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Sergio Marini - PRIMO PIANO

NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA

Anno III - N째12 - FEBBRAIO

IL PRESIDENTE MARINI

Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del tribunale di Roma

QUELL'ALLEANZA STRATEGICA TRA PRODUTTORE E CONSUMATORE


Bklkds dqsd qw djjd qwj dsdqdd qdq sssss Primo piano - del Presidente Marini

Presidente: Sergio Marini

Direttore Generale: Toni De Amicis

Coordinatori regionali: Valle D'aosta Erik Verraz, Piemonte Paolo Marengo, Lombardia Valeria Sonvico, Veneto Luca Motta, Trentino A.A. Ezio D'andrea, Friuli V. G. Rita Nassimbeni, Liguria Giovanni Bottino, Emilia Romagna Ivo Zama, Toscana Paola Saviotti, Umbria Luca Epifani,

Marche Michela Fabiano, Lazio Roberto Santopietro, Abruzzo David Falcinelli, Molise Carla Porfilio, Campania Rita Gaviglia, Basilicata Lino Sivolella, Puglia Teresa Depetro, Calabria Ester Perri, Sicilia Calogero Fasulo, Sardegna Giuseppe Casu

Contatti:

Via Nazionale 89/a 00184 Roma (Italy) Tel +39.06489931 redazione@campagnamica.it www.campagnamica.it

SOMMARIO

FILIERA COLTA

Sergio Marini - PRIMO PIANO

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Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa del Tribunale di Roma

Editore e proprietario:

Fondazione Campagna Amica

ITINERARI DEL GUSTO - di Fabio Cagnetti Carciofo spinoso, un’isola di bontà la dop sarda dalle mille proprietà

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LETTO PER VOI - di Stefano Masini Uno straordinario viaggio attraverso Il mestiere piu’ antico del mondo

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FILIERA COLTA - di Toni De Amicis Cos’è oggi Campagna Amica? Se il brand diventa patrimonio del paese

ANNO III - N°12 - Febbraio

PRIMO PIANO - di Sergio Marini Quell'alleanza strategica tra produttore e consumatore

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FONDAZIONE Ecco una serie di manuali utili a tutti con le pubblicazioni di Campagna Amica

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FONDAZIONE - Mercati e botteghe Il mercato che fa... Coraggio all'italia, a Bologna la spesa sostenibile Thiene la prima bottega del Veneto prodotti sani per mamme e bambini

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LE NOVITÀ DELLA RETE FONDAZIONE - di Raffaella Cantagalli Con Campagna Amica nel piatto Roma scopre la cucina creativa a km zero FONDAZIONE Al via un accordo sul credito per chi apre una bottega di Campagna Amica

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Coordinamento editoriale: Massimiliano Paoloni, Sara Paraluppi

Redazione:

Fabio Cagnetti, Raffaella Cantagalli, Alessandra Gioggi, Pietro Haussmann

Hanno collaborato:

Silvia Bosco, Domenico Buono, Carlo Hausmann, Daniele Taffon, Rolando Manfredini, Stefano Masini, Carmelo Troccoli Indagini a cura dell’istituto ricerche SWG S.r.l. sede legale via S.Francesco 24 34133 Trieste Tel +39.040362525 www.swg.it Stampa: Digitalia Lab, via G. Peroni, 131 – Roma Impaginazione: MB

Il presente notiziario viene inviato gratuitamente a tutti gli aderenti alla rete dei Punti di Campagna Amica. È consentita la riproduzione totale o parziale degli articoli, purchè venga citata la fonte Prima di gettare questo notiziario nella carta, passatela a un amico interessato a conoscerci.

Fondazione Campagna Amica e Digitalia Lab adottano:

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Direttore Responsabile: Paolo Falcioni

Il nostro impegno sull'educazione alimentare a partire dalle scuole punta a formare i cittadini di domani Nei mercati di Campagna Amica e nelle fattorie didattiche si vive l'esperienza dei processi produttivi erché Coldiretti è interessata al tema dell’educazione alimentare? Dopo tutto Coldiretti è una organizzazione di rappresentanza dei produttori agricoli e quindi il suo obiettivo dovrebbe limitarsi ad offrire la miglior tutela e i migliori servizi possibili ai suoi associati. Ebbene nel corso della nostra storia abbiamo fatto una scoperta banalissima e cioè che l’atto della produzione, quindi il produttore, ha sempre come corrispettivo un atto di consumo e quindi un consumatore. A giudicare dalle gigantesche somme che l’industria – agroalimentare investe in comunicazione pubblicitaria, non siamo tuttavia gli unici ad avere a cuore il nostro ‘consumatore finale’. Ma il cittadino, la persona, il suo benessere, il ‘prossimo’ insomma, passano in secondo piano per questo sistema di industria alimentare capace di generare un numero crescente di persone obese fino a raggiungere il 25% della popolazione adulta negli Usa e il 9% nel nostro paese, dove nei bambini supera poi il 13%. Non c’è dubbio che si tratta di un ‘sistema’ che vede il suo cliente finale solo in termini di puro ‘consumo’ e che a sua volta produce un costo enorme per la collettività sotto il profilo socio-sanitario. Ecco la ragione per cui come produttori agricoli abbiamo deciso di occuparci dell’educazione alimentare di fasce crescenti di adulti e di ragazzi e bambini. Lo abbiamo fatto a nostro modo, mettendo in campo le nostre forze e la nostra identità. In primo luogo abbiamo

Statte, Roma, Bari, Padova IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

QUELL'ALLEANZA STRATEGICA TRA PRODUTTORE E CONSUMATORE

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FONDAZIONE - di Ermanno Coppola Domande e risposte per capire meglio la filiera agricola italiana FONDAZIONE - di Domenico Buono Imu, prorogato al 30 giugno 2012 l'accatastamento dei fabbricati rurali

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FONDAZIONE - di Rolando Manfredini Formaggi, dall’etichetta alla tavola ecco le regole d’oro per vendere a norma

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FONDAZIONE - di Rolando Manfredini La nuova sfida della legalità a tavola, Vadalà racconta la sua battaglia

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FONDAZIONE Approvato regolamento sul vino bio, ma sui solfiti è mancato il coraggio

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FONDAZIONE Un nuovo dialogo tra città e campagna per uno sviluppo più sostenibile

I nostri progetti hanno investito non meno di 10 milioni di italiani nel 2011, con ulteriori potenzialità di crescita

Un progetto contro i rischi dell'omologazione

dato vita a punti di distribuzione e consumo – i quasi mille mercati di Campagna Amica - che hanno al centro la migliore, più salutare e più genuina produzione della nostra agricoltura. Si tratta di aree di ‘scambio’ fra produttori e cittadini che complessivamente hanno investito non meno di dieci milioni di italiani nel 2011 e che lasciano intuire un grande potenziale di crescita. In secondo luogo – in collaborazione con il Ministero della pubblica istruzione - abbiamo aperto oltre 1260 delle nostre fattorie sui territori alla visita dei bambini (oltre 700 mila dall’avvio del progetto) delle scuole primarie italiane. La filosofia del progetto è

un “fare esperienza” da parte dei ragazzi, insieme agli insegnanti ed agli agricoltori, dei processi produttivi agricoli, dell’origine dei prodotti, della storia e della cultura di un territorio, del percepire i suoni e i gusti della campagna, del conoscere gli alimenti. Come vedete cerchiamo ‘di prenderli da piccoli’ (con le nostre fattorie didattiche, gli agriasilo, la nostra agricoltura sociale) nella convinzione che tutto ciò darà buoni frutti nel tempo. Le multinazionali dell’alimentazione del resto fanno la stessa cosa, solo le intenzioni restano diverse: loro pensano ad un futuro di ‘ciechi consumatori’; noi a dare una mano alla crescita di cittadini ‘consapevoli’.

