Anno III #02 marzo 2012
Giornalino scolastico dell’IS Carlo Anti
Villafranca di Verona
Il secondo numero di Loft è dedicato ai giovani con le loro speranze e i loro dubbi, le aspettative e le paure nei confronti di un futuro incerto, vista la recente crisi economica che sta investendo il nostro Paese. Proprio per questo però non abbiamo voluto solamente sottolineare una certa sfiducia dei giovani nella possibilità di concretizzare sogni e progetti di vita, in una realtà che offre loro sempre meno spazi e opportunità per affermarsi e realizzarsi nella vita privata e lavorativa, ma abbiamo voluto portare anche esempi di giovani impegnati, che credono nei loro ideali, che coltivano una passione, che fin dalla scuola aderiscono a progetti e iniziative che permettono loro di entrare in contatto col mondo del lavoro o di esprimere abilità e capacità, interessi e curiosità che un giorno non lontano costituiranno un prezioso bagaglio culturale di esperienze e conoscenze da spendere nel mondo del lavoro. E comunque l’importante è crederci! Sì, proprio così, i giovani hanno bisogno di sperare, di ipotizzare il loro futuro, di sperimentare, di osare, di inseguire ciascuno il proprio sogno perché solo così saranno un domani degli adulti sereni e realizzati e nel loro lavoro sapranno dare il massimo! Le difficoltà? La crisi? Sì, ci sono, ma quando mai si è raggiunto un traguardo tanto atteso senza faticare? I giovani questo lo sanno e molti di loro, più di quanto immaginiamo, hanno le idee ben chiare e si stanno attivando per spianare la strada al loro futuro. In merito a questo abbiamo voluto lanciare un concorso dal titolo “Anti’s got talent”, a caccia di nuovi talenti, alla scoperta di ragazzi che coltivano una passione, che si cimentano in qualche curiosa attività, che si mettono in gioco o esprimono qualche loro talento. Sul prossimo numero la pubblicazione dei nostri “talenti nascosti”. Buona lettura
La redazione
Hanno partecipato a questo numero
Gli studenti: Tamizi Xhessika 2BLA Da Campo Giulia 5BTT Massalongo Francesca 5BTT Leva Giorgia 5ATT Cappellozza Maria Chiara 5ATT Ciccarino Mario 4BLS Castiglioni Alessia 5BTG Fasolin Sara 5BTG Noto Vanessa 5CTG Porcu Marika 5CTG Bertasi Cristiano 5CTG Finamore Manuel 1BIT Rossi Erica 2CBC
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M M A R I O Il futuro che oscilla L’Anti-Culturale Prendiamo confidenza... con la scienza REVOLVER Ammazza il tempo! Sicurezza senza limiti Studenti a scuola di Ecosessualità Gimme Voice sul set Incontri musicali La musica oggi X-Mas day Un giorno nell’Arte Recensioni
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La direzione del giornalino è di Alessandra Adami e Maria Buonocore; hanno collaborato gli insegnanti: Ismaele Chignola e Grazia Felici. La grafica è stata curata dagli studenti della classe 5ATG coordinati dal prof. De Giorgi.
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IL FUTURO che OSCILLA
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’ignoto ha, da sempre, spaventato l’uomo, incapace di vivere nell’incertezza. Non è necessaria un’attenta analisi, basta guardarsi attorno, volgere lo sguardo al mondo dei giovani, in un’Italia sempre più politicamente, economicamente e moralmente instabile. Il timore è evidente. La sola parola “futuro” crea sensazioni contrastanti. Si è sempre insegnato a lottare per i propri sogni, a credere nelle proprie capacità, tuttavia, quando si vive alla giornata e il solo domani è difficile da delineare, speranze e illusioni tramutano in delusioni. Ragazzi allo sbaraglio rendono la propria vita una grande roulette. Dopo aver puntato, con anni di studio e sacrifici, non rimane che attendere, nella speranza che escano i propri numeri e che il mondo, finalmente, ci si apra davanti. Ma cosa accade, invece, se la pallina non si ferma dove dovrebbe? di Giorgia Leva
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In un’intervista de La Stampa del 4 dicembre, 2011, Calabresi intervista sei ragazzi genovesi, volontari nell’impresa di rimettere la città in sesto dopo le alluvioni che l’hanno devastata. Dai 15 ai 23 anni, ugualmente intimoriti da un domani astratto. “[…] Certo, se penso alla parola futuro mi viene in mente solo una cosa: incertezza. Avremo mai un lavoro stabile e una pensione? L’unica certezza è vivere alla giornata, fare progetti con un tem-
po breve”, afferma Luca, il più grande tra i ragazzi. Ma sono soprattutto le parole di Marta, la più piccola, a colpire “[…] non ci sarà più la possibilità di fare cose grandi, di arrivare dove uno sogna, di salire in alto”. Parole che dette da un’adolescente appaiono sbagliate. Non è forse quella l’età per sognare? Viviamo in un paese che abbatte i sogni, polverizza le speranze. Oggi come oggi si è privi della possibilità di progettare, ideare, si è faccia a faccia con la
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La sola parola “futuro” crea sensazioni contrastanti. Si è sempre insegnato a lottare per i propri sogni, a credere nelle proprie capacità, tuttavia, quando si vive alla giornata e il solo domani è difficile da delineare, speranze e illusioni tramutano in delusioni.
consapevolezza che la probabilità di non veder mai realizzato ciò che ci si prospetta è tanto vicina da sentirne il fiato sul collo. Nel rapporto Censis, pubblicato lo stesso giorno dell’intervista, si sottolinea “un fenomeno sempre più ampio di disaffezione allo studio, determinato dalla carenza di prospettiva di lavoro e da incerte traiettorie di vita futura”. È evidente come i giovani stiano perdendo fiducia nello studio da quando ha smesso di garantire un lavoro e uno stipendio adeguato. Scioccanti i dati Istat pubblicati dal sito nuovitaliani.it riguardo la disoccupazione giovanile. “Nel dicembre 2010 il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) in Italia è salito al 29% […] Si tratta del livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensili, ovvero dal gennaio 2004”. Quale futuro per i nostri figli? Quando finiranno le preoccupazioni? “[…] più della metà dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni sogna un futuro lontano dall’Italia. La disillusione dei giovani comincia a farsi sentire nel momento in cui iniziano a fare i conti con un mercato del lavoro stagnante e precario” continua l’articolo allegato ai grafici Istat, e ancora “Il lavoro, quale strumento principale per la costruzione di un “progetto di vita”, basato su un principio di uguaglianza, deve tornare ad essere al centro della democrazia”. Eccoci davanti al triste scenario di un paese che allontana da sé coloro che dovrebbe tenere più stretti, le basi per una ripresa, per un domani più rassicurante.
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ni lavoratori, una stretta di mano che miri a spannare i vetri di quella grande finestra che dà sul futuro. I ragazzi di Genova sono solo infinitesimali esempi di quanta forza e volontà arricchiscono ancora l’animo dei più giovani. Alla società, ora, non resta che trovare la chiave giusta e spalancare la porta di quello che è un futuro indefinito ma che, con tutte le speranze, sarà presto un presente concreto.
Forse quello di cui la nuova generazione ha bisogno è una spinta in più. Stanno incamminandosi sulla via sbagliata. Alla strada del sacrificio, del dare il massimo e lottare per diritti e sicurezze, in un futuro non così remoto come crediamo, si preferirà quella più arida del “non agire”, dello spogliarsi d’iniziative; e a guidarli sarà la convinzione che niente mai cambierà. Si presenta la necessità di motivare tutti coloro che rappresentano un paese nuovo, un paese rinato. Del resto il motivo è presto spiegato in un’Italia così ostinatamente gerontocrate: il Censis rivela che il nostro Paese presenta un tasso di anzianità aziendale superiore alla media europea. All’Italia, oggi come oggi, serve collaborazione. Un esplicito accordo tra giovanissimi e odier5
L’ANTICulturale di Giulia Da Campo e Francesca Massalongo
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i sono tantissimi ragazzi e ragazze al “Carlo Anti” di culture diverse che costituiscono una risorsa e dovrebbero essere ascoltati. Hanno una vita da raccontare, un patrimonio da condividere… fatto di parole, musiche, costumi ed esperienze. Queste esperienze possono talvolta essere negative e proprio per questo segnano nel profondo e ti fanno sentire diverso e allora hai voglia di raccontarle e parleresti per ore e ore di ciò che hai visto quando stavi ancora là… nel tuo Paese. Con questa pagina vogliamo fungere da megafono per tutti i ragazzi e le ragazze straniere che hanno tanto da dire ma che purtroppo molto spesso non vengono ascoltati.
