesi, chef di fama internazionale originario di San Zenone al Po: “Sono assolutamente convinto – spiega Marchesi commentando l’iniziativa – che sia importante accorciare la filiera. Meno passaggi ci sono dal campo alla tavola meglio è per i consumatori e i produttori”. La guida, che sarà un valido strumento per conoscere il territorio, per la prima volta è tradotta anche in inglese in previsione di Expo 2015.

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SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado Finardi

Corrado Finardi - SICUREZZA ALIMENTARE

QUELLO CHE L’ETICHETTA NON DICE DOMANDE E RISPOSTE PER L’IMPRESA IN QUESTA RUBRICA È POSSIBILE FARE SEGNALAZIONI O PORRE QUESITI SPECIFICI SULL’ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI IN UN FORMAT “DOMANDE E RISPOSTE” Buongiorno. Vorrei indicare nel mio prodotto (una marmellata) la presenza di una varietà di frutta (Limone di Siracusa Igp) con un marchio di qualità Ue. Posso farlo? Come devo indicarlo in etichetta?

RISPOSTA

L’impiego delle Indicazioni geografiche (Ig) nei prodotti trasformati consente di aggiungere valore ai prodotti, con la possibilità ovvia di ricavare un plus di prezzo rispetto a prodotti generici simili. E di saldare ancora meglio i prodotti ai territori, in una logica di georeferenziazione. Al momento di utilizzare prodotti Dop o Igp in trasformati finiti, occorre prestare però attenzione. Vi sono infatti 3 requisiti da rispettare (Decreto Legislativo 19 novembre 2004, n. 297, art.1 ), in base a quanto disposto dal legislatore italiano in materia: - l’ingrediente derivato da DopIgp deve essere unico ed esclusivo per la categoria merceologica di riferimento (nel nostro caso, non devono esserci altri limoni nella marmellata); - deve esserci l’inserimento dell’utilizzatore commerciale in un apposito registro tenuto dai Consorzi di tutela o, in alternativa, dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. A questi due criteri se ne aggiunge un terzo, come previsto dal buon senso, e relativo al cosiddetto ingrediente caratterizzante

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(Quid), come ripreso anche dalle Linee Guida della Commissione Europea (atto di indirizzo, sebbene non vincolante giuridicamente) “Linee guida sull’etichettatura dei prodotti che utilizzano ingredienti Dop e Igp”, in cui si spiega che “l’ingrediente dovrebbe essere utilizzato in quantità sufficiente per conferire una caratteristica essenziale al prodotto alimentare di cui trattasi” e ancora “la percentuale d’incorporazione di un ingrediente che beneficia di una Dop o di una Igp dovrebbe essere idealmente indicata all’interno o in prossimità immediata della denominazione di vendita del prodotto alimentare”.

INDICARE LA QUANTITÀ

Intanto, l’articolo 7 del “Informazione Alimentare ai Consumatori” (Reg. (Ue) 1169/2011) riguardante le pratiche leali di informazione, precisa che “le informazioni sugli alimenti non inducono in errore, in particolare per quanto riguarda le caratteristiche dell’alimento

(tra cui proprio la natura, l’identità, le proprietà, la composizione, la quantità). Inoltre, all’articolo 22, si precisa che “L’indicazione della quantità di un ingrediente o di una categoria di ingredienti utilizzati nella fabbricazione o nelle preparazione di un alimento è richiesta quando tale ingrediente o categoria di ingredienti: a) figura nella denominazione dell’alimento o è generalmente associato a tale denominazione dal consumatore; b) è evidenziato nell’etichettatura mediante parole, immagini o una rappresentazione grafica; c) è essenziale per caratterizzare un alimento e distinguerlo dai prodotti con i quali potrebbe essere confuso a causa della sua denominazione o del suo aspetto. Questa è la norma sul cosiddetto “ingrediente caratterizzante”, ovvero l’ingrediente che si vuole sottolineare per meglio promuovere un alimento, e che richiede la Quid (Quantitative ingredient declaration: dichiarazione quantitativa dell’ingrediente, come percentuale, per informare correttamente i consumatori). Di conseguenza al momento di indicare in etichetta di un prodotto trasformato la presenza di una Dop o Igp, occorre specificare sempre la quantità in percentuale sul prodotto finito, in modo da renderlo a tutti gli effetti una Quid (riprendendo l’indicazione della percentuale nella

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

lista ingredienti, tra parentesi). Questo si può accompagnare ad una menzione, meglio se appena sotto la denominazione di vendita (“contiene il % di prodotto xDop/Igp).