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FONDAZIONE

FONDAZIONE

ECCO UNA SERIE DI MANUALI UTILI A TUTTI CON LE PUBBLICAZIONI DI CAMPAGNA AMICA

IL MERCATO CHE FA... CORAGGIO ALL'ITALIA A BOLOGNA LA SPESA SOSTENIBILE

Dall’orto amico alle regole per saper vendere, ecco una serie di volumi tutta da sfogliare. Le guide si rivolgono sia ai produttori sia ai consumatori e possono essere richieste in Fondazione

La scelta di essere vicini ai cittadini in un momento di forti speculazioni si è rivelata vincente In pochi anni il farmers di via del Gomito è diventato un punto di riferimento per il territorio

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nche nel 2011 la Fondazione Campagna Amica ha realizzato alcune pubblicazione che danno voce e forma al progetto della Filiera Agricola Italiana. Sono testi rivolti tanto ai produttori quanto ai consumatori che intendono unire ancora di più questi due soggetti che condividono molti interessi. Quest’anno l’attenzione è stata rivolta alla Rete di Campagna Amica e a ciò che la rende credibile sia per le aziende che per i consumatori, alla vendita diretta e al modo di renderla davvero efficace, agli orti urbani come strumento che il Progetto Campagna Amica mette in campo nell’opera di sensibilizzazione sui temi agricoli e sociali. REGOLE E PRINCIPI DELLA RETE DI CAMPAGNA AMICA La Rete di Campagna Amica è ormai una realtà commerciale che i consumatori riconoscono e scelgono come canale privilegiato per l’acquisto dei prodotti agricoli. Non si tratta solo di vendita diretta ma di un reale cambiamento di prospettiva che conviene a tutti: consumatori, produttori, ambiente, società. Questa pubblicazione è una vera e propria guida per partecipare al progetto e contiene le idee da condividere, le regole da rispettare, l’etica da seguire per dare sempre maggiori garanzie e credibilità a tutta la Rete. SAPER VENDERE Dal campo alla tavola E’ una guida agevole e di facile lettura rivolta ai produttori che hanno intrapreso la strada della vendita diretta: un percorso imprenditoriale molto importante che richiede una

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l mercato di Via del Gomito a Bologna, che dal 2009 si svolge nella sede della Coldiretti ogni mercoledì pomeriggio, è stato tra i protagonisti dell’iniziativa “Coraggio Italia” promossa in occasione dei disagi provocati dal recente sciopero dei Tir. La decisione di sostenere i consumatori in un momento di rischio speculativo sui prezzi ha spinto ancora di più i cittadini ad acquistare direttamente dai produttori che hanno mantenuto inalterati i prezzi dei loro prodotti. La risposta è stata quindi molto positiva anche perché è riuscita a dare soluzioni alle esigenze sia degli agricoltori, costretti a svendere il proprio prodotto o addirittura impossibilitati a venderlo, che dei consumatori, in difficoltà a reperire alimenti di prima necessità. Pur non essendo in zona centrale, il mercato di Via del Gomito si

Le pubblicazioni edite dalla Fondazione

buona capacità di far conoscere e ben presentare la propria offerta produttiva e allo stesso tempo di orientarsi tra le diverse forme di vendita diretta e le varie disposizioni di legge. L’intento della pubblicazione è quindi abbassare il “tasso di improvvisazione” a cui spesso si ricorre e aumentare invece quello della “professionalità”. ORTO AMICO Orto amico è una guida alla partecipazione e adesione alla Rete Nazionale degli Orti Urbani di Campagna Amica: contiene la modulistica, il vademecum di comportamento, la carta degli Orti di Campagna Amica, un esempio di regolamento e tante informazio-

ni di carattere culturale utili nella cura di un orto. Il progetto nasce dal rinnovato interesse per la terra e il cibo che mangiamo che è sempre più presente in molti centri urbani: proponendo di entrare in una rete si offre l’opportunità di condividere problemi, soluzioni, esperienze e buone pratiche.

Queste pubblicazioni possono essere richieste a: Fondazione Campagna Amica Via Nazionale 89/A oo184 Roma segreteria@campagnamica.it +39 06 489931

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

trova in una posizione strategica vicino alla tangenziale e ad un incrocio di strade che conducono ai comuni confinanti con Bologna. Negli anni il mercato è diventato un vero punto di riferimento per i consumatori che sono interessati ad acquistare i prodotti degli agricoltori locali: frutta e verdura, latte, formaggi, funghi coltivati, vino, miele e confetture, una panoramica completa di quello che il territorio della provincia bolognese può offrire.

Questa forma di commercializzazione porta vantaggi anche ai produttori che, grazie alla vendita diretta, vedono valorizzato il proprio lavoro

A San Casciano la filiera agricola va a gonfie vele Aperto il nuovo farmers market nella cittadina toscana A San Casciano, nella zona del Chianti rinomata per la produzione di vino, olio extravergine di oliva e prodotti agricoli in generale, è stato inaugurato un nuovo mercato in Piazza Alcide De Gasperi. Ogni lunedì mattina si potranno scegliere ed acquistare prodotti freschi, di qualità e al giusto prezzo provenienti dal territorio sancascianese. Il mercato, al momento costituito da sei operatori, è un’occasione di rilievo per il territorio e si propone di soddisfare le esigenze dei consumatori, che chiedono sempre di

ANNO III - N°12 - Febbraio

più prodotti agricoli caratterizzati da un legame diretto con il territorio, e dei produttori, che possono vendere le proprie produzioni al mercato locale, riducendo considerevolmente i costi, come quello legato al trasporto.

Con l’apertura di questo nuovo mercato, che si affianca agli altri attivati negli ultimi mesi in provincia di Pisa e di Lucca, si conferma per la Toscana il momento particolarmente positivo nella promozione del progetto della Filiera Agricola Italiana. Una risposta concreta alle esigenze dei consumatori, ma anche per l’approvvigionamento degli agriturismi che, per legge, devono somministrare menù toscani al 100 per cento e la ristorazione che intende specializzarsi e offrire piatti tutti regionali.

