N. 23 - Marzo

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NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA

Anno IV - N°23 - MARZO

IL PRESIDENTE MARINI

Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma

MARINI: “DAL VINO UN NUOVO MODELLO PER IL PAESE”

ANNO IV - N°21 - GENNAIO

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SOMMARIO Presidente Sergio Marini Direttore Generale Toni De Amicis Coordinatori regionali Valle D'aosta Erik Verraz Piemonte Maria Chiara Bellino Lombardia Francesco Goffredo Veneto Luca Motta Trentino A.A. Barbara Battistello Friuli V. G. Vanessa Orlando Liguria Ester Perri E.Romagna Elisabetta Montesissa Toscana Simon Querci Umbria Silvia Zoppitelli

Marche Michela Fabiano Lazio Roberto Santopietro Abruzzo Mauro Pasquale Del Ponte Molise Antonio Verratti Campania Coldiretti Campania Basilicata Lino Sivolella Puglia Teresa Depetro Calabria Pietro Sirianni Sicilia Calogero Fasulo Sardegna Andrea Delogu

Contatti Via Nazionale 89/a 00184 Roma (Italy) Tel +39.06489931 redazione@campagnamica.it www.campagnamica.it

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma Editore e proprietario Fondazione Campagna Amica Direttore Responsabile Paolo Falcioni Coordinamento editoriale Massimiliano Paoloni Raffaella Cantagalli Redazione Silvia Bosco, Domenico Buono, Fabio Cagnetti, Ermanno Coppola, Pamela De Pasquale, Michele Errico, Marina Faraone, Alessandra Gioggi, Carlo Hausmann, Pietro Hausmann, Paola Mandrici, Rolando Manfredini, Stefano Masini,Claudia Migliardi, Sara Paraluppi, Daniele Taffon, Carmelo Troccoli

Indagini a cura dell’istituto ricerche SWG S.r.l. sede legale via S.Francesco 24 34133 Trieste Tel +39.040362525 www.swg.it Stampa: Digitalia Lab, via G. Peroni, 131 – Roma Impaginazione: Matteo Brogi (Studio Polpo) Foto di copertina gentilmente offerta dal Comune di Udine Questo notiziario viene inviato gratuitamente a tutti gli aderenti alla rete dei Punti di Campagna Amica. È consentita la riproduzione totale o parziale degli articoli, purchè venga citata la fonte Prima di gettare questo notiziario nella raccolta della carta, dallo a un amico interessato a conoscerci

Fondazione Campagna Amica e Digitalia Lab adottano

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PRIMO PIANO - Sergio Marini Marini: “Dal vino un nuovo modello per il paese”

SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado Finardi Etichette per la filiera agricola, un manuale di tutela per l’impresa

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FONDAZIONE - Alessia Luzi

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IL MERCATO DEL MESE - Alessandra Gioggi

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LA BOTTEGA DEL MESE

Mondiali di sci, la medaglia d’oro la vince solo Campagna Amica Ci vediamo al mercato”, a Piacenza si insegna a mangiare bene La Basilicata ha la sua Bottega Campagna Amica sbarca a Potenza

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LA FATTORIA DEL MESE - Marina Faraone

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FONDAZIONE - Pietro Hausmann

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CONSIGLI PER LA VENDITA

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FONDAZIONE - Daniele Taffon

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AGRICOLTURA CIVICA - Angela Galasso

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LEGISLATIVO - Paola Mandrici

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AZIONE SINDACALE COLDIRETTI

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Morini, la fattoria “centenaria” punta su filiera corta e innovazione Al Circo Massimo in primavera “sbocciano” eventi e corsi

ORTI URBANI - Daniele Taffon Gli orti urbani, un'occasione per agricoltori e florovivaisti Quanto contano l’illuminazione e la corretta esposizione dei prodotti nel punto vendita? Nasce la rete dei gruppi d’offerta, un’opportunità in più per le imprese Agrinido di qualità, ecco l’azienda che “coltiva” servizi per l’infanzia È in vigore la nuova Tares. Ecco le novità per le aziende Vendita diretta in aree all'aperto: la comunicazione non è necessaria

FONDAZIONE È allarme invasione simil-grana importazioni raddoppiate in 10 anni

LETTO PER VOI - Stefano Masini Il bon ton a tavola e l’arte di conoscere gli altri

FILIERA COLTA - Toni De Amicis Più cibo, più lavoro, più socialità: i 10 benefici di Campagna Amica

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


Sergio Marini - PRIMO PIANO

MARINI: “DAL VINO UN NUOVO MODELLO PER IL PAESE” Il successo all’estero delle bottiglie made in Italy affonda le radici nella riconoscibilità territoriale Come spesso accade nel nostro paese, sono i momenti di grande crisi, quando sembra che abbiamo toccato il fondo, a generare un moto di rinascita e di inatteso rilancio. Fu così per il settore del vino, piegato dallo scandalo del metanolo nel 1986, e da quel momento avviato a un processo di rifondazione e di progressiva affermazione sui mercati interni e su quelli internazionali. Le ultime stime ci dicono addirittura che la quota di valore dedicata all’export ha superato quella del consumo interno e che i maggiori incrementi si registrano proprio in quei mercati – Cina e Asia in generale – destinati a caratterizzare maggiormente sviluppo ed espansione nel futuro prossimo.

Il presidente Sergio Marini

L’EXPORT HA SUPERATO I CONSUMI INTERNI

Il nostro vino "viaggia" con sempre maggior successo sul pianeta portandosi appresso una grande dote valoriale

Dunque il nostro vino ‘viaggia’ con sempre maggior successo sul pianeta, portandosi appresso una dote valoriale il cui profilo è ben riconoscibile: altissima qualità artigianale, legame assoluto con il territorio, settore che si afferma grazie alla sapienza e alla passione di migliaia di piccoli e medi produttori. Soffermiamoci per qualche secondo su questo identikit perché esso, oltre a essere alla base di uno straordinario successo, ci fornisce gli elementi per definire il modo, la natura, l’identità e il processo di un più generale modo di essere e rappresentare il made in Italy nel mondo. Mi riferisco al richiamo che il vino necessariamente ha con il territorio di cui è espressione e quindi al legame con il patrimonio storico culturale di cui diventa espressione. Penso alle modalità produttive che, proprio per la cura, la delicatezza, l’elevatissimo contributo individuale richiesti, sono quanto di più lontano esista dalla dimensione fordista e dal modo di produrre della “grande azienda”. Penso infine al valore aggiunto che si crea in modo esclusivo a partire da queste non surrogabili caratteristiche, la cui dimensione identitaria è il vero punto di forza per le aziende italiane.

UN VOLANO PER USCIRE DALLA CRISI Questo preciso bacino di opportunità definisce un percorso che nel tempo – e forse in tempi assai più brevi di quanto possiamo aspettarci – investirà le altre filiere che compongono l’agroalimentare italiano. E non è da escludere che tutto ciò vada a dare nerbo e corpo al resto del cosiddetto made in Italy. Immagino cioè che il vino e l’agroalimentare siano i precursori di un nuovo modello di sviluppo per il nostro paese, le cui radici affondano nella riconoscibilità territoriale, in processi produttivi sostenibili, in modelli aziendali a misura d’uomo, in parametri di qualità e genuinità assoluti. Ciò consentirebbe al paese di uscire dalla crisi cavalcando l’onda della globalizzazione e riproducendo valore non surrogabile a livello simbolico e materiale. Sergio Marini

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SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado Finardi

ETICHETTE PER LA FILIERA AGRICOLA, UN MANUALE DI TUTELA PER L’IMPRESA Campagna Amica e Coldiretti Sicurezza Alimentare hanno predisposto un vademecum per le aziende Tutte le informazioni utili per tutelarsi dai controllori e assicurare trasparenza e qualità ai cittadini

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e etichette degli alimenti rappresentano, dopo la primissima e macroscopica analisi visiva, lo specchio magico in cui il consumatore si riflette quotidianamente (prima dell’acquisto, dopo l’acquisto, durante tutto il ciclo di vita del prodotto, fino allo smaltimento) e che gli anticipa aspetti fondamentali sul cibo che poi è destinato alla tavola. Interfaccia che ci parla direttamente, l’etichetta è in grado di trasferire – o nascondere – informazioni preziose: consigli d’uso e di conservazione e caratteristiche sensoriali, qualitative, nutrizionali, riferite alla sicurezza degli alimenti, eccetera. Naturale quindi che, oltre al valore commerciale venga investita di aspettative simboliche “evolute” sulla capacità di mettere in relazione produttori e consumatori, garantendo la “fiducia”, intesa come un bene di cui tutti gli attori della filiera e più in generale del milieu produttivo beneficiano. Diventa allora fondamentale una corretta preparazione delle etichette: che raggiunga il duplice obiettivo sia di rispondere a queste

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sulle indicazioni obbligatorie, con un occhio anche a quelle volontarie. In particolare, a quelle che permettano una migliore valorizzazione della produzione agricola Senza entrare nel dettaglio tecnico, ci sono alcuni aspetti che meritano una riflessione più generale.

