Anno IV #02 Marzo 2013 Giornalino scolastico dell’IS Carlo Anti Villafranca di Verona
SCHOOL IN BLACK
Anno IV #01novembre 2012
Foto della redazione di Loft in versione Black di Alessandra Lana
E D I T O R I A L E La copertina è già di per sé tutto un programma. Siamo sicuri che non stiamo per entrare nelle pagine di un romanzo gotico o meglio ancora dell’orrore? Non si tratta esattamente di questo ma qualcosa di vero c’è. La redazione di Loft, infatti, nei mesi scorsi si è ritrovata a discutere di fine del mondo (a proposito non doveva essere il 21 dicembre???)di scenari inquietanti e, di discorso in discorso, ha lanciato una serie di idee che si sono tradotte in alcuni articoli un po’ insoliti, a dir il vero, per il nostro giornalino, ma unici, inediti e soprattutto nati dalle passioni e dagli interessi propri dei ragazzi. Allora abbiamo deciso di rivestire di “nero” questo secondo numero di Loft, dedicando, per una volta, uno spazio più ristretto ai progetti, di cui tanto si è già parlato negli scorsi numeri, e alle numerose attività del nostro Istituto. Speriamo dunque che possano essere di vostro gradimento gli articoli sulla moda e la musica gotica, sul film dell’orrore, sui fantasmi, sulla presunta fine del mondo, su diabolik e le sette sataniche. Anche il nostro esperto di cucina non si è risparmiato nel proporre alcune “squisite” ricette che suscitano delle vere e proprie emozioni “di pancia”. Non mancano comunque in questo numero gli articoli dedicati ad alcune iniziative importanti che si sono svolte in questi mesi a scuola e che hanno lasciato un segno negli studenti: si parlerà quindi di educazione alla legalità, di incontri di lettura animata, di assemblee studentesche impegnate nel trattare i temi di una corretta alimentazione e della disabilità. Vi auguriamo una buona lettura! La redazione
Giornalino scolastico dell’IS Carlo Anti
Villafranca di Verona
Via Magenta, 7/B - 37069 Sede centrale: 045 6303088 Sede staccata: 045 6301484
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S O M M A R I O Siamo ancora qui Diabolik Goth Il poltergeist di Enfield La storia del cinema “Orror”
La copertina è stata realizzata da Federico Vandin
Le sette sataniche Torture cinesi Le ricette del Cicca A scuola di legalità Io e te per sempre Incontri di lettura animata in biblioteca Hanno partecipato a questo numero
Assemblea d’Istituto
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Gli studenti:
Davide Cazzola Alessandra Lana Federico Vandin Mattia Tibaldi Dario Petrin Manuel Finamore Lucrezia Macrì Mario Ciccarino Valentina Gobbi Daniela Pasqualon Milena Bortignon
2Bla 3Alm 3Alm 3Bla 5Atg 2Bit 2Bla 5Bls 4Btg 5Atg 5Atg
La direzione del giornalino è di Alessandra Adami e Maria Buonocore; La grafica è stata curata dagli studenti della classe V Btg coordinati dal prof. Piero De Giorgi
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Valentina Gobbi IV BTG
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iamo ancora qui. Il tanto atteso 21/12/12 è ormai passato. Ma quante volte è stata preannunciata la fine del mondo? La prima volta in cui se ne è parlato è stato nel 999, esattamente il 31 dicembre, ossia “mille anni dopo la nascita di Cristo”. Un’altra predizione era stata fissata per l’1 febbraio 1524: secondo un gruppo di astrologi inglesi, la Terra sarebbe stata sommersa da un secondo diluvio universale. Il priore St. Bartholomew, a Londra, fece sigillare la propria chiesa dopo averla riempita di scorte sufficienti a sopravvivere al diluvio per alcuni mesi. Quel giorno, a Londra, non cadde una goccia. 4
Ma anche a uno dei più celebri profeti, come Nostradamus, capita di sbagliare: predicò la fine del mondo nel 1732, e fissò una data precisa per il 4 luglio 1999: secondo lui si avrebbe assistito alla seconda venuta di Cristo…oppure alla Terza Guerra Mondiale. Stando ai calcoli di alcuni studiosi delle misure geometriche delle piramidi, la fine del mondo sarebbe avvenuta nel 1881. La data dell’apocalisse fu in seguito ridefinita per il 1936 e poi per il 1953. Anche i testimoni di Geova ebbero la loro parte in tutto questo: l’1 ottobre 1914 C.T. Russell, il loro fondatore, predicò la fine del mondo con il completo rovesciamento di tutti i regni o governi umani, con la presa di potere totale e assoluta da parte di Dio mediante Cristo, con la restaurazione del popolo d’Israele in Palestina e con l’assunzione in cielo dei testimoni di Geova.
Successivamente stabilirono la fine del mondo per le seguenti date: 1918, 1925, 1941 e 1942. La fine del mondo sarebbe avvenuta anche il 5 maggio 2000, con l’allineamento planetario tra Marte, Saturno, Giove, Mercurio e Venere. L’allineamento ci fu ma non successe niente. E le date non sono finite qui: dopo il fallimento della predizione Maya, si annuncia la fine del mondo per il 13 aprile 2029 (a causa del passaggio dell’asteroide Apophis), e per il 13 aprile 2036, dato che le conseguenze nel 2029 saranno praticamente nulle…
Se il Sole ha bruciato fino adesso, brucerà per altrettanti miliardi di anni
Quindi non preoccupatevi se sentirete ancora, negli anni futuri, preannunciare la fine del mondo. Se il Sole ha bruciato fino adesso, brucerà per altrettanti miliardi di anni.
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DIABOLIK Chi non conosce il mitico fumetto di “Diabolik”?
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L PRIMO DI QUESTA LUNGHISSIMA SERIE FU PUBBLICATO NEL 1962 DA ANGELA E LUCIANA GIUSSANI, CON IL TITOLO “IL RE DEL TERRORE”. DA QUEL MOMENTO, INSIEME ALLA BELLISSIMA EVA KANT, PER CUI LASCIÒ LA SUA PRECEDENTE FIDANZATA ELISABETH GAY, LE AVVENTURE DI DIABOLIK HANNO APPASSIONATO MILIONI E MILIONI DI LETTORI.
Uno dei più famosi numeri uscì nel 1968, col titolo “Diabolik, chi sei?”. In questo numero si spiegano le origini di Diabolik. Questi fu trovato in fasce da una banda criminale comandata da un uomo che si faceva chiamare King. Mentre Diabolik cresceva, imparò tutte le tecniche criminali della banda e, una volta adulto, uccise King e rubò tutto il suo tesoro. Scappò nel Deccan, in Asia, e trovò rifugio presso un’altra organizzazio-
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Mario Ciccarino V BLS
ne criminale comandata da Ronin. Qui imparò altre tecniche, come le arti marziali, il lancio del coltello, ma soprattutto adottò come maschera il costume nero grazie al quale noi tutti lo conosciamo. Dopo alcuni anni, Ronin venne assassinato da un certo Walter Dorian, un criminale di Clerville,( la città di fantasia in cui si svolgono gli episodi di questo fumetto). Diabolik si vendicò e uccise Dorian, ma poco tempo dopo incontrò il suo nemico di sempre, l’ispettore Ginko. Da questo momento in poi egli inizierà la sua attività criminale imperniata per lo più su furti e rapimenti.
Diabolik è sempre stato conosciuto per i suoi incredibili modi di uccidere. Poche volte usa armi da fuoco e più che altro le carica con aghi avvelenati o narcotizzanti. Per sua stessa ammissione in uno dei tanti fumetti svela che preferisce usare le armi bianche, come il coltello oppure il veleno. Non si può parlare di Diabolik senza citare i suoi sotterfugi e le sue trappole che piazza nei suoi rifugi (botole, pareti mobili, scariche elettriche, lanciafiamme, esplosivi, gas soporiferi o mortali...) o delle sue maschere immancabili nelle sue avventure.
Ancora oggi, mensilmente, dopo ben 50 anni, le avventure di Diabolik vengono pubblicate e ottengono un ottimo successo non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti, Polonia, Argentina, Brasile, Colombia, Finlandia, Belgio, Messico, Germania, Francia…
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Federico Vandin III ALM Lucrezia Macrì II BLA
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GOTH
l movimento gotico (in Italia chiamato dark) racchiude un insieme di culture differenti che, però, vengono tutte denominate utilizzando il termine gotico.
