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BImestrAle dI InformAzIone culturAle e dI IntrAttenImento Anno settimo, numero 5 / Luglio - Settembre 2011

* e r e s s int er-e


FRANCESCA GIRGENTI A T E l I E R

C R E A T I v o

InTrigAntE RoSso coRaLlO SOlarE ambra giAllO swAroVski FresCo tRaSpArente biZzarRo vErde SpaSsosO vEtro AzzURro VivAce. oRIGINAlI.

Via N. Garzilli, 26 Palermo • mobile: 3450448423 • girgenti.f@gmail.com francescagirgenti.eu







8 a me mi piace 10 benessere Il massaggio ayurvedico

36 salUte Parapiglia: scatta il gioco della bottiglia

11 mostre

38 moVimenti Guerrilla Gardening

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ambiente Buone notizie

16 mUsica 18

BI m n to es num e mo

on e c u l t u r Al mo rIA me

Im e

d I I n t r A t te n ee no settI An

le d I I n fo r m trA 5 ro -

Az I

34 cUriosità Strani musei

ecologicamente Adesso tocca a noi

40 fotografia Poggioreale 42 economia Il tempo libero di un evasore fiscale 44 percorsi Urbani Il Genio di Palermo

20 cinema Lana luce e colore

46 internet Respiri profondamente... e dica www

22 moda Irene Galitzine

47 spazio cUltUrale Vuedu Factory

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V.m 18 rassegna stampa Hot

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cUriosità dallo spazio

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fantasia Un fiume di desideri, Palermo!

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citazioni Libri

28 libri

52 cUlinaria Il ricettario che fece l’Italia unita

30 fantainterViste Nella cuccia di Snoopy

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arte Ada Loffredo

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58 doVe troVi memoria

hanno collaborato a questo numero

Bimestrale, anno settimo, numero 5 Luglio - Settembre 2011

redazione katakusinós via N. Garzilli, 26 Palermo 90141 tel./fax: 091.7720271 redazione@katakusinos.eu katakusinos.eu Registrazione al Tribunale di Palermo n.35 del 23 dicembre 2005

alfonso catasino editore katakusinos@katakusinos.eu

direttore responsabile Simonetta Degasperi redazione@katakusinos.eu

art director Carlo Poerio c.poerio@katakusinos.eu

illustrazioni Giusi Ruggirello, Graziano Taormina

impaginazione Carlo Poerio, Graziano Taormina

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Darlah Always, David Frati, Emanuela Grasso, Italo Greco, Danny P. Palmieri-Billig, Rifa_Rapuhi, Adriana Falsone, Laura Francesca Di Trapani.

web accentoacuto Web Team awt@accentoacuto.eu

pubblicità Accento Acuto via N. Garzilli, 26 Palermo 90141 tel./fax: 091.7720271 accentoacuto.eu

key account Manuela Renna m.renna@accentoacuto.eu

tipografia Litograf Editor s.r.l. Via C. Marx, 10 - 06011 Cerbara Città di Castello (PG) Tel. 075.8511344 - Fax. 075.8511593

in copertina * "Essere è in realtà interessere: per questo dovrebbe trovarsi nei dizionari. Non potete essere solo in virtù di voi stessi, dovete interessere con ogni altra cosa". (Thich Nhat Hahn)



a me MI piace

Mi piace l’odore del caffè appena fatto mi piace l’energia pulita mi piace il ronzio delle api mi piacciono i libri di carta mi piace citare un amico che me l’ha chiesto mi piace il tram mi piace quando gli alberi sono più alti delle case mi piace dare la precedenza ai pedoni mi piace un regalo che sorprende mi piace liberarmi delle cose che non uso mi piace la gente che fa la fila senza superare mi piacciono gli orologi da tasca mi piace il voi che si danno i francesi mi piace la bellezza mi piace credere in me stessa mi piace farmi le domande mi piace cercare le risposte mi piace rinunciare alle false certezze mi piace il Made in Italy, quello vero mi piace la vecchia poltrona della nonna mi piace chi preferisce la ragione alla forza mi piacerebbe spaccare la faccia a chi bara mi piacciono le discese in bicicletta mi piacciono le salite in funivia mi piace chi è in pace con il mondo mi piace Internet mi piace chi ha la capacità di discernere mi piacciono i popoli che lottano per i loro diritti mi piace chi non ha paura della libertà altrui mi piacerebbe che la raccolta differenziata fosse semplice mi piace chiamare il bianco bianco e il nero nero mi piace chi ha il coraggio di fare altrettanto mi piacerebbe non vergognarmi di essere italiana mi disPiace. Ma solo ogni tanto. s.d.



HAMMAM il Bagno Turco propone nel suo ricco carnet una varietà di massaggi che si adattano ai gusti ed alle esigenze di ognuno, tra i più richiesti il MASSAGGIO AYURVEDICO: può essere effettuato nell’arco di tempo previsto come di norma (50 min.), oppure in modo più approfondito nella versione “doppia durata”, o in maniera ancor più efficace: a completamento del rilassante per-

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ss ene er e

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corso del Bagno Turco.

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IL MASSAGGIO AYURVEDICO Il termine sanscrito Ayurveda significa “scienza della vita” o “saggezza della vita”, millenaria filosofia che si fonda sulla profonda conoscenza e comprensione di verità eterne riguardanti il corpo, la mente e lo spirito dell’uomo secondo saggi e permanenti principi del vivere. L’Ayurveda è una disciplina olistica che considera inscindibili corpo, mente e spirito, pertanto insegna che il corpo esercita un’influenza notevolissima sulla mente e che i processi mentali hanno effetti sul fisico in una perenne interazione; secondo i principi dell’Ayurveda, quindi, non esistono disturbi esclusivamente fisici o puramente psicologici e qualsiasi azione su uno dei due aspetti ha inevitabili ripercussioni anche sull’altro. Il massaggio ayurvedico o Abyangam è solo una delle numerose pratiche che l’Ayurveda prescrive per il mantenimento o il ripristino dell’equilibrio energetico della persona. Il “tocco” è la più antica forma di comunicazione, di scambio energetico, di manifestazione di solidarietà umana e, grazie al massaggio in generale e a quello ayurvedico in particolare, si entra in una dimensione di comunicazione tra due persone che in un clima di gioia, attenzione, energia e consapevolezza realizzano l’arte curativa della vita creando la condizione per il raggiungimento del benessere di chi sente il bisogno di ritrovare il proprio equilibrio psicofisico. Il massaggio ayurvedico è particolarmente indicato per l’individuo che nella società occidentale di oggi soffre, per la maggior parte dei casi, di disturbi legati allo stress a cui la medicina convenzionale non sempre è in grado di porre

rimedio e rappresenta un potente strumento di intenzione e attenzione in netta contrapposizione a relazioni che privilegiano l’individualismo e l’incomunicabilità. Il corpo ha, per sua natura, la facoltà di regolarsi e mantenersi in piena efficienza per l’intera durata della sua vita e la possibilità di preservare lo stato di buona salute dipende dall’equilibrio tra le forze, fisiche e non, che agiscono sul corpo; qualunque modifica, positiva o negativa che sia, in questa combinazione provoca una variazione rispettivamente positiva o negativa; il nostro corpo in caso di inizio di squilibrio lancia informazioni che dovremmo essere in grado di cogliere ed interpretare correttamente, ma la nostra capacità di captare messaggi biologici o emozionali si è quasi del tutto persa nel tempo. Il massaggio ayurvedico ci agevola in quanto la sua finalità è il ripristino e il mantenimento dello stato di buona salute di ogni individuo e con la sua azione purificante e fortificante aiuta a conoscersi e a vivere meglio secondo le proprie naturali inclinazioni. Le tecniche del massaggio ayurvedico devono essere appropriate e adattate ad ogni persona che si affida alle mani del massaggiatore e quindi ogni massaggio sarà diverso da persona a persona perché, secondo i principi dell’Ayurveda ogni individuo è unico e irripetibile e come tale deve essere considerato e trattato e in questa ottica il massaggio diventa uno strumento prezioso per conoscere meglio se stessi e per migliorare la comunicazione e l’interazione con gli altri. Rifa_rapuhi


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Tamara de Lempicka LA REGINA DEL MoDERNo

FONdaZiONe arNaLdO pOmOdOrO OLga SchigaL oLTRE LE TERRE FREDDE Curata da Paola Boccaletti, l'esposizione presenta un'installazione nella quale l'artista russa ricostruisce una Taiga (un ecosistema tipico delle regioni siberiane), con un preciso intento realistico, attraverso l'inserimento di veri tronchi di betulla alti fino a 4 metri e dune di sabbia. In uno spazio in cui realtà e immaginazione sono chiamati a convivere e a interagire tra loro, si incontrano un binario verde, un palloncino di cemento e una piccola casa.

periNO & VeLe LUoGHI CoMUNI Venticinque opere di grandi dimensioni ripercorrono diciassette anni di carriera del sodalizio nato nel 1994, composto da Emiliano Perino (New York, 1973) e Luca Vele (Rotondi, AV, 1975). Attraverso l'originale uso della cartapesta, Perino & Vele modellano forme che alludono a fatti di cronaca, a temi di denuncia sociale e politica, alla distorsione della realtà da parte dei mass media.

daLi' e rauScheNberg L'INFERNo DI DANTE. 34 xilografie a colori del maestro surrealista spagnolo e 34 serigrafie di uno dei portavoce dell'arte contemporanea statunitense interpreteranno uno dei capolavori assoluti della letteratura mondiale.

Tamara de Lempicka pseudonimo di Tamara Rosalia Gurwik-Górska nacque a Varsavia il 16 maggio 1898 e morì a Cuernavaca il 18 marzo 1980. Iniziò a studiare pittura alla Académie de la Grande Chaumiere e alla Académie Ranson con maestri come Maurice Denis e André Lhote. Qui affinò il suo stile personale, fortemente influenzato delle istanze artistiche dell'Art Déco, ma al contempo assai originale. Nel 1922 espone al Salon d'Automne, la sua prima mostra in assoluto. In breve tempo divenne famosa come ritrattista col nome di Tamara de Lempicka. Fino al 10 luglio sarà il Vittoriano a fare da cornice all'arte plastica di Tamara de Lempicka. Le 120 opere in mostra mettono in luce la formazione classica dell'autrice e il suo amore per l'Italia, definita "il luogo del cuore". Si va dal Portrait de Madame P., che si credeva perduto ed è invece riemerso dopo ricerche in collezioni di mezzo mondo, ai ritratti della figlia Kizette. L'esposizione dell'artista simbolo delle istanze moderniste degli anni Venti e Trenta, viene presentata per la prima volta in questa mostra curata di Gioia Mori, attraverso un confronto diretto tra le sue opere e quelle dei suoi contemporanei. La mostra è un’occasione unica per rivivere i vividi colori dei fasti farnesiani che evocano gli splendori di una corte ricca e colta e permette di resuscitare le storie incrociate di pontefici, cardinali, re, ambasciatori, artisti che nell’arco di cinque secoli, tra politica e arte, vissero e si incontrarono a Palazzo Farnese facendone un luogo eccezionale e vivente.



sacchetto di plastica bye bye Il 2011, con la messa al bando dei sacchetti non biodegradabili per l’asporto delle merci, segna un punto di svolta dopo 50 anni di pessime abitudini. Il 1957 è la data che segnò l’inizio dell’era del sacchetto di plastica, prodotto per la prima volta negli Stati Uniti. Ne hanno decretato il successo le qualità peculiari: leggero, resistente, economico, conveniente. I sacchetti di plastica ancora oggi sono tra gli oggetti di consumo più diffusi sulla Terra. Con un peso di soli pochi grammi e una media di pochi millimetri di spessore potrebbero sembrare completamente innocui se non fosse che vengono prodotti a partire dal petrolio e in quantità incredibili. Fabbriche in tutto il mondo sfornano ancora circa 4-5.000 miliardi di buste di plastica l’anno, un quarto delle quali viene prodotto in Asia, contribuendo a immettere in atmosfera tonnellate di emissioni di carbonio ogni anno. L’Italia deteneva il triste record nei consumi delle buste di plastica, con oltre il 25% del totale dei sacchetti consumati nell’Unione Europea e corrispondenti a 260.000 tonnellate di plastica ed a circa 400 buste pro capite l’anno. E ci sono pure quelli che hanno il coraggio di lamentarsi: portatevi la sportina da casa, selvaggi!

E N E O I U Z I B T NO Am BIen

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forse salveremo le api

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Finalmente qualcuno lo ha capito: avete presente quando alle elementari vi spiegavano come nascono i bambini con la storia dell’ape e del fiore? Vabbè, non tutto risultava molto chiaro dalla lezione ma, che per fare nascere qualsiasi cosa da un fiore servisse un’insetto, questo si che era chiaro. Ecco, quella lezione era finita nel dimenticatoio, industria chimica e agricoltori -smidollati o ingenui-, hanno introdotto nell’ambiente prodotti che stavano portando le api a rischio di estinzione. Ovviamente ai responsabili di questi danni, delle api continua probabilmente a non fregargliene un gran che ma magari, rendendosi conto che il paradigma niente api-niente raccolti è plausibile, per puro interesse economico e pragmatico saranno disposti a darsi una regolata. In ogni caso, a costringere anche i meno intelligenti a non adoperare i micidiali prodotti ci sta pensando il Parlamento Europeo che ha raccolto l’allarme dell’intera Europa. Una recente risoluzione chiede, infatti, alla Commissione ed agli stati membri di adoperarsi per limitare la moria delle api, indagandone le cause e promuovendone l’allevamento. Pare che l'Italia sia (per una volta) all'avanguardia tra le legislazioni europee.