LA PROSPETTIVA STORICA

attese del consumatore, sia di dichiarare ai controllori la conformità alla legislazione in essere. A ben vedere, due aspetti della stessa medaglia. Fondazione Campagna Amica e Coldiretti Sicurezza Alimentare hanno redatto un manuale di immediata consultazione, che vuole essere un pratico strumento per le imprese associate che trasformano i prodotti o che fanno vendita diretta. Il manuale può essere scaricato gratuitamente dalla home page di www.sicurezzaalimentare.it e si focalizza in primis

L’etichettatura degli alimenti rappresenta uno dei settori che per primi in Europa sono andati verso l’armonizzazione: è del 1979 la direttiva 112, che tra i suoi scopi aveva proprio una omogeneizzazione normativa per consentire la libera circolazione degli alimenti (costituendo il mercato interno uno dei presupposti fondativi dell’Unione). Soltanto nel 2000, ben 21 anni dopo, si è arrivati a vedere riconosciuti i diritti dei consumatori ad una corretta informazione e tutela. La normativa si è via via arricchita ed evoluta passando da direttive, utili per il ravvicinamento legislativo tra Stati membri, a Regolamenti, direttamente applicabili a livello nazionale. Si è inoltre andati

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Corrado Finardi - SICUREZZA ALIMENTARE

progressivamente a includere aspetti relativi alle indicazioni obbligatorie sugli allergeni, o alle indicazioni volontarie sulla salute o sull’aggiunta di vitamine e minerali, fino a includere norme specifiche per le produzioni di qualità (come Dop e Bio, regimi di allevamento particolare per la carne bovina, menzioni di qualità speciali). In poche parole, si è passati a garantire aspetti “evoluti” del consumatore, in accordo con nuove esigenze di tutela della salute e più in generale del benessere individuale. Se quindi la normativa Europea è armonizzata, il corpus giuridico principale oggi è costituito dal Regolamento UE 1169/2011 (in vigore ma ancora non in applicazione, dal 13 dicembre 2014), e che concettualmente rappresenta una sintesi aggiornata di tutta la normativa sviluppata.

LA MENTALITÀ Se certamente un manuale con format di corretta etichettatura è uno strumento utile, nel mondo reale la casistica dei prodotti e delle indicazioni può essere molto ampia, e trascende l’idea stessa di modelli cui conformarsi. Occorre una più precisa lettura della normativa di riferimento, semmai corredata da circolari interpretative o attuative a livello ministeriale, o linee guida; o da pareri della Autorità garante della concorrenza e mercato (Agcm); o ancora, casi giurisprudenziali che hanno fatto scuola, in caso fonti di incertezza non siano state risolte prima. Ma anche le norme da sole non bastano: per una corretta etichettatura, occorre mettersi nei panni dei consumatori, e talvolta, anche in quelli dei soggetti deputati ai controlli ufficiali in materia. E adottare alcuni principi di base.

1. Avere una chiara concezione delle modalità di vendita del prodotto alimentare, in particolare se va venduto sfuso, pre-incartato, preconfezionato. Dalla diversa natura della modalità di vendita valgono diversi obblighi di legge. In linea di massima, prodotti sfusi e pre-incartati necessitano di minori informazioni al consumatore finale, anche tramite etichetta.

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Un valore commerciale e simbolico su cui si fonda la fiducia dei consumatori 2. Delimitare con precisione la differenza tra priorità da riservare agli aspetti obbligatori in etichetta e aspetti invece volontari. I primi sono requisiti di legge, i secondi – sebbene regolati dalla legge – possono mancare. Occorre stare attenti in particolare a non mescolare errori nell’approccio volontario e obbligatorio: ad esempio, omettendo informazioni obbligatorie (come la data di scadenza, o aspetti con potenziale pregiudizio per la salute) e includendo per contro informazioni volontarie ma sbagliate (come vanti salutistici inesatti, ingannevoli e con potenziale pregiudizio per la salute dei consumatori). Questo è il caso della “tempesta perfetta” sugli errori in etichetta, a ben vedere. Vanno inoltre tenuti in conto i tempi di entrata in vigore del reg. 1169/2011.

3. “Principio di parsimonia”: limitarsi all’essenziale. Ciò può significare, ad esempio che frasi involute, atte a decantare aspetti speciali del proprio prodotto, possono trarre in inganno il consumatore e quindi essere malviste dalle autorità di controllo. 4. Non fuorviare il consumatore. Il “principio di parsimonia” però va preso con accortezza. A partire dalla Direttiva 13 del 2000 in poi, le etichette devono non solo non affermare, ma anche “non nascondere”, evitando di suggerire o sottintendere che il prodotto alimentare abbia proprietà o caratteristiche che altri prodotti simili non hanno (o che abbia proprietà curative e medicamentose). In tali casi, il “dono della sintesi” può essere considerato negativamente dalle autorità, che hanno un certo arbitrio nel dare pareri. 5. L’etichetta deve rispondere ai requisiti di chiarezza, leggibilità, indelebilità, che sono un pre-requisito rispetto ai veri e propri contenuti.

Anche una etichetta perfetta, ma con vizi “di forma” su questi aspetti materiali, decade dal poter svolgere il proprio compito: comunicare al consumatore e rassicurare il controllore.

6. I prodotti che vanno etichettati sono quelli che sono messi in vendita; per gli altri non vige tale requisito (comma 3 art. 3 D. Lgs 109/92). Ciò consente l’eventuale magazzinaggio in locali adiacenti di prodotti non etichettati, ma bisogna fare attenzione: in caso di etichette errate contenute in locali adiacenti la vendita, tale comportamento è stato considerato un tentativo di frode in commercio dalle autorità competenti. 7. Le indicazioni volontarie possono essere apposte purché giuridicamente giustificate, nel caso all’interno di norme specifiche e rispetto a specifici prodotti (“Extra” per i pelati o le confetture; “alta qualità” per il latte fresco intero, eccetera). Vige però divieto assoluto di menzioni che facciano riferimento alla possibilità di prevenire, curare e guarire malattie o si riferiscano alla tempistica di perdita di peso, o all’ eliminazione di rischi di malattia. 8. È utile instaurare relazioni proficue con i “controllori” sul territorio soprattutto in casi di incertezza o vuoti normativi, verificando l’orientamento.

9. Bisogna fare attenzione alle sanzioni (da 1.600 a 9.500 euro per mancanza o errata indicazione requisiti obbligatori).

10. Infine un aiuto: il Codice consumo, Parte II, pratiche commerciali e pubblicità. La volontà di instaurare un rapporto (anche commerciale) a lungo termine con i consumatori può richiedere alcune accortezze e un salto di mentalità. Ovviamente questi sono solo alcuni aspetti, necessariamente generali, che danno comunque conto della complessità dell’etichettatura. Per esigenze specifiche o confronto su termini, l’Area Sicurezza Alimentare di Coldiretti rimane a disposizione.

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FONDAZIONE - Alessia Luzi

MONDIALI DI SCI, LA MEDAGLIA D’ORO LA VINCE SOLO CAMPAGNA AMICA Grande successo per il Villaggio promosso dalla Fondazione nella kermesse sportiva in Val di Fiemme In mostra il meglio del made in Italy a tavola con degustazioni organizzate dalle imprese agricole

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ella splendida Val di Fiemme, in Piazza Fiera a Cavalese, cuore dei Mondiali di Sci Nordico 2013, è stato allestito dal 21 febbraio al 3 marzo il “Villaggio di Campagna Amica”, con aziende agricole in vendita diretta e agriturismi provenienti da tutta Italia che presentavano le proprie eccellenze agroalimentari. A partire dal taglio del nastro sono iniziati anche i laboratori degustativi a cura degli imprenditori delle aziende presenti che, microfono alla mano, hanno spiegato origini e curiosità delle varie specialità, coniugando la tradizione e la cultura dei territori italiani con la garanzia di genuinità a marchio Campagna Amica. Iniziando con la degustazione di oli Dop italiani, si è passati al laboratorio sul taglio del parmigiano Dop emiliano, colorato con qualche goccia di aceto balsamico e gustato con un calice di vino friulano. Hanno continuato le danze il laboratorio sul pecorino e sulle lenticchie di Norcia, entrambi offerti dal Gruppo Grifo Agroalimentare, accompagnati anche da formaggi emiliani, da piatti di riso al sapore di vino piemontese o veneto, gnocchi e tigelle assaporati sotto la neve. La Toscana con le noccioline tostate sul momento, con olii e carne, così come le Marche, cotta alla brace e accompagnata da olive ascolane. Anche la Calabria era presente e con le sue arance ha realizzato spremute, confetture e dolci, tra cui l’agrumetto (cornetto caldo con marmellata di arance), ma anche tortini di patate con caciocavallo silano Dop.