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ella nostra scuola i ragazzi non aventi cittadinanza italiana sono 170 su un totale di 1103 studenti, attenzione! 170 non è il numero dunque di tutti gli alunni che provengono da altri Paesi ma di quelli che, secondo la legge italiana, non sono nostri concittadini; la percentuale dunque è del 15%.È interessante notare come ne siano presenti 55 nell’indirizzo ITI contro i 115 dell’indirizzo professionale. È da rilevare però una nota negativa; dei venti ragazzi intervistati al fine della realizzazione
dell’articolo solo pochi ci hanno dato il loro contributo: sarà forse il timore dei pregiudizi e delle critiche??Cosa spinge un ragazzo o una ragazza a nascondere la propria identità culturale? Vogliamo insistere su questo punto cardine, invitando tutti coloro che volessero condividere con noi un’esperienza, una particolarità che rende unico il loro luogo d’origine a contattarci, permettendoci così di rimanerne affascinati. Gli spunti sono veramente molteplici; nella nostra ricerca abbiamo infatti incontrato,
per citarne alcuni, ragazzi indiani, ghanesi, serbi, rumeni, egiziani, moldavi, colombiani, cubani, thailandesi, albanesi, polacchi e magrebini. Queste righe sono dedicate a tutti coloro che, aprendo l’atlante, magari nel bel mezzo dell’Oceano Indiano, iniziano a sognare… Ecco qui di seguito i contributi di alcune ragazze che hanno voluto condividere la loro nazionalità con noi.
Evelina 5BTT POLONIA
È
molto suggestiva la salita al Monte Giewont con circa 1000 m di dislivello partendo da Zakopane. Il Giewont è il monte simbolo di Zakopane e, guardandolo di profilo, assomiglia, come dice la leggenda, a un guerriero che dorme
pronto a svegliarsi e a proteggere la Polonia in caso di aggressione; ogni sentiero porta sempre ad un rifugio dove si possono gustare i prodotti tipici.
Keida 5ALS ALBANIA
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ella società albanese la cultura è prevalentemente di tipo patriarcale: ispirandosi alle leggi del “Kanun” (diritto consuetudinario vigente molto nel nord), gli uomini si arrogano il diritto di dominare e spesso maltrattare le donne del proprio nucleo familiare. Uno degli eroi nazionali più celebri è Gjergj Kastriot Skenderbeu (1405-1468). Si racconta che all’età di sette anni fu preso in ostaggio dai turchi quando questi invasero l’Albania. Portato alla corte del sultano, venne addestrato per diventare un abile combattente. Ma successivamente scoprì le sue origini e ritornò in Albania per liberare dapprima Kruja, sua città natale, e dopo il resto del
Paese, portando avanti contro i turchi 25 anni di guerra, fino alla sua morte. La mafia albanese è una tra le più temute al mondo. Se ne sa poco a causa delle difficoltà che si incontrano nel penetrarvi, ma si è certi che la maggior parte dei traffici illeciti provenienti dall’est passa per l’Albania. Sulla bandiera albanese è raffigurata un’aquila a due teste. Questa è simbolo delle secolari lotte atte a preservare l’integrità culturale e la libertà dell’Albania dai continui attacchi dei paesi confinanti. Il nome stesso “Shqiperia” (“Albania”, in albanese) si tradurrebbe letteralmente con “paese delle aquile”.
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Paola 5BTT COLOMBIA PAOLA 5BTT COLOMBIA
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i sono molte curiosità in Colombia, ad esempio le festività invece che festeggiarle nel giorno indicato dal calendario vengono spostate al lunedì dopo, in modo da fare il ponte. I negozi in Colombia sono sempre aperti 7 giorni su 7 con orario continuato. Le strade, per la maggior parte, sono
difficili da percorrere in quanto solo una piccola parte di esse è asfaltata. Uno dei simboli della Colombia è lo smeraldo, è quasi prezioso quanto il diamante. La Colombia è famosa per la produzione del caffè; questa coltura viene praticata nelle fincas, delle aziende agricole abitabili.
Claire 5BTT GHANA
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n Ghana è tradizione usare la mano destra per dare o ricevere qualcosa poiché la mano sinistra è considerata la mano del diavolo.
Maria 4ATT INDIA Jana Gana Mana: l’inno nazionale dell’India Sei il dominatore delle menti di tutti, Colui che regge il destino dell’India. Il tuo nome risveglia i cuori di Punjab, Sind, Gujarat e Maratha, Dei Dravida e Orissa e Bengali; Echeggia nella colline di Vindhya e Himalaya, Si unisce alla musica dello Yamuna e del Ganga ed è cantato dalle Onde del Mare Indiano. Essi implorano le tue benedizioni e cantano le tue lodi. La salvezza di tutti aspetta nella Tua mano, Tu che reggi il destino dell’India, Vittoria, vittoria, vittoria a Te.
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Lena 5BTT THAILANDIA LENA 5BTT THAILANDIA
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n THAILANDIA il monaco maschio non può essere in nessuno modo toccato dalle donne così come la monaca femmina non può essere toccata dall’ uomo; però gli uomini possono toccare gli uomini e le donne possono toccare le donne. L’ elefante viene molto usato come attrattiva turistica anche nelle grandi città; vengono vendute banane ai visitato-
ri per nutrire l’animale. I thailandesi non visitano mai i templi la sera poiché considerati infestati da fantasmi e spiriti. Il saluto avviene a mani congiunte e con un piccolo inchino, per le donne è SAWADIKA, mentre gli uomini dicono SAWADIKAP. GLI SPORT NAZIONALI THAILANDESI SONO IL WAI THAI E LA BOX.
Valentina 5BTT ETIOPIA
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l Rastafarianesimo è una filosofia di vita intesa come movimento spirituale e culturale nata nel 1930, su ispirazione della fede ortodossa etiope di origine ebraico-cristiana. Il nome deriva da RAS TAFARI, imperatore che salì al trono d’ Etiopia nel 1930 con il nome di HAILE SELLA SIE I; egli veniva considerato Cristo in terra. È dai RASTAFARIANI che deriva il termi-
ne ‘’RASTA’’. Secondo questa religione i fedeli non dovevano tagliarsi i capelli, lasciarli al naturale e non pettinarli (dreadlocks). Inoltre dovevano uscire da Babilonia considerata il mondo occidentale creato dal male, per andare a vivere nella terra promessa di Zion, l’ Etiopia, che è simbolo del paradiso terrestre.
Il Viaggio A noi, essendo studentesse dell’indirizzo turistico, l’argomento sta particolarmente a cuore ed è per questo che abbiamo deciso di condividere con voi lettori una poesia, donataci da chi, di diverse culture se ne intende, la Prof.ssa Nicolis, che, per chi non lo sapesse, insegna Geografia nella nostra scuola.
Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate. Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare. Camminando si apprende la vita camminando si conoscono le cose camminando si sanano le ferite del giorno prima. Cammina guardando una stella ascoltando una voce seguendo le orme di altri passi. Cammina cercando la vita curando le ferite lasciate dai dolori. Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso. (Rubén Blades) 9
di Giulia Da Campo
PRENDIAMO CONFIDENZA ...CON LA
Scienza La scienza è cultura, per l’avvocato, per il falegname, per l’imprenditore, per tutti.