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CONCERTI in Italia

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Symphonicity tour L’estate in arrivo vedrà Sting esibirsi nei suoi più grandi successi riproposti con arrangiamento sinfonico. L’ex batterista dei Police, accompagnato da orchestra sinfonica e band dirette da Sarah Hicks, prolungherà il suo tour mondiale con nuove date in tutta Europa. Dopo i concerti sold-out in tutto il mondo, il Symphonicity tour farà tappa in alcuni festival e eventi in Europa, toccando l’Italia il 27 luglio con il concerto a Palermo, al Parco Archeologico Castello a Mare con l'Orchestra sinfonica di Palermo Arturo Toscanini, il 29 luglio a Venezia nella spettacolare cornice di Piazza San Marco con l’Orchestra Sinfonica di Venezia ed il 31 luglio a Brescia, in Piazza della Loggia.

Take That Progress Live 2011 Per la prima volta dopo 16 anni tutti i cinque componenti della band in tour insieme negli stadi nell’estate 2011. La più eccitante reunion nella storia del pop inglese ha preso il via con l’annuncio, dato durante una conferenza stampa a Londra, delle date di un nuovo tour dei Take That: il Progress Live 2011. Gary, Howard, Jason, Mark e Robbie confermano che saranno on the road la prossima estate, per un monumentale tour estivo di 14 date negli stadi inglesi e che poi li porterà in Europa per altre 6 date. Gli spettacolari show live, celebreranno le più grandi hit dei Take That degli ultimi due decenni, ma vedranno anche Robbie da solo sul palco per cantare brani tratti dalla sua incredibile carriera da solista. Una sola tappa in Italia, a Milano: inutile dire che i biglietti, disponibili dal 5 novembre, stanno già andando a ruba. 12 luglio, Milano, Stadio San Siro

Deep Purple Live with Orchestra Dopo 10 anni i Deep Purple tornano in Italia per un concerto dal vivo con un'orchestra di 48 elementi in una delle location più belle d'Italia. Correva il 1969 quando la band inglese registrò il memorabile ''Concerto for Group and Orchestra'', tra i primissimi e più imitati esperimenti di contaminazione tra la musica rock e quella classica. Oggi, dopo più di 40 anni i Deep Purple rispolverano la formula magica con un'orchestra di quarantotto elementi nel tour che prevede una sola data in Italia ed in una location che rende il tutto ancora più affascinante. La formazione attuale è composta da Ian Gillan alla voce, Steve Morse alla chitarra, Roger Glover al basso, Don Airey alle tastiere e Ian Paice alla batteria. 18 luglio, Verona, Arena


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Se l'azione dei governi è molto importante per puntare ad una significativa riduzione delle emissioni di CO2, le scelte dei singoli cittadini sono fondamentali per introdurre nuove abitudini non più legate alla dipendenza dal carbonio. 5 IA -

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Stop the fever è la nuova campagna di Legambiente per fermare i cambiamenti climatici, ridurre i consumi energetici, promuovere le fonti rinnovabili e abbattere le emissioni di CO2 in atmosfera. È rivolta a singoli cittadini, imprese, governi locali e scuole: l’invito è quello di cercare uno stile di vita più sobrio, in cui “benessere” non significa consumo a tutti i costi, ma piuttosto limitazione degli sprechi, riduzione del proprio consumo energetico, riciclo e riuso dei prodotti di scarto; ognuno di noi, infatti, può contribuire in maniera significativa alla diminuzione del fabbisogno di risorse facendo scendere la febbre del pianeta. Tutto questo con obiettivi precisi: si propone infatti, da subito, di arrivare in dieci anni a ridurre del 20% i consumi energetici in tutta Europa e nel mondo, di incrementare del 20% l'utilizzo di risorse rinnovabili e di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra. Per questo è stata creata Stop the Fever City, una città virtuale, dove ognuno di noi può iscriversi e misurare quanto le nostre scelte possono fare bene all'ambiente.

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A ment e gIc

Adesso tocca a noi!

ecol o

http://www.stopthefever.org/

Lo sapevamo che? (+) riciclando bottiglie di vetro alla settimana puoi risparmiare all'am-

(+) se spegni uno stand by puoi risparmiare 80 Kg di Co2 in un anno

biente 11 kg di Co2;

e circa 33 euro;

(+) chiudendo i rubinetti mentre ci si spazzola i denti si ottiene un

(+) concentrando l'accensione dello scaldabagno elettrico in un

risparmio di Co2 pari a 3 Kg in un anno; (+) se ti sposti in treno al posto che in auto da solo, puoi risparmiare

in un anno 0,13 Kg di Co2 per ogni chilometro; (+) riparando le piccole perdite dell’impianto idrico si fa risparmiare

all'ambiente 20 Kg di Co2; (+) se riusi 10 fogli stampati per scriverci sul retro ogni giorno in ufficio

periodo di 8 ore (nelle ore notturne) la mattina avrai l'acqua calda e in un anno avrai risparmiato oltre 2,135 Kg di Co2; (+) se effettui due cicli di lavatrice a settimana a 40° anziché a 90° a

pieno carico risparmi 125 Kg di Co2 annui; (+) se fai attenzione alla corretta pressione dei tuoi pneumatici rispar-

mi 140,00 Kg di Co2;

risparmi 13,13 Kg di Co2 in un anno e 6 Kg di carta;

(+) se ti impegni a ridurre la velocità media da 110 a 90 km /h per il 10% della distanza coperta il risparmio annuo di Co2 è di 55 Kg;

(+) ogni grado di temperatura in più che tieni nel tuo appartamento

(+) se quando fai la spesa ti servi di una borsa riutilizzabile risparmi

può aumentare i consumi di metano del 10%;


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TRUFFA

Lana, luce e colore

Fabio Truffa racconta Akira Kurosawa

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E’ un artista eclettico e originale. I suoi lavori sono un insieme di suggestioni e magnetismi che coinvolgono trascinando dentro un mondo composto da lana, luce e calore. Definito “un artigiano al servizio dell’imperatore” le sue ultime opere sono ispirate al grande, Akira Kurosawa, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Sanremese di nascita ma algherese di adozione, Fabio Truffa ha studiato pittura e scultura presso l'artista sardo Marotta e musica dal musicista Steve Lacy. «Sotto il loro insegnamento ho mischiato all'unisono il colore e la luce della pittura con le note musicali. Questo cocktail di luce e di suoni mi ha permesso di realizzare attraverso i fili del pentagramma trasformati in lana, ben trenta sculture esposte nel mio negozio romano, ognuna rappresentante un'opera di Akira Kurosawa – spiega Truffa – Come nasce il mio interesse verso questo artista? Bisogna fare un passo indietro nel tempo.. negli anni Cinquanta quando il cinema poté godere di un periodo di relativo benessere al punto che quel periodo è consider-

ata l’epoca d’oro della cinematografia giapponese. Cinque o sei fra le maggiori compagnie riuscirono a produrre quasi 100 film all’anno. E sulla base di questa stabile prosperità, registi di notevole valore trovarono abbondanti occasioni per lavorare liberamente a opere eccellenti anche sotto il profilo artistico. Lo stesso profilo che mi ha spinto, fin da ragazzo, ad appassionarmi alla cinematografia giapponese e al teatro russo. Di fatti mi divertivo ad aiutare mio fratello, Valerio Truffa (www.atelierfiwe.com), a montare le scene dei vari spettacoli che venivano svolti al “Beat 72”. In questo teatro ho avuto la fortuna di montare le scene e di assistere alla prima performance di Memè Perlini che come Kurosawa con “Rashomon” presentò un “Pirandello”. Successivamente vidi anche un Carmelo Bene nell’Amleto e un giovanissimo Roberto Benigni, intervistato da Dacia Maraini. Ma l’influenza maggiore che ho avuto per arrivare a Kurosawa la devo a Valentino Orfeo che al teatro La Fede insieme a Giancarlo Nanni e Manuela Kusterman mi hanno fatto

conoscere Dostoevskij e Gorky. In questo teatro era facile vedere sulle pareti opere di Mario Schifano e sentire le ultime creazioni di Steve Lacy. Bisogna anche ricordare che in questo teatro l’attrice Iannace Luciana è stata la prima donna nel mondo a interpretare la versione femminile di Pinocchio – prosegue Truffa - Akira Kurosawa è forse il cineasta più umanista di tutti i tempi. Quello più puro, più consapevole delle ragioni e delle debolezze dell’uomo e quindi per me è diventato automatico che le mie opere dedicate a questo grande maestro fossero fotografate da due artisti di grande sensibilità, Daniele Lipari e Pietro Pesce. Ma innanzitutto ho trovato interessante che l’interpretazione di Daniele Lipari mi riportasse indietro nel tempo, quando nel 1896 venne presentato a Kobe il Kinetoscopio Edison, e il suo successo fu tale che in breve ne circolavano vari esemplari nelle principali città. Gli spettatori pazienti nell’attendere il proprio turno per potere accedere allo spioncino attraverso cui vedere scorrere le immagini . Per la prima volta avevano l’opportu-


TRUFFA nità di sbirciare scene animate nel mondo occidentale. Mentre il lavoro di Pietro Pesce mi ha riportato ad Auguste Lumiere che nel 1897 permise agli spettatori un divertimento collettivo con le immagini proiettate su uno schermo». Le sue opere, fotografate da entrambi gli artisti, raccontano un’epoca ma anche uno stato d’animo. «Il mio prossimo lavoro sarà un’esclusiva per l’Europa: cercherò di far rivivere il periodo degli uomini parlanti, i Benshi che raccontavano i film a un pubblico per la maggior parte incolto, incapace di leggere le didascalie. Erano diventati incredibilmente popolari al punto di soppiantare la notorietà degli attori o di certi registi. Conobbero il loro apogeo intorno al 1920, nel momento in cui il cinema si evolveva rapidamente verso una moderna arte della rappresentazione. Ogni film del cartello quotidiano era a bobina unica, eppure lo spettacolo durava più di due ore per consentire l’articolata preparazione del macchinario. Supplivano le pause tecniche, la narrazione e i commenti del Benshi, figura des-

tinata a diventare fondamentale nello sviluppo della cinematografia giapponese. Seduto a lato dello schermo e accompagnato da un’orchestra mista di strumenti autoctoni e occidentali, il Benshi non solo prestava la voce ai vari personaggi, ma spiegava anche il tessuto narrativo delle storie prima della proiezione, descriveva nel dettaglio le particolarità dei paesi stranieri, convogliava le simpatie del pubblico verso un determinato soggetto e illustrava addirittura le tecniche cinematografiche utilizzate e il funzionamento del proiettore. La loro popolarità si protrasse a lungo almeno fino all’avvento del sonoro. La battaglia per la sospensione dei Benshi, portata avanti dai modernisti, fu aspra e lunga. I Benshi scioperarono nel 1932 e fu soltanto all’alba del sonoro che cominciarono a scomparire. Eppure nel tempo, qualcuno ha continuato la propria arte: è il caso di Matsuda che ancora negli anni Settanta la portava avanti in alcuni cineclub retrò». Adriana Falsone


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È stata definita “la principessa della moda” e principessa lo è di

L’anno dopo la vedrà raggiungere l’apice della notorietà: Diana

fatto: Irene Galitzine nasce a Tiflis, capitale della Georgia, nel

Vreeland, la più importante storica americana della moda, la

1916 discendente di una delle famiglie aristocratiche più impor-

sacerdotessa di Vogue, canta le lodi del suo completo casacca e

tanti di Russia. Con la Rivoluzione di Ottobre la famiglia è

pantaloni in seta battezzandolo Pijama Palazzo. Il capo è per l’ap-

costretta al’esilio e si rifugia a Frascati, dove c’era una numero-

punto simile ad un pigiama e caratterizzato dalla gamba molto

sa comunità di profughi russi. Arrivata infante nella Capitale,

ampia, comodissimo ma elegante per via della morbidezza e

Irene Galitzine nel 1943 è una giovane donna di grande fascino

della lucententezza del tessuto, iperfemminile per una donna

e cultura, frequenta i rampolli dell’aristocrazia italiana e interna-

che desiderasse portare i pantaloni senza sembrare vestita

zionale e le migliori scuole. Studia scienze politiche e storia del-

come un uomo. Sono anni di liberazione femminile e dei costu-

l’arte a Roma, inglese a Cambridge e francese alla Sorbona.

mi ed il successo è travolgente. Il Pijama Palazzo diventa il capo-

Classe e charme fanno di lei una delle personalità più in vista del

icona della stilista, che ne proporrà un modello in ogni collezio-

bel mondo, sarà anche per questo che le Sorelle Fontana, che

ne successiva, per sempre. Amica personale di numerosi perso-

nella Roma liberata raggiungono grande notorietà, vedono in lei

naggi noti, dai Kennedy ai Ford, da Elizabeth Taylor a Marella

l’ideale ambasciatrice dei loro abiti. Per tre anni collabora nella

Agnelli, la Galitzine veste donne di grande fascino in tutto il

loro Maison dove cura le public relations, crea modelli e fa l’in-

mondo; tra le grandi dive portano i suoi abiti Audrey Hepburn,

dossatrice, poi, nel 1946, apre un suo atelier dove crea modelli

Greta Garbo, Sofia Loren, Liz Taylor e Claudia Cardinale. Veste

ispirati alle collezioni francesi. Nel 1949 sposa Silvio Medici de

Jaqueline Kennedy, di cui fu più volte ospite e consigliera di stile

Menezes, giovane esponente dell’aristocrazia portoghese. La sua

e sua sorella Lee Radzwill, la Baronessa Guy de Rothshild, la

prima collezione è quella del ‘59, disegnata in collaborazione con

Duchessa di Windsor, Soraya, Paola del Belgio, Anna Maria di

Federico Forquet. Un notevole riscontro arriva quando

Grecia, Marella Agnelli e Ira Füstemberg.

l’American Fashion Press la invita a presentare la sua collezione

Nel 1962 la stampa italiana la promuove “Stilista dell’anno” e nel

a Boston e sempre negli Stati Uniti riceve il suo primo premio,

1965 vince il Sunday Times International Fashion Award. Sulla

il Filene Talent Award, come miglior disegnatrice dell’anno.

scia del successo parte per il Giappone insieme ad Emilio Pucci

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per esportare la moda italiana in oriente. È in questi anni che la stilista comincia a lanciare il prêt à porter, poi, negli anni 80 trasferisce la sartoria al civico 56 di via Gregoriana a Roma. Nel 1988 Irene Galitzine torna per la prima volta nella madrepatria; Raissa Gorbaciova, Ministro della Cultura, la chiama a sfilare a Mosca. Il Teatro Rossija per l’occasione si trasforma in passerella con un pubblico di 2500 persone. Sempre nella sua patria d’origine, viene invitata all’università a tenere dei seminari per aspiranti stilisti e allievi di scuole di moda. Nel 1990 La società Xines, che fa capo a Giada Ruspoli, acquista il marchio Galitzine dove comunque la silista continua ad effettuare la sua supervisione e nel 1991 pubblica in Italia, per Longanesi, la sua autobiografia dal titolo Dalla Russia alla Russia. Irene Galitzine, la principessa della moda, muore nel 2006. I suoi Pigiama Palazzo, oramai diventati un capo simbolo dell’Alta Moda, sono esposti nei musei più importanti del mondo, dal 3Metropolitan Museum di New York, al Victoria and Albert Museum di Londra, al Museo del Costume di San Pietroburgo, in Russia.