AZIENDE E AGRITURISMI PROTAGONISTI Oltre agli amici trentini che ci hanno accompagnato per entrambe le settimane con miele, confetture, mele, dolci, formaggi tipici e varie tipologie di vini, il 27 febbraio è avvenuto il giro di boa per le aziende e gli

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Presenti aziende provenienti da tutte le regioni dello Stivale agriturismi all’interno del Villaggio. È stata quindi la volta dell’Abruzzo, apprezzato per le degustazioni di vino, formaggio, arrosticini e per le zuppe di gnocchetti e ceci allo zafferano; della Campania con le

sue eccellenze come la mozzarella Dop ed il pomodorino del piennolo, oltre che le varie combinazioni tra nocciole di Giffoni e cioccolato. L’Umbria era presente anche nel secondo turno ma con un’azienda diversa, specializzata nella coltivazione di legumi tra cui i ceci. Così come i primi piatti al pesto hanno contraddistinto la Liguria, la porchetta, i salumi e vari tipi di formaggio, tra cui il pecorino, hanno rappresentato il Lazio. Tra i formaggi

Il formaggio solidale che fa bene ai bimbi malati REALIZZATO CON 15 TIPI DI LATTE, I FONDI AI PICCOLI MALATI DI LEUCEMIA La medaglia d’oro dell’eccellenza made in Italy va sicuramente all’originale “cocktail” di latte con cui mercoledì 27 febbraio è stato realizzato il primo formaggio “multietnico”, nel Villaggio di Campagna Amica. In un unico calderone sono stati infatti versate ben 15 diverse tipologie di latte proveniente da varie regioni italiane: dalla Sicilia con la vacca modicana, dell’Umbria con la frisona, dal Lazio con la bufala e la razza sarda, dalla Lombardia con la capra bionda dell’Adamello, dall’Emilia Romagna e dal Friuli Venezia Giulia con la vacca pezzata rossa, dalla Campania con la podolica, dal Veneto con la burlina, dalla Liguria con la cabannina e dal Trentino Alto Adige con la pecora tingola fiemmese, la capra mochena e quella camosciata, la vacca rendena e

quella grigio alpina. Dopo circa due ore di lavorazione, come da antiche tradizioni, la forma da record è stata presentata ed esposta nel Villaggio di Campagna Amica e battuta poi all’asta al prezzo di € 1050,00. Tutto il ricavato sarà devoluto in beneficenza alla Fondazione “Fondriest for Children” per l’Ospedale pediatrico di Padova, che utilizzerà questa offerta per sostenere e dare conforto ai bambini malati di leucemia e alle loro famiglie. Il “taglio che unisce”, come è stato soprannominato, rappresenta un passo importante, non solo per il primato che rappresenta ma anche perché racchiude in sé tutta la sicurezza e la genuinità del latte italiano e porta avanti un messaggio di unità a sostegno dei prodotti made in Italy e delle opere solidali.


Il foto-racconto dell'evento

Alessia Luzi- FONDAZIONE

portati a Cavalese anche i lombardi Bitto DOP e Casera che, accompagnati dal Parmigiano Reggiano, dal Prosciutto San Daniele e dalla pasta al Franciacorta hanno compiaciuto ogni tipo di palato. Anche la Puglia si è affermata per i primi piatti con le orecchiette alle cime di rapa e con gli strascinati con pomodori secchi e olive, ma anche

con secondi di carne alla brace, conditi con olio DOP e accompagnati da molti tipi di formaggi e salumi. Le isole italiane hanno puntato in particolare sui dolci: la Sicilia con i sapori agrumati delle marmellate, con i cannoli, i pistacchi di Bronte DOP, il cappero di Pantelleria IGP e la pasta con le sarde; la Sardegna con le seadas e gli altri dolci tipici, oltre che i formaggi, i vini e i liquori, non ultimo il mirto.

ni della penisola, sensibilizzandosi sui temi della sicurezza, della genuinità, del “km 0”, del rapporto diretto tra produttore e consumatore. L’eccellenza del made in Italy ha primeggiato in questa fantastica vetrina internazionale che è stata il Villaggio di Campagna Amica a Cavalese.

SPECIALITÀ PRESE D’ASSALTO DAI TURISTI L’iniziativa è stata molto apprezzata dai visitatori, italiani e non, che hanno potuto spaziare tra le varie regio-

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IL MERCATO DEL MESE - Alessandra Gioggi

“CI VEDIAMO AL MERCATO”, A PIACENZA SI INSEGNA A MANGIARE BENE Il farmers' market emiliano ha lanciato una campagna d’informazione rivolta ai cittadini consumatori Un pieghevole per promuovere le sessanta aziende accreditate che sul territorio fanno vendita diretta

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n un momento in cui le frodi alimentari stanno diventano una vera e propria emergenza che si riflette nella vita quotidiana dei cittadini e nella sicurezza dei loro acquisti, i Mercati di Campagna Amica vogliono essere su tutto il territorio nazionale un luogo di acquisti garantiti in grado di dare certezze rispetto a ciò che si mette nei piatti. Per questo a Piacenza è stata lanciata l’iniziativa: “Ci vediamo al mercato” il luogo in cui si incontrano produttori e consumatori. È qui che si può fare una spesa consapevole, perché puoi ricevere tutte le informazioni direttamente da chi ha prodotto ciò che stai acquistando, sostenibile, perché i prodotti sono del territorio e di stagione, garantita, perché chi vende il prodotto è la stessa persona che lo ha lavorato.

UN PROGETTO PIENO DI VALORI In tutta la provincia sono oltre 60 le aziende che effettuano vendita diretta attraverso la Rete di Campagna Amica e nei sei mercati gestiti dall’Associazione Agrimercato: il lunedì e il venerdì a Piacenza, il giovedì a Fiorenzuola d’Arda, la domenica a Pianello Val Tidone, a Carpaneto

Piacentino e a Ponte dell’Olio. Il dettaglio degli appuntamenti e i valori che stanno alla base dei Mercati di Campagna Amica sono stati sintetizzati in un pieghevole a disposizione nei mercati e nelle scuole di ogni ordine e grado di Piacenza e provincia che hanno aderito al Progetto di Educazione alla Campagna Amica. Il progetto, che quest’anno si intitola: “La salute vien mangiando. Frutta e verdura tutto l’anno”, ha come obiettivo quello di trasmettere i principi della sana alimentazione, correlata all’utilizzo di prodotti locali e stagionali, e incentrata sulla filiera corta.

PER UN FUTURO PIÙ VERDE Il progetto di Educazione alla Campagna Amica rientra a pieno titolo nel progetto più ampio finalizzato a realizzare una filiera agricola tutta italiana: formare consumatori consapevoli del patrimonio enogastronomico del proprio territorio significa insegnare a valorizzare le produzioni locali, a scegliere i prodotti stagionali e a rispettare l’ambiente circostante. Perché a mangiare bene si comincia da piccoli ed è dai piccoli che può nascere un futuro più verde. Per informazioni: Coldiretti Piacenza relazioniesterne.pc@coldiretti.it.