NON AVVANTAGGIARSI INDEBITAMENTE DEL MARCHIO DOP E IGP

E questa è una preliminare accortezza. Tale regola, che sarebbe valida anche con un ingrediente generico (non Dop/Igp), deve però tenere conto della specificità costituita dalle Indicazioni geografiche. Che sembra richiedere qualche cautela aggiuntiva. In base infatti prima al regolamento 510/2006 della Commissione, e oggi al Regolamento 1152/2012 dell’Unione, “le denominazioni registrate sono tutelate contro: qualsiasi impiego commerciale diretto o indiretto di una denominazione registrata per prodotti che non sono oggetto di registrazione, nella misura in cui questi ultimi siano comparabili ai prodotti registrati con questa denominazione o nella misura in cui l’uso di tale denominazione consenta di sfruttare la reputazione della denominazione protetta”. Nella norma del 2012 si fa poi esplicito riferimento anche al “caso in cui tali prodotti siano utilizzati come ingrediente” (art. 13 comma a). Assoluta novità, a marcare una maggiore tutela legale Ue proprio degli ingredienti Dop e Igp. Di conseguenza, occorre non ingannare il consumatore su una possibile “attribuzione” inferenziale di qualità dall’ingrediente (Dop /Igp) al prodotto alimentare. Che sarebbe scorretta evidentemente qualora l’ingrediente Dop-Igp venisse usato solo a scopo promozionale (come specchietto per le allodole), ma con quantitativi tutto sommato limitati nel prodotto finale. Il legislatore italiano in tal senso è

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stato particolarmente restrittivo, limitando l’impiego del Dop-Igp come ingrediente caratterizzante solo laddove costituisce l’unico ingrediente della categoria (es. nel caso di pasta con ripieno al Parmigiano Reggiano, “vantato”, questo deve essere l’unico formaggio a pasta dura presente). Ma la Commissione Europea, con le sue Linee Guida, ha seguito tale approccio: “il suddetto prodotto alimentare non dovrebbe contenere nessun altro ingrediente comparabile, cioè nessun altro ingrediente che possa sostituire completamente o parzialmente l’ingrediente che beneficia di una Dop o Igp”. Sarebbe in tal senso ingannevole chiamare “paté con oliva taggiasca” o “di oliva taggiasca” un paté costituito in egual misura di olive taggiasche Dop e olive generiche (diciamo, un 30% e un altro 30% sul prodotto finito). Diversi provvedimenti dell’Antitrust hanno sanzionato una esibizione eccessiva di un ingrediente al posto di un altro, per puro vantaggio commerciale, quando in realtà presenti nella stessa quantità. Questa è una regola generale contro la presentazione ingannevole degli alimenti. Ma nel caso di ingredienti Dop o Igp le regole sono ancora più stringenti. Risulterebbe infatti ingannevole una denominazione di vendita riferita alla “oliva taggiasca” qualora il prodotto presentasse anche

solo una minima parte di oliva non taggiasca in sostituzione alla taggiasca (fosse anche solo dell’1%). Oltre al succitato Decreto Legislativo 297 e come norma stavolta generale, in base alla direttiva 2005/29 su pratiche commerciali sleali (art. 6) è infatti “ingannevole” la pratica commerciale che contiene informazioni non vere o – seppure di fatto corrette – in grado, anche nella presentazione complessiva, di indurre in errore il consumatore circa la natura commerciale, la qualità o la composizione,insieme ad altre caratteristiche principali del prodotto. È considerato inoltre parimenti ingannevole un uso come ingrediente non Dop-Igp che però riporti menzioni “usurpatorie” o di imitazione della denominazione di origine, come «genere», «tipo», «metodo», «alla maniera», «imitazione» o simili.

