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IL MANUALE D’ASSISTENZA ALL’IMPIEGO


per l e tu e o p p o r t uni tĂ d i l avo ro


www.jobfinder16.com


SOMMARIO Presenzazione .......................................................................................................................

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America & Green Card ....................................................................................................

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Vado a vivere da solo ......................................................................................................

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Giovani al primo impiego ............................................................................................

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Lingue straniere: parlarle è fondamentale ................................................... 11 EDITORE Work Center 90 S.r.l. DIRETTORE RESPONSABILE Luca Guerra DIRETTORE Redazionale Mario Colabufo PROGETTO E IMPAGINAZIONE Carlo Petrafesa

Lavoro, stanchezza mentale e fisica, come porvi rimedio ............... 14 Mercato azionario e lavoro: una giungla di lusso .................................... 16 Lavorare nel monco della medicina: medico o non medico ........... 18 Nuove opportunità lavorative: Australia ......................................................... 19 Svizzera: tentar non nuoce ......................................................................................... 21 Inghilterra, la terra promessa ................................................................................... 23 BANDI ........................................................................................................................................... 26

IMMAGINI Alcune immagini sono tratte da www.google.it Chiunque riconosca nel giornale una immagine come propria, potrà vantarne, previa dimostrazione, i diritti rivolgendosi a: Work Center 90 S.r.l.

Tra realtà e utopia: La travagliata ascesa dei giovani nel mondo del calcio...................... 42 Laurea e lavoro: un matrimonio non più perfetto .................................. 44 Martin Luther king: He had a dream, e voi? ................................................ 46

Molte collaborazioni sono a titolo gratuito

Laurea? No grazie ............................................................................................................... 48 STAMPA Il colloquio. Vademecum .............................................................................................. 49 Festa dei lavoratori: la celebrerete anche voi ............................................. 50 Il Colloquio, come gestirlo al meglio .................................................................. 52 Germania: come fare ....................................................................................................... 54 Pensione anticipata: APE, nome nuovo e vecchi danni ...................... 58 Youtubers e influencers: avete un lavoro ma forse non lo sapete (ancora) ................................... 62


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ata dall’intuizione di un giovane imprenditore italiano, “Italian Job” ha lo scopo di affiancarsi a tutti i lettori che hanno bisogno di un concreto aiuto e una guida effettiva necessaria ai fini di uscire dal limbo della staticità. La crisi economica in concomitanza con la mancanza di informazioni concrete e le cosiddette raccomandazioni hanno chiuso le porte a tanti giovani talenti, intelletti capaci e abili operai: “Italian Job” punta ad essere un concreto aiuto, che racchiude anni di esperienza e preziosi consigli da mettere in pratica subito, con l’obiettivo di cambiare immediatamente il tuo modo di agire e di pensare. Al suo interno troverete recensioni sulle maggiori nazioni mondiali-Italia compresa-in cui v’è maggiore possibilità di trovare impiego.

Italian Job riassume anni di esperienze di utenti che hanno trovato lavoro e hanno recensito tutti i passi e tutti i costi sostenuti per raggiungere l’ambito traguardo, un lavoro. Non troverete i soliti consigli motivazionali con cui tanti promettono un cambiamento ma punti essenziali e concreti che v’indicheranno come e dove è possibile trovare impiego. Il segreto di Italian Job è che ogni parola è frutto di un vissuto, ogni indicazione è stata verificata e comprovata da un team di esperti e di statisti: nulla è scritto per caso, tutto è stato ponderato per offrire all’utente finale la possibilità di non sbagliare e di seguire ogni passo per raggiungere un risultato concreto. A tutti voi auguriamo una buona lettura!


AMERICA & GREENCARD

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e il vostro sogno è di dare una svolta alla vostra vita, trasferendovi all’estero, per esempio negli Stati Uniti d’America, sappiate che è una scelta molto drastica e complicata, sia economicamente che psicologicamente. Non è però impossibile: basta fare il primo passo, il resto verrà grazie a determinazione e forza di volontà. Il solo documento che vi permetterà di vivere e lavorare negli Stati Uniti per un periodo di tempo illimitato è la Permanent Resident Card, meglio definita Green Card . La Green Card è un visto per immigranti “Immigrant Visas”. Come molti documenti, deve essere rinnovata dopo 10 anni dalla data di rilascio. La si può ottenere in 3 modi: attraverso l’approvazione da parte dell’ US Citizenship and Immigration Service della richiesta di rilascio da parte di un familiare, dietro domanda di un

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Mario Colabufo

datore di lavoro o tramite la partecipazione al Diversity Visa Program. Trascorsi cinque anni dal rilascio della carta verde, tre se si è il coniuge di un cittadino americano, è possibile inoltre fare domanda per ottenere la cittadinanza americana. Ecco un esempio del documento in questione: Family Immigration Green Card:


America e Green card

Per ottenere una Green Card attraverso la famiglia è necessario che un cittadino americano sottoscriva la richiesta di una Immigrant Visa per il proprio parente, compilando il modulo USCIS Form I-130 Petition for Alien Relative (ad un costo di circa 420 dollari) disponibile sul sito USCIS.GOV. Per essere idoneo a ricevere una Green Card attraverso la famiglia, il parente cittadino americano dovrà dimostrare di condividere uno dei seguenti legami familiari:

• EB-2 professionals with advanced degrees or person with exceptional ability, • EB-3 skilled or professional workers, • EB-4 special immigrants, • EB-5 immigrant investors, entrepreneurs. Diversity Visa Program (Green Card Lottery):

• moglie o marito, • figlio/a al di sotto dei 21 anni di età, • figlio/a nubile o celibe al di sopra dei 21 anni, • figlio/a sposato/a di qualsiasi età, • fratello o sorella di almeno 21 anni, • genitori di almeno 21 anni. Nel caso che il parente richiedente sia dotato di Green Card ma non cittadino americano è possibile fare domanda per il visto solo se: -moglie o marito, -figlio/a. Il parente che compilerà il modulo dovrà inoltre dimostrare di poter sostenere economicamente il beneficiario della richiesta tramite apposita documentazione. Employment Immigration Green Card: Per ottenere una Green Card tramite l’assunzione è necessario che il datore di lavoro americano intenzionato ad assumere un dipendente straniero compili la I-9 Employment Eligibility Verification Form (gratuita) e la I-140 Immigrant Petition for Alien Worker Form (ad un costo di circa 580 dollari), entrambe scaricabili dal sito USCIS.GOV. Molte categorie d’impiego richiedono inoltre la compilazione, sempre da parte del datore di lavoro, del modulo ETA-750 e il successivo invio al Department of Labor’s Employment and Training Administration. Esistono cinque categorie d’impiego tra cui è fondamentale individuare la propria: • EB-1 priority workers,

Ogni anno il Diversity Visa Program mette in palio, attraverso una lotteria, circa 50.000 Diversity Immigrant Visa (Permanent Resident Card o Green Card). Questo programma speciale s’inserisce nella politica di mantenimento della multietnicità della popolazione americana ed è per questo motivo che ogni anno sono esclusi i cittadini di paesi il cui contingente di emigrazione verso gli Stati Uniti ha superato il numero di 50.000 persone negli ultimi cinque anni. L’unico sito ufficiale su cui effettuare l’iscrizione al sorteggio è DVLOTTERY.STATE.GOV, tramite la compilazione dell’Electronic Diversity Visa Entry Form (E-DV Entry Form)entro e non oltre il periodo di tempo (ed orario) indicato. Le autorità americane avvisano inoltre gli utenti che si riscontra una presenza massiccia di siti-truffa non autorizzati, dove si richiedono somme di denaro per registrarsi e partecipare all’estrazione. Per poter partecipare all’ambita lotteria si devono però affrontare due requisiti di base obbligatori: • Essere nativi di un Paese che rientri nella

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America e Green card

lista di quelli ammessi. Nel caso in cui così non fosse, potrete comunque iscrivervi a patto che: a) il vostro coniuge sia di una delle nazionalità ammesse all’iscrizione, b) almeno uno dei vostri genitori sia nato in un paese ammesso. Essere in possesso di un diploma di scuola superiore o di un attestato che certifi chi il completamento di un corso di studi di almeno 12 anni o di un attestato di impiego per un periodo di almeno 2 anni, svolto negli ultimi 5 anni e per cui si richiedano almeno 2 anni di pratica per svolgerlo.

Le informazioni richieste nel modulo da compilare sono: • • • • • • • • • • • • • •

nome completo; data di nascita; sesso; città natale; paese natale; fototessera (personale; del coniuge e dei figli se minori di 21 anni); indirizzo; paese di residenza attuale; recapito telefonico; indirizzo e-mail; titolo di studio; stato civile; informazioni varie sui figli; informazioni varie sul coniuge.

Una volta completata la compilazione del modulo, tutti i partecipanti saranno dotati di un codice che dovrà essere stampato e conservato. Questo codice darà la possibilità di controllare lo stato della propria richiesta, conoscere l’esito dell’estrazione e i passi successivi nel caso siate stati sorteggiati. Infatti è importante sottolineare che le autorità americane non contatteranno in nessun altro modo i partecipanti, né tramite posta né tramite e-mail.

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Inoltre ogni volta che vi recherete negli Usa per ferie o per lavoro avrete un visto provvisorio, a scadenza di quel visto dovrete per forza tornare in patria, occhio a non fare i furbi: in tanti rientrano in Italia una settimana e ritornano 6 mesi nelle terre a stelle e strisce, ma le autorità americane controllano spesso la frequenza di accesso nel loro paese e se si dovessero accorgere del “giochetto” potrebbero espellervi dal paese con conseguenti problemi legali.


VADO A VIVERE DA SOLO

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uesta riflessione vuole essere uno spunto utile per tutti coloro che stanno valutando di andare a vivere da soli ma che si ritrovano a cercare informazioni su internet con scarsi risultati. Andremo ad analizzare tutte le spese necessarie al fine di iniziare un cammino di vita indipendente in Italia. LE PRIME SPESE DA SOSTENERE Come molti sapranno subentrare le varie forniture (acqua, luce, gas) e affittare un immobile richiedono un certo investimento iniziale in termini di denaro e tempo (Tanto tantissimo tempo). • • • • • •

Subentro ENEL (Maggior tutela) -> € 87 Subentro ENI Gas (Maggior tutela) -> € 85 Subentro acqua -> € 85 Cauzione appartamento -> € 1200 Assicurazione appartamento (obbligatoria) -> € 100 Canone primo mese affitto -> € 400

Quindi per un piccolo bilocale siamo a quasi 2000 euro per avere le chiavi di un appartamento vuoto con tutte le forniture attive.

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Per l’apertura del contatore del gas sono necessarie in media 3 settimane. Le ulteriori spese da inserire e valutare su scala annuale sono le seguenti: • Affitto: € 5000

• Spese condominiali: € 800 • • • • • •

Spese supermercato: € 3400 Spese per lavaggio e asciugatura vestiti in lavanderia automatica: € 800 Bollette telefonia: € 420 Bollette acqua: € 540 Bollette ENEL: € 510 Bollette ENI Gas € 600.

Vivere decentemente da soli in un bilocale in affitto nella provincia italiana costa all’incirca 900/1000 euro al mese. Ci sono diversi costi fissi come affitto, spese condominiali e utenze. A questi vanno sommati necessari costi Fisso/Variabile: è vero che le bollette Enel o telefoniche si pagano in base al consumo, ma molte compagnie applicano comunque, bimestralmente o trimestralmente, dei costi fissi da aggiungere ai costi al consumo. ItalianJob

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Vado a vivere da solo

E’ un cammino non semplice ma necessario per chiunque. I primi passi da compiere sono il primo passo è: • • • • •

Trovare un impiego regolare; Individuare un immobile tramite agenzia-internet-passaparola; Individuare quale gestore telefonico è meglio per quel quartiere; Se possibile scegliere un appartamento con ascensore oppure un primo piano; Evitare di scegliere posti con stanze da letto che si affacciano su piazze o strade trafficate

CONCLUSIONI Tre svantaggi del vivere da soli in Italia: • Se si vuole vivere dignitosamente in Italia, bisogna preventivare una bella spesa alla fine del mese. Tre vantaggi del vivere da soli in Italia: • • •

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Completa autonomia nel decidere come gestire la propria vita giorno per giorno; S’impara a fare delle scelte (a volte obbligate), si matura molto e si scopre il piacere delle piccole cose; Si è molto più stimolati nel fissarsi degli obiettivi e nel fare di tutto per raggiungerli.

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GIOVANI AL PRIMO IMPIEGO COME TROVARE LAVORO OGGI?

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olto spesso, la mancanza di un metodo e di professionisti esperti del settore che vi affianchino determinano una clamorosa perdita di tempo per chi, invece, avrebbe veramente bisogno di un reddito per guadagnare ed avere una stabilità. La disoccupazione degli ultimi anni è figlia di tanti fenomeni che, probabilmente, vanno anche al di là della mera crisi economica che sta attanagliando il nostro Paese. Molti giovani stanno scappando all’estero, a volte anche con titoli di studio che hanno permesso alla generazione precedente di vivere più che dignitosamente. Chi resta, di contro, si trova a concorrere su un mercato sempre più competitivo, spesso in favore delle aziende: una miriade di richieste ed i selezionatori non hanno nemmeno il tempo materiale di analizzarle adeguatamente. Questo senza contare l’alta percentuale di raccomandati di ogni tipo che emerge mediante corsie preferenziali. Per queste ragioni affiancarsi ad aziende esperte nel settore di assistenza e ricerca è indispensabile. Puntare al top è il primo e fondamentale passaggio per riuscire a realizzare qualcosa di

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importante: se si parte accontentandosi, molto difficilmente si potrà raggiungere la felicità auspicata. CONOSCERE SÈ STESSI La società attuale è profondamente cambiata rispetto a qualche decennio fa. Il capitalismo si è affermato come religione unica, vincendo ogni forma di resistenza e, soprattutto, annichilendo qualsiasi modello di sviluppo alternativo. Alternativo non vuol dire per forza migliore ma, converrete sicuramente, quando si opera in regime di monopolio e senza concorrenza, viene meno quella competitività necessaria e che spinge a migliorare. Siamo schiavi moderni, costretti a lavorare spesso per multinazionali o comunque per aziende che hanno in mano tutta la conoscenza. Sempre più rare sono le scuole e i corsi di laurea che forniscono le adeguate cognizioni per svolgere immediatamente un lavoro: ciò determina un grandioso potere di mercato di cui godono i datori che, con la scusa che possono insegnare cose a chi “non sa fare niente”, propongono salari che rasentano il ridicolo o addirittura inesistenti.

