NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA Anno V - N°38 - OTTOBRE/NOVEMBRE 2014
PRIMO PIANO
“ARRIVA IL PROSCIUTTO SENZA CARNE DI MAIALE”
NASCE L'ALBO NAZIONALE DEI CONSUMATORI DI CAMPAGNA AMICA
ST O AC GM CA , N LA O LO GRA CA ZI ND E! IN A
Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del tribunale di Roma
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Roberto Moncalvo - PRIMO PIANO
SOMMARIO Direttore Generale Toni De Amicis Coordinatori regionali Valle d'Aosta Erik Verraz Piemonte Maria Chiara Bellino Lombardia Francesco Goffredo Veneto Luca Motta Trentino A.A. Barbara Battistello Friuli V. G. Vanessa Orlando Liguria Ester Perri E.Romagna Maria Adelia Zana Toscana Simon Querci Umbria Silvia Zoppitelli
Marche Giordano Avenali Lazio Maurizio Ortolani Abruzzo Mauro Pasquale Del Ponte Molise Antonio Verratti Campania Alessandra Nobilione Basilicata Lino Sivolella Puglia Teresa Depetro Calabria Pietro Sirianni Sicilia Calogero Fasulo Sardegna Andrea Delogu
Contatti Via Nazionale 89/a 00184 Roma (Italy) Tel +39.06489931 redazione@campagnamica.it www.campagnamica.it IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma Editore e proprietario Fondazione Campagna Amica Direttore Responsabile Paolo Falcioni Coordinamento editoriale Massimiliano Paoloni Raffaella Cantagalli Pamela De Pasquale Redazione Silvia Bosco, Domenico Buono, Ermanno Coppola, Michele Errico, Marina Faraone, Corrado Finardi, Alessandra Gioggi, Pietro Hausmann, Paola Mandrici, Rolando Manfredini, Giovanni Manfroni, Stefano Masini, Elisabetta Montesissa, Daniele Taffon, Carmelo Troccoli
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Questo notiziario viene inviato gratuitamente a tutti gli aderenti alla rete dei Punti di Campagna Amica È consentita la riproduzione totale o parziale degli articoli, purchè venga citata la fonte Prima di gettare questo notiziario nella raccolta della carta, dallo a un amico interessato a conoscerci
Fondazione Campagna Amica e Digitalia Lab adottano
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PRIMO PIANO - Roberto Moncalvo “Arriva il prosciutto senza carne di maiale”
FONDAZIONE - Redazione Pizza napoletana patrimonio dell'Unesco: si può!
FONDAZIONE - Redazione Nasce l'albo nazionale dei consumatori di Campagna Amica
FONDAZIONE - Redazione Campagna Amica decolla con la bottega all’aeroporto
FONDAZIONE - Redazione Nuovi accreditati
FONDAZIONE - Silvia Zoppitelli I prodotti di Campagna Amica nel “menù del pellegrino”
INSERTO SPECIALE Ogm, no grazie!
FONDAZIONE - Paolo Cappelli Il Sauvignon migliore del mondo si fa nei vigneti di Campagna Amica
DONNE IMPRESA - Carola Marino Donne Impresa Coldiretti: i nostri primi 60 anni
FONDAZIONE - Daniele Taffon La biodiversità fa felici l’ambiente e… le tasche degli agricoltori
SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado Finardi Quello che l’etichetta non dice: domande e risposte per l’impresa
LETTO PER VOI - Stefano Masini Oggi la crisi si batte a tavola e il cibo restituisce dignità
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FILIERA COLTA - Toni De Amicis L’economia della prossimità esige qualità
on possiamo commettere un autogol che danneggia il patrimonio di credibilità conquistato dal Made in Italy in Italia e all’estero, dove dobbiamo acquisire quote di mercato con politiche di trasparenza e verità”. È il commento del presidente Roberto Moncalvo alla proposta di schema di decreto ministeriale che rivede la normativa sulla preparazione dei salumi, introducendo una serie di allucinanti novità, a partire dall’arrivo del prosciutto senza carne di maiale, ma che può contenere più acqua e additivi chimici sinora vietati, a danno dei consumatori e degli allevatori italiani di Campagna Amica. Il prosciutto cotto potrà ora essere fatto anche utilizzando carne di altre specie creando confusione nei consumatori sul reale contenuto del prodotto che acquistano. Aumenta, poi, il contenuto di acqua consentito che sarà pagato dagli acquirenti come se fosse carne in un momento di pesante crisi economica. L’incremento del tasso di umidità previsto per le tre categorie di prosciutto cotto, prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto di alta qualità andrà a minare la qualità del prodotto stesso a discapito del maiale italiano, le cui carni hanno caratteristiche qualitative superiori a quelle dei maiali importati dai paesi del nord, penalizzando i nostri allevatori.
VIA LIBERA AGLI AROMI CHIMICI Il decreto cancella poi il divieto di utilizzo di aromi chimici, aprendo così la strada alla possibilità di correggere gusto e sapore dei salumi fatti con materia prima scadente e di dubbia origine. Paradossalmente viene mantenuta, invece, la possibilità di utilizzare le cosce di maiale congelate per produrre il prosciutto crudo stagionato. Proprio a causa di questa norma due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine. Altra novità del provvedimento è l’inserimento nel decreto del Culatello, sino ad oggi assente, ma anche qui si apre a una “industrializzazione” del prodotto (uso di involucri artificiali al posto del tradizionale budello naturale, ecc.) che finirà per abbassarne la qualità.
PERCHÉ RIVEDERE AL PEGGIO LE REGOLE?
In copertina Philipp Breitenberger- Soc. Agricola F.lli Breitenberger S.S. Treviso Stampa: Digitalia Lab, via G. Peroni, 130 – Roma Impaginazione: Studio Polpo
Il presidente Moncalvo denuncia i contenuti del nuovo decreto ministeriale sui salumi che danneggia allevatori e consumatori italiani
Il presidente Moncalvo
Presidente Roberto Moncalvo
“ ARRIVA IL PROSCIUTTO SENZA CARNE DI MAIALE”
SONO DIVENTATI OLTRE 10.000 I PUNTI DI CAMPAGNA AMICA
TRA TRA FARMERS FARMERS MARKET, MARKET, AZIENDE AZIENDE AGRICOLE, AGRICOLE, AGRITURISMI, AGRITURISMI, BOTTEGHE, BOTTEGHE, RISTORANTI RISTORANTI EE COOPERATIVE COOPERATIVE IN IN VENDITA VENDITA DIRETTA DIRETTA CHE CHE CON CON NOI NOI CONDIVIDONO CONDIVIDONO LE LE RAGIONI, RAGIONI, GLI GLI OBIETTIVI, OBIETTIVI, II VALORI VALORI EE UN UN UNICO UNICO SISTEMA SISTEMA DI DI CONTROLLO. CONTROLLO.
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“Piuttosto che rivedere al peggio le leggi che regolano il settore dei salumi sarebbe utile alla nostra economia adoperarsi per l’attuazione della legge sull’etichettatura con l’indicazione obbligatoria dell’origine italiana, di importanza fondamentale soprattutto per i prodotti trasformati”, denuncia il presidente Moncalvo. Il paradosso è che a difendere le allucinanti novità del decreto non sia stato chi lo ha proposto. A scendere animosamente in campo sono stati solo i “furbetti del prosciuttino”. Con l’endorsement degli industriali della carne dell'Assica a favore del provvedimento, finalmente si chiarisce a tutti gli italiani come sia nato lo schema di decreto che consente di realizzare prosciutto senza carne di maiale, ma che può contenere più acqua e aromi chimici.