“La bellezza di una donna n on si esaurisce nei vestiti” Irene Galitzine


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st AmpA nA

esca lesbo

di darlaH alWaYs ALTER EGO SFACCIATO DI UNA GIORNALISTA PERBENE. ADORA IL CARAMELLO E LA LETTERATURA EROTICA, LE CAMICIE DA UOMO ED I FOULARD DI SETA. MIELE DI MILO MANARA E MOANA POZZI SONO I SUOI MITI. NONOSTANTE TUTTO CREDE ANCORA NELL’AMORE. darlahalways@hotmail.it

Di baci fra donne non se ne può più. Per citarne qualcuno -vi fosse mai sfuggito- sono noti quelli di Britney Spears con Madonna e di Scarlett Johansson con Sandra Bullock. Consacrato anche da Katy Perry con il suo singolo, il bacio fra donne è una delle ultime tendenze, soprattutto fra le adolescenti, soprattutto davanti ad un pubblico numeroso, soprattutto con aliti alcolici e soprattutto con un vedisèvenutabenechelamettosuFeisbuc. Ora, fossero baci gay, ben vengano; lungi da noi commenti miseri e meschini che si sentono in giro di recente. Il fatto è che nella maggior parte dei casi si tratta di baci fra eterosessuali che non hanno nessuna intenzione di approfondire la questione. Uno studio della University of California dopo aver condotto un sondaggio fra le ragazze americane ha rilevato, tra l’altro, che nella maggior parte dei casi c’è l’esplicito intento di attirare l’attenzione dei maschi. Beh, se fate parte di quelle che alla proposta di una cosina a tre sgranano gli occhi con l’aria turbata di una carmelitana scalza, o se sperate che il principe azzurro si accorga così di voi, lasciate perdere questa arma di seduzione. È l’esca sbagliata per il pesce che volete acchiappare. Se vi piace uno e non siete pronte ad un po’ di confusione sessuale, invece di mettere la lingua in bocca alla vostra migliore amica, mettetela a lui. Di norma qualcosa si rimedia.


donne al Volante Dicono che la metà delle donne italiane dichiari di non poter fare a meno di una scarpa col tacco anche durante la guida. Dalla ricerca si nota anche che al primo posto delle irriducibili ci siano le bresciane al 18%, seguite da romane e cagliaritane al 13%. Questo almeno secondo i dati presentati dal Centro Studi e Documentazione Direct Line. Che è tutto dire: perché mai una società di assicurazioni avrà fatto questo sondaggio? Dicono anche che le scarpe con il tacco alto possono dare instabilità e compromettere la qualità della guida e che convenga cambiare calzature quando si entra in macchina: scelta saggia e abbracciata dal 32% delle ragazze sotto i 24 anni di età, ed assolutamente raccomandabile a tutte le altre stilettoaddicted. Ad ogni modo, dico io, ma a che vi serve un tacco 12 -magari pure Manolo Blahnik o Christian Louboutin- fuori dalla camera da letto? Oltre che guidarci la macchina, non vorrete mica camminarci?

famolo eco-cHic Il primo preservativo di lusso, chic ed elegante con quel particolare French Touch -costato alla ditta una causa non ancora chiusa con il Municipio di Condom- proviene dalla cittadina francese di Condom, che per l’appunto non ha gradito particolarmente l’associazione del suo nome ai profilattici. Resta il fatto che quelli della Original Condom Company hanno avuto l’idea geniale di fare anche dei profilattici un oggetto di lusso conquistando la simpatia di chi non disprezza il bello anche nelle cose banali. Potrebbe sembrare un po’ troppo frivolo ma il packaging è davvero accattivante, la scatoletta dove conservarli sembra un cofanetto di gioielleria ed anche la bustina è sapientemente curata nel design. La compagnia, cosa non indifferente, sostiene la lotta all’AIDS aiutando le ONG che vi si dedicano e compensa le emissioni di carbonio causate dalla produzione e dallo smaltimento del prodotto partecipando alla creazione di nuovi boschi. Insomma, sesso sicuro, chic ed ecofriendly. Cosa desiderare di più dalla vita?

12 centimetri non Uno di meno Consigli su come scegliere le scarpe più adatte al proprio piede, lezioni di portamento ed eleganza e cura delle zampette sono soltanto alcuni dei temi propedeutici all’immancabile prova pratica finale: la passeggiata sul Red Carpet de noantri. Nel corso degli eventi organizzati dalla Stiletto Academy che dall’anno scorso girano per l’Italia, si impara l’arte della camminata sul tacco 12. L’ultimo dei workshop pubblici e gratuiti battezzati "12Camp" è stato al Milano Fashion Week ed è andato in Sold Out. Il prossimo, con eventi, sponsor, regalie e personal training è previsto a Roma, in Piazza di Spagna ad inizio estate. La filosofia è palese. Come amano ripetere le organizzatrici: Il tacco mette il culo là dove deve stare, su un piedistallo. Chiaro, no?


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un fiUme di desideri palermo!

Mancavo da Palermo da una decina d'anni, proprio dal 2000, ma ho sempre mantenuto vivo il ricordo di una città viva , allegra e che profumava d'arte, ...d'ogni forma d'arte! La scorsa estate, 10 Agosto, San Lorenzo, sono sceso da casa per fare un giro in centro, la prima via in cui mi sono ritrovato é stata Via Libertà che mi accolto con una veste nuova. All'improvviso mi sono accorto che la mia città era cambiata, non era più quella che avevo vissuto per tanti anni, No!, mi sembrava una delle grandi città che avevo visitato durante la mia assenza da Palermo. Al centro di Via Libertà, scorreva finalmente un fiume, NO, non esageriamo, meglio non parlare di fiume a Palermo, scorreva il Tram, elegante, colorato, i finestrini abbassati da cui giungevano le note di una sonata di Mozart. La gente all'interno, chi leggeva un quotidiano, chi un libro, chi ascoltava la propria musica con l'I-Pod, chi sorseggiava una gratta checca davanti al proprio computer, altri mordicchiavano pezzi di cocco e soprattutto i turisti, tanti, tantissimi, si guardavano intorno e ammiravano le bellezze della nostra città. E non avevano ancora visto niente! Provate a pensare cosa

avrebbero visto arrivati al centro storico. Sì, perché il Tram a Palermo, FINALMENTE!, ti permette di percorrere tutta la città, da Piazza Vittorio Veneto, la Statua, per intenderci, fino alla Stazione Centrale, ma se vuoi, puoi scendere ai 4 Canti e scegliere se prendere il Tram_direzione Porta Felice o direzione Porta Nuova, a seconda di quale parte della città vuoi visitare. Se vai verso Porta Nuova, puoi arrivare fino a Monreale, Sì!, Palermo e Monreale sono molto efficienti e hanno stipulato un accordo ferreo per migliorare la circolazione stradale, se vai verso Porta Felice, vai verso il Mare e puoi scegliere se visitare la parte EST fino ad Aspra oppure andare a Mondello, dall'Addaura, dove è possibile percorrere tutto il tragitto fino a destinazione guardando il mare perchè, finalmente, sono state demolite tutte le case che ne ostacolavano la visione. Ma la sorpresa più bella è stata quando sono salito sul Tram alla fermata Teatro Massimo e insieme a me una Ragazza, con la macchina fotografica ed un Ragazzo, con una videocamera, i quali hanno detto ai passeggeri, anche in inglese per i turisti stranieri, oggi è San Lorenzo, chiunque di voi lo vorrà potrà recitare una poesia sulla notte, le stelle, i vostri desideri, l'amore e noi vi riprenderemo e

fotograferemo, se lo vorrete, la stessa cosa accadrà questa sera dalle 22,00 all'Oratorio di San Lorenzo. Non credevo alle mie orecchie, ho chiesto ai ragazzi di ripeterlo ma siamo stati interrotti da una signora di mezz'età che con voce rotta ha detto: “Mi chiamo Lucia, ho 60 anni e lavoravo alle Poste, abito sulla sponda destra del fiume Oreto e tutte le notti sogno il fiume come se fosse il mio amante, ci vediamo solo di notte, alle 3,00 scendo da casa, salto sulla barchetta che mi manda lui, Oreto, e che sul lato sinistro reca la scritta “Lucia, luce dei miei occhi” ! E mi porta in giro per il fiume, bello, pulito, fresco, grande, in alcuni momenti mi fa danzare con la musica dell'acqua e in altri mi regala spettacoli organizzati dai pesci per me , solo per me, e la Notte di San Lorenzo mi porta pure fino al mare per mostrarmi tutte le stelle cadenti fino all'alba! La mattina, quando mi sveglio, la prima cosa che faccio è aprire la finestra e guardare Oreto e mi rendo conto che dovrò attendere un'altra notte per incontrare il mio Amante”! Di giorno, ho una sola consolazione, posso andare in giro con il Tram e ammirare Palermo! Italo Greco



AA.VV. 663 pp. 18,50 euri 2007, Nuovi Mondi “Vedete, attenendosi ad un elenco lungo e particolareggiato di teologie, credo si possa stabilire che il cristiano medio dubita del 99% dei dogmi sacri del mondo. Ma l’1% in cui crede lui non è di gran lunga diverso dal resto: è un sistema di affermazioni miracolose senza il sostegno di alcuna prova affidabile che possa confermarlo.” Un’antologia in cui le migliori firme del giornalismo e della saggistica internazionale si adoperano per smontare e denunciare miti, leggende, segreti e misfatti legati a ogni sorta di religione o culto. Cristianesimo, ebraismo, islam, buddismo, indusimo, nuove pseudo-religioni: Tutto quello che sai su Dio è falso raccoglie sia vere e proprie denunce storiche e giornalistiche sia curiosità e stranezze riguardo a miti irrazionali che continuano a imperare in moltissime società, alcune delle quali teoricamente evolute, come quella americana o italiana. L’antologia, che conta anche firme di autori di fama internazionale come Richard Dawkins, autore de Il gene egoista e H.G. Wells, pioniere della fantascienza, non è solo una raccolta di articoli che smontano e denunciano leggende, assurdità e misfatti di ogni sorta di religione; anche molti articoli sull’ateismo danno da pensare a chi ancora si permette quel lusso, indissolubilmente legato all’intelligenza, del dubbio. Perché ci Piace? In un paese dove incombe lo spettro di leggi che attentano alla libertà di pensiero, dove le religioni possono espandersi a macchia d’olio invadendo ogni settore della vita pubblica dello Stato ma dove l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti -che conta tra i presidenti onorari personaggi dello spessore di Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi e Sergio Staino- non trova alcuno spazio nei media e non ha nemmeno il diritto di affiggere (pagando le tasse sulla cartellonistica) i suoi manifesti, in questo paese dicevamo, una lettura come questa sarebbe auspicabile. Per tutti.

si ringrazia lettera.com

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libri Vecchi & nuoVi

Guerrilla GardeninG manuale di GiardinaGGio e resistenza contro il deGrado urbano Michele Trasi – Andrea Zabiello 159 pp. 13,50 euri 2009, Kowalsky “Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala.” Johann Wolfgang von Goethe Tecniche di giardinaggio e di azioni sovversive mirate al recupero di spazi urbani abbandonati ed alla loro trasformazione in verde pubblico: la storia del movimento, come progettare, agire e portare a buon fine la missione, giardinaggio per principianti, bibliografia, filmografia e sitografia Perché ci Piace? Potrebbe essere un capitolo di un manuale di educazione civica, ci insegna ad abbellire gli spazi che viviamo, a riappropriarci della Cosa Pubblica, ad agire se le cose come stanno non ci piacciono. “Libertà è partecipazione” cantava Gaber, Guerrilla Gardening è partecipazione, a voi il sillogismo.

casi Daniil Charms pp. 343 euri 14,00 2008, Adelphi

“Se ti fanno osservare: In quello che lei ha scritto c’è un errore, tu rispondi: Ciò che scrivo dà sempre questa impressione.” Povero, tenero, acuto e delirante: è più facile definire Charms che la sua opera. Il suo genere, così diverso da ogni altro da essere davvero difficile da inquadrare, non piaceva né al movimento Futurista, né al regime sovietico; era un poeta dell’assurdo, surrealista e surreale, fuori da ogni schema, impossibile da controllare, o da prevedere. "A me interessano solo le 'sciocchezze', solo ciò che non ha significato pratico. La vita mi interessa solo nel suo manifestarsi assurdo. Erotismo, pathos, ardimento, moralità, commozione e azzardo sono parole e sentimenti che mi sono odiosi. Ma comprendo perfettamente e ammiro: entusiasmo ed esaltazione, ispirazione e disperazione, passione e riservatezza, dissolutezza e castità, tristezza e dolore, gioia e riso". Perché ci Piace? La sua singolarità è tale da non tollerare inquadramenti e straordinariamente riesce a sorprenderci in ogni frase.