Parabiago, un punto a misura di cittadino NELLA NUOVA STRUTTURA AL COPERTO ANCHE CORSI DI CUCINA Il nuovo mercato coperto di Parabiago è stato inaugurato il primo marzo lungo la strada del Sempione, al numero 60: oltre cento metri quadrati e una vasta gamma di prodotti in vendita, vino e frutta, polli e ortaggi, prodotti a base di lavanda, miele, formaggi di capra e tutta la tradizione casearia legata al latte di bufala. Gli orari di apertura cercano di venire incontro alle esigenze dei consumatori: è infatti possibile fare la spesa il ve-

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nerdì, il sabato e anche la domenica mattina, per chi ha solo questa giornata per gli acquisti alimentari. Con lo stesso obiettivo, anche il mercato di Via Ripamonti, il primo farmers’ market coperto inaugurato in Lombardia, ha deciso di raddoppiare le aperture: oltre al mercoledì e sabato mattina, anche il venerdì pomeriggio e il giovedì mattina. Proprio il giovedì mattina si svolgerà, in tre incontri, il primo corso di caseificazione dome-

stica: quel fai da te in cucina che fa risparmiare senza rinunciare al gusto e alla qualità di ciò che si mangia. Le lezioni, tenute dai mastri casari di Coldiretti, illustreranno i segreti della filiera del latte, per produrre in casa yogurt e formaggio. Il mercato è il luogo ideale, perché la regola base per ottenere un buon prodotto è utilizzare sempre materie prime di alta qualità, meglio ancora se acquistate direttamente dagli agricoltori.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


LA BOTTEGA DEL MESE

LA BASILICATA HA LA SUA BOTTEGA CAMPAGNA AMICA SBARCA A POTENZA Inaugurata la struttura nel centro del capoluogo lucano, sarà gestita dal’azienda agricola De Filpo Dalla melanzana rossa ai fagioli di Rotonda, fino ai formaggi ovicaprini, non mancano i prodotti di qualità

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stata inaugurata la prima Bottega di Campagna Amica della provincia di Potenza, gestita dall’azienda agricola Pio De Filpo di Viggianello, cuore del Parco Nazionale del Pollino. L’azienda De Filpo produce formaggi ovicaprini a Marchio Pollino e, da quest’anno, anche ortaggi, Melanzana Rossa e Fagioli di Rotonda. La Bottega di Campagna Amica di via Isca del Pioppo 69 è però un punto vendita diretta in cui si vende l’assortimento della Filiera Agricola Italiana con il marchio Campagna Amica, vale a dire soltanto i prodotti agricoli provenienti da campi e allevamenti italiani e venduti direttamente da un soggetto agricolo. Una vera e propria catena di vendita

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Un’opportunità per le giovani imprese che vogliono fare reddito diretta degli agricoltori italiani con un format accattivante, omogeneo e riconoscibile in tutta Italia.

UN MONDO DI COSE BUONE Come afferma il presidente della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “per i consumatori la Bottega rappresenta un mondo di cose buone, sicure e controllate, direttamente dalla campagna alla tavola: più scelta, tanto sapore in più, il bello di una spesa sostenibile ed eco-compatibile,

la certezza di quello che mangiamo”. “Nelle Botteghe di Campagna Amica – sottolinea il presidente della Coldiretti Potenza, Teodoro Palermo - il prezzo che paghiamo corrisponde sempre al valore dei prodotti che acquistiamo; inoltre provenienza, categoria e varietà di ogni singolo prodotto sono sempre chiaramente evidenziate secondo le indicazioni di legge, per assicurare la massima trasparenza, un valore per la nostra Organizzazione importantissimo. Con l’inaugurazione della Bottega un giovane imprenditore agricolo avvia un’attività che potrà dare soddisfazioni economiche alla propria impresa e alle altre della Rete, e costituire un modello per altri giovani che vorranno imitare il suo esempio”.

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LA FATTORIA DEL MESE - Marina Faraone

MORINI, LA FATTORIA “CENTENARIA” PUNTA SU FILIERA CORTA E INNOVAZIONE Nell’azienda piacentina si allevano maiali da cinque generazioni, coniugando tradizione e modernità Prodotti dalla stalla alla... tavola venduti nello spaccio aziendale, costi ridotti con il risparmio energetico

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ulle prime colline della Val Nure, nel comune di San Giorgio (Piacenza), è situata l’Azienda Agricola Morini, la cui tradizione nell’allevamento dei suini dura da cinque generazioni. Infatti, il primo allevamento nasce agli inizi del ‘900 su iniziativa del bisnonno Primo Morini. Con il passare degli anni l’azienda si è ampliata e perfezionata, tramandandosi di padre in figlio e mantenendo la tradizione contadina con l’ausilio di impianti moderni. Oggi Romano con il figlio Gian Paolo ed il nipote Gianluca, garantiscono prodotti di qualità, quali la coppa, la pancetta, il salame, il lardo pesto, le salsicce e gli zamponi, tutti provenienti da maiali nati e cresciuti in azienda, che sono seguiti durante tutto il ciclo di vita e nutriti esclusivamente da farine vegetali. Il laboratorio di trasformazione del maiale, le cantine di stagionatura e lo spaccio agricolo hanno permesso alla famiglia Morini di gestire l’intera filiera produttiva, che va dall’insaccatura, alla stagionatura e infine alla vendita

diretta dei prodotti. In azienda sono presenti anche capre, conigli e oche.

LA DIDATTICA CHE PIACE AI BAMBINI Ma è negli ultimi tempi che Romano Morini ha voluto dare una spinta innovativa all’azienda installando una caldaia a legna ad alte prestazioni energetiche, in grado di sfruttare al massimo la resa calorica della legna, abbinata a pannelli solari termici che riscaldano e producono acqua calda sanitaria per la casa, lo spaccio, il salumificio e le celle di stagionatura. Un esempio di risparmio energetico

effettivo che ha permesso all’azienda anche un importante risparmio economico (20.000 euro all’anno). La biomassa, un’energia antica e quasi dimenticata, che permette di sviluppare calore ed energia con notevoli risparmi e massimo rispetto dell’ambiente. L’azienda Morini, che si trova in via Gerbido 25, è anche fattoria didattica e organizza attività sia per bambini, con percorsi dedicati all’apprendimento dei sistemi di allevamento, alla conoscenza degli animali della fattoria e ai laboratori del gusto, che per adulti e gruppi non scolastici, con degustazioni guidate.

I FARMERS MARKET, LE AZIENDE AGRICOLE, GLI AGRITURISMI, LE BOTTEGHE, I RISTORANTI E LE COOPERATIVE IN VENDITA DIRETTA CHE AL MESE DI FEBBRAIO HANNO ADERITO ALLA RETE NAZIONALE DELLE IMPRESE A MARCHIO “PUNTO CAMPAGNA AMICA” SONO:

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


Pietro Hausmann - FONDAZIONE

AL CIRCO MASSIMO IN PRIMAVERA “SBOCCIANO” EVENTI E CORSI È INIZIATA LA STAGIONE DELLE ATTIVITÀ AL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA NEL CENTRO DI ROMA, RIVOLTE AI CITTADINI CONSUMATORI DALLE LEZIONI DI ORTICOLTURA A QUELLE DI CUCINA, UN AMPIO VENTAGLIO DI PROPOSTE DAVVERO PER TUTTI I GUSTI

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n questi anni di attività il Mercato del Circo Massimo ha conquistato sempre più il cuore dei romani, dai quali continuano a giungere richieste di iniziative alla scoperta del mondo di Campagna Amica e dei suoi valori. E noi abbiamo provato a rispondere a questa domanda. Sempre più informazioni sui prodotti, sui produttori, trasparenza nei prezzi e controlli. Ma soprattutto è stata una gioia scoprire che in questi anni i visitatori del

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mercato volevano parlare con noi, proporre attività, scoprire tecniche pienamente legate alla tradizione agricola. Ecco quindi che poco alla volta sono nati corsi per fare la pasta fatta in casa, per decorare diversi materiali, per fare il formaggio, momenti di gioco per i bambini e molto altro ancora. La primavera entrante, da questo punto di vista, è ricca di sorprese che è possibile scoprire alla pagina degli eventi del sito www.mercatocircomassimo.it.

Corsi di orticoltura, di “fai da te”, sabati per bambini con i giochi della campagna, corsi per la cura della biodiversità urbana, corsi di cucina con Pepe Verde, una scuola di cucina molto rinomata e tantissimo altro ancora. Sicuramente per i nostri mercati, in particolare quelli su sede fissa e coperta, questo diventa un modello vincente da seguire. E allora a proposito di corsi e di partecipazione: “chi ne ha più ne metta”!

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ORTI URBANI - Daniele Taffon

GLI ORTI URBANI, UN’OCCASIONE PER AGRICOLTORI E FLOROVIVAISTI Chi ha un piccolo lotto di terra in città, magari strappato al cemento, ha bisogno dei preziosi consigli di un esperto per imparare a gestirlo al meglio. Gli interessati possono partecipare a lezioni collettive

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ei il titolare di un’azienda agricola accreditata presso l’albo di Campagna Amica? Vuoi lanciarti in questa avventura con gli orti urbani? Ecco come fare. La Fondazione Campagna Amica ha messo a punto la “Rete degli Orti Urbani di Campagna Amica”. All’interno di questo progetto di natura prevalentemente culturale e sociale puoi entrare da protagonista anche tu. Molto spesso i cittadini che hanno un piccolo lotto di terra, magari strappato al cemento, necessitano di esperti del settore che possano insegnare come fare e gestire un orto. Queste lezioni, a pagamento, possono dare un valore alle tue conoscenze e al contempo non essere troppo costose per il singolo fruitore. Infatti è possibile riunire in gruppi gli interessati e svolgere dei percorsi formativi che potrebbero avere proprio

I genovesi a lezione di orto con i trainer di Campagna Amica

te come docente (o anche personale della tua azienda). Se poi la tua è anche un’azienda orto-florovivaistica, possiamo promuoverti presso gli orti iscritti alla rete, tramite i canali comunicativi di Campagna Amica. E allora che aspetti? Invia una mail a The Ad Store Italia ambiente@campagnamica.it o chiama il numero 06489931.