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FONDAZIONE - Redazione
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PIZZA NAPOLETANA PATRIMONIO DELL'UNESCO: SI PUÒ!
NASCE L'ALBO NAZIONALE DEI CONSUMATORI DI CAMPAGNA AMICA
Coldiretti lancia la sfida e sostiene l’iscrizione della “arte della pizza napoletana” nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità come fu per la Dieta Mediterranea
La Fondazione sta realizzando un grande database capace di raccogliere i dati dei clienti dei mercati e dei punti vendita della Rete e offrire loro sempre più informazioni e servizi
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a sfida è lanciata: pizza napoletana patrimonio Unesco. Origine, tracciabilità, modalità di preparazione. Alcuni dei credo di Campagna Amica fanno della pizza napoletana un prodotto riconoscibile e riconosciuto in tutto il mondo, tanto da esporlo a contraffazioni di tutti i generi, a cominciare dai prodotti utilizzati per la sua realizzazione: dalla “Pomarola” del Brasile all’olio “Pompeian” degli Usa, passando per la “Zottarella” tedesca.
La vera pizza napoletana
LA RACCOLTA FIRME Parte così la nuova sfida di Campagna Amica e Coldiretti per la tutela della pizza, ritenuta un emblema del nostro patrimonio alimentare anche per l’utilizzo di alcuni ingredienti di tipica espressione dei nostri territori. Nei mercati, negli agriturismi e nei punti vendita di Campagna Amica è in corso una raccolta firme per sostenere l’iscrizione dell’ “arte della pizza napoletana” nella lista Unesco dei patrimoni immateriali dell’umanità (che ha riconosciuto in passato la Dieta Mediterranea) e tutelarne così l’identità. Un modo per fare definitivamente chiarezza sull’origine italiana degli ingredienti e sulle modalità di preparazione, per garantire le condizioni igieniche e sanitarie ottimali. Una raccolta firme che accompagna la petizione lanciata sulla piattaforma Change.org (https:// www.change.org/p/proteggiamo-il-made-in-italy-la-pizza-come-patrimonio-unesco) insieme all'Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione Uni-
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Verde dell'ex ministro dell'Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, per garantire pizze realizzate a regola d'arte con prodotti genuini e provenienti esclusivamente dall'agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale.
DUE PIZZE SU TRE NON GARANTITE Se all’estero la battaglia all’originalità della pizza è quotidiana, il problema non è da sottovalutare anche nel nostro paese, anzi. In Italia quasi due pizze su tre (63 per cento) sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori. Troppo spesso viene servito un prodotto preparato con mozzarelle ottenute non dal latte, ma da semilavorati industriali, le cosiddette cagliate, provenienti dall'est Europa, pomodoro cinese o americano invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino
e spagnolo o addirittura olio di semi al posto dell'extravergine italiano e farina francese, tedesca o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale.
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li abbiamo dato un nome importante. Lo abbiamo chiamato “Albo nazionale dei consumatori di Campagna Amica”. È il grande database al quale stiamo lavorando per raccogliere in tutta Italia i dati dei nostri clienti in modo da poter offrire loro sempre maggiore informazione e sempre più servizi. La nostra rete è ormai una realtà consolidata e si è guadagnata sul campo la fiducia dei consumatori che già oggi ci seguono, ci sostengono e molte volte ci conoscono meglio di quanto immaginiamo. Ci è sembrato quindi il momento giusto per realizzare un duplice obiettivo. Innanzitutto conoscerli uno ad uno, collocandoli con precisione nel territorio di appartenenza e identificandoli per fasce di età.
UN PUNTO DI RIFERIMENTO Con l’ambizione di diventare per loro e per quanti stanno imparando ad apprezzarci un sicuro punto di riferimento per il consumo consapevole a filiera corta. Per questo abbiamo pensato a un volantino che parla di noi attraverso tre aggettivi chiave, indissolubilmente collegati alla nostra filosofia e ai nostri prodotti: sani, giusti, consapevoli. Ribadiamo così tutto l’impegno di Campagna Amica nell’offrire non prodotti standardizzati e anonimi, ma l’espressione del più autentico made in Italy, fatto di tradizioni, territori e tanta passione per la terra.
UNA NUOVA COMUNICAZIONE In cambio, stiamo progettando una comunicazione più diretta
e mirata con cui condividere il grande patrimonio di informazioni, notizie, eventi e curiosità che ogni giorno arrivano dalla nostra rete, sia a livello nazionale che locale. Il form verrà veicolato nei nostri mercati, durante gli eventi e sarà disponibile anche online. La sfida è ambiziosa, ma non ci spaventa. Siamo certi che avremo positivi riscontri sia dai nostri clienti che da quegli imprenditori che sapranno sfruttare anche questa come una ulteriore occasione di fidelizzare i consumatori, verso i quali di fatto facciamo sostanzialmente, tutti insieme, un passo avanti. Andando loro incontro, con orgoglio, certi di non deluderli.
FRENARE IMPORTAZIONE “SELVAGGIA” In Italia sono stati importati nel 2013 ben 481 milioni di chili di olio di oliva e sansa, oltre 80 milioni di chili di cagliate per mozzarelle, 105 milioni di chili di concentrato di pomodoro dei quali 58 milioni dagli Usa e 29 milioni dalla Cina e 3,6 miliardi di chili di grano tenero con una tendenza all’aumento del 20 per cento nei primi due mesi del 2014. Un fiume di materia prima che ha purtroppo compromesso notevolmente l’originalità tricolore del prodotto servito nelle 50mila pizzerie presenti in Italia che generano un fatturato stimato di 10 miliardi, ma non offrono alcuna garanzia al consumatore sulla provenienza degli ingredienti utilizzati.
IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA
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FONDAZIONE - Redazione
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CAMPAGNA AMICA DECOLLA CON LA BOTTEGA ALL’AEROPORTO La struttura aperta nell'aeroporto di Pescara è un importante veicolo promozionale per 30 aziende Stretto un apposito accordo per portare anche vini e altri prodotti liquidi nel bagaglio a mano
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ola con Campagna Amica. Non è lo slogan di una nuova compagnia aerea ma quello che sarà possibile fare da oggi all’Aeroporto d’Abruzzo di Pescara. Lo scalo abruzzese, infatti, ospita la prima bottega italianadella rete di Campagna Amica rivolta principalmente a turisti e visitatori che provengono dall’estero. Confetture, pasta, legumi, peperoni essiccati, saponette di latte d’asina, cachi sott’olio e molto altro. Tutto, per la prima volta, si potrà portare comodamente sul proprio aereo tornando a casa con un souvenir delle eccellenze agroalimentari locali. Trenta le aziende di Campagna Amica all’interno della bottega, dove è presente anche un angolo artigianale con liquori e altri prodotti. Leccornie, manufatti e prelibatezze che attirano i passeggeri in arrivo e in partenza catturati dai profumi e i sapori dell’Abruzzo.