101 stronzate a cui abbiamo creduto tutti almeno una Volta nella Vita Severino Colombo 191 pp. 9,90 euri 2011, Newton Compton “Le bugie hanno le gambe corte ma camminano veloci passando dal bar della piazza ai social network.” Il titolo forse farà storcere il naso ai puristi della lingua –i benpensanti ci sono ancora?- ma in tempi come questi in cui pare sdoganato tutto ciò che è pessimo, lo slang non sarà certo la cosa più grave. Stronzate (del titolo) a parte, il libro è serissimo: non sono pochi gli allocchi che dopo decenni di addiction nazionale ad Internet mandano ancora in giro catene di Sant’Antonio che secondo loro, beata ingenuità, ci faranno pagare direttamente da Bill Gates; e non mancano neppure quelli che Elvis è vivo, Osama Bin Laden è morto, gli zingari rubano i bambini, in Messico ci sono gli alieni, D’Annunzio si tolse una costola a scopi lussuriosi, la CocaCola ha dei poteri al limite del miracoloso e chi più ne ha... più ne spari. Insomma le stronzate sono infinite ma almeno con queste cento e una potremmo piantarla. Perché ci Piace? Perché all’imbecillità non c’è mai fine, perché anche noi ci siamo sentiti dei polli ogni tanto, perché non tutte le bufale sono innocue e perché un sano scetticismo -che non è certo un oltraggio all’intelligenza- possa illuminare il nostro cammino.

ritratto di Gruppo con assenza Luis Sepúlveda 157 pp. 16,00 euri 2010, Guanda

Una foto che ritrae alcuni ragazzini fa da spunto alla ricerca dell’autore: cosa ne è stato di loro, che fine hanno fatto, come sono adesso quei visi fermati sulla carta otto anni prima? Da questo parallelo tra il tempo passato sui ragazzini della foto e quello passato su tutto il Paese durante gli anni di dittatura, sono tanti i ritratti che fuoriescono: primo fra tutti quello di uno dei giovani soggetti della foto, quello che non ha avuto futuro e di cui, ora, si nota solo l’assenza. Seguono, come tanti racconti brevi, i ritratti dei “fratelli” dell’autore, compagni di lotta, di esilio e di dolore, quelli degli ultimi che sono rimasti vicini al Presidente Allende fino alle estreme conseguenze, quelli di chi fa ironia sulle condizioni del Cile appena liberato o di chi va in giro a chiedere libri per una biblioteca scolastica strappando una lacrima ad un Luis Sepúlveda che tante ne ha viste ma, anche lui, senza perdere la tenerezza. Questi ritratti, raccolti in un libro/diario di racconti brevi simile alle opere più recenti, strappano ricordi, curiosità, sorrisi e lacrime, appunto, all’autore che per la prima volta dopo tanti anni di esilio ritorna il Cile. E del suo Cile, fra un ghiacciaio che sta per scomparire definitivamente ed un tassista che vede positivo perché peggio di come si stava non si può stare, fra le miserie di vite disperate ed il racconto di come nacque Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Sepúlveda ci regala una raccolta di istantanee nelle quali condivide con i lettori emozioni e sorprese di viaggio riuscendo, come sempre, a metterci dentro poesia e politica, tristezza e speranza.

Perché ci Piace?

capolaVori incompiuti Isabelle Miller 181 pp. 19,00 euri 2009, Angelo Colla Editore

“E poi le opere incompiute presentano delle qualità che le altre non hanno.” La storia di undici opere che non hanno nulla in comune, diverse tra loro per trama e protagonisti, epoca e tipologia, unite da un unico fil rouge, quello di non essere mai state portate a termine e di affascinarci, proprio per questo, terribilmente. Gli Schiavi di Michelangelo, la Turandot di Puccini, Jean Renoir e Una gita in campagna, Marylin Monroe e il film della fine, Truman capote e le sue Preghiere esaudite, l’album perduto dei Velvet Underground; Turner, le sue brume e i suoi brogliacci, la Commedia Umana di Balzac, i 53 giorni di George Perec, la Cattedrale di Siena, Antoni Gaudí e la Sagrada Familia. Perché ci Piace? Dietro le quinte di queste opere ci stanno altre cose fantastiche: le loro storie.

L’indignazione dell’autore di fronte all’ingiustizia, la sua determinazione nel non dimenticare mai e poi mai -e men che mai perdonare- la barbarie, gli assassinii, le torture e l’esilio, col fetore di revisionismo, buonismo e par conditio che ci circonda, ci commuovono.


molto. Si sente che ci sono, forse, ma è come se fossero un riflesso fuggevole su un vetro, un’eco remota. Al fumettista Charles Schulz interessavano solo i bambini, è chiaro. I bambini e il fottuto cagnolino. Il bracco. Anzi, il bracchetto. Cristo. Strizzo l’osso di gomma gonfiabile che mi sono portato come gentile cadeau per sciogliere il ghiaccio, e nella strada deserta risuona un triplice oink. Me li immagino tutti nascosti nei bunker sotto alle loro villette a schiera, che aspettano in silenzio la pioggia di missili sovietici: i padri masticano nervosamente la pipa, le mani in tasca ai pantaloni con le pince. Le madri, con la gonna larga a fiori e i capelli cotonati, parlano a bassa voce ai bambini per tranquillizzarli, mentre i frugoletti ignari giocano con le maschere a gas. E io che cammino sopra le loro teste facendo oink oink oink. Come in un fottuto cimitero. Dio, questo posto mi mette i brividi. Ah, per fortuna là in fondo c’è la cuccia che sto

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apparenza l’ o r t ie d ’è Cosa c a ella striscia d e t n a r u ic o, rass a del mond s o m a f iù p fumetti otagonisti r p o t is v a h quella che i goffi e lo o c e s o z z per me segreti li a u Q ? s t u teneri Pean coperta di la o t t o s o si celan ro vela in nost s lo e C ? s Linu autorizzato n o n e r o t a intervist a e è andato h c , o it r e f pre on iacchiere c h c e u d e r scambia cagnetto... o s o m a f n u

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Per la strada, nemmeno un’anima. Una radio lontana che gracchia “Smoke gets in your eyes” dei Platters con un fascino low-fi un po’ gaglioffo, un vago profumo di torta alle mele nell’aria, il rumore dei miei passi sul marciapiedino lindo e pinto che costeggia la schiera di villette tutte uguali alla mia destra. Avrei dovuto mettere le scarpe da ginnastica. Il panorama è da Pleasantville pochi minuti prima di un attacco atomico: le case dagli steccati perfettamente dipinti e dalle tendine immacolate alle finestre sono apparentemente deserte. Sui prati impeccabilmente tosati tricicli abbandonati, altalene ancora penzolanti, persino tubi di gomma per innaffiare che schizzano quieti. La canzone dei Platters finisce, e un silenzio minaccioso lentamente si fa, un silenzio che stride con i colori pastello e la luce. Dove siano finiti tutti, non lo so davvero. Sempre se sono mai esistiti: non è che nelle strisce dei Peanuts le persone, ‘i grandi’ si vedano

di daVid frati GIoRNALISTA, SCRIVE DI LIBRI, FUMETTI, CINEMA, TELEVISIoNE, MEDICINA E SCIENZA SU IMPoRTANTI TESTATE DI SETToRE CoME 35MM, LETTERA E YAHoo! SALUTE. HA CREATo NUMERoSE SERIE DI PERSoNAGGI PER LA KINDER FERRERo E SCENEGGIATo DIVERSI CoRToMETRAGGI ANIMATI, oTTENENDo PRESTIGIoSI RICoNoSCIMENTI QUALI IL PREMIo CINECITTÀ E IL FESTIVAL DU FILM DE L'INTERNET. DIRIGE LA TESTATA LETTERARIA oNLINE WWW.MANGIALIBRI.coM


cercando. Sì, è proprio lui. Mi schiarisco la voce, controllo che in tasca ci sia ancora la manciata di croccantini che mi ha venduto il tipo del negozio di animali sotto casa. Croccantini al gusto trota e fegato, sogghignava compiaciuto sfilandomi una banconota da 5 euro: irresistibili per qualsiasi cane, mi ha giurato. Ma la trota non era un un cibo per gatti una volta? Se non funzionano glieli faccio ingoiare uno ad uno. Eccolo là, Snoopy. Sdraiato a pancia all’aria sulla sommità della cuccia. Come faccia a stare comodo così, lo sa solo lui. “Ehm, signor Snoopy?”, faccio io esitante. La voce rimbomba nel silenzio assoluto. Si alza, si volta e ansando mi corre vicino, scodinzolante. “Per te...”, mi vien fuori mentre allungo l’osso gonfiabile. Lo sbava tutto, entusiasta, e assieme all’osso sbava tutta la mano. Stavolta l’aumento lo chiedo davvero, giuro. L’hai mai intervistato uno che ti sbava la mano, caro signor direttore so-tutto-io?

nelle strIsce deI peAnuts non pArlI mAI, pensI soltAnto. puoI fAre un’eccezIone per questA IntervIstA o me ne vAdo A cAsA dIrettAmente? Mica siamo alla Disney qua, i cani non parlano. Solo l’uccellino Woodstock riesce a leggere i miei pensieri, ma lui che c’entra, è un uccellino. Non parla nemmeno lui, voglio dire, quindi è normale. Roba tra animali, capisci che intendo. E poi pensare e basta, all’insaputa di tutti, mi dà un grande vantaggio. Charlie, Linus, Lucy, Sally, Piperita Patty e gli altri sono sempre costretti a lasciarmi l’ultima parola, il contrappunto, la battuta finale. È anche grazie a questi trucchetti che si costruisce un grande personaggio, sai? Incredibile. Non parla, ma tutto quello che dice appare in dei balloon bianchi che si gonfiano nella mia mente come popcorn in un microonde. Un bracchetto telepata? Mi sa che qui i missili nucleari sono caduti da un pezzo, e questi tipi sono tutti OGM doc. Eppure l’intervista ai mutanti degli X-Men ce l’ho schedulata

tra qualche settimana. Ma pensa tu che roba: esci per intervistare un cagnolino bianco da diario scolastico e ti ritrovi alle prese con un cazzo di fenomeno da baraccone. Da diventarci matti. quAlche rIcordo dell’AllevAmento dellA quercIA, o dellA dAIsy hIll puppy fArm, come lA vuoI chIAmAre? cosA tI è rImAsto dentro del posto dove seI nAto? Poco. Qualche flash. Calore, luci, rumori, una storia di pelo da frugare e latte da succhiare. Però pensandoci qualcosa sì: otto tra fratelli e sorelle, per esempio. Andy, Belle, Marbles, Molly, Olaf, River, Spike e Pallino, per la precisione. Ce li hai presenti? Il mio preferito è Spike, quello che vive nel deserto e che ha come miglior amico un cactus. Lo psicopatico, insomma. Però nessuna nostalgia per l’Allevamento della Quercia, sia

chiaro. Qui nella cuccia ho un Van Gogh, un tavolo da biliardo, un affresco fatto da Linus sulla storia della civiltà umana, una biblioteca ben fornita, un televisore. Quando l’ha saputo quel nerd di Eta Beta gli è venuto uno sturbo, lui e le sue tasche senza fondo dalle quali tira fuori quegli oggetti strampalati... complImentI per Il senso dellA fAmIglIA...ehm, dellA cuccIolAtA. sentI: cAmmInI In posIzIone erettA come un umAno, sAI BAllAre, pAttInAre, gIocAre A pAllAcAnestro e seI un tItolAre fIsso nellA squAdrA dI BAseBAll dI chArlIe Brown. perché AllorA Il gAtto deI vIcInI te le suonA sempre? Croccantini. eh ? Hai dei croccantini, là. Sento l’odore. Sai, l’olfatto canino, e via dicendo. Li assaggerei volentieri. Cavo dalla tasca un pugno di quei cosi puzzolenti (Dio, mi puzzerà per secoli la giacca!) e glieli porgo. Li spazzola in un secondo, il fa-

melico bracco. Pardon, bracchetto. Il tipo del negozio di animali sa il fatto suo, pare. Gnam, gnam. E comunque, lo faccio vincere, il gatto. Le risse di cortile non si addicono al mio stile. Ho altro da fare e da pensare, io. Scrivere, ad esempio. A questo proposIto, come cI sI sente A plAgIAre A tuttA BIrrA lA BuonAnImA edwArd george Bulwer-lytton, che In un suo rAcconto del 1830 usA Il memorABIle IncIpIt “erA unA notte BuIA e tempestosA...” ? Non mi risulta che questo Bulwer-Lytton sia un cane, vero ? Ecco, allora non vale. Cani scrittori ce ne sono pochi, credo. No? Altrimenti potremmo restringere ulteriormente la competizione ai soli bracchi. Etti.

chI è Il grAnde BrAcchetto? È l’invisibile evidente, come direbbe Victor Hugo. Un capo, una divinità, un presidente del consiglio d’amministrazione, uno stato dell’anima. Roba da cani. Che vuoi capire, tu. lA tuA cuccIA-AeroplAno Atterrerà mAI ? Sopwith Camel, prego. E no, almeno finché il Barone Rosso terrorizzerà i cieli. Non li appendo al chiodo la mia sciarpa, la mia cuffietta e i miei occhialoni. seI In gIro dAl 1950 e nel 1969 hAI fAtto compAgnIA AglI AstronAutI dell’Apollo 10. quAndo lo fAI un sAlto su mArte, snoopy ? Buttami quell’osso gonfiabile abbastanza lontano e vado ovunque. Un pazzo. Un fottuto bracchetto pazzoide e mutante con una personalità multipla, ecco cos’è. Mi guarda con la faccia saputella e la lingua penzolante e umida. Si sente solo lui che ansima, in questo dannato silenzio. Una cavolo di

città fantasma anni ’50 uscita dritta dritta da un album di fotografie sulla Guerra Fredda, spazzata da un vento leggero che profuma di torta di mele e popolata da strani bambini e da animali senzienti che vivono un tempo immobile, immutabile, inesorabile. No, no. Tornare a casa, di corsa. ¡Adelante, compañero! In fondo un po’ di materiale buono ce l’ho, e ci ricamerò sopra un po’ come al solito. Mi pagano, per questo. Un pat pat sulla testa di Snoopy, che già è sdraiato sul tetto della sua cuccia intento a inseguire non so quale sogno canino, e faccio dietrofront verso il marciapiede. Due passi sul prato e sento sotto ad una scarpa una consistenza viscida e familiare, accompagnata da una puzza inconfondibile. Dimmi che non è vero, cazzo.