Siamo lieti di presentare il primo corso teorico – pratico di formazione dedicato agli assegnatari degli orti urbani innovativi a cura del municipio di Genova Valpolcevera. La Fondazione Campagna Amica e Coldiretti hanno messo in campo le loro competenze per insegnare ai quindici neofiti i rudimenti del bravo agricoltore. I nostri personal trainer hanno così condotto le lezioni per buona parte del mese di marzo insegnando le diverse tipologie di terreni, i metodi di preparazione del terreno e della semina, le modalità di concimazione, il riuso del materiale di risulta delle coltivazioni (compostaggio), le tecniche di potatura degli alberi da frutto, la varietà di ortaggi e le stagionalità degli stessi.

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Un fenomeno sempre più diffuso

UN PROGETTO DA REPLICARE Sono state inoltre previste lezioni tecnico-pratiche di lavorazione del terreno e gestione dell'orto, con particolare riguardo al corretto utilizzo della compostiera. Tutto questo rientra nel progetto più generale di riqualificazione del territorio con particolare attenzione ai temi dell’ambiente e della sostenibilità. Un modello questo, come altri in Italia, da replicare in ogni comune italiano.


Claudia Migliardi - CONSIGLI PER LA VENDITA

QUANTO CONTANO L’ILLUMINAZIONE E LA CORRETTA ESPOSIZIONE DEI PRODOTTI NEL PUNTO VENDITA?

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’è chi la sottovaluta e chi invece ne ritaglia uno spazio a margine dell’intero progetto architettonico, quello della giusta comunicazione e illuminazione per un negozio è un problema di rilievo che può trasformarsi in un valore aggiunto nel mondo del ‘Retail’. La struttura, o meglio il layout, svolgono un compito importantissimo nel coinvolgimento della clientela e nella valorizzazione della qualità del prodotto esposto ma il comfort visivo e la giusta caratterizzazione e disposizione del prodotto ricoprono un ruolo altrettanto importante. Il cliente ha bisogno di sentirsi a suo agio e poter vedere bene, in maniera chiara, luminosa e gradevole tutta la merce esposta. Non è senz’altro producente un negozio illuminato e allestito

in modo tale da confondere le tonalità dei colori, produrre zone d’ombra e di oscurità oppure aree nelle quali il cliente ha la sensazione di confusione e poca chiarezza. Tutti gli spazi espositivi del negozio devono essere strutturati in modo che la merce sia presentata al cliente come protagonista sulla scena. Durante l’acquisto di generi alimentari, quello che vediamo spesso determina se compreremo quello o quell’altro pezzo di carne. Filetto, controfiletto, bistecche di vitello e molto altro ancora, non ci farebbero sognare pranzi prelibati se il loro colore predominante fosse il violetto o se fossero ammassati in maniera disordinata su di uno scaffale… non è vero? È il prodotto il vero protagonista del punto vendita, e tutto deve essere progettato per esaltarlo ed enfatizzarlo e per stupire il cliente che entra in negozio.

ESEMPIO DI ERRATA COMUNICAZIONE

ESEMPIO DI CORRETTA COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE CAMPAGNA AMICA

ANNO IV - N°23 - MARZO

L’impianto di illuminazione non dovrà semplicemente occuparsi di illuminare il locale ma dovrà comunicare l’immagine del punto vendita, valorizzare la struttura, enfatizzare l’esposizione del prodotto e caratterizzarlo. Il cliente deve avere una sensazione di piacere ed accoglienza nell’entrare nel Vostro punto vendita ed essere invogliato a tornarci. Come fare ad ottenere tutto questo? Giocate con i colori dei vostri prodotti, accorpateli per tonalità, utilizzate un’ illuminazione calda e cartelli ben chiari ed omogenei tra loro, non lasciate mai scaffali vuoti o disordinati. Osservate il comportamento dei vostri clienti, intuite cosa li sorprende maggiormente e siate pronti a modificare la disposizione dei prodotti qualora comprendiate che hanno difficoltà nella loro ricerca o nella comprensione dei cartelli.

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


Daniele Taffon - FONDAZIONE

NASCE LA RETE DEI GRUPPI D’OFFERTA, UN’OPPORTUNITÀ IN PIÙ PER LE IMPRESE Campagna Amica sta raccogliendo le adesioni delle aziende che già riforniscono i Gas e che sono interessate ad entrare nel circuito di vendita diretta assicurandosi nuovi canali commerciali

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tanno partendo i gruppi d’offerta di Campagna Amica pronti ad offrire supporto al loro naturale corrispettivo: i gruppi d’acquisto. In tutta Italia si stanno raccogliendo le adesioni delle aziende che già riforniscono Gruppi d’Acquisto (Solidali). Esse formeranno lo “zoccolo duro” di questa nuova rete che poco alla volta si aprirà anche alle aziende che attualmente non conducono questo tipo di attività, ma che sono desiderose di implementare i loro canali commerciali.

Alimentari, la crisi spinge la vendita diretta Gruppi d’offerta CAMPAGNA AMICA danti il tema del consumo responsabile, saranno utilizzati per divulgare ai cittadini più interessati questo nuovo aspetto della proposta di Campagna Amica per una spesa sempre più attenta all’ambiente, al lavoro e al “portafogli” dei consumatori. Agli imprenditori agricoli che svolgono questo tipo di attività non resta che contattare i responsabili di Campagna Amica del territorio per aderire a questo progetto. Per ulteriori informazioni è possibile scrivere a ambiente@campagnamica.it.

LA PROMOZIONE SUL TERRITORIO Gli strumenti comunicativi classici della Fondazione Campagna Amica (notiziario, portale, social network e pubblicazioni ad hoc) e quelli che saranno messi in piedi con la stampa, grazie anche a convegni sul territorio riguar-

Coltiviamo gli stessi interessi

ormati di frutta e

Cel: 347/4257550

o e rosato

a@libero.it

o di noce 7

oletta@gmail.com

rnisce quisto?

Amica ndo ncino

/A – 00187 Roma mail all’indirizzo: umero 06489931)

Consumatori, cittadini, produttori agricoli Campagna Amica è la Fondazione che sostiene l’agricoltura e l’alimentazione “made in Italy”, l’ambiente e il turismo in campagna. Promuove e organizza nuove forme di vendita e di consumo che accorciano la filiera agroalimentare e che sono più sostenibili, più responsabili e più vantaggiose per produttori e consumatori.

Promuove la Rete Nazionale dei Punti vendita di Campagna Amica. Ovvero il più grande circuito in Europa, per dimensioni economiche ed estensione territoriale, di produttori in vendita diretta; ma anche il più grande canale di consumo consapevole e sostenibile del nostro Paese. Il nostro obiettivo è quello di realizzare una “filera agricola tutta italiana”, capace di creare più concorrenza e più trasparenza, più potere contrattuale per gli agricoltori e più vantaggi per i cittadini. La Rete a marchio Campagna Amica, ad oggi, è già partecipata da migliaia di aziende agricole, agriturismi, cooperative, consorzi agrari e da centinaia di farmer’s market diffusi capillarmente su tutto il territorio italiano.

www.campagnamica.it Via Nazionale 89/a - 00184 Roma (Italy) Tel +39.06489931- Fax +39.0648993217

ANNO IV - N°23 - MARZO

Digitalialab - Roma

Cel: 335/7830377

I Gruppi d’Acquisto ed il Gruppo d’Offerta

Campagna Amica Piemonte e della Val d’Aosta di

del

PRODUZIONE RESPONSABILE CONSUMO CONSAPEVOLE

Gruppi d’offerta CAMPAGNA AMICA

GLI ITALIANI SPERIMENTANO NUOVI CANALI DI COMMERCIALIZZAZIONE Spesa low cost per 26 milioni di italiani che vanno a caccia dei prezzi più bassi facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, ma anche sperimentando canali alternativi come gli acquisti di gruppo, quelli on line o dal contadino. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/ Swg divulgata in occasione della diffusione dei dati di Confesercenti sul preoccupante calo delle aperture dei negozi nel 2013. Quasi due italiani su tre tagliano sulla spesa con il 62 per cento che confronta con più attenzione del passato i prezzi, il 56 per cento che fa lo slalom tra le corsie alla ricerca delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti, e oltre la metà (51 per cento) che va a caccia dei prodotti a basso prezzo. La crisi aguzza l’ingegno e si assiste a una proliferazione di forme innovative e curiose di risparmio con la diffusione dei gruppi di acquisto solidali (Gas) che coinvolgono il 18,6 per cento degli italiani, vale a dire quasi 7 milioni di persone, di cui quasi 2,7 milioni in modo regolare, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Ma si è anche verificato il boom degli acquisti e dei confronti dei prezzi sul web o addirittura il carpooling della spesa con un numero crescente di persone che di fronte al caro benzina si mettono in auto assieme per dividere i costi e andare a fare la spesa nei punti più convenienti, dalle aziende agricole ai mercati degli agricoltori, dai mercati all’ingrosso agli ipermercati fino ai discount.

