Anno I #02 maggio 2010
Giornalino scolastico dell’ISISS Carlo Anti Villafranca di Verona
Tutte le sfumature del paraverbale
Anno I #02 maggio 2010
Giornalino scolastico dell’ISISS Carlo Anti
Villafranca di Verona Via Magenta, 7/B - 37069
SENZA PAROLE Ciò che stai leggendo (e che noi stiamo scrivendo) è l’editoriale dell’ultimo numero di Loft di quest’anno. Nelle pagine che ti appresti a sfogliare, abbiamo cercato di raccontare, ancora una volta, il mondo della scuola -e non solo- attraverso qualche immagine (le più belle che abbiamo trovato)e tante parole. Ora che le parole, come il tempo a nostra disposizione, si stanno esaurendo, non ci resta che salutarci, e poi tacere. Ma, se ti riesce, resta ancora in ascolto, anche per poco; perchè si può comunicare senza parole. Quante volte ci è già successo? Quante situazioni in cui, nel bene e nel male, non sapevamo più che cosa dire... Senza parole per la rabbia o per la gioia; senza parole per la stanchezza, per la tristezza o dopo una brutta figura; senza parole sui binari di una stazione, prima di una partenza o dopo un lungo viaggio; senza parole in una sconfitta o al momento della vittoria; senza voce di fronte ad una sorpresa, un regalo inaspettato, un incontro ravvicinato di qualsiasi tipo; scena muta all’interrogazione o nel bel mezzo di una dichiarazione d’amore. Senza parole quando le parole non servono più a niente e, senza parole, proprio quando servirebbero di più (per chiudere questo editoriale ad esempio.) In ogni caso, quelle inutilizzate, non andranno perse: le metteremo solo da parte per un po’, fino al prossimo numero del nostro giornalino. Ancora due parole, le più attese. BUONE VACANZE
La redazione.
Sede centrale: 045 6303088 Sede staccata: 045 6301484
www.carloanti.net
Hanno partecipato a questo numero
Gli studenti: Enrico Guidi, Mario Ciccarino, Tamizi Kejda, Lorenzo Mariotto, Giacomo Sandrini, Nicolò Perfranceschi, Elisa Fantoni, Antonella Vasciarelli, Matteo Bresaola, Tommaso Vidali, Carolina Cordioli, Matteo Puggia, Paolo Bozzini, Camilla Ferrari, Gloria Poiani, Giulia Zenesini, Stefano Ferrarini, Marika Porku, Sara Noto, Vanessa Noto, Veronica Dolci, Alessia Rigoni, Anna Dal Forno, Pietro Brunelli, Silvia Magagna
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M M A R I O
Senza Parole Come polverizzare la terra in... 10 modi Evadere dall’Inferno quotidiano Nel mirino del Softair Target C si presenta al Simuland Democrattivati: attivati per la democrazia Come nasce una IFS Si può fare!
“JOY&JOB: web around school” - classe 4Btg
Verso l’orizzonte!
“JOY&JOB: web around school” - classe 5Btg
La voce dei nostri poeti Profumo: felicità dell’anima News & Curiosità Giochi & Fun
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La direzione del giornalino è di Alessandra Adami e Maria Buonocore; hanno collaborato gli insegnanti: Irene Danelli, Grazia Felici, Sergio Seguri, Ismaele Chignola, Antonella Martini, Giovanna Caprini. La grafica è stata curata dal prof. Piero De Giorgi con gli studenti della classe IV Atg.
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Parole Tutte le sfumature del paraverbale
L’analisi del processo di comunicazione, fin dall’inizio dell’anno, ha portato ad analizzare gli assiomi della comunicazione di P. Watzlawick e le funzioni di R. Jakobson e a considerare quanto sia importante nella comunicazione il linguaggio non verbale (CNV) a fronte dell’identificazione che comunemente si opera tra linguaggio e parola. La CNV comprende tutti i segnali del corpo: paraverbale, gestualità mimica, prossemica, postura, segnali sociali, segnali fisici, segnali automatici. Siamo partiti dall’esperienza per arrivare alla consapevolezza su di noi, prima ancora che riscontrarlo sugli altri, di quanto gli assiomi della comunicazione siamo contenuti importanti per la vita di tutti i giorni... Un altro guadagno importante è stata la consapevolezza che ogni comunicazione è meglio chiarita dal contesto... è diventato quasi uno sciogli lingua che “ il testo senza il contesto è un pretesto”. Dopo la presentazione dei contenuti - attraverso alcune slides - ci siamo cimentati come fotografi per riprendere la mimica dei nostri compagni e osservare come il viso esprima emozioni, sentimenti e stati d’animo. Le foto riportate sono il prodotto finale, frutto delle lezioni di psicologia della comunicazione.
Alessia Rigoni 4Atg
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Tamiza Kejda
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Schianto dallo spazio
Scagliare sulla superficie della Terra un oggetto di grandi dimensioni, provocherebbe soltanto distruzioni e spazzerebbe via gran parte delle forme viventi, come è accaduto 65 milioni di anni fa con i dinosauri. Infatti l’asteroide che ha condannato a morte questi rettili non aveva massa sufficiente per distruggere completamente il pianeta: era poco più grande del monte Everest. Serve qualcosa che sia almeno la metà della Terra e un decimo della sua massa, ma soprattutto che ci colpisca a 50 km al secondo...Marte? Si potrebbe modificare la sua orbita in modo che si avvicini alla Terra fino a creare l’impatto. Chi vive nel punto dove Marte si schianta verrebbe polverizzato. La parte del pianeta non colpita direttamente, invece, verrebbe scossa da un violento terremoto che spaccherebbe i continenti. Un’ora dopo l’impatto, qualunque forma vivente sulla superficie del pianeta sarebbe morta. Ma la Terra è così grande (6 milioni di miliardi di miliardi di roccia e metalli) che, nonostante l’impatto distruttivo di Marte, in fondo ne rimarrebbe intatta. Per distruggere la Terra completamente, dunque, ci vuole qualcosa di più 6
Attenzione. La sottoscritta non si ritiene responsabile di incidenti causati all’inappropriato uso del seguente manuale. grande. Per esempio il nostro pianeta gemello: Venere. Ha un diametro molto simile e una massa pari a più dell’80% di quella della Terra. Se Venere ci colpisse, saremmo spacciati. Entrambi i pianeti andrebbero in frantumi. Ma quanto sarebbe probabile che ciò accada?
Marte e Terra, in un periodo di 4 miliardi di anni, sono dell’1%. Non è preoccupante, ma non impossibile.
Venere si trova a 37 milioni di km dalla Terra, e Marte a 56 milioni di km. Come portarli qui? I pianeti di solito si muovono su orbite molto stabili. Mercurio è il pianeta più vicino al Sole e ha un’orbita piuttosto ellittica. E’ soggetto alle perturbazioni gravitazionali causate dagli altri pianeti, e, a loro volta, i cambiamenti dell’orbita di Mercurio potrebbero influenzare indirettamente quelli degli altri pianeti. Così Marte potrebbe assumere una traiettoria che un giorno intersecherebbe quella della Terra. Ma le probabilità di una reale collisione tra
Se invece preferiamo un procedimento più lungo e lento, allora si potrebbe modificare l’orbita terrestre in modo che si muova allontanandosi progressivamente dal Sole.
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Il grande freddo
La ragione per cui sopra l’equatore fa caldo è perchè l’emisfero nord è incliato verso di esso. A circa 320 milioni di km dal Sole ci sarebbe solo 1/3 della luce attuale, e questo farebbe morire i raccolti, distruggendo tutta la catena del cibo. Se arrivassimo fino all’orbita di Nettuno, la
maggior parte della nostra atmosfera comincerebbe a congelarsi. Una bella giornata avrebbe una temperatura di -200 °C. Sulla superficie ghiacciata non sopravviverebbe nulla, ma, a 4 km sotto, l’acqua è ancora allo stato liquido grazie al calore dei vulcani sottomarini. Il nucleo della Terra potrebbe contribuire anche alla sopravvivenza dell’umanità, in città sotterranee. Si potrebbe usare l’energia geotermale per convertire alcuni materiali congelati in liquidi, e trasformare l’acqua in ossigeno e altri gas necessari.
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Il grande caldo
Immaginiamo di avvicinarci al Sole di 4 milioni e 800 mila km all’anno. Nei primi anni le calotte polari si scioglierebbero. Il livello dei mari si alzerebbe di 60 metri. Ma tutta quest’acqua si trasformerebbe in vapore . Se ci trovassimo al posto di Venere, e cioè a 1/3 della distanza dal Sole, l’atmosfera sarebbe costituita da biossido di carbonio, con un forte effetto serra e una superficie addirittura più calda che in assenza di atmosfera. Dall’Alaska all’Australia la temperatura media sarebbe di 400 °C. Tutte le forme di vita complesse morirebbero. Il pianeta stesso si dirigerebbe in un finale verso il nucleo del Sole. Alla fine, la Terra sarebbe solo una grande palla ardente in rotta di collisione con il Sole e con l’accorciarsi della distanza si vaporizzerebbe. Il suo vapore verrebbe eliminato dai venti solari e per un breve periodo si trasformerebbe in una cometa. Alla fine rimarrebbe solo il nucleo: una palla dal diametro di 7 mila km di ferro, nichel e metalli radioattivi, calda quanto la superficie del Sole, ma 2 milioni di volte più piccola.