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FONDAZIONE

THIENE LA PRIMA BOTTEGA DEL VENETO PRODOTTI SANI PER MAMME E BAMBINI

LE NOVITÀ DELLA RETE

Tre imprenditori vicentini hanno scelto di scommettere sulla filiera agricola italiana Dalla carne certificata alle Dop locali fino ai vini nazionali, una scelta ricca per i consumatori

S C E LT E T R A L E TA N T E D E L L’ U LT I M O M E S E

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el dicembre scorso è stata inaugurata a Thiene, in via Lampertico 70, la prima Bottega di Campagna Amica del Veneto, gestita dalla cooperativa Conped. I protagonisti di questa avventura sono tre imprenditori vicentini, Marianna Lucca, Giuliano Lombardi e Antonio Pizzolato, che hanno compreso il valore e le potenzialità del progetto “Filiera Agricola Italiana” e si sono messi in gioco in prima persona. I loro prodotti sono i veri protagonisti della Bottega: spiccano la carne sorana veneta di Giuliano Lombardi a marchio, registrato e certificato, “Soranissima”, gli insaccati di Antonio Pizzolato, tra cui il prosciutto cotto, e i formaggi caprini di Marianna Lucca. A fianco di queste prelibate produzioni, troviamo prodotti di qualità e Dop tipici del territorio locale, tra cui l’Asparago Bianco di Bassano, e le migliori eccellen-

ze italiane di vini, olio, conserve. Anche la posizione della Bottega è strategica non solo perché questo territorio si è da sempre contraddistinto per la propensione alla vendita diretta ma anche perché gli stessi consumatori si sono dimostrati attenti a questa straordinaria opportunità offerta dai produttori vicentini. Un altro aspetto positivo è che la Bottega si affaccia di fronte alla scuola materna e le giovani mamme, che, come noto sono tra i consumatori più attenti e scrupolosi, hanno la possibilità di trovare prodotti sani e di provenienza garantita per le loro famiglie e per i loro bambini. Prossimamente saranno anche organizzate degustazioni di vini, formaggi e altre prelibatezze per avvicinare ancora di più i consumatori ad un nuovo stile di fare la spesa, sano, consapevole e che contribuisce a resituire valore a tutto il territorio.

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La Tenuta Piantatella si estende per circa 40 ettari lungo la Strada Provinciale 46 per Statte km 5,7, con un oliveto aziendale che conta circa 12.000 piante. Da oltre 50 anni i proprietari della Tenuta, Domenico Galiulo con la figlia Gabriella,

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I Farmers Market, le Aziende agricole, gli Agriturismi e le Cooperative in vendita diretta che al Mese di Febbario hanno aderito alla rete nazionale delle imprese a marchio “PUNTO CAMPAGNA AMICA” sono:

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5 IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

dalità di spesa alternativa e conveniente in un momento particolarmente delicato per tutta la nostra economia. I produttori coinvolti, circa venti, sono i primi garanti della provenienza locale e della qualità dei prodotti.

Terranima, Campagna Amica nel Piatto Terranima, a Bari, in via Putigliani 213, è tra i primi ristoranti pugliesi che hanno aderito a Campagna Amica nel Piatto. Situato all’interno di una corte del Novecento dove i clienti possono osservare colori e profumi di stagione tipici della Puglia, Terranima offre una buona cucina e un ambiente fa-

In programma anche iniziative di degustazione

si dedicano con passione all’attività di famiglia tramandata da tre generazioni. Il risultato è la produzione di oli dal profumo inconfondibile, adatti ad ogni tipo di tavola e palato, capaci di esaltare qualsiasi piatto della nostra tradizione.

Un nuovo mercato nella capitale È stato inaugurato a Roma, presso la sede regionale di Coldiretti Lazio, in Via Piria 6, un nuovo Mercato di Campagna Amica che intende assicurare ai cittadini del quartiere, e non solo, prodotti agricoli di filiera corta come mo-

IL CONTA PUNTI

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Statte (TA)- L’Olio della Magna Grecia

miliare e confortevole. I suoi proprietari sono da sempre sostenitori dei prodotti a km zero e la ricerca costante della qualità dei prodotti, nel rispetto della stagionalità e del legame diretto col territorio, li ha spinti a condividere i valori e la filosofia del progetto Campagna Amica nel Piatto.

Padova, la biodiversità nell’orto A Padova in localita Mandria è nato un orto di Campagna Amica, che fa della tutela e conservazione della biodiversità e della socialità le sue parole d’ordine. È Coldiretti a fornire l’assistenza tecnica, coinvolgendo imprenditori

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agricoli locali (personal trainer) per le coltivazioni di prodotti orticoli e frutticoli. Le piante sono acquistate presso imprenditori vivaisti locali. Sono organizzati poi percorsi formativi di orticultura rivolti ai cittadini.

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Raffaella Cantagalli - FONDAZIONE

CON “CAMPAGNA AMICA NEL PIATTO” ROMA SCOPRE LA CUCINA CREATIVA A KM ZERO Nel cuore della Suburra, nello storico rione Monti, c'è il primo ristorante "certificato" della Capitale "Da Robertino" si propongono ricette originali con prodotti agricoli freschi, di stagione e di qualità

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i troviamo nel quartiere più antico di Roma, quella che fu la popolare e libertina “suburra romana” nota anche per avere dato i natali a Giulio Cesare. Immergendosi negli stretti vicoletti (quasi mai in pianura) del Rione Monti, tra le botteghe artigiane, le trattorie e le enoteche, si incontra il ristorante Da Robertino che, tra i primi in Italia, ha aderito al progetto “Campagna Amica nel Piatto”. Ad accogliermi, c’è Roberta, la giovane e vivace titolare del locale, indaffarata a raccontare i suoi piatti ai clienti in sala. Non è il caso di disturbarla e, mentre aspetto che si liberi, mi guardo attorno. Da poco ha ristrutturato il locale, cercando di creare un ambiente di qualità, in ogni dettaglio. Roberta ha fatto dell’amore per il cibo e per il vino una vera e coraggiosa scelta di vita. Qual è il messaggio che vuole trasmettere al consumatore? R. Voglio dare il senso di un luogo giovane e creativo proprio perché fatto da giovani (tutto lo staff è under 30) ma rivolto a tutti e soprattutto di un posto dinamico che punta sulla qualità, dei prodotti ma anche dei dettagli, una qualità che per noi è soprattutto ricerca e innovazione. Sembra un atto coraggioso soprattutto in questo periodo di grave crisi economica. R. Di fatto lo è stato davvero. Secondo mio padre (anch’esso ristoratore del centro) “carta che vince

non si cambia”. Bene, la carta in effetti era buona ma io avevo un sogno e ho deciso di inseguirlo così mi sono re-inventata tutto. E allora, quali sono le nuove carte vincenti? R. In primis la qualità, che per me significa ricerca sui prodotti, sui costi e creatività. Siamo alla continua ricerca di prodotti freschi, genuini e di qualità e prima che finiscano nel piatto, li proviamo più e più volte, avendo attenzione naturalmente anche ai costi. Alla fine, si lascia libero lo chef di esprimere la sua creatività e la sua arte che consiste nel variare i menù – noi ne cambiamo 4 all’anno- e reinterpretare le ricette classiche, alla ricerca continua della freschezza e stagionalità delle materie prime.

La titolare Roberta: “Ci siamo riconosciuti completamente nel progetto, aiuterà il consumatore a migliorare la cultura del cibo”.