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


Angela Galasso – AGRICOLTURA CIVICA

AGRINIDO DI QUALITÀ, ECCO L’AZIENDA CHE “COLTIVA” SERVIZI PER L’INFANZIA La struttura dell’agriturismo “Sapori di Campagna” a Pievebogliana è stata la prima ad aprire nel Centro Italia Un’opportunità per le aziende agricole ma anche per i bambini che imparano a crescere all’aria aperta

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niziamo in questa rubrica ad approfondire alcune delle esperienze innovative e virtuose dell'agricoltura sociale presentate a Cibi d'Italia, il 1° Festival nazionale di Campagna Amica. Fra le esperienze presenti, Sapori di Campagna, un'azienda agrituristica biologica che, da oltre un anno, svolge attività di agrinido e ospita bambini da uno a tre anni. Nel gennaio del 2012, all'interno dell'azienda di Pievebovigliana (Macerata) è nato l'agrinido “L'esperienza”, il primo nel Centro Italia. L'iniziativa si è sviluppata nell'ambito del progetto Rurale Sociale della Regione Marche ed è seguita dall'educatrice Barbara Aureli, figlia del titolare dell'impresa agricola. L'agrinido accoglie 7 ospiti/bimbi, ai quali vengono garantite le abituali cure quotidiane di un nido convenzionale (come sonno, pranzo o cambio) ma con il valore aggiunto del contatto con la natura, in una vera e proprio “laboratorio verde” all'interno dell'azienda agricola. Seguendo il metodo Montessori e passando più tempo all'aria aperta, i bambini imparano a conoscere i ritmi della natura e i principi di una alimentazione sana.

aperta facendo attività nella natura, coltivare le piante, socializzare con gli animali e imparare a conoscere i ritmi della natura e del lavoro agricolo, facilitati dal contesto dell'azienda agricola.

FLESSIBILITÀ E PEDAGOGIA “NATURALE”

Alla scoperta della campagna

UNA REALTÀ DIVERSA DALLE ALTRE L'agriasilo (per bambini dai tre ai cinque anni), così come l'agrinido (per bambini di età inferiore a tre anni), è uno dei tanti percorsi dell'agricoltura sociale in cui l'agricoltura si organizza per offrire risposte ai bisogni della società. L'agriasilo nasce da un lato per coniugare e conciliare lavoro e famiglia e dall'altro per offrire servizi nelle zone rurali. Si tratta di un vero e proprio asilo/nido, soggetto ai regolamenti e alle normative specifiche dei servizi educativi per l'infanzia, ma è ubicato all'interno di un'azienda agricola. La grande differenza sta nel tempo che i bambini passano all'aria

L'agriasilo/agrinido offre un servizio flessibile ed un progetto pedagogico basato sull'interdipendenza della persona con la natura (animali, piante, stagioni, ecc.). I bambini vengono accolti in uno spazio dedicato ed attrezzato appositamente mentre la fattoria intorno diventa un grande laboratorio didattico-educativo. Molta attenzione viene riservata al momento del pasto durante il quale vengono somministrati cibi locali nel rispetto della. A coadiuvare l'azienda agricola accompagnandola nel percorso, fondamentale il ruolo delle Federazioni, regionale e provinciale, che hanno mediato tra le esigenze aziendali e normative e tenuto i rapporti con la regione in tutte le fasi. Azienda Sapori di Campagna – Via Rancia, Pievebovigliana (MC) - Sito web: www. agriturismosaporidicampagna.it.

Marche, il sociale rinasce nei campi FUNZIONA IL PROGETTO SPERIMENTALE AVVIATO DALLA REGIONE Il progetto si colloca all'interno del più vasto progetto “Rurale Sociale” della Regione Marche, nato nel dicembre 2010 per valorizzare l'attività agricola non limitata soltanto alla produzione di materie prime, ma in grado di fornire anche servizi alla società, rivolti particolarmente ad alcune fasce della popolazione, quali anziani, minori, persone con disabilità o in difficoltà. La regione Marche ha emanato la legge n.21/2011 “Disposizioni regionali in materia di Multifunzionalità dell'azienda agricola

ANNO IV - N°23 - MARZO

e diversificazione in agricoltura”, dedicando un apposito capo all'agricoltura sociale come attività connessa a quella agricola. Parallelamente sono stati attivati dei corsi di formazione presso l'Assam (l'agenzia regionale di sviluppo dell'agricoltura) a cui hanno partecipato imprese agricole, tecnici delle organizzazioni, educatori. Il progetto Agrinido di Qualità è stato il frutto di un lavoro di sinergia fra il Servizio Agricoltura e il Servizio Servizi Sociali della Regione Marche, con il forte coinvolgi-

mento della Fondazione ChiaravalleMontessori e della federazione regionale Coldiretti Marche, avvalendosi anche di un Comitato tecnico-scientifico in grado di integrare competenze specifiche. Si è giunti alla definizione di un format dei servizi educativi e didattici di qualità per l'infanzia in ambiente rurale. La rete Agrinido di Qualità è oggi costituita da 5 agrinidi (sul sito della regione Marche i riferimenti), nati da due bandi regionali. Per saperne di più: www.agri.marche.it

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LEGISLATIVO - Paola Mandrici

È IN VIGORE LA NUOVA TARES ECCO LE NOVITÀ PER LE AZIENDE Dal 1° gennaio scorso è stato introdotto il nuovo Tributo comunale sui rifiuti e servizi che sostituisce Tarsu e Tia Tariffe più care anche del 25 per cento, i Comuni sceglieranno se ridurre gli importi sui fabbricati rurali

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al 1° gennaio 2013 è stato introdotto il nuovo tributo comunale su rifiuti e servizi (Tares) che sostituisce i vigenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani (Tarsu, Tia e tariffa integrata). Saranno tenuti al versamento tutti coloro che sono potenzialmente in grado di produrre rifiuti e dunque chiunque (persone fisiche e giuridiche) possieda, occupi o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani e ciò a prescindere dall’uso che ne faccia. Pertanto, non è necessario essere proprietari di un immobile per essere annoverati tra i soggetti obbligati al versamento del nuovo tributo: la Tares, infatti, colpisce tutti i soggetti che, a qualsiasi titolo, utilizzano un bene immobile. Oltre allo smaltimento dei rifiuti, saranno coperti altri costi: la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, svolto in regime di privativa dai Comuni; i cosiddetti “servizi indivisibili” (quali l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade ecc.), quelli cioè usufruiti dall’intera collettività e per i quali non è quindi possibile suddividere i costi in base all’effettiva percentuale di utilizzo individuale; attualmente tali servizi non sono inseriti nella Tarsu e nella Tia. Per coprire tali costi è prevista una maggiorazione pari a 0,30 euro per metro quadrato alla quale può aggiungersi l’incremento eventualmente deciso dai Comuni fino ad un massimo di 10 centesimi (0,40 euro).

per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte. Inevitabilmente, il passaggio alla Tares estenderà gli aumenti di cui sopra anche al settore agricolo: rispetto alla situazione attuale è previsto un aumento tariffario superiore al 25 per cento a seconda delle utenze. Come per i precedenti tributi e tariffe, la Tares non prenderà in considerazione le superfici sulle quali si producono di regola rifiuti speciali (i rifiuti agricoli rientrano in tale categoria ai sensi del Testo Unico ambientale) a condizione che il produttore ne dimostri l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente, fermo restando che il Testo Unico ambientale, riguardo alle competenze dei Comuni in materia di rifiuti, stabilisce che gli stessi possano assimilare alcuni rifiuti speciali agricoli ai rifiuti urbani e quindi avviarli allo smaltimento in regime di privativa.