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l 24 febbraio presso l’Auditorium di Villafranca si è svolto il convegno ‘’La scienza per tutti’’ a cui hanno partecipato gli studenti dell’ IS “Carlo Anti” dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Il convegno ha ufficialmente aperto “La settimana della scienza e della tecnica”, una mostra interattiva di scienze applicate che ha occupato i laboratori e la biblioteca del nostro Istituto, mentre un planetario 3D è stato allestito nello spazioso atrio d’ingresso. Il convegno è stato aperto dall’assessore alla cultura Maria Cordioli, poi la parola è passata a Claudia Bidoli, direttrice dell’associazione imprenditori del comprensorio villafranchese (AIV), che ha ringraziato i giovani imprenditori i quali, grazie al loro apporto economico, hanno reso possibile la realizzazione di questo importante evento culturale rivolto a tutti gli studenti delle scuole di Villafranca. Dopo gli interventi di G. Girelli, presidente di AIV Giovani e del Dirigente Scolastico del Liceo Medi, Prof. M. Bonini, gli studenti presenti in sala sono stati particolarmente attenti alle parole di Lucio Biondaro, responsabile del Gruppo Pleiadi. Biondaro si è presentato come un giovanotto dall’aria intraprendente che con la sua parlantina ha coinvolto subi10
to gli ascoltatori. Egli è un giovane laureato in fisica e, grazie alla sua passione per le materie scientifiche, ha fondato il gruppo PLEIADI, il quale ha lo scopo di divulgare la scienza in tutte le sue forme. Biondaro ne è il presidente, ed in breve tempo è riuscito a creare attorno a sé un folto gruppo di laureandi e laureati provenienti dai vari settori scientifici in grado di cooperare per la realizzazione di numerosi progetti. Il Gruppo PLEIADI punta soprattutto sul metodo didattico-interattivo; gli studenti infatti devono percepire la scienza come un’esperienza alla loro portata e non come una disciplina difficile e distante dalla loro realtà; per questo anche le parole devono essere semplici. Biondaro ha citato, a tal proposito, il fondatore dell’Exploratorium di San Francisco, Frank Oppenheimer, che era solito affermare: “Spiegare la scienza e la tecnologia senza il sostegno di fatti concreti può assomigliare al tentativo di raccontare a qualcuno cosa sia il nuotare senza mai metterlo nell’acqua”. La gente ha bisogno di conoscenza, di
sapere come avvengono alcuni fenomeni della natura e di capire le leggi che la governano attraverso l’uso di un linguaggio semplice e l’ausilio dell’esperimento. Ecco allora che una mostra interattiva delle scienze applicate risulta vincente ed incuriosisce i giovani. La mostra in questione è frutto del lavoro, durato circa due anni, del gruppo PLEIADI ed è stata particolarmente apprezzata dai docenti delle scuole primarie e secondarie ma anche da enti pubblici e privati e dalle aziende. La nostra scuola è sede della mostra fino all’11 marzo e possiamo dire che ne siamo fieri in quanto, con il Liceo Scientifico delle Scienze Applicate in casa, dimostriamo un’attenzione particolare alle materie scientifiche e gli studenti possono testare, attraverso l’applicazione pratica, ciò che stanno studiando. La mostra, grazie al grande successo di pubblico e alla sua particolarità, ha trovato spazio sia in articoli di giornale che in un servizio sul TGVeneto. Ricordiamo anche che la medesima mostra sarà
In queste foto: alcuni momenti del convegno; l’allestimento del planetario nell’atrio del nostro istituto; in alto a destra il nostro preside Prof. Pardini, con il Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico “E. Medi” Prof. Bonini
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presentata al prossimo Ecsite Conference, la conferenza annuale dei musei scientifici e degli science center. Sarà presentata come mostra allestibile in posti non usuali, come scuole, cantine, gallerie e centri commerciali. L’obiettivo della mostra è infatti portare la scienza nei piccoli centri e renderla accessibile a tutti, grandi e piccini. L’intervento di Biondaro è stato sicuramente il più significativo del convegno e si è concluso con un fragoroso applauso; la parola è poi passata all’ispettore Stefano Quaglia, insegnante universitario di greco e dirigente USVR, il quale ha parlato dei rapporti tra discipline umanistiche e discipline scientifiche. Gli abbiamo posto alcune domande: Tanti ragazzi di quinta si trovano a dover fare la fatidica scelta universitaria, lei che è professore che consiglio può dare? Il primo messaggio che vi lancio è questo: non sentitevi estranei alle discipline che studiate a scuola, è da quelle discipline e dal modo in cui vi rapportate ad esse che voi potete capire voi stessi. L’educazione fisica si fa con il corpo, l’atletica si fa con il corpo, la scienza si fa con la testa e allora bisogna vedere che grado di atletismo si ha con le diverse discipline; c’è chi salta in alto, chi corre veloce, chi lancia il giavellotto, chi lancia il disco… bisogna capire in quale disciplina siamo portati.
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Molti ragazzi si sentono in un limbo tra materie scientifiche e umanistiche. Ma sono davvero così distanti tra loro? La distinzione tra sapere scientifico e sapere umanistico è arcaica e nella civiltà contemporanea non ha motivo di esistere; è sbagliata la continua divisione che ci propongono tra discipline scientifiche e umanistiche, è errata la stessa terminologia: esistono discipline scientifiche in cui è fondamentale la matematica perché sono fondamentali le 4 operazioni e discipline di tipo linguistico-letterario per le quali non sono valide le 4 operazioni ma che non sono meno scientifiche! Che cos’è la scienza per lei? La scienza non è accumulo del sapere, ma selezione consapevole di contenuti dai quali si ricavano le idee chiave per risolvere i vari problemi che ci si presentano davanti; le scienze sono balconi dai quali si vedono panorami diversi e ognuno si affaccia e vede un punto di vista diverso. Prendiamo in esame un animale: la farfalla. Farfalla deriva dal greco, significa “anima” poiché la farfalla dà l’idea di qualcosa di leggerissimo, proprio come l’anima, ed è stata utilizzata anche in una scultura di Canova per simboleggiare l’anima. Questo è uno studio poetico, artistico e psicologico dell’animale farfalla, però
essa può essere esaminata dal punto di vista anatomico e della composizione biologica: un lepidottero con i suoi colori cangianti… ma allora cosa cambia!? il fatto è che distinguere i punti di vista non implica la separazione, stiamo solo guardando da un altro balcone.
Cosa vi è alla base della scienza? Il fondamento della capacità scientifica è la capacità di comunicazione e verbalizzazione delle proprie esperienze. Un grande scienziato è un grande comunicatore; Einstein era anche filosofo, non a caso sono molto famosi i suoi aforismi. A conclusione di questo pensiero voglio
ribadire che è sbagliato cadere nella settorialità tipica dell’università, poiché tutte le discipline sono in interazione tra loro.
NELLA NOSTRA SCUOLA È POSSIBILE VISITARE LA MOSTRA INTERATTIVA DAL 25 FEBBRAIO ALL’11 MARZO, L’ENTRATA È LIBERA IL SABATO DALLE 14 ALLE 18 E LA DOMENICA DALLE 10 ALLE 18. SONO STATI ALLESTITI VARI ESPERIMENTI COME IL VORTICE, GLI SPECCHI USTORI, LE RUOTE QUADRATE, L’OCCHIO LASER, IL CUBO OTTICO, UN SIMULATORE DI TZUNAMI, UN PLANETARIO 3D… E ALTRO ANCORA!
da sinistra:
Il dirigente USVR Stefano Quaglia, il presidente del gruppo PLEIADI Lucio Biondaro, il vicepresidente di PLEIADI Alessio Scaboro, l’assessore alla cultura Maria Cordioli, il nostro mitico preside Claudio Pardini, la direttrice AIV Claudia Bidoli, il rappresentante di E-globalservice Enrico Locatelli, infine il presidente di AIV Gianni Girelli.
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Ammazza il tempo! di Da Campo & Massalongo
MA ORA BASTA CON I POMERIGGI SPRECATI SU FACEBOOK O DAVANTI ALLA TV. SE NON AVETE IDEE ALTERNATIVE BEH... LEGGETE UN PO’ QUI. Come impiegano i giovani il tempo a disposizione? Prevalentemente guardando la televisione (63%) o ascoltando la radio (58%). In alternativa, il 26% gioca ai videogames, mentre la sana abitudine di leggere un libro viene seguita appena dal 24% dei ragazzi. Le statistiche inoltre dicono che alcuni adolescenti passano in un giorno più ore davanti alla tv che non sui banchi di scuola. I dati emersi più significativi sono i seguenti: il 51% delle famiglie ha tre o più televisori in casa (19% più di tre, 13% uno, 36% due); emerge una singolare coincidenza fra la percentuale dei ragazzi e dei genitori con la televisione collocata nella propria camera (47%).
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EMOZIONIAMOCI CON IL GRANDE TEATRO FACCIAMOCI UNA CULTURA... É GRATIS!
Alla Biblioteca Civica di Verona – Via Cappello, 43 – si può usufruire di servizi di prestito, lettura in sede, riproduzione, consulenze e ricerche bibliografiche in modo completamente gratuito. Ciò che può interessare maggiormente a noi ragazzi è la sezione Audiovisivi della Biblioteca, la quale offre un servizio di prestito gratuito di materiale video (videocassette e DVD) con un catalogo di circa 10.000 titoli suddivisi in film, documentari, teatro e musica. Il Centro Audiovisivi si propone inoltre di promuovere la diffusione della cultura dell’immagine cinematografica attraverso l’organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento sul linguaggio dell’immagine e altre manifestazioni culturali.
Grazie all’iniziativa TeatroUnder26, ideata dal Teatro Stabile di Verona con il contributo della Fondazione Cariverona, i giovani dai 18 ai 26 anni che vivono, lavorano o studiano a Verona, hanno l’ingresso a teatro a soli 3 euro! È attraverso la partecipazione agli spettacoli e la frequentazione dei teatri che i giovani possono individuare un modo diverso per interpretare la socialità, per individuare valori utili alla loro crescita e formazione, per assistere a delle importanti rappresentazioni che riportino ad un linguaggio immediato i grandi autori ma anche la drammaturgia contemporanea ed i nuovi linguaggi legati alla multimedialità.
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www.teartounder26.it
ALTRE PROPOSTE...