Il goth ha influenze sulla musica, sull’arte e sulla moda. Il termine goth ha radici molto antiche. Questo termine risale al Medioevo e significa Goti, un popolo proveniente dall’attuale Germania dell’Est. Durante il Rinascimento, l’architettura alto-medievale venne chiamata architettura gotica. In questo periodo, però, il termine goth aveva un’accezione negativa. La prima connotazione positiva del termine risale al Settecento, quando, in Inghilterra, molte persone rimasero affascinate dalle rovine gotiche e gli appassionati di questa architettura vennero chiamati goth. Sempre nel XVIII secolo nacque il primo romanzo gotico, il quale fu il responsabile delle connotazioni moderne del termine gotico. Da quel momento in poi il termine viene associato all’orrore, al macabro, al soprannaturale e all’oscuro. Il gotico è costituito da vari movimenti, che vanno a creare anche i vari stili di abbigliamento:
PUNK GOTH Il punk goth deriva dal post-punk. Il dettaglio più risaltante e tipico è la pettinatura: il cranio viene tutto o parzialmente rasato, i capelli colorati o decolorati (spesso con colori insoliti) e la lacca è fortemente usata, date le forme verticali delle acconciature. Indumenti come gonne tagliate, calze a rete strappate, accessori come manet8
te, piercing e catene sono associati alla libertà sessuale ripresa dal tema punk, così come il gusto della provocazione, enfatizzato da un trucco pesante ed incisivo. Tutti questi aspetti sottolineano la volontà di distinguersi in una società giudicata troppo conformista. I gioielli sono argentati e non dorati; gli abiti sono strappati, lacerati ed arricchiti da dettagli come spille, ricami, pezze o toppe. Alcuni capi sono molto strutturati, come ad esempio i pantaloni con numerosi lacci, inserti metallici, cerniere. La maggior parte dei vestiti viene fabbricata in casa, spesso dalla persona che li indossa.
e stilista di professione, la quale ha sempre disegnato anche tutti i suoi abiti.
Le scarpe sono degli stivaletti o anfibi voluminosi e colorati, specialmente Dr. Martens. Con il successo dei The Cure, questo tipo di moda gotica comincia a diventare uno stile autonomo, anche grazie al Batcave, un locale considerato il punto d’incontro per eccellenza dei primi goth. Inizialmente viene considerato uno stile sobrio, dato che prevede un accentuato uso del colore nero, senza gli eccessi che sarebbero nati poco tempo dopo. Predominano le linee orizzontali ed ordinate che contrastano con le calze a rete strappate portate sia sulle gambe che sulle braccia.
Alla gonna si può abbinare un corsetto oppure uno stringivita, anch’esso munito di vistosi merletti, oppure delle camicie molto castigate ma allo stesso tempo scollate e addirittura a rete, così come le calze tipicamente abbinate.
ROMANTIC GOTH Il romantic goth è quello stile che si rifà al filone musicale ispirato alla letteratura gotica. Negli anni Novanta, soprattutto in Scandinavia e in Olanda, iniziarono ad emergere artisti e gruppi che traevano ispirazione dalle caratteristiche della letteratura gotica. La moda romantic goth è un modo di apparire che vorrebbe mettere in risalto la delicatezza e la profondità d’animo, la passione e l’inquietudine interiore che questo tipo di musica vuol fare percepire. In questo stile, l’abbigliamento prende ispirazione da riferimenti ed influenze storico-culturali soprattutto del periodo romantico del XIX secolo, in particolare della moda vittoriana, del Medioevo e del Rinascimento. Riferendoci alla moda romantic goth femminile, una delle prime musiciste che ha contribuito allo sviluppo di questo tipo di moda è sicuramente Sharon Den Adel, cantante degli olandesi Within Temptation
Lo stile romantic goth è molto elegante e barocco, introduce l’uso dei lacci e dei meccanismi complicati per la vestizione, come corsetti o vestiti multistrato. Il colore predominante è sicuramente il nero ma anche bordeaux , viola, grigio, bianco e blu sono in voga. Nel caso della moda vittoriana, le gonne sono ampie, stratificate, lunghe, a volte addirittura fino a terra e terminano spesso in una serie di merletti, pizzi o crinolina.
Le scarpe possono essere classici stivali goth, ma anche stivaletti con chiusura a laccio. I capelli sono solitamente molto lunghi, lisci e semplici, con la riga in mezzo e neri. Per quanto riguarda la moda romantic goth maschile, si possono individuare tre generi: elegant goth, gotich metal e vampire goth. La pima è anche definita “dandy”, è rappresentata da cappotti e mantelli, camicie con drappeggi. I www devono risultare magrissimi, con il viso pallido e gli occhi truccati con matita nera. La seconda è la più comune; qui i ragazzi indossano t-shirt o camicie nere, viola o bianche, pantaloni e cappotti lunghi e in pelle e New Rock ai piedi. Anche qui si usa il trucco nero per evidenziare gli occhi. Nell’ultima si prende spunto dalla letteratura gotica che vanta tra i suoi personaggi vampiri, fate e angeli. Spesso sono presenti anche influenze fiabesche Questo stile fa un uso parsimonioso del colore: oltre al nero, infatti, si trovano quasi soltanto dettagli viola, bianchi o rosso scarlatto in riferimento alla morte. In questo caso la moda è una fusione dei due precedenti generi con l’aggiunta di elementi come fondotinta bianco, ampi mantelli, lenti a contatto di colori non naturali, protesi dentarie.
GOTHIC LOLITA Il termine gothic lolita spesso abbreviato in “ GOTHLOL” è un tipo di abbigliamento nato in Giappone, intorno alla fine degli anni Novanta, in uso tra gli adolescenti giapponesi. Il chitarrista e stilista Mana ( frontman dei Malice Mizer e dei Moi Dix Mois) fu il primo a fondere la moda romantic goth femminile con la moda lolita (ispirata all’ età vittoriana e al Rococò) e quindi a utilizzare il termine gothic lolita e, nel 1999, fece del suo marchio MoiMeme-moitiè la prima marca “ufficiale” della moda gothic lolita. Questa moda divenne sempre più famosa nel resto del mondo dagli anni 2000, grazie alla pubblicazione di una rivista specializzata e all’abbigliamento usato da Mana nei concerti. Questa moda, nonostante il look vistoso e trasgressivo, non si oppone alla società e ai modelli culturali 9
tradizionali in modo netto come viene interpretata in Oriente. Nei vestiti è notevole l’uso del colore nero abbinato, a seconda dei capi , ai colori bianco, blu, rosso, viola che si trovano anche nei merletti, ricami e fiocchi. Le camicette, di linea vittoriana, hanno maniche a sbuffo e il collo alto. Le ragazze utilizzano molto gonne che arrivano all’altezza del ginocchio e possono essere portate sopra a una sottoveste per aggiungere volume. Vengono usati collant bianchi o neri e scarpe e stivali che ricordano quelli dei bambini. Alcuni degli elementi più caratteristici di questo stile sono i cappelli a forma di
mini cilindri e di mini corone e gli accessori ispirati all’epoca vittoriana come parasoli e a volte cuffie da neonato. Vengono utilizzate molto anche le fasce per i capelli con decorazioni come fiocchi, fiori e lacci, borse e borsette dalle strane forme ( pipistrello, bara, crocefisso), orologi da taschino, orsacchiotti di peluche, guanti, ventagli e gioielli d’argento. Tramite questi accessori così particolari si vuole enfatizzare la duplice natura “ adulta e bambina”. Per quanto riguarda i capelli, sono spesso tinti e acconciati in boccoli, ma è frequente l’utilizzo di parrucche.Il trucco, al contrario della pelle che è sempre pallida, è solitamente scuro, gli occhi
sono molto definiti con dell’eyeliner o molto sfumati con dell’ombretto, di norma nero o di colori scuri. Il rossetto è generalmente rosso scuro o vivo. Nonostante l’utilizzo dei colori scuri, è meno pesante dei classici trucchi gotici.
CYBERGOTH È una sottocultura che deriva dalle mode cyberpunk, goth e si ispira anche alla fantascienza. Ha come tema principale, oltre a quello goth, quello della modernità, del futurismo e della tecnologia. Mentre il termine cybergoth è stato coniato nel 1988 nel Regno Unito, prendendo spunto dal gioco di ruolo Dark Future, tale stile nella moda non è emerso fino a un decennio più tardi. È da ricordare nel 1999 la fusione tra gli stili di New York e quelli di Londra, quando inizialmente le extention per capelli e le calze a rete non ingranarono bene con la moda goth, ma intorno al 2002 gli elementi di abbigliamento sono stati sostituiti da accessori come occhiali e indumenti rinfrangenti. Lo stile presenta un netto contrasto tra il tema luminoso o neon-reattive, come il rosso, il blu, il verde neon, il cromo, l’arancione, il giallo e il rosa e quello di base, il classico abito nero gotico. L’abbigliamento popolare comprende pantaloni e giubbotti, neri e stretti, camicie tagliate e strappate, tessuti solidi o a rete da pesca e stivali a piattaforma enormi. Spesso, per trovare l’abbigliamento giusto, i ragazzi prendono spunto dai romanzi gotici del XIX secolo o dai film horror in bianco e nero della metà del XX secolo.Per completare il tutto, utilizzano molto i piercing , gli occhiali ( soprattutto stile aviatore, in genere portati in fronte o intorno al collo piuttosto che sugli occhi) e maschere antigas. Indossano numerosi accessori come i lightick sottoforma di collane o bracciali che al buio creano coreografie d’impatto. Per quanto riguarda i capelli, hanno spesso colori vivaci o vi applicano extention fatte di materiali diversi come tubi fluorescenti, cablaggi elettrici, capelli veri, sintetici, tubi di plastica o di
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gomma, strisce di schiuma e cinture; tutti oggetti che donano un tocco stravagante a chi li indossa. Per concludere è importante ricordare che molte delle aziende che vendono questi abiti sono specializzate nella produzione su ordinazione.