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Fermare la rotazione
Se fermassimo la Terra ma non gli oggetti che la circondano, essi prose-
guirebbero il loro moto. E’ un po’ come schiantarsi contro un muro a grande velocità. La Terra si muove a circa 1600 km/h, e se la bloccassimo all’improvviso, non per forza si fermerebbe anche l’atmosfera, e quindi ovunque si formerebbe un vento a 1600 km/h. Inoltre l’enorme quantità di attrito accumulato verrebbe rilasciato sottoforma di altissimo calore. Le rocce si fonderebbero e anche gli edifici. La Terra diventerebbe un pianeta morto, orbitante intorno al Sole. Il ciclo giorno-notte durerebbe un anno (il tempo che ci vuole alla Terra per orbitare intorno al Sole). Quindi il giorno durerebbe mezzo anno e la notte l’altro mezzo: un lato assorbirebbe il ca-
lore del sole per 6 mesi di fila, mentre la parte al buio perderebbe calore. Questa differenza fra il lato caldo e quello freddo finirebbe per creare un forte vento. Ovunque nell’area di confine fra la parte calda e quella fredda si formerebbero enormi cicloni. Un enorme caos!!
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Dilaniata tra due buchi neri
I buchi neri sono ciò che rimane dalle stelle collassate ultradense. La zona più pericolosa di un buco nero è il suo “orizzonte degli eventi”: un punto gravitazionale di non ritorno. Se qualcosa attraversa questo punto, non c’è modo di tornare indietro. Il buco nero risucchia verso di sè lo spazio-tempo che lo circonda e quindi viene risucchiata anche la materia presente in questo
spazio-tempo. Cosa accadrebbe se la Terra si trovasse fra due buchi neri? Uno dei buchi neri agirebbe sulla superficie terrestre a lui più vicina, con più forza rispetto al centro della Terra, e l’altro buco nero farebbe lo stesso nella direzione opposta. I buchi neri distruggerebbero la crosta terrestre sollevando le placche tettoniche e la litosfera sottostante. Il magma fuso innescherebbe delle eruzioni vulcaniche apocalittiche e i buchi neri impedirebbero alla cenere e alla polvere di ricadere sulla Terra. Sugli oceani si eleverebbero onde giganti che non ricadrebbero mai. La caduta nel buco nero trasformerebbe anche la materia e il gas
IMMAGINE TRATTA DAL FILM “THE DAY AFTER TOMORROW”
in energia micidiale. Ciò che accade in un buco nero causa l’emissione di raggi X che inonderebbero il pianeta, uccidendo tutti. Intanto la Terra verrebbe allungata fino al suo punto di rottura: i due buchi neri la estenderebbero in due direzioni opposte. Si verificherebbe un caso di estrema spaghettificazione. Ma è confortante sapere che le probabilità di essere tirati fra due buchi neri sono vicine a zero.
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Divorata dall’interno
Un buco nero dal diametro di 1 cm, avrebbe la stessa massa della Terra. Ora prendiamo questo minuscolo buco nero e facciamolo cadere attraverso il 7
tipo di evento potrebbe accadere di nuovo con la gravità. I corpi umani rimarrebbero intatti perchè sono tenuti insieme da forze elettromagnetiche, non dalla gravità, ma tutti sulla Terra comincerebbero a volare e a soffocare nello spazio, mentre il pianeta andrebbe alla deriva frantumandosi, non tenuto più insieme dalla gravità.
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Polo Nord. Ammettiamo che la velocità e l’angolo siano adatti perchè esso arrivi al centro della Terra. La gravità sulla superficie risulterebbe doppia. Tutti cominceremmo a rannicchiarci. Mentre tutte le forme viventi lotterebbero disperatamente, il buco nero in miniatura risucchierebbe la materia: più ne mangia, più il fatale destino della Terra si avvicina. Via via che la materia viene attratta, tutto ciò che esiste in superficie comincia a collassare. Quindi si verificherebbe un terremoto prolungato e lo slittamento della crosta. Ci sarebbero nuovi vulcani, perchè i buchi neri creerebbero nuovi punti di fuoriuscita del magma. Dopo mesi di cataclismi crescenti, l’ultimo atto durerebbe meno di un’ora. La Terra comincerebbe a collassare su se stessa. Ma è possibile creare un mini buco nero proprio qui, sulla Terra? Magari grazie a un acceleratore di particelle. Se esso comprimesse molto materiale in un volume sufficientemente piccolo, potrebbe dar via alla formazione di un minuscolo buco nero. Ma tranquilli! Un buco nero di queste dimensioni evaporerebbe subito e non divorerebbe la Terra.
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Eliminare la gravità
Tutto ciò che facciamo dipende da un’equilibrata relazione con la gravità. Ma cosa succederebbe se la gravità decidesse di porre fine a questa relazione? Senza di essa, tutto ciò che va verso l’alto non potrebbe più ritornare indietro: gli aerei non atterrerebbero e gli alberi avrebbero radici nel terreno solo se esso non si frantumasse. La Terra stessa comincerebbe a rompersi pezzo dopo pezzo. Sembra incredibile, ma in futuro 8
IMMAGINE IPOTETICA DELLA
Annichilimento da antimateria
DISTRUZIONE DELLA TERRA la gravità potrebL’antimateria è proprio be non esistere come la materia, ma più. Oggi la gravità al contrario. Le due si è una delle quattro forze fondamentadistruggono a vicenda, sprigionando un li, insieme a elettromagnetismo, forza magnifico bagliore. In pratica è la formunucleare forte (che lega i nuclei degli la di Einstein: E=mc^2. Se uniamo mateatomi) e forza nucleare debole (che è la ria e antimateria avremo un rilascio di fonte della radioattività). pura energia. 450 grammi di antimateria Ma al tempo del Big Bang, invece di che annichiliscono 450 grammi di matequattro forze fondamentali, ce n’erano ria possono causare un’esplosione pari soltanto due. Una frazione di secondo a una bomba termonucleare. Ma per didopo la nascita dell’Universo, la forza nu- struggere la Terra ci vogliono 100 miliocleare forte era tutt’uno con la forza elet- ni di miliardi di tonnellate di antimateria. trodebole (elettromagnetismo e forza Se davvero volessimo provare, c’è una nucleare debole). Questa unione di forze fabbrica di antimateria proprio a 149 potrebbe aver creato un’enorme energia milioni di km di distanza. Quando nella che ha causato l’espansione quasi istan- fornace nucleare del Sole si accumula sufficiente energia magnetica, si creano tanea dell’Universo (che diventò mostruosamente grande in un tempo brevissimo), detta Inflazione. Ma una minuscola frazione di secondo dopo il Big Bang, l’Inflazione si sarebbe arrestata e le forze si sarebbero separate. La forza nucleare forte si divise da quella elettrodebole. Ora sono due diverse manifestazioni di una forza prima unita. Se una forza apparentemente unita come questa si è potuta dividere in due, lo stesso
i cosiddetti brillamenti solari. Un brillamento solare può generare almeno 900 grammi di antimateria, ma il suo contatto con la materia lo distrugge all’istante. Esiste un modo per trattenerla? La si può tenere in sospeso, senza toccarla, usando un certo tipo di campi magnetici o elettrici, e può restare in questo stato indefinitamente. Quindi tutto quello che dobbiamo fare è raccogliere e immagazzinare l’antimateria di quasi 100 quadrilioni di brillamenti solari, e una volta ottenuti 100 milioni di miliardi di tonnellate di antimateria bisogna trasportarli sulla Terra e far oltrepassare a loro il campo elettromagnetico per metterli in contatto con la materia. Ponendola al centro della Terra, sventrerebbe tutto. Ma mentre un’esplosione di antimateria sarebbe istantanea, raccogliere tutta l’antimateria richiederebbe decine di miliardi di anni. IMMAGINE IPOTETICA DI UNO SCONTRO TRA PIANETI
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Trasformazione dovuta alla materia strana
E’ un grande evento che comincia a livelli piccolissimi, nel mondo arcano dei “quark” all’interno dei protoni e dei neutroni. I quark si distinguono in “quark up” (quark su), “quark down” (quark giù) e “quark strange” (quark strano!). Non preoccupiamoci tanto di cosa siano i quark. Ci basterà sapere che sono particelle subatomiche, un qualcosa che costituisce qualcosa d’altro. Secondo i fisici, un numero uguale di quark up, down e strange costituirebbe una particella di ciò che viene chiamata “materia strana”. Ciò che la rende strana è che può cambiare la natura fisica di tutto ciò che la tocchi. Un po’ come il ghiaccio che raffredda l’acqua, ma in una maniera più estrema. Immaginiamo che qualunque cosa sulla Terra, e la Terra stessa, si trasformi in una poltiglia inorganica, e tutto solo a causa di una particella di materia strana. Fortunatamente sulla Terra non ce ne sono, ma si trovano all’interno di stelle collassate, dette stelle di neutroni, a causa dell’immensa gravità che comprime quark up, quark down e quark strani, formando la materia strana. Se si trovasse una microscopica massa di materia strana in una stella di neutroni, in qualche modo la si potrebbe portare sulla Terra, lasciandola cadere dalla cima dell’Empire State Building. Cosa accadrebbe? Tutti questi quark strani potrebbero cambiare lo stato della materia per cui la Terra, nel giro di poco, si trasformerebbe in una sostanza inorganica appiccicosa, in colla.