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Giovani al primo impiego

COME DIFENDERSI DA TUTTO CIÒ? Fate un’analisi delle vostre competenze. Che cosa siete in grado di fare? Non rispondetevi con le solite repliche del tipo: “Ma io sono laureato in…”, “Ho studiato 10 anni” e roba del genere. Siate realisti, non prendetevi in giro: una laurea oggi serve a poco se non accompagnata da un bagaglio di conoscenze che l’università italiana non dà, perché ancorata ancora ad antiquati modelli di sviluppo. Chi scrive è laureato in giurisprudenza: nel corso degli studi si trovò ad affrontare una logorroica disquisizione sulla natura giuridica di atti quali il telefax o il telegramma. Ciò è accaduto nel settembre 2014, non 50 anni fa. E’un esempio che testimonia quanto inutile sia oggi l’impostazione del nostro sistema scolastico. Una riforma seria non arriverà per ora perché sta bene a tutti: al governo, che ha una popolazione più docile da controllare; alle imprese, che hanno manodopera a basso costo da arruolare; agli addetti ai lavori, in primis ai baroni che governano corti di schiavi frustrati e fanno il bello e il cattivo tempo con la vita degli altri. Stiamo provando a spingervi al realismo. Dopo aver cestinato, per un attimo, i titoli che avete a disposizione, guardatevi bene allo specchio e rispondete alla domanda di prima: cosa siete in grado di fare? Probabilmente nulla di ciò che le aziende vorrebbero, se siete alla ricerca del primo impiego. E’ su questo che dovete puntare e non sull’esibizione dei pezzi di carta. Se, inoltre, siete già entrati nel mercato lavorativo, non è da escludersi che abbiate capito quali sono le potenzialità necessarie affinché si possa ambire alle occupazioni che

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desiderate andare a ricoprire: ciò è veramente importante perché vi serve per lavorare su voi stessi. Se ambite a lavorare nel settore turistico e conoscete solo una lingua straniera, studiarne un’altra che sia richiesta rispetto ai vacanzieri che frequentano la zona in cui intendete operare può essere una marcia in più. CONSIGLI PRATICI SU COME TROVARE UN LAVORO OGGI: METTIAMOCI ALL’OPERA Ogni professione ha un mercato a sé: Per avere maggiori possibilità vi sono tre passaggi da fare 1 2 3

Non affidarsi ai canali standard (siti web standard- passaparola) Potenziare il proprio curriculum Lavorare sulla vostra lettera di presentazione.

In questo lungo articolo ho cercato di riassumere anni di esperienza, ore e ore di letture e giorni interi di lavoro per affrontare a tutto tondo un tema di grandissimo interesse. Il resto dovete farlo voi: La svolta alla vostra vita la potete dare solo voi: saper decidere è un esercizio difficile ma, se svolto con razionalità, può rappresentare un trampolino di lancio ideale per il futuro che vi attende. Con determinazione e la giusta assistenza da parte di esperti e le nuove tecnologie sviluppate in materia di ricerca ad analisi, sono certo che raggiungerete il vostro scopo. Per un futuro migliore.


Lingue straniere:

PARLARLE È FONDAMENTALE

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reambolo necessario: se non avete un buon motivo per imparare una nuova lingua sarete meno motivati a portare avanti la vostra missione. Voler imparare il tedesco per darsi delle arie davanti ai propri connazionali non è uno dei motivi migliori. Se lo scopo è invece far conversazione con una persona di madrelingua che vorreste conoscere meglio, avrete già una marcia in più. Qualsiasi sia il motivo del vostro interesse, una volta scelta la lingua da imparare, l’essenziale è l’impegno che ci metterete. Assunta questa decisione, come procedere? Meglio l’approccio massimalista: non importa quali strumenti usiate, la cosa fondamentale è esercitarsi quotidianamente con la nuova lingua. Di solito tendo a voler assorbire il più

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possibile fin dall’inizio. Giorno dopo giorno cerco di pensare in quella lingua, scrivere, o anche parlare da solo. Per me è tutta questione di mettere davvero in pratica quello che sto imparando, che si tratti di scrivere un’e-mail, chiacchierare, oppure ascoltare radio o musica in quella lingua. È importantissimo immergersi il più possibile nella cultura della nuova lingua. Tenete presente una cosa: il training migliore è parlare nella nuova lingua con altre persone. Riuscire a condurre una conversazione, è già un’ottima ricompensa, nonché uno dei traguardi iniziali che aiutano a restare motivati e mantenere l’impegno di esercitarsi di continuo. Tengo sempre presente una cosa: è indispensabile adattare il nostro modo di pensare al modo di pensare nell’altra lingua. Ovviamente non esiste un singolo modo di pensare per tutte le persone che parlano spagnolo, o ebraico, o olandese, ma il punto è usare la lingua come strumento per costruirci attorno il proprio mondo. Iniziate a parlare la lingua scelta con un partner. Anche se non avete fratelli o sorelle a farvi compagnia nella vostra avventura linguistica, avere un partner con cui far pratica spingerà

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Lingue straniere: parlarle è fondamentale

entrambi a fare sempre un passo in più e restare motivati. Sono convinto che questo sia uno dei modi migliori per imparare: avere a disposizione qualcuno con cui parlare, che poi è lo scopo di imparare una lingua. Se fin dall’inizio vi ponete come obiettivo quello di riuscire a fare conversazione, non rischierete di perdervi sui libri di testo. Parlare alla gente vi aiuterà a mantenere vivo il vostro interesse personale nell’apprendimento: La parte creativa dell’apprendimento è proprio la capacità di inserire la lingua che si sta studiando in un contesto più utile, generale, quotidiano o anche solo voler parlare con la gente del posto, usarla quando si viaggia all’estero. Ma non serve per forza andare all’estero: se studi il greco, puoi andare al ristorante greco sotto casa e ordinare in greco. Usare la nuova lingua in qualsiasi modo è sempre un atto creativo. I gemelli superpoliglotti si sono esercitati con il greco scrivendo e registrando canzoni. Trovate un modo divertente di mettere in pratica la lingua che state imparando.

e migliorare. Non importa quanto si studia, per poter parlare davvero una lingua bisogna farsi avanti e osare: parlare a sconosciuti, chiedere indicazioni ai passanti, ordinare al bar e al ristorante, raccontare una barzelletta. Più spesso riuscite a fare queste cose, più acquisterete fiducia e vi sentirete a vostro agio in nuove situazioni: All’inizio andrete incontro a qualche difficoltà: potrebbe darvi qualche problema la pronuncia, o la grammatica, oppure la sintassi, o magari non capite bene certi modi di dire. Ma credo che la cosa più importante sia sempre sviluppare una certa sensibilità e appropriarsi della nuova lingua come se fosse la nostra. Per imparare a disegnare, bisogna prima saper osservare. Allo stesso modo, per imparare a parlare una lingua bisogna saper ascoltare. Ogni lingua ci suona strana la prima volta che la sentiamo, ma più ci abituiamo ad ascoltarla più diventerà familiare e facile da parlare. “Abbiamo tutti le capacità di pronunciare qualsiasi lingua, è solo che non ci siamo abituati. Ad esempio, la cosiddetta erre arrotata non esiste nell’inglese britannico, che è la mia madrelingua. Imparando lo spagnolo mi sono trovato di fronte parole con quella particolare erre, come ad esempio perro e reunión. Per me l’approccio migliore in questi casi è ascoltare e cercare di visualizzare o immaginare come va pronunciata la parola, perché per ogni suono c’è una parte specifica della bocca o della gola da usare per ottenerlo.” Ogni idioma implica modi diversi di usare le labbra, la gola e la lingua. La pronuncia è una questione tanto fisica quanto mentale.

Perdonate i vostri errori. Essere disposti a fare errori significa essere pronti a mettersi in situazioni potenzialmente imbarazzanti. Potremmo sentirci intimoriti all’inizio, ma è l’unico modo di fare progressi

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Potrà sembrare strano, ma un approccio utile è osservare bene chi sta pronunciando le parole con un particolare suono che stiamo imparando e poi cercare di imitarlo il meglio possibile. Credetemi, potrà essere difficile all’inizio ma ci riuscirete. Alla fine è più facile di quanto ci immaginiamo: bisogna solo far pratica. Se non avete intorno madrelingua da osservare o imi-


Lingue straniere: parlarle è fondamentale

drelingua. Prendere l’iniziativa di entrare nel mondo linguistico di un’altra persona può anche aiutare a metterla più a suo agio e creare maggiore disponibilità al dialogo: Certo, puoi viaggiare ovunque parlando solo inglese, ma proverai molta più soddisfazione parlando anche solo un po’ della lingua locale. In questo modo riuscirai a sentirti davvero a tuo agio nel luogo in cui ti trovi e sarai in grado di comunicare, capire, interagire in ogni situazione possibile.

tare, un’ottima alternativa è guardare film o programmi televisivi in lingua originale. Se non avete nessuno con cui parlare la nuova lingua, non c’è niente di male a parlarla da soli: lo so, sembra una cosa un po’ bizzarra, ma parlare da soli in una lingua straniera è un ottimo metodo per esercitarsi quando non si hanno altre occasioni di usarla. Parlare da soli è molto utile per tenere a mente nuove parole e frasi e acquisire più fiducia per la prossima volta che avrete occasione di parlare con altre persone.

Abbiamo visto alcuni ottimi consigli su come iniziare a imparare una nuova lingua, ma se siete ancora indecisi sul perché, Matthew ha un ultimo commento da offrirvi: “Credo che ad ogni lingua corrisponda una particolare maniera di vedere il mondo. Parlare una certa lingua significa avere un modo diverso di analizzare e interpretare il mondo rispetto a chi ne parla un’altra. Anche quando si tratta di lingue apparentemente imparentate tra loro, come lo spagnolo e il portoghese, si tratta comunque di due mondi diversi, due mentalità distinte. Nel mio caso, avendo imparato altre lingue ed essendo stato sempre circondato da molte lingue, non potrei davvero sceglierne una sola, perché vorrebbe dire rinunciare alla possibilità di vedere il mondo in un modo diverso. Anzi, non in un solo modo diverso, ma in molti modi diversi. Almeno per me personalmente, essere monolingue sarebbe un modo molto triste e noioso di vedere il mondo: mi farebbe sentire più solo.

Non vi preoccupate troppo: non darete fastidio alle persone se provate a parlare nella loro madrelingua, anche se fate errori.

Ci sono così tanti vantaggi nell’imparare un’altra lingua che davvero non riesco a trovare un solo motivo per non farlo.

Basta dire subito che state imparando e volete far pratica: la maggior parte delle persone sarà paziente e disponibile e vi incoraggerà con piacere. È vero che ci sono circa un miliardo di persone che parlano l’inglese come seconda lingua in tutto il mondo, ma la maggior parte preferisce comunque parlare la propria ma-

In ambito lavorativo un dato statistico spiega che conoscere più lingue aiuta del 75% le possibilità di assunzione rispetto a chi ne sa solo una o non ne conosce alcuna. Investire nella cultura è il primo passo per investire su sè stessi.

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Lavoro, stanchezza mentale e fisica:

COME PORVI RIMEDIO

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’è sempre una discussione accesa tra chi asserisce che la stanchezza mentale è peggio di quella fisica e viceversa: ovviamente ogni lavoro comporta i suoi problemi e ogni impiego ha i suoi pro e i contro. Un agricoltore sosterrà che lavorare la terra è più faticoso, mentre un imprenditore sosterrà che lavorare 12 ore dietro una scrivania stanca la mente e quindi anche il corpo. In questa guida non voglio sostenere l’uno e screditare l’altro, voglio solamente offrire a entrambe le categorie, una soluzione. Per combattere la stanchezza fisica e mentale alla radice, è necessario agire sulle 3 aree fondamentali: alimentazione, movimento e sonno. • Spezza il circolo vizioso ansia, stress, stanchezza: Se ti senti stanco e stressato,

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ma non fai nulla per migliorare la tua condizione, purtroppo la situazione può solo peggiorare. Stare meglio richiede un intervento attivo! Soprattutto in questo caso, dato che lo stress e la stachezza sono due sintomi che danno luogo ad un circolo vizioso che “divora” la qualità della tua vita. • Stai al sole: la luce è una condizione essenziale per la vita. Esporsi ai raggi solari è l’unico modo che abbiamo per sintetizzare la vitamina D, fondametale per la salute delle ossa e per altre funzioni: molti ancora credono che sia sufficiente esporsi al sole per pochi minuti al giorno, ma gli ultimi studi scientifici (tra l’altro in accordo con le credenze delle medicine millenarie come la Medicina Tradizionale Cinese) dimostrano come abbiamo bisogno di molto più sole per restare in forma, senza contare


Lavoro, stanchezza mentale e fisica: come porvi rimedio

che la vitamina D è fondamentale per una lunghissima serie di processi biologici! • Nutri la tua mente: fai in modo di avere una mentalità proattiva, piuttosto che subire il contesto nel quale vivi. Stabilisci ciò che sei in grado di cambiare in meglio, ignora il resto, prendi le decisioni che stai rimandando da tempo e soprattutto mettile in pratica. La pratica è la migliore forma di auto-motivazione.

