20- "Impianti Automatici "111pag.SPRINKLER

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Ordine degli ARCHITETTI della Provincia di Reggio Calabria

CORSO – D.M. 5/8/2011 Iscrizione nell’elenco Ministero dell’Interno, dei professionisti abilitati alle certificazioni necessarie, per gli adempimenti di cui al DPR 151/2011 e successivo regolamento di cui al DM 7/8/2012 Comando VVF – RC

Lezione : Impianti automatici di estinzione incendi SPRINKLER ed Uni 12845


Gli impianti di protezione attiva antincendio

Sono impianti di protezione antincendio  impianti di estinzione o controllo incendi/esplosioni  impianto di controllo del fumo e del calore (evacuatori)  impianto di rivelazione di fumo,calore, gas e incendio;  impianto di segnalazione allarme incendio Per tali impianti sono stati emanati dal M.I. indirizzi e regole tecniche


Gli impianti di protezione attiva antincendio

Le circolari ed i decreti ministeriali

ď Ż La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993

ď Ż Il decreto sugli impianti Dm 20.12.2012


La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993 IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA ANTINCENDI.


La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993 Gli impianti di protezione attiva antincendi nel loro complesso costituiscono una delle misure fondamentali per il conseguimento delle finalitĂ della prevenzione incendi. Tali impianti sono annoverati fra gli accorgimenti intesi a ridurre le conseguenze dell'incendio a mezzo della sua RIVELAZIONE precoce e della ESTINZIONE rapida nella prima fase del suo sviluppo.


La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993

In correlazione con le disposizioni legislative concernenti la sicurezza degli impianti di cui alla legge 46/90 e D.P.R. 6-12-1991, n.447, si ravvisa l'opportunitĂ che i Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco acquisiscano il progetto particolareggiato degli impianti antincendio : -

previsti dalle specifiche norme di sicurezza;

-

richiesti dai Comandi stessi in virtĂš dell'art.3 del D.P.R. 29-71982, n.577 per attivitĂ non normate.


La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993 Il progetto dovrà essere redatto allegando: 

- schema a blocchi dell'impianto con rappresentazione delle parti principali;

- disegni planimetrici, in scala opportuna, con la rappresentazione grafica degli impianti e del tipo di installazione,

- relazione tecnico-descrittiva sulla tipologia e consistenza degli impianti e relative indicazioni sul calcolo analitico effettuato secondo le norme di riferimento.

gli elaborati grafici e la relazione tecnica dovranno essere redatti facendo uso dei simboli grafici e della terminologia contenuta nel D.M. 30-11-1983


La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993 ď Ż Gli impianti in argomento dovranno essere progettati nel rispetto delle specifiche norme di sicurezza antincendi e secondo la regola dell'arte.

Legge 186/68 Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d'arte. La regola dell’arte e’ da intendersi l'insieme delle tecniche considerate corrette per la realizzazione di impianti e’ o lavorazioni .


La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993 PROGETTAZIONE : Le norme tecniche UNI-VV.F., definendo compiutamente caratteristiche e prestazioni di impianti e componenti, rendono possibile considerare gli impianti realizzati secondo dette norme rispondenti alla regola dell'arte.    

UNI-VV.F. 9489 - Apparecchiature per estinzione incendi, impianti fissi di estinzione automatici a pioggia (sprinkler). UNI-VV.F. 9490 - Apparecchiature per estinzione incendi Alimentazioni idriche per impianti automatici antincendio. UNI-VV.F. 9494 - Evacuatori di fumo e calore: caratteristiche, dimensionamento e prove. UNI-VV.F. 9795 - Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione manuale di incendio.


La circolare ministeriale n. 24 del 26/1/1993 Per quanto riguarda i componenti d’impianto valgono :

UNI-VV.F. 9485 - Idranti a colonna soprasuolo in ghisa.

UNI-VV.F. 9486 - Idranti sottosuolo in ghisa.

UNI-VV.F. 9487 - Tubazioni flessibili antincendio di DN 45/70

UNI-VV.F. 9488 -Tubazioni semirigide DN 20 e 25 per naspi

UNI-VV.F. 9491 - Erogatori (sprinkler).


Il Decreto Ministeriale 20.12.2012

REGOLA TECNICA PER GLI IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA ANTINCENDI.


Il Decreto Ministeriale 20.12.2012 Il decreto sancisce l’utilizzo delle norme tecniche di progettazione emanate da “Enti di normazione” - nazionali, : norme UNI - europei : norme EN - internazionali : norme ISO Ed a tal proposito distingue che : la progettazione o la verifica degli impianti fatta secondo le norme UNI (norme di tipo EN, CEI) può essere eseguita dai tecnici abilitati (cioè iscritti in albo professionale) la progettazione o la verifica degli impianti fatta secondo le norme “norme internazionalmente riconosciute” (es. NFPA, FM, ISO ecc.) è di sola competenza dei “professionisti antincendio” (cioe’ gli iscritti alle liste del Min. dell’Interno).