OCCASIONE PER IL MADE IN ITALY
La Bottega che piace ai viaggiatori
Carlo Eugenio Fiorani cresce nell’azienda agricola di famiglia specializzata nella coltivazione monoculturale del mais, ma se ne allontana dopo la laurea in Scienze Gastronomiche per dedicarsi alla professione di cuoco. Tuttavia il richiamo della terra, della sua terra, rimane vivo e all’inizio del
tra gli interessi di produttori e consumatori. In sostanza, grazie a un accordo raggiunto con lo scalo, si permette di far decollare nel bagaglio a mano anche i prodotti agroalimentari liquidi. In mancanza di duty free, la Società Abruzzese Gestione Aeroporto ha fatto in modo che i passeggeri possano acquistare vino, olio e liquori presso lo store di Campagna Amica, all'interno dell'aerostazione, e portarli a bordo grazie a un’apposita autorizzazione.
CERVELLI IN RIENTRO Una volta che il passeggero acquista il proprio articolo, paga e ritira solo lo scontrino; successivamente si recherà nell'area sterile dove, prima dell’imbarco, il venditore provvederà a consegnare l’articolo in una busta sigillata. La bottega, aperta tutti i giorni dalle 8 a mezzanotte, è gestita da Ettore Flacco, un italiano recentemente tornato dall’Australia per lanciarsi in una nuova attività imprenditoriale nel settore dell’agroalimentare.
2012 Carlo decide di ritornare a Castelverde e rivoluzionare l’azienda di famiglia. Inizia a preparare il pane, a lavorare la carne di maiale e a trasformare i prodotti agricoli in conserve e confetture. Inoltre installa pannelli fotovoltaici per l’indipendenza energetica; fa costruire il forno dove viene
prodotto pane a lievitazione naturale; comincia a coltivare grano duro per la produzione di farina; alleva i maiali allo stato semi-brado per produrre il salame di Cremona; inizia la coltivazione di ortaggi da trasformare in confetture e conserve; infine, alleva le galline in libertà per la produzione di uova.
Assisi (Pg) – L’Agriturismo di Campagna Amica “Il Podere” La vocazione per la campagna Elena, la giovane titolare, l’ha ereditata dalla propria famiglia; a ciò ha unito la sua passione per la cucina. Un connubio perfetto che l’ha spinta a ristrutturare il vecchio casolare dei nonni degli inizi dell’800, che è così diventato un agriturismo. Nell’azienda agricola vengono coltivati viti e olivi, da cui viene prodotto olio extravergine di oliva, e vengono allevati capre e animali da corte. L’orto biologico per-
mette di produrre confetture e rifornisce la cucina dell’agriturismo per i menu a km zero di tipica tradizione umbro-contadina. Elena ha portato in azienda anche la sua passione per i cavalli con cui organizza anche percorsi formativi per l’attività di fattoria didattica. Una attività complementare che le ha permesso di accrescere e valorizzare gli altri settori dell’azienda, quali l’allevamento e la produzione di ortaggi biologici, olio e vino.
Caluso (To) – La Gelateria Campagna Amica nel Gelato “Nevedarance”
Un nuovo modo, dunque, per promuovere la rete di Campagna Amica con l’obiettivo di far conoscere all’estero e nel resto d’Italia le eccellenze territoriali attraverso un circuito alternativo, luogo ideale di incontro
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Castelverde (Cr) – La Fattoria di Campagna Amica “Carlo Eugenio Fiorani”
Arrivano dal set, Vera Castrovilli e Alessia Torselli, scenografe e costumiste di film e fiction. Si sono fermate, a un certo punto, per fare altro. Hanno seguito corsi di gelateria, avviato puntigliose ricerche di materie prime e sperimentato per alcuni mesi coinvolgendo parenti e amici. Poi il via: "Nevedarance" è un locale piccolo e grazioso che offre una gran varietà di dolci sotto i diciotto gradi. La semplicità, la passione e la cura sono i principali ingredienti del gelato “naturale” di questa gelateria in provincia di Torino, nel territorio del Cavanese. Tutto, dal latte fresco alla panna fresca da allevamenti piemontesi, alle uova, allo yogurt e alla ricotta, è rigorosamente biologico e piemontese o al più italiano. Per la frutta dei sorbetti, solo di stagione e solo biologica, scelgono i produttori privilegiando quelli più vicini. Per le creme viene prediletto il “classico”: zabaione con "Caluso Passito Docg", stracciatella, nocciola, pistacchio, mandorla croccante, noce e gianduia.
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FONDAZIONE - Silvia Zoppitelli
I PRODOTTI DI CAMPAGNA AMICA NEL “MENÙ DEL PELLEGRINO” Siglato un protocollo d’intesa tra Fondazione, Coldiretti Umbria e Consorzio Umbria & Francesco’s Ways L’accordo prevede la distribuzione di prodotti regionali durante i principali eventi del turismo religioso
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rganizzare un sistema di azioni per lo sviluppo e la promozione del cammino “Via di Francesco” e delle vie collegate, per quanto riguarda i servizi resi lungo il percorso, ma anche per lo sviluppo del progetto “Menù del Pellegrino”. Questo l’obiettivo principale del Protocollo d’Intesa siglato tra Coldiretti Umbria in collaborazione con Fondazione Campagna Amica e il Consorzio Umbria & Francesco’s Ways, dedicato al turismo spirituale. I prodotti umbri delle imprese agricole della rete di Campagna Amica saranno alla base di una selezione di prodotti tipici regionali, appositamente studiato dal Consorzio Umbria & Francesco’s Ways per riproporre in chiave moderna i cibi della tradizione, nel rispetto dell’ambiente e della cultura enogastronomica umbra.
SULLE VIE DI SAN FRANCESCO A partire dal 2015, le strutture ricettive lungo la Via di Francesco potranno consegnare questo particolare “pranzo al sacco” ai moderni pellegrini che si avventurano lungo il percorso che conduce ad Assisi partendo da La Verna o da Greccio: un insieme di prodotti della Terra del Santo (come, ad esempio, la lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp, la patata rossa di Colfiorito e la fagiolina del Trasimeno) che possa completare l’esperienza spirituale dei moderni pellegrini lungo la Via di Francesco. Il progetto permetterà anche di arricchire l’offerta
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Campagna Amica conquista il turismo religioso
Un fenomeno che in Italia vale 5 miliardi di dollari e presenta grandi margini di crescita legata ai sentieri di fede, riproponendo quello stretto rapporto tra cibo e cammino che appartiene alla tradizione secolare del pellegrinaggio.
UN GIRO D’AFFARI DI 5 MLD Grazie al “Menù del Pellegrino” si implementerà la promozione dei prodotti agroalimentari italiani, anche attraverso la loro vendita e diffusione presso le strutture ricettive e ristorative aderenti al Consorzio. Come emerge da recenti stime, vola verso il valore record di 5 miliardi di dollari il giro d’affa-
ri del turismo religioso in Italia nel 2014 sotto la spinta dell’attrazione fatale esercitata da Papa Francesco. I “viaggiatori dello spirito” nel mondo sono 300-330 milioni l’anno con un fatturato annuo di 18 miliardi di dollari, con un enorme potenziale di crescita per l’Italia. Ed è proprio degli ultimi anni la riscoperta di forme più tradizionali di turismo, con un numero crescente di quanti percorrono a piedi gli itinerari religiosi verso le mete di culto. Il pellegrino di solito non è un turista high-spender e viaggia principalmente in periodi non frequentati dalle grandi folle, contribuendo così alla destagionalizzazione delle destinazioni; ma si registra anche una crescente attenzione a mete secondarie, spesso in abbinamento al turismo ecologico e a quello enogastronomico.
IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA
IN R CA AC E ST A R DA C O TAC RT AT SE E E
GLI OGM SONO UNA FALSA OPPORTUNITÀ DAI CAMPI ALLA TAVOLA. CHI SIAMO PER UN’ITALIA LIBERA DA OGM
L’ITALIA NON VUOLE GLI OGM. E SAPETE PERCHÈ?
La Task Force Per un’Italia libera da OGM è una coalizione composta da organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista, cooperativo e consumeristico, sostenuta da parlamentari appartenenti a diversi schieramenti politici, che da anni, cooperando con gli enti locali e le reti europee, promuove e sostiene azioni per salvaguardare i caratteri identitari del nostro prezioso patrimonio agroalimentare dalla minaccia derivante dall’impiego di OGM nell’alimentazione. Per contrastare l’agricoltura transgenica che crea seri rischi per l’ambiente, la salute umana e l’economia, la Task Force rivendica l’applicazione del principio di precauzione. La Task Force vuole, inoltre, arrestare il processo di omologazione derivante dalle produzioni transgeniche che andrebbe a colpire la competitività dell’Italia sul mercato globale nel settore alimentare, che da sempre si basa sulla tradizione, specificità e diversità delle produzioni.
C’è una legge che vieta la coltivazione di OGM nel nostro territorio e chi non rispetta il divieto è punito con una multa che può arrivare a 50.000 euro. I giudici del TAR Lazio hanno ricordato, con una sentenza fondamentale, che il principio di precauzione deve essere sempre rispettato quando sussistono incertezze sui rischi che gli OGM possono causare alla salute delle persone e all’ambiente. E dunque, l’incertezza è reale. Gli OGM non servono per risollevare l’Italia dalla crisi perché limitano la libertà degli agricoltori di diversificare la produzione e impongono il ricorso sempre più frequente e massiccio ai fitofarmaci e all’acqua. Ma le risorse del nostro Pianeta sono sempre più scarse.
1 3 L’ITALIA NON VUOLE GLI OGM UNISCITI ALLA TASK FORCE “PER UN’ITALIA LIBERA DA OGM” PER AVERE IL DIRITTO DI SCEGLIERE COSA MANGI, RISPETTARE L’AMBIENTE, PROTEGGERE IL MADE IN ITALY ALIMENTARE.
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#ITALIANOOGM E SUI SITI DELLE ASSOCIAZIONI, TI TERREMO INFORMATO.
La Task force per un’Italia libera da OGM è composta da Acli · Adoc · Adiconsum · Adusbef · Aiab · Amica · Associazione per l’Agricoltura Biodinamica · Assoconsum · As. Se. Me. · Campagna Amica · Cia · Città del Vino · Cna Alimentare · Codacons · Coldiretti · Consorzi Agrari d’Italia · Crocevia · Fai · Federconsumatori · Federparchi · Firab · Focsiv · Fondazione Univerde · Greenaccord · Green Cross Italia ·Greenpeace · Isde · Lega Pesca · Legacoop Agroalimentare · Legambiente · Lipu · Movimento consumatori · Movimento difesa del cittadino · Slow Food Italia ·Symbola · Uecoop · Una.api · Upbio · Vas · Wwf · Wwoof I n s e r to s p e c i a l e a c u r a d i A re a A m b i e n te C o l d i re tt i e R a ffa e l l a Ca n t a ga l l i , Fo n d a z i o n e Ca m p a g n a A m i c a
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CIBO OGM: 10 COSE DA SAPERE COSA SONO GLI OGM?
Gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono organismi le cui caratteristiche genetiche sono state modificate in laboratorio. Si parla di OGM anche nel caso i organismi transgenici, il cui DNA viene modificato con l’intervento di geni esterni all’organismo.
A CHI CONVIENE SEMINARE OGM?
Numerosi studi scientifici attestano un impatto negativo sui redditi degli agricoltori che hanno seminato mais OGM, mentre risulta che soltanto le grandi multinazionali che registrano brevetti di sementi OGM ottengono un profitto economico notevole.
QUINDI BASTA LEGGERE L’ETICHETTA PER EVITARE GLI OGM?
No. Purtroppo le etichette di salumi, carni, uova, latte, latticini, e tutti i derivati da animali alimentati con mangimi OGM, non contengono informazioni relative alle filiere di produzione.
COME PUOI PROTEGGERE LA BIODIVERSITÀ E IL NOSTRO CIBO DI QUALITÀ?
Se puoi scegli prodotti del territorio rigorosamente italiani seguendo le stagioni. Scegli il sapore e il gusto delle produzioni locali.
… E LA FAME NEL MONDO?
Gli studi economici della FAO dimostrano che negli ultimi 15 anni, mentre gli OGM si sono diffusi nel mondo, la produzione alimentare NON è aumentata. In USA, infatti, cominciano ad abbandonarli.
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QUALI SONO E DOVE SI COLTIVANO LE COLTURE GENETICAMENTE MODIFICATE?
In Brasile, Argentina, Stati Uniti e India vi è la maggiore produzione di mais, colza, cotone e soia geneticamente modificate.
È IN VENDITA ANCHE QUI IN CITTÀ?
Si. In Italia è proibito coltivare OGM, ma non venderli. I cibi con quantità di OGM superiori allo 0.9% devono indicare espressamente in etichetta che il prodotto contiene OGM, Perciò non troviamo prodotti ogm sugli scaffali
È VERO CHE IN ITALIA PIANTE TRANSGENICHE SI COLTIVANO DA MOLTI ANNI?
No. Alimenti transgenici non possono derivare da varietà vegetali coltivate nel nostro Paese. Li importiamo come mangimi per gli animali.
E QUINDI… COSA FACCIAMO?
Chiedi che in Italia venga garantito il divieto di coltivazione OGM e valorizzata la produzione di mangimi OGM free. E se possibile, acquista prodotti biologici certificati
COSA DICE L’EUROPA?
In Europa è in corso il processo di revisione della direttiva che disciplina le condizioni di autorizzazione alla coltivazione degli OGM per consentire a ciascuno Stato di decidere se ammetterli o vietarli.
IN R CA AC E ST A R DA C O TAC RT AT SE E
Paolo Cappelli - FONDAZIONE
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GLI SONO UNA FALSADEL OPPORTUNITÀ IL OGM SAUVIGNON MIGLIORE MONDO DAI CAMPIDI ALLA TAVOLA. SI FA NEI VIGNETI CAMPAGNA AMICA L’azienda Tiare di Dolegna del Collio si è aggiudicata la vittoria al concorso internazionale di Bordeaux Roberto e Sandra Snidarcig hanno vinto anche il premio per la migliore cantina emergente d’Italia.