• Elimina il sonnellino pomeridiano: per fortuna sono rimasti in pochi a farlo, ma dormire il pomeriggio, oltre ad essere una perdita di tempo, non risolve quasi mai i problemi di stanchezza fisica e mentale, che magari non sono nati da un riposo carente. Se hai sonno dopo pranzo cerca di uscire, prendere aria, fare una passeggiata oppure inizia subito a lavorare. La mente si attiverà e la stanchezza passerà in secondo piano.

• Rilassati: impara ad organizzare qualsiasi attività (esercizio fisico, lavoro, studio) in

blocchi di circa 50 minuti, tempo entro il quale la concentrazione è massima. Al termine di ogni blocco, prendi 5-10 minuti per svolgere il miglior esercizio di rilassamento esistente: la respirazione. In particolare, impara la respirazione addominale, che si differenzia da quella toracica: ispira con il naso e cerca di risucchiare l’aria nella pancia, che automaticamente si gonfierà, mentre petto e spalle rimangono fermi. Le prime volte fai questo esercizio allo specchio per essere sicuro di svolgerlo correttamente, e assicurati di avere un appoggio.

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Mercato azionario e borsa:

UNA GIUNGLA DI LUSSO

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pesso, magari vedendo un film americano, avrete pensato al mondo della finanza e della borsa. Un mondo, dove è effettivamente più semplice guadagnare più soldi in minor tempo, ma non è tutt’oro quello che luccica. Partiamo dall’ABC del mercato azionario e del suo variegato mondo: oggi ci sono diverse piattaforme on line per affacciarsi al mondo della borsa e iniziare ad investire, ma ci sono diversi siti poco raccomandabili. Cosa sono le azioni? Le azioni di borsa possono essere considerate, per semplificare, anche titoli che rappresentano la personale quota di proprietà di un’azienda: infatti, acquistando delle azioni noi com-

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priamo una fetta di azienda (piccola o grande a seconda del numero di azioni). Inoltre, essere proprietari di azioni di borsa implica anche l’essere soci della stessa azienda che è, tecnicamente e nel linguaggio economico, una Società per azioni o una Società in accomandita per azioni. Il mercato azionario e lo scambio delle azioni. Essere proprietari di azioni di borsa permette di svolgere con esse particolari operazioni come, ad esempio, lo scambio attraverso il mercato azionario. Dalla vendita delle azioni è possibile ottenere un guadagno grazie alla cosiddetta “plusvalenza” sul prezzo delle azioni stesse: vendendole all’aumento del loro valore è pos-


Mercato azionario e borsa: una giungla di lusso

sibile guadagnare, appunto, sull’incremento del loro prezzo che ci verrà pagato. Il rendimento delle azioni è però legato non solo alle

società, di opzione) e diritti amministrativi (voto nelle assemblee, richiesta di convocazione delle assemblee, impugnazione delle delibere, denuncie al collegio sindacale o in tribunale); • Azioni privilegiate: sono anch’esse nominative, ma attribuiscono particolari privilegi in termini di ripartizione degli utili (che avviene prima dell’assegnazione dei dividendi) o di rimborso del capitale nel caso in cui la società venisse sciolta; • Azioni di risparmio: sono nominative e al portatore e simili alle azioni ordinarie riguardo i privilegi di tipo patrimoniale ( si a dividendi minimi garantiti e si alla prelazione nel rimborso del capitale per scioglimento della società). Differiscono, invece, circa i diritti di voto e partecipazioni alle assemblee. • Azioni postergate: differiscono dalle altre per le limitazioni sia ai diritti patrimoniali che a quelli amministrativi (no diritto di voto o limiti ad esso in base allo statuto della società);

variazioni del loro valore in determinati periodi, ma anche al riconoscimento dei dividendi che sono distribuiti ai possessori di azioni alla fine di determinati periodi: il calcolo prevede che il nuovo prezzo delle azioni alla fine del periodo, sommato alla quota del dividendo, sia diviso per il prezzo che le azioni avevano all’inizio del periodo. Il dividendo è la quota di utili che l’azienda decidi di distribuire ai propri azionis

• Azioni di voto limitato: presentano limitazioni al diritto di voto rispetto alle azioni ordinarie. Inizialmente utilizzate le piattaforme on line della vostra banca, sicuramente più sicure, e ricordate che alla base di questo mestiere-a prescindere da tutti gli studi e le qualifiche- ci sono fiuto e istinto.

QUALI TIPI DI AZIONI ESISTONO? • Azioni ordinarie: sono le più semplici, nominative, e attribuiscono al possessore diritti patrimoniali (al dividendo, alla liquidazione in caso di scioglimento della

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Lavorare nel mondo della medicina:

MEDICO O NON MEDICO

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gni anno migliaia di giovani si affacciano al mondo universitario e tanti con molte ambizioni finiscono con il dedicarsi a facoltà più semplici e non inseguire i loro sogni. Quest’articolo vuole essere una guida per chi sta maturando l’idea di diventare medico, con consigli che vi possano far capire se effettivamente è la vostra strada. Il corso di Laurea di Medicina e Chirurgia è basato interamente su materie scientifiche ed è quindi bene che tentino l’accesso solo quelli che si sentono portati per queste determinate materie. Un’altra cosa che deve entrarti in testa è che non devi scegliere medicina con l’unico fine di arricchirti. Se studierai e lavorerai bene, il denaro sarà una conseguenza. Sempre più spesso sento ragazzi che vogliono diventare chirurghi, cardiologi, pediatri solo per trarne profitto e ogni volta che li sento è come se l’intero mondo della medicina crollasse inesorabilmente. Prima di pensare agli effetti che potrebbe avere sulla tua vita una laurea di questo genere, cerca di capire se davvero la facoltà Medicina fa al caso tuo. Chiediti se lo vuoi fare solo per il guadagno o per il bene altrui.. Se vuoi conoscere la realtà che ti circonda e di cui tu sei fatto, non c’è corso di studi più appropriato. “La medicina buona è amara” diceva un antico proverbio africano. Anche se quasi sicuramente questa frase si riferiva ai farmaci usati tempo fa, non c’è frase più giusta per definire la facoltà di Medicina e Chirurgia. Dure, aspre, impegnative, tutti aggettivi che rispecchiano a pieno le prove che, una volta passato il test d’ingresso, dovrai periodicamente sostenere. Chimica e Biologia saranno le tue migliori amiche per anni, dovrai farci amicizia, conoscerle, imparare ad amarle. Adesso però devi iniziare a studiare per il test d’ingresso, e sono sicuro che a questo 18

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punto ogni tuo minimo dubbio verrà meno. Dovrai studiare centinaia di pagine di biologia, conoscere e riconoscere ogni parte della cellula, sapere tutti i nomi delle ossa della mano. Dovrai ricordarti decine di formule chimiche, decine di numeri di ossidazione e imparare a memoria la tavola periodica. Se tutto questo ti affascina, se sei impaziente di studiare questi argomenti, se quando vai a dormire speri la notte passi presto per ricominciare a studiare (beh, insomma, adesso non esageriamo!), allora sarai il miglior medico del mondo. Qualunque scelta tu faccia riguardo la specializzazione, o sceglierai di non proseguire gli studi una volta diventato medico di base, sappi che dovrai lavorare per il bene dell’umanità. Dovrai lavorare sapendo di avere una responsabilità enorme sulle tue spalle. Tuttavia, più sono pesanti le responsabilità, più saranno importanti le gratificazioni. I tuoi pazienti dipenderanno da te, sarai tu con la tua bravura a curarli e a farli stare bene, sarai tu a tranquillizzarli nei momenti di stress. Ti ciberai dei sorrisi che i tuoi pazienti avranno sulla bocca a simboleggiare gratitudine. E non c’è cosa più bella se sei davvero appassionato. Ti stai immaginando già col camice in sala operatoria? Aspetta, fai un passo indietro. Sei sicuro di poter sopportare l’ansia e l’irascibilità delle persone? La pazienza dovrà essere un tuo must, imprescindibile e fondamentale. Dovrai metterti nei loro panni, capirli, provare empatia. Se a tutte queste domande hai risposto in maniera secca e decisa, avrai già capito qual è la tua strada. Non c’è età fissa in cui potrete iniziare questo cammino: tanti terminano gli studi a 40 anni e diventano luminari della professione. Non è mai troppo tardi per fare la scelta giusta.


NUOVE OPPORTUNITÀ LAVORATIVE: AUSTRALIA

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’Australia (in inglese: Australia, /əˈstreɪljə/ o /əˈstɹæɪljə/ secondo la pronuncia locale), ufficialmente il Commonwealth dell’Australia, è il sesto Paese del mondo per estensione (7 617 930 km², in gran parte desertici), il più grande dell’Oceania. La sua capitale è Canberra, mentre la città più popolosa è Sydney. Ha una popolazione di circa 23 milioni di abitanti. Ogni anno più di 70 mila persone lasciano l’Italia con l›obiettivo di trasferirsi in Australia. La maggior parte delle persone inizia quest’avventura con il visto turistico, per farsi un’idea di cosa vuol dire vivere dall’altra parte del mondo; oppure con un visto working holiday che permette di viaggiare, lavorare e studiare; infine con un visto studente, l’opzione più abbordabile per chi ha superato i 31 anni. L’Australia

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sta diventando sogno e meta di molti italiani. Trasferirsi definitivamente non è proprio facile e spesso non è un processo immediato: le leggi australiane sono piuttosto severe in termini di immigrazione e non sempre si hanno tutte le carte in regola per un visto permanente. COME TRASFERIRSI IN AUSTRALIA • destinazione: Sydney e Melbourne sono le città più gettonate, due metropoli sul mare con una qualità della vita molto alta e tante opportunità di lavoro e divertimento. Ma non bisogna sottovalutare la tropicale Brisbane, l’elegante Adelaide e Perth in forte espansione economica. ItalianJob

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Nuove opportunità lavorative: Australia

• il visto: quello turistico si può fare direttamente in agenzia. Il working holiday si fa online e per lo Student Visa ci pensiamo noi

• Volate sicuri: Emirates è la compania più famosa per volare in Australia (e anche la più comoda), ma anche Ethiad, Qantas e Qatar sono molto utilizzate. • Prenotare un albergo: è sempre meglio avere già un posto dove andare a dormire per le prime notti, per poi cercare con calma una sistemazione più definitiva. • Burocrazia: per lavorare servono un codice fiscale australiano (tax file number), un conto in banca, una scheda telefonica e anche un curriculum redatto secondo gli standard australiani. • Cercare lavoro: l’ideale per chi è appena arrivato è trovare lavoro nella ristorazione, per poter guadagnare da subito e per entrare a contatto con il mondo del lavoro australiano. Poi con calma e con un livello d’inglese adeguato, 20

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potrai cercare qualcosa di più specifico e legato al tuo settore. Affidarsi a professionisti nel settore di ricerca e assistenza per individuare una posizione idonea vi farà avere un passo in più. • Cercare casa: dopo qualche settimana di ostello è arrivato il momento di capire qual è il quartiere più comodo in base alle tue esigenze di studio di lavoro, ma anche quello più adatto al tuo stile, quello insomma dove ti senti più a casa. • Imparate l’inglese: se il vostro inglese è scolastico, l’ideale è frequentare un corso per poter integrarsi più velocemente possibile, conoscere nuovi amici e avere più opportunità di lavoro. Oggi in Australia c’è una crescente richiesta di personale: secondo delle recenti analisi sono appunto quasi 74 mila gli italiani che trovano subito impiego, affidandosi ad esperti del settore potrete già prendere contatti con un datore di lavoro e andare in Australia con una possibilità concreta di poter mettere le radici nel giardino dei pochi.


SVIZZERA: TENTAR NON NUOCE

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a proposta crescente di possibilità ci porta a scrivere di queste ultime possibilità occupazionali: terra molto vicina a noi, la Svizzera sta diventando una concreta possibilità per chi ha voglia di cambiare paese per dare una svolta alla propria vita. Nella seconda metà dell’Ottocento, l’imprenditore e politico inglese Cecil Rhodes disse: “Essere nati in Inghilterra è come vincere il primo premio nella lotteria della vita”. La Svizzera ha ricevuto il risultato più alto, 8,22 su 10, grazie all’alta qualità della vita familiare, al senso di comunità, alla sicurezza dell’impiego, alle libertà politiche e alla sicurezza che il paese offre ai suoi cittadini. La Svizzera è, infatti, un Paese dove la democrazia è pienamente applicata e i dirit-

ti individuali sono ben tutelati. Secondo l’Indice di Sviluppo Umano (HDI), la qualità della vita in Svizzera è tra le più alte del mondo. Con un valore di 0,913 si colloca al nono posto della classifica mondiale (la media è 0,69). Si trova, inoltre, al settimo posto del Democracy Index dell’Economist, un indice che misura il livello di democrazia di un Paese, con un valore di 9.09 (la media è 5,52). Nel Global Gender Gap Index 2012, che misura l’uguaglianza tra i sessi, si colloca al quarto posto con un valore di 0,76 (1 significa perfetta uguaglianza tra i sessi). Non solo diritti, ma anche benessere economico. Nel mondo solo gli abitanti del Qatar, della Norvegia e del Lussemburgo possono godere di redditi medi più alti di quelli svizzeri. Mentre il resto dell’Europa arranca, economicamente e politicamente parlando, il Paese elvetico continua a fare bene. Tra il 2007 e il primo trimestre 2012, la sua economia è cresciuta stabilmente ad un ritmo del 2 o 3 per cento l’anno, mostrando una contrazione del 1,9 per cento nel 2009, nell’apice delle crisi finanziaria. Il Pil svizzero si è leggermente contratto nel secondo semestre del 2012, ma si prevede che ricomincerà a crescere ad un tasso superiore all’1 per cento a partire dal 2013.