IMMAGINE TRATTA DAL FILM 2012
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Collisione tra mondi paralleli
Si tratta di un’enorme transizione di fase dell’Universo: ci porterebbe direttamente a un altro stato. Solo la fantascienza lo ha trattato, ma ora lo prendono seriamente in considerazione anche molti fisici: l’esistenza di altri universi. Possiamo pensare al nostro universo come a un foglio a due dimensioni. Muoversi sul foglio è come muoversi sul nostro spazio tridimensionale. Ma ecco che scopri di poterti muovere anche in altre dimensioni. Però lì c’è un altro foglio, cioè un altro universo. Uguale al nostro o diverso, ciò che è veramente importante è che non dovrebbe collidere con il nostro. Immaginiamo che i due universi collidano: quanta energia sprigionerebbero? Se questo contatto avvenisse con un universo parallelo, sarebbe l’ultima cosa che vedremmo. Esso non solo distruggerebbe i pianeti, ma anche i sistemi solari, le galassie, tutto. Ma è possibile che la fine di tutto sia l’inizio di qualcosa d’altro? Se il Big Bang ha creato il nostro universo, un altro Big Bang potrebbe far ricominciare tutto da capo, potrebbe dar vita a un altro universo. Probabilmente questo scenario, forse il più incredibile, è l’unico che stia già accadendo. E se ciò fosse vero, dopo 10 miliardi di anni ci sarebbe un’altra Terra, in un altro universo.
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I lettori di 1Bbg
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” Italo Calvino ne “Le città invisibili”
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uesta la frase che ci ha colpito e aiutato a riflettere, il 16 aprile 2010, durante l’incontro con gli autori, Gaetano Facincani, scrittore, poeta, fotografo, ed Elena Ventoruzzo, scrittrice del libro “L’angelo dei palloncini e altri racconti”. L’ inferno è già qui, quello che abitiamo tutti i giorni ed è rappresentato da un’infinità di aspetti negativi: la vita frenetica, le paure, le insicurezze, i problemi personali, le violenze sulle donne e sui bambini, le malattie, gli incidenti, l’inquinamento, la mafia, le guerre… Due sono i modi per non soffrire: accettare l’inferno diventandone parte oppure cercare chi e che cosa non è inferno. “Chi” sono quelle persone che ci fanno stare bene e “che cosa” comprende quelle attività che ci fanno trasformare quell’inferno in una vita degna di essere vissuta pienamente. Secondo Elena, il modo migliore per non accettare passivamente “l’inferno” è coltivare le proprie passioni, come la scrittura, che le permette di ritagliarsi uno spazio in cui evadere da tutto e da tutti. Anche per Gaetano la scrittura è il suo mezzo privilegiato per fermarsi un po’ e riflettere… Scrivere, secondo lui, è una forma d’arte. E noi, ragazzi della classe 1Bbg, apparteniamo alla prima o alla seconda schiera? Se avete qualche dubbio, leggete i nostri commenti… “Noi facciamo parte del secondo gruppo perchè conosciamo tanti amici che ci fanno stare bene e usiamo il nostro tempo libero per attività che ci piacciono e 10
ci fanno divertire: uscire con gli amici perché con loro puoi aprirti liberamente senza tenere “pesi interiori”; fare sport, perchè quando ti alleni tutti i pensieri della giornata svaniscono come se non fossero mai esistiti; leggere, perchè rilassa la mente; coltivare hobby che ti consentono di avere la mente concentrata in altro.” Elisa Cordioli e Cristina Mitran “Io cerco di fuggire dalla frenetica vita quotidiana facendo un giro con gli amici, non pensando tanto ai problemi e rilassandomi.” Federico Zaccheo “Calvino con questa frase vuole farci capire che il mondo è cambiato con le nuove tecnologie ed è diventato come una corsa continua in cui si fa fatica a rilassarsi. Il modo migliore per uscire da questo caos, secondo noi, è quello di coltivare le nostre più grandi passioni, scaricando lo stress.” Mirco Forigo, Emanuele Recchia e Claudio Castioni “Per me, Simone, uscire dall’inferno significa liberarsi da ogni pensiero negativo attraverso l’aiuto dei miei famigliari o degli amici più cari. Secondo me, Michela, vuol dire parlare con gli amici più cari e ascoltare musica per allontanare ogni problema o preoccupazione. Infine per me, Giulia, uscire dall’inferno significa rinchiudermi in me stessa e non pensare più a nulla grazie anche al sostegno dei veri amici.” Simone Furfaro, Michela Montresor e Giulia Abram “Quell’inferno per noi è rappresentato dalla scuola, dagli impegni,dalla vita frenetica di tutti i giorni. A noi bastano piccole cose per evadere da ciò: ascoltare la musica, giocare una partita a calcio
con gli amici, suonare uno strumento, giocare ai videogiochi o semplicemente un letto comodo su cui riposare” Davide Turri, Ferdinando Zanetti, Salvatore Canosa “E’ proprio vero, nella società odierna regna la vita frenetica (se si può definire Vita l’essere sempre e costantemente di corsa senza l’opportunità di godersi le piccole cose.); molti purtroppo accettano questo stile di vita e finiscono per abituarsene. Per fortuna ci sono le eccezioni. Sì, le eccezioni, ovvero le persone che, nonostante tutto il caos che le circonda, riescono a scegliere un momento in cui staccare la spina e iniziare a Vivere. Per noi giovani è diverso dagli adulti. Alla maggior parte degli adolescenti piace il caos! Tanto è vero che i luoghi che frequentiamo maggiormente sono le discoteche, le feste affollate. Questo però non significa che viviamo solo di questo, anche perché ogni tanto abbiamo bisogno di staccare la spina, ascoltando la musica, scrivendo una poesia, leggendo un libro perché, come ci ha ricordato Elena, la lettura è un piacere!” Jennifer Campagnola, Alfonso Santella, Martina Poletti, Maristella Civale e Chiara Bucolo Anche nei piacevoli e singolari racconti contenuti nel libro “L’angelo dei palloncini”, che la professoressa Zaffani Stefania ci ha letto il sabato, Elena ci indica la via della felicità: felicità è un semplice incontro tra due persone completamente diverse, apparentemente distanti l’una dall’altra, ma capaci di donare un sorriso contagioso, un consiglio inaspettato, un aiuto prezioso…
Grazie Elena e Gaetano e… quando siete abbattuti, pensate che c’è lo stesso cielo su tutta la terra. Slegate un palloncino e volerete con lui! Ve ne consigliamo alcuni: CASA SERENA: Questo racconto narra la storia di Amanda, un’anziana e ricca signora ospite a Casa Serena, un casa di riposo di lusso, che non riesce però ad allontanare la tristezza degli anziani ospitati. Un giorno, arriva una nuova addetta, Lucia, una ragazza che, grazie alla sua umiltà, riesce a portare una ventata d’allegria e a farsi amare da tutti, riuscendo a capire il motivo per il quale Amanda teme di fare il bagno nell’acqua. Tematiche: altruismo, empatia, capacità di andare incontro agli altri. Frasi significative: “I limiti servono a noi perchè così tra due punti puoi fare quello che desideri, con uno solo ti perderesti.”; “La morte”è come un lago che ha una sponda dove sei tu e l’altra sponda sempre di fronte. Il mare non ha il limite davanti.” PAOLO, L’ENFANT PRODIGE: Un ragazzo di dodici anni intraprende la difficile vita di suonatore di pianoforte. Sbarca per la prima volta in America, a New York, per sfidarsi con un violinista. Il pianista Paolo, in attesa del concerto nipponico, vive con il manager anziché con i genitori, nei più lussuosi hotel della megalopoli, ma nonostante questo è infelice di dover vivere da uomo, invece che da bambino. Paolo non può giocare, non può fare il bagno nel mare come tutti i bambini del mondo, non può nemmeno avere amici. Il suo( ?!?) obiettivo è misurarsi con lo sfidante nipponico di fama mondiale e batterlo.
piccolo mi piaceva spruzzare l’acqua per il bagno mentre mi lavavo, fantastico”.
mai tempo per se stesso perché è sempre a correre per salvare la vita agli altri. Tematiche: sacrificare la propria vita per gli altri.