La domanda viene da sé … perché hai aderito al progetto Campagna Amica nel Piatto? R. Mi ci sono riconosciuta completamente e ora quello che mi auguro è che abbia un grande successo. Campagna Amica in tal senso rappresenta un aiuto soprattutto al fine di sensibilizzare il consumatore in un’ottica di migliorare la sua cultura del cibo. Non vorrei che ci fossero più persone che cercano zucchine a dicembre ma desidero invece che si lascino accompagnare alla scoperta dei sapori che il nostro territorio offre in ogni periodo dell’anno. Desidero che Campagna Amica nel Piatto sia un progetto coerente con i principi comuni cui ci ispiriamo e soprattutto che ci siano verifiche e controlli tutelare chi nel progetto, ci crede davvero. Crescono le esperienze di vendita diretta

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IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

ANNO III - N°12 - Febbraio

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FONDAZIONE

Ermanno Coppola- FONDAZIONE

AL VIA UN ACCORDO SUL CREDITO PER CHI APRE UNA BOTTEGA DI CAMPAGNA AMICA

DOMANDE E RISPOSTE PER CAPIRE MEGLIO LA FILIERA AGRICOLA ITALIANA

L’intesa sottoscritta da Fondazione e Creditagri Italia, il consorzio fidi promosso da Coldiretti A disposizione tassi e prodotti finanziari su misura per chi intende lanciare la propria attività

L’origine degli alimenti in vendita nei mercati può anche non essere indicata in quanto i produttori della rete di Campagna Amica vendono solo produzioni garantite made in Italy

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Per essere venduti nei Mercati di Campagna Amica i prodotti devono provenire esclusivamente dalla Filiera Agricola Italiana, promossa da Coldiretti: ciò significa che sono tutti di origine esclusivamente Italiana e posti in vendita diretta da aziende agricole, socie di Coldiretti. Per una informazione trasparente ai consumatori, in ogni caso è previsto che ogni produttore che vende nel Mercato di Campagna Amica abbia in dotazione dei cartellini, da apporre sui prodotti posti in vendita, che riportano l’indicazione della tipologia di prodotto, del prezzo e della provenienza (solitamente la regione o “Italia”). Se ciò non avviene si tratta di una non conformità rispetto alle regole dei Mercati di Campagna Amica.

CreditAgri Italia è possibile contattare la sede della provincia di riferimento. Creditagri Italia è il primo consorzio nazionale di garanzia fidi ed assistenza tecnica e finanziaria, specializzato per il settore agricolo ed agroalimentare. Il Confidi è nato dalla fusione e regionalizzazione di otto confidi agricoli presenti sul territorio nazionale, di emanazione Coldiretti.

È possibile che un banco di frutta e verdura venda tanti tipi di prodotto e che siano tutti di produzione propria?

Più credito per gli agricoltori

cato in relazione a tassi e prodotti finanziari che, costruiti su misura, possono permettere ai titolari delle aziende un supporto concreto nell’avvio dell’attività, superando il rischio del credit crunch, la stretta creditizia. La strategia condivisa mira a creare opportunità e servizi nella direzione di un concreto incremento delle Botteghe di Campagna Amica. Tra i vari prodotti che nel settore del credito sono a disposizione sul mercato, oggi è particolarmente difficile scegliere e farlo nel miglior modo possibile. Non solo in termini di tassi e condizioni ma in una visione più globale e completa della opportunità di finanziamento. Proprio per questo, quindi, l’attività di CreditAgri Italia diventa insostituibile grazie ai vari pacchetti a disposizione. La rete di CreditAgri Italia permette di mitigare il rischio dopo aver esaminato lo scenario e valutato le opportunità. Per i titolari delle Botteghe di Campagna Amica una garanzia, per la Fondazione uno strumento indispensabile da mettere a disposizione dei titolari delle imprese. Per saperne di più e per un appuntamento con i referenti di

erché alcune bancarelle non indicano alcuna provenienza dei prodotti da loro venduti?

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

I prodotti non sono anonimi in quanto è previsto l’uso dei cartellini, come sopra evidenziato. Se poi tutti i prodotti provengono effettivamente dall’azienda, va chiarito che la legge prevede per i produttori agricoli la possibilità di “integrare” la loro gamma di offerta con prodotti di altre aziende, purché in misura non prevalente rispetto ai propri prodotti. Per i produttori soci dei Mercati di Campagna Amica che intendono avvalersi di tale facoltà (prevista dalla legge)

ANNO III - N°12 - Febbraio

Il marchio assicura qualità e provenienza

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ell’ambito del progetto di Coldiretti della Filiera Agricola tutta Italiana, è nata una partnership tra CreditAgri Italia, il consorzio fidi di Coldiretti, e la Fondazione Campagna Amica. L’intesa vede coinvolti, oltre alla Fondazione, anche il Consorzio Produttori di Campagna Amica, i produttori agricoli e i gestori delle Botteghe di Campagna Amica. L’obiettivo principale è garantire assistenza e consulenza nell’accesso al credito proprio a quanti, tramite la Fondazione e il Consorzio, intendano realizzare una Bottega di Campagna Amica. Il consorzio di garanzia fidi, infatti, mette a disposizione, tramite la propria rete presente in tutta Italia, le migliori condizioni di mer-

valgono regole più restrittive, che in taluni casi vedono non far applicare tale facoltà e in ogni caso l’obbligo di garantire il rispetto del requisito “agricolo e italiano”, sul quale viene applicato un sistema di controlli. Quali garanzie di qualità abbiamo sui prodotti (ortaggi, frutta, carne, ecc) venduti nei mercati di Campagna Amica? Innanzitutto le aziende che vendono nei Mercati di Campagna Amica dichiarano di rispettare tutti i requisiti di legge, anche per quanto concerne i requisiti qualitativi previsti dalle norme di commercializzazione. Inoltre, la filiera corta eliminando una serie di passaggi intermedi e di imballaggi (con beneficio dell'ambiente e della collettività), consente di porre in vendita prodotti al loro giusto grado di maturazione e quindi garantisce la freschezza, genuinità e sapore. Un ulteriore garanzia è data dal fatto che i Mercati di Campagna Amica sono una rete di vendita diretta organizzata e coordinata da Asso-

ciazioni territoriali con l’obbiettivo di sviluppare, oltre alla vendita diretta dei prodotti agricoli e italiani, quelli del territorio e di origine locale. Infine, va specificato che la Filiera Agricola Italiana promossa da Coldiretti e Campagna Amica prevede un sistema di regole al fine di verificare che il prodotto venduto sia agricolo e italiano. Questo sistema di controlli è basato su tre livelli: il primo è quello del produttore stesso, che sottoscrive il regolamento di funzionamento del mercato e “ci mette la faccia” nei confronti del consumatore (ossia il consumatore ha la possibilità di conoscerlo e di chiedergli direttamente spiegazioni di eventuali dubbi). Poi c’è un controllo di secondo livello (detto di “parte seconda”) ad opera di Impresa Verde su tutti i produttori che aderiscono alla Rete Campagna Amica ed infine su entrambi c’è un ulteriore controllo (detto di “parte terza”) ad opera di un Organismo di Certificazione accreditato secondo le norme EN 45011, secondo un piano dei controlli stabilito dal Regolamento d’uso del marchio.