Forte, determinata, austera, severa e arrogante. Tutto questo ho pensato, istintivamente, nell'attimo di silenzio che é intercorso da quando sono uscito dall'ascensore, ed ho incontrato il suo sguardo e la sua figura, a quando ci siamo presentati. Un grande sorriso, vero, spontaneo, che ho ricambiato sentitamente. Inversione immediata. Siamo entrati in casa, le pareti fittamente coperte di quadri, suoi e di altri artisti, tra cui quelli del suo maestro, Aldo Pecoraino, un'infinità di oggetti e di fotografie di, e con, persone a lei molto care. Una foto in particolare, mi ha attratto, Lei insieme a Leonardo Sciascia, il grande scrittore e intellettuale del secolo appena trascorso, che frequentò per alcuni anni e da cui fu positivamente contaminata, nella speranza di una futura Sicilia “candida”. Così come Lei racconta “la nostra complicità intellettuale ed affettiva era tale che Leonardo si sostituiva a me intercedendo e proponendo, alle persone di sua conoscenza, i miei quadri che apprezzava moltissimo. Che fortuna!”. Quadri di volti e corpi femminili che esprimono una sfacciata sensualità,

intrigante, a volte malinconica ma sempre invitante. Sguardi, inequivocabilmente, intensi supportati da fisici asciutti, ben definiti e, talvolta, addirittura atletici. Dipinti da cui sono stato ammaliato nella sua mansarda d'arte, per un intero pomeriggio, dove ho scoperto la sensibilità e la versatilità di un'artista che mi ha mostrato, con intimo orgoglio, moltissime opere realizzate in ceramica maiolicata. Opere, interamente artigianali e di rara bellezza, apprezzabili solo se visti dal vivo. Il successo delle innumerevoli Mostre delle sue opere d'arte, presentate al di fuori della Sicilia, le hanno fatto sbiadire la contaminazione di “futuro candore della Sicilia” ricevuta dal suo caro amico Leonardo. Ci siamo salutati abbracciandoci, scambiandoci un grande sorriso, verissimo. Lei, Ada, non é forte, non é determinata, non é austera, non é severa, non è arrogante. Lei è una donna, é una vera artista. E' Ada Loffredo.

Italo Greco

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Strani Musei DI SOLITO SI VISITA UN MUSEO PER APPROFONDIRE LA CULTURA DI UN LUOGO E LA SUA STORIA RACCONTATA ATTRAVERSO MANUFATTI, DOCUMENTI, OGGETTI D’ARTE. QUESTI MUSEI INVECE, SONO STATI IDEATI FORSE PER FETICISMO, PROBABILMENTE PER ADOPERARE FONDI COMUNITARI IN VIA DI SCADENZA, CERTAMENTE PER TRAUMATIZZARE I VISITATORI.

Il Museo della Tortura

Il Museo Britannico dei Tosaerba

La città di Amsterdam è un gigantesco museo in sé, con dei bei vecchi edifici che aspettano solo di essere scoperti e decine di piccoli e interessanti musei tradizionali. Ma nessuno è scioccante come il Museo della Tortura dove i visitatori possono trovare antichi strumenti creati da menti perverse e provenienti da tutto il continente. Non mancano, di fondamentale importanza, le informazioni sul loro utilizzo. A qualcuno potrebbe sembrare educativo e divertente ma questo museo non è per gente debole di stomaco. I quadri che adornano le pareti non risparmiano i dettagli su come ogni strumento di tortura è stato usato, e la maggior parte delle immagini non sono particolarmente piacevoli. Quindi, se stavate pensando ad una visita un po’ originale con il vostro partner, vi consigliamo di ripensarci.

Se siete appassionati di tosaerba (e chi non lo è?) allora questo è il luogo da visitare almeno una volta nella vita. Il British Museum of Lawnmowers è stato fondato da Brian Radam, un ex pilota di auto da corsa ossessionato dai tosaerba sin da tenera età, noto oggi anche per aver creato il Discount Garden Machinery Warehouse, una specie di outlet dei tosaerba. Si comincia con l'invenzione del primo tosaerba e si finisce con l’ultima generazione di robot tagliaerba ad energia solare attraversando quasi due secoli di storia. In esposizione le falciatrici che appartenevano al Principe Carlo, quelle più care del mondo, un tosaerba perfettamente funzionante di 5 centimetri appena e moltissime altre cose - diciamo così - interessanti.


Museo del Collare da Cane Con i suoi 500,000 visitatori annui, il Dog-Collar Museum allestito all’interno del castello di Leeds, nel Nord dell’Inghilterra, è uno dei musei più popolari della lista. Questa collezione di oltre cento pezzi unici racconta la storia della moda canina dal primo medioevo all’età vittoriana. I collari per cani facevano parte della collezione medievale di John e Gertrude Hurt, entrambi collezionisti irlandesi, e sono stati donati al castello di Leeds nel 1979 come omaggio all’ultima proprietaria del castello, Lady Baillie, grande cinofila. Nella collezione si possono ammirare i manufatti che hanno segnato 500 anni di storia della moda canina, dai collari del 15mo secolo, dotati di punte per proteggere il collo dei cani da caccia da lupi e cinghiali, sino ai collari glamour e barocchi, di pelle e velluto, del 18° secolo.

Il Museo dei Capelli

Il Museo Fallologico d’Islanda

Situato ad Avanos, in Turchia, il Museo dei Capelli è un tappa obbligata se vi trovate a visitare la Cappadocia. Tutto ha avuto inizio nel 1979, quando il famoso ceramista turco Galip Korukcu ha iniziato a raccogliere capelli di donna nella speranza che il suo museo dei capelli avrebbe attratto più studenti alle sue classi di ceramica. Ora, dopo oltre 30 anni, l’idea di Galip è diventata un'attrazione turistica internazionale e gli ha anche fatto vincere un posto nel Guinness dei primati. Questa assurda raccolta conta oltre 16.000 ciocche di capelli, ognuna recante nome ed indirizzo della donatrice. Ogni anno, Galip sceglie 10 indirizzi a caso dalle pareti del museo e spedisce alla fortunata proprietaria della ciocca un invito gratuito per il suo corso di ceramica, vitto e alloggio inclusi.

Forse qualcuno lo troverà un po’ sconcio, ma questo curioso museo è stato fondato per puro interesse scientifico. Sigurður Hjartarson sostiene di aver fondato Il Museo Fallologico in modo che le persone, da tutto il mondo, potessero "intraprendere lo studio della fallologia con metodo e rigore scientifico". Nella collezione spicca una raccolta non indifferente: i falli da quasi tutti i mammiferi d’Islanda, umani esclusi. Non è una collezione che renderebbe felice chiunque, ma a qualcuno potrà far piacere. I 245 oggetti della collezione fallica includono i vistosi falli di balene, orsi polari, diversi tipi di foche e trichechi ma anche quelli più minuscoli di piccoli topi ed altri roditori. Da non perdersi l’oggetto di sicuro più particolare della collezione: il rimarchevole pene di un jólasveinar, uno degli Amici del Natale tipici del folklore islandese e collaboratori di Babbo Natale.


parapiGlia:

s c at ta i l G i o c o d e l l a b o t t i G l i a

emanuela Grasso

Comunicatrice della scienza, ha un dottorato in fisiologia genomica ed ha lavorato in America alla Vanderbilt University di Nashville; di ritorno in patria si è data alla comunicazione della scienza. Non è ipocondriaca e vive a proprio agio con i vizi, il suo fisico un po' meno, però si ripete ogni giorno che “L’importante è la salute”.


sAl ut e

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39 memorI

bra. Del resto, come insegnano gli psicologi, la bocca è sin dalla fase orale il primo veicolo di conoscenza del mondo: serve per nutriril bacio non è solo un apostro- ci, per sentire i sapori, per conofo rosa tra le parole “t’amo”, scere il mondo quando si è piccoma anche e soprattutto un in- li e per esprimersi da grandi. dicatore di quanto la persona Il bacio, dunque, non è altro che che abbiamo di fronte ci piace, una modalità d’espressione. Come ci stimola, ci soddisfa anche ses- tale, dunque, raccoglie tutte le difsualmente. Usato molto in gioven- ferenze tra individui: quelle culturatù per esplorazioni dell’eccitamen- li, quelle sociali, quelle di genere. to, viene snobbato nella maturità. Queste ultime, ovviamente, sono le Mai errore più grande! La bocca, più interessanti perché riproponinfatti, è un grande strumento di gono la solita visione separatista piacere. La sua mucosa è ricca di per cui i maschi da una parte e le terminazioni nervose. Se vi capitas- femmine dall’altra. In questo caso se mai di avere sotto mano una fo- pare che maschi e femmine to dell’Homunculus vedreste qua- percepiscano il bacio in male sarebbe la morfologia di un uo- niera diversa. mo o una donna se si riparame- Secondo gli psicologi, tra cui la Ebtrassero le dimensioni del corpo berfeld, il bacio è un “trigger”, un rispetto alla loro innervazione. grilletto che scatena le emozioni e Avremmo tutti labbra, mani e pie- siccome le donne riescono ad afdi enormi e arti piccoli. Saremmo frontarle meglio degli uomini, visto simili a degli Hobbit dai labbroni che fin da piccole vengono abituasiliconati. Se le labbra, dunque, te a essere in contatto con i sentisono una delle parti del corpo più menti e l’emotività, sono più proinnervate è evidente che diventano pense a baciare e a baciare tanto. il luogo dove raccogliamo sensa- Non solo: la soddisfazione sessuazioni: gusto, tatto, distanza. Mi- le delle donne passa molto attravergliaia di stimoli che aprono i can- so il bacio. Anche la scelta del parcelli dei canali ionici contenuti sul- tner è vincolante alla qualità dei le superfici cellulari e scatenano i baci scambiati. In un adulto gioco potenziali d’azione che trasmetto- della bottiglia, in cui il pegno da pano il segnale di cellula in cellula fi- gare è baciare un uomo appena no al cervello. Tutto questo si tra- incontrato per capire se è quello duce nella splendida sensazione giusto, la donna spera sempre (una di piacere nel sentire le labbra inu- volta capito che l’altro è quello giumidite dal contatto con altre lab- sto) che il pegno sia il bacio con la legare il bacio a quella che gli inglesi definiscono una “romantic friendship”. E non a torto.

Il

bacio è per l’homo sapiens quello che è l’annusata dell’odore per il resto dei mammiferi terrestri. Lo sostiene la sessuologa tedesca Ingelore Ebberfeld nel suo libro Küss mich, dove propone una disamina completa di cosa il bacio rappresenti, in particolare nella cultura occidentale. Amore, passione, affetto, amicizia, rispetto, riconoscenza: sono tutti sentimenti che possono essere veicolati da un bacio. Più spesso, però, si è abituati a

lingua da 60 secondi e che sia partecipato. Al contrario, il maschio adulto, esattamente come l’adolescente pieno di brufoli, non capisce la ragione di prolungare per un minuto intero qualcosa che in realtà dovrebbe essere soltanto un antipasto. “ Tutta colpa del pregiudizio culturale di cui sono vittime”, sostiene Adele Fabrizi psicoterapeuta dell’università La Sapienza di Roma, “ per cui i maschi sono abituati a pensare che la loro sensibilità sia circoscritta ma non è così”, e non alla labbra. Le donne invece sono ben consapevoli del fatto che la sessualità e il piacere sono una questione più globale, che riguarda l’intero corpo e la mente. E quando trovano un compagno che si dilunga nei baci sanno di avere a che fare con un uomo che, finalmente, ha aperto i confini della sua sessualità e che con ogni probabilità a letto farà scintille e quindi sono meglio disposte.

i maschi, dunque, sono avvertiti: se anche bacio repellenti, dovrebbero imparare ad applicarsi perché avrebbero più possibilità di conquista. Se non è la convinzione, che sia l’opportunismo a spingerli. Senza esagerare però: se no le donne se ne accorgono e la festa finisce. E anche il gioco della bottiglia. Fonte: Ingelore Ebberfeld, Küss mich, Editrice Ulrike Helmer.