LA FATA DEL DISEGNO:
Frasi significative: “Spesso corriamo, di mattina, pomeriggio, sera o notte. E ripensiamo agli occhi che abbiamo visto nelle nostre giornate e se qualcuno non ci ripensa, o si impedisce di farlo, è per soffrire di meno, per non massacrarsi ogni giorno.”
Minerva è una bambina i cui genitori si stanno separando. Lei comincia a chiedersi se sia colpa sua e continua a farsi domande. Un giorno trova uno zainetto e chiede alla sua amica Sara di andare con lei a riportarlo al proprietario. Arrivate alla casa, suonano il campanello, esce una signora che le ringrazia di averle riportato lo zaino. Tornano a casa e Sara chiede a Miss Minn il motivo per cui non avesse restituito il disegno trovato nello zaino. Le risponde che esso le avrebbe portato fortuna in quanto raffigura una bambina e una mamma per mano. Il papà è in un angolo in alto; ci sono due case: una vicino alla mamma, e l’altra nell’angolo vicino al papà. Un grande cuore rosso batte vicino al papà. Tematiche: la dolorosa separazione, il sentirsi causa della separazione dei genitori, il forte sentimento dell’amicizia. Frasi significative: “Clima insopportabile e spesso bastava una parola in più per finire con due porte sbattute nell’appartamento.”; “Sara non è un’animalista convinta come la Miss, ma le piace sostenere l’amica nelle sue battaglie preferite.”
IL DOTTOR BASETTA: Carlo Meletti, soprannominato dottor Basetta, è un medico che insegna anche all’università e quando fa lezione non rimane neanche un banco vuoto. Un giorno, camminando verso il suo dipartimento, vede appoggiata ad un tronco di un albero Federica, di diciannove anni, con un contratto con una delle più prestigiose compagnie di danza. Il suo sogno è di fare la ballerina. E’ triste; Carlo si siede vicino a lei, si presentano, iniziano a parlare della loro vita quotidiana. Il dottor Basetta le racconta che lui non ha
L’ ANGELO DEI PALLONCINI: “ Scorpione: quando siete abbattuti pensate che c’è lo stesso cielo su tutta la terra. Slegate un palloncino e volerete con lui.” Ad Ange fa schifo tutto, nel paese di Ange c’è la guerra, i suoi compagni gli fanno schifo, ad Ange fa schifo l’Italia. Ange a scuola non va bene, ogni giorno è nell’ufficio del preside per i compiti non svolti. Ange non ce la fa più. Vaga sotto l’acqua per la città, perché non gli va di tornare a casa, perché tanto non ha amici che lo vengono a chiamare per andare a giocare con lui. Un giorno, tornando da scuola, vede un uomo dei palloncini. Rimane immobile a fissarli, una voce lo chiama e Ange si ferma a fissare il suo palloncino. Ange alla mamma non dice niente di Spritz, ma continua a vederlo. Tematiche: razzismo, solidarietà, amicizia, introversione Frasi significative: “Non si capisce se ride in africano, in italiano, in francese o in tutte e tre le lingue mescolate assieme perché così riesce a ridere più forte.”
Tematiche: la grande fatica per il successo, il sacrificio, il non potersi permettere una vita da bambino, la nostalgia della famiglia. Frasi significative: “A dodici anni bisogna percorrere in pieno caos pomeridiano una strada di New York per rilassarsi dalla giornata lavorativa”. “Paolo camminava per strada fingendo che mamma Ottavia fosse atterrata oggi in città”. “Da 11
Elisa Fantoni 3Amg
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utto cominciò durante una pausa pranzo di alcuni boscaioli americani. Uno di loro, che aveva un marcatore a vernice rossa utilizzato per segnalare gli alberi da tagliare,
per scherzo sparò una palla di vernice verso un suo compagno; a quest’ultimo non parve vero rispondere con lo stessa sistema al collega. Questo botta e risposta coinvolse anche gli altri e degenerò nel primo scontro di Paint-Ball (primi anni ‘80). Trovata la cosa molto divertente, i boscaioli decisero di ritrovarsi per sfidarsi ancora fino a che il divertimento si diffuse fino a divenire il Wargames che tutti conosciamo adesso. Ora quei marcatori sparano con un getto di aria una pallina calibro 12 piena di vernice colorata alla velocità di 150 m/sec. Il Soft-Air nasce in Giappone ne12
gli anni ‘80 e conquista un po’ tutto il mondo all’inizio degli anni ‘90. In Giappone, dove è nato il Softair, non era possibile usare quel tipo di strumenti per giocare e qualcuno pensò di usare delle armi giocattolo che sparassero dei piccoli pallini del tutto innocui. Anche in Italia iniziarono a sorgere i primi Club, formati solitamente da non più di una decina di persone. Le prime repliche di armi importate furono soprattutto pistole a molla ed a gas a cui seguirono i primi modelli di ibridi (gas + molla) come il Walther MPL. Il primo fucile ad essere commercializzato fu il FAMAS della Legione Straniera ed è probabilmente la replica tutt’oggi più venduta. In rapida successione iniziarono ad essere importati sempre più modelli, rendendo il SoftAir uno dei giochi di simulazione più popolare. Nel 1994 nacque anche la prima (e attualmente l’unica) rivista dedicata al Softair in formato bimestrale, dal nome
SOFTAIR ADVENTURE. Essa divenne in seguito mensile. Ricordiamo che il Softair è solo un gioco sportivo, e questa dovrebbe essere la massima espressione dei modi di combattere nell’era moderna, cioè simulare un combattimento giocando e divertendosi. Il Softair o tiro tattico sportivo è infatti un’attività ludico-ricreativa di squadra basata sulla simulazione di “Tattica militare”, per intenderci, una simulazione di guerra. Esso si distingue dalle altre attività basate sulla simulazione militare per l’utilizzo delle Air Soft Gun (in in-
Tutto cominciò durante una pausa pranzo di alcuni boscaioli americani. Uno di loro, che aveva un marcatore a vernice rossa utilizzato per segnalare gli alberi da tagliare, per scherzo sparò una palla di vernice verso un suo compagno...
glese letteralmente arma soffice ad aria) da cui appunto prende il nome. Le Air Soft Gun sono copie più o meno fedeli di arma da fuoco che proiettano pallini sferici mediante la spinta impressa dalla compressione di un gas. Il Softair è caratterizzato da una grande varietà di giochi diversi che spaziano da un approccio veramente ludico ad un approccio di tipo sportivo, da un approccio ricreativo ad un approccio strategico-simulativo, comprendendo varie sfumature all’interno di que-
sti quattro estremi. Il Softair, nonostante l’apparenza, è uno sport innocuo, non violento e basato sul corretto confronto sportivo. Proprio per queste caratteristiche è ormai frequente l’utilizzo di questo gioco nell’ambito del building, del “Problem solving” e della formazione aziendale. Le partite possono avere obiettivi diversi: si va dal conquistare la bandiera altrui, ad effettuare vere e proprie pattuglie di ricognizione per conquistare obiettivi di diversa natura (bandiere, testimoni, postazioni) naturalmente “neutralizzando” gli avversari bersagliandoli con le apposite armi giocattolo ed eliminandoli così dal gioco. Alcuni di questi tornei possono arrivare alle 42 ore consecutive di gioco. I tornei possono prevedere operazioni atte all’acquisizione di obiettivi alla difesa del territorio nei confronti della/delle fazioni opposte, ad operazioni che simulano o riproducono scenari storici o recentissimi. I campi da gioco possono essere di vario tipo: boschivi, sabbiosi, urbani (ma sempre in aree specifiche) .
Alla fine degli anni Novanta, in contemporanea con la maggior diffusione di questo sport in Italia, ci sono stati alcuni casi di critiche fortemente negative da parte della stampa, relative al fatto che le armi/repliche da Softair sono occasionalmente usate anche nell’ambito di azioni criminali, per via della loro somiglianza con quelle reali, per la facilità nel reperirle, per la ventilata possibilità di modificarle per sparare colpi reali (cosa in realtà assolutamente impossibile) e per il fatto che i gruppi di giocatori sono visti come “covi di guerrafondai” e/o appartenenti ad aree politiche estremiste. A tal proposito però, la maggior parte dei Club ha recentemente adottato
nei propri statuti i l divieto di manifestare simboli politici o fare apologie politiche.
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Il 21 maggio, esattamente un anno dopo la prima fortunata rassegna, l’Istituto “Carlo Anti” organizza la seconda edizione del Simuland, fiera delle Imprese Formative Simulate del Veneto. E anche quest’anno l’indirizzo Grafico Pubblicitario sarà puntualmente presente con la Target C.