SI PAGHERÀ IN QUATTRO RATE Per le unità immobiliari a destinazione ordinaria (categorie catastali A, B

e C), iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, è previsto che la superficie assoggettabile al tributo sia pari all’80 per cento di quella catastale; per le altre unità immobiliari (categorie D ed E) la superficie assoggettabile al tributo è, invece, costituita da quella calpestabile. La legge prevede che i Comuni possano applicare eventuali riduzioni, fino al 30 per cento, nel caso, tra gli altri, dei fabbricati rurali ad uso abitativo. Inizialmente la base imponibile su cui effettuare il calcolo sarà basata sugli stessi parametri oggi in vigore per le vecchie imposte. Una volta a regime, la Tares si pagherà in 4 rate: gennaio, aprile, luglio e dicembre. I Comuni possono, tuttavia, variare il numero delle rate e le relative scadenze. Per il solo anno 2013 il termine di versamento della prima rata è posticipato a luglio. Il pagamento potrà essere effettuato con bollettino postale o tramite modello F24 che permette anche di compensare la Tares con eventuali crediti fiscali, come succede attualmente per il pagamento dell’Imu.

RESTANO FUORI I RIFIUTI SPECIALI La tariffa è commisurata all’anno solare e alla quantità e qualità media ordinaria di rifiuti urbani prodotti

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


AZIONE SINDACALE COLDIRETTI

VENDITA DIRETTA IN AREE ALL'APERTO: LA COMUNICAZIONE NON È NECESSARIA Il dicastero dello Sviluppo economico ha emanato una risoluzione nella quale chiarisce alcuni aspetti normativi L’atto va a rispondere alla richiesta di un Comune relativa alla legittimità dell’attività delle imprese agricole

LA COMUNICAZIONE NON È NECESSARIA Il Ministero, nel riprendere quanto già affermato in una propria precedente risoluzione, ha ribadito che ai sensi dell’articolo 4, comma 2, secondo periodo, del d.lgs. n. 228 del 2001 è consentita la vendita al dettaglio su superficie all’aperto nell’ambito dell’azienda agricola o (come nel caso di specie) di altre aree private di cui gli imprenditori agricoli abbiano la disponibilità. Per la vendita effettuata nei suddetti luoghi all’aperto

ANNO IV - N°23 - MARZO

Grande successo per la vendita diretta

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l Ministero dello Sviluppo Economico, nel rispondere ad una richiesta di parere formulata da un’amministrazione comunale, ha emanato una risoluzione (la n. 35929) con la quale fornisce chiarimenti in tema di esercizio dell’attività di vendita diretta su area privata all’aperto. Un provvedimento che ci dà l’occasione per fare alcune puntualizzazioni sulla disciplina in vigore in materia ai sensi dell’articolo 4 del d.lgs. n. 228 del 2001. Nel caso in oggetto, l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno rivolgersi al Ministero a fronte di numerose segnalazioni effettuate da operatori commerciali e dalle loro associazioni di categoria, con le quali si manifestavano dubbi circa la legittimità dell’attività di vendita diretta svolta da alcuni imprenditori agricoli su un’area privata all’aperto, ubicata lungo una strada comunale. Dalla ricostruzione dei fatti esposta al Ministero è risultato che l’area in questione è utilizzata alcuni giorni della settimana per la vendita diretta da parte di imprenditori agricoli, iscritti nel registro delle imprese, con il consenso scritto da parte del proprietario dell’area e che non vi è alcun intralcio alla circolazione stradale, considerato che nelle immediate vicinanze sono presenti parcheggi utilizzabili da quanti siano interessati a recarsi ove ha luogo l’attività di vendita.

non è obbligatoria alcuna comunicazione di inizio attività al Comune competente per territorio. L’attività di vendita svolta ai sensi del citato articolo 4 può inoltre riguardare: prodotti provenienti dai fondi dell’imprenditore; prodotti derivati, ottenuti a seguito di attività di manipolazione o trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici, finalizzate al completo sfruttamento del ciclo produttivo dell’impresa; prodotti alimentari non provenienti dai fondi dell’imprenditore, ancorché “trasformati presso altre aziende agricole” o che “risultino oggetto di un ciclo industriale di trasformazione”.

IL TETTO MASSIMO DEI RICAVI Con specifico riguardo ai prodotti diversi da quelli di produzione propria, il Ministero ricorda che va rispettata la condizione espressamente prevista dal citato articolo 4, comma 8, relativa all’ammontare dei ricavi annui derivanti dalla vendita di tali prodotti: 160.000 euro per gli imprenditori individuali; 4 milioni di euro per le società. La risoluzione, tuttavia, contiene affermazioni sbagliate sulle conseguenze derivanti dal superamento dei suddetti limiti di ricavo. Infatti, secondo il Ministero, “superare i medesimi comporta il passaggio dell’attività di imprenditore agricolo a quella di esercente al dettaglio, nelle differenti forme di vendita e con i relativi

adempimenti previsti per lo svolgimento dell’attività commerciale”. In realtà, l’unica conseguenza derivante dal mancato rispetto dei limiti di ricavo fissati per legge con riferimento ai prodotti non aziendali è l’obbligo per gli imprenditori agricoli di rispettare la disciplina sul commercio contenuta nel d.lgs. n. 114 del 1998 e nelle relative discipline attuative regionali, senza che in alcun modo si verifichi “il passaggio” da attività agricola ad attività commerciale paventata nella risoluzione in commento.

ISCRIZIONE CAMERALE, SI O NO? Altra affermazione non condivisibile contenuta nella risoluzione è quella secondo cui per gli imprenditori agricoli che intendano esercitare la vendita diretta “l’iscrizione alla Camera di commercio non è necessaria qualora la vendita avvenga all’interno del fondo dell’azienda di produzione o nelle zone limitrofe”. Su tale aspetto va ricordato che la legge 25 marzo 1997, n. 77, contenente “Disposizioni in materia di commercio e di Camere di commercio”, stabilisce espressamente che i produttori agricoli che nell’anno solare precedente hanno realizzato o, in caso di inizio di attività, prevedono di realizzare un volume d’affari non superiore a 7.000 euro non sono tenuti ad iscriversi nel registro delle imprese tenuto dalle Camere di commercio.

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FONDAZIONE

È ALLARME INVASIONE SIMIL-GRANA IMPORTAZIONI RADDOPPIATE IN 10 ANNI Negli ultimi 10 anni gli arrivi di formaggi concorrenti della produzione nazionale hanno raggiunto i 27,3 mln di kg Coldiretti accusa: “Responsabili anche aziende italiane e chi dovrebbe tutelare le Denominazioni di origine”

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spesso hanno anche una assonanza fonetica con quelli nazionali e sono purtroppo destinati a Paesi diversi dall’Italia, in Europa e fuori, togliendo spazio di mercato al Parmigiano e al Grana.

SI GIOCA SULLA CONFUSIONE È imbarazzante notare che nella realizzazione di questi prodotti di imitazione siano implicate spesso imprese italiane ed anche chi per ruolo avrebbe il compito di tutelare le denominazioni originali, dal quale dipende il futuro di interi territori e migliaia di allevamenti e caseifici. La somiglianza di tali codici doganali con quelli del Parmigiano-Reggiano e del Grana Padano (04069061), unitamente alla identica descrizione tecnica dei prodotti, crea una similarità fra prodotti caratterizzati, invece da diversa origine e qualità perché i similgrana non devono rispettare i rigidi disciplinari di produzione ap-

provati dall’Unione Europea. Questi formaggi sono codificati dall'Istat con il codice doganale 04069069 hanno tenore, in peso, di materie grasse uguale od inferiore al 40%, e tenore, in peso, di acqua della sostanza (non grassa) inferiore uguale al 47%.

L’INGANNO DEI “TAROCCHI” Il rischio è che i similgrana vengano scambiati dai consumatori come prodotti Made in Italy perché vengono spesso utilizzati nomi, immagini e forme che richiamano all’italianità, ma anche perché appare il bollo Ce con la “I” di Italia se il formaggio viene semplicemente confezionato in Italia. Un inganno nei confronti del quale occorre immediatamente intervenire per salvaguardare il lavoro di migliaia di allevatori italiani impegnati in una produzione unica che rappresenta l’immagine del made in Italy nel mondo.

