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N.2 FEBBRAIO 2011

il

Punto di

CAMPAGNA AMICA

Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 足 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma

NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA

RETE CAMPAGNA AMICA: NUMERI DA RECORD

alessandro cattabrini photography


Entra E ntra in in campagna campagna dal dal p ortale principale principale portale www.campagnamica.it w ww.campagnamica.it

Turismo in campagna

Mercati M ercati d dii Campagna Amica C ampagna A mica

P Punti unti Campagna C ampagna Amica Amica

Distributori Distributori dii latte d latte

I Farmers Market di Campagna Amica

Aziende dii A ziende d Eccellenza Eccellenza

Paesaggi da gustare

Stili sostenibili

ADERISCI A DERISCI alla alla FONDAZIONE NDAZIONE

Vendita diretta

Prezzo amico Punto

La spesa informata


il Punto di CAMPAGNA AMICA

Primo Piano

“Mercati, un primato straordinario” Il presidente Sergio Marini commenta i numeri di Campagna Amica

Presidente: Sergio Marini Direttore Generale: Toni De Amicis Sede operativa: Via Nazionale 89/a 00184 Roma (Italy) - Tel +39.06489931 redazione@campagnamica.it www.campagnamica.it

Il Punto di Campagna Amica Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma Direttore responsabile: Paolo Falcioni Redazione: Fabio Cagnetti Raffaella Cantagalli Angela Galasso Alessandra Gioggi Massimiliano Paoloni Sara Paraluppi Hanno collaborato: Silvia Bosco Domenico Buono Luca D’Apote Carlo Hausman Pietro Hausman Rolando Manfredini Stefano Masini Carmelo Troccoli Indagini a cura dell’istituto ricerche SWG S.r.l. - sede legale via S.Francesco 24 - 34133 Trieste Tel +39.040362525 www.swg.it

Impaginazione e grafica: Massimiliano Paoloni Foto copertina: Alessandro Cattabrini Stampa Digitalia Lab, via G. Peroni, 131 – Roma

“Si tratta di un primato straor­ dinario conquistato in appena due anni dell’inizio di queste esperienze in Italia dove è ora attiva la più estesa rete di ven­ dita diretta dei produttori agri­ Il presidente Marini all’assemblea coli presente in tutta Europa”. E’ degli agrimercati il commento del presidente della Coldiretti Sergio Marini ai numeri territorio e la possibilità di fare un ac­ scaturiti dal primo dossier sul feno­ quisto al giusto prezzo sono ­ ha preci­ meno dei “F armers Market in Italia” sato Marini ­ alcune delle motivazioni presentato alla prima assemblea nazio­ che spingono questo successo. Oltre nale degli Agrimercato di Campagna che un’opportunità di mercato per Amica della Coldiretti, svoltasi a Pa­ tante nostre imprese, si tratta di una lazzo Rospigliosi, a Roma. All’appunta­ formidabile occasione per aggiungere mento hanno preso parte anche concorrenza ad un sistema ingessato Roberto Weber (Presidente Swg), Giu­ da anni, ma anche di una esperienza seppe De Rita (Presidente Censis), Ro­ che ha uno straordinario effetto molti­ sario Trefiletti (Presidente plicatore sulle altre forme distributive, Federconsumatori), Paolo Massobrio che per rispondere alle esigenze di un (enogastronomo) Paolo Scarpa Bo­ consumatore più informato dovranno nazza (Presidente Commissione Agri­ garantire un adeguato spazio sui pro­ pri scaffali al vero prodotto Made in coltura del Senato). In controtendenza rispetto all’anda­ Italy”. Un riscontro positivo di questo mento generale, la spesa nei mercati canale commerciale alternativo si ha degli agricoltori nel 2010 ha fatto regi­ anche dal lato dei 16mila produttori strare un vero boom con una crescita che hanno partecipato ai mercati nel del 28 per cento delle strutture attive, corso del 2010, innovando notevol­ dove durante l’anno hanno fatto acqui­ mente la propria attività nell’azienda agricola. La metà degli agricoltori che sti ben 8,3 milioni di italiani. “Dai mercati ­ ha sottolineato Marini ­ partecipano ai mercati ha una età com­ viene una risposta ad un nuovo stile di presa tra i 25 ed i 44 anni, che è ben al vita e ad modello di consumo più so­ di sotto dell’età media dell’imprendito­ stenibile che si sta affermando tra un rialità agricola italiana che si è alzata numero crescente di cittadini. Guar­ in modo preoccupante. La nuova atti­ dare in faccia il produttore, farsi rac­ vità ha un effetto positivo sull’occupa­ contare direttamente la storia del zione, con il potenziamento della prodotto che si acquista, tagliare le in­ propria forza lavorativa nel 39 per termediazioni e le manipolazioni sul cento dei casi, e sul fatturato, che in cibo che si porta in tavola, salvaguar­ media fa registrare un aumento del 20 dare le tradizioni culturali e colturali, per cento particolarmente rilevante in sostenere economicamente il proprio un momento di crisi.

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Novità da Fondazione

il Punto di CAMPAGNA AMICA

Ritorno al futuro Agricoltura, nel parco macchine ora entra anche il pc mondo chiuso e solitario è diven­ tata realtà aperta e luoghi di incon­ tri (dagli agriturismo alle fattorie didattiche, agli eventi culturali presso aziende agricole). Oggi il contadino marginale ha la­ sciato spazio ad un agricoltore di­ namico, giovane, che pur non rinunciando alla scelta di lavorare la terra e condurre una vita a con­ tatto con la natura, parla l'inglese, utilizza internet e, soprattutto, ama comunicare con il mondo, in risposta ad un mondo che sempre di più

parla come navighi

C'era un volta il contadino con la zappa e le scarpe rotte, con una vita scandita solo dai cicli delle sta­ gioni, marginale rispetto al resto della società. Le innovazioni pro­ duttive e organizzative realizzate dalle imprese agricole e le ten­ denze rispetto a nuovi modelli eco­ nomici (consumo locale, cittadini/consumatori consapevoli ­vendita diretta, filiere corte, GAS, domanda di servizi da parte della società “urba­ nizzata”) hanno cam­ biato anche la campagna, l'hanno avvicinata alla città, da

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ricerca il contatto con la campagna. Per queste ragioni oggi l'agricol­ tura può coniugare gli aspetti posi­ tivi della vita di campagna con quelli del mondo “tecnologico” di Internet, apparentemente così di­ verso e distante ma che in realtà nasce da un bisogno antico, quello di comunicare e instaurare rela­ zioni con il prossimo. E per le stesse ragioni, qualche anno fa Internet era ... il sito web, oggi … è molto di più: blog, social media, social network, … Per molti agricoltori utilizzare Facebook e Twitter, per citare i nomi più fa­ mosi, fra una mungitura e un'ara­ tura, è la normalità. Blog E’ un sito internet in cui l'autore (blogger) pubblica più o meno pe­ riodicamente, come in una sorta di diario online, i propri pensieri, opi­ nioni, riflessioni, considerazioni ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettro­ nico come immagini o video. Il ter­ mine blog è la contrazione di web­log, ovvero “diario (log) in rete (web)”.


Novità da Fondazione

il Punto di CAMPAGNA AMICA

Su Internet l’informazione viaggia velocemente e a basso costo

Il web e questi nuovi strumenti oltre a rispondere, in parte certamente e non nella totalità, a bisogni di re­ lazione, socializzazione e democratizzazione delle in­ formazioni, sono quasi sempre gratuiti, semplici da utilizzare, rapidi (diffusione di contenuti in tempo reale), richiedono poche attrezzature (un computer e una connessione Internet); sono, dunque, strumenti a basso costo, che consentono a chiunque di pubbli­ care ed avere accesso alle informazioni.