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Svizzera: tentar non nuoce

Banche, orologi, cioccolato e formaggi non sono gli unici artefici del successo svizzero. La Svizzera è, infatti, il Paese più competitivo del mondo. È quello che produce il maggior numero di innovazioni a livello globale. È la nona nazione con il livello di corruzione più bassa del mondo. Ed è ventottesima nella classifica dei Paesi dove è più facile fare business. Il Paese ha il sistema di tassazione sui redditi delle società più attrattivo di tutti i paesi Oecd. La tassa sui redditi societari in Svizzera ha un’aliquota del 21,1 per cento, molto minore di quella statunitense pari al 39,2 per cento, che è la seconda più alta dopo quella del Giappone. Infine, la Svizzera ha quattro lingue nazionali. Per quegli italiani che vogliono cercare lavoro all’estero ma che non conoscono bene una lingua straniera, il Canton Ticino potrebbe rivelarsi una buona soluzione. Gli italiani-in quanto cittadini europei-possono vivere e lavorare in Svizzera. Entro 14 giorni dall’arrivo in Svizzera il neo-immigrato assunto da un datore di lavoro svizzero deve annunciarsi presso il comune di residenza e richiedere il permesso di dimora. Questo può essere fatto presentando la propria carta d’identità o il passaporto e il contratto di lavoro con il quale si è stati assunti. Per soggiorni dai 90 giorni ai sei mesi non è necessario alcun permesso. Se intendete invece soggiornare per periodi più lunghi dovete comunicarlo all’Ufficio della Migrazione del Cantone nel quale volete soggiornare. Permessi di dimora per lavorare in Svizzera Esistono diversi tipi di permesso di dimora che vi consentono di vivere e lavorare in Svizzera a seconda delle vostre circostanze. Permesso L Previsto per un cittadino straniero che deve vivere in Svizzera per meno di un anno con uno scopo ben preciso. Il cittadino italiano, in qualità di cittadino europeo, ha diritto al rilascio di questo permesso se dimostra un rapporto di lavoro che prevede una durata compresa tra i tre mesi e i dodici mesi. Il permesso L (senza attività lucrativa) viene anche rilasciato ai cit-

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tadini dell’Unione Europea in cerca di lavoro senza però poter accedere alle assicurazioni sociali. Permesso B Previsto per cittadini europei e rilasciato a chi può dimostrare un rapporto di lavoro in Svizzera con durata superiore ai 365 giorni o a tempo indeterminato. Ha durata di cinque anni con proroghe di cinque anni. La prima proroga può essere limitata a un anno se il facente domanda è involontariamente senza lavoro da oltre 12 mesi consecutivi. Permesso C E’ un permesso di domicilio elargito a stranieri dopo una dimora di cinque o dieci anni in Svizzera. Si tratta di un permesso illimitato senza condizioni. Permesso G per frontalieri Rilasciato a stranieri residenti in zone di frontiera come definite da accordi tra le nazioni confinanti e la Svizzera. I frontalieri devono rientrare almeno settimanalmente presso il domicilio estero. Importanza della conoscenza delle lingue La Svizzera ha quattro lingue ufficiali: tedesco; francese; italiano e romancio. Inoltre bisogna sottolineare che la maggior parte del tedesco parlata è svizzero-tedesco. A seconda di dove volete andare a lavorare è importantissimo avere una buona conoscenza della lingua parlata nella città o nel cantone dove lavorate. Soprattutto per realtà lavorative piccole dovrete avere una base di conoscenza della lingua locale, ma il livello di conoscenza minimo varierà a seconda del livello della posizione lavorativa e del tipo di lavoro che dovete fare. A meno che lavoriate in ambito internazionale la conoscenza dell’inglese non fornirà particolari vantaggi dal punto di vista lavorativo. Rivolgersi a un professionista del settore, che assistendovi e identificando una posizione già dall’Italia, potrebbe darvi un consistente vantaggio rispetto a chi parte senza un contatto o senza un punto solido di riferimento.


INGHILTERRA LA TERRA PROMESSA

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rovare un lavoro in Inghilterra non è difficile. Con questo non voglio dire che sia il paradiso, ma la verità è quella qui il mercato è in continuo movimento: gente che viene e gente che va…è una città in continuo movimento. Non avrete problemi a trovare un lavoro in meno di 12 giorni. Ed in alcune stagioni persino di meno. Tutto dipenderà dal vostro livello inglese e dall’impegno ci che mettete. Ma se sarete sorridenti e volenterosi, non resterete senza lavoro. Ovviamente ogni impresa ha il suo modo di assumere personale, ho cercato di racchiudere i più diffusi ed i punti che dovete seguire per trovare con successo un lavoro a Inghilterra. La chiave è candidarsi a quanti più lavori possibili. Così addirittura poi sarete voi a scegliere!

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QUALE CITTÀ DELL’INGHILTERRA SCEGLIERE? In generale, tutto il Regno Unito gode di un ottimo tasso di disoccupazione inferiore al 5%. Ma, come sempre, ci sono città dove è più facile trovare un tipo di lavoro rispetto ad altri. I posti di lavoro del settore dei servizi sono più facili da trovare in città molto popolate, nelle quali aumenta però il costo dell’alloggio. D’altra parte, le città più grandi sono multiculturali, quindi, se la lingua è il vostro obiettivo, una città di medie può essere la soluzione migliore. Ovviamente, potrete sempre cambiare città una volta arrivati ​qui. Per cominciare, è possibile scegliere una città che abbia voli diretti dall’Italia, per poi cambiare. Se siete persone cosmopolite vi consiglio Londra, Manchester ed Edimburgo. Ma il Regno Unito è molto più di queste tre città, e può offrirci ottime opportunità di lavorare e imparare la lingua. ItalianJob

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Inghilterra la terra promessa

VENIRE A LAVORARE IN INGHILTERRA: PRIMA DI PARTIRE 1. Voglia di conquistare il mondo Non ti abbattere mai e punta sempre in alto. La vita è un’avventura: vivila, senti, ama, ridi, piangi, gioca, perdi, cadi, ma rialzati sempre e vai avanti. Il mondo è fatto per chi ha coraggio; 2. Livello medio di inglese Sufficiente per mantenere una conversazione semplice. Qual è il livello minimo per trovare lavoro? Beh, quello che tu decidi: pensa che quanto più alto è il tuo livello, maggiori saranno le possibilità di trovare un lavoro migliore. E tranquillo, non c’è bisogno di spendere una fortuna in accademie…; 3. Un numero di cellulare inglese. Questo è fondamentale. In Inghilterra parecchie cose dipendono dal cellulare. Nessuno ti chiamerà a un numero straniero per un colloquio (tu lo faresti?); 4. Comprare un volo economico per l’Inghilterra Attualmente i prezzi dei biglietti aerei si trovano intorno ai € 60 a tratta; 5. Un buon curriculum e una cover letter. Un altro punto chiave. Chi studia marketing sa bene che in una vendita il prodotto è la parte meno importante, ciò che importa sul serio è come venderlo. E quando stai cercando lavoro devi venderti e senza un buon curriculum, anche se sei la persona che stanno cercando, non riuscirai a trovare niente; 6. Una sistemazione per i primi giorni. Per fortuna è molto facile trovare una stanza in un appartamento in Inghilterra. C’è molta offerta, ma anche parecchia domanda. Questo che significa? Che ci sono parecchie stanze in offerta, ma si affittano da un giorno all’altro. Per questo vi consiglio di vivere la prima set24

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timana in un hotel o un ostello (in base al tuo budget) e cercare intanto una stanza che ti possa interessare. I famosi hostel (una via di mezzo tra un hotel e un ostello, sono pieni di giovani “backpackers” provenienti da ogni parte del mondo;


Inghilterra la terra promessa

in metro, treno e autobus. Si tratta di una tessera prepagata che puoi ricaricare in qualsiasi momento e che ti permette di acquistare i biglietti ad un prezzo molto più basso; 2. Cambia i tuoi euro in sterline. Se vieni in Inghilterra avrai bisogno di cambiare i tuoi soldi in sterline e visto che lo dobbiamo fare, cerchiamo di farlo bene. Ho sentito ed assistito a parecchie truffe sul cambio da euro a sterline…; 3. Apri un conto in banca. Una volta trovato lavoro, apri un conto in banca per poter ricevere lo stipendio Non preoccuparti, è molto facile;

7. Richiedi la tessera sanitaria europea. Si tratta di una semplice gestione gratuita, che non ti toglierà più di 5 minuti. In questo modo sarà sicuro di ricevere le stesse prestazioni sanitarie che ricevi in Italia; 8. Richiedi il passaporto se ancora non ce l’hai. Per entrare nel paese, siccome il Regno Unito appartiene all’Unione Europea, è sufficiente la carta d’identità, ma se hai intenzione di rimanere qui, avrai bisogno del passaporto per realizzare tutte le gestioni burocratiche; 9. Due settimane prima di partire richiedi appuntamento per il NIN. Il National Insurance Number è il “codice fiscale” inglese. Senza questo numero non puoi lavorare, nè realizzare nessun tramite. Visto che sei europeo puoi richiederlo gratuitamente, ma devi richiedere l’appuntamento per telefono con due settimane di anticipo. QUANDO ARRIVI IN INGHILTERRA: 1. Compra la Oyster Card Appena atterri ne avrai bisogno per muoverti

4. Iscriviti presso un GP Anche se i cittadini dell’Unione europea hanno l’assicurazione sanitaria in Inghilterra, se non fai richiesta al centro medico più vicino potrai andare solo in pronto soccorso, quindi è altamente consigliabile per ogni eventualità farsi affidare un medico di base nel più breve tempo. Si tratta di una procedura semplice che dà accesso al sistema sanitario britannico; 5. Trova un alloggio Una volta trovato un posto di lavoro, si dovrebbe cercare un appartamento in cui vivere. A mio parere il modo per trovare un alloggio stabile va dopo aver trovato lavoro, in quanto sarà più conveniente scegliere un posto che sia nei pressi del vostro nuovo posto di lavoro. Anche se è possibile anche fare il contrario: trovare cioè una buona sistemazione e provare a trovare lavoro nelle zone limitrofe; 6. Goditi il tuo soggiorno nel Regno Unito Forse una delle migliori esperienze della vostra vita. Vi farete nuovi amici, scoprirete nuove culture, vi aprirete al mondo, crescendo come persone: penso che nessuno possa sprecare un’opportunità del genere.

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SCUOLA: 63.700 POSTI PER DOCENTI Mario Colabufo

Si attende, a giorni, il bando del prossimo concorso scuola che prevede l’inserimento di ben 63.700 docenti, in tal modo suddivisi: • 6.800 posti: scuola dell’infanzia; • 15.900 posti: scuola primaria; • 13.800 posti: scuola secondaria di I grado; • 16.300 posti: scuola secondaria di secondo grado; • 10.900 posti: insegnanti di sostegno. 26

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QUALI SARANNO LE PROVE? Con riferimento all’iter di selezione ciò che si sa è che la prova preselettiva verrà predisposta soltanto per la scuola primaria e dell’infanzia, e recherà 60 quesiti a risposta multipla, tra quiz logico-attitudinali e test d’inglese e d’informatica. In merito, invece, alla prova scritta ci sarà quasi certamente una verifica computer base, con 28 domande, delle quali 5 in inglese, a risposta multipla o aperta. Infine, con riguardo alla prova orale, il colloquio finale che si terrà con la commissione consisterà in una lezione simulata della durata di 45 minuti.


1a. CHI POTRÀ PARTECIPARE? Nonostante non si conoscano dettagliatamente i requisiti, non essendo stato ancora pubblicato il bando, è comunque possibile dedurre dai concorsi precedentemente indetti per incarichi dirigenziali, che potranno parteciparvi coloro che:

AGENZIA DELLE ENTRATE 400 POSTI DA DIRIGENTE Mario Colabufo

• •

possiedono laurea specialistica, magistrale o del vecchio ordinamento, possiedono una precedente esperienza (di almeno 4 anni) presso posizioni dirigenziali ed equivalenti.

2B. QUALI SARANNO LE MATERIE D’ESAME? Anche in questo caso, considerando le previsioni del precedente concorso in materia giuridica ed amministrativa, figureranno tali materie: • diritto tributario;

Il nuovo concorso per dirigenti, vista la polemica scaturita dalla sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittime le assegnazioni di incarichi dirigenziali a funzionari ordinari senza concorso, ha avuto una netta accelerata e sarà pubblicato nel 2016. Il bando mette a disposizione 400 posti per dirigenti attraverso una procedura per soli esami: tra questi, è già noto, che il 30% verrà destinato ai dipendenti delle Agenzie Fiscali (mentre il 70% delle posizioni, ossia 280 posti, rimarrà a disposizione di candidati esterni), così come è noto che i nuovi inserimenti dovranno essere fatti entro il 31 dicembre 2016, derivandone che, entro la fine del 2016, l’iter concorsuale dovrà giungere a conclusione.

• diritto amministrativo; • scienza delle finanze; • gestione delle risorse umane; • gestione delle risorse materiali; • gestione dei sistemi informativi; • pianificazione, organizzazione e sistemi di controllo; • ordinamento e attribuzioni dell’Agenzia delle Entrate; • sistema catastale, di pubblicità immobiliare, strumenti e tecniche estimali. ItalianJob

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MINISTERO BENICULTURALI

500 POSTI PER FUNZIONARI TECNICI

archeologi: essere in possesso del diploma di specializzazione o del dottorato di ricerca;

antropologi e dermoetnoantropologi: aver concluso i percorsi concernenti la professione;

addetti alla comunicazione e alla promozione: laureati in materie Economiche, Scienze della Comunicazione e similari;

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La legge di Stabilità 2016, in deroga al blocco della assunzioni, e considerando la carenza d’organico, ha prefissato per il 2016 l’indizione di un maxi concorso nel Ministero dei Beni Culturali che riguarderà 500 figure tecniche (le immissioni in ruolo sono previste per il 2017), rinviando invece l’assunzione dei 200 funzionari amministrativi richiesti. CHI POTRÀ PARTECIPARE? I 500 funzionari tecnici dovranno appartenere a queste categorie: • 28

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architetti: laureati in Architettura, Ingegneria Edile-Architettura o in Scienze dell’Architettura;

• restauratori: in possesso dell’attinente qualifica professionale; • bibliotecari: in possesso della relativa qualifica professionale; •

storici dell’arte: aver conseguito il corso di laurea in Storia dell’Arte, oppure concluso il corso di studi nella corrispondente scuola di specializzazione.