CHI SIAMO PER UN’ITALIA LIBERA DA OGM
L’ITALIA GLI OGM. E SAPETE PERCHÈ? a ProvinciaNON di Gorizia: VUOLE un
La Task Force Per un’Italia libera da OGM è una coalizione composta da organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista, cooperativo e consumeristico, sostenuta da parlamentari appartenenti a diversi schieramenti politici, che da anni, cooperando con gli enti locali e le reti europee, promuove e sostiene azioni per salvaguardare i caratteri identitari del nostro prezioso patrimonio agroalimentare dalla minaccia derivante dall’impiego di OGM nell’alimentazione. Per contrastare l’agricoltura transgenica che crea seri rischi per l’ambiente, la salute umana e l’economia, la Task Force rivendica l’applicazione del principio di precauzione. La Task Force vuole, inoltre, arrestare il processo di omologazione derivante dalle produzioni transgeniche che andrebbe a colpire la competitività dell’Italia sul mercato globale nel settore alimentare, che da sempre si basa sulla tradizione, specificità e diversità delle produzioni.
piccolo territorio con grandi C’è una legge che vieta la coltivazione di OGM nel nostro territorio e chi non rispetta il divieto è punito con una Ed aè 50.000 in questa multa cheeccellenze. può arrivare euro. I giudici del TAR Lazio hanno ricordato, con una sentenza fondamentale, ottica che il Sauvignondeve di essere sempre rispettato quando sussistono incertezze sui rischi che gli che il principio di precauzione Roberto Snidarcig, titolare assieme OGM possono causare alla salute delle persone e all’ambiente. E dunque, l’incertezza è reale. Gli OGM non alla moglie Sandra della azienda servono per risollevare l’Italia dalla crisi perché limitano la libertà degli agricoltori di diversificare la produzione e Tiare di Dolegna del Collio riimpongono il ricorso sempre piùa frequente e massiccio ai fitofarmaci e all’acqua. Ma le risorse del nostro Pianeta dosso del confine italo-sloveno, si sono sempre più scarse. è aggiudicato la Medaglia d’oro e il Trofeo speciale alla 5° edizione del Concorso Mondiale del Sauvignon, svoltosi recentemente a Bordeaux. Si tratta del primo riconoscimento in assoluto di questa portata che viene tributato ad un vino italiano. Tiare si è distinto perGLI la sua eleganCOSA SONO OGM? QUALI SONO E DOVE SI COLTIVANO LE za e carattere fra i 751 campioni Gli organismi geneticamente modificati COLTURE GENETICAMENTE MODIFICATE? esaminati, presentati al prestigioso In Brasile, Argentina, Stati Uniti e India vi (OGM) sono organismi le cui caratteristiche maggiore produzione di mais, genetiche state provemodificate in laboratoconcorso da 473sono aziende dei tralci, ne ha fatto delle colza, legna del Collio, un piccolo centroè la preso e soia le geneticamente modificate. Si parla anche nel caso i organi- di Gorizia a cavallocotone nienti rio. da 21 Paesi di delOGM mondo. barbatelle, ha piantate nel suo della Provincia smi transgenici, cui DNA viene Al premio per il migliorilSauvignon tra modificato il Collio e i Colli orientali, ricco primo ettaro di vigneto, a Dolegna. con l’intervento di geni del mondo si è aggiunto poiesterni an- all’organismo. di aziende vitivinicole e di agrituriche il riconoscimento di miglior smi, un territorio ricco di storia, e MODERNITÀ E MICROCLIMA A CHI CONVIENE SEMINARE OGM? È IN VENDITA ANCHE QUI cantina emergentestudi per l’anno 2014attestano Sempre a Dolegna, fra le zone di confine: Numerosi scientifici un a qualche centinaio diIN CITTÀ? con questa motivazione: «Una picpregiate del coltivare Collio, acquista metri dalla azienda Tiare corre il Si. Inpiù Italia è proibito OGM, ma impatto negativo sui redditi degli agricola azienda che in pochi anni ha poi altri terreni e vi impiantadi nuoconfine con la Slovenia. non venderli. I cibi con quantità OGM sucoltori che hanno seminato mais OGM, saputomentre crescere in qualità e si sta le grandi vi vigneti di Sauvignon e, via espressavia, periori allo 0.9% devono indicare risulta che soltanto costruendo una solidissima repu- UN SOGNO di altre uve a bacca mente in etichetta che il bianca, prodottoche contiene multinazionali che registrano brevetti di REALIZZATO tazione con i suoi viniottengono del Collio,un profitto Quella di Roberto Snidarcig perOGM, qui Perciò trovanonon terreno e microclima troviamo prodotti ogm sementi OGM econon solo in Italia ma anche oltre i l’agricoltura e il Sauvignon è unasugliottimali. scaffali Ma è soprattutto sul Saunomico notevole. confini nazionali». passione coltivata fin da ragazzo. vignon che si concentra, studianQUINDI BASTA LEGGERE L’ETICHETTA IN ITALIA PIANTE TRANSGENIProviene da una famiglia contadi-È VERO dolo,CHE seguendone con passione PER EVITARE GLI OGM? CHE SI COLTIVANO DA MOLTI ANNI? E I FRANCESI CHE SI… na, da sempre socia Coldiretti, con e perfezionismo tutte le fasi, dalNo.–Purtroppo le per etichette Alimenti transgenici non possono deUn anno il 2014 – che Rober-di salumi, animali da allevare e campi da col-No. la campagna alla vinificazione e carni, uova, latte, latticini, e tutti i derivati rivare da varietà vegetali coltivate nel noto e Sandra, i due titolari, si è tra- tivare. In campagna fin dall’adole- all’affinamento. Nel 2007 costruida animali alimentati con mangimi OGM, stro Paese. Li importiamo come mangimi sformato in un anno magico. Una scenza, Roberto aveva individuato sce fra le vigne una modernissima non contengono informazioni relative alle per gli animali. azienda, Tiare che incarna al 100% fra le uve che suo padre acqui- cantina, di medie dimensioni, ma filiere di produzione. il progetto di Campagna Amica: la stava da altri contadini per vinifi- dotata di tecnologia di ultima gevalorizzazione dellePROTEGGERE proprie pro- LA care, una vigna di Sauvignon dalE QUINDI… nerazione, capace di fare una feliCOME PUOI BIODIVERCOSA FACCIAMO? duzioni e l’esaltazione del made carattere particolare, che spiccavaChiedi ce sintesi della venga tradizione e della SITÀ E IL NOSTRO CIBOinDI QUALITÀ? che in Italia garantito il divieto Se puoiinscegli prodotti rigoe valorizzata la produItaly. “Vincere terra di Franciadel – territorio sulle altre, il cui vino si evolvevadi coltivazione modernità. OGM Annessa alla cantina, rosamente italiani seguendo stagioni.in modo significativozione mangimi free.il Epiccolo se possibile, ricorda Roberto – rappresenta per e le migliorava la dicasa dove OGM vive con Scegli il sapore e il gusto delle produacquista prodotti biologici certificati un viticoltore una grande soddisfa- e sorprendente di anno in anno. E Alessandro e la moglie Sandra, locali. zione,zioni il risultato di un lavoro serio proprio da quella vigna è iniziato compagna di vita, avventure e laed appassionato, e di NEL amore per il il suo amore per il Sauvignon (che voro, dalle cui mani escono i geCOSA DICE L’EUROPA? … E LA FAME MONDO? proprio territorio”. rappresenta ora il 45 % della sua nuini e saporiti piatti della tradi-di reviIn Europa è in corso il processo Gli studi economici della FAO dimostrano Tiare che è unnegli punto di Campagna produzione, complessivamente di zione friulana per i quali è noto ille consione della direttiva che disciplina ultimi 15 anni, mentre gli OGM Amicasisituato nel Comune di Do100mila bottiglie annue): ne ha loro agriturismo. dizioni di autorizzazione alla coltivazione sono diffusi nel mondo, la produzione
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L’ITALIA NON VUOLE GLI OGM UNISCITI ALLA TASK FORCE “PER UN’ITALIA LIBERA DA OGM” PER AVERE IL DIRITTO DI SCEGLIERE COSA MANGI, RISPETTARE L’AMBIENTE, PROTEGGERE IL MADE IN ITALY ALIMENTARE.