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FONDAZIONE - Domenico Buono

Rolando Manfredini - FONDAZIONE

IMU, PROROGATO AL 30 GIUGNO 2012 L'ACCATASTAMENTO DEI FABBRICATI RURALI

FORMAGGI, DALL’ETICHETTA ALLA TAVOLA ECCO LE REGOLE D’ORO PER VENDERE A NORMA

La richiesta, da presentare all’Agenzia del Territorio, riguarda la variazione della categoria catastale A/6 per gli immobili rurali ad uso abitativo e D/10 per gli immobili rurali strumentali

Per commercializzare direttamente i prodotti lattiero caseari occorre rispettare attentamente le leggi in materia dando ai consumatori le informazioni corrette su quanto vanno ad acquistare

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stato prorogato al 30 giugno 2012 il termine per l’accatastamento dei fabbricati rurali. Il provvedimento è stato inserito nel Decreto Milleproroghe varato dal Consiglio dei Ministri. La richiesta, da presentare all’Agenzia del Territorio, riguarda la variazione della categoria catastale A/6 per gli immobili rurali ad uso abitativo e D/10 per gli immobili rurali strumentali. Nella domanda l’interessato deve includere un’autocertificazione nella quale dichiara che l’immobile possiede i requisiti di ruralità, in via continuativa a decorrere dal quinto anno anteceden-

te a quello di presentazione della domanda. “La proroga sull’accatastamento dei fabbricati rappresenta un segnale positivo ma non basta – sottolinea la Coldiretti – poiché la manovra avrà un impatto negativo stimato pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali, facendo pagare

alle imprese agricole attraverso l’Imu un ulteriore costo di un miliardo di euro”. Ad essere colpiti saranno, infatti, stalle, fienili, cascine e capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi. Si va in questo modo a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole. “Il bene terra, se utilizzato come fattore della produzione in un’impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a fondi agricoli speculativi o per fini hobbistici e per consolidare questo obiettivo – conclude la Coldiretti la manovra va corretta”.

Attività connesse, come regolarsi con la contabilità

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Domanda:

Nel caso di esercizio congiunto di attività agricola soggetta al regime speciale (art. 34, DPR n. 633/1972) e di attività connessa di fornitura di servizi soggetta all'art. 34 bis vi è l'obbligo della contabilità separata (art. 36 DPR n. 633/1972), oppure qualora l’attività di fornitura di servizi venga svolta in modo occasionale in impresa mista è possibile applicare la detrazione forfettaria dell'imposta nella misura del 50% senza separare l’attività? Inoltre, nel caso di esercizio occasionale di attività connessa di fornitura di servizi in impresa mista l’iva non può essere forfetizzata e pertanto deve versata totalmente oppure è possibile detrarre l’iva afferente i costi inerenti?

Macrotipologia

Normativa

Tipologia

Legge

Materia fiscale:

Iva

Risposta:

La detrazione forfetizzata compete anche nell’ipotesi in cui le prestazioni di servizi (connessi) siano effettuate in via occasionale (circolare 6/E del 2005), senza l’obbligo di separazione della contabilità, ma con l’obbligo di annotazione separata delle operazioni in parola. Nel caso del regime c.d. di impresa mista (che è più ampio, perché può comprendere anche la cessione di beni) vi è l’obbligo dell’annotazione separata e il regime è “Iva da Iva afferente”.

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA

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a gamma dei prodotti lattiero caseari poste in vendita diretta è molto ampia per varietà, tecnologie di lavorazione e materie prime utilizzabili. Per un’ informazione corretta al consumatore e non incorrere nella frode in commercio è importante un’etichettatura a norma che non indichi caratteristiche non possedute. I formaggi si differenziano per l’origine del latte, vaccino, pecorino, bufalino e misto, da indicare in etichetta. I termini “magro” e “leggero” si possono usare solo se il contenuto di materia grassa della sostanza secca è rispettivamente meno del 20% o tra il 20 e il 35%. I formaggi poi sono a pasta molle se contengono dal 40% al 70% di acqua, a pasta semidura tra il 35% e il 45 e a pasta dura meno del 40% di acqua. Per il tempo di maturazione, i formaggi si distinguono in freschissimi da 48 a 72 ore, freschi in 15 giorni, semistagionati da 40 giorni a 6 mesi, stagionati da 6 mesi ad 1 anno, molto stagionati oltre 1 anno. Il formaggio può essere venduto preconfezionato nel caso di forme intere, porzionato in involucri sotto vuoto, preincartato in un involucro nell’esercizio di vendita o nell’azienda, o sfuso, come avviene per le forme di formaggio non avvolte da alcun involucro vendute intere o previo frazionamento. In tutti i casi le informazioni obbligatorie devono essere indicate o direttamente sull’etichetta del prodotto preconfezionato o in appositi cartelli

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ben in vista per i prodotti venduti frazionati-sfusi o preincartati. Le informazioni obbligatorie del formaggio in etichetta sono: la denominazione legale (es. formaggio di latte vaccino), l’elenco degli ingredienti (se sono stati utilizzati altri oltre al latte, es. il sale se non) o le erbe. Anche l’indicazione del caglio non è richiesta. Altre informazioni sono il Termine minimo di conservazione (TMC) o data di scadenza, obbligatoria per tutti i prodotti preconfezionati e microbiologicamente molto deperibili, si riferisce alla data fino alla quale il formaggio conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. In generale, i prodotti freschi, più deperibili, riportano la data di scadenza ( “da consumarsi entro…”), mentre ne gli altri casi si riporta il TMC ( “da consumarsi preferibilmente entro…”); le Modalità di conservazione; l’Indicazione della quantità del prodotto sgocciolato, se posto in liquido di governo, o della quantità nomi-

nale se preconfezionato a gamma unitaria (se a gamma unitaria variabile l’indicazione viene omessa e il prodotto è pesato su richiesta e alla presenza dell’acquirente). Infine il Nome (o ragione sociale o marchio depositato) e sede del produttore, obbligatorio per i prodotti preconfezionati e la Dicitura del lotto: obbligatoria solo nel caso di formaggi destinati a soggetti diversi dal consumatore, in quanto in tali casi non è richiesta la data di scadenza. Nell’etichetta del burro va indicato anche il tenore minimo di grassi (in percentuale del peso), nel caso del burro salato va indicata la percentuale di sale, mentre per i prodotti misti, il tenore di grassi vegetali, lattieri o altri grassi animali. Se il caseificio è inserito nella filiera di una Dop o Igp, i prodotti ottenuti nel rispetto del disciplinare regolarmente certificati devono essere venduti, anche in forma diretta, nel rispetto delle norme di commercializzazione di tali prodotti.