Per i più “Originali” si propone un giretto in città... Non uno qualsiasi... Che ne direste di “adescare” qualche turista tedesco o inglese e proporsi come guida per il centro?? Si mette alla prova la propria abilità linguistica e ci si diverte... E chissà non arrivi qualche mancia!!!
ORGANIZZIAMO UN VIAGGIO...
Il sabato sera le discoteche vengono riempite in massa dalla fauna giovanile e sappiamo bene che, se vuoi entrare in una discoteca “in” che si rispetti, almeno 20 euro devi salutarli all’entrata. Una volta dentro, dirai addio ad altri 3 o 4 euro per il guardaroba e, arrivata l’ora di bere, il tuo portafoglio sarà tristemente vuoto... E allora ti chiedi perché!? Invece di passare i sabati chiuso nelle gabbie-discoteche come un orangotango, metti via i soldi e prenota un viaggio! Grazie alle compagnie low-cost come RYANAIR e Easyjet, con soli 36,00 € vai a Parigi, con 20,99 € vai a Londra, e con 29,99 sei a Madrid! Quanto costerà rinunciare a qualche sabato in discoteca se poi hai la soddisfazione di vedere una capitale europea con i tuoi amici!?
Togliete la polvere dai libri in mansarda, trovate un ricettario e proponetevi pasticcieri agli amici... cucinare è divertente, costruttivo e soddisfacente per il palato. Fate una sorpresa a qualcuno magari, o seguite alla tv un programma di cucina nella preparazione....
Ti piace scrivere??? Proponiti alla redazione di qualche giornale... A partire da quelli gratuiti per poi arrivare chissà... All’Internazionale!!! Proponete qualche vostro manufatto e... Non si sa mai!!! Nella prospettiva estiva vi consigliamo un giro completo del lago in bicicletta... zaino in spalla e magari qualche amico al seguito. Le possibilità di alloggio sono molteplici: dai costosi hotel, agli ostelli, fino ad arrivare ai campeggi, magari con un sacco a pelo sotto le stelle, stile Wild Oltrenatura! In qualche giorno avrete visitato tutti i più particolari luoghi del nostro amato lago! Per i più avventurieri si consiglia il “Canoa club” di Verona, con possibilità di fare rafting sull’Adige... La vostra città come non l’avete mai vista! Mettetevi dunque alla prova se avete coraggio, Il mondo aspetta solo voi!!
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A Z Z E a R z n e U s C I S IT LIM Le quinte del grafico partecipano al progetto I giovani e l’educazione stradale Levi, Tobia, Nicole, Martina e Valeria tornavano a casa da una serata di divertimento la notte del 26 giugno 2005 e nessuno avrebbe pensato che, lungo la strada, avrebbero trovato la morte. A Caselle di Sommacampagna l’auto dei giovani sbanda e finisce contro un camion nella corsia opposta. La strada si è presa le vite di cinque giovani amici.
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enerdì 10 febbraio le classi quinte dell’indirizzo grafico hanno partecipato, in Aula Magna, al progetto di educazione stradale volto a sensibilizzare i giovani sui pericoli stradali.
L’attenzione è stata immediatamente catturata da un video che ha mostrato scene toccanti di incidenti stradali, sulle note della canzone Pensa del cantante Fabrizio Moro.
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Al termine del filmato,un infermiere del 118 e l’ispettore capo Andrea Scamperle della Sezione Polizia Stradale hanno spiegato la gravità dei rischi che si corrono ogni giorno lungo la strada. Per prima cosa, i due relatori hanno parlato del loro lavoro, che consiste nel recarsi, nel più breve tempo possibile, sul luogo dove è avvenuto un incidente e soccorrere le persone coinvolte. <Nella maggior parte dei casi, ci troviamo di fronte a scene agghiaccianti: autovetture capovolte, talvolta ridotte a un rottame e, quando ti ritrovi tra le braccia il corpo senza vita di un ragazzo della vostra età, spesso ti manca il fiato>, spiega l’infermiere, aggiungendo che la maggior parte degli incidenti mortali,
di Alessia Castiglioni
nei quali sono coinvolti sempre più giovani, è spesso causata dall’assunzione di alcol o droghe leggere. A questo proposito è stato mostrato un servizio de Le Iene, nel quale gli attori del noto programma, hanno preso le vesti di poliziotti ed hanno fermato qualche ragazzo, palesemente sotto effetto dell’ alcol. Con l’aiuto di telecamere nascoste hanno mostrato le condizioni di questi giovani di ritorno da serate movimentate. Durante la visione del servizio gli studenti sono apparsi divertiti ma, dopo una breve riflessione collettiva, si sono resi conto che, quando ragazzi in tali condizioni si mettono alla guida, possono causare incidenti mortali.
macchina e, soprattutto, non assumiamo alcol prima di metterci alla guida; la vita è una e va vissuta con responsabilità. “Spesso siamo portati a pensare che le cinture non servano a molto nei posti posteriori - spiega il responsabile della polizia stradale - in realtà, nel caso di un urto potente, nella vettura si creerà un effetto centrifuga, e le persone che non sono saldamente ancorate ai sedili andranno a sbattere ovunque, causando ulteriori danni a sé a ad altri”. Alla fine della mattinata sono inter-
venuti i genitori di Levi e Tobia, due dei ragazzi citati all’inizio dell’articolo. Hanno tenuto un discorso breve e molto diretto, con il quale hanno sottolineato l’importanza della vita e il dolore che prova un genitore quando gli viene strappato il figlio dalle braccia. E allora cari ragazzi e cari amici, rispettiamo le norme di sicurezza, andiamo piano in
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Studenti a scuola di...
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ei mesi di gennaio e febbraio, nelle classi seconde dell’indirizzo Professionale Economico/Turistico e del Liceo Grafico, è stato realizzato il progetto “Ecosessualità”, un percorso di educazione sessuale e prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. Il progetto, coordinato dalle Prof.sse Tedesco Rosa e Bresciani Donata, è stato effettuato, nelle classi coinvolte, grazie all’intervento di esperti operatori del SERT di Villafranca: infermiera professionale, psicologo, educatrice, ostetrica, per un totale di 7 ore per classe.
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di Sonia Tumicelli
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l progetto di ecosessualità che abbiamo affrontato come classi del biennio prevedeva quattro incontri con persone specializzate nel campo della sessualità. Gli incontri sono stati tenuti da un medico, da uno psicologo, da un’infermiera e infine da un’ostetrica. Abbiamo parlato di tanti aspetti legati alla sessualità come le malattie sessualmente trasmettibili, i contraccettivi, i sentimenti e le emozioni legate alla sessualità e all’amore. Gli argomenti sono stati presentati attraverso diapositive, schede e possibilità di dialogo e discussione che hanno permesso un maggior coinvolgimento. Ad esempio l’ostetrica ha portato in classe diversi contraccettivi per farci comprendere come si usano e quale sia il loro scopo che è, in particolare, quello di proteggere la donna da malattie e da gravidanze indesiderate.
I contraccettivi per le donne sono il diaframma, la spirale, le pillole, mentre per gli uomini c’è solo il preservativo. Prima di spiegarci tutto questo grandissimo mondo infinito sulle relazioni sessuali tra due persone, il medico che ha tenuto il primo incontro ci ha spiegato la differenza tra fare sesso e fare l’amore. Voi la sapete?? E’ molto semplice, ma proprio perché è semplice tante volte si dà per scontato. Fare l’amore significa provare un sentimento verso l’altro tanto da spingersi a “mettere in gioco” se stessi, invece è molto diverso fare sesso perché questa diventa un’azione per soddisfare un impulso o solo un divertimento. Vi auguro di poter partecipare a questi incontri perché sono molto interessanti ed educativi, si può parlare senza vergogna, si possono avere delle risposte alle domande che abbiamo e si possono maturare delle riflessioni.
Gli incontri di ecosessualità vi serviranno adesso, domani e nel futuro!
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Ma sentiamo il parere di alcuni alunni che hanno partecipato al corso di Ecosessualità:
Anonima
Luca
Il progetto di Ecosessualità mi ha insegnato che, nel caso avessimo dei dubbi o dei problemi, possiamo rivolgerci ad un centro specializzato chiamato C.I.C. dove possiamo trovare delle persone esperte, come psicologi e dottori,che ci aiutano a prevenire rischi indesiderati.
Ho imparato cose nuove sui contraccettivi per evitare rischi e malattie
Alessandro Istruttivo, interessante, utile: sarebbe carino rifarlo.
Anonima Il corso di ecosessualità mi è piaciuto molto e lo rifarei volentieri. Ho trovato interessante poter confrontare le mie conoscenze con quelle di figure professionali e competenti, così da poter ricevere nuove informazioni che si sono aggiunte a quelle da me già possedute. 20
Anonimo Gli incontri di ecosessualità sono stati molto interessanti perché l’ostetrica, lo psicologo e l’infermiera hanno chiarito tutti i miei dubbi riguardanti il sesso e le malattie trasmissibili.