Il Decreto Ministeriale 20.12.2012 Il decreto disciplina la progettazione, la costruzione, l'esercizio e la manutenzione  Progettazione  Costruzione  Esercizio  Manutenzione degli impianti di protezione attiva contro l'incendio, installati nelle attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi, qualora previsti da specifiche regole tecniche in materia o richiesti dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco. art. 2 – Esclusioni Il DM non si applica nelle attivita’ :  Dl.vo 334/99 – Grandi rischi  DPR 418/95 e DPR 569/92 – edifici storici  DPR 340/2003 – distribuzione GPL per uso stradale e DM 24.5.2002 – distribuzione Metano per uso stradale  DM 13.10.94 e DM 14.5.2004 x depositi GPL  DM 18.55.95 x depositi soluzione alcooliche


Dm 20.12.2012 e Certificazioni e dichiarazioni

per gli impianti di protezione antincendio

Nella scia della circ. 24/93 e della circ. 515/2008, riprendendo i contenuti del DM 7/8/2012 (regolamento procedure di prevenzione incendi) il DM 20.12.2012 stabilisce le regole per la certificazione degli impianti che hanno rilevanza nella progettazione antincendio. Gli impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio sono elencati al punto 3.1 dell’allegato II al D.M. 7/8/2012 (e sono trascritti nella modulistica antincendio PIN 2.4/2012 e PIN 2.5/2012, denominati DICH. IMP e CERT. IMP)


Il Decreto Ministeriale 7/8/2012 definisce nell’allegato II punto 3.1 gli IMPIANTI, RILEVANTI AI FINI DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO      

impianti di produzione, distribuzione ed utilizzazione dell’energia elettrica; impianti protezione contro le scariche atmosferiche impianti di deposito, trasporto, distribuzione e utilizzazione, di gas, anche in forma liquida, combustibili o infiammabili o comburenti; impianti di deposito, trasporto, distribuzione e utilizzazione, di solidi e liquidi combustibili o infiammabili o comburenti; impianti di riscaldamento, climatizzazione, condizion.to e refrigerazione impianti di protezione antincendio

NB sono impianti di protezione antincendio elencati nel DM 20.12.2012  impianti di estinzione o controllo incendi/esplosioni, di tipo automatico o manuale  impianto di controllo del fumo e del calore;  impianto di rivelazione di fumo,calore, gas e incendio;  impianto di segnalazione allarme incendio. N.B. : gli impianti di estinzione, controllo fumo (evacuatori), rivelazione, segnalazione incendi, sono impianti di protezione attiva antincendio (vedi norme UNI VVF).


Impianti rilevanti elencati nei modelli PIN


Certificazioni e dichiarazioni per gli impianti di protezione antincendio

La certificazione antincendio DM 20.12.2012 e quella di cui al Dl.vo 37/2008

Gia’ con la lettera circolare n. 515 del 24.5.2008 (che rimandava ancora all’allegato II del DM 4/5/98) si chiariva che essendo intervenuto il dl.vo 37/08, gli impianti rilevanti ai fini antincendio (quindi anche quelli di protezione antincendio), qualora soggetti al Dl.vo 37/2008 vanno certificati esclusivamente con il modello ministeriale relativo alla dichiarazione di conformita’ di cui all’art. 7 del Dlvo 37/08.


Il Decreto Legislativo 37/2008 IMPIANTI, SOGGETTI alla DICHIARAZIONE di Conformita’ (art.7)

       

Art. 1 impianti dell’energia elettrica (produzione, trasporto, distribuzione ed utilizzazione); impianti protezione contro le scariche atmosferiche impianti per la distribuzione e l’utilizzazione di gas di qualsiasi tipo impianti di automazione porte, cancelli, barriere impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere impianti di ascensori, montacarichi, scale mobili (sollevamento persone o di cose) impianti di riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione impianti idrici e sanitari di qualsiasi natura e specie

Impianti di Protezione antincendio per come definiti all’art. 2 Art. 2 : sono impianti di protezione antincendio

  

impianto di alimentazione di idranti, estinzione o controllo incendi, di tipo automatico o manuale impianto di rivelazione di gas, fumo ed incendio; impianto di segnalazione allarme incendio.

N.B. : gli impianti di controllo fumo e calore (evacuatori), e gli impianti di allarme, non sono elencati.


Il Decreto Ministeriale 20.12.2012 Ai fini dei controlli di prevenzione incendi e relative certificazioni e dichiarazioni, il DM 7/8/2012 prevede invece l’uso di apposita modulistica VVF e precisamente: DICH. IMP - Modello PIN 2.4/2012 CERT. IMP - Modello PIN 2.5/2012 Tali modelli si utilizzano nel caso di impianti non soggetti al DM 37 del 22 gennaio 2008 (per i quali invece si redige la ben nota dichiarazione di conformità. NB : quindi nessun modello PIN di CERT-IMP o DICH-IMP). Specifiche : Se impianti di nuova installazione, si compila la DICH. IMP. cioe’ la dichiarazione di corretta installazione e funzionamento dell’impianto (da parte della ditta installatrice); Se impianti di nuova installazione, si compila la CERT. IMP. (certificazione di rispondenza e corretto funzionamento a firma di professionista antincendio) nel caso di impianti realizzati secondo norme internazionali.


Il Decreto Ministeriale 20.12.2012 Il modello CERT.IMP. si applica altresi’ : o

o

in caso di impianti esistenti soggetti al DL.vo 37/08 e privi della dichiarazione di conformità di cui al punto 7 del Dlvo. N.B. In tal caso assume valore di certificazione di rispondenza prevista dallo stesso DL.vo 37/08. in caso di impianti esistenti non soggetti al Dl.vo 37/08 ed in assenza della DICH. IMP. o realizzati in assenza del PROGETTO . La CERT-IMP va resa da professionista antincendio cioe’ iscritto nell’elenco ministeriale di cui alla L. 818/84 ma che possiede anche l’iscrizione all’albo professionale per le specifiche competenze richieste ed ha esercitato la professione per almeno cinque anni nel relativo settore.


CONFRONTO tra DM 20.12.2012 e Dl.vo 37/08 Gli impianti, RILEVANTI AI FINI DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO, ricadenti o meno nel Dl.vo 37/2008:

        

impianto di produzione, trasporto, distribuzione ed utilizzazione dell’energia elettrica; impianto protezione contro le scariche atmosferiche impianto di deposito, trasporto, distribuzione e utilizzazione, di GAS, ANCHE IN FORMA LIQUIDA, COMBUSTIBILI O INFIAMMABILI O COMBURENTI; impianto di deposito, trasporto, distribuzione e utilizzazione, di SOLIDI E LIQUIDI COMBUSTIBILI O INFIAMMABILI O COMBURENTI; impianto di riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione, impianto di estinzione o controllo incendi/esplosioni, di tipo automatico o manuale impianto di controllo del fumo e del calore; impianto di rivelazione di fumo,calore, gas e incendio; impianto di segnalazione allarme incendio.