CABARET GOTH Il cabaret goth è un movimento che fonde il gotico con il burlesque. Il burlesque era uno spettacolo satirico che nacque nel XVIII secolo, composto da caricature, musica e ballerine, spesso poco vestite. Questa moda è caratterizzata da corpetti, reggicalze, pizzo, piume e tutto ciò che deriva dallo stravagante e sensuale cabaret.
STEAMPUNK GOTH Nato a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, lo steampunk è un movimento artistico e culturale che ha come precursori letterari Jules e H. G. Wells. Lo steampunk (“steam” significa vapore, fonte energetica tipica della Rivoluzione Industriale) gioca con anacronismi e tecnologie, immaginando “come sarebbe il passato se il futuro fosse accaduto prima”. La Londra vittoriana è l’ambientazione favorita dagli autori steampunk, che popolano la città di automobili a vapore e computer con tastiere in ottone e cuoio. Il genere ha trovato terreno fertile nella moda caratterizzata da corsetti con borchie in cuoio marrone, maschere antigas in pelle e accessori come ingranaggi e orologi da taschino.
IL GOTICO NELLA MUSICA
GOTHIC ROCK
Il termine gotico, in ambito musicale, fu utilizzato per la prima volta per descrivere la cantante dei Sex Gang Children.
Il gothic rock è un genere musicale che nasce negli anni Settanta in Inghilterra. I primi gruppi gothic rock erano tutti formati da artisti di origine punk. Alla fine degli anni Ottanta, però, il movimento originale gothic rock praticamente scomparve, in quanto i gruppi fondatori si erano sciolti.
In seguito molte riviste musicali iniziarono a utilizzare questo termine e nacquero i vari generi della musica gotica.
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GOTHIC METAL Il gothic metal è il genere musicale gotico più diffuso. Questo genere unisce l’aggressività dell’heavy metal con le sonorità malinconiche e cupe del gothic rock. Il gruppo fondatore del genere è quello dei Paradise Lost con l’album Gothic. In quest’album, a differenza dei precedenti, fu utilizzata la tastiera e, nella canzone di apertura, una voce femminile. Nel 1993, i Paradise Lost pubblicarono l’album Idol, al quale vennero aggiunti pianoforti, synths orchestrali e voci femminili. L’album che diede vita al Gothic Metal fu Draconian Times, nel quale il gruppo fuse l’heavy metal con il gothic rock. Un altro gruppo che contribuì alla formazione del genere fu quello dei The Gathering, il primo gruppo Gothic Metal con una cantante donna. Il Gothic Metal maggiormente diffuso è quello caratterizzato da cantanti donne, con un’estensione vocale alta, come prima voce, e da cantanti uomini, come
seconda. Questi gruppi sono chiamati Beauty and the Beast, in quanto contrappongono la voce angelica della donna a quella gutturale dell’uomo. Il gruppo fondatore del genere è quello dei norvegesi Theatre of Tragedy. Durante gli anni Novanta, nel nord Europa, nacquero molti gruppi di questo genere. Dal Gothic Metal si svilupparono numerosi sottogeneri, tra cui il Symphonic Metal, fondato dai Tristania e Within Temptation, il Symphonic Death Metal, fondato dagli Epica, il Gothic Metal Orchestrale dei Nightwish. In Italia la band di punta del Gothic Metal è quella dei Lacuna Coil. Le tematiche delle canzoni Gothic Metal sono epiche e melodrammatiche. Il romanzo gotico è sempre stato una fonte d’ispirazione per i testi di molte band Gothic Metal. 12
DARKWAVE Il Darkwave è un genere musicale che deriva dal New Wave, ma con marcati elementi e testi dark e angoscianti. Il genere ha avuto origine negli anni Ottanta, ma ha avuto maggiore diffusione negli anni Novanta, le cui band prendevano come riferimento quelle del decennio passato. Il Darkwave è musica elettronica dark i cui artisti di spicco sono i Lacuna Coil ed Emilie Autumn.
DARK CABARET Il Dark Cabaret è un genere musicale caratterizzato dall’influenza del Darkwave e del Gothic Rock, uniti ad un’estetica teatrale, con molti riferimenti al genere cinematografico noir. Gli elementi che caratterizzano questo genere sono il pianoforte e l’utilizzo di voci maschili o femminili estremamente basse. Il termine Dark Cabaret divenne popolare dal 2005, quando la casa discografica Projekt Records, specializzata in Gothic Rock, pubblicò l’album Projekt Presents: A Dark Cabaret. Tra le tracce dell’album erano presenti quelle dei The Dresden Dolls, uno dei maggiori gruppi di Dark Cabaret.
IL GOTICO NELL’ARTE Quando si parla di arte gotica, si pensa a quella del Medioevo caratterizzata da archi a sesto acuto, pinnacoli e rosoni. L’arte gotica moderna, o arte dark, è caratterizzata da colori scuri e freddi. I soggetti sono, solitamente, vampiri, angeli e demoni, per lo più di sesso femminili, collocati in ambienti macabri, spesso tra rovine di chiese gotiche o in cimiteri. L’arte gotica comprende: pittura (tradizionale e digitale), fotografia e fotomanipolazione. Da queste opere traspare un senso d’inquietudine e malinconia, causato dalle atmosfere tetre e dai temi tutt’altro che allegri. Spesso, nelle opere gotiche, vengono introdotti anche elementi fantasy, come draghi e fate. Per quanto riguarda la pittura tradizionale, l’artista di maggiore successo è sicuramente Victoria Francès, per la pittura digitale è Anne Stokes e per il fotoritocco Liliana Sanches.
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Dario Petrin V ATG
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ER COMINCIARE È GIUSTO SPIEGARE LA DEFINIZIONE DEL TERMINE POLTERGEIST: DERIVA DAL TEDESCO E SIGNIFICA SPIRITO RUMOROSO. ESSO SI MANIFESTEREBBE SOSTANZIALMENTE CON IL MOVIMENTO IMPROVVISO DI OGGETTI: QUADRI CHE CADONO, MOBILI CHE SI SPOSTANO, ELETTRODOMESTICI CHE SI ACCENDONO E SI SPENGONO. GLI EPISODI DI POLTERGEIST, SECONDO I SOSTENITORI DI TALE TEORIA, TENDONO INOLTRE AD ESSERE ACCOMPAGNATI DA ALTRE MANIFESTAZIONI SOPRANNATURALI: LEVITAZIONE DI PERSONE, COMPARSA DI POZZE D’ACQUA E DI SCRITTE SUI MURI FINO ALLA PRODUZIONE DI VOCI. LE MANIFESTAZIONI DUREREBBERO ALCUNE SETTIMANE O ALCUNI MESI AL MASSIMO. SI VERIFICHEREBBE QUASI SEMPRE IN PRESENZA DI UNA PARTICOLARE PERSONA, DETTA PERSONA FOCALE, CHE, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, SAREBBE IN ETÀ ADOLESCENZIALE.