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La Task force per un’Italia libera da OGM è composta da Acli · Adoc · Adiconsum · Adusbef · Aiab · Amica · Associazione per l’Agricoltura Biodinamica · Assoconsum · As. Se. Me. · Campagna Amica · Cia · Città del Vino · Cna Alimentare · Codacons · Coldiretti · Consorzi Agrari d’Italia · Crocevia · Fai · Federconsumatori · Federparchi · Firab · Focsiv · Fondazione Univerde · Greenaccord · Green Cross Italia ·Greenpeace · Isde · Lega Pesca · Legacoop Agroalimentare · Legambiente · Lipu · Movimento consumatori · Movimento difesa del cittadino · Slow Food Italia ·Symbola · Uecoop · Una.api · Upbio · Vas · Wwf · Wwoof I n s e r to s p e c i a l e a c u r a d i A re a A m b i e n te C o l d i re tt i e R a ffa e l l a Ca n t a ga l l i , Fo n d a z i o n e Ca m p a g n a A m i c a
Roberto e Sandra Snidarcig
CIBO OGM: 10 COSE DA SAPERE
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alimentare NON è aumentata. In USA, infatti, cominciano ad abbandonarli.
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degli OGM per consentire a ciascuno Stato di decidere se ammetterli o vietarli.
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Carola Marino - DONNE IMPRESA
DONNE IMPRESA COLDIRETTI: I NOSTRI PRIMI 60 ANNI Festa a Roma per la ricorrenza della nascita del movimento che ha segnato la storia dell’agricoltura Incontri e mostre per evidenziare il ruolo delle imprenditrici nell’affermazione del made in Italy
NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA Anno V - N°38 - OTTOBRE/NOVEMBRE 2014
PRIMO PIANO
“CAMPAGNA AMICA ‘ENTRA’ NEL PIL CON I SUOI MERCATI”
Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del tribunale di Roma
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CAMPAGNA AMICA SHOW IN TV ALTO GRADIMENTO, ZERO GLUTINE
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onne Impresa Coldiretti ha festeggiato i suoi primi 60 anni, con una due giorni svoltasi al Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi, a Roma, alla presenza delle responsabili e coordinatrici sia regionali che provinciali. Ricco di eventi il programma predisposto dall’organizzazione, che ha avuto il suo inizio nella giornata del 1° ottobre con la visita guidata alla Cappella Sistina e la messa a San Pietro celebrata dal Cardinal Comastri, grande momento di aggregazione e spiritualità. In serata “le donne di donne impresa” hanno spento le 60 candeline in una cena a loro dedicata. A tutte è stato donato un ciondolo a forma di tessera di puzzle che è divenuto il leitmotiv dell’iniziativa, come ha dichiarato la responsabile nazionale Lorella Ansaloni, “siamo un tassello, abbiamo costruito il nostro passato, delineiamo il nostro presente e lanciamo le nuove sfide per il nostro futuro, quello dell’agricoltura innovativa”.
L’INNOVAZIONE CHE ARRIVA DAL PASSATO
Scarica dall’App Stor e e e da Play Stor la Fr ee APP na g a p m a C o t n Pu Amica PROGRAMMA NAZIONALE TRIENNALE DELLA PESCA E DELL'ACQUACOLTURA
La mattinata del 2 ha visto protagonisti il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, la delegata dei giovani Maria Letizia Gardoni e la Ansaloni, moderati dalla giornalista Raffaella Pusceddu, che hanno spaziato su temi della multifunzionalità, ma soprattutto del ritorno al passato inteso come mantenimento di una cultura di generazione in generazione. Ospite della mattinata a conferma del valore aggiunto delle “donne” la schermitrice quattro volte campionessa olim-
pica Giovanna Trillini, che è stata di stimolo ad una sana competizione. A latere del convegno si è svolto il primo show room “Il business della tradizione”, gli antichi segreti del passato custoditi nelle campagne sono stati raccolti dalle nuove generazioni di imprenditrici per renderli disponibili a tutti. Dal ritorno dei tessuti naturali dal baco all’atelier, gli accessori country alla moda, dagli agridetersivi ai cosmetici naturali, dai giocattoli contadini fatti a mano senza sostanze chimiche agli abiti anallergici con tinture vegetali ma anche la riscoperta delle proprietà terapeutiche dei prodotti della natura, le conserve della nonna o il recupero di bevande antiche sono solo alcune delle storie di impresa che saran-
no raccontate con dimostrazioni pratiche nel primo show room “Il business della tradizione”.
SALVARE IL SAPERE AGRICOLO La tradizione è quindi da conservare, reinterpretare ma anche da costruire. La tradizione fa parte dell’”anima agricola” che è molto più che coltivare la terra. Si può, come provocazione, dire che furono le donne che inventarono l’agricoltura e diedero avvio alla “cultura in agricoltura”, con le sue tradizioni. E oggi ancora, di nuovo, abbiamo bisogno delle donne per salvare il sapere agricolo, che si sta dimostrando essenziale per mantenere e sviluppare alti livelli di qualità della vita. Auguri ancora donne!
Italia-Usa a confronto sull’agricoltura rosa LORELLA ANSALONI HA INCONTRATO L’EX VICESEGRETARIO STATUNITENSE ALL’AGRICOLTURA Summit a Palazzo Rospigliosi tra Donne Impresa Coldiretti, guidata dalla Responsabile Nazionale Lorella Ansaloni, e Kathleen Merrigan ex Vice Segretario in agricoltura degli Stati Uniti d’America, al quale è intervenuto anche il Capo Area Organizzazione Bruno Rivarossa. Uno scambio di idee ed esperienze dove non sono mancati i punti in comune. Basti dire che gli Stati Uniti d’America hanno una presenza femminile in agricoltura del 30 per cento. Storicamente le relazioni tra le due nazioni sono sempre state amichevoli, testimoniate dalle fitte relazioni diplomatiche,
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nonché dai notevoli scambi economici e culturali. Inoltre la comunità italiana, o di discendenza italiana, negli Stati Uniti ammonta a 18 milioni di abitanti, facendone la quarta nazione di origine tra la popolazione bianca. Tanti i temi trattati nel corso dell’incontro a partire da quelli a noi cari come la rete di Farmer Market, l’agricoltura biologica e la sana e la corretta alimentazione per le nuove generazioni. Tra l’altro il sistema americano sco- 17 lastico ha un programma simile al nostro progetto educazione alla Campagna Amica.