Nota : le attivita’ marcate in rosso (sottolineate ed in corsivo) non sono comprese nel DL.vo 37/2008 (cioe’ negli elenchi di cui agli art. 1 e 2 e per essi vanno compilati i modelli PIN)


Il Decreto Ministeriale 20.12.2012 CONCLUSIONI Per gli impianti non soggetti al Dl.vo 37/2008 si utilizza SEMPRE il modello DICHIMP, e quello CERT-IMP. Per il modello CERT-IMP si procede con le seguenti specifiche :  per gli impianti non soggetti al Dl.vo 37/2008, ma costituenti impianti rilevanti ai fini antincendio e cioe’ :  

EVACUAZIONE FUMO E CALORE LE ATTIVITA’ DI SOLO DEPOSITO E TRASPORTO DI GAS ANCHE LIQUIDI COMBUSTIBILI COMBURENTI ED INFIAMMABILI  DEPOSITO E TRASPORTO E DISTRIBUZIONE ED UTILIZZAZIONE DI SOLIDI E LIQUIDI COMBUSTIBILI, INFIAMMABILI E COMBURENTI si compila il modello PIN di CERT-IMP nel caso che si e’ in assenza di progetto. Precisazioni  Il DM 7/8/2012 (procedimenti di Prevenzione Incendi che sostituisce il DM 4/5/98) ribadisce che la DICH-IMP. si presenta solo per gli impianti non soggetti al dl.vo 37/2008 e chiarisce che si presenta il modello CERT. IMP per quegli impianti non soggetti al Dl.vo 37/2008 che sono stati realizzati prima dell’entrata in vigore del DM 2012 e che sono privi della dichiarazione di conformita’ ai sensi dell’art. 7 del Dl.vo 37/2008.


I modelli PIN MOD. PIN 2.4 – 2012 DICH.IMP. DICHIARAZIONE DI CORRETTA INSTALLAZIONE E FUNZIONAMENTO DELL’ IMPIANTO (per impianto non ricadente nel campo di applicazione del dm 22 gennaio 2008, n. 37)

Il sottoscritto installatore, nella sua qualità di titolare, legale rappresentante dell’impresa operante nel settore DICHIARA : CHE L'IMPIANTO È STATO REALIZZATO IN MODO CONFORME ALLA REGOLA DELL’ARTE, TENUTO CONTO DELLE CONDIZIONI DI ESERCIZIO E DEGLI USI A CUI E’ DESTINATO, AVENDO IN PARTICOLARE:  

rispettato il progetto seguito la normativa tecnica


I modelli PIN MOD. PIN 2.5 – 2012 CERT.IMP.

CERTIFICAZIONE DI RISPONDENZA E DI CORRETTO FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO (per impianto non ricadente nel campo di applicazione del dm 22/1/2008, n. 37)

Il sottoscritto professionista antincendio iscritto all’Albo professionale dell’Ordine/Collegio, iscritto negli elenchi del M.I. di cui all’art. 16 comma 4 del DLgs 139/06, ai fini di quanto previsto dal D.P.R. 1/8/2011 n. 151 e dal DM 7.8.2012, dopo avere eseguito i necessari sopralluoghi e verifiche atti ad accertare le caratteristiche tecniche di realizzazione e funzionamento dell’impianto sotto riportato: 

C E R T I F I C A CHE, SULLA BASE DEI SOPRALLUOGHI E DEGLI ACCERTAMENTI EFFETTUATI, TENUTO ALTRESÌ CONTO DELLE CONDIZIONI DI ESERCIZIO E DEGLI USI A CUI È DESTINATO, L'IMPIANTO È STATO REALIZZATO IN MODO CONFORME ALLA REGOLA DELL’ARTE E RISULTA REGOLARMENTE FUNZIONANTE.


MOD PIN 2.4 Dichiarazione


MOD PIN 2.4 Dichiarazione


MOD PIN 2.5 Certificazione


MOD PIN 2.5 Certificazione


Gli impianti di protezione attiva antincendio

Gli SPRINKLER e le UNI 12845


Gli impianti di protezione attiva antincendio

Gli impianti di protezione antincendio possono essere possono essere di tipo ad azionamento manuale o di tipo automatico. Gli impianti automatici sono quelli che si attivano in presenza di incendio indipendentemente dall’azione dell’operatore . Essi possono essere asserviti da un impianto di rivelazione fumo e calore che segnalando l’allarme agisce su un attuatore meccanico e provoca l’apertura di valvole consentendo, la scarica dell’agente estinguente. L’agente estinguente puo essere : acqua - anidride carbonica - polvere - schiuma - idrocarburi alogenati - etc etc


Gli impianti di protezione SPRINKLER

Tra gli impianti automatici di estinzione incendi funzionanti AD ACQUA si annoverano gli IMPIANTI SPRINKLER . Gli sprinkler sono regolati dalle UNI 12845 : definizioni Un sistema automatico sprinkler è progettato per rilevare la presenza di un incendio ed estinguerlo nello stadio iniziale con acqua, oppure di tenere sotto controllo le fiamme in modo che l’estinzione possa essere completata con altri mezzi.