Chi naviga nel web di solito ricerca: il numero di telefono dell'im­ presa agricola incontrata, ad esempio, al mercato degli agricoltori la settimana precedente, i giorni di apertura e chiusura, le indica­ zioni per raggiungerla, un link ad una mappa geografica online che indichi la via più breve (esempio i servizi di Google Maps), qualche foto che possa aiutare a farsi un'idea del luogo e delle persone che lo frequentano. Queste sono le informazioni che non dovrebbero mai mancare su un sito web aziendale ma anche nella descrizione dell'impresa su una pagina di qualsiasi social media. Sul vostro sito inserite i link ai vari social media su cui siete presenti e viceversa.

Tra dialogo e marketing il passaparola diventa “virtuale”

La scelta di ristoranti, aziende agrituristiche, aziende in vendita diretta avviene sempre più attraverso il passaparola. E sempre più i clienti sono interessati a comunicare e condividere con amici e conoscenti non una relazione commerciale ma una esperienza ed una relazione di “utilità” fondate su: incontro, auten­ ticità, trasparenza, ascolto, contatto diretto con chi vive la campagna, la conosce e ci lavora. Anche nel web e nei suoi “luoghi”, la relazione si sposta da com­ merciale ad una dimensione di dialogo e scambio.

Social network In italiano “rete sociale”, indica un qualsiasi gruppo di per­ sone connesse tra loro da diversi legami, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli fami­ liari. La diffusione del web e del termine social network ha creato negli ultimi anni alcune ambiguità di significato. La rete sociale è infatti storicamente, in primo luogo, una rete fisica. La versione di Internet delle reti sociali (i social media, ad es. Facebook) amplia la rete delle relazioni che ciascuno di noi tesse ogni giorno, in maniera più o meno casuale, nei vari ambiti della nostra vita.

parla come navighi

Social media E’ un termine che indica tecnologie e pratiche on­ line che consentono la creazione e la condivisione di contenuti prodotti dagli stessi utenti (testi, im­ magini, video e audio). Rappresentano un cambia­ mento nel modo in cui la gente apprende, legge e condivide informazioni: trasformano il monologo (da uno a molti) in dialogo (da molti a molti) e danno luogo ad una democratizzazione dell'infor­ mazione che trasforma le persone da soggetti pas­ sivi (lettori) a soggetti attivi (editori).

Cosa non deve mai mancare su un sito web aziendale

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Il mercato del mese

il Punto di CAMPAGNA AMICA

Modena, il mercato ci mette la faccia Il Punto Campagna Amica emiliano gestito da un’ATI guidata da Boni Ottanta metri quadrati di superficie, 9 della vendita dei prodotti e del magaz­ aziende coinvolte, una media di 80 clienti zino con l’ausilio di un programma ge­ al giorno: sono i numeri del primo Punto stionale, studiato da Coldiretti con la Campagna Amica aperto nel centro di collaborazione di una società informatica Modena. Il negozio, nato per volontà di specializzata, per controllare riforni­ nove soci di Coldiretti (otto della Provin­ menti e vendite tramite un codice a barre. cia di Modena e uno della Provincia di Ma sentiamo direttamente Alberto Boni, Bologna, tutti accreditati come Punto produttore di vino di Levizzano (MO), ca­ Campagna Amica), ha iniziato l’attività il pofila dell’ATI. 22 gennaio e rappresenta un concreto Come è nata l’idea del negozio? esempio di applicazione della filiera agri­ Sono passati quasi due anni da quando cola italiana. La gamma dei prodotti in mi è balenata l’idea di aprire un vendita è amplissima: frutta e verdura fresche, formaggi e latticini, carni fresche suine e bovine, insaccati, pollame, uova, pane, farine, sot­ t’oli, sughi, confetture, miele, suc­ chi di frutta, vino, liquori e aceto balsamico. Ovviamente tutto di origine locale. L’impatto visivo del negozio è gra­ capofila devole, caratterizzato da un co­ Alberto Boni, stante richiamo all’immagine di estisce dell’Ati che g Campagna Amica e Coldiretti che il mercato fungono da garanzia per i consuma­ negozio in città e ne ho par­ tori i quali possono anche “guardare in faccia” direttamente i produttori ben lato con altri agricoltori: avevamo un riconoscibili dalle foto che giganteggiano punto vendita aziendale o partecipa­ vamo ai mercati di Campagna Amica ma alle pareti del punto vendita. Per quanto riguarda gli aspetti organiz­ sentivamo tutti la necessità di ampliare il zativi, è stato scelto di costituire un’Asso­ bacino di clienti. ciazione Temporanea di Imprese (ATI), Avete incontrato particolari difficoltà? una forma associativa nella quale sono Non nascondo che l’iter è stato piuttosto direttamente le imprese socie a vendere laborioso: trattandosi di un’esperienza senza intermediazione del negozio. Il nuova era necessario innanzitutto stabi­ punto vendita è situato in un locale com­ lire quale forma societaria fosse più con­ merciale di 80 metri quadrati, con due sona alla nuova entità, poi si trattava di ampie vetrine, situato sulla strada prin­ decidere come organizzare la vendita. cipale di un grosso quartiere residenziale Senza contare poi la burocrazia. In tutto a pochi passi dal centro storico. Gli orari questo il supporto ci è stato dato dai re­ sono 7,30­13 e 15­19.30. La gestione è af­ sponsabili di Impresa Verde. fidata ad una commessa che si occupa Qual è stata l’idea che vi ha guidato nella

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realizzazione del punto vendita? Dal momento che tutti noi facevamo già parte della rete dei Punti Campagna Amica non è stato difficile trovare il co­ mune denominatore del nostro negozio: un rapporto chiaro e franco con il consu­ matore e la proposta delle nostre migliori produzioni. Niente scarti o seconde scelte, il negozio è per noi una proposta di eccellenze. Riteniamo inoltre impor­ tantissimo l’aspetto comunicativo. Il pro­ getto della Filiera Agricola Italiana, del cibo locale, di stagione e senza ogm, lo comunichiamo a voce ogni volta che ci troviamo di fronte ad un cliente ma abbiamo pensato di farlo passare anche nell’arreda­ mento del negozio. Per non la­ sciare nulla al caso, ci siamo affidati ad una società di comu­ nicazione e ad un architetto che, a partire dall’immagine del Punto Campagna Amica e del Km0, hanno curato l’allesti­ mento del punto vendita. Gli arredi, ad esempio, sono realizzati con materiali di recupero (pallet di legno riciclato) per esprimere il rispetto dell’ambiente. Anche la campagna pubblicitaria, affidata a manifesti stradali e radio, è stata curata da professionisti. Non nascondo che que­ sto ha comportato un esborso econo­ mico importante ma riteniamo ne sia valsa la pena. Quali sono le sue impressioni ad un mese dall’apertura? Incrociando le dita, i clienti non mancano e sono soddisfatti. Di certo ci aiuta la po­ sizione. Poi l’ampia gamma dei prodotti. Per il futuro il nostro obiettivo è quello di ampliare l’offerta per rispondere sempre meglio alle esigenze dei nostri clienti.