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Era come se fosse posseduta da una presenza soprannaturale
La storia che andiamo a raccontare è una di quelle che trattengono il lettore con il fiato sospeso fino in fondo. Tutto ebbe inizio nel 1977, più precisamente il 30 Agosto, ad Enfield, una località a Nord di Londra. La signora Peggy Hodgson, divorziata, era sola in casa con i suoi quattro figli, Margherita di 12, Janet di 11, Johnny di 10, e Billy di 7 anni. Come tutte le sere, la signora Hodgson mise i suoi figli a letto, poi ridiscese le scale, ma sentì dei rumori provenire dalla camera della figlia Janet. Le urlò di farla finita, ma i rumori si facevano sempre più forti. Un tonfo e un grido spaventarono la donna la quale salì correndo le scale ed entrò nella stanza. Appena entrata, fu terrorizzata dalla scena che le si presentò dinnanzi: vide i cassetti del comò e gli sportelli dell’armadio che si aprivano e chiudevano da soli, il comodino che si spostava da solo per la stanza tappezzata da carta da parati. E poi vide la figlia Janet che era levitata dal letto e galleggiava sospesa nella stanza. Era come se fosse posseduta da una presenza soprannaturale. I fratelli erano nei loro letti spaventati, e Janet, sospesa in aria, parlava con una voce maschile, portando un messaggio d’oltretomba che descriveva in dettaglio la morte e il trapasso di un uomo. Janet ripeteva: “Sono morto. Appena prima di morire, sono diventato cieco, e poi ho avuto una forte emorragia e mi sono addormentato e sono morto sulla sedia in angolo al piano di sotto...” La voce misteriosa - che può ancora oggi essere sentita sui nastri audio - è presumibilmente quella di Bill Wilkins, un uomo, ormai deceduto, che abitava quella casa. Spaventata, la signora Hadgson scese le scale e andò dai vicini, Vic e Peggy Nottingham i quali, anche loro, avevano sentito dei forti rumori, non immaginando però cosa stesse succedendo. Questo episodio è stato battezzato il caso del Poltergeist di Enfield ed ha tenuto la Gran Bretagna
incantata per oltre trent’anni; poliziotti, psichiatri, esperti dell’occulto e giornalisti hanno studiato il caso. Tutti quelli che sono andati a vedere quella stanza hanno affermato di aver visto fenomeni di levitazione, mobili spostati, oggetti che volavano proprio verso chi fosse presente. Ad ogni modo la signora Hodgson non si dava pace. Successivamente contattò la stampa. Graham Morris, fotografo del Daily Mirror, che nel visitare la casa disse: “C’era un caos pazzesco, le cose hanno cominciato a volare in giro ovunque per la stanza”. Alcuni degli eventi sono stati catturati dalla macchina fotografica e le immagini sono davvero inquietanti. Una foto mostra Janet gettata contro i muri della stanza. Del caso si è occupato anche Channel 4 documentando alcune immagini e testimonianze di Janet. Queste le sue affermazioni: “ Mi sono sentita prendere da una forza strana. Ma a dire il vero non mi piace pen-
sarci troppo. Lui ... come dire, era quasi come se volesse far parte della nostra famiglia. Non voleva farmi del male. Era morto lì e voleva riposare lì a casa sua. L’unico modo per poter comunicare era attraverso di me e mia sorella. “ Ora Janet ha 45 anni, vive nell’ Essex con il marito, un lattaio in pensione. Ha detto: “ Non sono molto felice di sentire che da questa storia si farà un film e a dire il vero non sapevo nulla. E’ una storia che mi appartiene e non mi va che gli altri la deridano, è stato un caso straordinario.” Quello che vi ho raccontato è uno dei casi più noti di poltergeist di tutto il mondo. Le conclusioni spettano a voi, ma se fosse tutto vero?
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Alessandra Lana III ALM
LEGGETE QUEST’ARTICOLO A LUME DI CANDELA E NON FATE CASO ALLE FIGURE CHE ALEGGIANO VORTICANDO NEL BUIO.
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Adesso parleremo di quella cosa che intimorisce tutte le generazioni, e grazie a questa paura le unisce, ovvero i film dell’orrore.
Il film horror non si pone solo l’obiettivo di spaventare lo spettatore, ma soprattutto di suscitare in lui una condizione di angoscia e non perché ha paura di qualcosa di mostruoso; la paura è invece data da qualcosa di sconosciuto, di cui non si comprende l’entità e l’esistenza, la paura della novità.
Per questo motivo possiamo designare la nascita del film horror molto tempo fa, quando la trasmissione di una pellicola fece fuggire tutti gli spettatori dalla sala, allibiti e sgomenti: era il lontano 1896 e i Fratelli Lumiére avevano ripreso semplicemente una locomotiva che partiva e lasciava l’inquadratura.
I film dell’orrore, come li conosciamo noi, affondano le loro radici nei primi anni Trenta, e nei diversi decenni, influenzati da fatti storici, i molteplici generi della cinematografia horror hanno avuto il loro momento di popolarità.
Negli anni Trenta, coloro che aprirono la strada a questo genere furono i film statunitensi di linea gotica, nei quali venivano riproposti i personaggi della letteratura nera, come Dracula, Frankestein, Il dottor Jekyll e La mummia. Questa linea venne seguita anche durante gli anni Quaranta con uno stile caratterizzato da creature spaventose e ombre sui muri.
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La svolta avvenne negli anni Cinquanta con l’avvento di molti cambiamenti nella tecnologia; ad esempio furono introdotte le pellicole a colori e l’uso del 3D; questo portò l’orientamento, dalla linea gotica , a quella dell’horror fantascientifico. Infatti abbiamo l’inserimento di figure aliene che tentano di conquistare la terra, le quali declassarono creature come orchi e folletti, ritenuti ormai obsoleti. Da ricordare sono La cosa da un altro mondo e L’invasione degli Ultracorpi, che cercavano di portare lo spettatore in un’atmosfera da Guerra Fredda, concretizzando le paure collettive, senza filtri, sullo schermo. Lo sviluppo scientifico troppo rapido e radicale di questi anni portò poi alla nascita della figura dello scienziato pazzo, al quale sfugge di mano la propria scoperta, chiaro rifacimento di Frankestein; da ricordare L’esperimento del dottor K.
Dopo la metà del Novecento si ebbe l’introduzione dell’horror psicologico. Infatti negli anni Sessanta vennero accantonate la creature mostruose e lo stile si avvicinò al genere thriller, con scene piene di suspense, dove la psicosi umana portava a compiere efferati omicidi; da ricordare sono il famosissimo Psyco e Gli uccelli di Alfred Hitchcock. Importantissimi furono anche i film girati con budget ridotto e l’introduzione della figura del non-morto, lo zombie, che per la sua sete di sangue diffondeva l’epidemia; è impossibile non citare La notte dei morti viventi che influenzò la futura produzione e allontanò ulteriormente la cinematografia horror dalla sua nascita gotica.
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Con la nascita dei film a basso budget e l’interesse dei giovani verso l’occulto, negli anni Settanta si assistè al grande successo dei film con la figura del diavolo che s’impossessava del corpo di donne o bambini, tra cui si ricordano L’esorcista, tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, e Omen - il presagio. I fatti storici avvenuti negli anni Sessanta e Settanta influenzarono molto la cinematografia di questo periodo; infatti abbiamo la produzione di film divenuti pilastri storici come L’ultima casa a sinistra, Non aprite quella porta, Halloween, che introdusse la caratteristica di un gruppo di adolescenti uccisi da un killer psicopatico, e Alien, che unì la violenza degli anni Settanta alle figure mostruose degli anni precedenti e riavvicinò il cinema horror alla fantascienza. Figure molto importanti furono in seguito quella dello scrittore Stephen King, alcuni libri del quale divennero altrettanti film famosi come Misery non deve morire e IT, e di Dario Argento, famosissimo regista di produzioni come L‘uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e il citatissimo Profondo rosso.
Negli anni Ottanta, con l’abbattimento dei costi di produzione e la diffusione dei VHS, l’horror divenne alla portata di tutti, per questo calarono gli incassi ai botteghini ma aumentarono quelli dei video. Piccole case cinematografiche cercarono di occupare tutti gli ambiti del genere, risuscitando creature come gremlins e elfi, zombie e bambole assassine. In questo periodo la popolarità venne raggiunta dal genere splatter, con squartamenti e schizzi di sangue portati all’esasperazione; così si ebbero produzioni originali di grande successo come La bambola assassina, Shining, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, Lo squalo e La cosa.
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Il genere degli anni Ottanta continuò nella prima metà degli anni Novanta, ma in seguito, dopo il successo di Scream, si spostò verso l’auto-ironia, ovvero film che mescolano la comicità allo spavento. Oltre al genere comico, se ne sviluppò uno che non prevedeva lo spargimento di terrore di un individuo in una comunità piccola o grande, ma che la comunità stessa fosse malata e assassina come in Silent Hill e Hotel; oppure un personaggio negativo cercava di cambiare la società anch’essa malata come nel più volte ripreso Saw. In questo periodo è importante ricordare il film canadese Cube – il cubo dove venne affrontata una vasta gamma di paure e furono toccati diversi temi sociali, e Il sesto senso che fu un film di grande successo. Nell’estremo oriente abbiamo la produzione di un film di cui venne fatto un remake americano negli anni successivi, Ring, del regista Hideo Nakata, che lanciò una serie di film horror legati a temi psicologici, dove l’entità malefica era l’effetto della crudeltà umana.
Ai giorni nostri, negli anni Duemila, ci troviamo di fronte a remake di film asiatici come The Ring, The Eye, One Missed Call e The Grudge, sequel, prequel e omaggi a film classici come Van Helsing, The Exorcism of Emily Rose e L’alba dei morti viventi, e altri che portano alla riesumazione di vecchi mostri come in Freddy vs. Jason, dove vediamo la sfida fra Freddy Krueger di Nightmare e Jason Voorhees di Venerdì 13. Le produzioni originali dei nostri tempi sono legate allo stile simile al falso-documentario, che riscosse molto successo per il basso budget di produzione,tra cui la trilogia di Paranormal Activity, Rec, e IL quarto tipo. Le produzioni da citare non sarebbero finite, ma per analizzare ogni meandro e dare la giusta gloria ad ogni film, non basterebbe tutto il giornalino.