Gli impianti di protezione SPRINKLER e la prima fase dell’incendio


Gli impianti di protezione SPRINKLER

Un sistema sprinkler comprende : un sistema di rivelazione incendi, l’alimentazione idrica, la rete di distribuzione principale di alimentazione e uno o più impianti sprinkler Gli impianti SPRINKLER ad azionamento automatico sono impianti ad acqua frazionata dotati di una testina erogatrice sulla quale e’ installato un meccanismo di chiusura dell’ugello, sensibile al calore. Il calore interviene sul meccanismo che si disattiva lasciando che la pressione idrica, esistente nelle tubazioni a monte dell’ugello, emetta la scarica dell’estinguente.


Specifiche della norma Uni EN 12845 : Terminologia  Sistema sprinkler: La totalità degli elementi necessari per dotare di protezione sprinkler una specifica attività, inclusi uno o più impianti sprinkler, le reti di distribuzione fino ai singoli impianti e la/le alimentazione/i idrica/idriche.  Impianto (impianto sprinkler): Parte di un sistema sprinkler che comprende una stazione di controllo, le relative tubazioni a valle e gli erogatori sprinkler.  Sprinkler (automatico): Erogatore con un dispositivo di tenuta termosensibile (a fusibile o a bilbo di vetro) che si apre per scaricare acqua contro l’incendio.


UNI 12845 Composizione degli impianti ď Ż I sistemi automatici a sprinkler comprendono i seguenti componenti principali: 1. alimentazione idrica; 2. rete di tubazioni fisse; 3. stazione di controllo; 4. valvole di controllo; 5. erogatori sprinkler (apparecchi erogatori).


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845 -

Riepilogo


la testina SPRINKLER (annaffiatoio) a fusibile


la testina SPRINKLER a bulbo di vetro


testine Sprinkler

Funzionamento ed apertura delle Testine erogatrici


UNI 12845 Composizione degli impianti - elementi principali

Erogatore sprinkler non chiuso da elemento termosensibile. In tal caso e’ necessario l’impianto di rivelazione incendio. Erogatore ad ugello aperto per impianti di raffreddamento


Gli impianti di protezione SPRINKLER

Quando le tubazioni finali cioe’ quelle a valle della stazione di controllo in corrispondenza degli erogatori, sono riempite di acqua mantenuta in surpressione, l’impianto si chiama ad umido. In alternativa l’impianto puo’ essere del tipo a secco, ed in tal caso solo le condotte principali e le colonne montanti sono riempite di acqua in surpressione , mentre le parti finali dell’impianto (la rete ove sono installate le testine erogatrici) sono mantenute con aria compressa. Cio’ costituisce una protezione dell’impianto in caso di gelo.


Impianti SPRINKLER a secco ed ad umido


Sistemi di Protezione Attiva Antincendio : Sprinkler


Elementi principali del singolo Impianto Sprinkler


Schema d’impianto e collegamenti con l’alimentazione idrica.

UNI 12845


Gli impianti di protezione attiva antincendio


UNI 12845 Composizione degli impianti : elementi principali

Collettore principale di alimentazione


UNI 12845 Composizione degli impianti : elementi principali

Tubazioni principali


UNI 12845 Composizione degli impianti : elementi principali STAZIONE di controllo 1- Saracinesca d'intercettazione Interdiction gate 2-Valvola di controllo ed allarme Valve of controll and alarm 3- Acceleratore - Accelerator 4- Campana idraulica Hydraulics bell 5- Pressostato di allarme Alarm pressure switch 6- Valvola di prova allarme Valve of alarm prove 7- Dispositivo di carica idrica Switch of hydric charge 8- Valvola di scarico Valve of discharge


testine Sprinkler


Sistemi di Protezione Attiva Antincendio : Sprinkler Erogatore sprinkler


UNI 12845 Concetti generali

Gli sprinkler funzionano a temperature predeterminate per scaricare l’acqua sopra le parti interessate dal principio d’incendio.  Ad una predeterminata temperatura l’ampolla della testina o delle testine, posizionate possibilmente sulla verticale dell’incendio, si rompe e segue la scarica d’acqua. Il flusso d’acqua attraverso la valvola di allarme innesca un allarme di incendio. Man mano che l’incendio avanza, se la scarica d’acqua non ha bloccato la combustione, i fumi caldi risaliti in alto, si accumulano e creano uno strato caldo che si espande lateralmente. Man mano che le temperature dello strato caldo raggiungono quella di rottura negli sprinklers, adiacenti, si determina l’attivazione dell’erogazione delle altre testine, teoricamente fino all’intervento globale di tutte le testine facenti parti della cosiddetta Area Operativa.


Entrano in funzione solamente gli sprinkler che prossimi all’incendio si riscaldano sufficientemente.

UNI 12845


La progettazione dell’impianto Sprinkler

Le norme nazionali in materia di progettazione degli impianti sprinkler sono le Le UNI 12845/2009 Sistemi automatici a sprinkler.

La norma indica i requisiti e fornisce indicazioni per la progettazione, l’installazione e la manutenzione di sistemi a sprinkler in edifici e impianti industriali.


La progettazione dell’impianto Sprinkler IL DM 20/12/2012, richiama la necessita’ che gli impianti (e quindi anche gli sprinkler) siano progettati in base alla regola dell’arte. Quindi specifica che :

La presunzione di regola dell’arte e’ riconosciuta alle norme emanate da Enti di normalizzazione nazionale, europei o internazionali. Un impianto sprinkler si intende progettato a a regola d’arte se vengono rispettate le correnti norme di sistema che possono essere UNI – EN - NFPA – FM – ISO (con la

differenza che l’utilizzo di “norme internazionalmente riconosciute” e’ consentita solo ai professionisti antincendio abilitati alla L. 818/84)


Generalita’ e riferimenti Cos’è una norma Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998: • "norma" è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti categorie:  norma internazionale (ISO)  norma europea (EN)  norma nazionale (UNI) Le norme, quindi, sono documenti che definiscono gli STANDARD e cioe’ le specifiche tecniche (caratteristiche dimensionali, prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell'arte e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo.