Spesso l’inadeguatezza della gestione del verde pubblico o una pessima progettazione di quartieri privi di verde costringe a vivere in giungle di cemento senza neppure il conforto di un viale alberato o di un’aiuola fiorita: è così che negli anni Settanta nasce il movimento chiamato Guerrilla Gardening. New York, 1973: Liz Christy e il suo gruppo Green Guerrilla trasformano un pezzo di terra privata ed incolta in un giardino. È allora che per la prima volta viene adoperato il termine Guerrilla Gardening ed oggi quel giardino, il Liz Christy Garden, è posto sotto la tutela del Dipartimento Parchi di New York. Il primo episodio moderno universalmente riconosciuto di guerrilla gardening, anche se privo del nome di battaglia, risale invece al 1649, quando un gruppo di contadini in Inghilterra occupò e rese coltivabili alcuni terreni demaniali; per un po’ distribuirono i frutti a quanti collaboravano nella comunità, ma poi vennero cacciati e puniti. Lo stesso fece nel 1801 John Chapman, soprannominato seme di mela, che nell’Ohio seminò migliaia di alberi con i cui frutti si nutriva e si manteneva durante il suo cammino di predicatore. Ed ancora, da sempre, i contadini di ogni parte del mondo hanno invaso gli spazi demaniali o abbandonati per ampliare le zone di terra coltivabile così come nei periodi bellici in molte città sono nati spontaneamente i cosiddetti “orti di guerra” e nei piccoli centri ancora adesso è del tutto normale abbellire lo spazio davanti casa con piante e fiori. Certo in città non è la stessa cosa, e non è altrettanto facile.

Oggi, il termine Guerrilla Gardening viene adoperato per descrivere qualsiasi forma di giardinaggio radicale in spazi urbani accessibili ed abbandonati; che siano privati o demaniali poco importa, il concetto è rendere più verde, più sano e più bello un pezzo di terra di cui nessuno si cura. Certo non possiamo negare in termini burocratici questa si potrebbe definire una “pratica illegale di appropriazione della terra” ma nella realtà urbana a cui si riferisce il movimento non è proprio questo il caso, anche se si tratta comunque di agire senza chiedere il permesso alle autorità e commettendo vari reati, dall’occupazione abusiva di suolo pubblico al danneggiamento. Sembra assurdo ma è così: piantare fiori nell’aiuola di un marciapiede o in una rotonda è reato, ma con del buon senso e tanta passione, è anche una cosa bellissima e raramente pericolosa. A questo proposito i manuali di Guerrilla Gardening sono preziosi e pieni di consigli dettati da chi ha già fatto qualche esperienza. Libri e siti web forniscono una serie di dritte per giardinieri in erba: tecniche di base per piantumare, concimare, potare, riciclare il più possibile e recuperare piante e contributi. La sicurezza poi, deve venire prima di tutto: per non farsi male bisogna scegliere attrezzatura ed abbigliamento adatti, le incursioni si fanno spesso la notte e con poca luce è facile darsi una zappa sui piedi! Altrettanto importante è imparare a conoscere le piante, cosa si può piantare vicino a muri e marciapiedi che non faccia danni, quali sono le piante che climaticamente se la cavano meglio e quelle che


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costano meno. Infine, di fondamentale importanza sono le regole ed i trucchi per non farsi scoprire o per cavarsela se dovessero intervenire le forze dell’ordine: dalle balle plausibili agli appelli alla coscienza ed al buon senso. Una volta imparate le regole, si procede. Si scelgono i complici, il luogo e l’ora, si raggiunge l’obiettivo, si pulisce, si zappa, si pianta, si innaffia, si mette il cartello con scritte tipo “dammi un po’ d’acqua” oppure “non calpestarmi”, si fanno le foto e nel frattempo si ride, si conosce altra gente, si rimorchia, si chiacchiera, si fa amicizia con i vicini, si rende la città più bella senza però dimenticare mai la regola numero uno: non fare casino, in fondo è pur sempre una cosa vietata!

http://www.guerrillagardening.it/ http://www.guerrillagardening.org/ Michele Trasi- Andrea Zabiello, Guerrilla Gardening- manuale di giardinaggio e resistenza contro il degrado urbano, 2009, Kowalsky

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vI mentI mo

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Giardinieri sovversivi? Si grazie! Di che colore è Guerrilla Gardening? Per Guerrilla Gardening si intende un movimento spontaneo basato su una forma di giardinaggio politico volto alla coltivazione non autorizzata della terra, in genere suolo pubblico. In questo caso, fare giardinaggio o agricoltura sulla terra di qualcun altro senza permesso, nasce per rivendicare il diritto che tutti hanno alla terra coltivabile ed al verde in città. Guerrilla Gardening rivendica tale diritto collettivo trasformando porzioni di terra degradate o inutilizzate in aree verdi o coltivate ma nonostante le connotazioni politiche e rivoluzionarie che gli vengono attribuite, il movimento è pacifico, non violento, indipendente da qualsivoglia appartenenza politica e soprattutto libero, liberissimo ed assolutamente spontaneo, tant’è che nel mondo ci sono ormai migliaia di gruppi di Guerrilla Gardening; in più di trenta paesi sono documentati e le prove si possono trovare online in numerosi gruppi di social networking e nei forum dedicati. Forse è proprio la spontaneità, l’assenza di inquadramento del movimento che fa storcere il naso a qualcuno... Ad ogni modo, passati gli anni Settanta dove qualunque gesto era politico, anche allacciarsi le scarpe e dove anche alcune iniziative di Guerilla Gardening ebbero un’appartenenza - oggi di politico resta solo questo dato, più squisitamente filosofico: ogni azione morale può tramutarsi in azione politica. sd


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grAfI A oto

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POGGIOREALE METAMORFOSI ALTRA  -  Intervista  a  LUCA SAVETTIER E Per esprimersi usa l’immagine fotografica: il suo lin-

COSA C’è dIETRO L’IMMAgInE?

cato…dietro uno scatto fotografico

guaggio per trasmettere e rappresentare uno stato

dietro l’immagine ci sono io, ci sei tu.

c’è tanta tecnica quanta se ne trova

d’animo, una sensazione. La foto come un foglio bianco

C’è chiunque abbia voglia di guarda-

nella struttura di un testo o di un film

su cui imprimere se stesso e raccontare a chi guarda

re il mondo che lo circonda e, soprat-

o di un’opera pittorica o di qualsiasi

emozioni ed attimi vissuti.

tutto, c’è chiunque abbia voglia di

altro tipo di espressione. dietro le mie

Un luogo prescelto diviene luogo del “pensiero”, della

raccontare qualcosa con i propri oc-

immagini, prima in maniera inconscia,

riflessione. Luogo di una metamorfosi, luogo

chi, con il proprio sguardo, con il pro-

adesso un po’ più consapevolmen-

prio cuore. Spesso ci si dimentica

te, ci sono io. Invado pienamente

che l’immagine (quella fotografica in

ogni mia foto. Per conoscere me, lo

modo particolare) ha la stessa valen-

dico con certezza, basta guardare le

za di qualsiasi altro linguaggio. è que-

mie foto, “toccarle”, “annusarle”.

che è stato, che è, che sarà. Spazio di una vegetazione che si insinua nella vita umana che vi era, e che oggi assiste a quest’unione. Il racconto di un luogo che si è bloccato quel 14 gennaio del ’68, per ricominciare ad essere altro negli scatti di Luca Savettiere, che si racconta attraverso i suoi ricordi e attraverso l’ultimo progetto dal titolo “Poggioreale” ospitato a Palermo fino allo scorso 18 maggio c. a.  presso la sede Katakusinós Associazione Culturale e attualmente esposto presso la Cantina Orestiadi Vini. Visitate il sito web lucasavettiere.com per maggiori informazioni.

sto il punto che spesso si sottovaluta, e cioè il fatto che esprimersi signi-

QUAndO nASCE LA TUA PAS-

fica soprattutto farsi capire e fare pro-

SIOnE PER L’IndAgInE FOTO-

vare delle emozioni. Invece di usare

gRAFICA?

le lettere, le parole, la punteggiatura,

nasce presto. non saprei dire quan-

io uso la composizione dell’immagi-

do di preciso. Ho e uso macchine fo-

ne, i colori o il bianco e nero, lo sfo-

tografiche da quando sono piccolo.


Posso dire che è diventato il “mio”

è diventato uno dei luoghi dove vado

vivo.  è  sempre  uguale  e  sempre

percorso. Quello tra la natura e Pog-

linguaggio (ciò non significa che do-

a  pensare  (sono  tre  in  tutto…quelli

diverso.

gioreale  non  è,  comunque,  un  rap-

mani non deciderò di usarne uno di-

ufficiali).  Quest’estate  qualcuno  (non

verso) da quando mi sono accorto

io)  s’è  accorto  che  il  materiale  che

COSA TI HA COLPITO dI QUESTO

di un rapporto che dura da quando

che i miei studi, dopo diverse prove

avevo raccolto in circa cinque anni di

LUOgO?

l’uomo si è insediato in quei luoghi. è

a vuoto, si dirigevano sempre, quasi

visite  al  sito  di  Poggioreale  vecchia

di Poggioreale mi colpisce ogni vol-

un rapporto che difficilmente cesse-

automaticamente, verso facoltà uni-

era adatto a raccontare il mio rappor-

ta questa sua capacità di raccontare

rà di essere. L’uomo che vive la Pog-

versitarie umanistiche. Prima mi so-

to con quel luogo.

non  soltanto  ciò  che  è  accaduto

gioreale nuova vede il vecchio paese

quella notte del 14 gennaio del 1968,

dalle  nuove  case.  Lo  vede  con  no-

no “riempito” di “ 24 fotogrammi al

porto conflittuale. è solo l’evoluzione

secondo”, poi sono arrivato al singo-

COME SI è EVOLUTO IL SITO dI

non  soltanto  ciò  che  gli  oggetti,  le

stalgia. Si percepisce più che negli al-

lo fotogramma. non l’ho più abban-

POggIOREALE In QUESTI CIn-

carte da parati, le botteghe racconta-

tri paesi colpiti dal terremoto la voglia

donato. è diventato il mio foglio bian-

QUE AnnI? SIA dA Un PROSPET-

no della vita a Poggioreale (e in tutta

di ripristinare quei luoghi, o almeno di

co, il mio diario (non)segreto.

TIVA PRETTAMEnTE FOTOgRAFI-

la  provincia  della  Sicilia)  negli  anni

renderli visitabili.

CA, CHE dA Un PUnTO dI VISTA

’60.  di  Poggioreale  colpisce  la  ca-

RACCOnTACI COME è nATO

PURAMEnTE dI IMPATTO EMO-

pacità della natura di riappropriarsi di

COSA CERCHI nELLE “STORIE”

QUESTO ULTIMO PROgETTO

zIOnALE?

un luogo che gli è sempre appartenu-

CHE RACCOnTI?

CHE PRESEnTI In MOSTRA.

non  saprei  dividere  i  due  punti  di

to.  Tutto  accade  con  estrema  len-

Le storie che racconto non sono altro

è un progetto nato senza progettua

vista. Per me la fotografia è stretta-

tezza ma in maniera inesorabile. gli

che  un  modo  per  raccontare  il  mio

lità.  Mi  sono  trovato  a  Poggioreale

mente  legata  all’emozione.  Posso

alberi crescono nelle case ed escono

mondo.  Cosa  cerco…è  una  cosa

quasi  per  caso.  Ero  semplicemente

dire che ogni volta che mi trovo per

dalle finestre, la vegetazione cambia

piuttosto  complicata  da  esprimere.

alla ricerca di un set adatto ad un cor-

le vie di quel paese provo emozioni

la topografia del paese rendendo ac-

Cerco di capire meglio chi sono.

tometraggio  (mai  realizzato).  Si  può

nuove  o  riesco  a  provare  le  stesse

cessibili alcuni luoghi e inaccessibili

dire  che  io  e  Poggioreale  ci  siamo

provate la volta precedente o quelle

altri. è difficile visitare più volte Pog-

“incontrati” e abbiamo fatto amicizia.

durante  la  prima  visita.  è  un  luogo

gioreale  e  riuscire  a  fare  lo  stesso

Laura Francesca Di Trapani


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om con IA

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e

IL TEMPO LIBERO DI UN EVASORE FISCALE Oggi mi sono svegliato presto. Ho infilato le pantofole, sono andato in cucina e ho scelto la mia tazza preferita, quella con il logo di wikipedia che ho comprato via internet pagandola dodici dollari più Iva, quindi con un euro e ottanta di tasse. La mia tazza ha sei mesi, e usarla oggi mi costa 1 centesimo di euro di tasse. Domani festeggio, perché avrò finito di pagare un centesimo di euro di tasse al giorno per sei mesi per farmi il caffè. UN CENTESIMO. Il caffè è quello solubile, un pacchetto costa tre euro e settanta di cui trentasette centesimi di tasse. Ci faccio una ventina di caffè: ogni caffè mi costa due centesimi di tasse. TRE CENTESIMI. Riscaldo l’acqua nel forno a microonde – tre minuti a seicento Watt. Potrei mettere la pentola sul fuoco, ma così è più veloce, e poi riscaldi l’acqua direttamente in tazza e non ne sprechi nulla. La mia bolletta elettrica questo bimestre è di centoventi euro, due euro al giorno di cui quaranta centesimi di tasse. QUARANTATRè CENTESIMI. Fatto il caffè, accendo la tv in salotto, per la quale ho pagato il canone rai, un centinaio di euro l’anno di tasse, che fanno circa trenta centesimi al giorno. SETTANTATRè CENTESIMI. Non amo i notiziari rai e neanche quelli mediaset, mi piace informarmi da cnn, euronews, sky tg24. Per questo ho sky, che costa trenta euro al mese di cui sei euro di tasse, venti centesimi al giorno. NOVANTATRè CENTESIMI. Finito il caffè, raccolgo le bollette da pagare e vado alle poste. Oggi pago l’immondizia (sessanta euro a semestre di cui sessanta di tasse), il gas (quaranta euro a bimestre di cui otto di tasse) e l’acqua (trenta euro a bimestre di cui sei di tasse). Immondizia, trentatré centesimi al giorno di tasse; gas, tredici centesimi al giorno di tasse; acqua, dieci centesimi al giorno di tasse. UN EURO E QUARANTASEI. Ogni bollettino postale costa un euro di tasse, oggi fa tre euro. QUATTRO EURO E QUARANTASEI. Uscito dall’ufficio postale sento un borbottio nello stomaco: fame. Buongiorno, cappuccino e cornetto semplice, per cortesia. Non male il cornetto. Pago un euro e ottanta, di cui diciotto centesimi di tasse. QUATTRO EURO E SESSANTAQUATTRO. Arrivederci, grazie. Ora ci vuole una bella sigaretta. Si, fa male, lo so. Per risparmiare di solito compro il tabacco, quattro euro e cinquanta di cui due euro e sessantaquattro di accisa e novanta centesimi di Iva. OTTO EURO E DICIOTTO. Finisco la sigaretta pensando: perché fumo? Ma domani è domenica, meglio mettere benzina oggi altrimenti mi tocca usare le macchinette che magari non stampano la ricevuta, oppure la stampano ma poi si cancella nel portafogli, oppure ci stanno quelli che infilano i tuoi soldi nella macchinetta e mettono benzina al posto tuo in cambio di una mancia, e non ho voglia di vederli. Meglio andarci oggi al benzinaio. Prendo la moto, un 125 che mi ha regalato un amico (giuro: c’è gente che regala le cose) e per questo regalo pagai il passaggio di proprietà, centottanta euro sei mesi fa. Un altro motivo per festeggiare domani, il giorno in cui smetterò di pagare un euro al giorno per sei mesi per il passaggio di proprietà di una moto usata che mi ha regalato un amico. NOVE EURO E DICIOTTO. Qui s’è fatto mezzogiorno, mi sbrigo altrimenti invece del benzinaio trovo la macchinetta. Metto dieci euro, di cui cinque euro e cinquanta di accisa e due di Iva. SEDICI EURO E SESSANTOTTO. Fatto. Adesso posso circolare tranquillamente senza la preoccupazione di rimanere a secco o neanche quella di essere fermato dai carabinieri, perché io sono in regola con la revisione e il bollino blu (sessanta euro l’anno di cui dodici di tasse), il bollo (trenta euro l’anno di cui tren-