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FONDAZIONE - Rolando Manfredini

FONDAZIONE

LA NUOVA SFIDA DELLA LEGALITÀ A TAVOLA VADALÀ RACCONTA LA SUA BATTAGLIA

APPROVATO REGOLAMENTO SUL VINO BIO MA SUI SOLFITI È MANCATO IL CORAGGIO

Nel suo libro sulla sicurezza alimentare il dirigente del Corpo forestale dello Stato, narra del suo impegno a tutela delle imprese agricole e dei consumatori contro i pericoli della criminalità organizzata

Il Comitato per la produzione biologica ha varato le nuove norme comunitarie per la produzione Un passo importante per un settore in crescita anche se sull’anidride solforosa si poteva fare di più

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iuseppe Vadalà dirigente del Corpo Forestale dello Stato, si è conquistato sul campo la stima e la gratitudine di tutto il mondo della “sicurezza alimentare e non”: prima responsabile del Niab (Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi), poi consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico dei rifiuti , dal 2011 è consulente sulla falsificazione in campo commerciale. Ha partecipato al gruppo di lavoro per l’avvio dello Sdi (nuovo sistema di indagine), collabora alle attività di cooperazione internazionale in ambito Oipc (Organizzazione Internazionale Polizia Criminale) Interpol. Attualmente è direttore della divisione di sicurezza agro ambientale e del Naf (Nucleo Agroalimentare e Forestale). Si tratta di un’attività molto intensa che ha voluto testimoniare nel libro “Sicurezza Ambientale e Agroalimentare, la nuova sfida di legalità”, un saggio utilissimo per gli addetti ai lavori , ma anche per il cittadino che può comprendere il significato e l’impegno del Corpo Forestale a tutela della sua salute. L’Autore in ogni parte del suo lavoro dimostra come l’azione porta avanti sia a difesa della sicurezza ambientale e agroalimentare, con l’introduzione di metodi innovativi di accertamento dei reati, che hanno consentito di innalzare il livello di garanzia della salute della popolazione e di far percepire la presenza dello Stato in questo tipo di reato. Il libro dimostra come i crimini siano sempre più “strutturati”: criminalità organizzata, terrorismo, criminalità predatoria quotidiana,

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I criminalità ambientale, ecomafia, agro pirateria, ecoterrorismo, bioterrorismo, agromafia ne sono la prova ed è su questo che la società attuale corre gravissimi rischi. Non è un caso che le frodi a tavola sono quelle più temute dagli italiani, con sei cittadini su dieci, che le considerano più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari, secondo quanto emerso da una indagine Coldiretti/Swg. Pertanto analizzare, come propone l’autore, questi processi in anticipo, offrire ai decisori le possibili soluzioni e stabilire le relative azioni, significa realizzare una azione pubblica che anticipa, minimizza e controlla gli eventi che creano rischio per una comunità. Il libro offre una analisi completa relativamente ai concetti di geopolitica e sicurezza sia ambientale che agroalimentare, in particolare le azioni svolte dalla Forestale per la tutela delle “sicurezze” e dalle varie Istituzioni preposte, oltre che offrire un compendio delle leggi di riferimento sulla tematica affrontata.

Secondo un’indagine Coldiretti-Swg le frodi a tavola sono quelle più temute dagli italiani. Sei cittadini su dieci, le considerano più gravi di quelle fiscali

l Comitato permanente per la produzione biologica (Scof) ha approvato le nuove norme comunitarie per la produzione di “vino biologico”, che saranno pubblicate nelle prossime settimane sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Negli ultimi 5 anni, secondo i dati diffusi nell’ambito del progetto europeo Orwine, si registra nel settore dei vini da uve biologiche un aumento medio del fatturato del 18% con punte anche del 90%, mentre la previsione per i prossimi anni è di un incremento medio annuo medio del 13% che potrebbe anche raggiungere il 20%. Secondo gli studi di mercato, quindi, il vino biologico sta conquistando un numero sempre maggiore sia di professionisti sia di semplici consumatori, in Europa come negli Stati Uniti. Le stesse cooperative vinicole europee, essendo diventate molto più sensibili al tema ecologico hanno aumentato gli investimenti nei vini da uve biologiche. Oggi, il numero di imprese agricole che producono vini da uve biologiche è in aumento. Quanto pesa il fattore ecologico Secondo studi di mercato, nel prossimo futuro, i consumatori considereranno il fattore ecologico come uno dei parametri principali per scegliere un vino, attribuendo al concetto di “rispetto per l’ambiente” un’importanza simile al prezzo, alla varietà o all'origine. Questo parametro può influire sul segmento di consumatori non particolarmente “appassionati esperti” che compra il vino nella Grande Distribuzione Organizzata e che è

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responsabile della maggior parte dei volumi del settore. La domanda di vini biologici prodotti in Italia continua a svilupparsi positivamente anche se si registrano due tendenze contrastanti. Per chi vende vini biologici attraverso la ristorazione, la domanda di vini bio da parte dei consumatori non é particolarmente brillante, mentre la situazione del commercio specializzato è, invece, relativamente buona. Inoltre, al nord i vini da uve biologiche sono più richiesti che al sud. Del resto, nei periodi di crisi, i consumatori frequentano meno i ristoranti e preferiscono concedersi vini di buona qualità da assaporare a casa: fra questi vi sono anche i vini da uve biologiche. Infine, per quanto riguarda i prezzi, questi restano stabili. Coldiretti ritiene che l’adozione del regolamento comunitario sia un passo importante per garantire uno sviluppo adeguato al settore. Finalmente, grazie al fatto che le norme disciplinano l’intero processo enologico e non la sola fase di coltivazione in campo delle uve bio, si potrà etichettare il vino come “biologico” e non più come “ottenuto da uve biologiche“. Inoltre, sarà riconoscibile grazie all’apposizione in etichetta del logo europeo. Tuttavia, l’Ue ha ancora una volta perduto l’occasione di emanare una legislazione che distingua nettamente un alimento ottenuto con il processo di produzione biologico rispetto a quello convenzionale stabilendo dei limiti di impiego di anidride solforosa che non si discostano in modo significativo da quelli dei vini convenzionali. Infatti, iI

tenore massimo stabilito di solfito per il vino rosso è 100 mg per litro (150 mg/l per il vino convenzionale) e per il vino bianco/rosé, 150mg/l (200 mg/l per il vino convenzionale), con un differenziale di 30mg/l quando il tenore di zucchero residuo è superiore a 2 g/l. Una scelta che fa discutere La scelta è stata di fatto “politica” per assecondare le esigenze di quegli Stati europei come la Germania che, pur non essendo vocati alla produzione di vini bio, vogliono comunque essere sul mercato con questa tipologia di prodotto. Sarebbe stato molto più rispettoso e coerente con il metodo di produzione biologico stabilire nel regolamento, l’obiettivo di produrre, entro un certo numero di anni, vini senza ricorrere all’anidride solforosa prevedendo un periodo transitorio di tempo ai produttori europei per adeguarsi. La nuova normativa delude, quindi, le aspettative di Coldiretti che ha sempre sostenuto, consapevole della qualità delle uve del know how dei produttori di vini da uve biologiche italiani, di differenziare nettamente il vino biologico da quello convenzionale per rispondere alle legittime aspettative di quei consumatori che vogliono acquistare un alimento “il più naturale possibile”.