Generalita’ e riferimenti Le principali sigle che caratterizzano le norme STANDARD sono : • UNI: contraddistingue tutte le norme nazionali italiane e nel caso sia l'unica sigla presente significa che la norma è stata elaborata direttamente dalle Commissioni UNI o dagli Enti Federati; • EN: identifica le norme elaborate dal CEN (Comité Européen de Normalisation). Le norme EN devono essere obbligatoriamente recepite dai Paesi membri CEN e la loro sigla di riferimento diventa, nel caso dell'Italia, UNI EN. Queste norme servono ad uniformare la normativa tecnica in tutta Europa, quindi non è consentita l'esistenza a livello nazionale di norme che non siano in armonia con il loro contenuto; • ISO: individua le norme elaborate dall'ISO (International Organization for Standardization). Queste norme sono un riferimento applicabile in tutto il mondo. Ogni Paese può decidere se rafforzarne ulteriormente il ruolo adottandole come proprie norme nazionali, nel qual caso in Italia la sigla diventa UNI ISO (o UNI EN ISO se la norma è stata adottata anche a livello europeo).


Generalita’ e riferimenti I più importanti organismi di standardizzazione italiani sono :  L'Uni, Ente Nazionale di Unificazione federato all'ISO, è l'organismo al quale compete istituzionalmente l'elaborazione di standard nazionali, ad eccezione della standardizzazione e dell'unificazione nel settore elettrotecnico, per il quale è competente il CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano. I più importanti organismi di standardizzazione internazionale sono :  l'ISO International Organization for Standardization, che copre tutti i settori di attività ad eccezione del settore elettrotecnico, che rientra nella competenza della IEC (International Electrotecnical Commission) e del settore delle telecomunicazioni che rientra nella competenza della ITU (International Telecommunication Union).


Generalita’ e riferimenti 

Aderiscono all'ISO un centinaio di membri nazionali rappresentati dai rispettivi enti nazionali di unificazione e numerose organizzazioni internazionali. Ciascuno standard ISO è risultato dalla cooperazione fra gruppi di esperti di numerosi paesi e rappresenta un accordo internazionale fra i membri nazionali ISO

Fanno capo all'UNI gli enti federati, cioè organismi che svolgono sul piano nazionale attività di unificazione, ciascuna per il settore di propria competenza. Sono enti federati ad esempio UNICHIM, UNIFER, UNIGAS... La redazione di progetti di norme è effettuata da commissioni tecniche i cui membri sono esponenti delle imprese associate nei diversi settori industriali.

I principali enti di normalizzazione nazionale negli paesi esteri sono  AFNOR Association Française de Normalisation per la Francia,  ANSI American National Standards Institute per gli Stati Uniti,  BSI British Standard Institution per la Gran Bretagna,  DIN Deutsches Institut fùr Normung per la Germania.


Generalita’ e riferimenti Esistono poi specifiche tecniche redatte da industrie, associazioni commerciali o di categoria che spesso, per l'importanza che rivestono, sono seguite e utilizzate come standards " di fatto". le piĂš importanti associazioni produttrici di standard di fatto sono : ď Ż API American Petroleum Institute, ASTM American Society for Testing Materials, IEEE Institution forElectrical Engineers, NACE National Association of Corrosion Engineers, NFPA National Fire Protection Association. Gli Standard sono di solito identificati e citati con un codice alfanumerico che nella parte alfabetica individua l'ente produttore e nella parte numerica la singola norma.


Generalita’ e riferimenti


Generalita’ e riferimenti A differenza dell’ISO il mondo europeo delle normazione è strettamente interrelato con un corpo sempre più completo di direttive dell’Unione Europea e ha dovuto, quindi, darsi regole interne più rigide: gli organismi di normazione membri del CEN sono infatti obbligati a recepire le norme europee e a ritirare le proprie, se contrastanti. Dal 1985, infatti, per i prodotti che richiedono l’applicazione del marchio CE, il legislatore definisce, tramite Direttive, i requisiti essenziali relativi alla sicurezza e alla salute dei cittadini, demandando al CEN (comitato di normalizzazione europeo) l’emanazione di norme che ne precisino le caratteristiche prestazionali e i metodi di prova.


Generalita’ e riferimenti Le norme "EN", elaborate su richiesta della Commissione Europea e citate in appositi elenchi nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, vengono dette "armonizzate". Le norme armonizzate sono un importante supporto per il rispetto delle Direttive Comunitarie, in quanto costituiscono un fondamentale riferimento per progettare e produrre beni/servizi che possano circolare liberamente nel mercato europeo.

Le norme, sono identificate da numeri e sigle. Dalla sigla si può capire da chi è stata elaborata la norma e qual è il livello di validità.


Generalita’ e riferimenti La norma tecnica ha caratteristiche • CONSENSUALITÀ: deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori; • DEMOCRATICITÀ: tutte le parti economico/sociali interessate possono partecipare ai lavori e, soprattutto, chiunque è messo in grado di formulare osservazioni nell'iter che precede l'approvazione finale; • TRASPARENZA: UNI segnala le tappe fondamentali dell'iter diapprovazione di un progetto di norma, tenendo il progetto stesso adisposizione degli interessati; • VOLONTARIETÀ: le norme sono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente.


Generalita’ e riferimenti

Quando l’argomento trattato dalle norme ha un impatto determinante sulla sicurezza del lavoratore, del cittadino o dell’ambiente le Pubbliche Amministrazioni fanno riferimento ad esse richiamandole nei documenti legislativi trasformandole in ď Ż documenti cogenti.