Ecco alcune imitazioni di formaggi italiani

egli ultimi dieci anni sono raddoppiate le importazioni in Italia di formaggi similgrana che fanno concorrenza alla produzione nazionale di Parmigiano Reggiano e Grana Padano a denominazione di Origine Protetta (Dop). È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati forniti dal sito http://www.clal. it/ dal quale si evidenzia le importazioni italiane di formaggi duri di latte bovino non Dop ha raggiunto i 27,3 milioni di chili nel 2012, con un aumento dell’88 per cento in dieci anni. I similgrana sono arrivati in Italia soprattutto dall’Europa a partire dalla Germania (8,3 milioni di chili) e dalla Repubblica Ceca (8,1 milioni di chili) anche se in forte crescita risulta essere l’Ungheria dalla quale sono giunti ben 2,7 milioni di chili pari al 10 per cento del totale delle importazioni. Volumi addirittura superiori di questi formaggi che

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LETTO PER VOI - Stefano Masini

IL BON TON A TAVOLA E L’ARTE DI CONOSCERE GLI ALTRI Il libro di Roberto Schira punta l’attenzione sulla convivialità e sulle sue regole per capire la società Le buone maniere non aiutano solo ad essere educati ma anche a comprendere la personalità degli altri

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na lettura piacevole e, allo stesso tempo, scorrevole ma non banale è quella da dedicare allo scritto di Roberta Schira rivelatore attraverso i comportamenti a tavola della nostra identità più intima perché “il cibo si nutre della ritualità del gesto” (pag.13) e il mangiare rende pubblica ogni nostra inclinazione o perversione, padronanza di sé o istinto di aggressione. Parlare di galateo e, cioè, di buone maniere a tavola ha dunque il significato di mostrarsi educati, così da eliminare le cattive abitudini, ben sapendo che “molte decisioni importanti della nostra vita (e anche dell’intera umanità) sono state prese a tavola”(pag.30) quale palcoscenico privilegiato per conoscere, indagare e giudicare. Essenziale è, comunque, conoscere le regole per poterle trasgredire in circostanze opportune.

CONSIGLI E STRATEGIE PER L’INVITO Diventa, dunque, importante invitare a casa propria o a cena al ristorante o essere invitati, non soltanto conoscendo la distribuzione dei posti (dove mi siedo) o la posizione delle posate (quale forchetta uso) quanto sapendo intraprendere una buona conversazione, così da suscitare interesse e piacere senza calarsi, invece, nei panni delle tipologie più comuni e deleterie del commensale che tutti vorremmo sempre evitare: la mamma ansiosa o il viaggiatore incallito; il critico gastronomico o il cuoco mancato; la moglie tradita che sa di esserlo o il single appena lasciato; il compulsivo della barzelletta; il tuttologo o il pettegolo impertinente. Insomma, per conoscersi e soprattutto per iniziare una relazione anche confidenziale è fondamentale incontrarsi sul set di una tavola imbandita perché – preso atto che “noi italiani a tavola siamo piuttosto maleducati”(pag. 105) – l’atto di mangiare insieme rappresenta la cir-

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Il bon ton a tavola e l’arte di conoscere gli altri - Editore Salani Pag. 208 - Prezzo € 13,50

costanza rivelatrice della personalità del convitato che, se riesce a gustare e comprendere il cibo, sa anche avere fiducia nella vita.

diventare uno straordinario punto di osservazione della maggior parte delle persone e, dunque, degli stili di vita e di costume della società.

MANGIARE CON LE MANI?

ABITUDINI RIVELATRICI

Sì che, qualche volta, evitando un locale affollato, è consentito anche mangiare con le mani mentre in nessuna occasione possono essere sopportati altri comportamenti, da parte di lui (ad es. iniziare a mangiare prima, fare il cretino con la cameriera, tenere il cellulare acceso e parlare di lavoro, oppure di lei (es. dichiarare di essere a dieta, astemia o allergica a tutto, messaggiare con l’amica del cuore, alzarsi e stare mezzora in bagno). Più che un galateo, allora, pagina dopo pagina, l’Autrice mette a punto uno psicogalateo, dimostrando come il comportamento a tavola e il linguaggio del corpo possono

Al di là di riconoscere bugie o segnali di seduzione questa idea di riconoscere la qualità delle nostre abitudini è, in realtà, importante - e questa volta il richiamo va al priore e scrittore Enzo Bianchi (“Il Pane di Ieri”, Torino, 2008, pag. 29) – se ci convinciamo a rinnovare il significato che la tavola possedeva e sempre più sta perdendo: “oggi purtroppo per molti il cibo è diventato un carburante e la tavola una mensola su cui posare ciò che si consuma. Si mangia qualche cosa, a qualsiasi ora, in qualunque modo, accanto e non “insieme” a chiunque e, possibilmente, in fretta…”.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA


Toni De Amicis - FILIERA COLTA

PIÙ CIBO, PIÙ LAVORO, PIÙ SOCIALITÀ: I 10 BENEFICI DI CAMPAGNA AMICA Tutti i vantaggi che la rete di vendita diretta creata da Fondazione ha portato alle imprese e ai cittadini Un progetto riuscito che sta costruendo ricchezza non delocalizzabile e sostenibile

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pesso parliamo del nostro progetto guardando alle cose da fare, ai problemi che abbiamo davanti, ai possibili tragitti di crescita, alle criticità che pure ci sono, mettendo in secondo piano le realizzazioni conseguite e soprattutto, i benefici - dal nostro punto di vista notevoli - che abbiamo contribuito a produrre in questi pochi anni di intenso lavoro comune. Ed allora ci fa piacere rievocarli qui di seguito, prima di tutto a noi stessi (aderenti-sostenitori-attori della grande Rete di Campagna Amica) e poi a chi è nostro osservatore. Ecco dieci benefici principali, di cui Campagna Amica ha dei meriti riconosciuti e su cui è bene esserne sempre consapevoli

NUOVA IMMAGINE PER L’AGRICOLTURA ITALIANA Contribuisce a creare una forte immagine per il nostro sistema agricolo, che si riflette positivamente sulla nostra azione sindacale. Questo patrimonio è il nostro più importante capitale sociale, è la nostra credibilità, è la nostra faccia.

IL CAMBIAMENTO DELLA DOMANDA DI CIBO Con la nostra azione incessante e capillare su tutto il territorio italiano stiamo cambiando la qualità della domanda di cibo verso l’acquisto locale, italiano, garantito.

UN NUOVO MODELLO DISTRIBUTIVO Oggi dopo i primi e ancora parziali risultati di accredito, possiamo dire di aver realizzato nel Paese un nuovo modello distributivo per i veri prodotti agricoli italiani che è ormai diventato un “terzo incomodo” tra G.D.O. e commercio di prossimità.

UNA NUOVA GRANDE “COMUNITÀ” DEL CIBO Abbiamo creato una nuova grande “comunità” dove produttori agricoli convinti e consumatori consapevoli, insieme, vogliono far affermare un nuovo modello di produzione e di consumo più sostenibile, più trasparente e più equo per tutti. In sostanza un “mercato senza mercanti”.

10 MILIONI DI CITTADINI COINVOLTI IN UN ANNO Una comunità che ha saputo realizzare un indotto economico di proporzioni considerevoli. Se guardiamo la cifra del giro d’affari annuo aggregato tra tutti i soggetti che partecipano alla nostra rete, emergono cifre che stupiscono, se pensiamo ai soli 4 anni di vita del nostro circuito (il giro d’affari aggregato è vicino ai 900 milio-

ANNO IV - N°23 - MARZO

ni di euro). Certo, noi abbiamo fatto un grande sforzo di investimento (in risorse umane ed economiche), ma l’effetto moltiplicatore è stato eclatante.

IL RUOLO SOCIALE Se pensiamo poi, al ruolo sociale dei nostri mercati, nel valorizzare strutture abbandonate ed aree marginali urbane e suburbane, nel rivitalizzare centri storici depressi, il valore della nostra presenza si esalta ancora di più: siamo ormai una leva dell’economia locale che non può essere trascurata.

CREA LAVORO La nostra, è una Rete che crea lavoro, dà piena occupazione alla famiglia coltivatrice, induce nuove competenze e specializzazioni dove donne e giovani trovano nuove gratificazioni.

CREA PROSPETTIVE Crea prospettive, indica percorsi imprenditoriali anticiclici: quante imprese commerciali o artigianali hanno chiuso con la crisi economica? Tante! Le imprese in vendita diretta hanno retto molto meglio di altre: è quindi, quella di Campagna Amica, una strada che promette e mantiene le aspettative, perché verte sulla multifunzionalità e sui bisogni dei cittadiniconsumatori.

CREA NUOVI FENOMENI SOCIALI Crea nuovi fenomeni sociali: le nostre pagine di social network collegate al mondo dei Farmer’s Market, sono un formidabile strumento di condivisione tra cittadini e produttori, tra città e campagna e tra cibo e territorio. La nostra agricoltura è un argomento di nuova cultura che unisce e crea nuove opportunità reciproche. Non sono pochi gli “hobby farmer” che vedono il mondo di Campagna Amica come il riferimento per le loro scelte alimentari o turistiche.

CREA NUOVE POLITICHE DI SVILUPPO Crea, in sostanza, nuove politiche di sviluppo sia per il mondo agricolo, che per il sistema pubblico In conclusione, possiamo tranquillamente affermare, che il nostro è un progetto riuscito, perché è il successo del territorio: è un successo che costruisce ricchezza non delocalizzabile e sostenibile, che preserva le identità, e che genera utilità collettive. In una parola sola, è un esempio tangibile e concreto di QUELL’ITALIA CHE FA L’ITALIA!

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