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Target C è un progetto di Impresa Formativa Simulata nato tardivamente alla fine dello scorso anno nella classe 4CTG per sfruttare la collaborazione con la Lachiver illustrato in questa sede. Il progetto ha previsto l’espletamento delle procedure per l’attivazione dell’agenzia pubblicitaria nel portale IFS Network e la definizione dell’immagine coordinata. Nell’ultimo periodo gli studenti della
classe 5CTG hanno raccolto una serie di materiali di presentazione che verranno impiegati per l’arredo dello stand e parteciperanno al concorso per il miglior marchio e la migliore presentazione d’azienda. Alla Target C gli auguri per una buon risultato di critica e di pubblico. Prof. Ismaele Chignola
IMMAGINE COORDINATA PER LA LACHIVER, FIRMATA TARGET C Veronica Dolci 5Ctg
Verso la fine dell’anno scorso la classe 3ALS, nel quadro del progetto di Impresa Formativa Simulata, ha avviato una collaborazione con la Lachiver, azienda veronese specializzata in analisi chimiche e consulenze aziendali in tema di norme ambientali; il primo incontro tra azienda simulata (denominata Con.Chi.Ter) e azienda reale ha visto la partecipazione del professor Chignola, interpellato per valutare la possibilità di estendere il progetto ad una classe dell’indirizzo grafico. La Lachiver si aveva infatti apertamente manifestato il suo interesse nel sottoporre a noi studenti uno studio di restyling della sua immagine; così, dopo un paio di settimane, l’architetto Enrico Brioschi ci ha fatto visita nella sede staccata per pre-
sentare l’azienda e le sue esigenze di comunicazione. Abbiamo compreso che si tratta di un’azienda molto avanzata tecnologicamente, che deve comunicare solidità, serietà e affidabilità. Il marchio attualmente in uso, oltre ad essere ormai obsoleto, è troppo esile e poco leggibile. All’inizio di quest’anno abbiamo cominciato a lavorare al progetto, compiendo un’indagine sull’azienda e sui suoi concorrenti, con informazioni desunte dai siti internet. Poi abbiamo iniziato a pensare a come rivedere il lettering del marchio ed eventualmente ad associare un elemento visivo che esprimesse il fatto che la Lachiver è un gruppo formato da tre aziende operanti in settori limitrofi. Infine abbiamo strutturato un’immagine coordinata che applicasse una serie di criteri compositivi costanti sulla carta intestata, sul biglietto da visita e sulla busta. Assieme al professore abbiamo organizzato il materiale in una presentazione che ci ha permesso di acquisire confidenza con le tecniche di vendita di un progetto; abbiamo utilizzato il programma Indesign perché, oltre ad essere
un software fondamentale per l’impaginazione, consente un’immediata generazione di file pdf facilmente visualizzabili anche dal cliente. Nella presentazione abbiamo inserito alcune considerazioni iniziali comuni, in seguito alle quali ognuno di noi ha aggiunto argomentazioni di vendita specifici del progetto. Lo scorso 6 maggio l’architetto Brioschi è venuto a visionare i progetti e si è mostrato piacevolmente sorpreso dalle nostre proposte, anche se non sempre avevano tenuto conto di problemi pratici. Ora l’azienda farà una selezione delle nostre proposte che verranno ulteriormente perfezionate. Questo progetto è stato molto importante per noi perché ci ha mostrato quanto è difficile relazionarsi con un cliente con il quale, al contrario del professore, non si ha confidenza; inoltre un’azienda ha richieste diverse rispetto a quelle didattiche, nelle quali normalmente c’è più libertà d’azione. Ora speriamo che l’azienda scelga una delle nostre proposte e la adotti come nuova immagne aziendale.
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ipiamo Ragazzi!? Pcaortneccorso dal ad un T TIVATI, tema DEMOsCteRAprodurre dovre he invitino dei video civ i per la ad att arsra democ zia…
Gli studenti della 5Atg
volto imlici ci hanno coin sere le Fe e li el an D i, ol zz o es stri docenti, Cava ato a immaginare quali potesser di ideano i de le ro pa ro Le ci abbiamo comin supportare il lavo mediatamente e per realizzarle. E’ intervenuto, a per il Consiglio Regionale so idee e le tecniche Gazzola, promotore del concor o intendere il concetto di o od er m Pi . e zione, il prof o pareri dispiegato in ch se ha evidenziat rliamo di con esempi, ha as e, cl ch in to g ne in m Ve l or st de sun problema, pa successivo brain democrazia. Un biti da privilegiare ed allora? Nes e ritiene interessante. o ch scordanti sugli am gruppo approfondirà un aspett ni og democrazia?
Il risultato: cinque video che trattano tematiche diverse, dalla globalizzazione con monopolio delle multinazionali alla piaga delle mutilazioni dei genitali femminili, dal problema della penuria di acqua nel mondo alla necessità del volontariato come forma di democrazia. Il lavoro più originale? Il video del gruppo INDI che ha prodotto il video VIVERE INSIEME, VIVERE MEGLIO puntando sull’idea di offrire parte del proprio tempo libero al volontariato come forma di democrazia. Il filmato è ambientato in una piccola città italiana. Narra la storia di Ottavio, che, passeggiando per la via principale del proprio quartiere, mentre si accinge ad attraversare la strada, viene accidentalmente investito da un camionista distratto. Ottavio, nella scena iniziale, entra nel ristorante e dialoga con una donna, Elena, che riapparirà successivamente. Il protagonista visto di schiena si dirige verso l’uscita. Da questo momento in poi, le riprese si concentreranno su di lui e sulle azioni che andrà a compiere. Ottavio inizia la sua abituale passeggiata tra le vie cittadine e si sofferma per qualche secondo, con prudenza, sul marciapiede prima di attraversare la strada sulle strisce pedonali. Viene però distratto da Elena, che inciampa sul marciapiede e che prontamente lui aiuta, rassicurandola.
Due copertine dei DVD in cui abbiamo raccolto i video del concorso
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Questa scena si intervalla ad altre che ritraggono il camion in una corsa sfrenata per le vie della città. Nell’attimo che segue, Ottavio, attraversa le strisce pedonali quando un camionista lo investe. A questo punto inizia una scena drammatica che, a livello tecnico, ha degli effetti di montaggio differenti e anche musiche ed effetti sonori diversi. Elena, vista in primo piano, chiama la croce bianca di Verona, tempestivamente arrivano i soccorsi insieme ad alcuni volontari della protezione civile. Ottavio viene portato all’ospedale dove viene curato, Elena è sempre al suo fianco tanto che dopo questa traumatica esperienza deciderà di dedicare parte del suo tempo al volontariato, in particolare alla croce bianca di Verona. Questo progetto è stato realizzato con la tecnica dello STOP MOTION: essa consiste nella realizzazione di una sequenza di fotografie visualizzate in rapida successione così da creare l’illusione di un movimento. Per il montaggio è stato utilizzato l’applicativo I STOPMOTION, per la grafica e gli effetti sonori I MOVIE. Sono state scattate in totale 2000 foto, tra cui se ne sono selezionate 1500 per il montaggio. La durata del video è 3:58 minuti.
Anna Dal Forno,
Lo stop-motion è una tecnica di animazione che consiste nell’utilizzo di fotogrammi in rapida successione, così come avviene per il cinema tradizionale, la sostanziale differenza è che nelle pose non sono ripresi attori in carne e ossa bensì pupazzi. Questa stessa tecnica è stata utilizzata anche per la creazione di: “Galline in fuga”, “la sposa cadavere”, “Wallace e Gramin”, e anche in serie televisive come: “Bob the builder” (pubblicato da Rai 3 come Bob l’aggiusta tutto), “Pingu” e tanti altri. Sostanzialmente per il cinema e per la tv vengono utilizzati rispettivamente 24 e 25 fps (fotogrammi per secondo) mentre noi per una questione di tempo e praticità, abbiamo scelto di utilizzare 10 fps. Per il progetto “Democrattivati” indetto dalla Regione Veneto, abbiamo costruito
Pietro Brunelli, Sil
un plastico con i mattoncini lego, realizzando una finta città con tanto di case, strade, montagne, cielo, alberi, fiori e luoghi pubblici ricchi di abitanti. Il tutto ha preso vita grazie ad un accurato lavoro manuale dove ogni elemento è stato mosso millimetro per millimetro, scattando ad ogni minimo movimento una foto per un totale di oltre 2000 fotografie. Si è scelto di utilizzare i mattoncini Lego per creare l’ambientazione e per i soggetti ritratti, poiché i piccoli elementi si prestano per il movimento: risulta facile posizionarli in differenti atteggiamenti e mimesi. Il gruppo è formato da 6 ragazzi/e della nostra classe, abbiamo accettato subito di metterci in gioco con questo progetto e siamo riusciti a portarlo a termine grazie ad un clima di collaborazione che
via Magagna
si è immediatamente instaurato tra noi. Ognuno ha svolto un compito diverso: scattare le foto, modificarle, montare il filmato, curare la scenografia, le luci e la costruzione delle strutture e dei mezzi. All’inizio pensavamo ad un progetto abbastanza semplice e breve sicuri di riuscire a finire il tutto nel giro di 3 o 4 giorni al massimo, ma il lavoro si è rivelato davvero arduo. È durato ben 5 settimane di impegno mattutino e a volte persino pomeridiano. Grande è stata l’emozione quando il presidente della Croce bianca di Verona ci ha contattato per informaci che il video sarebbe stato inserito come spot sul sito web dell’associazione, invitandoci a collaborare con loro anche a progetti futuri.