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Daniele Taffon - FONDAZIONE
LA BIODIVERSITÀ FA FELICI L’AMBIENTE E… LE TASCHE DEGLI AGRICOLTORI Presentati i dati di una ricerca sul'importanza della tutela del patrimonio genetico delle nostre campagne Alle aziende del Mercato di Campagna Amica del Circo Massimo ha “regalato” 500.000 euro in più
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ERREPI
COMUNICAZIONE
a biodiversità è riconosciuta ormai come elemento fondamentale in tutti gli ambiti della nostra società. Offre servizi monetizzabili e non monetizzabili, ma comunque essenziali per la vita dell’uomo. La sua perdita è un elemento drammatico a tutti i livelli e per questo va conservata e valorizzata. Per questo motivo è nata l’esigenza di conoscere il valore economico in una realtà importante seppur relativamente piccola come il mercato di Campagna Amica del Circo Massimo a Roma. Il ragionamento alla base di questa ricerca si fonda su alcuni presupposti. Innanzitutto sono stati considerati “biodiversi” tutti i prodotti contemplati nei cataloghi dell’Arsial, come ad esempio il peperone di Pontecorvo o il fagiolo del purgatorio. In seconda istanza sono stati presi in esame tutti i prodotti tipici e autoctoni anche se non presenti nelle suddette liste (ad esempio le vacche chianine). In più sono state incluse quelle specie che per loro natura offrono servizi fondamentali all’ecosistema agro-silvo-pastorale del Lazio. Ad esempio in queste ultime categorie rientrano le api con i loro prodotti e le erbe selvatiche. Per le carni e i formaggi è stato chiesto ai produttori di comunicare la stima del valore aggiunto che si presume abbiano i prodotti tipici e “biodiversi”.
in collaborazione con:
Un valore riconosciuto anche dai consumatori che lo hanno premiato con le loro scelte di acquisto sciuto dai consumatori all’atto d’acquisto rispetto a prodotti confrontabili ma né tipici né tantomeno legati alla biodiversità. Circa il 50% delle aziende del mercato presenta prodotti che possono rientrare all’interno del ragionamento esposto. Annualmente si stima perciò che la biodiversità per quanto riguarda il mercato del Circo Massimo regala un fatturato aggiuntivo complessivo di almeno 500 mila euro. La stima è sicuramente per di-
fetto e non contempla tutti i servizi eco sistemici e ambientali che la biodiversità offre.
TIPICITÀ DA DIFENDERE Così in questo contesto romano, i cittadini possono trovare vere delizie come la carne di suino nero o di vacca maremmana, formaggi fatti con latte di capra grigia ciociara, le fragole favetta di Terracina, il cece dal solco dritto e la lenticchia di Onano, il tartufo di Campoli Appennino, le mele antiche (limoncella, renetta etc.), il fagiolo corallo variegato e molto altro ancora. In conclusione salvaguardare la biodiversità vuol dire salvaguardare l’ambiente, la salute, il paesaggio ma anche il lavoro di chi spende la propria vita in campagna. Riflettiamoci. L'ambiente diventa fattore economico
IL PREZZO È GIUSTO Tale valore, sì economico ma anche valoriale, viene ricono-
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SICUREZZA ALIMENTARE - Corrado Finardi
QUELLO CHE L’ETICHETTA NON DICE DOMANDE E RISPOSTE PER L’IMPRESA IN QUESTA RUBRICA È POSSIBILE FARE SEGNALAZIONI O PORRE QUESITI SPECIFICI SULL’ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI IN UN FORMAT “DOMANDE E RISPOSTE” Gentili signori, vi scrivo per esprimere la mia più totale indignazione in relazione alla normativa che disciplina l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari, Il Governo non risulta essersi ancora attivato per mantenere l'obbligatorietà di indicare la "sede dello stabilimento di produzione" in etichetta, punto per me molto importante. Da consumatore voglio sapere dove un alimento è stato prodotto, in quale regione ed in quale Paese!!! Il Governo pare aver deciso di accontentarsi della debole protezione offerta da Bruxelles. Ciò è vergognoso perché tale informazione è essenziale e l'Italia ha tutto il diritto di mantenerla in vigore sul proprio territorio. Cosa si può fare per tutelare la nostra salute ed il nostro diritto ad essere informati? Un consumatore preoccupato
Un messaggio di questo tipo solleva numerosi dubbi: davvero la nuova normativa non prevede indicare la sede dello stabilimento, come accadeva fino ad oggi? E sarà possibile continuare ad indicarla, su base puramente volontaria? Come dovrà essere fatta l’indicazione? Intanto una premessa. Le considerazioni del lettore sono più che legittime. L’Italia, come scelta nazionale fatta a suo tempo, e contenuta nel Decreto legislativo 109/92 (art. 3, “f”), aveva optato per l’obbligo di indicare − qualora diverso dalla sede legale dell’azienda produttrice anche il luogo ove fosse presente lo stabilimento di effettiva
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PRODOTTO NELLO STABILIMENTO XXXXXXXXXX
produzione. In tal senso, si intendeva dare rassicurazione non solo ai consumatori circa una più piena tracciabilità del prodotto, con i vari passaggi lungo la filiera in qualche modo “esplicitati”. Ma anche consentire ai controllori una più rapida determinazione dei punti in cui poteva essere avvenuta una “rottura” della sicurezza alimentare. Ora, se è vero che da un punto strettamente riguardante il regolamento (Ue) 1169/2011 di prossima applicazione − dal 13 dicembre 2014 la sede dello stabilimento se diversa dalla sede altrimenti stabilita − non è più da indicarsi obbligatoriamente, è anche vero che gli Stati membri potranno mantenere molte disposizioni nazionali, purché non lesive del mercato interno e non in contrasto con altri principi della normativa Ue. Ora, intendendosi tale disposizione non come in contrasto, ma come rafforzativa semmai del quadro Ue e ampiamente accettata in passato, non dovrebbero esservi proble-
mi insormontabili. È un aspetto tuttavia soggetto a dibattito e interpretazioni. In una nota informativa dei giorni scorsi, il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha provato a dare un suo chiarimento (non giuridicamente vincolante, ma che può illuminare circa la prossima ri-edizione del Decreto legislativo 109 “aggiornato” di pubblicazione ventura): lo stabilimento di produzione non è da riportare obbligatoriamente in etichetta, in pieno accordo con il reg. 1169. Che fare allora? Intanto, i produttori potranno mantenere in via volontaria l’indicazione dello stabilimento, in modo da dare maggiori rassicurazioni ai consumatori, ma a patto che tale indicazione volontaria non “rubi” spazio a indicazioni invece obbligatorie. In secondo luogo, attendendo un adeguamento della normativa conseguente al Decreto legislativo 109/92 (in base a rumors, in attesa per la primavera 2015), c’è da auspicare un mantenimento della specificità italiana, fondata sull’obbligo di indicare anche la sede dello stabilimento, e Coldiretti si impegnerà perché possa rimanere una caratteristica migliorativa propria dell’ordinamento italiano. Non va dimenticato comunque che il quadro sanzionatorio stesso è in ritardo: ci si attende anche qui una pubblicazione attesa da alcuni mesi rispetto all’entrata in vigore del regolamento 1169/2011. Un’incertezza giuridica che certo non fa bene agli operatori del settore.
IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA
Toni De Amicis - FILIERA COLTA
LETTO PER VOI - Stefano Masini
OGGI LA CRISI SI BATTE A TAVOLA E IL CIBO RESTITUISCE DIGNITÀ Nel libro “Come cucinare il lupo” di Mary Kennedy Fisher si trova una lezione di estrema attualità Piccoli segreti per non rinunciare alla qualità nel piatto recuperando la socialità del mangiare
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l contesto in cui si inserisce la narrazione (Come cucinare il Lupo, Mary F. Kennedy Fisher, pag. 256, euro 15,90) potrebbe, a prima vista, presentarsi come una parentesi temporale confinata nella cronaca delle miserie quotidiane della seconda guerra mondiale, ma la spigliatezza del linguaggio e la passione con cui l’autrice elenca ricette e dispensa consigli utili per la migliore preparazione di minestre, arrosti, dolci, sono gli ingredienti della sua attualità. Oggi, infatti, torniamo a metterci intorno ai fornelli per cucinare cercando le materie prime più adatte, elaborando prodotti locali e della tradizione per ragioni salutistiche e, soprattutto, per convenienza. La metafora del lupo, che si adagia di fronte ai battenti della porta di casa, simboleggiando la difficoltà di acquistare cibo in quantità e qualità sufficiente ai bisogni e agli appetiti familiari serve, allora, a ricordarci che dobbiamo fare i conti se non (fortunatamente) con le ristrettezze della guerra, bensì con le conseguenze della crisi economica di cui tutti i giorni parlano anche i giornali.
SAPER SCEGLIERE È RISPARMIARE Dobbiamo, perciò, ispirarci al buonsenso nelle pratiche di cucina che non si risolvono solo nel risparmiare nell’acquisto di taluni ingredienti ma nel saper scegliere, aggiungendo consapevolezza per quanto riguarda l’origine, le stagioni e le fasi della successiva preparazione: perché anche bollire un uovo
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COME CUCINARE IL LUPO Mary F. Kennedy Fisher Neri Pozza collana Biblioteca pagg. 256 € 15,90
tavola, come facevano i nostri genitori o nonni, alimenti semplici produce gioia senza lo spreco che accumuliamo nelle nostre tavole.
ha un suo metodo (se è fresco) e richiede minime astuzie (se è decorso qualche giorno dalla sua deposizione). Certo, “è inutile sapere che il pane rimane fresco più a lungo se si mette una mela tagliata nel cestino, quando di pane non ce n’è” (pag. 89) ma si tratta, ad esempio, di trovar tempo, perché, se acquistare prodotti al supermercato è risultata una straordinaria conquista della modernità, recuperare vecchie ricette per il lievito e l’abitudine della panificazione casalinga, può determinare utilità economica oltre a far riscoprire la genuinità e i buoni sapori di un prodotto sempre accessibile. In un contesto di difficoltà anche la possibilità di condividere il cibo diventa, dunque, importante: “un pasto consumato in solitudine si riduce ad una mera funzione fisica” (pag. 107), sì ché mettere dignitosamente a
DAL PALATO ALL’INTELLETTO Del resto, lo scritto è dedicato agli “amanti della buona cucina e di una vita piena di amore, felicità e buona salute” (pag. 156) mentre le saporite avventure gastronomiche proposte sono dirette a soddisfare stomaco, palato e intelletto: noi dobbiamo conoscere il cibo prima di ingerirlo e questo ci regala una sensazione di benessere e salute. L’autrice non ci intrattiene, dunque, con ricette di economia domestica destinate a sopravvivere nel tempo, ma ci conduce, ricetta dopo ricetta, ad apprezzare il cibo e ad averne rispetto, che sia carne o patate, ostriche o merluzzo: “Ogni uomo conosce la fame. Da sempre. Gli uomini devono mangiare, e negandosi il piacere di farlo con gusto si privano della possibilità di vivere la vita in tutta la sua pienezza. Questo vale per i ricchi come per i poveri” (pag. 110).
IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA
L’ECONOMIA DELLA PROSSIMITÀ ESIGE QUALITÀ
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LA NOSTRA RETE INTERCETTA I NUOVI BISOGNI DELLA SOCIETÀ
na rete come la nostra, re la “domanda di cibo di campagna” è molto forcomposta principalmente. Va oltre la moda del momento: è un trend “di te da produttori in venlunga deriva” come ci dicono gli studiosi della dita diretta, non può non materia. Ed i consumatori che hanno questa senavere come modello di sibilità non sono più una sparuta élite, ma una riferimento che quello fascia ormai significativamente ampia, non più dell’economia di prossicomposta solo da ceti urbani colti e cosmopoliti. mità, ovvero il modello E sebbene sia ancora minoranza, è quella che fa che più di altri, oggi, riopinione e che maggiormente orienta le nuove sponde ai nuovi stili di scelte alimentari. vita che emergono dalla società (qualità delle relazioni, sobrietà, sosteLA QUALITÀ COME IMPERATIVO CATEGORICO nibilità, cibo giusto, ecc). Un modello economiSono consumatori in perfetta sintonia con l’onda co sempre più evidente, che basa la sua forza che si sta determinando nei mercati alimentari sul valore materiale dei nostri territori, dei suoi e gastronomici dei principali paesi del mondo; paesaggi, dei suoi servizi e un fenomeno sociale che va nel della sua offerta complessenso di una cucina tipica, loIl grande valore della rete siva; sul valore immateriacale, intrisa di cultura, valori e le rappresentato dal nostro stili di vita molto contemporapatrimonio culturale e delnei. Da questi cittadini il “cibo la nostra storia; sul valore contadino” non viene visto virtuale dato da una grancome un residuo del passato de “community” composta o un retaggio di tempi andati, da produttori responsabima come un “patrimonio attuali e cittadini consapevoli, le e moderno”, su cui attivare che insieme condividono la nuove relazioni e nuovi compassione di un nuovo modo portamenti. Di conseguenza, di consumare e di stare inun’offerta di prodotti – come sieme. quelli della rete di Campagna Amica – che fa capo a territori e produttori riconoscibili – che UNA DIRETTRICE VINCENTE permette alla “signora Maria” di sapere cosa mangia, è vinUn modello economico cente. Quindi, per noi agricolche sta diventando anche tori, scommettere soprattutto una direttrice vincente per sulla qualità dei nostri cibi non produrre nuovo reddito e è solo un imperativo che ci nuova occupazione per il permette di intercettare questa nostro mondo agricolo, ma nuova “domanda di consumo”, non solo. che risponde bene al nuovo Tra questi nuovi stili di trend di mercato, ma è anche vita, i nuovi comportamenun modo intelligente di legittiti alimentari, dovuti ad una mare il ruolo dell’agricoltura a nuova concezione del cibo, sostegno dei nuovi bisogni delsono certamente la comla società e dei cittadini: quasi ponente più propulsiva. un pre-requisito per tutti coloDentro questo modello di ro che hanno scelto la filiera sviluppo la “domanda di corta di Campagna Amica. campagna” ed in particola-
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The Ad Store Italia
Son le a o ap des erte ion i!
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Fai la scelta giusta, entra in Campagna Amica! Il presente è già pieno di vantaggi* Hai un prodotto che vuoi vendere direttamente? Con noi farai parte della prima grande rete nazionale di punti per la vendita diretta di prodotti agricoli italiani, freschi di stagione, no OGM. Sarai un punto di riferimento per i consumatori. Aderire è facile: rivolgiti alla sede Coldiretti più vicina a te o visita i nostri siti web. www.campagnamica.it
*Il 64% delle aziende che vendono con Campagna Amica dichiarano di aver aumentato il proprio fatturato del 21% (fonte Ixè-Coldiretti 2014)
www.coldiretti.it