Alessia e Silvia Abbiamo apprezzato molto il corso di Ecosessualità perché ci ha aiutato a capire i rischi e i pericoli che si possono correre avendo rapporti non protetti. Abbiamo imparato che dobbiamo prendere sempre precauzioni e stare attente alle malattie che si possono contrarre. Ci piacerebbe fare altri incontri con gli esperti che sono intervenuti.
Sara A me ha colpito in particolare la lezione dello psicologo che ci ha spiegato che i rapporti sessuali non sono sempre voluti, ossia si possono verificare casi di prostituzione o di molestie sessuali, per cui le ragazze possono essere costrette, contro la loro volontà, a subire dei rapporti con l’altro sesso.
Con questo corso si è voluto perciò conseguire lo scopo di fornire agli alunni informazioni sicure, supportate scientificamente, per prevenire
comportamenti eccessivamente superficiali e sconsiderati,
nonché gravi malattie di cui magari non si era a conoscenza.
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E C I O V E M M I G T E S SUL V
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di Vanessa Noto e Marika Porcu
I ragazzi della quinta CTG incontrano le telecamere di Confindustria. La classe si è recata presso la sede di Verona di Confindustria, preparata a registrare il video intervista di 3 minuti in cui sono stati spiegati la storia dell’azienda simulata che si occupa di grafica (costituita già dalla classe terza) i prodotti e le strategie di comunicazione. Di seguito alcune domande poste agli allievi:
-
Qual è il vostro progetto? A questo quesito ha risposto l’allieva Noto V.: - Hi Guys, We’re Gimme Voice, the advertising agency that gives voice to your ideas. Our aim, as the visual of the microphone expresses, is to boost your fame, using the media that surrounds us: posters, flyers, catalogues, trademarks and websites are just some of the tools that give voice to your thoughts - Qual è l’aspetto più innovativo o comunque particolare del progetto? L’allievo Bertellini ha precisato: - We’re the future of communication, with our creative minds and your business ideas
L’ intervista ha spaziato sugli eventuali acquirenti del prodotto/servizio e sulla concorrenza che Gimme Voice tenta di superare, hanno asserito i ragazzi, offrendo una comunicazione giovane e fuori dal comune, che sappia sorprendere e coinvolgere il target dei clienti. La caratteristica saliente è che Gimme Voice parla inglese e attraverso internet è in grado di dialogare con le aziende di tutto il pianeta. I ragazzi, durante l’esecuzione della performance, sono stati seguiti da due collaboratori che si sono occupati della messa a punto del progetto e dell’allestimento del set, coadiuvati dal materiale grafico creato dai ragazzi a scuola, per girare al meglio le varie parti del video.
Inizialmente gli studenti sono apparsi un po’ insicuri e timidi nel parlare ad una telecamera puntata direttamente su di loro, ma poi, grazie ai collaboratori e ad altri studenti presenti, hanno affrontato la situazione con molta ironia, scioltezza e grande professionalità. Alla fine del video intervista, i collaboratori, i ragazzi, insieme al Prof. Chignola e alla vicepreside Prof.ssa Zoccatelli (che hanno coordinato il progetto) hanno scattato molte foto per ricordare questa simpatica esperienza. L’incontro è terminato, gli allievi, protagonisti per un giorno, sono tornati a scuola, soddisfatti per il video realizzato e con in cuore tanta speranza di poter vincere il concorso a cui il video realizzato è legato.
Incrociamo le dita per i nostri ragazzi!
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di Giulia Da Campo
P
arlando con un ragazzo di terza del nostro istituto, ho scoperto che nella nostra scuola si svolge un’interessante attività legata alla musica, quindi non ho perso tempo e lunedì pomeriggio mi sono fermata dopo la scuola armata di carta, penna e macchinetta fotografica… mi sono infiltrata per voi nell’ aula del corso di BodyPercussion per curiosare, fotografare, ascoltare e capire.
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Ho conosciuto Andrea Pedrotti, il responsabile dell’attività che si svolge ogni lunedì e coinvolge 14 alunni della nostra scuola. Andrea nasce a Bussolengo nel 1981, nel 2001 si diploma come perito grafico ma, dopo alcuni anni, decide che la musica sarà l'unica sua occupazione quotidiana e così nel 2007 si iscrive alla "Scuola di specializzazione in musicoterapia Giovanni Ferrari" di Padova e inizia a percorrere la sua nuova strada professionale come musicoterapista ed insegnante di musica. I contatti con la scuola di Padova e i progetti
professionali lo hanno poi portato a trasferirsi in provincia di Padova. L'iniziativa per questo progetto di musicalità integrata è arrivata dalla madre di un allievo della nostra scuola che, incuriosita dalla Body Percussion, ha proposto questo tipo di attività.
Cosa si fa al corso di Body Percussion? Andrea ci tiene a precisare che il progetto che sono riusciti ad attivare, grazie anche alla numerosa adesione degli allievi della scuola, non tratta solo le Body Percussions ma intende far sperimentare un'attività di musicalità integrata, e quindi, toccando diversi ambiti della musica quali il canto, gli strumenti, la costruzione di strumenti musicali da materiali riciclati e non, le body percussions aiutano a conoscere un po' di più la musica che altrimenti rischia di rimanere quel grazioso rumore che esce dagli auricolari del nostro iPod e che noi non siamo più abituati ad ascoltare come musica.
Quanto pensi sia importante la musica per i giovani d’oggi? E quanto invece lo è per te?
pittura, il ballo, il teatro, la poesia e anche gli sport, siano una componente fondamentale per la crescita di voi ragazzi e materia prima che concorre alla formazione di grandi uomini e grandi donne. Chi impara ad esprimersi attraverso una qualsiasi forma artistica o attraverso uno sport, impara anche ad essere qualcuno e non uno qualsiasi; impara ad ascoltare le idee degli altri, a valutarle e criticarle costruttivamente. Conoscere e sperimentarsi in una forma d'arte o sport ci insegna da subito a comunicare ed ognuno, per stare bene, credo debba trovare la propria strada, quella strada che gli permetta di esprimere le proprie opinioni e che gli consenta di fare per il mondo quello che lui stesso sa meglio fare, solo così potremo sperare in un domani migliore di ieri.
La musica per i giovani d'oggi è molto importante ma non meno di quanto lo sia stata per i giovani di ieri e per quelli di domani. Credo che tutte le forme d'arte, come possono essere anche la scultura, la
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Suoni la chitarra, che è sicuramente lo strumento più aggregativo per eccellenza... Come è iniziata questa tua passione? Io ho iniziato a far capire ai miei genitori la mia propensione musicale già all'età di 3 anni. Mi raccontano infatti, e pian piano a forza di sentire questi racconti tornano anche a me in mente alcune immagini, che nell'estate dell'84 il tormentone familiare ero io che cantavo davanti ai parenti "L'amico è" di Dario Baldan Bembo. Successivamente a 6 anni Santa Lucia capì che una tastiera avrebbe potuto essere un "giocattolo" per me più interessante di tanti palloni, trattori e macchinine, e così iniziai a ripetere "ad orecchio" alcuni motivetti delle pubblicità. A 10 anni, per il compleanno, arrivò la prima chitarra e l'iscrizione al corso di musica, ma a 12 mi ritirai in quanto il mio maestro volle vedere mia madre per dirle :"Signora, si risparmi i soldi del corso, al suo ragazzo non piace studiare chitarra"... e un po' aveva ragione... preferivo suonarla!! E così negli anni successivi iniziai ad imparare i primi accordi da autodi-
Andrea qui è intento ad intonare con la chitarra i pezzi di legno che poi andranno a formare gli xilofoni
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datta, a copiare alcuni assoli tra i più famosi della storia del rock, a ripetere "ad orecchio" le canzoni più conosciute della musica leggera italiana, fino a diventare il migliore amico di tutti gli autisti che accompagnavano la mia classe in gita! Nel frattempo, facendo esperienza in diverse band, imparai a suonare anche basso, batteria, tromba e so anche cantare. So che sembrano tanti strumenti ma come ho detto sempre, chi si dedica allo sport non si ferma ad una sola disciplina... io invece, che con lo sport ho sempre avuto poco da spartire, mi sono dedicato alla musica.
Matteo, Mirco, Andrea, Giovanni, Marco, Stefano, Vlad, Anna, Cephas, Matteo G., Riccardo
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di Giorgia Leva
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Solo 20 anni fa l’unico modo per sfondare nel mondo della musica era seguire la classica trafila dei provini, delle serate gratis tra i più disparati locali e pub, l’onerosa partecipazione ai vari festival e i ricatti costanti che dovevano essere sorbiti per accedere alle manifestazioni canore. Oggi questa prassi estenuante va via via scomparendo: è il tempo della tecnologia, è il tempo di Internet.