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Come nasce una IFS
finalmente abbiamo l’onore di conoscere l’azienda tutor, accompagnatrice della nostra futura impresa virtuale che porteremo avanti fino in quinta. Il progetto inizia con la conoscenza dell’azienda che fungerà da modello.
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“ Correva il giorno 25 marzo dell’anno 2010 ”
N
egli anni ’80 nasce l’azienda Verter srl che si occupa di pubblicità. Nel corso della presentazione il Dott. Veronesi, uno dei tre componenti del board di direzione, con la collaboratrice Dottoressa Bozzini, ci illustrano la Verter srl e il suo organigramma.
Di che cosa si occupa un’agenzia pubblicitaria?
Durante l’incontro essi ci fanno conoscere anche l’azienda Tribei, fondata all’inizio del 2010 e che opererà su web.
La Dott.ssa Bozzini ci parla innanzitutto della brand (marca); e lo fa come se essa fosse un essere vivente che deve
Principalmente ha lo scopo di far conoscere un prodotto al potenziale cliente e di creare un’interazione tra quel prodotto/servizio e il pubblico per stimolarne l’acquisto.
Articolo nato dalla collaborazione di Ferrarini Stefano, Porcu Marika, Noto Sara e Noto Vanessa.
Successivamente ella introduce la design strategy vale a dire la complessa pianificazione strategica della gestione della brand.
packaging per wurstel a uso singolo che è stato promosso anche attraverso uno spot di animazione in 3D su Sky. Si tratta di un divertentissimo e ammiccante cartoon che vede le avventure di quattro personaggi würstel e di una patatina supersexy. “It’s very cool”.
Il Dottor Veronesi esemplifica ciò che viene detto dalla Dottoressa Bozzini utilizzando lavori che sono stati commissionati alla Verter e propone alcuni case history. Tra questi ci ha particolarmente colpito la campagna Scarlino. Quest’ultima è la progettazione di un innovativo
Quest’ esperienza ci ha aiutato a capire che il modo in cui un professionista si presenta è vitale e che la sua comunicazione se usata bene, come in questo caso, è veramente efficace. Attraverso questa presentazione abbia-
esprimersi e comunicare e ne identifica le varie tipologie.
mo riconosciuto argomenti già trattati a scuola, che filtrati attraverso dei lavori reali commissionati all’azienda li hanno resi estremamente chiari. Un progetto richiede conoscenze, molto lavoro ed una gestione sinergica di tutti i settori dell’azienda. Esso è sostanzialmente un lavoro di squadra, fondamentale per poter creare un prodotto efficace da ogni punto di vista, perché dopo tutto più teste producono meglio di una sola. Quello della pubblicità è un settore che per sua stessa natura è in continua evoluzione; esso infatti non può prescindere dal progresso tecnologico e dall’evolversi del gusto e dei bisogni anche culturali dell’individuo. Tenere presenti questi fattori significa essere costantemente al passo coi tempi e sempre competitivi. Ultimo ma non meno importante elemento da spendere in un’agenzia pubblicitaria è l’abilità creativa. Essa gioca un ruolo chiave, in quanto è utile per far evidenziare al meglio il nostro progetto, rendendolo unico, di pregio e fruibile dal punto di vista commerciale.
Case history: Scarlino packaging
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Giulia Zenesini 4Btg
C
ome si può migliorare il rapporto tra la scuola e il mondo-lavoro? Come diminuire e, in futuro eliminare, la distanza tra le due realtà? Ha provato a dare risposte a queste domande la classe 4°b dell’indirizzo grafico dell’ISISS “Carlo Anti”, partecipando al concorso “Joy&Job: web around school” in collaborazione con i Giovani Industriali veronesi, insieme ad altre scuole di città e provincia.
B-TEAM
Fare! si può
La classe 4btg coinvolta nel concorso “JOY&JOB: web around school”
L’iniziativa è solo una delle tante che si sono susseguite all’interno del “JOB orienta”, esposizione di tutte le scuole superiori e università d’Italia a Verona. Ovviamente, nell’era di internet, tutto si è svolto su Facebook! Innanzitutto, ai ragazzi, è stato richiesta la realizzazione di un gruppo sul social network; tre sono stati gli imput che si sono susseguiti nell’arco di quattro mesi commissionati dal giovane imprenditore Davide Zorzi, responsabile dell’interazione tra i gruppi, finalizzati all’analisi delle attività di alternanza scuola-lavoro e di nuove proposte per migliorare le già esistenti. Il 1°input richiedeva appunto di trovare 20
le modalità innovative per facilitare l’ingresso dei giovani nel lavoro. La classe è stata divisa in 5 gruppi che si sono subito messi al lavoro commentando articoli di giornale, analizzando film come Il diavolo veste Prada, intervistando il preside e esponendo le esperienze personali relative allo stage. Il 2° input invece, ha richiesto la “concretizzazione” delle proposte. E’ stato analizzato lo stage, la terza-area intervistando la professoressa Irene Danelli e il progetto IFS, che vede il Carlo Anti protagonista a livello regionale, infine sono stati ricercate le criticità delle attività analizzate. Inoltre gli studenti hanno creato un sito contenente
Ovviamente, nell’era di internet, tutto si è svolto su Facebook! varie proposte grafiche, un video e una potenziale locandina per il Joy&Job. Il 3° e ultimo input si riferisce alle caratteristiche e alle competenze personali che ognuno deve possedere per farsi spazio nel mondo del lavoro. Ironizzando sul concetto del passaggio dall’ Homo faber all’homo competens si è discusso sul significato di questa affermazione e abbiamo organizzato il lavoro in diversi step. Sono state analizzate le competenze emerse dalla discussione, utilizzando anche l’inglese, sperimentando ancora una volta, “l’ essere gruppo” e la comunicazione non visiva tramite giochi interessanti e costruttivi. Divertente è
stato lo scambio di ruolo tra docenti e studenti nell’esposizione de “I Promessi Sposi”. Un ringraziamento speciale va alla professoressa Grazia Felici che ha supportato i ragazzi nell’intera iniziativa, e ai professori che hanno collaborato. Il concorso termina a maggio…vedremo come andrà! E, come dice il motto del Bteam, se lo si vuole “Si può fare!”.
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L
a classe 5° B TG in concorso per “JOY&JOB: Web Around School”, promosso dai Giovani di Confindustria di Verona.
Verso Gloria Poiani, 5Btg
I
l lavoro si è mosso secondo tre input, forniti dal sig. D. Zorzi, dal sig. E. Chaivegato e dal dott. G. Pedrollo, Presidente dei Giovani Industriali, piuttosto complessi: essi sono stati sintetizzati dalla collega della classe 4Btg, Giulia Zenesini (nell’articolo a pag. 20). Vertevano sulla relazione che si può instaurare fra scuola e impresa. La prof. I. Danelli, nostra tutor interna di Terza Area, ha coordinato l’intero impegno, mediante laboratori in orario curricolare correlati dall’analisi di slide d’approfondimento critico. Molti sono stati i documenti selezionati, tratti, fra l’altro, da riviste e manuali specializzati, nonché da siti web opportuni, quali, a titolo di esempio: “Il Sole24Ore”; “La tecnica della scuola”; F. Corradi, a cura di, Alla ricerca dell’eccellenza. Le politiche per l’eccellenza nell’istruzione superiore in quattro Paesi europei, Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, Milano 2009; http://forum.studenti.it/ scienze-comunicazione/705382-testdammissione-specialistica-iulm.html. Il nostro amministratore di gruppo è stato Enrico Guidi. Il percorso si è rivelato un crescendo di interventi scritti e di documenti visivi e, 22
Di seguito il link al video: http://www.facebook.com/group.php?gid=167912994996#!/video/video.php?v=1476089463509&oid=167912994996
l’orizzonte! direi che l’input n. 3 ci abbia fatto maturare soprattutto, per quanto riguarda le competenze trasversali: saper essere determinati e motivati. Forse, perché siamo riusciti ad accorparci in modo crescente, ma alla conclusione del lavoro ci siamo sentiti diversi rispetto al principio: è emerso uno spirito di gruppo collaborativo. Affascinante. Ciascuno di noi ha dato il proprio apporto. La richiesta del dott. Pedrollo era:
Esso contempla le seguenti azioni:
Quali pensate possano essere le caratteristiche personali, umane, di relazione per poter eccellere nel mondo del lavoro ed aziendale in particolare? Credete sia importante migliorare queste caratteristiche già adesso? Come la scuola può aiutarvi in questo? Quale può essere il vostro sforzo personale?
In questo video i compagni hanno impiegato interamente se stessi, divertendosi lavorando.
Dopo un brainstorming operato durante l’uscita didattica alla P. Guggenheim Collection di Venezia, in treno, per ottimizzare i tempi, sono emerse diverse qualità, che i colleghi Giacomo Sandrini e Lorenzo Mariotto hanno sintetizzato in un video bellissimo e molto sensibile: Il Pentalogo delle qualità.