INPS 2500 UNITÀ

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Di questo concorso si vocifera da tempo, anche in vista del fatto che andranno in pensione oltre 5mila unità. Nonostante ciò, non è stato ancora comunicato ufficialmente nessuno stanziamento di risorse per il 2016. QUALI SARANNO LE MATERIE D’ESAME? Oltre alle materie giuridico-economiche ed amministrative (per i profili amministrativi e contabili), e a quelle attinenti gli ambiti informatico e dell’organizzazione aziendale (per i tecnici), per tutti vi saranno le seguenti materie: • diritto del lavoro e previdenza sociale; • diritto civile, ordinamento e attribuzioni dell’INPS; • lingua straniera a scelta tra inglese, francese, tedesco e spagnolo. Si presentano, infine, possibilità di assunzione presso gli Enti Internazionali per un totale di 230 posti a disposizione, anche in riferimento alle sedi italiane; tra i bandi pubblicati figurano:

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ONU: 29 POSTI

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Le figure selezionate dalle Nazioni Unite attengono ad ambiti riguardanti la preparazione di analisi e la gestione dei rapporti su politiche attive e buone pratiche. CHI POTRÀ PARTECIPARE? Si richiedono i seguenti requisiti: • laurea magistrale o master in scienze politiche, relazioni internazionali, economia politica, diritto internazionale; • laurea triennale (in alternativa al requisito sovrastante) con 2 anni di esperienza; • ottima padronanza della lingua inglese.

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OSCE: 50 POSTI

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Con 57 Stati partecipanti del Nord America, dell’Europa e dell’Asia, l’OSCE è la più grande organizzazione regionale per la sicurezza al mondo impegnata a garantire la pace, la democrazia e la stabilità a oltre un miliardo di persone. Più di 2.500 persone stanno attualmente lavorando per l’OSCE in 22 diverse stazioni di servizio . Le opportunità che offrono sono vaste e variegate - dal lavoro sul campo negli uffici in Europa e Asia centrale , le posizioni nelle istituzioni di Vienna , l’Aia e Varsavia , attraverso gli amministratori e dirigenti. Se sei un cittadino di uno dei 57 Stati partecipanti all’OSCE , si ha la possibilità di presentare una domanda di assunzione. CHI POTRÀ PARTECIPARE? I requisiti da possedere sono i seguenti: • laurea in scienze politiche o sociali, relazioni internazionali, giurisprudenza; • 6 anni (almeno) di esperienza professionale nell’ambito d’interesse; • ottima padronanza della lingua inglese.

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WORLD HEALTH ORGANIZATION 37 POSTI Mario Colabufo

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS, o World Health Organization, WHO in inglese), agenzia speciale dell’ONU per la salute, è stata fondata il 22 luglio 1946 ed entrata in vigore il 7 aprile 1948 con sede a Ginevra. L’obiettivo dell’OMS, così come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità. Il bando mette in palio un contratto di almeno 3 mesi con possibilità di prolungamento CHI POTRÀ PARTECIPARE? I requisiti da possedere sono i seguenti: • laurea magistrale in scienze infermieristiche, medicina, igiene o sanità pubblica.

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NATO 28 POSTI

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L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (in inglese North Atlantic Treaty Organization, in sigla NATO,[3] in francese: Organisation du Traité de l’Atlantique du Nord, in sigla OTAN), è un’organizzazione internazionale per la collaborazione nella difesa. Il trattato istitutivo della NATO, il Patto Atlantico, fu firmato a Washington, D.C. il 4 aprile 1949 ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. Attualmente, fanno parte della NATO 28 stati del mondo. IL BANDO Chi potrà partecipare? I requisiti da possedere sono i seguenti: • laurea in ingegneria civile, meccanica o elettro-meccanica; • almeno 4 anni di esperienza; • ottima padronanza della lingua inglese, oltre alla conoscenza della lingua francese.

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FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 10 POSTI Mario Colabufo

Il Fondo monetario internazionale (International Monetary Fund, di solito abbreviato in FMI in italiano e in IMF in inglese) è un’organizzazione composta dai governi nazionali di 188 Paesi e insieme al gruppo della Banca Mondiale fa parte delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dal nome della località in cui si tenne la conferenza che ne sancì la creazione. L’FMI è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945, quando i primi 29 stati firmarono l’accordo istitutivo e l’organizzazione nacque nel maggio del 1946. Attualmente gli Stati membri sono 188. 34

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CHI POTRÀ PARTECIPARE? I requisiti da possedere sono i seguenti: • Laurea o dottorato in economia; • almeno 5 anni di esperienza e

competenze sulle questioni

fiscali;

• ottima padronanza della lingua

inglese, oltre alla conoscenza di

francese o spagnolo.


BANCA MONDIALE 20 POSTI

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La Banca Mondiale (acronimo BM o WB, dall’inglese World Bank) comprende due istituzioni internazionali: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e l’Agenzia internazionale per lo sviluppo (AID o IDA), che si sono prefissate l’obiettivo di lottare contro la povertà e organizzare aiuti e finanziamenti agli stati in difficoltà.[1] La sua sede è a Washington D.C.; il presidente è eletto per cinque anni dal consiglio di amministrazione della banca. Fa parte delle istituzioni specializzate dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. IL BANDO Chi potrà partecipare? I requisiti da possedere sono i seguenti: • laurea magistrale in economia, con dottorato di ricerca; • almeno 3 anni di esperienza nell’analisi e nella gestione di grandi dataset; • ottima padronanza della lingua inglese.

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EUROPOL 13 POSTI

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Europol (abbreviazione di (EN) European Police Office, Ufficio di Polizia Europeo) è l’agenzia finalizzata alla lotta al crimine dell’Unione europea, divenuta operativa il 1º luglio 1999. Offre contratti di 5 anni rinnovabili per ulteriori 4 anni. I requisiti da possedere sono i seguenti: • laurea magistrale e 6 anni di esperienza qualificata; • laurea triennale (in alternativa al requisito sopra) con 7 anni di esperienza professionale; • ottima padronanza della lingua inglese.

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BCE 25 POSTI

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La Banca centrale europea (BCE o ECB[1]) è la banca centrale incaricata dell’attuazione della politica monetaria per i diciannove paesi dell’Unione europea che hanno aderito alla moneta unica e che formano la cosiddetta zona euro. A partire dal 1º gennaio 1999 essi sono: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna. In passato per metonimia era chiamata Eurotower, dal nome del grattacielo dove fino all’ottobre 2014 aveva sede l’istituzione, a Francoforte. Offre un contratto di 5 anni con eventuale conversione a tempo indeterminato. Requisiti da possedere sono i seguenti: • laurea magistrale in matematica, fisica, statistica o econometria; • laurea triennale con almeno 4 anni di esperienza; • ottima padronanza della lingua inglese. ItalianJob

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BANQUE EUROPÉENNE D’INVESTISSEMENT

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La Banca europea per gli investimenti o BEI (Banque européenne d’investissement in lingua francese, European Investment Bank - EIB - nella notazione in inglese) è l’istituzione finanziaria dell’Unione europea creata nel 1957, con il Trattato di Roma, per il finanziamento degli investimenti atti a sostenere gli obiettivi politici dell’Unione. Tali obiettivi sono: 1. lo sviluppo regionale; 38

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2. le reti trans-europee di trasporto; 3. lo sviluppo delle telecomunicazioni e del settore dell’energia; 4. la ricerca lo sviluppo e l’innovazione; 5. lo sviluppo e la protezione dell’ambiente; 6. la salute e l’istruzione.


Sono membri della BEI, avendone tutti sottoscritto il capitale sociale, gli Stati membri dell’Unione europea (l’Italia oggi vi partecipa per il 16%). Pur muovendosi nell’ambito del sistema normativo comunitario (lo Statuto della Banca è oggetto di uno dei protocolli allegati al Trattato CEE) la BEI è dotata, rispetto alla UE, di autonoma personalità giuridica di diritto internazionale nonché di indipendenza finanziaria, amministrativa e di controllo. Scopo della Banca è quello di sostenere gli obiettivi dell’Unione europea fornendo finanziamenti a lungo termine per specifici progetti di investimento e contribuire in tal modo ad una maggiore integrazione e coesione socio-economica dei paesi membri. Come istituzione comunitaria la BEI effettua, inoltre, un continuo adattamento delle proprie attività di investimento in funzione degli sviluppi delle politiche comunitarie. La sede della BEI è in Boulevard Konrad Adenauer nel quartiere Kirchberg della città di Lussemburgo, capitale dell’omonimo granducato. Tuttavia, al fine di favorirne l’operatività, sono stati istituiti uffici della Banca anche a Bruxelles, Parigi, Roma, Atene, Berlino, Lisbona, Londra, Madrid ed al Cairo. Al di fuori dei paesi dell’UE, la Banca contribuisce all’attuazione delle politiche comunitarie relative alla cooperazione in accordo ai termini ed alle norme contenuti nei diversi trattati ed accordi che legano l’Unione Europea a circa 130 paesi, sia dell’Europa centrale ed orientale che dell’area del Mediterraneo come anche in Africa, Asia, America Latina, nei Caraibi e dell’area del Pacifico. In quest’ambito la BEI è, insieme all’Unione Europea, membro fondatore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). offre contratti di 4 anni con eventuale conversione a tempo indeterminato I requisiti da possedere sono i seguenti: • laurea in informatica o assimilabile; • almeno 5 anni di esperienza nella comunicazione digitale; • conoscenza delle lingue inglese e francese.

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BANDO PER NEO LAUREATI IN

GIURISPRUDENZA Mario Colabufo

Il Ministero della Giustizia ha indetto un concorso per 500 nuovi notai. Una grande opportunità per tanti laureati in giurisprudenza o in lauree equipollenti. Per concorrere bisogna non aver compiuto i cinquantanni d’età. È altresì necessario che, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, gli aspiranti non siano stati dichiarati non idonei in tre precedenti concorsi per esami a posti di notaio. Due le prove d’esame: • esame scritto, tre distinte prove teorico-pratiche, riguardanti un atto di ultima volontà e due atti tra vivi, 40

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di cui uno di diritto commerciale; • esame orale, tre distinte prove sui seguenti gruppi di materie: diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione. Le modalità della compilazione della domanda può essere telematica o presentata o spedita tramite raccomandata con ricevuta di ritorno al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale competente in relazione al luogo di residenza dell’aspirante.


BONUS ASSUNZIONI AL SUD

TUTTE LE INFORMAZIONI SUGLI SGRAVI FISCALI Mario Colabufo

Con la legge di stabilità e, in particolare, il cosiddetto Pacchetto Sud pensato dal Governo Renzi, sono state prese misure per favorire il rilancio dell’economia nella zona meridionale del paese Bonus assunzioni al sud con la proposta del Governo Renzi per il rilancio dell’economia meridionale. Sono molte le novità introdotte con la Legge di Stabilità. Ecco cosa bisogna aspettarsi in merito ad assunzioni e sgravi fiscali. A favore delle imprese del sud, la Legge di Stabilità prevede l’estensione della decontribuzione fino al 2017-2018. Questa riguarderà nello specifico le assunzioni a tempo indeterminato occorse nell’anno 2017-2018.

Questo tipo di misura, però, verrà confermata ad aprile dopo l’approvazione da parte delle autorità comunitarie competenti e successivamente alla verifica delle risorse finanziare. Inoltre, il bonus assunzioni per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato avrà una durata pari a 24 mesi con un importo di 3.250 euro. Per quanto riguarda le donne disoccupate per un periodo di almeno 6 mesi e residenti in zone svantaggiate o con un’alta disparità occupazionale uomo-donna, o donne disoccupate da 24 mesi o ancora over 50 disoccupate da più di 12 mesi sono previsti sgravi del 50% sui contributi INPS e INAIL fino a un massimo di 12 mesi in caso di contratto in assunzione a tempo determinato e fino a un massimo di 18 mesi in caso di contratto a tempo indeterminato. Queste condizioni devono necessariamente essere favorite da un incremento del tasso occupazionale all’interno dell’azienda per la quale lavorano. Infine, sempre per lavoratori over 50 residenti nel sud Italia e nelle aree ad alto tasso di disoccupazione è previsto un contributo mensile pari alla metà dell’indennità di mobilità che spetta di norma al lavoratore, per un periodo massimo di 36 mesi.

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Tra realtà e utopia:

LA TRAVAGLIATA ASCESA DEI GIOVANI NEL MONDO DEL CALCIO

“Crediamo nei giovani, azione sinergica coi comuni per lo sviluppo del calcio”.

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’quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Carlo Tavecchio in occasione della presentazione del progetto ‘Urbino: città ideale per il futuro del calcio’ tenutosi a fine Aprile proprio nel capoluogo di provincia nelle Marche. Ma le cose stanno effettivamente così? Cosa può aver spinto il presidente della FIGC a rimarcare l’attenzione verso chi pratica lo sport più seguito al mondo sin dalla tenera età?