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di danny p. palmieri-billiG CoLLEZIoNISTA DI CoGNoMI, PASSAPoRTI, PRoGETTI INCoMPIUTI E LINGUE STRANIERE. NoN CAPISCE LA PoESIA, IL TEATRo E L'ARTE MoDERNA. HA VISSUTo MoLTI ANNI ALL'ESTERo E, CoME DICEVA LA NoNNA, STA SEMPRE ATTENTo QUANDo TRAPASSA LA STRADA. LA SUA MUSICA è SUL WEB.

ta di tasse) e l’assicurazione (trecentosessanta euro l’anno di cui settantadue di tasse). Fanno trentuno centesimi al giorno di tasse. SEDICI EURO E NOVANTANOVE. Al benzinaio ho pagato col bancomat, che bisogna ammetterlo: è proprio comodo. Io ce l’ho perché ho il conto in banca, ovvio. Ogni anno ci pago l’imposta di bollo, che sono trentaquattro euro e venti centesimi, e altri trentaquattro euro e venti centesimi per il dossier titoli, sul quale ho parcheggiato qualche centinaio di euro di azioni autostrade in perdita. E sono in perdita non ho capito bene perché, c’è un ministro che dice che quelli di autostrade sono cattivi, un altro dice che invece sono un grande gruppo internazionale, non lo so, sono amici, i ministri, ma non vanno molto d’accordo. Dicevo del conto, sono diciotto centesimi al giorno di tasse. DICIASSETTE EURO E DICIASSETTE. Ci sarebbero poi le tasse sugli interessi bancari, ma queste sono virtuali per due motivi: il primo è che gli interessi bancari sono appunto gli interessi delle banche, cioè gli affari loro. Io gli interessi bancari sul conto corrente non li ho mai visti. Il secondo motivo è che se anche le banche fossero disposte a pagarmi gli interessi, non ho abbastanza soldi in banca che fruttano interessi, quindi il prelievo fiscale dello stato, cioè il ventisette per cento, è il ventisette per cento di zero, cioè zero. Rimaniamo quindi a diciassette euro e diciassette. Ma tralasciamo la mia situazione finanziaria ufficiale. Vado invece dalle parti di Piazza Vittorio per comprare un paio di jeans che costi poco, un paio di scarpe che costi poco – non mi interessano le scarpe, ne compro un paio ogni due anni e le metto tutti i giorni, sempre le stesse – e un maglione che costi poco. Li trovo tutti e tre, tra l’umanità del sabato pomeriggio. Il jeans fa venti euro di cui due di tasse, le scarpe venticinque euro di cui due euro e cinquanta di tasse e il maglione dieci euro di cui un euro di tasse. Il maglione comincerà presto a fare i pallini, ma preferisco i maglioni che costano dieci euro e poi fanno i pallini ai maglioni che costano duecento euro e non fanno i pallini. Comunque sono cinque euro e cinquanta di tasse. VENTIDUE EURO E SESSANTASETTE. Mi è tornata la fame. Mi faccio giusto un tramezzino perché tra poco scatta l’ora birra e preferisco bere a stomaco semivuoto per sentire quella strana sensazione di freddo in pancia che capita quando ti bevi una birra fredda a stomaco semivuoto. E poi ci sono gli stuzzichini gratis sul bancone. Fossi a Milano ci sarebbe una cena intera sul bancone; anzi, anche a Roma ci sono i locali che mettono le cene intere sul bancone, ma non sono frequentati dal tipico bevitore che mi piace, il bevitore che va a bere. No, sono frequentati dai giovani della Roma nord, quelli firmati, con le camicie celesti a quadretti fini e il colletto grosso, e le ragazze con le borsette carine e i tacchi, con le facce che non guardano in faccia, con un accento poco romano, che magari ordinano una coca cola light e poi si appoggiano alle macchine parcheggiate fuori perché tanto è la piazza che fa fico, e non c’è bisogno di stare nel locale perché è bello il locale. Si sta nella piazza perché c’è il locale bello, anche se la piazza è brutta. Comunque non ci vado in

quei posti perché quando ascolto quello che dicono non li capisco, mi sembra che parlino di cose inutili, e se parlo io mi prendono per matto. Meglio andare dove ci sono i matti che vanno a bere per bere, non per stare nella piazza brutta davanti al locale fico. Una birra media, quattro euro di cui circa ventotto centesimi di accisa e quaranta di Iva. Il tramezzino di prima, un euro e cinquanta di cui quindici centesimi di tasse. VENTITRé EURO E CINQUANTA. Mi piace la birra. Ne prendo un’altra, che non mi darà la sensazione di freddo in pancia perché le cose belle mica durano tanto, ma va bene lo stesso. Intanto ho scroccato diciotto pistacchi e sei olive. Non so quante tasse hanno pagato quelli del locale per regalarmi diciotto pistacchi e sei olive, e poi sono soldi loro e che c’entro io? Seconda birra da quattro euro. VENTIQUATTRO EURO E DICIOTTO. Due birre, io sono alto quasi un metro e novanta e peso novanta chili, non credo di aver oltrepassato il limite di alcol consentito per guidare, e poi non mi sento neanche brillo. Vado a prendere la moto, torno a casa che poi qui, quando cala la sera, i ragazzi lanciano le bottiglie, che sono di vetro e fanno male. Il sindaco ha vietato di vendere le bottiglie di vetro la sera, ma quelli vengono lo stesso e sono gli stessi che lancerebbero le bottiglie se ci fossero, e se non ci sono le bottiglie ci sono loro, e io di circondarmi di persone che lancerebbero le bottiglie non ho voglia. Ho parcheggiato qui dietro, attaccato al muro. C’è un foglio bianco sul parabrezza. Multa. Ma io qui ci posso parcheggiare, ci sono parcheggiati tutti, non ho dato fastidio a nessuno. E invece c’è una legge che dice che se tu parcheggi vicino al muro poi la gente non ci passa, e deve passare in mezzo alla strada che è pericoloso, e quindi tu hai dato fastidio e io ti multo. Ma qui non c’è neanche il marciapiede, siete voi che fate le strade senza marciapiede, quindi la gente ci passa per forza in mezzo alla strada. Ma questo lo dico tra me e me, il vigile con firma illeggibile mica sta qui. Comunque pagherò trentadue euro, di cui trentadue di tasse. CINQUANTASEI EURO E DICIOTTO. Torno a casa, dove c’è internet con la banda larga sempre connessa, che costa centoventi euro a bimestre di cui venti di tasse, trentatré centesimi al giorno. CINQUANTASEI EURO E CINQUANTOTTO. Sembra una cosa da viziati la banda larga che è connessa anche quando non ci sono, ma mi serve per lavorare. Io programmo i computer, faccio i siti internet, li mantengo e li modifico. Stanotte lavoro. Non so quante ore, se mi prende bene magari faccio le sei di mattina oppure crollo all’una, non lo so. È che mi hanno chiesto di fare un’aggiunta a un sito, così che possano inserire delle notizie da soli tramite un pannello di controllo. Ci metterò qualche giorno, forse una settimana. Gli ho chiesto trecento euro, mi sembra una cifra corretta. Ma io quei trecento euro li prenderò in contanti e lì metterò nel cassetto, non in banca. Non li dichiaro mica, li prendo al nero io, i soldi. PERChé IO SONO UN EVASORE FISCALE.


Quante sono le sculture del genio di palermo?

fettuata segue un criterio metodologico molto

dove si trovano e come mai sono state realizza-

scrupoloso, ovvero quello della “storia globale

te? «esempi di arredo urbano realizzano spesso

dell’arte”. i rilievi metrici e fotografici effettuati

una simbiosi, di analogia o di contrasto, tra testo

hanno permesso di approfondire lo studio dei

plastico e contesto ambientale – spiega Antonel-

gruppi scultorei e degli spazi urbani in cui essi

la chiazza, autrice del libro “il genio di palermo.

fanno parte da un punto di vista strettamente

contesti urbani e statue simboliche” - le figure

geometrico e matematico».

simboliche del genio interpretano e rappresenta-

un capitolo del libro è dedicato al significato alle-

no la complessa identità sociale e culturale di an-

gorico e simbolico del genio di palermo e dei suoi

tiche aree urbane palermitane che, grazie alla lo-

attributi iconografici: «misteriosa ed enigmatica

ro presenza, vengono caricate di valori simbolici

divinità protettrice, rappresenta l’emblema nonché

elevandole a luoghi del mito». la statua del ge-

la personificazione della città – aggiunge la chiaz-

nio a piazza garraffo, il genio di palermo a palaz-

za, cultrice di storia dell’arte moderna e contem-

zo pretorio, la fontana del genio a piazza rivo-

poranea presso la facoltà di Architettura di paler-

luzione, la fontana del genio a villa giulia: i ma-

mo – le cui origini e il cui significato simbolico so-

teriali, la tecnica, il restauro, le proporzioni: «dal-

no ancora incerti». si susseguono teorie e ipote-

la ricerca archivistica e bibliografica si sono po-

si: interessanti i disegni e le foto, ben 126, realiz-

tute ricostruire le connessioni esistenti tra gli

zate dalla stessa autrice che analizzano anche

aspetti economici, urbanistici, sociali della città e

lo stato di conservazione attuale delle sculture e gli

quelli mitici che sono, a loro modo, comprimari

interventi di restauro effettuati sino ad oggi.

ed anch’essi costitutivi delle strutture urbane – continua la chiazza - l’impostazione di analisi ef-

Adriana falsone

BAnI

Allegorie, significAti nAscosti e restAuri: AllA scopertA dellA stAtuA simbolo dellA città

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contesti urbani e statue simboliche

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il genio di pAlermo

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Respiri profondamente...

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e dica www

La Sanità è alla vigilia di una rivoluzione digitale che promette di cambiare profondamente il lavoro dei medici e, soprattutto, il nostro 'mestiere' di pazienti.

Barack Obama lo ha promesso: in 5 anni al massimo il 100% degli americani avrà cartelle cliniche elettroniche. Svolta digitale anche per la Sanità italiana: tutti i medici di famiglia in Rete entro il 2010, tutti i certificati di malattia inviati esclusivamente via e-mail, tutti i referti radiologici consegnati su cd e non in forma cartacea, prescrizioni farmaceutiche comunicate direttamente dal medico alle farmacie senza la mediazione del paziente, introduzione del fascicolo sanitario elettronico. Un libro dei sogni? I mezzi a disposizione ci sono già tutti, e procedure simili sono già applicate in realtà di eccellenza: si tratta 'soltanto' di rendere la Sanità digitale (o e-Health) una realtà quotidiana. Intanto il futuro è già qui grazie alle aziende che stanno investendo già da anni sull'e-Health con decisione ed entusiasmo. Il motore di ricerca Google e la Cleveland Clinic hanno messo a punto Google

Health, un database clinico on-line. Ogni cartella clinica inserita è protetta da password: tutto gratuito e gestito direttamente dal paziente. Non è solo questione di informazione però, ma anche di hardware e software: i medici ormai hanno a disposizione strumenti avanzatissimi: si va dai letti d’ospedale di nuova generazione in grado di dare l’allarme se il paziente ricoverato è in difficoltà o le sue condizioni precipitano, a sistemi operativi per iPhone (ma adattabili anche ad altri palmari o smartphone) pensati per fare prescrizioni elettroniche a prova di errori o che permettono alle ostetriche o ai ginecologi di seguire l’andamento del travaglio delle loro pazienti anche a distanza, persino sull’aereo. Degli optional sofisticati? No, degli strumenti irrinunciabili ormai. Ma la velocità con la quale la classe medica si adegua alle nuove tecnologie è troppo lenta. E c'è chi

fa resistenza. “Una questione di formazione”, afferma Joseph Martin, preside dell’Harvard School of Medicine. “In passato il giudizio

del medico era ritenuto inattaccabile. Ora il suo ruolo è cambiato, è 'soltanto' un membro altamente specializzato di un team. E questo sta intaccando il suo potere ”. Un'altra novità percepita come una minaccia è la pratica di ‘dare pagelle’ ai medici su Internet. Siti web come RateMDs – più di 500.000 recensioni su 139.000 medici – stanno rivoluzionando il mondo della comunicazione sanitaria negli Stati Uniti. I camici bianchi non ci stanno, però: “Immaginate per un attimo un sito internet che organizza appuntamenti galanti e ogni volta che uscite e andate a letto con qualcuno pubblica i suoi voti su di voi”, spiega Delia Chiaromonte, medico di base di Towson, nel Maryland. “Penso che l’esperienza modificherebbe radicalmente il modo in cui percepite i flirt, no? La cosa rende i medici paranoici, non si scherza”. D.F.