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I nuovi

mercati

scelti fra i tanti aperti

nell’ultimo periodo

IL SALENTO HA IL SUO FARMERS’

LECCE

A Lecce è attivo da dicembre il primo farmers' market stabile di Campagna Amica, primo esempio di vendita diretta organiz­ zata nel Salento. In Via Foscarini, un ampio locale ospita gior­ nalmente diverse aziende con i loro prodotti “Made in Salento”. Una risposta ai consumatori che sollecitavano l’apertura gior­ naliera di un mercato per poter portare a tavola alimenti sani che aiutano concretamente l’economia locale.

GROSSETO

I PRODOTTI NEL CUORE DELLA CITTÀ

Un nuovo appuntamento con la campagna nel centro storico di Grosseto: nel chiostro della Chiesa di San Francesco, a due passi dalla Cattedrale, i produttori locali incontrano i consumatori proprio nel cuore della città, in un luogo suggestivo e lontano dal traffico. Diventano così tre i mercati settimanali all’insegna della filiera corta e del chilometro zero dove acquistare pro­ dotti freschi e genuini.

IL MERCATO GUARDA A SUD

BRUGHERIO

Dal mese di febbraio Brugherio, ha un nuovo mercato nel quar­ tiere sud della città. A circa un anno dall’inaugurazione del mercato in Piazza Nenni, nel quartiere ovest, la vendita diretta è presente ora, ogni primo e terzo giovedì del mese, anche in Via XXIV Aprile con una vasta gamma di prodotti, compreso il latte fresco tramite distributori automatici, tutti all'insegna della freschezza e della qualità.

GRADISCA

I PRODUTTORI RADDOPPIANO

Tale è la richiesta dei cittadini di Gradisca d’Isonzo, che le aziende agricole già coinvolte il martedì in Via Bergamas of­ frono un nuovo appuntamento il sabato mattina in Piazza del­ l’Unità. La sperimentazione, avviata a dicembre, sta proseguendo con successo rispondendo alla necessità di chi per motivi lavorativi ha nella giornata di sabato maggiore di­ sponibilità di tempo da dedicare agli acquisti.

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Novità da Fondazione

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In Europa gli Ogm fanno flop Le semine calano di un altro 3% dopo il crollo del 2009 Calano del 3 per cento i terreni semi­ nati con organismi geneticamente mo­ dificati (Ogm) in Europa nel 2010 a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che gli agricoltori europei stanno abbando­ nando, anche nei Paesi dove è am­ messa, poiché nel coltivare prodotti transgenici non c’è neanche conve­ nienza economica. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sot­ tolineare che dall’analisi del rapporto annuale 2010 dell’ “International Ser­ vice for the Acquisition of Agri­biotech Applications” (ISAAA) emerge che la superficie Ogm in Europa nel 2010 si è ridotta a 91.643 ettari dei quali 91.193 coltivati a mais bt e 450 con patata “amflora” da seme autorizzata nel corso dell’anno dall’Unione Europea. Su un totale di 27 paesi dell’Unione Eu­

ropea solo in 8 sono stati coltivati pro­ dotti Ogm ed in particolare in cinque paesi è stato seminato solo mais (Spa­ gna dove si trova quasi l’80 per cento del terreno seminato con Ogm in Eu­ ropa, Romania, Slovacchia, Portogallo e Polonia), in due solo patata (Germa­ nia e Svezia) e in Repubblica Ceca sia il mais che la patata. Sembra irreversibile dunque il trend negativo che aveva già portato nel 2009 ad una riduzione delle semine biotech in Europa con 94.750 ettari coltivati in calo del 12 per cento ri­ spetto all’anno precedente, per effetto della crescente diffidenza degli agricol­ tori nei confronti di una tecnologia con­ siderata vecchia, insicura e svantaggiosa dal punto di vista econo­ mico. Il fatto che, anche dove è possi­ bile la coltivazione, gli agricoltori

IL CONTA PUNTI I FARMERS MARKET, LE AZIENDE AGRICOLE, GLI AGRITURISMI E LE COOPERATIVE IN VENDITA DIRETTA CHE NEL MESE DI GENNAIO HANNO ADERITO ALLA RETE NAZIONALE DELLE IMPRESE A MARCHIO “PUNTO CAMPAGNA AMICA” SONO:

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riducano le semine è la concreta dimo­ strazione che per gli Ogm attualmente in commercio non c’è quella miraco­ losa convenienza economica che le multinazionali e i loro “tifosi” propa­ gandano. Tutt’altro, a tredici anni dalla loro introduzione in Europa, le coltiva­ zioni biotech sono in calo per il se­ condo anno consecutivo e rappresentano appena lo 0,05 per cento perché, di fatto, non sono riuscite a trovare un mercato, vista la persi­ stente contrarietà dei consumatori ad acquistare prodotti geneticamente mo­ dificati. Una contrarietà giustificata dai cre­ scenti dubbi sul piano sanitario e am­ bientale che dà valore alla scelta lungimirante fatta dall’Italia per un agricoltura libera da Ogm grazie all’im­ pegno di un vasto schieramento che comprende Coldiretti, movimenti am­ bientalisti, consumatori e istituzioni in rappresentanza della maggioranza dei cittadini e agricoltori italiani che sono contrari al biotech nei campi e nel piatto. Sulla base dei risultati dell'ul­ tima indagine annuale Coldiretti­Swg "Le opinioni di italiani e europei sul­ l'alimentazione”, il 73 per cento dei cit­ tadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimen­ tari contenenti organismi genetica­ mente modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. La forte contrarietà espressa dai consumatori sui prodotti geneticamente modificati è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi quattro anni nei quali è stato condotta la tradizionale indagine della Coldiretti ed è la conferma che non si tratta di una valutazione emotiva.


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Parlano i giovani

“La rivoluzione? Si impara nei campi” Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Il tema del ricambio generazionale o come piace definirlo a noi giovani di Col­ diretti,rinnovo generazionale, è d’attua­ lità ormai da oltre vent’anni. E sono 20 anni che tutti denunciano la fase di “re­ cessione anagrafica” del nostro paese senza proporre una reale e fattibile stra­ tegia per andare oltre la crisi di giovani Un paese che è fermo sul piano del ri­ cambio a tutti i livelli della rappresen­ tanza da quella politico istituzionale, culturale fino a quella accademica. In­ somma potremmo affermare che chi oggi affronta o meglio parla dei giovani o cerca di proporre soluzioni, non e’ un giovane, e ci si nasconde dietro la fa­ mosa frase “l’importante è essere gio­ vani dentro”. E’ arrivato anche tra i giovani di andare oltre il qualunquismo del politicamente corretto. E’ lo faccio partendo da una riflessione che sa anche di provocazione soffermandomi su quanto abbiamo assistito qualche giorno fa con i giovani universitari scesi in piazza per manifestare contro la ri­ forma dell’università. Non entrerò nel merito,ma mi soffer­ merò su quanto è accaduto dopo ,ov­ vero abbiamo assistito ad un fenomeno di dimenticanza assoluta di questi gio­ vani dopo qualche giorno. Insomma mi chiedo dove sono finiti?? Perche non hanno continuato in una battaglia che ritenevano giusta,perché non hanno coinvolto tutta la società. Stiamo parlando dell’università,della culla della formazione. Invece tutto tace Ed è proprio qui che nasce il nostro messaggio sul tema dei giovani. tema cosi importante che abbiamo deciso di coinvolgere tutta la nostra organizza­ zione, perché abbiamo capito tutti re­