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Ignazio Guaglione

I giovani italiani, appunto, questi sempre più in costante conflitto tra la passione che li spinge ad inseguire un sogno e la frustrazione nascente dalla consapevolezza che quel mondo che sui grandi schermi appare rose e fiori riserva in realtà terreno poco fertile per loro. Sono in pochissimi a compiere la faticosa ascesa e a realizzarsi: dalle categorie dilettantistiche a quelle professionistiche il passo è lungo, troppo lungo, talvolta abissale. Colpa delle strutture? Poche opportunità? O semplicemente scarsa fiducia nei confronti dei nostri giovani connazionali? Ecco, di chi è la ‘colpa’? Se al di fuori della nostra penisola fioriscono


Tra realtà e utopia: La travagliata ascesa dei giovani nel mondo del calcio

nuove leve pronte ad inserirsi nelle massime categorie evidentemente è il sistema Italiano a fallire, tanto più evidente se ci si sposta in nazioni quali Belgio e Germania nelle quali ragazzini dall’età di 12 anni vengono instradati in un percorso graduale di inserimento nel calcio che conta, con la costante collaborazione tra governo nazionale, federazione, club calcistici e scuole. Un’analisi più approfondita di tale modus operandi appena accennato può aiutare, dunque, a scrutare quelle che sono le significative differenze rispetto al nostro modo di gestire potenziali futuri talenti. Prendendo come punto di riferimento il Belgio, ivi vige un sistema che ben può essere definito ‘piramidale’: alla base ci sono le selezioni regionali (dagli under 12 agli under 17), da dove 200 scout visionano giovani ragazzi di diversi campionati locali. Al livello successivo ci sono le Topsport Schools: otto centri sparsi per il Paese che consentono ai ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, di allenarsi sotto la guida di allenatori che lavorano per la federazione belga.

Che si riparta di qui, dunque. Che si riparta dalle scuole calcio e che si dia possibilità a chi lo desidera di seguire un percorso ben definito e delineato, alla stregua dei modelli esteri, che possa portare al coronamento di un sogno: diventare calciatore. In una Italia ormai caratterizzata da esodi in massa, dai più giovani ai più grandi, verso altri paesi su più svariati fronti, non lasciamo che anche i più piccoli alle prese con una loro passione si scontrino da subito con la disillusione e lo sconforto, si da portarli a maturare l’idea di arrendersi e cercare fortuna altrove. La Federazione e le Istituzioni competenti provvedano. Nonostante tutto, siamo ancora in tempo.

I giovani vengono selezionati sia dalle giovanili dei club di prima divisione sia dalle serie inferiori. Nelle TopSport schools i giovani vengono seguiti anche a livello individuale e si lavora sia sui fondamentali che su tattica e tecnica. Sistema analogo vige in Germania, ove i bambini delle scuole hanno la possibilità di essere osservati dai vari scout federali disseminati per il territorio tedesco. Sistemi, questi, che appaiono lontani anni luce da quello Italiano, il quale consta sicuramente di tecnici preparati e soprattutto di giovani talenti desiderosi di coronare la propria passione entro i propri confini, ma che di fatto mostra tutte le sue lacune nella mancanza di una corretta organizzazione preordinata all’’istituzionalizzazione’ di una vera e propria costruttiva gavetta che trova il suo punto di partenza proprio nelle scuole calcio.

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Laurea e lavoro:

UN MATRIMONIO NON PIÙ PERFETTO “Serve davvero una laurea per trovare lavoro?”

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’il quesito che da anni, ormai, incalza tra giovani aspiranti lavoratori, ma non solo. Sono tanti anche coloro i quali, ormai più in avanti con l’età, si guardano indietro con un carico di rimpianti sulle spalle per non aver intrapreso altre strade al posto di un, più o meno lungo, percorso di studi che magari non ha soddisfatto le proprie ambizioni lavorative; o ancora, vi è chi è riuscito a trovare un proprio posto nel mondo lavorativo, facendo a meno del titolo di studio universitario e che, dunque, non si pen-

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Ignazio Guaglione

te minimamente della propria scelta. Sono molteplici, insomma, le circostanze che portano persone di tutte le età a chiedersi se davvero, oggi giorno, sia indispensabile completare un lungo e faticoso percorso di studi, pagando rette annuali di entità non indifferente, per poi inserirsi in un contesto sociale lavorativo. Altrettanto molteplici sono le risposte di segno contrario a tal quesito che arrivano dalla realtà di tutti i giorni: tra numerosi laureati ancora in cerca di occupazione, giovani che, arresi din-


Laurea e lavoro: un matrimonio non più perfetto

nanzi all’evidente difficoltà, tentano fortuna all’estero e persone che, non avendo terminato o neppure intrapreso l’università, riescono a contribuire allo sviluppo della società con un degno lavoro, sembra quasi che il termine “laurea” mal si sposi ormai con la parola “lavoro”.

Oggi, sembra andare esattamente in questa direzione. Un excursus storico che mostra una parabola discente in tema di occupazione conseguente alla laurea, che però non deve portare a sottovalutare tale titolo di studio il quale, almeno su un piano strettamente individuale, comporta sicuramente una formazione culturale non indifferente oltre ad essere requisito minimo per l’accesso a numerosi concorsi che richiedono un voto minimo di laurea. Non una bacchetta magica, dunque, ma uno ‘strumento’ che, se ben utilizzato può comunque portare a numerose possibilità. Fondamentale, peraltro, è la tempistica: in tal senso riecheggiano ancora le forti dichiarazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti il quale, nel 2014, dichiarò che “laurearsi a 28 anni con 110 e lode non serve a niente, meglio a 21 anni con 97!”.

Vi è sempre meno collaborazione tra laureati ed aziende pronti ad accoglierli per sfruttare le loro capacità pratiche ed intellettuali. Sembra esser venuto meno, quindi, con gli anni, quel ‘ponte’ che costituiva uno stabile collegamento tra le aziende in cerca di personale e laureati che riuscivano così ad affacciarsi in modo immediato al mondo lavorativo. Si, perché storicamente, negli anni 60-70, la laurea era equivalente alla formula: “lavoro sicuro”.

E a ben vedere, sembra che effettivamente vada proprio così. Gran parte delle aziende, infatti, oggi sono propense a valorizzare un neolaureato anche al di sotto del 100 ma che si dimostra da subito sveglio e perspicace. La perspicacia dunque, gioca un ruolo chiave, nel lavoro come nella vita. Al di là di qualsiasi statistica, al di là di qualsiasi voto o titolo di studio: se il lavoro non chiama, gli si può andare incontro.

Questo in quanto il laureato veniva contattato direttamente dalle aziende e l’accesso al mondo del lavoro era praticamente alla portata di tutti, o meglio, a portata di…laurea!

Servono buona volontà e…perspicacia, appunto. Volgendo lo sguardo al futuro e adoperandosi nel presente, nulla è precluso, per alcuno. Dipende da ognuno di noi, solo da noi, in fondo. Niente paura, quindi, soltanto coraggio.

Già negli anni 80-90 l’assioma ‘laurea-lavoro sicuro’ aveva perso consistenza pratica, ma nonostante questo, si faceva fatica a credere che un laureato non trovasse occupazione in tempi più o meno celeri.

Giovani e meno giovani, laureati e non, lo slogan perfetto ce lo da Marianne Williamson: “la nostra paura più profonda non è di essere inadeguati, la nostra paura più profonda è essere potenti oltre misura”.

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Martin Luther King:

HE HAD A DREAM, E VOI?

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hissà se il reverendo Martin Luther King lo sapeva, quel 28 agosto del 1963. Sapeva che avrebbe scritto indelebilmente la storia? Sapeva che sarebbe diventato un simbolo nel movimento di protesta per l’acquisizione dei diritti civili? Sapeva che il suo «I have a dream» («Ho un sogno») sarebbe diventato in maniera inesorabile uno stile di pensiero, una macchina di buoni propositi contro le macchinazioni, un segno in una storia con tanti stilemi e pochi stili? Quel giorno, davanti al Lincoln Memorial di Washington, in coda a una colossale marcia in difesa dei “civilians”, Martin Luther King diventò un’icona universale. E gli furono sufficienti 17 minuti: tanto durò il suo discorso, denso di potenza e capace di cambiare per sempre la lotta contro il razzismo e la segregazione razziale. 46

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Luca Guerra

250mila persone: tante hanno assistito quel giorno a quelle parole che hanno fatto la storia nella capitale statunitense. «Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla Storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro Paese» disse Luther King. Parole incise nel marmo della storia: pacifista convinto, nato il 15 gennaio 1929 ad Atlanta (Georgia), nel Profondo sud degli States da un predicatore di chiesa battista e madre maestra, nel 1948 Martin si trasferì a Chester (Pennsylvania) dove studiò teologia e vinse ben presto una borsa di studio che gli consentì di conseguire il dottorato di filosofia a Boston. L’America che aveva conosciuto era quella con fontanelle pubbliche separate per bianchi e neri, balconate distinte nei teatri e posti “riservati” sugli autobus pubblici. Un


Martin Luther King: He had a dream, e voi?

anno dopo quello storico discorso di Washington, ricevette ad Oslo il premio Nobel per la pace. La lotta per cambiare queste condizioni e guadagnare la parità dei diritti di fronte alla legge per i cittadini di qualsiasi razza è stata la scelta di fondo della breve vita di Martin Luther King. Cosa ci resta oggi di questo grande uomo del Novecento, ispiratore e l’ organizzatore delle iniziative per il diritto di voto ai neri e per la parità nei diritti civili e sociali, oltre che per l’abolizione, su un piano più generale, delle forme legali di discriminazione ancora attive negli Stati Uniti? Sicuramente Luther King non avrebbe amato i social network, le finestre virtuali dell’odio: lui che amava parlare alla gente, al cuore del popolo, lui che sosteneva che «se protesterete con coraggio, ma anche con dignità e con amore cristiano, nel futuro gli storici dovranno dire: laggiù viveva un grande popolo, un popolo nero, che iniettò nuovo significato e dignità nelle vene della civiltà». Non avrebbe gradito il nostro moto di protesta, spesso ridotto alle tastiere di un pc, lui che negli anni della lotta era stato più volte arrestato e molte manifestazioni da lui organizzate erano finite con violenze e arresti di massa. Predicava la non violenza pur subendo minacce e attentati. «Fateci quello che volete

e noi continueremo ad amarvi. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire» ripeteva spesso e volentieri. Tremendamente attuale, in un’epoca storica in cui le cronache ci portano spesso a guardare con sospetto a chi ci siede accanto in un bus, nella metro o nelle code d’accesso ad un locale. Paradossalmente d’avanguardia, quando 53 anni dopo ci troviamo a vivere anni di conflitti raccontati che fanno capolino d’improvviso e feralmente tra noi. Luther King significava lotta per i diritti, degli altri: quello che politica e dirigenti stentano a fare oggi. «Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello alla vostra coscienza e al vostro cuore che alla fine conquisteremo anche voi, e la nostra vittoria sarà piena». Nel mese di aprile dell’anno 1968 Luther King si recò a Memphis per partecipare ad una marcia a favore degli spazzini della città (bianchi e neri), che erano in sciopero. Mentre, sulla veranda dell’albergo, s’intratteneva a parlare con i suoi collaboratori, dalla casa di fronte vennero sparati alcuni colpi di fucile: King cadde riverso sulla ringhiera, pochi minuti dopo era morto. Approfittando dei momenti di panico che seguirono, l’assassino si allontanò indisturbato. Erano le ore diciannove del 4 aprile. Il killer fu arrestato a Londra circa due mesi più tardi, si chiamava James Earl Ray, ma rivelò che non era stato lui l’uccisore di King; anzi, sosteneva di sapere chi fosse il vero colpevole. Nome che non poté mai fare perché venne accoltellato la notte seguente nella cella in cui era rinchiuso. Il discorso pronunciato davanti a250.000 persone è stato uno dei più studiati (e copiati) della storia. Linguisti, filosofi, ghostwriter, teologi, esperti di comunicazione lo hanno sezionato e analizzato da qualsiasi prospettiva. E voi, lo avete un sogno?

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LAUREA? NO GRAZIE

• Operatore call center: è una delle posizioni lavorative più ricercate e, tra l’altro, non richiede particolari competenze professionali. Mario Colabufo

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ino a poco tempo fa, se non avevi un titolo di studio adeguato eri tagliato fuori da qualsiasi tipo di carriera o successo lavorativo. Ora questo non accade più. La situazione lavorativa precaria nel vecchio continente ormai da tempo colpisce i laureati tanto quanto coloro che non hanno un titolo di studio universitario. Se pensi di avere una carriera brillante davanti a te, non mollare. Se non lo credi, non abbatterti, non è poi così grave. Può sempre capitarti una buona occasione, ora più che mai…dai uno sguardo a queste 10 professioni. • Stilista: in una società basata sull’apparenza, la professione di stilista sta assumendo un ruolo sempre più rilevante, nel nostro paese come all’estero. Pensaci! • Personal trainer: se sei un feroce appassionato di sport perché non cerchi di inculcare questa tua passione anche nel prossimo? Potresti trovare un seguito inaspettato… • Settore alberghiero: si risveglia dal letargo con la primavera, quindi può valere la pena di verificare quali figure professionali sono ricercate con l’arrivo del bel tempo. 48

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• Commerciale: normalmente le aziende valutano positivamente le doti relazionali di un buon venditore…molto più dei suoi studi accademici. • Promoter assicurativo: non tutti i professionisti di questo settore sono laureati, quindi potrebbe essere un’alternativa interessante da valutare. • Commesso in un supermercato: …o cassiere o magazziniere…il retail quasi sempre è il settore ideale per trovare un impiego rapidamente. • Autista: trasportare merci non richiede alcuna laurea, però richiede almeno una patente valida e tanta attenzione! • Manutentore: la manutenzione di edifici o impianti elettrici occupa molte persone che non hanno una laurea. • Baby sitter/ Badante: per prendersi cura dei bambini o delle persone che hanno bisogno di aiuto l’importante è essere sensibili, avere pazienza ed amare il proprio lavoro, indipendentemente da qualsiasi titolo di studio.