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Segue una breve sintesi con i lungometraggi imperdibili di questo genere che ci terrorizza e ci affascina allo stesso tempo. Decenni
Correnti di maggior successo
Film consigliati
1930-1940
Gotica, personaggi letteratura nera
La figlia di Dracula di Lambert Hillyer La Mummia di Karl Freund
1950
Fantascentifica,invasioni aliene e scienziati pazzi
L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, La cosa da un altro mondo di Christian Nyby
1960
Psicologia,assassini psicotici, zombie
Psyco di Alfred Hitchcock La notte dei morti viventi di Gorge A. Romero
1970
Occulta, inserimento del demonio, importanti Stephen King e Dario Argento
L’esorcista di William Friedkin Carrie-lo sguardo di Satana di Stephen King Profondo rosso di Dario Argento
1980
Splatter e creature, presenza di sangue all’esasperazione
La bambola assassina di Tom Holland La mosca di David Cronenberg
1990
Comica e società corrotta, successo dei film asiatici
Scream di Wes Crafen Cube-il cubo di Vincenzo Natali Ring di Hideo Nakata
2000
Falso-documentaristica, produzione con basso budget, remake, sequel, prequel e omaggi
REC di Paco Plaza e Jaume Balaguerò The Eye di Oxide Pang Chun e Danny Pang Van Helsing di Stephen Sommers
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Le Sette Sataniche Daniela Pasqualon e Milena Bortignon V ATG
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'ANTICAMERA DELL'INFERNO” È IL LUOGO DI TRANSIZIONE DOVE LE PERSONE, CON SCARSA CULTURA RELIGIOSA, INIZIANO AD ESERCITARE ALTRI TIPI DI CREDO. MOLTO DIFFUSI OGGI SONO SPIRITISMO, MAGIA, PSEUDO RELIGIONI E ASTROLOGIA.
Queste tendenze cambiano radicalmente le vite dei loro proseliti i quali sono di tutte le età e condizioni sociali, praticano stregoneria e frequentano le sette. I giovani sono la categoria più attratta da queste tendenze in quanto ancora poco preparati e poco coscienti delle proprie azioni, incuriositi da stimoli inusuali. Alcune fonti, facilmente accessibili, riportano le seguenti storie. Dal sito Massoneria e sette sataniche – Il Raggio di Luce – si può leggere:
“Claudio Tomaino, 29 anni, ha sottoscritto con Satana un contratto, firmandolo con il proprio sangue: ... mi impegno a donare la mia anima da morto e la mia da vivo nel servire il grande maestro e signore del male Satana, se lui si impegna a darmi in cambio felicità, denaro e lunga vita, aiutandomi a non fare carcere, ad eliminare zio Camillo e famiglia... in cambio per lui farò tutto quello che vorrà”.
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Sembra una pagina uscita dalla fantasia di un racconto dell’horror, purtroppo invece è cronaca di un fatto accaduto nel 2009 in Calabria: una famiglia intera, padre, madre e due figli, sterminata con una vera e propria esecuzione. Strettamente legato a questo pluriomicidio, gli inquirenti hanno trovato nell’abitazione del nipote il contratto di cui sopra.
Un'altra storia che può far riflettere è quella di Suor Laura Mainetti che è il secondo controverso caso italiano di delitto a sfondo satanico. Il 7 giugno 2000 viene rinvenuto il cadavere di una donna, martoriato di coltellate, nel parco delle Marmitte giganti, alla periferia di Chiavenna. La vittima è suor Maria Laura Mainetti, di 61 anni, madre superiora che si occupa di tossicomani, giovani sbandate e prostitute. Il 28 giugno vengono arrestate tre ragazze, tra i sedici e i diciassette anni. Dopo un lungo interrogatorio, le ragazze confessano il delitto spiegandone le dinamiche ai carabinieri di Novate Mezzola. Il loro intento era quello di uccidere un ecclesiastico. Per attirare la donna in una trappola, una di loro telefona alla religiosa dicendo di essere stata violentata e di essere rimasta incinta. Senten-
do che la ragazza vorrebbe abortire, la suora cerca di convincerla a tenere il bambino, assicurandole ospitalità nel convento e fissa un appuntamento per il 4 giugno. La ragazza non si presenta, ma richiama il 6 giugno, per un incontro la sera, al parco. Qui le tre ragazze aspettano suor Laura e, con il pretesto di dover prendere in un’auto gli abiti della ragazza incinta, convincono la donna a seguirle in un vicolo buio. Qui la feriscono alla testa con una grossa pietra, poi la colpiscono ripetutamente – per diciannove volte -con un coltello. Ma la cosa che fa più rabbrividire è la reazione delle ragazze di fronte ad un gesto considerato estremo dall'opinione pubblica. Alla polizia che le ha fermate, le giovani si presentano inflessibili, senza emozioni, e il loro movente appare
insignificante: una sorta di gioco per rompere la normale quotidianità. “E’ stato solo un gioco fra noi. Volevamo uccidere uno della chiesa, pensavamo all’arciprete, ma era troppo grosso, se reagiva sarebbero stati guai. Allora abbiamo pensato alla suora, che era anziana e ci sarebbe sicuramente cascata” . Con questi racconti scioccanti vorremmo mettere in guardia i giovani nel porre attenzione a chi voglia plagiarli e far riflettere sulle crudeltà e assurdità che vengono compiute senza alcuna motivazione plausibile ma con conseguenze drammatiche. Tutti dovremmo imparare a ragionare e a scegliere con consapevolezza e maturità, filtrando, anche avvalendoci dell'esperienza di adulti, gli input che da ogni parte ci provengono.
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Davide Cazzola II BLA
torture cinesi
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È tuttora possibile incontrare vecchiette “dai piedi piccoli”.
A FASCIATURA DEI PIEDI È UN'ANTICA USANZA CINESE CHE È PERDURATA PRATICAMENTE FINO AI GIORNI NOSTRI. Nel ventesimo secolo la pratica lentamente, per fortuna delle povere donnine, è stata abbandonata. Nonostante ciò è tuttora possibile incontrare vecchiette “dai piedi piccoli”. Molto probabilmente la pratica ha avuto origine tra le danzatrici presso la corte dei Song, ma molto presto questa usanza si diffuse tra le famiglie benestanti fino a diventare comune a tutte le classi sociali. I piccoli piedi fasciati erano un simbolo di fascino e grazia che donava alle malcapitate una andatura sinuosa. Peccato che, una volta fuori dalla calzatura e dalla 24
fasciatura, i piedini fossero totalmente deformi. In ogni modo i piedini erano tenuti in gran considerazione dal punto di vista del potenziale erotico. Un manuale erotico della Dinastia Qing elenca 48 diversi modi per “trastullarsi” con i piedini di loto.
La società antica cinese era basata su un modello patriarcale e gli uomini potevano avere anche quattro mogli concubine, ma queste dovevano rimanere fedeli all’unico marito anche in caso di lutto. Le donne adultere, in alcuni casi anche l’uomo “che le aveva indotte in tentazione”, venivano perseguitate socialmente e torturate anche pubblicamente.
Persino le donne oggetto di stupro erano considerate colpevoli e quindi venivano condannate ad una serie di punizioni infernali. In base alla dinastia regnante e alle regioni, varia la tipologia di torture imposte. Durante la Dinastia Ming le “colpevoli” di reato di stupro erano considerate un male sociale, meritevoli di dolore fisico e colpevoli di essersi macchiate lo spirito di un’infamia imbarazzante. Le persone colpevoli di stupro potevano anche essere condannate alla pena capitale. Nel periodo della Dinastia Qing rischiavano le torture anche le donne “civettuole” e frivole o che parlavano di scandali sessuali. Le tecniche utilizzate erano numerose: ad alcune donne venivano rimossi gli occhi dalle orbite oculari, altre malcapitate venivano
svestite, legate a dei pali e dopo essere state sculacciate, venivano portate in giro in mostra per le strade per subire l’umiliazione pubblica; alcune venivano contemporaneamente impiccate, decapitate, mutilate e sviscerate; alle donne che erano detenute in cella, veniva negato il cibo e impedito di dormire la notte; altre erano flagellate o decapitate con l’amante; certe coppie venivano bruciate, seppellite o date in
pasto alle tigri; quelle che erano rimaste incinte dell’amante venivano legate e successivamente venivano private del figlio attraverso il taglio della pancia. Certi uomini venivano tagliati in due, altri diventavano il bersaglio di innumerevoli frecce, alcuni venivano legati e gettati da una rupe, oppure trascinati dai carri nella polvere.
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Nel mondo esistono svariati modi di cucinare e alcuni di questi ci sembrano strani e improponibili in un ristorante del nostro Paese. Tra le ricette per noi piÚ strane, c’è quella delle cavallette fritte.