sponsabilmente che non è in discussione solo il ruolo o il futuro dei giovani ma quello di tutta l’agricoltura italiana della Coldiretti stessa. E questa sfida da soli come giovani non potremmo af­ frontarla perchè se da un lato ci sono i giovani dall’al­ tro ci deve essere la capa­ cità di coinvolgerli e capirli. L’agricoltura italiana ci può insegnare ancora una volta come si fanno le rivoluzioni e Coldiretti sta per firmarne un’ altra ,perché siamo all’alba di una possibilità reale di inversione di tendenza. Ma prima di vivere questa nuova alba ,spiegherò la notte che la precede e che stiamo vivendo. Sono ormai vent’ anni che assistiamo a politiche d’incentivo per il ricambio in agricoltura ,sono stati investiti milioni e milioni di euro per ot­ tenere un tasso di ricambio pari al 3%.in sostanza i giovani al di sotto dei 35 anni in agricoltura rappresentano il 3% del totale. Perché? Una sola risposta:l’agricoltura fino ad oggi non è ritenuto un settore attrat­ tivo,stimolante,creativamente allettante. Il tutto perché non c’era un idea di agri­ coltura,non c’era un progetto per l’agri­ coltura. Ma se poi andiamo a vedere chi sono i giovani di quel tre per cento,no­ tiamo che sono dei “capitani d’impresa” che raddoppiano le performances ri­ spetto agli over 40,continuano ad inve­ stire anche in un periodo di crisi dove tutti consigliano di stare fermi. Eccola la nuova alba, è tutta qui! Ripartendo da questo entusiasmo e mettendolo a disposizione del progetto

per l’agricoltura quello di una filiera agricola tutta italiana,potremo andare oltre quel misero ma prezioso tre per cento. C’è una generazione d’imprenditori che ha colto il vero senso del progetto di Coldi­ retti,scegliendo dopo la laurea o il di­ ploma lanciandosi nel mondo imprenditoriale aprendo un impresa agricola superando anche quella ano­ malia tipicamente italiana che nel tempo ha fatto convincere i giovani che “il lavoro della terra” fosse un lavoro “se­ condario”. E’ stato possibile solo dando a questi giovani la possibilità di espri­ mersi, e affermare quei valori che ci hanno portato a fare battaglie al fianco della nostra organizzazione perché con­ sapevoli che c’era in ballo e a repentaglio il nostro futuro. Siamo stati al “fronte” al Brennero in miglia glia a bloccare il falso made in Italy che entrava a mortificare la nostra identità e la nostra voglia d’in­ traprendere nel nostro paese. perche mentre un cervello può andare in fuga all’estero e affermarsi,un giovane im­ prenditore di vero cibo italiano,non può andarlo a fare fuggendo dall’Italia. Quindi una duplice sfida. CONTINUA A PAGINA 10

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Parlano i giovani

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“Regole e chiarezza per competere” Rino Mercuri, imprenditore pugliese che ha puntato sulle agroenergie I giovani imprenditori agricoli, at­ tenti all’innovazione e agli stru­ menti idonei ad aumentare la competitività sui mercati nazionali ed internazionali, intendono con­ tribuire in misura sempre più inci­ siva alla costruzione di un forte sistema agroalimentare basato sulle risorse del territorio, su ser­ vizi innovativi e sulla forte distin­ tività delle eccellenze e delle produzioni tipiche di qualità. Rino Mercuri, classe 1982, imprendi­ tore agricolo di Borgo Giardinetto (Foggia), è l’espressione più auten­ tica di questo complesso impulso all’innovazione.

broccoli e asparagi.

Quando è stata avviata la sua im­ presa? L’azienda agricola Pellegrino Mer­ curi nasce nel 2005 e da allora è stato un crescendo di investimenti ed innovazione. Lo zoccolo duro attorno al quale si snoda tutto il resto è l’attività orticola ed in par­ ticolare la produzione di carciofi,

Le dinamiche che hanno determi­ nato il passaggio dalla produzione food alla produzione di energia? Tutte le imprese agricole possono potenzialmente diventare aziende agro­energetiche e io sono solo an­ dato oltre. Dopo aver installato un impianto fotovoltaico, ho costi­ tuito, assieme ad altre 14 imprese

Cosa chiedono, oggi, i giovani im­ prenditori agricoli? Chiedono in maniera chiara e de­ cisa innanzitutto rispetto per il la­ voro che svolgono e, soprattutto, certezza delle regole, eliminando quei vincoli e legami che la Pub­ blica Amministrazione troppo spesso frappone tra la interpreta­ zione delle leggi e lo sviluppo delle imprese.

SEGUE DA PAGINA 9

paese. Stiamo facendo un giro in tutte le regioni perche vogliamo contami­ nare la nostra generazione dei valori e dell’entusiasmo che acquisiamo ogni giorno ispirandoci a identità, ter­ ritorio, famiglia, coraggio, ovvero i principi a cui s’ispira la nostra orga­ nizzazione con la quale responsabil­ mente rappresenteremo sempre più territori e persone, giovani in questo caso,che vogliono come noi provare a

dare un nuovo messaggio. I giovani di Coldiretti vogliono dare e non chiedono nulla,vogliono dare pas­ sione,amore per la propria terra,spe­ ranza figlia del coraggio .partendo dalle cose che funzionano per risol­ vere quelle che non funzionano. ci stiamo provando e sicuramente riu­ sciremo perché vogliamo bene all’Ita­ lia e perché non vorremo passare per una generazione di “dimenticati”

Siamo stati a bari gridando a tutto il paese che i giovani del mezzogiorno hanno deciso di fare impresa li e non vogliono andar via per nessun motivo. Nessuno! Siamo stati in Sardegna a difendere il prodotto simbolo del made in Sarde­ gna dall’attacco di alcuni imprenditori che non vogliono bene al nostro

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In cosa si configura l’evo­ luzione aziendale? Dopo soli 2 anni dall’av­ vio dell’attività, sono en­ trato nella compagine sociale della Farris, azienda giovane e dina­ mica che annovera solo 10 soci, con stabilimento di produzione ad Orsara di Puglia, in provincia di Foggia, ai vertici europei per la produzione di ortaggi e verdure disidratati, se­ midry e dry freeze da destinare all’industria alimentare.

agri­ cole, una società ‘La Ecoenergie’ che dal 2007 installa impianti in tutta la provincia di Foggia.


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Parlano i giovani

“La filiera corta è l’arma vincente” La scommessa di Elisa Bindi tra agriturismo e zootecnia Le origini della vocazione agricola all’in­ terno della mia famiglia risalgono a circa la metà del 1800, quando i nonni del mio babbo erano fattori delle terre intorno a Montelaterone, un piccolo paesino sulle pendici del Monte Amiata sito nel co­ mune di Arcidosso (Gr). Nel corso degli anni sono avvenuti diversi cambiamenti e trasformazioni, sia per quanto riguarda le superfici (dovuto principalmente alle successioni, dato che in passato le fami­ glie erano molto numerose), che i settori di attività (sperimentando forme più in­ novative quali il commercio, l’agrituri­ smo e la vendita diretta), pur mantenendo costante la propensione verso la zootecnia, in particolar modo all’allevamento da carne rivolto preva­ lentemente al comparto suinicolo, ma che interessa anche quello bovino, ovica­ prino e degli equidi. Una scelta fondamentale per la conti­ nuità e la crescita dell’azienda è stata fatta dal mio babbo e dal mio zio verso la fine degli anni ’70, decidendo di commercia­ lizzare da soli gran parte del proprio pro­ dotto attraverso l’apertura di una nuova attività volta alla trasformazione e ven­ dita delle proprie carni. Così mio zio ha proseguito ed incrementato l’attività di coltivazione ed allevamento con mio nonno, ampliando il proprio interesse anche verso la salvaguardia delle specie in via d’estinzione (quale il sorcino cro­ ciato del Monte Amiata) ed aderendo a sistemi di colture di qualità (quali l’IGP dell’olio e della castagna) ed il mio babbo ha aperto una salumeria­macelleria che a tutt’oggi continua a trasformare e con­ fezionare le carni provenienti dal nostro allevamento (del quale da poco sono di­