La progettazione dell’impianto Sprinkler

le UNI 12845: 2009 GENERALITA’ 

La norma UNI EN 12845 è relativa agli impianti fissi a sprinkler in edifici e impianti industriali in ambito terrestre.

Questa norma non si applica ai sistemi spray ad acqua e ai sistemi a diluvio.

I requisiti di questa norma non sono validi per sistemi automatici sprinkler su navi, aeromobili, veicoli, dispositivi mobili antincendio.

 

I requisiti di questa norma non sono validi per sistemi minerari. La presente norma riguarda solamente i tipi di erogatori sprinkler specificati nella EN 12259-1.

NB: la serie EN 12259 tratta le “norme di prodotto”.


La progettazione dell’impianto Sprinkler le UNI 12845: 2009 sostituiscono ed unificano le :

 Uni 9489 "Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia (sprinkler)"  Uni 9490 "Alimentazioni idriche per impianti automatici antincendio“.


La progettazione dell’impianto Sprinkler

Specifiche della norma Uni EN 12845 : 

La norma UNI 12845 comporta indirettamente anche modifiche alla UNI 10779 (espressamente pubblicata per gli impianti ad idrante) nella parte in cui quest’ultima rimanda alle UNI 9490, per cio’ che riguarda le caratteristiche dell’impianto di alimentazione idrica antincendio.

In sostanza, alcune delle disposizioni della nuova EN 12845 potranno essere utilizzate come linee guida anche per gli impianti di estinzione ad idranti o a naspi, anche se la norma fa riferimento SOLO agli impianti sprinkler.


La progettazione dell’impianto Sprinkler Le novita’ della norma Uni EN 12845 :

Alimentazioni idrauliche La nuova norma Uni EN 12845 prevede quattro tipi di alimentazioni idriche : 1. alimentazione di tipo singolo 2. alimentazione superiore di tipo singolo 3. un'alimentazione di tipo doppio 4. un'alimentazione di tipo combinato


La progettazione dell’impianto Sprinkler Alimentazioni idriche singole  Le alimentazioni idriche singole sono : a) un acquedotto; b) un acquedotto con una o più pompe di surpressione; c) un serbatoio a pressione (solo per rischio basso LH cioe’ alcune aree di scuole ed uffici o le prigioni, o attività OH1 a medio rischio di gruppo 1 quali cementifici,caseifici, ospedali, alberghi, ristoranti, centri elab. dati)

d) un serbatoio a gravità; e) un serbatoio di accumulo con una o più pompe; f) una sorgente inesauribile con una o più pompe.


La progettazione dell’impianto Sprinkler Alimentazioni idriche singole superiori  Le alimentazioni idriche singole superiori sono alimentazioni idriche singole che forniscono un elevato grado di affidabilità. Le alimentazioni idriche singole superiori comprendono: a) un acquedotto alimentato da entrambe le estremità, che rispetta PRECISE condizioni dettate dalla norma; esempio : ogni estremità deve essere in grado di soddisfare la pressione e la portata richieste del sistema; b) un serbatoio a gravità senza pompa di surpressione c) un serbatoio di accumulo con due o più pompe, che rispetta PRECISE condizioni dettate dalla norma; esempio : serbatoio protetto e verniciato contro la corrosione; d) una sorgente inesauribile con due o più pompe.


La progettazione dell’impianto Sprinkler  Alimentazioni idriche doppie

Le alimentazioni idriche doppie consistono in due alimentazioni singole in cui ogni alimentazione è indipendente dall’altra. Ogni singola alimentazione che costituisce l’alimentazione doppia, deve essere conforme alle caratteristiche di pressione e di portata indicate nei criteri di progettazione idraulica.  Alimentazioni idriche combinate Le alimentazioni idriche combinate devono essere delle alimentazioni idriche singole superiori o doppie, progettate per alimentare più di un impianto fisso antincendio, come per esempio nel caso di installazioni combinate di idranti, naspi e sprinkler.


La progettazione dell’impianto Sprinkler Le novita’ della norma Uni EN 12845 : Alimentazioni elettriche Anche se la nuova norma Uni EN 12845 prevede quattro tipi di alimentazioni idriche, al contrario delle due della vecchia UNI 9490, è possibile comunque restringere a solamente due, a livello elettrico, le soluzioni possibili di alimentazione prevedendo:  un'alimentazione di tipo ordinario (tipo singolo o tipo singolo superiore secondo la nuova norma) quando si utilizza una sola pompa;  un'alimentazione di tipo superiore (tipo doppio o tipo combinato secondo la nuova norma) quando si utilizzano due pompe tali che possano funzionare in modo indipendente una dall'altra. L'alimentazione elettrica al motore di una pompa antincendio può avvenire in due differenti modi: 1. attraverso un collegamento alla rete pubblica di distribuzione; 2. attraverso un gruppo elettrogeno (o centrale di produzione) predisposto in modo che l'alimentazione dell'impianto sia prioritaria rispetto alle altre utenze;


La progettazione dell’impianto Sprinkler

Le novita’ della norma Uni EN 12845 : In base alla nuova norma, le aree e i locali da proteggere vengono classificati (articolo 6 e allegati A, B e C della norma), in base:  al tipo di attività  al carico di incendio in tre classi di rischio :   

Rischio BASSO Rischio MEDIO Rischio ALTO (di processo o di stoccaggio)


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler Cenni storici


Il dimensionamento degli impianti sprinkler – cenni storici


Il dimensionamento degli impianti sprinkler – cenni storici


Il dimensionamento degli impianti sprinkler – cenni storici


Il dimensionamento degli impianti sprinkler – cenni storici


La progettazione dell’impianto Sprinkler CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : punto 6.1 della norma

Prima di iniziare la progettazione, si deve determinare la classe di pericolo per cui deve essere progettato il sistema sprinkler. Gli edifici e le aree da proteggere mediante il sistema automatico sprinkler devono essere classificati come Pericolo Lieve (LH), Pericolo Ordinario (OH) oppure Pericolo Alto (HH). Questa classificazione dipende dal tipo di utilizzo e dal carico di incendio.