“Chi sa fare la musica la fa, chi la sa fare meno la insegna, chi la sa fare ancora meno la organizza, chi la sa fare così così la critica.” L’affermazione del celebre cantante lirico Luciano Pavarotti, sembra essere il manifesto di una ribellione sempre più accesa verso coloro che soffocano i piccoli artisti. Un colosso, Internet, che è andato a “soccorrere” gli appassionati di musica pieni di talento e di sogni, disposti a tutto pur di mettersi alla prova o di esibirsi davanti una piccola platea, coloro che dal sistema discografico mondiale hanno subito ogni tipo di torto. Dopo esser stati spremuti come limoni e gettati nel cestino della spazzatura, la loro musica è stata
calpestata senza ritegno. Il XXI secolo però segna la rivalsa delle band emergenti, del sound genuino; non sono più necessarie le grandi infrastrutture delle case di produzione discografica per far arrivare la musica alla gente. Siti internet come Youtube (www.youtube.it) vanno a soppiantare quel processo industriale utile solo a sottrarre guadagni agli artisti e a rendere i dischi sempre più costosi. I tempi sono cambiati e anche la speranza di avere successo e di farsi conoscere dal grande pubblico può essere alimentata a buon diritto. Le prove tangibili, i casi di grande successo musicale, non tardano ad arrivare. Basti pensare a band come i giovani inglesi Arctic Monkeys, che proprio grazie al web hanno fatto il “botto”, ma anche i già conosciuti Radiohead che, attraverso un sito internet, hanno raggiunto milioni di vendite senza passare per le mani di una struttura discografica. I nomi sono numerosissimi e il talento certamente non scarseggia. Tuttavia il rischio “Meteora” è sempre in agguato. Quante volte ci chiediamo che fine abbia fatto “quel cantante che cantava quella canzone”? Il mondo della musica è elastico, flessibile e malleabile; esso si adatta e aderisce perfettamente ai cambiamenti di quella che è una società mutevole e incoerente. Non a caso Platone era dell’idea che “se cambia la musica, cambieranno anche le istituzioni più importanti”. La moda musicale è il riflesso della società odierna, esse sono legate da un filo invisibile, il mutare di una è seguito dal mutare dell’altra. Tanto corre veloce la quotidianità, tanto correrà la musica. Così gli apparenti “grandi successi” bruciano e si disintegrano in fretta al contatto con l’atmosfera di una realtà in continua evoluzione. Oltre a portare visibilità a gruppi ed artisti meritevoli, Internet ha anche contribuito a creare confusione. Ogni giorno si è tartassati da centinaia e centinaia di nuovi nomi, brani, generi e suoni; perdersi nella fauna musicale è un gioco da ragazzi. La scelta è dell’ascoltatore: egli dovrà districarsi tra i gusti, i sapori, i colori e le sonorità che pullulano e si moltiplicano a vista d’occhio 29
Put on your colors and run come see everybody’s sayin’ that music’s for free take off your clothes and lie in the sun everybody’s sayin’ that music’s for fun David Corsby – Music is Love
all’interno dello scenario musicale odierno. Come già detto, sì può comprendere molto di una specifica realtà a partire da ciò che offre in linea musicale e la splendida Verona è ricca di nuove proposte sonore. Fra tutti ricordiamo The Wows, un tempo Plan A; la band Indie/Alternative, Noise Rock nata nel 2005 come cover-band. Ma i tempi delle coverband sembrano lontani anni luce e, dopo numerose modifiche nello stile e nella formazione, la band vince nel 2009 il concorso “Nokia Trends Lab” e con esso l’occasione di registrare negli studi della Sae a Londra il primo disco. Con l’arrivo del 2012 l’incontenibile attesa, i The Wows sono una macchina inarrestabile di produzione e creatività, prossimo all’uscita l’EP “Model Soldiers”. Su Facebook si descrivono così: «Scriviamo musica e la suoniamo», sì “ perché gli WOWs sono tra i pochi gruppi veronesi che cercano di farsi strada suonando le proprie canzoni, tenendosi lontani sia dalle cover che dalle soluzioni più facili” scrive il giornale L’Arena e ancora “perché gli WOWs sono la band che mancava, il gruppo di cui poter andare orgogliosi tra qualche anno, quello che
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(incrociamo le dita) riuscirà ad uscire da questa città e dalla sua provincia, lasciandosi dietro una scia di brividi e luce. ” Ma ricordiamo anche i veronesi 4ELLEPI’, un quintetto propositivo dalle diverse e tangibili influenze, che corre all’interno di quella fascia di infinite possibilità sperimentali che è il Pop-Rock odierno.
E i giovani The Brand? Passati da sottomarca a vero marchio di fabbrica, i The Brand rappresentano una promessa. Un nodo al fazzoletto stretto con l’uscita del primo DEMO (2009) e riconfermato con la pubblicazione dell’album di inediti “Original”.
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1. The WOWs 2. Arctic Monkeys 3. RadioHead
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di Da Campo & Massalongo.
Nei giorni 15 e il 20 Dicembre al Palacover di Villafranca le scuole Carlo Anti, Bolisani e Enrico Medi hanno partecipato all’ evento X-MAS DAY in collaborazione con la carta giovani di Villafranca.
L’
Unione Europea ha delineato un piano di azione 2010-2018 per implementare in questi dieci anni la partecipazione dei giovani nell’ambito di diversi aspetti della vita comunitaria e degli stati membri: cittadinanza attiva, partecipazione politica, inclusione sociale e solidarietà dei giovani, sono le linee guida da seguire con concrete iniziative. I giovani si scontrano infatti nella realtà quotidiana con diverse sfide: disoccupazione giovanile, formazione e istruzione, invecchiamento della popolazione, classe dirigente di annata e bloccata da decenni. Coinvolgere le giovani generazioni nella formazioni di decisioni e opinioni politiche, culturali ed economiche può costituire un volano per l’innovazione di governo e amministrativa nella sfera pubblica, ma soprattutto può creare un nuovo senso di cittadinanza e un comune sentire
per una società maggiormente coesa. Coinvolgere i giovani vuol dire migliorare sia la democrazia rappresentativa (candidandosi e partecipando al voto) sia la democrazia partecipativa sottoforma di azione civile e impegno sociale e nel volontariato. Per questi motivi nei giorni 15 e il 20 Dicembre al Palacover di Villafranca le scuole Carlo Anti, Bolisani e Enrico Medi hanno partecipato all’ evento X-MAS DAY in collaborazione con la carta giovani di Villafranca. Il primo incontro verteva appunto sull’importanza della cittadinanza attiva nel mondo giovanile, sulla droga, sulla mafia, e sull’importanza delle istituzioni scolastiche con l’intervento di Michele Gagliardo, presidente dell’associazione Abele contro droga e mafia e dell’associazione Libera, per il sano intrattenimento culturale.
La Carta d’ Identità: NOME: Michele Gagliardo PROFESSIONE: formatore HOBBY: sport, corsa, montagna, stare coi figli... SOGNO CHE AVEVI DA BAMBINO: andare in Africa e viverci per dare una mano alle popolazioni africane 32
CITTADINANZA ATTIVA Gagliardo, neo-ministro delle POLITICHE GIOVANILI nominato da Mario Monti, ha iniziato la conferenza esordendo: ‘’C’è una profonda povertà che costituisce l’impossibilità di costruire gli spazi della cittadinanza e dei diritti, ma ci sono alla base di questa povertà delle discriminazioni e delle profonde diseguaglianze; questo è un elemento critico; l’Italia è un Paese nel quale ci sono persone che guadagnano quasi 450 volte lo stipendio di un operaio, altre che guadagnano 11 mila volte quello stipendio, persone che col loro stipendio possono in un anno mantenere un intero stabilimento di operai (che invece viene chiuso lasciando a casa le persone che vi lavorano) e noi siamo in più di 12 milioni di poveri. Le illegalità tagliano le gambe al nostro futuro; -Sapete il fatturato delle mafie ogni anno? -Chiede Gagliardo- 140 miliardi di euro con incremento annuo del 38%. 60 miliardi per droga venduta a persone come voi. Il giro della corruzione è di 60 miliardi, di evasione fiscale 400 miliardi... sottratti al vostro futuro. Di quale cittadinanza parliamo??? Quella dei concerti a teatro?? Fra qualche anno vi sposerete e avrete dei figli... magari oggi non ve ne frega niente, magari il vostro problema ora è il lavoro se non lo spostate nel tempo dopo gli studi. Guarderete i vostri figli e penserete: Quale terra ti lascerò? Quali prospettive? Con queste domande dirette e provocanti al pubblico delle scuole, Gagliardo ha suscitato diverse reazioni: risate, dubbi e riflessioni dei più.