venuta io la titolare), sia per la vendita al dettaglio presso il proprio esercizio, sia per la vendita diretta in azienda. L’idea di proseguire la tradi­ zione di famiglia e subentrare a mio zio nella gestione del­ l’azienda agricola mi è venuta subito dopo gli studi supe­ riori (di carattere umanistico e quindi di tutt’altro genere rispetto alla mia attuale attività), quando ho scelto di intraprendere studi econo­ mici per sviluppare conoscenze impren­ ditoriali (fondamentali per la gestione di una qualsiasi tipologia di impresa), con indirizzo ambientale e turistico, in fun­ zione dell’attività agrituristica presente in azienda. Finiti gli studi nel 2007 sono entrata a la­ vorare in azienda a tempo pieno in qua­ lità di coadiuvante familiare (ruolo che già svolgevo dal 2004, soprattutto du­ rante l’estate) e nel 2008 ho realizzato l’Azienda Agricola Bindi di Bindi Elisa, una piccola azienda di 6 Ha, composta prevalentemente da castagni ed ulivi, grazie all’aiuto del PSR misura 112 (inse­ diamento giovani imprenditori), che mi ha permesso di acquistare i terreni ed al­ cune attrezzature per la raccolta e la col­ tivazione. Nel frattempo ho continuato ad aiutare mio zio nella gestione del­ l’azienda di famiglia, portando un po’ del mio fresco entusiasmo (non sempre ben visto da chi da anni è abituato a lavorare secondo la propria tradizione) ed inci­ tandolo ad aderire a nuove forme di pro­ mozione quali Campagna Amica ed i suoi Mercati. Il 28 dicembre 2010 ho ampliato la mia azienda subentrando a mio zio

(che è andato in pensione grazie al “pre­ pensionamento” istituito dal PSR) nella gestione dell’allevamento e dell’agrituri­ smo. La scelta di dare continuità all’azienda di famiglia mi è nata dal fatto che credo che il futuro possa riservare al comparto agricolo ancora molte sorprese e soddi­ sfazioni. Il ritrovato interesse delle per­ sone verso un cibo sano e di qualità, l’amore ed il rispetto per l’ambiente, la sensibilizzazione dell’apparato governa­ tivo verso i prodotti del territorio (dimo­ strato anche dalla recente legge sull’etichettatura d’origine) mi hanno spinto a scommettere sulla ripresa di questo settore che, come altri, in questo momento sta affrontando un periodo di profonda crisi, cercando di porre l’ac­ cento sulla qualità. A tal fine ho inten­ zione di rafforzare il rapporto di collaborazione con l’azienda di trasfor­ mazione del mio babbo, investendo in marketing, macchinari ed attrezzature al fine di innovare ed ampliare la gamma di produzione derivante dalla mia azienda, ed entrare nel mercato, grazie anche hai nuovi sistemi di rete che stanno na­ scendo per la commercializzazione.

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Parlano i giovani

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“Con le vendita diretta si vola” Luca del Zotto e la sua esperienza con gli Agrimercati Un diploma nel ‘96 all’istituto agrario di Spilimbergo (Pn) e una grande passione per l’agricoltura. Luca Del Zotto, classe ’77 non ha paura di intraprendere una strada nonostante alle spalle non ci sia un’azienda di famiglia e i genitori facciano tutt’altro. Un piccolo terreno del nonno e al­ cuni in affitto sono la base per ini­ ziare il suo sogno. Il resto, è un scommessa, vinta. Luca, perché e come è iniziata la sua esperienza? “Dalla mia grande passione che è l’agricoltura. La scelta dei miei studi è stata coerente. Poi dove abito, Cordenons, in provincia di Pordenone è un territorio sul greto del Cellina Meduna, un fiume allu­ vionale che negli anni a reso i ter­ reni sabbiosi e vocati per le coltivazioni, soprattutto quelle specializzate, ho iniziato proprio da quelle”. Ci spieghi… “Inanzitutto nel ’97, l’anno dopo che mi sono diplomato sono diven­ tato coltivatore diretto. Quindi ho iniziato a predisporre i primi im­ pianti di vigneto e frutteto come il kiwi”. Poi? “Sempre dall’analisi dei terreni, ho scoperto che la mia azienda aveva una grande potenzialità per colti­ vare ortaggi con particolare voca­ zione per l’asparago bianco. Ho pensato subito alla vendita diretta e così la mia azienda è decollata”. Ci racconti come ha fatto? “Nel 2002 ho aperto lo spaccio

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I NUMERI 2011 DELL’AZIENDA PRODUZIONE 2,5 ETTARI KIWI 6 ETTARI DI VIGNETO 3 ETTARI DI ASPARAGO BIANCO 2 ETTARI ORTICOLTURA A PIENO CAMPO 10 TUNNEL DI ORTAGGI STAGIONALI E FRAGOLE COMMERCIALIZZATE NEL PERIODO DELL’ASPARAGO

30 ETTARI A SEMINATIVO COMMERCIALIZZAZIONE 3 COOPERATIVE 1 SPACCIO AZIENDALE 1 MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA CON DUE APERTURE SETTIMANALI 2 MERCATI SETTIMANALI DI CAMPAGNA AMICA aziendale. Dal 2004 ho iniziato a partecipare ai mercati di paese negli spazi dedicati ai produttori agricoli, un’altra esperienza che mi ha aiuto a crescere e a capire tante cose”. È cioè? “Le opportunità che avevo di fronte e che oggi sono contenute nel progetto di Coldiretti la filiera agricola tutta italiana”. Quindi? “La mia scelta è stata quella di con­ ferire le produzione viticola e frut­ ticola alla cooperazione, mentre i prodotti orticoli oggi riesco a com­ mercializzarli tutti attraverso la vendita diretta. P er l’asparago bianco dedico una parte della produzione alla ristora­ zione.

In questo modo accorcio la filiera e il valore aggiunto che ricavo di­ venta adeguato. Dal 2009 parte­ cipo ai mercati di Campagna Amica e naturalmente il mio spaccio è di­ ventato un Punto di Campagna Amica”. Concludiamo con la sua ultima esperienza: oggi è un giovane pre­ sidente provinciale dell’associa­ zione Agrimercati di Pordenone? “È stata un’altra scommessa im­ portante non personale ma di un gruppo che ha saputo fare squa­ dra. In poco più di un anno abbiamo aperto un mercato coperto in cen­ tro città a Pordenone e altri cinque mercati nei centri più importanti delle provincia totalizzando, con circa cinquanta aziende aderenti, oltre trecento giornate di apertura. Siamo presenti a fiere, mercati e sagre paesane in occasione di eventi. Anche in questo caso abbiamo rag­ giunto un altro importante obiet­ tivo: i mercati dei produttori agricoli sono diventati i mercati di Campagna Amica”.