LOGO O NO?

In ogni caso, trattandosi di un ingrediente, non è previsto l’utilizzo del marchio-logo Ue Dop e Igp sul prodotto finito: marchio che invece riguarda il prodotto Dop e Igp vero e proprio. Ma i Consorzi di Tutela dei prodotti Dop-Igp possono riservarsi di adottare norme specifiche per il controllo del marchio e per una sua adeguata valorizzazione (articolo 45 del Reg. Ue 1152/2012). Vale in ogni caso la regola della vigilanza del Consorzio o del Ministero delle Politiche agricole su Dop e Igp usate come ingrediente, il che porta ad una governance stringente tramite l’iscrizione ad un registro apposito degli operatori. Tale norma, solo italiana, è giudicata da alcuni un po’ restrittiva, ma sicuramente tutela i produttori rispetto a sempre crescenti frodi e abusi commerciali.

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Toni De Amicis - FILIERA COLTA

LETTO PER VOI - Stefano Masini

L’UTILITÀ DELL’INUTILE, I VALORI CHE IL MERCATO NON CANCELLA

CON CAMPAGNA AMICA CRESCE LA CULTURA DELLA CORRETTEZZA

Il nuovo libro di Ordine evidenzia l’importanza di ciò che non è riconducibile alla logica utilitaristica La vita e l’organizzazione del lavoro in campagna rappresentano un modo diverso di pensare

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e la curiosità può rappresentare l’occasione per la scelta del volume di Nuccio Ordine L’utilità dell’inutile è, però, una lettura non affrettata a lasciarne apprezzare il valore educativo, riflettendo come tra tutto ciò che ci aiuta a diventare migliori rientrano anche tante cose (nozioni, concetti, idee, saperi) all’apparenza inutili. In un sistema di relazioni ordinato dal mercato è facile, infatti, argomentare che la stessa coltivazione civile e morale di ciascuno di noi finisca con il risultare riconducibile alle ragioni dello scambio. Ci accorgiamo, in ogni caso, non solo che la conoscenza non si possa comperare, ma che è possibile mettere in comune con gli altri il proprio bagaglio di cultura senza restare impoveriti. Disprezzare ciò che non sia funzionale alla logica utilitaristica del mercato sembra, tuttavia, allontanarci dal superfluo che pure ci connette al senso più profondo e agli aspetti più belli della vita. È Italo Calvino a ricordare che leggere i classici è bene, ma non perché servano a qualcosa: nell’inferno che abitiamo tutti i giorni – ricorda lo scrittore – ci sono due modi per attenuare le sofferenze: facendo finta di non accorgersi di quello che accade e restando indifferenti oppure saper riconoscere chi e che cosa rifletta bellezza e dignità.

L’INSEGNAMENTO DEI FILOSOFI Le tante citazioni e gli innumerevoli richiami a poeti e filo-

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L'UTILITÀ DELL'INUTILE Manifesto

Nuccio Ordine Bompiani

Collana Assaggi e passaggi pagg. 272 - € 9,00

rispondono nonostante la bellezza dei colori, alle necessità quotidiane, a cui risponde sicuramente l’orto.