IL COLLOQUIO: VADEMECUM Mario Colabufo

Il colloquio di lavoro è sempre stato una bestia nera per tutti. Sono tanti i dubbi che formuliamo nella nostra testa poco prima di affrontarlo e spesso non abbiamo veramente idea di come vestirci o, molto più spesso, cosa dire. Ecco allora alcuni utili consigli da tenere sempre a mente in questi casi. Cominciamo dal vestiario: ovviamente potrebbe cambiare a seconda del tipo di mansione per la quale vi state candidando. Questo significa che se state per fare un colloquio presso una banca, l’abito formale-ovvero camicia, cravatta, giacca e pantaloni-è quello più consono. Viceversa, se vi state recando presso un ristorante, ad esempio, un abito più casual, ma sempre ordinato, potrebbe darvi una mar-

cia in più. Per gli uomini: la barba deve essere sempre rasata. Meglio evitare orecchini, piercing e anelli. Per le donne va le lo stesso principio: l’abito può cambiare in base al tipo di mansione. Bisogna però evitare vestiti troppo scollati e gonne troppo corte. Un abito sobrio, elegante ma che non mostri parti del corpo non funzionali al colloquio di lavoro, è perfetto. La pettinatura deve essere semplice e non sfarzosa, bisogna evitare piercing o un numero eccessivo di anelli alle dita. Durante il colloquio di lavoro la comunicazione è molto importante, alla pari della prossemica. Non gesticolare troppo, mantenere una posizione ben salda e mai a braccia conserte è un modo indiretto di far valere la propria decisione e sicurezza nella situazione che state vivendo. Bisogna rispondere con sincerità alle domande senza elogiarsi troppo o parlare male dei colleghi e degli ambienti di lavoro precedenti.

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FESTA DEI LAVORATORI: LA CELEBRERETE ANCHE VOI

Mario Colabufo

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nche quest’anno la Festa dei Lavoratori torna ad accendere i riflettori sulle battaglie combattute nell’ambito del lavoro e suoi traguardi raggiunti a livello sociale ed economico. Ma come e perché è nata questa ricorrenza? Quali sono la storia e il significato della festa del 1° maggio?

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Ai primi giorni di maggio del 1886 risale la rivolta di Haymarket di Chicago, tristemente legata ad alcuni gravi episodi di violenza che ebbero a che vedere con le lotte sindacali. Il 3 alcuni lavoratori scioperarono di fronte all’ingresso dell’azienda di macchine agricole McCormick, scatenando la reazione della polizia, che per sopprimere l’assembramento cominciò a sparare sui manifestanti causando due vittime e ferendone altri. Per far sentire la loro voce contro le forze dell’ordine, gli anarchici locali promossero una manifestazione nella piazza che ospitava il mercato delle macchine agricole, l’Haymarket square, scatenando nuovamente l’intervento della polizia, che il 4 maggio tornò ad accendere il fuoco sui manifestanti causando altre vittime.


L’11 novembre dell’anno successivo, ovvero il 1887, si verificò un altro drammatico avvenimento: 12 persone, di cui quattro organizzatori sindacali, quattro operai e quattro anarchici, morirono impiccate per aver organizzato il 1° maggio del 1886 una manifestazione per ottenere la riduzione della giornata lavorativa a otto ore. L’iniziativa varcò i confini nazionali, divenendo simbolo delle rivendicazioni operaie in molti paesi del mondo e d’Europa. L’idea fu rilanciata a Parigi, durante il congresso della Seconda Internazionale del 1889, quando fu indetto uno sciopero per chiedere che le ore lavorative giornaliere fossero portate a otto.

rivendicazioni denominate Nine-Hour Movement che avvennero ad Hamilton e poi a Toronto, in Canada. In Italia la festa fu istituita nel 1890; dal 1924 al 1944- per volere del regime fascista-fu sostituita dalla festa del Natale di Roma (21 aprile), data leggendaria che ricorda la fondazione della Capitale. Nel 1947 si tornò a festeggiare come ricorrenza nazionale.

Ricordiamo che negli Stati Uniti la festa del Labour Day non cade il 1° maggio, ma bensì il primo lunedì di settembre, ricordando le ItalianJob

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IL COLLOQUIO COME GESTIRLO AL MEGLIO

Mario Colabufo

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l colloquio di lavoro è uno scoglio molto difficile da superare, ma è anche quella barriera che, una volta sfondata, ci avvicina ancora di più all’obiettivo finale: trovare il lavoro dei nostri sogni. Ecco 10 domande complicate alle quali rispondere.

tivazione. Si deve lasciare al di fuori del colloquio di lavoro tutto ciò che potrebbe risultare negativo: occorre essere sintetici e far capire di volersi mettere in gioco. Fate presente il fatto di volere affrontare una sfida nuova e stimolante e fatela coincidere con il raggiungimento dei vostri obiettivi.

Perché avete lasciato il vostro ultimo lavoro? Perché volete lasciare il lavoro attuale? La risposta che bisogna dare deve essere sincera e soprattutto positiva, qualsiasi sia la mo-

Come reagite di fronte alle critiche? Evitate di risultare estremi nella risposta, di catalogarvi come passivi o aggressivi. Siete dei semplici esseri umani e vi aspettate di

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Il colloquio, come gestirlo al meglio

commettere errori ma, allo stesso tempo, siete disposti ad apprendere. Un’ottima risposta consiste nel raccontare un evento realmente accaduto nel quale vi è stata mossa una critica e dalla quale avete imparato qualcosa di nuovo. Qual è la fonte della vostra motivazione? In questo caso fate appello all’etica lavorativa, agli obiettivi da raggiungere e alla vostra visione di insieme. Evitate di parlare di denaro: al contrario cercate di condividere con l’interlocutore ciò che avete identificato come vostri bisogni sottolineando gli obiettivi verso i quali siete diretti. Conciliate sempre queste due caratteristiche e la vostra motivazione. Vi state candidando presso altre aziende? Rendetevi appetibili ed elencate tutte le aziende con le quali avete già portato avanti un colloquio, sottolineando, indirettamente, il fatto che siete impegnati nella ricerca del lavoro e che siete selettivi da questo punto di vista. Essere richiesti è una qualità che può rendervi attraenti. Che cosa avete che altri candidati non hanno? Utilizzate questo momento per raccontare i vostri punti di forza senza risultare pomposi o altezzosi. Dovete rispondere con onestà e decisione in quanto queste caratteristiche possono essere valutate già in sede di colloquio. Ci sono aspetti della posizione che non vi attirano? Assieme all’interlocutore fate un breve riepilogo di tutte le caratteristiche inerenti al lavoro per il quale vi siete candidati, soffermandovi su quegli aspetti per voi meno allettanti e valutando i metodi attraverso i quali potreste superarli.

Siete a vostro agio nel ricevere ordini dai superiori? Dovete formulare una risposta in grado di mettere in luce la vostra capacità nel lavoro di squadra. Portare un esempio reale può essere un’azione efficace.

Parlateci di un errore che avete commesso e dell’insegnamento che ne avete tratto. Evitate di descrivere episodi troppo personali o imbarazzanti. Rispondete con onestà e veicolate la risposta sulla critica ricevuta e sull’insegnamento acquisito.

Che tipo di stipendio vi aspettate? Quanto vorreste guadagnare? Studiatevi lo standard del mercato, non è necessario indicare uno stipendio preciso, siate coerenti e sinceri rispondendo che vi aspettate almeno il minimo previsto o di più, in base alle qualifiche che avete.

Avete qualche domanda? Evitate di rispondere con un secco “no”, poiché potrebbe denotare scarso interesse. Preparatevi una domanda che riguardi l’azienda o la posizione per la quale vi siete candidati. Cercate di diventare padroni nella gestione del colloquio. Ricordatevi di chiedere quanto tempo intercorrerà fra il colloquio e la prima risposta da parte dell’azienda e in cosa consisterà il secondo passaggio della selezione.

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GERMANIA: COME FARE Premessa

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n primis bisogna capire che lavorare all’estero comporta un cambiamento radicale a livello mentale,fisico ed emotivo.Per chi cerca un lavoro all’estero, la Germania sembra il paese ideale: gli stipendi medi sono più alti e il costo medio della vita è più basso rispetto all’Italia. Ogni anno migliaia di italiani ci provano e si trasferiscono in Germania per tentare la fortuna. Alcuni ritornano dopo un po’ di tempo, delusi ed amareggiati, altri ci restano, contenti e appagati. Se volete far parte del secondo gruppo dovete preparavi bene, perché vivere e lavorare all’estero non è facile, soprattutto nei primi tempi.

Mario Colabufo

La disoccupazione Attenzione! La Germania non è il paese delle meraviglie dove ognuno, tedesco o straniero che sia, trova lavoro in poco tempo. Quando cercate un posto di lavoro in Germania siete in buona compagnia. La disoccupazione è mediamente più bassa rispetto all’Italia, ma ci sono grosse differenze tra una regione e l’altra. In questa cartina vedete le percentuali di disoccupazione nelle varie parti della Germania.

Nella Germania del sud, dell’ovest e del nord la disoccupazione è bassa (tra il 2 e l’8%), con eccezione di alcune zone nel bacino della Ruhr (all’ovest) e della città di Brema (al nord) dove le percentuali sono più alte. All’est e in certe zone del nord-est, la disoccupazione è alta, a volte anche superiore a quella italiana.

Conoscere il tedesco Se cercate un lavoro a tempo indeterminato dovete offrire al datore di lavoro qualcosa che gli altri candidati non hanno. Senza buone conoscenze del tedesco (in alcuni campi molti specializzati basta anche un’ottima conoscenza dell’inglese) sarà molto difficile, se non impossibile. Ma sapere il tedesco è importante per tutti, anche per chi lavora senza contatto con il

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Germania: come fare

pubblico, come lavapiatti o come spazzino: chi sta in Germania e non riesce a comunicare con i tedeschi, si sentirà sempre isolati (anche se vive a contatto con i connazionali) e tra essi la percentuale di quelli che dopo un po’ tornano in Italia è piuttosto alta. Lavorare all’estero significa anche vivere all’estero. Questo vale in particolare per chi si trasferisce in Germania con la famiglia. La conoscenza del tedesco è fondamentale.

Meglio saprete parlare tedesco, più facile sarà trovare un lavoro e più facile sarà la vita in Germania in generale. Se adesso non sapete ancora il tedesco cominciate a studiarlo il più presto possibile. Pagare dei corsi di tedeschi, i libri e i dizionari necessari costa, ma senza questo piccolo investimento, il rischio di naufragare all’estero è alto. La scelta della città Un problema non indifferente. Molti dicono: voglio andare a lavorare in una grande città (Berlino, Amburgo, Monaco) perché lì ci sono più occasioni di lavoro. Questo è vero, ma c’è anche il rovescio della medaglia: è vero che ci sono più occasioni lavorative, ma ci sono anche molto più persone come voi che cercano lavoro. Spesso nelle piccole-medie città ci sono dei datori di lavori che cercano disperatamente operai o impiegati e non li trovano - perché chi potrebbe lavorare per loro si trova nelle città più grandi e magari lì non trova niente per la troppa “concorrenza” di altri disoccupati...

Il lavoro Una volta era abbastanza facile, per un italiano, trovare un lavoro nella gastronomia italiana in Germania. Ultimamente le cose sono un po’ cambiate, perchè per un posto libero come cuoco o aiuto in cucina in un ristorante italiano, i connazionali che si fanno concorrenza sono sempre più numerosi. ItalianJob

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Germania: come fare

Diverso il discorso riguardante le numerose gelaterie italiane in Germania: nella stagione estiva cercano sempre personale, anche con poca conoscenza del tedesco. Ma attenzione agli orari di lavoro: nelle gelaterie è facile dover lavorare 50-60 ore alla settimana, con una o anche mezza giornata libera alla settimana. Quindi, per guadagnare un po’ di soldi può essere un modo interessante. Ma sarà comunque un lavoro stagionale e precario, senza grandi prospettive.

Tra quasi tutte le testimonianze di italiani che vivono in Germania c’è però un fatto ricorrente: molto spesso hanno cominciato con un lavoro qualsiasi, anche poco pagato. Ma una volta in Germania, la ricerca di lavori più appaganti è più facile e dopo qualche mese in Germania anche le vostre conoscenze di tedesco saranno migliorate - a meno che non frequentiate esclusivamente ambienti italiani. Perché in questa maniera non si impara mai una lingua straniera.

Alberghi, birrerie, fast-food Anche i numerosi alberghi tedeschi offrono spesso lavoro agli stranieri, ma è più difficile entrare. Se siete già in Germania potete tentare la ricerca porta-a-porta presso gli alberghi, ma si può anche contattare i potenziali datori di lavoro scrivendo una lettera con curriculum. In questi casi contano molto le esperienze di lavoro nel settore, e/o un diploma di scuola alberghiera. Se si vuole lavorare a contatto con i clienti sono indispensabili una conoscenza almeno discreta del tedesco e una buona conoscenza dell’inglese. Bar, birrerie, pub e le grandi catene di fast food (Burger King e Mc56

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Germania: come fare

Donald’s), che assumono sempre anche degli stranieri, sono molto diffusi. Conoscere il tedesco è meno importante per i lavori “dietro le quinte” (lavapiatti, cameriere ai piani, ecc.).

C’è un settore in cui avete la strada spianata Se avete un po’ di esperienza in questo campo siete fortunati: per quanto riguarda la cura degli anziani si cerca personale un po’ dappertutto in Germania e se avete almeno una media conoscenza del tedesco non dovreste avere problemi nella ricerca di un lavoro in Germania!

Fiere, congressi grandi eventi ed esposizioni Un’occasione per trovare lavoro rappresentano anche le fiere, i congressi, le esposizioni e i grandi eventi (anche durante l’Oktoberfest a Monaco). In queste occasioni c’è sempre un grande bisogno di lavoratori a tempo determinato e chi sa le lingue straniere ha certamente una possibilità in più.