Tra le immagini pubblicate sulla pagina Facebook dell’evento, il momento dell’esibizione di Omar Pedrini sul palco del Palcover.
Gagliardo ha continuato poi ad insistere sul problema della disuguaglianza sociale in Italia: ‘’È stata la strategia economica italiana a generare tali disuguaglianze: più di 12 milioni di poveri, più di 3 milioni e 100 giovani poveri in un paese che consente al malaffare di crescere ogni anno e sottrarre 400 miliardi di denaro destinati al vostro futuro. -Sarà molto presto un vostro problemaha detto l’oratore puntando il dito. Tra gli studenti poco attenti e rumorosi Gagliardo quasi si indispettisce ed alzando il tono della voce ha continuato dicendo: ‘’Con la cittadinanza c’è poco da scherzare perché il futuro è vostro e di chi verrà dopo di voi. Il lavoro che ci spetta è complesso e articolato: La prima cosa da fare è questa... non chiederci solo perché no ma anche dire perché no a un mondo diverso? A un modo di stare insieme diverso, a un sistema economico diverso dal nostro che si fonda sui principi di diseguaglianza tanto che il 10% della popolazione italiana detiene il 50% delle risorse economiche? Chiedete di più ai vostri insegnanti... fatevi i vostri pensieri... se non avete un vostro pensiero sulle cose non ci sarà mai democrazia... affermatelo il vostro pensiero... studiamo insieme delle forme di economia sociale e solidale, l’alternativa per l’economia delle discriminazioni ,in che modo costruire prospettive economiche rispettando criteri di socialità, costruire comunità mentre si guadagnano dei soldi. Ci sono molte esperienze in Italia straordinarie
da questo punto di vista: restituire risorse ai giovani costruendo comunità, investire nella costruzione di economie sociali e solidali, investire nel sostegno delle funzioni educative.
“Io non posso pensare al mio divertimento se non ho la possibilità di pensare con progettualità e con speranza al mio futuro” Abbiamo chiesto a Gagliardo quali fossero, secondo lui, i sogni dei giovani d’ oggi, se fossero legati più al materialismo o alle ideologie e ci ha risposto così: ‘’Ho tre pensieri... incontro molti giovani e in questi ultimi due anni ho capito che per molti il desiderio è una società più giusta, più uguale per tutti e con la mente e il cuore cercano di realizzare ciò. Ci sono però altri giovani per i quali è difficile desiderare... che hanno smesso di desiderare... e chi smette di desiderare muore perché noi siamo quello che desideriamo... la società dei consumi ci fa scambiare gli oggetti per desideri... e noi diventiamo quell’ oggetto... siamo quello che desideriamo... dietro un mondo migliore c’e una vasta possibilità ma dietro un telefonino c’e solo un telefonino.... e poi un altro e un altro ancora... vuol dire che non c’ è nulla, ecco perché si spengono le vite. Ciascuno di noi è al mondo per costruire qualcosa di buono e attraverso la ricerca di questi oggetti non si può costruire qualcosa di
buono... non ci può essere novità... allora i desideri sono lo strumento per restituire a ognuno di noi essenza di novità. DROGA Gagliardo differenzia il diverso uso della droga dal passato ad oggi: Negli anni ‘70 era droga politicizzata e d’evasione dalla società in cui i giovani non si riconoscevano. Oggi è droga per conformismo. Evidenzia le conseguenze della droga, devastante in tutti i casi... Non nega però il piacere che procurano certe sostanze e dice: ‘’Chi utilizza droghe ha un grande bisogno di stare nel mondo ma purtroppo lo fa standone fuori... esso si distrugge per stare dentro il mondo.’’ È contrario alla legalizzazione delle droghe leggere e non. POLITICA Gagliardo vuole mettere la questione giovanile al centro dello sviluppo del territorio. I giovani sono il futuro. I giovani devono essere al centro. Dopo uno scroscio di applausi, uno sciame di ragazzi si è complimentato con il neo-ministro Gagliardo. Alla fine si sono tutti riuniti a discutere in un momento conviviale con panettone e cioccolata.
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UN
AR
GIORNO NELL’ Tra Simbolismo e contemporaneità, da Palazzo Zabarella all’atelier di Bluer
di Cristiano Bertasi
L
a nostra classe, la 5C TG, il 22 dicembre si è recata alla mostra Il Simbolismo in Italia, organizzata a Palazzo Zabarella a Padova, con gli insegnanti Serenella Castri e Ismaele Chignola
La mostra ha un impianto molto chiaro, facilmente seguibile, poiché è divisa in varie sale che illustrano man mano le varie tematiche che la pittura simbolista ha espresso in Italia (con alcuni confronti anche con le tematiche e i dipinti del simbolismo europeo). Abbiamo dunque affrontato, guidati da una ragazza molto brava e preparatissima, il tema del ritratto, del paesaggio, del mistero della maternità, una ricca sezione di arte grafica e la rievocazione della “sala del sogno” dal titolo Un’oasi di purezza che era stata allestita per la Biennale del 1907. La mostra è stata in grado di supportare e approfondire i nostri studi sul Simbolismo e di farci capire meglio, con la visione diretta, sia la tecnica del Divisionismo, sia anche la qua-
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lità, le dimensioni e la ricchezza di questo movimento italiano a cavallo tra Otto e Novecento. Tra le opere è esposta anche la più criticata alla Triennale di Brera del 1891: Maternità di Previati. Quest’opera fu messa a confronto con Le due madri di Segantini (anch’essa presente in mostra) che rappresenta la vicinanza e la sintonia del mondo umano con quello animale, ritratti in intima familiarità uno con l’altro, mentre Previati voleva trasmettere un concetto di amore materno e i suoi stessi sentimenti in una composizione di tono universale, fortemente simbolista. Ma ciò che ha fatto tanto discutere il pubblico della Triennale di Brera più che il tema, è stato l’impiego della tecnica divisionista, poco nota, con quelle pennellate decisive e fi-
“La mostra è stata in grado di supportare e approfondire i nostri studi sul Simbolismo”
RTE
lamentose a cui il pubblico non era abituato. In verità a noi è sembrato che entrambe le figure delle madri trasmettessero un senso di amore eterno, di tipo protettivo. Dopo la mostra, abbiamo visitato l’atelier dell’artista contemporaneo Bluer, che ci ha accolto tutti con grande gentilezza. Ovunque, nel suo studio, vi erano le sue ultime creazioni in plexiglass. Nuovi materiali, nuove forme: è questa la contemporaneità dell’arte, è questo che Lorenzo Viscidi, in arte Bluer, ricerca con queste sue opere. Abbiamo osservato però anche delle innovative scale-cassetti e dipinti di periodi precedenti. L’artista ha descritto le sue opere e ci ha aiutati a comprendere la sintonia che egli vuole raggiungere tra le sue creazioni e i luoghi storici di Padova dove abita.
Bluer, il suo nome d’arte, non è stato scelto a caso: oltre ad essere il colore che in qualsiasi lingua si pronuncia in modo uguale, egli ama progettare e creare opere basandosi sul colore blu, un blu elettrico a cui conferisce valore simbolico e che gli è valso la definizione di “pittore del Blu”. Nei suoi dipinti, Bluer inserisce frammenti di specchi e di altri materiali, diversi dal classico colore sulla tela, e questo per attirare l’osservatore dentro la tela e farlo interagire con essa, poiché la figura dell’osservatore del dipinto diventa subito parte integrante, sebbene fuggevole, del quadro stesso. La sua ricerca sempre più approfondita sui
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materiali più disparati lo ha poi portato al plexiglass, con il quale, oltre alle forme indefinite caratterizzate da una linea sinuosa e al colore – di cui Bluer non dimentica mai la componente simbolica ed emotiva - egli riesce ad intrappolare anche la luce creando così giochi sempre nuovi e interessanti di luce ed ombre. L’artista crea queste strabilianti opere in pochi minuti, nella loro forma definitiva, che va realizzata quando il materiale è caldo. Tale velocità presuppone però sia una incredibile manualità nel manipolare le lastre in plexiglass ma anche un progetto attentamente studiato e considerato minutamente in precedenza. Bluer ha partecipato a mostre personali e ad esposizioni collettive in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Australia, Finlandia, solo per citare alcuni Paesi. E’ stato molto utile per noi trovarci a faccia a faccia con un artista dei nostri giorni e ascoltarne le idee e i progetti.