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FONDAZIONE

Fabio Cagnetti - ITINERARI DEL GUSTO

UN NUOVO DIALOGO TRA CITTÀ E CAMPAGNA PER UNO SVILUPPO PIÙ SOSTENIBILE

CARCIOFO SPINOSO, UN’ISOLA DI BONTÀ LA DOP SARDA DALLE MILLE PROPRIETÀ

Presentato il volume realizzato da Coldiretti e Touring Club su due mondi in cerca di nuovi equilibri Una tavola rotonda per promuovere la "Qualità, potenzialità e bellezza dei territori italiani"

L' ortaggio è noto già dai tempi dei fenici e nel 2010 ha ottenuto la denominazione di origine. Grazie al clima mite questo prodotto è disponibile sul mercato da settembre a maggio

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l 26 Gennaio si è tenuta presso la sede del Touring Club Italiano la tavola rotonda "Qualità, potenzialità e bellezza dei territori italiani" durante la quale Touring e Coldiretti hanno presentato il volume "Campagna e città - Dialogo fra due mondi in cerca di nuovi equilibri". All'evento, oltre al Presidente del Touring Club Italiano Franco Iseppi e al direttore generale di Fondazione Campagna Amica, Toni de Amicis, hanno preso parte Claudia Sorlini e Stefano Bocchi docenti della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano, Giorgio Calabrese, medico nutrizionista, Matilde Ferretto docente presso la Facoltà di Sociologia dell' Università degli Studi di Milano-Bicocca e Roberto Weber, Presidente di SWG. Un volume "Campagna e città", distribuito in esclusiva ai 350.000 Soci TCI per l'anno 2012, che vede accanto al Touring Club la preziosa collaborazione di Coldiretti nel descrivere, in maniera analitica e critica, il complesso rapporto tra due realtà che devono trovare un nuovo equilibrio, argomento questo più che mai attuale. Un impegno corale che, grazie all'aiuto di numerosi esperti, ha riportato al centro dell'attenzione due elementi in stretta connessione che hanno determinato i valori ambientali, le tradizioni e modellato il paesaggio italiano diventando così la sintesi tra la geografia della penisola e la nostra storia. Questa tavola rotonda è stata l'occasione per presentare i risultati di una ricerca condotta da SWG che esprimono una valutazione quantitativa del valore aggiunto che apporta il territorio ai pacchetti turistici.

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Livio de Santoli Le comunità dell’energia Editore: Quodlibet, 2011 Pg.191 - 16,50 Euro

Paesaggio, elemento irrinunciabile Dall'indagine risulta che nella scelta di una meta turistica la presenza di bellezze naturalistiche e paesaggistiche incide per il 55%, seguiti da cultura arte e storia (49%), relax (33%), divertimento (22%) e gastronomia (21%). Il paesaggio è quindi un elemento al quale i turisti non vogliono rinunciare: togliendo la componente ambientale da un ipotetico pacchetto turistico, infatti, il valore cala di 46 punti (passando dal valore iniziale di 100 a 54). Il nostro tempo - afferma Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano - è, orami da molti anni, contrassegnato da uno squilibrio, quasi una rottura del rapporto tra città e campagna che era stato, per secoli, espressione di un equilibrio funzionale e naturale. Ultimamente registriamo segnali di moderata, parziale e ragionevole inversione che, senza utopici ritorni al passato, può creare nuova armonia salutistica, culturale e anche economica. La componente agricola del paesaggio italiano - continua Iseppi - è importante per il viaggiatore "di conoscenza" perché il bello o il brutto che egli osserva e percepisce sono l'immagine di una armonia o disarmonia

che testimonia e comunica il grado di benessere e di civiltà di una comunità. Il paesaggio è il fondamentale archivio della nostra vicenda umana, che non è solo un valore estetico, pur prezioso, ma è anche il racconto che continuamente si aggiorna e muta del nostro grado di civiltà. Un nuovo protagonismo agricolo Città e campagna nella nostra storia sociale ed economica non vanno viste separate e distanti; sarebbe un errore perché da sempre rappresentano dei componenti della società in continua connessione e mutuo rapporto, sostiene il direttore generale di FCA Toni de Amicis. Una interrelazione che ha permeato abitudini e vita quotidiana della gente che oggi più che mai riconosce i primati dell'agricoltura italiana, divenuta leader nel mondo con primati assoluti sul piano qualitativo, ambientale e sanitario. È questa l'agricoltura - continua De Amicis - che Coldiretti rappresenta nella nuova stagione caratterizzata da rapporti più stretti tra agricoltori e consumatori. Un'agricoltura che vive una nuova centralità nel Paese, al servizio del bene comune.

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a Dop per il Carciofo Spinoso di Sardegna è cosa recente, essendo stata istituita nel 2010, ma la storia del pregiato ortaggio risale fino ai Fenici, anche se nell’antichità questa pianta veniva spesso confusa con il cardo. Testimonianze scritte della sua coltivazione sono presenti a partire dal secolo XVIII, ma la razionalizzazione di questa coltura, con il passaggio dall’autoconsumo prevalente allo sfruttamento commerciale, inizia ai primi del Novecento. Oggi l’Italia produce da sola circa metà della produzione mondiale di carciofi; in Sardegna gli ettari coltivati sono complessivamente 11.000, di cui circa mille (corrispondenti a una trentina di aziende) a Dop. La coltivazione del Carciofo Spinoso è consentita in comuni appartenenti a tutte le otto province sarde, ma è più diffusa nel Medio Campidano, nel Sulcis, nell’oristanese e nel sassarese. Forse la località più conosciuta è Serramanna, nel Medio Campidano, dove negli anni Cinquanta vennero impiantate le prime carciofaie moderne, la cui produzione era interamente destinata ad essere trasportata verso il continente. Le zone dove si concentra la coltivazione del Carciofo Spinoso di Sardegna sono quelle costiere, i fondovalle e le pianure centrali in corrispondenza dei maggiori corsi d’acqua. Scorrendo il disciplinare di produzione leggiamo, fra l’altro, che “la difesa fitosanitaria deve essere realizzata seguendo i principi che regolano la difesa integrata, la difesa guidata e secon-

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do il metodo di produzione biologica” e non è consentito l’uso di regolatori di crescita. A questo si aggiunga una particolarità morfologica di questa varietà, ossia l’avere le brattee particolarmente serrate, che contribuisce a preservare la parte edibile da eventuali contaminazioni. Una primizia per mille ricette Per la gioia dei molti amanti del carciofo, il clima sardo, con estati calde e inverni miti, permette un’eccezionale estensione della stagionalità dell’ortaggio, che è primizia a settembre e rimane sul mercato fino all’inizio di maggio. Il Carciofo Spinoso di Sardegna ha anche particolari proprietà organolettiche: l’astringenza non è molto avvertita, in quanto bilanciata dalla dolcezza derivante da un importante contenuto di carboidrati, mentre polifenoli e cinarina rendono equilibrati i sentori

amarognolo e dolciastro. Inoltre la polpa è particolarmente tenera, il che permette il consumo a crudo dei gambi, oltre che del cuore. Per queste caratteristiche, il Carciofo Spinoso di Sardegna si presta particolarmente a insalate e pinzimoni; provatelo assieme a un altro vanto di Sardegna, la bottarga di muggine. E ancora in umido, magari con le patate di montagna, in zuppe e risotti o accanto a carni soprattutto ovine.