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A C IC C L E D E T T E IC R E L
CAVALLETTE FRITTE CON BURRO E AGLIO INGREDIENTI: • 200 grammi di burro • 6 spicchi d’aglio schiacciati • 1 tazza di cavallette (accuratamente pulite) PROCEDIMENTO: Fondere il burro in padella, dopo di che abbassare la fiamma. Soffriggere l’aglio per cinque minuti, poi aggiungere gli insetti e farli rosolare per 10-15 minuti, fino a che non diventano croccanti. Un’altra ricetta alquanto “golosa” ha come ingrediente principale le locuste, piatto tipico delle Filippine.
LOCUSTE CROCCANTI INGREDIENTI: • ½ tazza di burro fuso • ½ tazza di miele • 1 tazza di insetti secchi, tostati e tritati • popcorn PROCEDIMENTO: Mescolare il burro e il miele insieme in una casseruola e riscaldare delicatamente. Unire il popcorn con gli insetti, versarvi il burro e il miele, mescolando il tutto. Stendere il composto ottenuto su una teglia in uno strato sottile. Cuocere in forno a 350° per 10 o 15 minuti, fino a quando non diventano croccanti.
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A SCUOLA DI LEGALITÀ
Incontro con l’associazione antimafia “Gerbera Gialla”
Marchini Luana IV ATL
Quando ad essere ucciso è un esponente delle Istituzioni, lo Stato lo ricorda, ma se a cadere sono cittadini comuni, questi vengono troppo spesso dimenticati. Adriana Musella
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enerdì, 15 febbraio, alcune classi del nostro Istituto hanno partecipato in aula magna ad una conferenza sul tema della legalità tenuta da Adriana Musella, Presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia, e Salvatore Ulisse Di Palma, autore del libro “Vittima di mafia. Nome comune di persona”. Adriana Musella ha scelto di lottare contro la mafia in seguito alla morte del padre, Gennaro Musella, avvenuta il 3 maggio del 1982. Gennaro Musella era un ingegnere salernitano, era un uomo come tutti gli altri: amava il suo paese, il suo lavoro, la sua famiglia, ma quest’amore troppo ingenuo gli costò caro. Lo “sbaglio” dell’ingegner Musella fu quello di denunciare le irregolarità di una gara di appalto alla
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quale aveva partecipato anche lui; la gara fu annullata così come fu distrutta la vita di Gennaro Musella. La mattina del 3 maggio 1982 saltò in aria nella sua auto piena di esplosivo; il suo corpo fu ridotto a brandelli da una micidiale carica di tritolo che fece tremare tutta la città di Reggio Calabria. Dietro quel delitto c’erano la ‘ndrangheta calabrese e la mafia catanese di Nitto Santa Paola. Questo è il prezzo che dovette pagare quest’ uomo per la sua onestà e per aver osservato i suoi doveri di cittadino italiano. Adriana Musella, in seguito a questo avvenimento, ha trovato la forza di trasformare tutto il suo dolore in una vera e propria lotta contro la mafia, raccontando alla gente, ma soprattutto ai ragazzi, la sua esperienza per rende-
re utile quella morte, per ricordare suo padre, per costruire una coscienza diversa . Lo scopo della sua associazione infatti è proprio quello di mantenere vivo il ricordo di tutte le vittime della mafia, educando i giovani ai valori del rispetto, della giustizia, della legalità. Non a caso la signora Musella ha sottolineato che noi ragazzi abbiamo un compito importante, quello di portare una svolta, un cambiamento radicale nel modo di pensare, nella mentalità, in modo che noi, adulti del domani, riusciremo a creare una società nuova che non lascia spazio al ricatto e all’estorsione, alla logica del più forte e della violenza, ma che permette a tutti i cittadini di vivere nell’armonia e nel rispetto dei valori della democrazia e della giustizia
Nel mese di maggio, tutti gli anni, vengono ricordate le cosiddette “stragi di maggio”, ossia tutti quegli attentati in cui sono stati coinvolti e hanno perso la vita uomini e donne, ma anche bambini, vittime della mafia. sui quali si basa la nostra Costituzione. Durante l’incontro, la dott.ssa Musella ci ha spiegato come la mafia non sia da intendersi solo come un gruppo di persone spietate, bensì come una vasta parte della società chiamata “zona grigia”che ruota attorno alle principali organizzazioni criminali. La mafia può infatti essere intesa come una piramide: alla base ci sono i killer, coloro che eseguono manualmente gli attentati; nella fascia intermedia ci sono i pensatori ( coloro che hanno grandi interessi economici, le grandi industrie e le banche) e al vertice troviamo “i boss”, politici e molte altre persone che occupano posizioni di rilievo nell’amministrazione pubblica . Il simbolo della lotta alla mafia è la gerbera gialla, segno di speranza: il fiore ha uno stelo rigido e forte, come forte e robusto è l’impegno di chi combatte il crimine organizzato. Nel mese di maggio, tutti gli anni, vengono ricordate le cosiddette “stragi di maggio”, ossia tutti quegli attentati in cui sono stati coinvolti e hanno perso la vita uomini e donne, ma anche bambini, vittime della mafia. Per questo Adriana Musella promuove manifestazioni e incontri nelle piazze e nelle scuole di tutta Italia con un duplice scopo, da un lato man-
tenere vivo il ricordo del padre e con lui di tutte le vittime innocenti che molto spesso non vengono nominate e ricordate, dall’altro far maturare nei giovani una coscienza nuova, capace di operare scelte giuste e responsabili, di mettersi in gioco, perché ormai non è più possibile restare a guardare: è ora che i giovani diventino cittadini attivi, che si impegnino concretamente per creare un domani migliore. Ognuno pertanto, nel suo piccolo, può e deve fare qualcosa, iniziando da piccoli gesti quotidiani di rispetto delle regole fino ad arrivare ad un impegno più grande di lotta contro ogni forma di illegalità.
È stato un incontro molto interessante e in alcuni momenti anche quasi commovente: vedere la forza con cui questa donna lotta, l’amore e la passione che ci mette rinunciando a una vita privata, ha lasciato in tutti noi un segno incancellabile. Solo la memoria di ciò che è stato ci permette di comprendere il presente per cambiarlo, per reagire e preparare un futuro migliore.
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Lucrezia Macrì classe II BLA
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RA IL TRE SETTEMBRE DEL 2012, QUANDO IN UN POMERIGGIO PIOVOSO IL TELEFONO SQUILLÒ . LA SUONERIA PER QUALCHE ISTANTE RIMBOMBÒ ASSORDANTE PER TUTTA LA CUCINA, LUCREZIA, TRANQUILLA E SPENSIERATA, RISPOSE ALLA CHIAMATA.. Dall’altra parte udì la voce scossa e preoccupata di suo padre che le comunicava la notizia riguardante Sparcol, il loro puledro di un anno e mezzo. Armando, proprietario della piccola stalla dove si trovava Sparcol, aveva osservato che questo non stava bene e che si muoveva a stento. Angosciate, Lucrezia e sua madre Lena si affrettarono a raggiungere il puledro. Lo videro muovere qualche passo accanto ad un albero. Lucrezia gli corse incontro e guardandolo bene s’accorse di una strana bava che gli pendeva dalla bocca e della fatica che faceva a nutrirsi. Gli stette accanto fino all’ora di cena. Nel tempo che passò, aveva cercato in tutti i modi di farlo camminare o perlomeno di portarlo al riparo dalla pioggia. Il giorno dopo gli stette ancora accanto . In mattinata, fu raggiunta dal veterinario di fiducia, il quale vedendo il cavallo sofferente,dichiarò che aveva riscontrato in lui il virus del tetano. La situazione era molto grave e non poté fare altro che prescrivergli un siero da somministrargli con una puntura. Il veterinario non fece altro che ripetere che i casi come questo erano per il 99% incurabili e così dicendo cercava di preparare Lucrezia a fronteggiare 30
il dolore che presto avrebbe provato. Non era un uomo cattivo o pessimista, più che altro realista, preoccupato per come la giovane avrebbe reagito. Le ore passavano e i miglioramenti non si vedevano e l’unica cosa che per qualche istante, le dava la forza di sperare ancora era riuscire a vedere la mangiatoia con poco fieno e l’abbeveratoio quasi vuoto. Lucrezia continuava ad accarezzarlo e gli parlava come se fossero le ultime ore che poteva condividere con lui. Il collo del puledro si era irrigidito così tanto che bastava anche solo sfiorarlo per farlo cadere. Nella paura e nella tristezza trascorse così un’altra giornata e lo stesso successe il giorno seguente. Ma proprio quel pomeriggio, Sparcol, vedendo Lucrezia andarglii incontro, nitrì con tutta la forza che aveva in corpo, dandole un briciolo di serenità. Il papà di Lucrezia non si dava pace e continuava a rimuginare sul perchè Armando si fosse accorto della gravità della situazione così in ritardo. Era inconcepibile pensare che non si fosse minimamente accorto del malore del puledro. E se invece ne fosse stato al corrente? Che non li avesse avvisati, di proposito?