FIDUCIA, DETERMINAZIONE, CURIOSITÀ, EMPATIA E RESPONSABILITÀ. Questo video è stato creato con la tecnica dello Stop Motion, cioè una serie di scatti fotografici in sequenza che ritraggono diversi e numerosi disegni realizzati su cartoncino. Le foto scattate in totale sono 1039.
Giacomo Sandrini e Lorenzo Mariotto
IL PENTALOGO DELLE QUALITÀ UMANE, PERSONALI E DI RELAZIONE
A
bbiamo realizzato questo video per il gruppo iCan, il quale richiede di indicare le qualità personali, umane e relazionali per avere successo nel lavoro e nella vita. Abbiamo iniziato, spargendo cartoncini di varie dimensioni per terra. Successivamente abbiamo scelto tra le parole raccolte in treno, durante l’uscita didattica di classe a Venezia, quelle più importanti, significative ed opportune, tra cui: Fiducia, Responsabilità, Empatia, Curiosità e Determinazione. E’ stato un atteggiamento neo-dada, se dobbiamo dare al nostro intervento una lettura storico-artistica: ci siamo affidati al caso, ma con la consapevolezza di quanto volevamo dire. Il caso era un pretesto nel contesto! Abbiamo incominciato a riflettere, tenendo conto di quanto abbiamo condiviso per esperienza, studio e convinzione personale allargata.
1. FIDUCIA. Lavorando con la musica scelta come sottofondo, sono emerse le nostre idee… . L’abbiamo disegnata, costruendo un omino stilizzato, che dalla lettera F si lascia cadere nelle braccia di un altro omino amico. 2. DETERMINAZIONE. E’ rappresentata con il protagonista iniziale che per arrivare al suo obiettivo supera qualsiasi ostacolo, dimostrandola. 3. CURIOSITÀ. Emerge l’idea di un personaggio che è attratto da un buco, creato con la lettera O: egli vi cade dentro! O è simbolo cosmico, il cerchio: la perfezione! 4. EMPATIA. E’ raffigurata da una coppia di omini che dimostra del feeling, poiché sono presi per mano e camminano verso il centro della parola. Essi colgono l’obiettivo.
5. RESPONSABILITÀ. Raccontiamo il senso di un mito greco, il gigante Atlante si carica sulle spalle il mondo, come segno di grande responsabilità. Tra l’altro, osservando l’intero lavoro proposto sul sito di iCan, ci siamo accorti che già all’input n. 1, video di sintesi in area discussioni, lo stesso gigante era un’interprete del nostro modo di osservare l’orizzonte. I cinque punti disegnati e assimilati concorrono all’idea di FLESSIBILITA’: il gigante sale sempre, mai molle, anzi fortissimo! Di giorno eravamo a scuola, nel pomeriggio e alla sera ci dedicavamo al filmato. La mancanza di luce ha orientato la determinazione “antica” del cortometraggio: il lavoro è stato elaborato in 6 giorni, per un totale di 40 ore circa! 23
La voce dei
A
L’amica perfetta di Camilla Ferrari
E se fosse l’onda del mare con il suo moto perpetuo, a farmi compagnia. E se fosse questo azzurro, che riempie i miei occhi di colore.
lcuni alunni del nostro Istituto hanno partecipato anche quest’anno a vari concorsi letterari. In particolare gli alunni Camilla Ferrari della IALS e Paolo Bozzini della IBLS sono stati segnalati al tredicesimo concorso nazionale di poesia “Premio Castello” rispettivamente per i componimenti poetici “L’amica perduta” e “La vita”, mentre il compagno Matteo Puggia della IBLS ha vinto il primo premio con la poesia “L’inverno”. Nell’ambito della manifestazione culturale “La primavera del libro”, tenutasi a Villafranca dal 16 al 18 aprile, l’alunno Matteo Ruggeri della IALS si è classificato primo al concorso letterario “Leggeremozioni” con la poesia “Grigi anni stonati”. Congratulazioni!
Se fosse quest’acqua salata, bagnata di amaro destino, che mi porta lontano. Se fosse la brezza leggera, di questa aurora rosso fuoco a immergermi nel tuo cuore. Se fossi tu, amica dell’anima, dei miei pensieri, ad essermi accanto nei giorni grigi del male. Se fosse… Ti aspetto…
Nelle foto accanto, due momenti della manifestazione “Premio Castello” a cui hanno partecipato alcuni dei nostri allievi. Lo studente Matteo Puggia si è aggiudicato il primo premio con la poesia “L’inverno”.
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Anche quest’anno, alcuni alunni dell’Istituto Carlo Anti, hanno partecipato a vari concorsi letterari, riscuotendo un meritatissimo successo. A loro vanno le nostre più sincere congratulazioni.
nostri poeti Grigi anni stonati
L’inverno
di Matteo Ruggeri
di Matteo Puggia
Li vedi, seduti sul marciapiede aspettano la mensa, un pasto caldo, e due parole per sentirsi a casa.
L’attesa Le foglie si affollano alla finestra Ora anche l’ultima dall’albero è scesa Più tempo ormai non resta
Li vedi, alla televisione tra un notiziario e l’altro sui barconi dondolanti. Visi disperati, visi speranzosi in cerca di domani.
In casa ad ammirar il niente Il freddo, tutto è grigio e spento Solo il vento fuori si sente La malinconia mi rimane dentro
Li trovi al supermercato, contano i soldi, ma è ormai fine mese, con dignità rimettono a posto qualcosa che non serve. I poveri sono in mezzo a noi, giriamo la testa per non vederli: sempre di corsa alla ricerca dell’inutile. Ma è l’indifferenza la vera povertà di questi grigi anni stonati.
I libri riposti sui ripiani Non si vedono animali lì fuori Cari giorni d’estate lontani Il gelo uccide gli ultimi colori Il tramonto del lontano sole Il tempo è finito Ormai il grigio è l’unico colore L’inverno è arrivato.
La vita di Paolo Bozzini
La vita è importante, non sprecarla. La vita è utile, non gettarla. La vita è la cosa più importante che una persona può avere, non farla finire. La vita è un dono, quindi fanne buon uso.
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Profumo : felicità dell’anima Breve storia del profumo dalle origini ad oggi
Carolina Cordioli, 5° B TG
I
l profumo da millenni usato per scopi profani, è stato precedentemente utilizzato come ausilio in riti sacri/religiosi e come strumento terapeutico. Opera della natura ma anche opera umana è una materia che non ha mai cessato di evolvesi. L’uso dei profumi ebbe inizio il giorno in cui l’uomo primitivo si accorse che certi legni e certe resine emanavano, bruciando, odore gradevole ma i primi riferimenti al profumo risalgono all’epoca preclassica dell’antico Oriente. Gli egizi sono stati i primi ad averne a che fare presentando offerte agli dei di animali e profumi. Le stesse usanze erano praticate anche da Sumeri, Ebrei, Carteginesi, Romani e Greci. Nei templi egizi, appositi locali erano riservati alla preparazione degli aromi da bruciare, degli oli profumati e delle pastiglie, divennero ben presto veri e propri laboratori di profumeria dove i sacerdoti preparavano anche cosmetici e colliri. Assunsero presto un ruolo fondamentale nella vita quotidiana dove venivano usati dalle donne per sedurre e negli ambienti per impreziosire l’atmosfera. I Sumeri invece ne facevano frequente uso per mascherare il cattivo odore dovuto alla sporcizia, i greci credevano nell’esistenza di creature divine e sovrumane, la cui presenza era rivelata loro dagli aromi e dai profumi. Svolgevano anche una funzione purificatrice e simbolica in occasione della grandi tappe dell’esistenza, che determinavano i riti più importanti, dalla nascita alla sacra unione dell’uomo e della donna, alla morte. 26
La medesima situazione era a Cartagine e Roma dove i profumieri erano al contempo fabbricanti e venditori e le loro botteghe erano luoghi di riunione ove affluiva la società elegante.
Poiret e Coco Chanel e il profumo diviene una vera e propria creazione di moda.
Infine anche il corano per il mondo islamico ammette il piacere dei sensi nel mondo terreno.