“Solo gli artisti sanno svelare i pensieri segreti, le meravigliose ambiguità, le zone misteriose e inesplorate che la realtà apparente nasconde.” Approfondimento: IL SIMBOLISMO IN ITALIA Il Simbolismo è un movimento artistico nato in Francia il 18 settembre 1886 con la pubblicazione su Le Figaro del manifesto Simbolista scritto dal poeta Jean Moréas. L’obiettivo del Simbolismo è quello di interrogarsi, specialmente in pittura, sulle questioni basilari dell’umanità come il senso della vita e della morte attraverso l’accesso dell’artista alle zone poco esplorate (a quei tempi) del sogno, della visione, dell’analogia di forme e colori con i fenomeni della natura, con i suoni e gli elementi. La mostra di Padova si concentra sulla versione italiana del Simbolismo europeo. Approfondisce l’operato di Segantini, Previati ma anche di Pellizza da Volpedo, Morbelli e altri pittori e scultori meno noti. In Italia troviamo due stili ben diversi all’interno del Simbolismo: a Milano lo stile è quello divisionista, simile a quello 36
francese (pointillisme) anche per temi e atmosfere, mentre a Roma, anche per influenza di D’Annunzio, si era elaborata una pittura più vicina allo stile dei Preraffaelliti, quindi basata sulla tradizione. Questi due stili di pittura determinano anche l’uso del pennello. Nella Milano del tempo il colore è tracciato con fini filamenti lasciando tra una pennellata e l’altra un piccolo spazio bianco che sommandosi (nella visione dell’occhio umano) ai colori accostati, conferisce alla tela una intensa luminosità, così come aveva scientificamente provato la Teoria del colore di Chevreuil; l’altro stile, invece, è di stampo più accademico e dunque conservatore, dal punto di vista formale. Vari artisti italiani si esprimono anche con il medium della grafica: le opere di Alberto Martini confermano le verità del Simbolismo in Italia.
“Forme indefinite caratterizzate
da una linea sinuosa e dal colore – di cui Bluer non dimentica mai la componente simbolica ed emotiva”
“L’artista crea queste strabilianti opere in pochi minuti, nella loro forma definitiva, che va realizzata quando il materiale è caldo”
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RECENSIONI
Ti racconto un libro…
La fattoria degli animali di George Orwell, un libro che non doveva essere pubblicato La fattoria degli animali è una favola divertente, curiosa e interessante allo stesso tempo. I temi affrontati sono le caratteristiche di un regime totalitario: dittatura, censura, sfruttamento dei più deboli ed ingenui, servilismo e demagogia. Temi pesanti, sì, ma grazie alla scrittura semplice ed immediata di Orwell, è facile leggerlo tutto d’ un fiato in uno di questi freddi pomeriggi d’inverno. La favola è ambientata in Inghilterra, nella fattoria Padronale del Signor Jones. Gli animali della fattoria (tra cui galline, oche,cani, cavalli e maiali) decidono un giorno di ribellarsi ai servigi che devono prestare al Signor Jones. Riescono nel loro intento e proclamo i maiali Palla di Neve e Napoleon come coloro che dirigeranno la fattoria, il tutto con tanto di inno liberatorio titolato:’’Animali d’Inghilterra’’. Tra i due maiali si crea però dell’invidia tant’è che poi rimarrà solo il maiale Napoleon alla guida. Napoleon si comporterà come un padrone dispotico perciò si ricreerà la stessa situazione che vi era prima con il padrone Jones. Gli animali però sono inconsapevoli del potere esercitato dal maiale Napoleon perché, a differenza della razza dei maiali, loro non sono in grado di scrivere, leggere e fare discorsi articolati. Il maiale Napoleon assumerà le stesse caratteristiche di un essere umano: spregevole, senza morale e sfruttatore degli animali; arriverà persino a stringere un accordo con un altro uomo, Pilkington. Il libro ha avuto delle grandi difficoltà ad essere pubblicato poiché contiene dei riferimenti storici rea38
li; segue infatti il percorso politico che ebbe la Russia in quel periodo (1945), Orwell critica Stalin, difende a spada tratta la democrazia. ‘’Se si ama la democrazia- argomenta Orwell-si devono combattere i suoi nemici, non importa con quali mezzi. E quali sono i suoi nemici? Coloro che obbiettivamente la mettono in pericolo con la diffusione di dottrine sbagliate’’. Inoltre Orwell, scegliendo di rappresentare con i maiali la casta dominante, offfende pesantemente coloro che detenevano il potere durante il regime sovietico. Orwell richiama l’attenzione sulla libertà dell’individio, la libertà di stampa e la libertà intellettuale. È un esempio di letteratura divertente antirussa... Leggetelo. Dal libro hanno tratto una versione a fumetti e un film d’animazione.
di Giulia Da Campo
TITOLO:
La fattoria degli animali AUTORE:
George Orwell EDIZIONI:
Arnoldo Mondadori N° PAGINE:
142
GENERE:
Fiaba / Satira politica
George Orwel
Bianca come il latte rossa come il sangue Questo romanzo racconta la vita di Leonardo, un ragazzo di sedici anni, che ama la musica ma non tanto la scuola anche se con l’arrivo del nuovo supplente di storia e filosofia è diverso, infatti questo professore lo convincerà a cercare un sogno. Da qui inizia per Leo una serie di vicende problematiche, insomma i vari ostacoli che un adolescente può trovare nel suo cammino di crescita, che l’autore descrive contrapponendo due colori, il rosso al bianco. Il rosso rappresenta l’amore per Beatrice, una ragazza di cui è follemente innamorato, mentre il bianco un nemico che gli ricorda il vuoto, il nulla, lo spaventa e lo costringe a riflettere, a scavare dentro di sé per trovare un sogno più grande. In particolare, il protagonista dovrà affrontare la malattia di Beatrice, la leucemia, e verrà aiutato in questo, da Silvia, la sua migliore amica segretamente innamorata di lui, e dal professore di filosofia, soprannominato il Sognatore, che gli daranno dei consigli per andare avanti. Grazie a loro riuscirà poi a convincersi del fatto di doversi dichiarare il prima possibile a Beatrice. Scrive, dunque, una lettera da portarle, ma viene fermato da un incidente con il motorino che lo fa rimanere un po’ di tempo in ospedale. Purtroppo, nemmeno dopo altri tentativi riesce a consegnare quella lettera, perché il visitare una persona malata e quindi diversa da quella che era, lo fa scappare. Sfogatosi con il prof. di filosofia, che come sempre riesce a tirargli su il morale, decide di andare a trovarla per sistemare le cose tra di loro. Nel frattempo la scuola finisce
di Erica Rossi
e, solamente dopo le vacanze estive, Leo e Silvia chiariscono i problemi avuti. Questo romanzo risulta un capolavoro perché l’autore, riuscendo a comprendere le problematiche di noi ragazzi con le nostre sofferenze ma anche le nostre felicità, riesce a farci riconoscere in almeno uno dei personaggi della storia. A mio parere è un libro interessante e coinvolgente, veramente stupendo! La voglia di vedere come andrà a finire vi farà andare avanti nella lettura. Ad esempio io l’ho letto tutto d’un fiato e anche per questo lo consiglio a tutti i giovani. Da leggere assolutamente!!
TITOLO:
Bianca come il latte rossa come il sangue AUTORE:
Alessandro D’avenia EDIZIONI:
Mondadori N° PAGINE:
254
GENERE:
Romanzo/ Drammatico, Sentimentale
Alessandro D’avenia
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Seguite la famosa trasmissione Italia’s Got Talent? Ora tocca al nostro istituto, che organizza:
ANTI’S GOT TALENT
re? ita nto? c e ar ale avi e un t ro r b e st t Siet e? Ave e il vo ? e i t tar oes k. via can vere p rte?In ceboo e! a i r i a a v r a f p a sc da gina tecip e br ia Siet e brav ciarlo ra pa e è par o s t t ast Siet hé la a nos rtan il t a o n c l p t o r l c is Pe o su L’im erv ore e igli un’int ? m vid il à te r tta are sce vot e rila e aspe e t r re Ch cito no! pot essi e il vin rnali t s gio ito! Voi iace” p mo b “mi prossi eci su t sul tatta Con
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Partecipare è facilissimo e gratuito, basta essere iscritti a facebook, e mettere mi piace alla pagina ANTI’S GOT TALENT. Si potrà dimostrare il proprio talento direttamente da casa, filmandosi e pubblicando il video stesso sulla pagina.
Se non avete talenti potrete comunque votare con il tasto “mi piace” il video migliore; il vincitore finirà sul prossimo numero di Loft, dove potrà rilasciare un’intervista. Se siete dei bravi poeti potete anche scrivere la vostra migliore poesia sul sito o recitarla in un video; se siete bravi a cantare, ballare o recitare basterà filmarvi; se siete bravi a scattare e modificare fotografie, pubblicatele senza problemi.
Non abbiate timore di mandarci un vostro video, tanto l’importante è partecipare! Vi aspettiamo in molti, e buon divertimento!