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Novità da Fondazione

Un tuffo in confetture e marmellate Vademecum per la trasformazione e vendita di frutta verdura Il DL 50 del 20/02/2004, di cui pro­ poniamo uno stralcio, ci aiuta a ca­ pire le corrette definizioni Denominazione di vendita e defini­ zione dei prodotti 1. Confettura E' l’amalgama, por­ tata a consistenza gelificata, di zuc­ cheri, polpa o purea di una o più specie di frutta e acqua. Per gli agrumi, la confettura può essere ot­ tenuta dal frutto intero o affettato. La quantità di polpa o purea utiliz­ zata per la produzione di 1 Kg di prodotto finito non deve essere infe­ riore a: a) 350 gr. in generale; b) 230 gr. per ribes rosso, sorbe, ribes nero, e cotogne.

2. Confettura extra E' l’amalgama portata a consistenza gelificata, di zuccheri, polpa non concentrata di una o più specie di frutta e acqua. La confettura extra di lamponi, more, ribes neri e rossi, mirtilli può essere ottenuta parzial­ mente o totalmente dalla purea non concentrata di questa frutta. Per gli agrumi, la confettura extra può es­ sere ottenuta dal frutto intero o af­

fettato. I seguenti frutti mescolati ad altri non possono essere usati per la pro­ duzione di confetture extra: mele, pere, prugne a nocciolo aderente, meloni, angurie, uva, zucche, cetrioli e pomodori. La quantità di polpa uti­ lizzata per la produzione di 1 kg di prodotto finito non deve essere infe­ riore a: a) 450 gr. in generale; b) 350 gr. per ribes rosso e nero, sorbe, cotogne; 3. Gelatina E' l’amalgama gelificata di zuccheri, di succo di frutta e/o estratto ac­ quoso di una o più specie di frutta. La quantità di succo di frutta e/o di estratto acquoso utiliz­ zata per la produzione di 1 kg di prodotto finito non deve essere inferiore a quella fissata per la produzione della confettura. Dette quantità sono calcolate previa detrazione del peso del­ l'acqua impiegata per la prepara­ zione degli estratti acquosi. 4. Gelatina extra E' la mescolanza gelificata, di zuc­ cheri, di succo di frutta e/o estratto acquoso di una o più specie di frutta. I seguenti frutti mescolati ad altri non possono essere utilizzati per la produzione di gelatine extra: mele, pere, prugne a nocciolo aderente, meloni, angurie, uva, zucche, cetrioli e pomodori. La quantità di succo di frutta e/o di estratto acquoso utilizzata per la

produzione di 1 kg di prodotto finito non deve essere inferiore a quella fissata per la produzione della con­ fettura extra. Le quantità sono calco­ late previa detrazione del peso dell'acqua impiegata per la prepara­ zione degli estratti ac­ quosi.

5. Marmellata E' l’amalgama portata a consi­ stenza gelificata, di acqua, zuc­ cheri e di uno o più prodotti ottenuti da agrumi: polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorze. La quantità di agrumi utilizzata per la produzione di 1 kg di pro­ dotto finito non deve essere infe­ riore a 200 gr., di cui almeno 75 gr. provenienti dalla polpa di frutta. 6. Crema di marroni E' la mescolanza, portata a consi­ stenza adeguata, di acqua, zuc­ cheri e purea dì marroni. La quantità di purea di marroni (Castanea sativa) utilizzata per la produzione di 1 kg di prodotto fi­ nito deve essere non inferiore a 380 gr.

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R SO

tori. In palio ci valuterà indicando i vinci 3.500 euro (divisi sono prodotti alimentari per re nei mercati di nelle tre sezioni) da ritira Campagna amica.

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orso, Allora, tutti pronti? Il conc con realizzato in collaborazione o rivolt è Coldiretti e Legambiente, la fare o aman che o a tutti color ita diretta e spesa nei mercati di vend , scere cono farli a che vogliono contribuire ssionisti. compresi i fotografi profe in re porta per “Scatta la campagna!” sti della primo piano i protagoni garandistribuzione a Km zero che mbiente dell’a tto rispe tà, tisce quali o le immae convenienza. Aspettiam contadino gini anche del tuo mercato del cuore!

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Novità da Fondazione

Il ricettario della felicità a tavola L’iniziativa promossa da Coldiretti e Campagna Amica Lombardia “In sé e per sé mangiare e bere non è difficile. Si impara su­ TRE RICETTE... COTTE E MANGIATE bito, appena nati, e per il resto della vita ci si tiene in eserci­ zio. Semplici azioni quotidiane, ma il difficile è quando si deve scegliere che cosa mangiare e che cosa bere. I nostri CILIEGIE COTTE territori lombardi offrono prodotti di alta qualità e va­ Ingredienti: kg. 1 di ciliegie – gr. 150 di zuc­ rietà e, combinati tra loro con amore e curiosità, si tra­ chero – ½ lt. di vino rosso – buccia di limone – un po’ di cannella – qualche chiodo di garofano sformano in miriade di piatti diversi: tutti buonissimi! Preparazione: Far bollire il vino con gli odori e lo In un’epoca in cui regna la globalizzazione perché non fare un piccolo sforzo e cercare di ritornare, almeno a zucchero fintanto che si è ridotto a metà, tuffarvi le ciliegie fino a cottura. tavola, alle nostre origini? Potrebbe essere una vera Qualora il sugo risultasse un po’ acquoso, togliere le ciliegie e far restrin­ gere il sugo prima di servirle. L’esecuzione è semplicissima ed il risul­ scoperta, soprattutto per le nuove generazioni. tato superbo, soprattutto se verranno servite ghiacciate. Un ritorno al passato sulle tavole dell’alimentazione di un tempo, scandita dalle stagioni e dalle possibilità offerte dalla GNEVITT CUNT I SCIGULL natura e dai luoghi, che troviamo radicati nelle tradizioni e Ingredienti: Ginocchio e/o zampa (parte legamentosa) di vi­ nelle consuetudini. tello – ½ gamba di sedano – 1 carota – 1 ci­ Ogni stagione ha una sua poesia, i suoi colori, i suoi prodotti: pollina – 1 spicchio d’aglio – 1 foglia d’alloro – salvia – rosmarino – qualche in altre parole, profumi e sapori diversi, in sintonia con grano di pepe nero – qualche bacca di gi­ la natura, che ci aiuteranno ad apprezzare maggior­ nepro – 2 chiodi di garofano – un pezzet­ mente il cibo ed a considerarlo non solo un alimento, tino di cannella (insomma tutti i profumi ed i ma un vero piacere, soprattutto se gustato con un sapori usati per fare un buon brodo) – 2 cipolle di media grandezza che sa­ bicchiere di vino (quello “giusto”) ed in buona com­ ranno tagliate a fette molto sottili e lasciate in ammollo in aceto bianco per pagnia. almeno mezz’ora per far perdere il sapore troppo forte – Per questo Coldiretti e Campagna Amica Lombardia Preparazione: Mettere sul fuoco una pentola con l’acqua e le verdure ed i proseguono nella costituzione di “una filiera agricola profumi rimasti, far bollire per circa una mezz’ora, così da ottenere un tutta italiana al 100%”, ad oggi già una realtà significa­ buon brodo vegetale, togliere le verdure che potranno essere utilizzate tiva, e hanno voluto omaggiare Tutti Voi con un semplice per una sana insalata; far cuocere molto a lungo il ginocchio / zam­ petto, liberare dall’osso, ridurre a pezzettini, condire con le fet­ ricettario, frutto di una ricerca tra cucina e territorio, e ri­ tine di cipolla, olio extra vergine d’oliva, sale e pepe e servire portare l’attenzione ai prodotti tipici. tiepido: è una gloria! Il brodo potrà essere utilizzato per fare un Il ricettario, inoltre, è una concreta testimonianza di come risotto o una minestra. Campagna Amica è realmente la rete dei consumatori. Infatti, un caro e doveroso ringraziamento spetta a FRITTATINA AGLI SPINACI E RASPADURA Nonna Franca, non solo per la preziosa collabora­ Ingredienti: 6 uova intere – gr. 100 raspadura – gr. zione offerta da attenta massaia, ma soprattutto per 150 di spinaci – sale – pepe – burro – l’entusiasmo e l’impegno che la spingono a soste­ Preparazione: Sbattere le uova aggiungere un piz­ nere il progetto di filiera diventandone parte attiva zico di sale e pepe, mettere poco burro in una pa­ proprio come le Aziende Agricole Lombarde appar­ della e un mestolo di uovo. Cuocerla da entrambi i lati, riempire con spinaci, precedentemente bolliti e scolati, tenenti al circuito. E, se siete tra coloro poco abili ai fornelli o un po’ più con la raspadura, e arrotolare la frittatina a forma di cannellone. Ripetere pigri, Vi invitiamo a conoscere gli agriturismi Terra­ l’operazione fino al termine dell’impasto. Porre le frittatine ottenute in una pirofila imburrata coprire con tipico lodigiano grattugiato e una nostra per trascorrere il Vostro tempo libero e risco­ noce di burro, mettere in forno a gratinare per qualche minuto. prire le ghiottonerie provenienti dalle pentole dei nostri cascinali agricoli. Buon appetito a tutti”.