Insegnare l’italiano ai tedeschi! Anche questo può essere una possibilità per lavorare, così si conoscono anche molti tedeschi. Bisogna però avere certi requisiti: non necessariamente la laurea, ma una buona conoscenza della grammatica italiana è necessaria. Si può lavorare nelle scuole private di lingue o (meglio) nelle VHS (Volkshochschulen = università popolari) che si trovano in molte città della Germania.

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Pensione anticipata:

APE, NOME NUOVO E VECCHI DANNI

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a mia indignazione parte dal concetto che in Italia i nomi vengono cambiati ma il senso è sempre lo stesso: un popolo meno cosciente è senza dubbio più facile da gestire, così i nomi delle norme cambiano dall’oggi al domani, destabilizzando il povero cittadino e lasciandolo vagare tra ignoranza e indecisione. Il Governo ha annunciato la riforma delle pensioni con l’introduzione di un meccanismo, l’APE, che permetta l’uscita anticipata dei lavoratori “fregati” dalla riforma Fornero. Nelle pros-

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sime settimane il testo curato dai tecnici di Palazzo Chigi vedrà la luce, ma la riforma delle pensioni entrerà nella legge di stabilità 2016. Questo meccanismo per la pensione anticipata prevede delle penalizzazioni sull’assegno della pensione in base all’importo della pensione maturata e alla categoria del lavoratore interessato. La riforma delle pensioni targata Renzi cerca di bilanciare il desiderio o bisogno di an-


Pensione anticipata: APE, nome nuovo e vecchi danni

che la coperta fiscale italiana è corta e per introdurre la pensione anticipata il Governo vuole spendere il meno possibile per non mettere a rischi i conti pubblici e non inciampare in uno stop a livello europeo. Altre proposte per introdurre flessibilità per la pensione, come quella del presidente dell’INPS, Tito Boeri, hanno il demerito di gravare troppo sulle casse statali e di andare a toccare qualche privilegio difficile da sradicare dalla politica italiana. Insom-

dare in pensione anticipata con la necessità di non gravare sulle casse dello Stato: il risultato rischia di essere un vero e proprio flop sulla scia dell’anticipo del TFR in busta paga. Ogni proiezione, al momento, si basa sulle anticipazioni trapelate da Roma, sufficienti per creare molti dubbi e qualche domanda sul meccanismo per la pensione anticipata.

ma, la riforma delle pensioni allo studio del governo Renzi peserà pochissimo sulle casse dello Stato, abbastanza su quelle delle aziende che vogliono mandare in pensione anticipata i lavoratori e moltissimo sulle tasche dei lavoratori che vogliono andare inpensione 1 o 3 anni prima.

Pensione anticipata: quanto mi costi? Il problema, purtroppo lo sappiamo bene, è

Prendiamo un lavoratore con contratto a tempo indeterminato in un’azienda privata che ItalianJob

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Pensione anticipata: APE, nome nuovo e vecchi danni

vuole andare in pensione anticipata. Sul suo assegno graverà sia la penalizzazione prevista dal governo (2-3% all’anno per le pensioni fino a tre volte il minimo e 5-8% l’anno per le pensioni superiori) che le rate per il rimborso del prestito pensionistico che il lavoratore ha dovuto chiedere ad una banca o assicurazione. Secondo le prime proiezioni, quindi, si avrebbero le seguenti penalità: • Per un assegno di circa 1.500 euro si avrebbe un taglio di 560 euro mensili per tre anni di anticipo sulla pensione ordinaria; di 370380 mensili per due anni di anticipo sulla pensione ordinaria e 180-190 euro mensili di taglio per un anno di anticipo. • Per un assegno di 3.000 euro mensili si avrebbe un taglio della pensione mensile di 1.390 euro per un anticipo di tre anni sulla pensione ordinaria; di 926 euro per due anni di anticipo e 463 euro al mese per un solo anno di anticipo rispetto alla pensione ordinaria. • Meglio sottolinearlo: la decurtazione in base agli anni di pensione anticipata sarebbe strutturale e rimarrebbe anche al momento della maturazione dei requisiti per l’età pensionabile ordinaria. Le rate per il rimborso del prestito pensionistico, invece, si esauriranno in base agli accordi presi con banche o assicurazioni, ma non saranno inferiori ai 15 anni.

Questo prezzo altissimo da pagare per la pensione anticipata riguarda la categoria dei lavoratori che vogliono l’uscita da lavoro volontaria. Per le altre due categorie, i disoccupati (troppo vecchi per trovare un altro lavoro e troppo giovani per andare in pensione) e coloro che l’azienda vuole mandare in prepensionamento, la situazione è leggermente diversa. Nel primo caso dovrebbero rimanere le penalizzazione sulla pensione calcolate in base agli

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Pensione anticipata: APE, nome nuovo e vecchi danni

anni di anticipo e all’assegno pensionistico, ma il costo del prestito pensionistico dovrebbe essere a carico dello Stato. Stessa cosa nel secondo caso, in cui, però, il prestito-ponte sarebbe finanziato dall’impresa.

Riforma delle pensioni: interrogativi sullo sfondo A quanto ammontano gli interessi chiesti da banche e assicurazioni per i prestiti pensionistici? Chi li paga (Stato, INPS, o lavoratore)? Quanto sarà la tassazione sulle pensioni? Restano molte domande anche sulla platea degli interessati. Questo meccanismo per la pensione anticipata vale anche per i dipendenti pubblici? E per gli autonomi? Vale solo per i nati negli anni 1951-51-53 o sarà strutturale? In soldoni, il testo atteso nelle prossime settimane dovrà dare risposte a molte domande sul meccanismo per la pensione anticipata, ma alcuni punti fermi sono già individuabili: il costo per un lavoratore che voglia andare volontariamente in pensione anticipata sarà salatissimo; questa riforma appare solo un palliativo. Sotto pressione per le richieste di cittadini e opposizione, Renzi dà l’impressione di voler dare un “contentino” a coloro che invocano la pensione anticipata, ma non risolve affatto i problemi del sistema pensionistico italiano. Sarebbe necessaria una vera riforma globale del sistema delle pensioni che lo renda sostenibile, cancellando privilegi e ruberie e, magari, dando una speranza alla generazione degli Eighties (nati negli anni’80), ma la strada intrapresa a Roma non sembra andare in questa direzione. Almeno per ora.

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Youtubers e influencers:

AVETE UN LAVORO, MA FORSE NON LO SAPETE (ANCORA)

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iamo affetti da anglismo, vero. Facciamo meeting, summit, conference call, mangiamo in lunch e brunch, usiamo l’after-sun dopo una giornata di mare e diamo vita a intensi briefing per ragionare su presente e futuro. Ci sono però due termini che da qualche anno a questa parte, con il proliferare di smartphone e tablet nella nostra quotidianità, hanno fatto capolino nei nostri dizionari 3.0: gli “Youtubers” e gli “Influencers”. Ma, esattamente, chi sono? E cosa fanno? Se Andy Wahrol sosteneva che saremo tutti “dolcemente condannati” a 15 minuti di celebrità, probabilmente aveva

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Luca Guerra

in mente queste due professioni, o qualcosa di molto simile. YOUTUBER, UNA PROFESSIONE VECCHIA…11 ANNI Il primo video postato su Youtube risale al 2005 e si chiama “Me at the zoo”. Fu caricato da Jawed Karim (fondatore del sito insieme a Chad Hurley e Steve Chen) alle 20.27 del 23 aprile 2005, ha una durata di 19 secondi ed è stato girato di fronte alla gabbia degli elefanti


Youtubers e influencers: avete un lavoro, ma forse non lo sapete (ancora)

I TRE YOUTUBERS PIÙ FAMOSI DEL MONDO SONO:

28 anni, è svedese ed è lo youtuber più seguito al mondo con lo pseudonimo di PewDiePie. Il suo canale non è tra i più “antichi” sulla piattaforma video online, ma dal 2010 ha inventato un nuovo format di grande successo, attirando milioni di spettatori. Il contenuto dei suoi video è semplice: PiewDiePie si riprende mentre gioca ai videogames. Predilige gli sparatutto come Call of Duty, ma la vera forza sono i suoi commenti e le sue reazioni che accompagnano i video. Fatto sta che, oggi, lo youtuber svedese ha dichiarato di aver incassato, grazie alla sua notorietà nel web, una cifra che si aggira sui 7,5 milioni di dollari in un solo anno. Non solo il più famoso quindi, ma anche il più ricco. Molti si sono chiesti quale sia il segreto del successo e, come sempre in questi casi, trovare una risposta non è facile. Come lui stesso ha dichiarato in una recente intervista, la fortuna ha influito molto, ma anche il suo rapporto con i fan: PewDiePie infatti spesso, piuttosto che postare un nuovo video, preferisce interagire direttamente con chi lo segue, instaurando così con il suo pubblico un rapporto di fidelizzazione che gli ha permesso non solo di consolidarsi, ma anche di crescere continuamente, fino a toccare queste vette da record.

1) PewDiePie - 10,1 miliardi di visualizzazioni e 39,3 milioni di iscritti Il suo vero nome è Felix Arvid Ulf Kjellberg, ha

2) HolaSoyGerman - 2,1 miliardi di visualizzazioni e 25 milioni di iscritti Il secondo youtuber più famoso e conosciuto

dello zoo di San Diego. Lo stesso Karim è anche il primo utente registrato sul sito, con l’username jawed. Il successo fu senza precedenti: a giugno 2006 YouTube poteva vantare già 100 milioni di visualizzazioni quotidiane, con una media di 65mila nuovi filmati uploadati ogni giorno. Dura 18 secondi, non succede niente. Ma ha totalizzato oltre 27milioni e mezzo di visualizzazioni. Youtube è così, non premia i contenuti e neppure la qualità, ma strane fusioni pop di leggerezza, autoironia e magnetismo che fanno sì che alcuni video diventino trend mondiali: pensate all’Ice Bucket Challenge o all’Harlem Shake. Con 400 ore di girato caricate ogni minuto, per il 20% provenienti dagli States e per l’80% dal resto del mondo, Youtube può contare su un pubblico di 1 miliardo di persone al mese, oltre 21 milioni solo in Italia. Da noi, a guardare video sono soprattutto uomini e donne tra i 13 e i 54 anni, dal proprio cellulare. Il 2005 è stato un anno che ha cambiato per sempre il modo di fare intrattenimento. Fu allora, infatti, che YouTube venne lanciato in rete.

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Youtubers e influencers: avete un lavoro, ma forse non lo sapete (ancora)

al mondo è… cileno. Piccola sorpresa per la medaglia d’argento di questa speciale classifica, che va di diritto, con i suoi 24 milioni di seguaci, a German Garmendia, che regala brevi video-commedie a tutti coloro che parlano spagnolo nel mondo, con ottimi risultati. Il video che lo ha reso una vera e propria star si intitola Le cose ovvie della vita, un prodotto che è stato anche vicino a diventare un format televisivo.

3) Smosh - 4,9 miliardi di visualizzazioni22,1 milioni di iscritti Ian Hecox e Anthony Padilla formano una coppia comica che oramai su YouTube è di casa. Entrambi, infatti, sono dei veri e propri veterani del sito e Smosh è uno dei primi canali di successo. Nato come un gioco, Smosh è diventato in realtà un contenitore di video divertenti che trattano diversi temi della cultura popolare e della vita di tutti i giorni. I giovani si rivedono in questi due (ex) ragazzi dalla faccia pulita e un po’ sfigati. Recentemente il canale non sforna più video come una volta, anche perché i due hanno aperto altri canali e hanno dato vita a un’app che faciliti agli internauti l’accesso ai loro contenuti. Attualmente si contano almeno 6 canali YouTube gestiti e supervisionati da loro e su tutti postano contenuti con un ottimo ritorno di pubblico. Più volte si è anche parlato di un loro possibile sbarco in tv con uno show comico, anche se per ora ancora non è successo.

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Se le star di Youtube non sono più celebrità di serie B, che lavorano nel buio della loro stanza, e la rete non è più solo essere un ottimo trampolino di lancio per chiunque abbia talento e voglia di condividere una passione, il merito è anche di una svolta culturale: la rete ha visto alimentare la propria credibilità anche nelle fasce d’età più elevate, quelle più disposte a investire, fattore fondamentale per trasportare la propria fama “lontano” da uno schermo. Lentamente, con l’impennata di contatti di Facebook, Twitter, Snapchat, Google Plus e compagnia bella, sono entrati in scena anche gli influencers. Versione 2.0 degli opinion leader, l’influencer può promuovere qualsiasi prodotto: un programma TV, un film appena uscito al cinema, una marca di abbigliamento, una bevanda e così via“, rivela una fonte anonima. “La tariffa ovviamente varia al variare della collaborazione. Solitamente, per seguire un programma, vengono offerti 100 € circa a puntata. Si tratta di quelle nuove figure nate coi social media che, grazie al numero elevato di follower sui propri canali personali (soprattutto Twitter e Instagram), vengono contattati da brand e aziende per diffondere “il verbo” ai loro seguaci. I numeri dei follower (spesso gonfiati) sono diventati un’arma a doppio taglio, con da una parte marchi pronti a tutto per una (effimera?) visibilità social e dall’altra una pletora di “produttori di contenuto” che vendono a caro prezzo la loro presenza online. Sia chiaro: non tutti coloro che si definiscono (o sono percepiti come) influencer sono degli arrivisti pronti a tutto pur di sbarcare il lunario parlando bene di questo programma o di quel prodotto. C’è anche chi lo fa spontaneamente, per partecipare alle conversazioni trending del momento. Passione, originalità e autenticità sono fondamentali. Ma in un momento storico nel quale il “posto fisso” è una chimera tutta zaloniana, affidarsi alla rete per vendere una propria attitudine e non un bene può rappresentare una svolta.



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