La progettazione dell’impianto Sprinkler

CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : punto 6.2 della norma

Pericolo lieve – LH. Punto 6.2.1 Attività con bassi carichi d’incendio e bassa combustibilità ed aventi ciascun singolocompartimento non maggiore di 126 m2 e con una resistenza al fuoco di almeno 30 min.

Vedere il prospetto A.1 dell’appendice A per gli esempi.

 Scuole e altre istituzioni educative (alcune aree) - Vedere punto 6.2.1  Uffici (alcune aree) - Vedere punto 6.2.1  Prigioni


La progettazione dell’impianto Sprinkler

CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : punto 6.2 della norma Pericolo ordinario - OH Attività in cui vengono trattati o prodotti materiali combustibili con un carico d’incendio medio e media combustibilità, nelle aree di processo o di lavorazione; Si distinguono -

OH1, OH2, OH3, OH4,

Pericolo Pericolo Pericolo Pericolo

Ordinario Gruppo 1; Ordinario Gruppo 2; Ordinario Gruppo 3; Ordinario Gruppo 4.

Vedere appendice A (prospetto A.2) per gli esempi. Nota : per le aree di deposito (dei materiali) nelle attivita’ di processo o lavorazione in pericolo ordinario (OH1-2-3-4) valgono le limitazioni di cui al prospetto 1 del punto 6.2.2, che richiama la suddivisione di tali depositi nelle categorie I-II-III-IV, descritte nel punto 6.3.2 ed individuate in base alle appendici B e C. ESEMPIO : Albergo – appendice A delle UNI 12485 – classe pericolo OH1


La progettazione dell’impianto Sprinkler CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : prospetto A.2 della norma


La progettazione dell’impianto Sprinkler

CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : punto 6.2.3.1 della norma

Pericolo Alto - Processo - HHP Un Pericolo Alto - Processo (reparto di processo), è relativo ad attività dove i materiali presenti possiedono un alto carico d’incendio ed un’alta combustibilità e sono in grado disviluppare velocemente un incendio intenso e vasto. HHP è suddiviso in quattro gruppi: -

HHP1, HHP2, HHP3, HHP4,

Processo Processo Processo Processo

a a a a

Pericolo Pericolo Pericolo Pericolo

Alto Alto Alto Alto

Gruppo Gruppo Gruppo Gruppo

1; 2; 3; 4.

Vedere appendice A (prospetto A.3) per gli esempi.

.


La progettazione dell’impianto Sprinkler

CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : punto 6.2.3.1 della norma

Pericolo Alto - Deposito - HHS Un Pericolo Alto - Deposito, è relativo al deposito di merci in cui l’altezza dello stoccaggio supera i limiti indicati nel punto 6.2.2.(cioe’ le aree deposito per le classi di pericolo OH) Il Pericolo Alto - Deposito - HHS è suddiviso in quattro categorie: - HHS1, Deposito a Pericolo Alto Categoria I; - HHS2, Deposito a Pericolo Alto Categoria II; - HHS3, Deposito a Pericolo Alto Categoria III; - HHS4, Deposito a Pericolo Alto Categoria IV.

Nota : Nelle appendici B e C sono riportati alcuni esempi per individuare la categoria del deposito .


La progettazione dell’impianto Sprinkler CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : punto 6.3.1 della norma

Determinazione della categoria I-II-II-IV del deposito HHS Per determinare i criteri di progetto richiesti nel caso di depositi di merci, si deve seguire determinare la categoria in base alla procedura illustrata nella figura 2, che rimanda alle appendici B-C-G. Lo schema a blocchi della figura 2 evidenzia come la categoria del deposito dipende :  dalla combustibilità dei materiali depositati (compresi i loro imballaggi e la metodologia di immagazzinamento).


La progettazione dell’impianto Sprinkler figura 2 del punto 6.3.2 della norma


La progettazione dell’impianto Sprinkler CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : punto 6.3.1 della norma

Determinazione della categoria I-II-II-IV del deposito HHS Precisazioni: 1) Con l’appendice B si individuano le categorie di deposito in base :  Fattore materiale (compresi gli imballaggi)  Configurazione dell’immagazzinamento

Procedimento : si determina il fattore M dalla figura B.1 e poi con la tabellina del prospetto B.1 si determina la categoria in funzione della configurazione di immagazzinamento. 2) Con l’appendice C si individuano le varie categorie in base ad un elenco alfabetico di esempi di depositi . NB : valgono le limitazioni di cui al prospetto 2 del punto 6.3.2, che distingue le modalita’ di impilamento nelle configurazioni ST1-ST2-ST3-ST4-ST5-ST6 descritte nella figura 3.


CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITĂ€ E DEI RISCHI DI INCENDIO : prospetto 2 del punti 6.3.2 della norma

Tipologia di impilamento merci


CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RISCHI DI INCENDIO : prospetto 3 del punto 7.1 della norma


La progettazione dell’impianto Sprinkler con le uni 12845


La progettazione dell’impianto Sprinkler con le uni 12845 Definita la Classificazione delle attività in base al pericolo dalle UNI 12845 si ricavano i cosiddetti : CRITERI DI PROGETTAZIONE IDRAULICA cioe’ i parametri minimi che gli impianti in progettazione devono soddisfare per essere ritenuti a regola d’arte. Area operativa Densita’ di scarica Pressione minima al singolo sprinkler Durata di scarica NB Esse dipendono e sono ipotizzate in funzione del rischio cioe’ in funzione della categoria dell’area protetta e del tipo di merce (ex Commody)


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845 Concetti generali e criteri progettuali Si distinguono nella terminologia :  L’area operativa cioe’ l’area, considerata come ipotesi progettuale, (ovvero dato idraulico di progetto) ove si ipotizza che intervengono contemporaneamente un certo numero di testine sprinkler;  La densita’ di scarica, cioe’ la portata d’acqua per unita’ di superficie ed unita’ di tempo che si suppone sia necessaria per spegnere o controllare l’incendio.