Ottimo crudo o abbinato alle tipicità isolane

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Toni De Amicis - FILIERA COLTA

LETTO PER VOI - Stefano Masini

UNO STRAORDINARIO VIAGGIO ATTRAVERSO IL MESTIERE PIU’ ANTICO DEL MONDO

COS’È OGGI CAMPAGNA AMICA? SE IL BRAND DIVENTA PATRIMONIO DEL PAESE

Il libro di Antonio Leotti coglie l’essenza e la qualità del lavoro agricolo e della vita in campagna. La storia di un ragazzo che abbandona la città per riscoprire le sue origini rurali

Nel marchio che rappresenta oggi la distintività del made in Italy agroalimentare convergono valori materiali e immateriali capaci di creare economia e orientare il consumatore

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l mestiere più antico del mondo (Antonio Leotti, Fandango Ed., p. 136, € 14,00) è la memoria-racconto in cui l’autore, scrivendo di sé, va alla ricerca della vita passata attraverso ricordi ed avvenimenti che strutturano una più ampia narrazione della vita in campagna con il desiderio di mettere in luce la realtà del lavoro agricolo senza l’illusione dello sguardo di chi si limita a riferirsi al senso comune, ma pretendendo di coglierne l’essenza e le qualità. Del resto, tutto il racconto si dipana su un doppio binario di lettura, in cui la visione di un ragazzo che studia in città e intrattiene relazioni borghesi è alterata dalla passione di ricercare la coerenza della sua esperienza rispetto alla vera identità rurale che lo lega alla proprietà di una fattoria in cui, crescendo, alimenta piaceri e desideri, scoprendo la schiettezza dei rapporti umani oltre che la bellezza dei luoghi. Verso una nuova esistenza Se la vita in città si rivelerà sempre più triste e densa di nostalgia, passeggiare in campagna e usare la parlata delle origini, stando insieme ad agricoltori esperti, abili in molteplici mansioni e capaci “di leggere un paesaggio come un libro aperto” (pag. 23) suscita nel ragazzo (“il signorino”) la volontà di modificare la propria condizione sociale e di conoscere fino in fondo il segreto dei campi lavorati: “covava, sottoforma di senso di colpa, la curiosità e il rimpianto per non sapere dare un nome alle cose” (pag. 29). L’evidenza fisica della scomparsa di un mondo - quello mezzadrile

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stessa risposta: “la tua [azienda] è troppo piccola, poco seminativa quindi pochi contributi legati alla PAC....ci voleva il latifondo” (pag. 65-66). Dall’altra parte, “sotto la cenere delle autentiche preoccupazioni economiche e finanziarie, c’è un mondo di sentimenti accesi, di slanci giovanili, di sapienza misteriosa, di pazienza rivoluzionaria. Ma non lo davano a vedere”.

Antonio Leotti Il mestiere più antico del mondo Editore: Fandango Pg. 136 - € 14,00

- che continuerà a risultare invisibile al ragazzo accompagna, passo dopo passo, la sua angoscia per la perdita di un oggetto d’amore: “la società correva, l’industria si ingigantiva, a stare in campagna si aveva l’impressione di rimanere fuori dalla vita, di perdere l’ultimo tram per il futuro” (pag. 40). A salvare dal dissesto la gestione della grande proprietà sono state, invece, le misure comunitarie di sostegno alla rendita a partire dalla messa a riposo dei terreni che pure avrebbero cambiato il disegno ordinato dei paesaggi. Del resto, il protagonista è socio dell’unione agricoltori e, al di là della finzione del romanzo, si coglie l’indirizzo sindacale di aver sfruttato gli aiuti comunitari per mimetizzare la perdita di una visione di futuro: “gli ideologi della convenienza” - nei ricordi autobiografici - tornano a sollevare la

Aprendo alla multifunzionalità È la cifra che descrive, ad avviso dell’A., i coltivatori diretti ed è proprio dall’osservazione del loro lavoro e del loro senso del dovere che nascono le idee per rimettere a posto le sorti dell’azienda con nuovi investimenti, aprendo alla multifunzionalità e certificando le produzioni con metodo biologico (“la mia associazione di categoria mi aveva sconsigliato”, pag. 112). Anche di fronte alle difficoltà più recenti, dalla burocrazia alla speculazione dei prezzi, la forza di proseguire trae, del resto, impulso da quelle idee che l’A. intuisce appartenere ad un mondo a lui estraneo (“tornare indietro ai tempi in cui l’agricoltore andava una volta alla settimana al mercato ad offrire i suoi prodotti, lasciare che i prezzi si formino davvero sul fabbisogno, sulla domanda di una clientela locale”, pag. 135) senza, però, riuscire a tradurle nell’operatività di un progetto di mercato. Non resta, allora, che consigliare quegli agricoltori che ancora non sono venuti a conoscenza dello straordinario progetto di Campagna Amica di tradurre il loro sogno in una realtà imprenditoriale magari sollecitati dalla lettura di questo romanzo.

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alla nascita della Fondazione Campagna Amica (anno 2008) ad oggi sono passati solo 3 anni, ma se per un attimo proviamo a guardarci indietro scopriamo che quello che abbiamo realizzato (livelli territoriali e livello nazionale del sistema Coldiretti/ Campagna Amica) ha già un’importanza significativamente determinante per il mondo agricolo e utili risvolti per la società nel suo complesso. Già oggi Campagna Amica come “brand”, come marchio identificativo della vera distintività del Made in italy alimentare, è diventato un grande patrimonio, unico e originale, per il nostro Paese. E’ un patrimonio certamente immateriale, composto da valori etici, ambientali, sociali ed economici. Ma sono valori riconoscibili da segni distintivi, messaggi e temi caratterizzanti, capaci di “orientare” il consumatore verso il marchio Campagna Amica. Nello stesso tempo, è anche un grande patrimonio materiale, composto da una rete di 6.000 punti vendita sparsi ovunque nel Paese, in cui sono coinvolti ogni anno 20.000 produttori agricoli e frequentati da oltre 9 milioni di cittadini. Un nuovo modello di produzione Quindi Campagna Amica è diventata, nel nostro Paese, anche un grande circuito di produttori in vendita diretta che vogliono affermare un nuovo modello di produzione e di vendita dei prodotti agricoli, basato sul raccorciamento della filiera agroalimentare Un nuovo modello che, in alleanza con i cittadini-consumatori, si vuo-

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le contrapporre ai poteri forti del sistema alimentare italiano, per riequilibrarne i rapporti di forza, oggi assolutamente penalizzanti per il mondo agricolo: Un nuovo modello che vuole controbilanciare lo strapotere delle: • Filiere lunghe: che sono quelle interminabili catene di intermediazioni commerciali che creano diseconomie e speculazioni a danno di tutti. • Multinazionali: che fanno spessissimo concorrenza sleale con le loro delocalizzazioni produttive (quanti casi come la Simest ci sono ancora nel nostro Paese?), con i loro continui furti d’immagine e con la quasi totale mancanza di trasparenza sulla composizione dei prodotti.

• Grande distribuzione organizzata: che ha il monopolio della distribuzione alimentare nel nostro Paese (con una quota sopra il 70%), che trattiene il 60% del prezzo pagato dal consumatore per il prodotto (quello che il Presidente Marini chiama furto di valore) e che impone come regola di accesso il “credito di fornitura” ai produttori, con veri e propri contratti “capestro”. Ecco, questa è oggi Campagna Amica: un grande movimento di produttori agricoli e consumatori che, scommettendo sul Made in Italy e sulle risorse dei nostri territori, stanno dando una risposta concreta alla crisi economica che investe ormai da troppi anni il nostro Paese puntando sulla filiera agricola tutta italiana.

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