IL RUOLO DELL’EDUCAZIONE

sofi, esito di una straordinaria ricerca dell’A., ci aiutano, così, a ribaltare la moderna supremazia dell’avere sull’essere, per cui guidare un’auto di lusso ha molto più valore della cultura o dell’educazione, ricordando, invece, come il gusto del bello e del vero sia disinteressato. Quale attualità suscita, ad esempio, l’ironia manifestata da Leopardi a proposito di “questo furore di calcoli e di arzigogoli politici e legislativi” (p.78) in vista di rivendicare la qualità della vita messa continuamente in discussione dai criteri utilitaristici delle banche, della borsa, dello spread e dei derivati. La vita e l’organizzazione del lavoro in campagna ha sempre richiamato, da questo punto di vista, l’attenzione al sovrappiù della produzione necessaria: si pensi alla fioritura di piante, ai margini della casa, che non

Del resto uno scrittore giapponese, proprio in un capitolo dedicato ai fiori, scrive che l’uomo ha mutato le sue attitudini primitive quando ha offerto, per la prima volta, un mazzo di fiori alla sua donna. Qualche riflessione dobbiamo, allora, aggiungere rispetto al sempre più evidente disimpegno dello Stato per l’educazione dei giovani, considerati in ragione del profitto che potranno ricavare dalla loro professione, ma perdendo di vista la dimensione universale dell’educazione che, soltanto, può formare dei cittadini responsabili, preparati ad affrontare problemi pratici, quanto capaci di dare valore ai beni comuni, rivendicare dignità e sostenere la giustizia al di là del proprio egoismo. Non possiamo che esser d’accordo con Eugène Ionesco che un Paese dove non si dà valore alle arti e alla bellezza si descrive come un paese di persone infelici e che non sorridono.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

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ampagna Amica si può sicuramente definire una Rete di imprese (che hanno scommesso sulla vendita diretta) perché ha stesse regole ovunque nel Paese, un codice di comportamento condiviso, un unico marchio e un sistema di controlli terzi, che la rende credibile sia agli occhi delle imprese che a quelli dei consumatori. Ma è anche un canale distributivo importante, che – tramite la capillare rete dei punti Campagna Amica sparsi in ogni angolo del Paese – commercializza prodotti e cibi di sicura origine agricola. Ma è anche una bellissima comunità dove produttori agricoli convinti e consumatori consapevoli, insieme, vogliono far affermare un nuovo modello di produzione e di consumo più sostenibile, più trasparente e più equo per tutti.

COMUNITÀ DI IMPRENDITORI Ma la Rete di Campagna Amica si può a buon diritto definire anche un “mercato senza mercanti” per la visione di correttezza che è stata in grado di esprimere, a garanzia dei valori e degli investimenti di tutti coloro che ci hanno creduto. Ed allora, una comunità di imprenditori come la nostra, deve avere sia l’interesse a tutelare se stessa – il suo patrimonio materiale (la Rete) e quello immateriale (il “Brand”) – che l’ambizione di tracciare una nuova e migliore modalità di produzione e commercializzazione. È quindi assolutamente

necessario darsi una modalità comportamentale in cui l’immagine di tutti i punti Campagna Amica sia comune, coerente e conseguente. È assolutamente necessario che i produttori scommettano ancora di più su Campagna Amica con la consapevolezza di parteciparvi non a titolo personale, ma come una squadra, dove il proprio successo è anche il frutto di una scelta collettiva, dove il concorso di tutti è fondamentale per il successo di tutti. E che ciascun produttore assicuri la propria correttezza in modo tracciabile, certificato e solidale.

DALL’IO AL NOI In definitiva, se vogliamo crescere ancora, minimizzandone i rischi, dobbiamo essere consapevoli che partecipare al circuito di Campagna Amica, significa, in poche parole, passare dalla logica dell’ “IO” a quella del “NOI”. Significa, in ultima analisi, sentirsi compartecipi dello stesso destino imprenditoriale e corresponsabili verso se stessi e verso tutti gli aderenti al circuito. Siamo una Rete imprenditoriale virtuosa, quindi invidiata. Come tale siamo, di conseguenza, anche molto esposti: è anche per questi motivi che la crescita doverosa che tutti insieme vogliamo perseguire deve avvenire nel massimo rispetto delle regole che ci siamo dati e nella massima certezza possibile degli impegni che liberamente, tutti insieme, abbiamo sottoscritto. I consumatori scelgono i farmers market

ANNO V - N°32 - FEBBRAIO

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