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Novità da Fondazione

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E ora il giardino finisce in pentola Vivaismo protagonista a Firenze dal 19 marzo al 20 marzo Il giardino in pentola. E’ la trovata originale e risparmiosa che, alla sua nona edizione, sfoggia “E’ l’ora di piantarLa”, manifesta­ zione che, in occasione dell’arrivo della primavera, porta a Firenze vivaisti di tutta Italia per uno scambio di esperienze e di idee, La mostra che si svolge il 19 e 20 marzo dalle 10 al tramonto presso il Vivaio Paoli Borgioli questa volta offrirà ai visitatori consigli utili per allestire un giar­ dino o un terrazzo, scegliendo es­ senze e fioriture che oltre ad essere belle e decorative sono anche… buone. Ossia possono di­ ventare ingrediente prezioso per preparare pietanze, dolci e infusi. In tempi di crisi, insomma, niente sprechi: i consumatori possono dare un taglio alle spese arre­ dando gli spazi all’aria aperta con piante che, all’occorrenza, pos­ sono essere “cucinate”. La rassegna di vivaismo specializ­ zato (Vispi), che, per la prima volta, ha come partner Coldiretti e Campagna Amica, diventa anche il palcoscenico per creare balconi e giardini a chilometro zero, alle­ stiti cioè prodotti locali, per ri­ durre i trasporti, abbattere l’inquinamento, coniugare conve­ nienza per il consumatore e mag­ giore reddito per il produttore. La due giorni consentirà di incon­ trare professionisti ed esperti e di ricevere indicazioni per creare giardini e terrazzi belli e buoni. E non solo: per tutti i partecipanti

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un prezioso vademecum per met­ tere il giardino in pentola, una raccolta di ricette preparate con le piante ornamentali da speri­ mentare subito. Una sezione della rassegna sarà dedicata ai punti Campagna Amica: saranno presenti alcune fattorie che aderiscono alla rete di vendita diretta promossa da

Coldiretti e of­ frono in vendita e degustazione il meglio del made in Tu­ scany. In vetrina anche pelargoni pro­ fumati, rose, or­ t e n s i e , rampicanti, sal­ vie, erbacee pe­ renni, piante officinali a pro­ duzione biolo­ gica, agrumi, piante da bru­ ghiera, camelie, aceri e rodo­ dendri a cui si affianca, per la prima volta, l’ azienda agri­ cola F.lli Grama­ glia di Torino, con la propria preziosa colle­ zione di ortaggi insoliti e rari. Per tutti, dome­ nica a pranzo, menù con i prodotti del territorio e con gli ingredienti del giardino! Sede della manifestazione: E’ l’Ora di Piantarla, Vivai Paoli Borgioli, via di Scandicci, 265. 50143 Firenze tel.: 055 715885 email: info@pbortensie.com


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Novità da Fondazione

Kiwi Latina Igp: una storia di successo L’Italia è il primo produttore mondiale del delizioso frutto Contrariamente a quanto in ge­ nere si pensi, il kiwi (Actinida de­ liciosa) è originario della Cina, e i suoi frutti, già sette secoli fa, erano apprezzati alla corte del gran Khan. Quello che è tuttora il frutto nazionale cinese fu impor­ tato in Nuova Zelanda solo nel 1906 dalla missionaria Isabel Frasier, e il primo raccolto si ot­ tenne nel 1910. Tuttavia, i neoze­ landesi consideravano l’Actinidia una pianta ornamentale, e dob­ biamo attendere gli anni Cin­ quanta perché si consolidi il suo status commerciale. L’origine del nome è curiosa: il principale produttore neozelan­ dese cambiò il nome da “melo­ netta” a “kiwi” (prendendo come ispirazione l’uccello simbolo del suo Paese) nel 1958, per aggirare gli elevati dazi doganali imposti sui meloni. In Italia, il primo impianto speri­ mentale fu realizzato a San Felice Circeo nel 1971, e due anni dopo iniziò a Borgo Flora, frazione di Cisterna di Latina, la coltivazione ai fini commerciali. Il clima del­ l’Agro Pontino si rivelò particolar­ mente adatto a tale coltura, il cui successo, prima in Italia poi anche all’estero, fu evidente a partire dalla fine degli anni Set­ tanta. Nel 2004 av­ viene l’im­

portante riconoscimento della certificazione IGP al Kiwi Latina; il disciplinare riconosce 22 co­ muni delle province di Roma e La­ tina come zona di produzione, oltre a distinguere le catego­ rie “extra” e “prima” a se­ conda delle dimen­ sioni d e l frutto e a stabi­ lire pa­ rametri (grado zuc­ cherino, du­ rezza, resa massima per ettaro, fissata a 330 quintali) che garantiscono la giusta maturazione e qualità dei frutti etichettati Kiwi Latina. Oggi, gli ettari coltivati a kiwi nel Lazio sono circa 9.000: l’area dell’Agro Pontino è stata soprannominata “piccola Nuova Zelanda”, ma in re­ altà produce più kiwi del paese del Pacifico, contribuendo in modo decisivo a rendere l’Italia il primo produttore mondiale del frutto. Una particolarità botanica della pianta del kiwi è che presenta soggetti maschi e femmine; solo le femmine producono frutti, ma i maschi sono necessari per l’im­ pollinazione e devono essere im­ piantati in proporzione di uno ogni cinque o sei femmine. Gran parte dei kiwi viene consu­

mata al naturale, sbucciato e ta­ gliato a fette o con un cucchiaino, oppure come componente di gu­ stose macedonie; il frutto è am­ piamente utilizzato anche per confetture, sciroppi e liquori. I dati nutrizionali del kiwi sono estremamente in­ teressanti: l’ap­ porto calorico è mode­ rato ma non bas­ sissimo, il conte­ nuto di zuccheri apprezza­ bile, ma so­ prattutto si tratta di un frutto che contiene vitamina C in quantità ben superiori agli agrumi, oltre ad essere ricco di vi­ tamine E e B7. Importante è l’ap­ porto di sali minerali, in particolare di Potassio e Magne­ sio ma anche degli antisettici Rame e Ferro; il kiwi costituisce un eccellente integratore salino naturale, oltre ad avere proprietà dissetanti, antiossidanti e diure­ tiche. Contiene inoltre due so­ stanze di particolare rilevanza: la pectina, una fibra che riduce l’as­ sorbimento del colesterolo nel sangue, e l’arginina, vasodilata­ tore la cui presenza ha portato al­ cuni a definire il kiwi addirittura un “viagra naturale”.