Paul Poiret e la nascita del “Les Parfums de Rosine”
Nel Rinascimento poi, quello che fino ad allora era stato considerato un lusso esclusivo divenne accessibile a molti, grazie alle crociate che hanno contribuito a sviluppare gli scambi tra occidente e oriente. Nel ‘600 alla diffusione dei sali, delle acque spiritose e dei profumi più sottili, si accompagnò una vera e propria mania per i flaconcini che le signore portavano in tasca o tenevano sul tavolino da toilette, erano realizzati con materiali nuovi, fra cui il cristallo al piombo e la porcellana. Nel ‘700 i chimici si dedicarono all’analisi razionale dei metodi e dei prodotti e nell’ ‘800 si tornò alla naturalezza e ai profumi floreali, l’ideale della donna era di restare naturale. Con il ‘900 si aprì l’epoca di Paul
Nel 1911 dopo aver dimostrato la sua maestria sartoriale, Paul Poiret creò l’Atelier Martine, un laboratorio dove un gruppo di ragazze dava libero sfogo alla creatività nel campo della arti decorative, qui fu creato e lanciato il primo profumo della linea di profumi battezzata Rosine, venduta in bottiglie di cristallo e argento, che riveleranno la sua passione per l’orientalismo. Fu il primo creatore di moda che innovò con i profumi questo suo settore in così rapido sviluppo, commercializzando le sue creazioni con il marchio “Les Parfums de Rosine” (dal nome della figlia maggiore). Dagli inizi del ‘900 i profumi evocavano momenti lieti e lanciavano messaggi amorosi e promesse di felicità mentre, negli anni ’20 apparvero stilisti che vivevano la moda con più semplicità come Coco Chanel, contraria ai profumi con nomi che si rifanno all’audacia, all’esuberanza, all’impreve dibilità, al capriccio e all’incostanza del carattere femminile.
La felicità non è altro che il profumo del nostro animo Coco Chanel
Gabrielle Chanel contro le convenzioni
Memoria olfattiva e aromaterapia
La fama di Gabrielle Chanel, chiamata Coco, cominciò nel 1921 con il lancio del suo primo profumo “griffato” n°5. Fu il mezzo ideale per far conoscere la sua filosofia della moda ad un pubblico più vasto.
Solo da poco sono disponibili studi scientifici sulle reazioni emotive suscitate dalle fragranze, è stata dimostrata un’associazione duratura tra un odore e uno stato d’animo, che potrebbe quindi essere rievocato in tempi successivi alla percezione dell’odore stesso, è un potere che soltanto i profumi della natura possiedono.
Il vero creatore di questa fragranza in realtà non fu lei ma Ernest Beaux che nel tentativo di alleggerire la sontuosità delle note di gelsomino esagerò con le aldeidi alifatiche ottenendo un profumo sfarzoso, per la prima volta con essenze naturali e sintetiche (80 diversi ingredienti) che entusiasmarono Coco. Lei difatti voleva un profumo artificiale come un vestito, ossia frutto di una fabbricazione.
Ernest ha poi presentato le sue creazioni in semplici bottigliette di farmacia e Coco scegliendo la quinta, l’ha battezzata n°5 evocatrice più di serialità industriale che di frivolezza femminile, rovescia tutte le convenzioni esistenti dove i nomi di tutti i profumi erano legati a fiori e amore.
Il nome di un profumo difatti deve avere la funzione di disegnare ed identificare una fragranza. Anche il flacone come il nome è degno di nota, è diventato famoso per la sua struttura essenziale con tappo tagliato a smeraldo. Questo numero divenne il suo feticcio tanto che, decise di presentare ogni anno le sue collezioni il quinto giorno del quinto mese.
Questo condizionamento avviene a livello inconscio ed ognuno ne è inconsapevolmente condizionato già dall’infanzia. Proprio all’infanzia risalgono i ricordi olfattivi più potenti, perciò con maggior capacità di suscitare emozioni gradevoli e più facili da riattivare. Sapere l’alfabeto degli odori permette di conoscere il linguaggio della comunicazione olfattiva e l’effetto psicologico degli odori che ha sul sistema nervoso e sulle memorie a cui sono associati. Una nuova forma di apportare benessere tramite l’olfatto è l’aromaterapia, considerata una medicina alternativa che cura molti disturbi con le essenze. Usata dagli Egizi per combattere infezioni, curare ferite e conservare la carne ora viene studiata all’università in Francia a cui va il merito di aver riscoperto questa antichissima pratica. Sono in corso studi all’avanguardia sulle virtù degli oli essenziali che sostituiscono efficacemente gli antibiotici nelle cura di molte infezioni. Questi oli vengono estratti da fiori, foglie e radici e contengono le proprietà curative concentrate della pianta da cui derivano. Le essenze inalate arrivano al cervello ed agiscono sulla sfera nervosa mentre quelle assorbite con massaggi o bagni entrano nel sistema sanguigno tramite i capillari. 27
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Lo sapevate che... ?
1955 1976 1977 1984 1985 1991 1995 1996 1997 1998 2001 2004 2007 2009 2010
Nato da madre americana e da padre siriano, viene dato in adozione a Paul e Clara Jobs. Fonda la Apple con l’amico Steve Wozniak Lancia il primo personal computer, l’Apple II. Lancia il Macintosh, il primo computer con sistema operativo a interfaccia grafica. Lascia la Apple e fonda una nuova compagnia. Prende in moglie Laurene Powell, da cui avrà tre figli, un altro invece da una relazione extraconiugale (rubacuori!) Esce il famoso “Toy Story” (verso l’infinito e oltre!) il primo lungometraggio della Pixar. Torna alla Apple carico di nuove idee. Diventa CEO (Chief Executive Officer) ad interim Lancia l’iMac Lancia il sistema operativo Mac OS X, l’iPod e iTunes. Scopre di avere un tumore al pancreas e viene operato. Esce l’iPhone. Abbandona il lavoro per sei mesi per un trapianto di fegato. Torna più in forze che mai e presenta l’iPad, il primo tablet della Apple.
Steven Paul Jobs La rubrica News&Curiosità è stata curata da Elisa Fantoni 3Amg I disegni dei 10 oggetti nell’articolo della pagina accanto sono di
Lorenzo Mariotto 4Btg
Canon PowerShot
Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini
Scatto la foto strizzando l’occhio: basta fare l’occhiolino o sfoggiare un bel sorriso per scattare a distanza una fotografia. Il segreto della nuova Canon PowerShot SX210 IS sta nella mappatura dei visi. Inoltre questa fotocamera ha una funzione che le permette di capire quando un volto supplementare entra nell’inquadratura e solo a quel punto fa scattare l’otturatore, rendendo facile al fotografo unirsi a una foto di gruppo senza dover fare goffe corse per l’autoscatto.
Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini è ambientato nel mondo moderno, abitato anche dalle mitiche divinità del Monte Olimpo, situato 600 piani al di sopra del celebre Empire State Building di New York. Gli dei hanno dato vita a una nuova razza di giovani eroi, per metà mortali e per metà divini. Percy, figlio adolescente di Poseidone, è sospettato di aver rubato il fulmine di Zeus, l’arma più potente dell’universo. Per provare la sua innocenza ed evitare una guerra devastante tra dei, Percy intraprende un’odissea attraverso il continente alla ricerca del vero ladro. Lungo il viaggio, il raga zzo dovrà affrontare acerrimi nemici decisi a fermarlo e tentare di salvare la madre dalle grinfie mortali di un altro dio greco, Ade.
SX210 IS
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oggetti ECCO I
NON TROVIAMO
CHE PIÙ SPESSO
1. I documenti prima di un viaggio 2. La tessera elettorale prima delle votazioni 3. Le chiavi di casa prima di uscire 4. L’ombrello 5. Il portafogli prima di fare acquisti 6. La tessera bancomat 7. Le sigarette 8. L’accendino 9. Il cellulare 10. La penna
9) Il cellulare 8) L’accendino
6) La tessera Bancomat
10) La penna
1) I documenti prima di un viaggio
3) Le chiavi di casa prima di uscire
5) Il portafogli prima di fare acquisti
4) L’ombrello
2) La tessera elettorale prima del voto
7) Le sigarette
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&Fun!
Giochi Medium 3 4 9
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Very Hard
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4 8 6 9 1 2 3 5 7
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Hard
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Very Hard
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soluzioni
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Easy
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Easy
Sudoku
IL FAMOSO ROMPICAPO CINESE SI RISOLVE INSERENDO UNA VOLTA SOLA LE CIFRE DA 1 A 9 IN OGNI QUADRATO 3X3, IN OGNI COLONNA E IN OGNI RIGA. METTETEVI ALLA PROVA CON I 3 LIVELLI DI DIFFICOLTÀ!!
CRUCIMOSAICO
La rubrica Giochi&Fun è stata curata da: Nicolò Perfranceschi, Matteo Bresaola e Tommaso Vidali.
Buon divertimento.
Riporta nella griglia numerata le parole definite qui accanto. A gioco terminato, le 12 lettere evidenziate, lette in verticale, formeranno il nome di un bene fondamentale che appartine a tutti noi e che dovremmo imparare a rispettare. ... Per evitare il peggio!
Definizioni 1. Scontro 2. Esplosione che ha creato l’universo. 3. Sul Sole può creare almeno 900 grammi di antimateria. 4. Corpo celeste estremamente denso. 5. Forza, che dopo la nascita dell’universo, era tutt’uno con la forza nucleare forte. 6. A contatto con la materia si distruggono a vicenda. 7. Forza che mantiene la Terra e i corpi che la circondano compatti. 8. Insieme di gas che circondano un corpo celeste. 9. Scossa improvvisa della crosta terrestre. 10. Potrebbe colpire la Terra. 11. Sono scomparsi a causa dell’impatto con la definizione 10. 12. Possono essere “up”, “down” e “strange”.
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