Lucrezia passò un’altra serata piangendo. Le lacrime si mescolavano all’acqua della doccia, che le scivolava sul corpo. Non voleva che i genitori si accorgessero del male profondo che le lacerava il cuore. Non voleva essere un peso o almeno cercava di non dare loro altre preoccupazioni . Continuava a piangere e a chiedersi il perché di tutto quel dolore, il perché di tutta quella tristezza che opprimeva lei e la sua famiglia e perché, per una stupida negligenza, avrebbe dovuto rimetterci il suo adorato puledro.
I pensieri scorrevano inesorabili in quella notte da dimenticare, tra i pianti che le si spezzavano in gola e il pensiero della morte che incalzava.
Lucrezia, asciugandosi le lacrime, passò la mano sulla fronte del cavallino e gli sussurrò dolcemente: “ io e te, per sempre!”
Iniziò a odiare il fatto che per quelle due settimane in cui il puledro si era ferito, lei non avesse avuto la possibilità d’esserci. Iniziò a colpevolizzarsi e così non faceva altro che soffrire e odiarsi ancora di più. Quella notte non chiuse occhio, restando sveglia, provava l’illusione di essere più vicina a lui. I pensieri scorrevano inesorabili in quella notte da dimenticare, tra i pianti che le si spezzavano in gola e il pensiero della morte che incalzava. La mattina seguente andò a trovarlo e fece lo stesso anche nel primo pomeriggio. Gli occhi di Armando sembravano implorare il perdono. Lucrezia percepì che oltre quel cancello, varcando quelle larghe lastre di ferro che non facevano vedere nulla, sarebbe andata incontro alla cruda realtà, ma non le importava, voleva vederlo, voleva dargli l’ultimo saluto. Con foga tolse il gancio e aprì il cancello: tra il fango e la terra bagnata dalla pioggia, vide il suo corpo. Era lì, accasciato su un fianco, con tutti i muscoli rigidi e le zampe bloccate. Si dimenava e cercava con grandi sforzi di potersi alzare, nonostante la sofferenza, non si dava per vinto, ma lei, lei sapeva che era tutto inutile. Gli si avvicinò di corsa e si prostrò a terra. Il terreno era fradicio, ma non le importava. Il suo viso era rigato da copiose lacrime, trattenute a fatica. Piangeva, in silenzio, non voleva far sentire a nessuno i suoi lamenti, mentre con la mano accarezzava quel muso
bagnato dalla pioggia. Sparcol tremava, alzava la testa e la sbatteva al suolo con violenza; ad ogni colpo, il dolore di Lucrezia cresceva a dismisura. Cercò di tranquillizzarlo e a un certo punto, non sopportando più di vederlo soffrire in quello stato, lanciò un urlo disperato e aggrappandosi a quelle poche parole che le graffiavano la gola, chiese che si chiamasse al più presto il veterinario. Lena, sua madre, affacciandosi dal cancello e vedendo il puledro a terra, fu colta da tremore e a stento riuscì a reggersi in piedi . Chiamò, con voce rotta dal pianto, il veterinario e fece accorrere anche suo marito. Gli occhi di Sparcol erano pieni di paura e di dolore. Lucrezia gli sussurrò nell’orecchio di stare calmo, che lei non lo avrebbe mai lasciato da solo e che sarebbe stata con lui fino alla morte, perché come i destrieri fiancheggiavano i loro cavalieri nelle battaglie, lei avrebbe fatto lo stesso con lui. Guardandolo negli occhi, capiva che Sparcol non avrebbe mai voluto recarle tanto dolore, era come rattristato che lei potesse vederlo in quelle condizioni e ciò le fece venire in mente le parole della canzone “Vorrei” di Cremonini. Quelle parole continuarono a rimbombarle nella testa, mozzandole il fiato. Si abbandonò sul suo corpo e in quell’istante entrò di corsa il veterinario che vedendo la situazione non disse nulla, perché in fondo non vi era nulla da dire!.
Preparò la puntura, quella che avrebbe posto fine alla sofferenza. Gli si avvicinò, Lucrezia non riusciva più a contenere le lacrime, l’ago scivolò letale, nel collo del piccolo. Qualche istante più tardi gli spasmi lasciarono il posto a dei movimenti bruschi. La coda prima in fibrillazione, si muoveva sempre meno e pian piano si appoggiò sul fango. Il cuore batteva gli ultimi colpi, dopo pochi minuti a terra rimase solo un corpo senza vita. Lucrezia, asciugandosi le lacrime, passò la mano sulla fronte del cavallino e gli sussurrò dolcemente : << io e te, per sempre!>> . Rimase lì, per terra, come abbandonata da tutto e da tutti, attonita e smarrita dinanzi al cadavere del suo adorato puledro. Alzandosi tutta tremante, si voltò e vide suo padre commosso. Gli andò incontro e, stretta nelle sue braccia, scoppiò in un pianto dirotto. Era disperata e le sue urla spezzarono il cuore a tutti. Si sentiva impotente, come se non ci fosse più una ragione per vivere, come se con lui se ne fosse andata una parte della sua vita. Ancora oggi, a distanza di mesi, Lucrezia rivive talvolta quei tragici momenti; quelle scene così struggenti si ripresentano nei suoi occhi ed ogni volta che sente le note di “ Vorrei”, il suo volto è solcato da una lacrima, ma è proprio allora che nell’animo sente il calore di un “amore” che lo riscalderà per sempre.
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INCONTRI DI LETTURA ANIMATA Carollo Sara e Martina Luise II BLA
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INALMENTE LA NOSTRA BIBLIOTECA D’ISTITUTO DIVENTA UNO SPAZIO FREQUENTATO E VISSUTO, CONDIVISO E APPREZZATO! E’ STATO PROPRIO QUESTO LO SCOPO DEL PROGETTO UN PIACERE DI LETTURA, PROMOSSO DALLE PROF.SSE ALESSANDRA ADAMI, STEFANIA ZAFFANI E CARLA VICENZONI, CHE SI OCCUPANO RISPETTIVAMENTE DI LIBRI E DI TEATRO.
Il progetto nasce infatti dall’incontro di due esperienze, la letteratura e il teatro, che hanno come denominatore comune la parola, la parola che si fa espressione, che diventa gesto, che si anima ed evoca emozioni. A volte, soprattutto noi ragazzi, al solo pensiero di prendere in mano un libro e di leggerlo ci sentiamo assaliti dalla noia, dalla pigrizia, e all’improvviso preferiamo addirittura assecondare i nostri genitori nell’esecuzione di qualche lavoro domestico o uscire con qualche amica/o che da tempo cercavamo di evitare, piuttosto che raccoglierci nel silenzio e nella concentrazione della lettura. Ecco che 32
però tutto cambia se c’è qualcuno che legge per noi ad alta voce, che modula la voce, che entra nel personaggio, che si immedesima nelle situazioni e le sa interpretare, al punto che tu non puoi più distrarti, non riesci più a staccare la mente dalla storia che in quel momento sembra materializzarsi davanti ai tuoi occhi e ti sembra veramente di vedere quei personaggi, quel paesaggio, di sentire quelle emozioni che ti allargano il cuore e la mente e non possono non toccarti nel profondo. Questo è il miracolo della lettura! Ti cattura, ti
trascina, ti innalza ma soprattutto ti permette di vedere e di comprendere qualcosa di te che prima non vedevi, che ti era oscuro o che semplicemente era nascosto sotto strati e strati di false certezze e di comportamenti stereotipati. Allora non puoi fare a meno di sentirti attratto da quel libro, di cui hai avuto solo un assaggio ma ti è bastato, sì perché, come nel caso dell’amore, basta poco per accendere una scintilla, una curiosità, una simpatia spontanea. Gli incontri di lettura animata quindi intendono proprio
lasciare negli studenti un segno, suscitare un pensiero, una riflessione, uno stato d’animo, accendere una curiosità verso i libri e le loro storie. Essi consistono nella lettura recitata di alcuni passi di libri scelti dai docenti che ruotano attorno ad un tema comune e ne sono stati programmati quattro. I primi due incontri sono già avvenuti e si è potuto riscontrare una buona partecipazione, nonché una maggiore richiesta di libri da leggere da parte delle classi coinvolte.
Alcuni momenti della presentazione dei libri durante gli incontri di lettura
ll titolo del primo incontro è stato “Diversamente uguali” e i nostri giovani “lettori” si sono cimentati nella lettura recitata di passi tratti dai seguenti libri:
“Cosa ti manca per essere felice” di Simona Atzori “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery “La via della fame” di Ben Okri “Più alto del mare” di Francesca Melandri ”Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon
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Il secondo incontro invece, tenutosi in occasione della giornata della memoria, il 27 gennaio, ha avuto per titolo “Vecchie e nuove inquisizioni” e ha interessato i seguenti libri:
“Se questo è un uomo” di Primo Levi “La chimera” di Sebastiano Vassalli “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini “Memorie di un soldato bambino” di Ishmael Beah “La rivolta degli zingari” di Alessandro Cecchi Paone e Flavio Pagano.