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Il libro del mese

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di Stefano Masini

Quando il parco ritorna “vivo” Idee per valorizzare le aree protette senza imbalsamarle inutilmente Chi vuole bene a questo Paese, oggi la­ cerato e smarrito, deve leggere il libro di Nino Martino Parchi di una sola terra, articolato, per tappe, intorno al racconto delle buone pratiche che, al­ l’interno di aree naturalistiche cono­ sciute o ancora inesplorate e ricche di ecosistemi, di biodiversità, di cultura e di testimonianze, ci permette di in­ forcare le lenti giuste per guardare la futuro, ripartendo dalle radici che i territori possono offrire sul piano di un progetto economico e sociale inno­ vativo. L’Autore – come è sottolineato nella prefazione – non assume, del resto, la veste del tecnico o del­ l’esperto che fa lezione perché, al di là dell’elencazione delle caratteristiche naturali e dei paesaggi, della fauna e della flora di ciascuna area protetta (sempre corredata da immagini che denotato una forte sensibilità estetica) introduce un originale contributo di idee che, travasate dall’intelligenza e dalla lungimiranza di amministratori, sindaci e organizzazioni hanno se­ gnato la storia vissuta di luoghi dotati di identità e di qualità, alimentando esperienze di sviluppo sostenibile. Non è, dunque, alla descrizione cono­ sciuta di parchi e riserve che l’Autore dedica il suo

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impegno, bensì a quella di aree at­ trezzate in cui ter­ ritorio, ambiente, cultura e agricol­ tura messi a si­ stema, sono diventati occa­ sioni di rilancio reale della econo­ mia. Ed è facile anche per noi tro­ vare un filo conduttore con la sfida che abbiamo messo in campo di met­ tere, dentro ogni cassetta di frutta, dentro la stessa bottiglia di olio o di vino, non solo il prodotto di un’azienda ma, in tutt’uno con il pro­ dotto, l’ambiente e la cultura che ne sono alla base. Per questa via abbiamo, allora, di fronte il modello di parco per lungo tempo rimasto sulla carta: non più un museo che vuole imbalsamare la di­ versità delle risorse, ma un territorio vivo contrassegnato dalla presenza diffusa di un patrimonio collettivo che incontriamo nei vicoli di citta­ dine turistiche, nei colori dei campi lavorati e soprattutto nel saper fare degli abitanti.

Autore: Nino Martino Titolo: “PARCHI DI UNA SOLA TERRA” Editore: ETS Pagine: 492 Prezzo: 30 euro

Anzi, ogni scheda viene corredata da una descrizione dei saperi e sapori che raccoglie tradizioni e prodotti enogastronomici di ciascuna area protetta: veri e propri talenti che rap­ presentano una straordinaria leva competitiva e, al tempo stesso, le ra­ gioni della conservazione di quegli stessi luoghi. Anche con le ammini­ strazioni dei parchi possiamo, per ciò, creare nuove iniziative proget­ tuali di rilancio dei punti vendita di Campagna Amica, tenuto conto delle opportunità imprenditoriali e occu­ pazionali che possano discendere a seguito di un ripensamento sincero del ruolo delle aree protette per la crescita del Paese e della fi­ liera agricola italiana.


il Punto di CAMPAGNA AMICA

Ecco la spesa che batte la crisi

Filiera Colta

di Toni De Amicis

Numeri da record per la rete dei punti vendita di Campagna Amica La rete dei punti vendita a marchio Campagna amica è ormai una realtà ineludibile e tangibile nell’offerta agroalimentare del nostro Paese. I dati che abbiamo presentato il mese scorso alla prima Assemblea nazionale dei Presidenti delle “Agrimercato”, (le associazioni di gestione territoriale dei mercati in vendita diretta), parlano chiaro.

Mercati, i dati parlano chiaro Parlano, cioè, di una rete che è ormai diventata un vero e proprio circuito commerciale, molto composito, dove insieme ai momenti di vendita collet­ tiva rappresentanti dai 705 mercati di Campagna Amica, abbiamo accreditato nel 2010, circa 2.700 aziende agricole, 550 agriturismi e 160 cooperative agri­ cole. Insomma un insieme di oltre 4.000 soggetti imprenditoriali che si ricono­ scono nei principi e nei contenuti del manifesto politico lanciato dal Presi­ dente Marini nel maggio 2009 al Pala­ lottomatica di Roma e negli assunti fondativi di Campagna Amica, e che si sono impegnati a rispettarne rigorosa­ mente regole e scelte collettive. Una rete che nel corso di questi 2 anni è riuscita a coinvolgere oltre 16.000 produttori agricoli che hanno dato vita a oltre 25.000 giornate mercato in tutto il Paese. Una nuova rete distributiva di prodotti

agroalimentari rivoluzionaria! Capace di assi­ curare concrete quote di valore ag­ giunto per i produt­ tori e sensibili risparmi per il consumatore. Una rete che nel 2010 è stata premiata da oltre 8 milioni di consumatori che con livelli di soddisfazione altissimi vi hanno ritrovato il vero prodotto “Made in Italy”. Una rete che per estensione territo­ riale, ampiezza del numero di opera­ tori agricoli, risposta dei consumatori e volume di vendite dirette è già oggi il più grande circuito distributivo d’Eu­ ropa!

Una grande rete di produttori Una grande rete di produttori in ven­ dita diretta che, dalla Sicilia al Trentino, hanno lo stesso marchio distintivo, lo stesso regolamento d’uso, le stesse re­ gole comportamentali, lo stesso codice etico­ambientale e lo stesso sistema di controllo ramificato in ogni più remoto angolo del nostro Paese. Una rete, quindi riconoscibile da un’im­ magine coordinata, da un’offerta di prodotti con diretto legame al proprio territorio, e composta da produttori seri e responsabili. Una rete frutto di un grande sforzo di concretezza “politica”, realizzata da

tutto il sistema Coldiretti, che ha avuto nella Fondazione Campagna Amica lo strumento propulsivo.

Parte di un progetto economico Dal Palalottomatica in poi è stato chie­ sto di contribuire a dar vita ad un com­ plesso ed ambizioso progetto di natura economica che fosse in grado di riequi­ librare i rapporti di forza all’interno della filiera. Tutto ciò ha richiesto che Fondazione si trasformasse da luogo di promozione e comunicazione depu­ tato ad amplificare alcuni messaggi di Coldiretti, a centro nevralgico capace di accompagnare migliaia di imprese e le centinaia di articolazioni territoriali di Coldiretti verso la costruzione della Rete dei Punti Vendita a marchio Cam­ pagna Amica. L’obiettivo era creare una grande spina dorsale alla nuova “Filiera agricola tutta italiana”, dove far incontrare i le­ gittimi interessi dei produttori con le sacrosante aspettative dei consuma­ tori. Sulla base della partecipazione fino ad oggi registrata nei nostri punti vendita crediamo di essere sulla strada giusta.

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