La progettazione dell’impianto Sprinkler CRITERI DI PROGETTAZIONE IDRAULICA : punto 7.1 della norma

Densita’ di scarica ed Area operativa


La progettazione dell’impianto Sprinkler CRITERI DI PROGETTAZIONE IDRAULICA : punto 7.1 della norma

Densita’ di scarica ed Area operativa


La progettazione dell’impianto Sprinkler CRITERI DI PROGETTAZIONE IDRAULICA

Minima Pressione

Punto 13.4.4 Minima pressione di scarica dello sprinkler La pressione dello sprinkler situato nella posizione idraulicamente più sfavorevole,quando tutti gli sprinkler nell’area operativa sono in funzione, non deve essere minore di quella richiesta per raggiungere la densità specificata nel punto 13.4.1 o le seguenti,quale delle due sia la maggiore: - 0,70 bar in LH; - 0,35 bar in OH; - 0,50 bar in HHP e HHS ad eccezione degli sprinkler fra gli scaffali; - 1,00 bar per gli sprinkler K 115 fra gli scaffali; - 2,00 bar per gli sprinkler fra gli scaffali.


La progettazione dell’impianto Sprinkler CRITERI DI PROGETTAZIONE IDRAULICA

Durata

Durata alimentazione : punto 8.1.1 della norma Ogni alimentazione idrica deve possedere una capacitĂ sufficiente per le seguenti durate minime (autonomia): - LH = 30 min - OH = 60 min - HHP = 90 min - HHS = 90 min


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

Noti la densita’ di scarica, l’area operativa, e la durata , si definiscono di massima :

- La portata minima teorica (dens. x area op.)

- La riserva idrica minima teorica (portata x durata) di alimentazione.


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

Nota la pressione minima (allo sprinkler in posizione piu sfavorevole) , si sceglie (da tabelle e dalla disponibilita’ del mercato) la tipologia della testina sprinkler piu’ appropriata per quella pressione e che sara’ caratterizzata da una propria:

Area specifica (cioe’ l’area effettiva protetta dal singolo sprinkler)


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

La scelta della testina deve soddisfare anche le limitazioni della norma


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845 Erogatore sprinkler La scelta della testina deve soddisfare anche le limitazioni della norma : capitolo 14 della norma EN 12845, in base alle differenti classi di rischio Tabella 37, e paragrafi 14.2.2 e 14.2.4.


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

Nota l’area specifica si determina il numero delle testine erogatrici, che andranno a costituire l’Area Operativa :

nr. testine = Area Operativa / Area Specifica


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

Dall’area specifica si determina ancora la portata specifica di scarica della singola testina : Portata spec. di scarica = Area specifica x Densita’ di scarica di progetto

N.B. la densita’ di scarica di progetto e’ quella calcolata con le tabelle UNI 12845 in base alla categoria di pericolo LH – OH - HH


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845 Dalla portata specifica di scarica si determina ancora la pressione effettiva minima di progetto a cui deve lavorare la singola testina. Pressione effett. = portata specifica di scarica /(K) >2

tramite la formula


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

La pressione effettiva minima di progetto costituisce la base per il dimensionamento del Gruppo di pompaggio (prevalenza e portata) tramite il calcolo delle perdite idrauliche nelle tubazioni dell’impianto.


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845 -

Riepilogo


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

Riepilogo fasi di dimensionamento impianto sprinkler in base alle UNI 12845 UNI 12485 : passaggi Classificazione attivita’ e dei rischi : Punto 6 _ la classe di pericolo per cui deve essere progettato il sistema sprinkler e’ determinata in funzione delle attivita’ presenti nell’edificio Es. Albergo – appendice A delle UNI 12485 – classe pericolo OH1

Criteri di progettazione idraulica : Punto 7 _la densita’ di scarica di progetto e l’estensione dell’area operativa non devono essere inferiori ai valori indicati nei vari prospetti in funzione della classificazione


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

Riepilogo fasi di dimensionamento impianto sprinkler in base alle UNI 12845 UNI 12485 : passaggi Calcolo della portata di scarico dell’area operativa Nota: la densita’ di scarica di progetto e’ definita al punto 3.19 : densita’ minima di scarica espressa in mm d’acqua, per la quale l’impianto sprinkler e’ progettato, calcolata dalla scarica di un determinato gruppo di sprinkler, espressa in litri per minuto, diviso l’area protetta in mq. Densita’ di scarica (mm/min) = Portata(litri/min) Area protetta (mq) Da cui :

Portata dell’area ove insiste il gruppo di sprinkler dell’area operativa = Densita‘ di scarica x Area operativa.


Dimensionamento di massima dell’Impianto Sprinkler ed UNI 12845

Riepilogo fasi di dimensionamento impianto sprinkler in base alle UNI 12845 UNI 12485 : passaggi Conosciuta la portata dell’area operativa si calcolano le riserve idriche, moltiplicando la portata per la durata minima di funzionamento prevista dalle UNI in base alla classificazione di pericolo LH-OH-HH (punto 8.1.1). ed il numero minimo di sprinkler minimo necessario per l’area operativa e con la formula Q= K x P>2 anche la pressione o la prevalenza delle pompe.


Riepilogo fasi di dimensionamento impianto sprinkler in base alle UNI 12845


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