I prossimi due incontri, uno in occasione della festa della donna, l’8 marzo, e l’ultimo nel mese di maggio, avranno come tema la condizione femminile e l’amore. Siete tutti invitati a partecipare!
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Assemblea d’Istituto per le classi quarte e quinte: SI PARLA DI ALIMENTAZIONE Le classi quarte e quinte dell’Istituto Carlo Anti, il 19 febbraio 2013, hanno partecipato alla prima assemblea d’istituto dell’anno, organizzata dai nuovi rappresentanti scelti da tutti gli studenti. L’assemblea è stata aperta dal Preside della scuola, il Prof. Claudio Pardini il quale ha presentato l’argomento e posto l’accento sulla sua importanza, lasciando poi la parola agli ospiti. Il primo ad intervenire è il Procuratore Militare della Repubblica Enrico Buttitta, il quale ha ammesso che il tema dell’alimentazione non rappresenta il suo ambito lavorativo, comunque si è sentito di presentare, grazie ad un grafico, il decalogo della buona alimentazione, rimembrando molte delle cose che si sanno fin da piccoli ma a cui nessuno fa mai caso, e spiegando in modo dettagliato gli effetti che possono portare alcuni alimenti sul corpo, sia a breve che a lungo termine. Inoltre ha spiegato quanto, alcuni alimenti, o semplici condimenti, siano addirittura tossici per l’organismo, se assunti in maniera eccessiva, differenziando grassi saturi ( origine animale) da grassi insaturi (vegetale) e quanto i primi siano dannosi e portino a molte malattie del sangue, come ad esempio il colesterolo. Si è poi soffermato su un altro importante argomento, l’acqua, affermando che essa compone 1/3 del corpo umano e quanto sia
Assemblea studentesca sulla DISABILITÀ Nei giorni 18,19 e 20 febbraio, all’istituto Carlo Anti di Villafranca di Verona, si è svolta un’assemblea studentesca sulla disabilità. È stata presentata la “ zona media”, un gruppo che si impegna a sensibilizzare la cultura di volontariato giovanile, invitando i ragazzi delle scuola a capire cos’è realmente il volontariato e perché è così importante farlo. È stato proiettato poi un film : “Rosso come il cielo” che racconta la storia di un ragazzo comune, Mirco, che per la pura curiosità bambina, incurante della pericolosità che ha un’arma da fuoco, avvicinandosi al fucile del padre per giocare, rimane accidentalmente cieco. Esso è costretto a trasferirsi in un severo collegio genovese per bambini ciechi, dove questi ultimi non hanno alcuna libertà d’esprimersi come bambini ordinari e la possibilità di sviluppare la propria creatività e così di crescere. Avendo sviluppato il senso dell’udito, tenta di farlo valere e, registrando suoni comuni, inizia a creare una storia con l’aiuto dei
fondamentale che il corpo sia sempre ben idratato per una perfetta salute, invitando i ragazzi a bere molta acqua e pochi alcolici, e soprattutto evitare l’uso di droghe, le quali, oltre tutti gli effetti collaterali, deleteri per la salute, “rubano” molta acqua all’organismo. Salutato l’intervento del procuratore con un caloroso applauso degli studenti, è arrivato il turno di Vera e Chiara, le quali hanno fatto una splendida presentazione sulla creatività nell’alimentazione, argomento che ha coinvolto particolarmente i ragazzi delle quinte del grafico, prossimi alla maturità, mettendo in luce questa simpatica idea del “design” nel cibo, cioè dei modi simpatici di creare figure comuni e meno grazie al cibo. Al termine degli interventi di tutti gli ospiti è stato proiettato il film Fast Food Nation di Richard Linklater. Il film tratta del lato oscuro delle catene di fast food statunitensi, raccontandole attraverso l’immaginario fast food Micky’s. Nel film, il responsabile marketing è informato che la carne usata per i panini è risultata, ad un’analisi accurata, contaminata da un’elevata quantità di feci. Gli viene così ordinato di andare a indagare direttamente in fabbrica nella speranza che riesca a sapere qualcosa di più sulla faccenda. Si reca così a Gody, in Colorado, dove ha sede la ditta che si occupa della macellazione dei bovini. Durante la prima visita allo stabilimento tutto pare in ordine, ma Anderson non si lascia convincere e decide di andare a fondo intervistando diverse persone legate, in vario modo, al mattatoio. Anderson scopre così cosa si celi davvero dietro la preparazio-
ne del panino Big One, ma alla fine si arrende davanti alla possibilità di fare carriera, tacendo la verità. Nella sua vicenda principale s’intrecciano altre due storie. Quella di Amber, un’adolescente che lavora al Mickey’s di Cody per pagarsi gli studi e che in seguito si licenzia per darsi alla protesta anti-fast food, e quella degli immigrati clandestini messicani, che finiscono per lavorare nel macello in cambio di una paga, almeno per loro, allettante. L’assemblea d’istituto si è svolta con una grande collaborazione dei ragazzi ed una discreta organizzazione da parte dei rappresentanti d’ istituto. L’ argomento è stato interessante e degno di nota, ma forse per una volta, sarebbe stato meglio affrontarlo in un modo diverso, puntando sul condizionamento che il consumatore subisce in merito all’alimentazione, senza che esso ne sia consapevole, portandolo in una direzione sempre meno sana. Si poteva ragionare sul grande numero di conservanti e OGM presenti nel grande mercato alimentare. A parere di molti studenti invece l’assemblea, dato il momento che l’Italia sta vivendo e anche l’avvicinarsi delle elezioni, avrebbe dovuto affrontare il tema della crisi e le sue cause, del debito pubblico e delle banche, oppure diffondere in generale informazioni ,senza fare campagna elettorale, sui vari partiti candidati e la legge (il porcellum…) con la quale andremo a votare.
compagni. Questo film vuol farci capire come alcuni ragazzi, nonostante la loro disabilità, siano in realtà così dotati di creatività e di voglia di vivere. Da una parte troviamo i genitori che non riescono ad accettare la situazione dei figli ed il preside del collegio che, nonostante anche lui sia cieco come i suoi studenti, è rigido e contrario ad ogni forma di sviluppo, chiuso ai cambiamenti e non incentiva i ragazzi a sviluppare le loro stupende capacità; dall’altra parte un parroco che crede in loro e nelle loro potenzialità creative e li appoggia nel portare a termine la loro storia. Ciò dovrebbe farci pensare che ci sono realmente persone stupende che potrebbero insegnarci cosa vuol dire essere felici con semplicità, persone ricche di sentimento e di capacità. Questi ragazzi emanano una forza che li rende unici, una voglia di lottare per i propri diritti che li rende vivi. Spesso le loro capacità sono sottovalutate, non si comprendono realmente i loro bisogni, non vengono ascoltati, e quindi gli si impedisce di crescere e di svilupparsi. Non lasciando loro la possibilità di far emergere la propria unicità, non gli si lascia la
possibilità di distinguersi dagli altri , facendo così accrescere la sofferenza. Dobbiamo quindi imparare ad andare oltre ai pregiudizi di questa società così rigida e a valorizzare i nostri limiti. “Il limite che diventa ricchezza” è infatti il titolo del libro di Rosita Sartori, 30 anni, con delle disabilità dalla nascita, la quale ci ha presentato il progetto “Sono disabili o…?”. Il suo libro ci insegna ad essere felici, è infatti un inno alla vita che ci fa capire il motivo della nostra esistenza. Spesso non ci rendiamo conto di quello che abbiamo e di quanto quello che abbiamo possa essere imprevedibile e possa cambiare da un giorno all’altro, quindi, non dobbiamo dare nulla per scontato. La scrittrice con la sua vitalità ha il potere di sconfiggere ogni forma di pregiudizio affinché chiunque possa capire che le disabilità non sono un impedimento ma una possibilità di mettersi in gioco, per essere migliori e per dare un peso concreto a ciò che realmente è importante.
Dario Petrin V ATG
Davide Cazzola e Lucrezia Macrì II BLA
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Questo numero di Loft è stato realizzato con il contributo di:
“Bando alle Ciance 2012” è un’iniziativa di sostegno per lo sviluppo di progetti ed idee promossi dai giovani e per i giovani, finanziato dagli Assessorati alle Politiche Giovanili dei Comuni aderenti al circuito Cartagiovani Intercomunale (Bardolino, Castelnuovo d/g, Peschiera, Sommacampagna, Villafranca di Verona, Sona, Pastrengo, Povegliano, Lazise, Bussolengo, Pescantina, Isola della Scala, Valeggio s/Mincio, Vigasio, Garda).