VUEDU FACTORY s

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le urA

Vuedu Factory è una Open house che occhieggia alla Silver house di Andy Warhol "...quando incontri qualcuno invitalo per un the, diventerete amici e poi lavorerete insieme..." ed è quindi aperto ad ogni forma di sinergia creativa e propositiva con progettisti, artisti, designer e artigiani che si riconoscono nel linguaggio Vuedu. Propone un nuovo modo di sperimentare creatività ed imprenditorialità, sviluppando le linee guida delle due titolari, Daniela Vinciguerra, l'art director, e Antonella Sgro, la responsabile commerciale. Vuedu Factory, a due passi dal Teatro Massimo in via Sperlinga n°32, è un grande spazio dove, in un allestimento fluido e continuo, tra i prodotti VUEDU, come gli abiti e gli arredi creati da Daniela Vinciguerra, e di altri designer, accuratamente scelti seguendo la filosofia dell’azienda, convivono una galleria per eventi culturali, con pianificazione bimensile di mostre, ed una piccola sala da the, all’insegna dell' ’’Open house”, dove trascorrere piacevoli momenti. Tutto ciò connota Vuedu factory non solo come luogo commerciale, ma anche come luogo di incontro, di scambio e di sinergie. Dal 26 maggio al 2 luglio 2011 Vuedu Factory organizza e ospita una importante mostra dal titolo “Abitare il design. Must e suoni dal ‘900 ad oggi”. “Una manifestazione – spiega l’art director, Daniela Vinciguerra – che innanzi tutto riunisce per la prima volta a Palermo alcune tra le realtà più significative del settore e che dà al pubblico la possibilità di ammirare, in un unico contesto, i must del design contemporaneo”. Per sei settimane circa, Vuedu Factory si trasforma nella casa del design: una casa vera e propria con tutti i suoi spazi, la cucina, il living, il bagno, la stanza da letto, lo studio, la zona verde. Moltissimi i pezzi esposti, tra i quali la Nobody’s Armchair di Gaetano Pesce, la lampada da tavolo di Michele De Lucchi, la notissima Chaise Longue di Le Corbusier, il tavolino E1027ed il separè di Eileen Gray, quest'ultimo in esposizione permanente al MOMA di New York. Ed ancora la radio mito degli anni ’60: quel cubo affascinante di nome TS 502, del 1964, frutto della collaborazione tra Marco Zanuso e Richard Sapper, che, con la sua linea elegante, ha reso esteticamente allettanti, oltre che più gradevoli le serate degli italiani: un’intera epoca è stata contrassegnata da questo piccolo apparecchio radio. Rappresenta il simbolo del design italiano, nonché la prima radio portatile in uso nel nostro paese. La mostra è realizzata in collaborazione con Barraja Mobili d’Oggi, Corimbo, Gitto, Salamone&Pulllara, Sellerio, Valcucine, Velarredo.

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Uno degli oggetti esposti alla mostra ABITARE IL DESIGN Tavolino in vetro E 1027, disegnato da Eileen Gray.


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“Vi insecu rIosIt à

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diate in una zona e vi moltiplica-

dA llo s pA

te, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi

COLONIZZARE IL PIANETA ROSSO Negli ultimi 40 anni abbiamo guardato la Terra dallo spazio, camminato sulla Luna ed inviato sonde robotiche nella maggior parte dei pianeti, lune e asteroidi del nostro sistema solare. Abbiamo esplorato le profondità della nostra galassia e l'universo visibile dalla Terra con sofisticata strumentazione e potenti telescopi. Pare che nel corso di questo secolo sarà molto probabile camminare sulla superficie di un altro pianeta. Perché? Perché l'umanità ha sempre avuto una insaziabile fame di conoscenza, di avventura ed una notevole curiosità di esplorare l'ignoto. No, non stiamo parlando della prossima saga di Star Trek, che – non lo neghiamo - ci farebbe gongolare, ma delle previsioni di uno staff composto da più di 70 scienziati, astronauti, ingegneri e medici, pubblicate sul Vol.12 del Journal of Cosmology, intitotalo The Human Mission to Mars - Colonizing the Red Planet. Il volume, a cura di Joel S. Levine della NASA e Rudy Schild dell’Università di Harvard in collaborazione con la Mars Society, conta più di 50 articoli in cui viene analizzato ogni aspetto della possibile colonizzazione del pianeta rosso. Dagli studi geologici all’ipotesi di un finanziamento privato delle missioni, dalle speculazioni etiche sulla colonizzazione extraterrestre alle ragioni che spingerebbero i coloni ad un viaggio di sola andata, dall’architettura degli avamposti alle domande che medicina e biologia si pongono riguardo alle necessità dell’uomo in un pianeta con le caratteristiche di Marte. Il libro è in vendita con l’ISBN 0982955235 ma anche in libera consultazione presso www.journalofcosmology.com/Contents12.html

in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? IL VIRUS. “

(da Matrix, film USA, 1999)

COSMOTURISTI Un viaggetto nello spazio? Da oggi si può: la società Space Adventures in accordo con l'Agenzia Federale Spaziale della Federazione Russa (FSA) e con la Rocket Space Corporation Energia (RSC Energia) ha riservato tre posti ai turisti sulle navicelle russe Soyuz. Space Adventures è diventato famoso a livello internazionale 10 anni fa con il lancio di Dennis Tito, il primo “turista spaziale” che ha viaggiato con fondi privati. Da allora, l'azienda ha organizzato sette missioni aggiuntive per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). I posti riservati ai privati sono previsti nelle prossime missioni verso la ISS a partire dal 2013 e saranno di breve durata, circa 10 giorni. I turisti spaziali rientreranno a casa prima che arrivino le cartoline. www.spaceadventures.com


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degli emici n i s s , il gli ste o, le bestie . o n n u to i ha mid I libr il fuoco, l'u sso conten e t i: uomin ed il loro s o aléry temp Paul V

che parlare r to it r c s Uno insoppo è i br li i o u dei s asi come una i tabile quche parla dei suo madre figli. Disraeli Benjamin il bro è li l i ne, o il el ca Dentr d . o i r m o u e. ll'uo All'inf ico de legger m r a e p e r scuro miglio roppo t è cane rx ho Ma c u o r G

te in via di r 'a n u è e er g eg L ri sono estinzione e i lib o solo m a vi o tr i u c in i h specc dentro di ciò che abbiamocoinvolge noi, la lettura due merci mente e cuore, e. sempre più rar los

i si ba sa Il su ccesso di ta nt i libr la m ediosopratt utto su ll'a ccord outfraore e qu ell a crita’ de lle id ee de ll'a o. de lle id ee de l pu bblic Nicholas De Chamfort

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i che non contenTutti i libri storic no mortalmente gono menzogne so noiosi. Anatole France

z niZafón RAuilcu libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, pochi mastic at i e digeriti. Francis Bacon

tardi to o s e r ni. p libri, ri uma i e s ia s c e u Chi br a bruciare à arriver Heine Heinrich

non valga la Del resto un libro che e volte non è pena di essere letto du una volta neppure degno d'esserlo sola. Johann Paul

o tre gli uo m in i va nn i en m e ch e on zi a d C'era co m e la se nso e m uoio no, i libri inve ce god on o re e ve ng on o, na scon ro piccolo, d a gra nd e vo le vo diventa et ernita’. Qua nd'e Amos Oz un libro.

nza fiatgoe s io r p o r le p i lasciannodo li hai finiti tudoi m e h c i ll a Que i che qul'autore fosse un are al sono i rlirbr s t i ch e rlo chiam gere vo peer la pelle e pohtee ti gira. amico tutte le volte c telefono linger J. D. Sa

elli uomo legge, qu un e ch ri lib i Sono maggiormente. o an s cu ac lo che Victor Hugo

Friedrich Richter

un libro ci e m o c e h vascello c e. Non esiste rre lontan e t in inson e r a sa port Emily Dick

llo re quoe n i r a p p a n ro fa ibro forse b i l n o l Un buenza quel ato visto. s che be mai st resson B t r sareb e Non esistono libri morali o libri Rob

che un giardino è ro lib n U sca. dire in ta puoi custo arabo Proverbio

immorali. I libri sono solo scritti bene e scritti male: nient'altro.

Oscar Wilde

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LA SCIENZA IN CUCINA E L’ARTE DI MANGIARE BENE DI PELLEGRINO ARTUSI

IL RICETTARIO CHE FECE L’ITALIA UNITA

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Einaudi del 1970 curata da Piero Camporesi. Il libro, scritto due decadi dopo l'unificazione dell'Italia, fu il primo ad includere in un unico volume ricette culinarie di tutte le regioni italiane, per questo gli viene attribuito il merito di aver posto le basi per la formazione della cucina nazionale italiana ed un intrinseco valore storico, antropologico e linguistico se così si può riassumere in più povere parole quello che certamente meglio esprime l’esperto di alimentazione Camporesi in quella fortunata edizione: “La Scienza in cucina ha fatto per l'unificazione nazionale più di quanto non siano riusciti a fare I Promessi sposi; i gustemi artusiani sono riusciti a creare un codice di identificazione nazionale là dove fallirono gli stilemi e i fonemi manzoniani”. Le ricette, in gran parte raccolte da Artusi durante i suoi viaggi in Italia, sono ricette di carattere casalingo, riportano i suoi brevi commenti personali e sono state preventivamente provate dai due cuochi di pellegrino Artusi, Marietta Sabatini e Francesco Ruffilli, ai quali l’autore senza figli lasciò i diritti dell’opera, con i quali i due riuscirono a vivere serenamente ben c oltre la scadenza dei diritti. 54

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Pubblicava nel 1881 presso la tipografia G. Barbera il grande Pellegrino Artusi. Probabilmente non sospettava nemmeno che la sua raccolta di ricette sarebbe diventato un best seller della gastronomia. Paolo Mantegazza, antropologo e suo ammiratore, invece, un po’ se lo sentì quando profeticamente gli disse: “Nel darci questo libro voi avete fatto un'opera buona, e per questo io vi auguro cento edizioni!”. Ad oggi l'opera conta 111 edizioni con oltre un milione di copie vendute, é stata tradotta in tutto il mondo e rappresenta un caposaldo della cucina italiana e del servire a tavola; l’autore, che morì nel 1911 curò personalmente le prime quattordici edizioni, dal 1881 al 1910. Dopo la caduta dell'opera in pubblico dominio, nel 1961, furono pubblicate numerose edizioni de La Scienza in cucina e l'Arte di mangiar bene. L’ultima edizione curata direttamente da Artusi è quella che attualmente è in stampa e comprende 790 ricette, dagli antipasti –principii- ai dolci. Apprezzato da cuochi e casalinghe, grandi chef ed amanti della buona cucina, l’Artusi (come viene comunemente chiamato il volume) si è aggiudicato però un posto anche al di fuori degli scaffali dedicati alla gastronomia grazie all’edizione m


“Il Vigneto” del dott. Marco Bursi si trova a Porto Palo, pittoresco borgo marinaro facente parte del territorio del comune di Menfi. Si raggiunge in auto dalla “veloce” Castelvetrano Sciacca alternativamente dagli svincoli di Menfi

il Vigneto r I S t o r A n t e

e Montevago, oppure dalla S.S. Campobello-Sciacca. Meta ambitissima dalle buone forchette, il Vigneto offre un menu ricco di piatti tipici della buona cucina siciliana e di buon pesce fresco di giornata. Un pranzo o una cena al Vigneto, sono il giusto coronamento di una suggestiva giornata al mare o di una escursione alla non lontana Acropoli Selinuntina. Il dott. Marco Bursi, “principe” della cucina, ama ripetere che il suo successo dipende dall’aver compreso che ospitalità e gastronomia sono fatti di cultura. Archivio Rassegna Stampa

Il Vigneto

C.da Gurra . bivio Porto Palo . Menfi (Agrigento) Tel. 0925 71732 . cell. 339 2181416 www.ristoranteilvigneto.com




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SPIOLOGY Il tuo partner ti tradisce? Vuoi averne la certezza?

Il primo passo da compiere è imparare a fidarti del tuo istinto, del tuo subconscio. A cosa servirebbe altrimenti il subconscio, se ti dicesse solo cose belle? Le cose belle te le sai dire da solo; siamo tutti bravi a mentire a noi stessi. Sono le cose brutte che cerchi di ignorare, di spazzare sotto il tappeto. Quindi la prima cosa da fare è fidarti del tuo istinto: se il tuo istinto ti dice che qualcosa non quadra, probabilmente ha ragione. Una volta accertato l'odore di bruciato, puoi muovere i primi passi nel mondo dell'investigazione empirica per scoprire la brace fumante. Comincia con l'imparare a riconoscere i segnali tipici del tradimento, che elenchiamo qui in un comodo vademecum:

I segnali del tradimento • • • • • • • • •

Il tuo partner è diventato difensivo e paranoico. Rimane sempre più spesso fuori per "motivi di lavoro". Si è alzato dal divano per iscriversi in palestra. Compra vestiti nuovi, da solo, che non sono neanche male/C’è stato un improvviso ritorno di quei reggicalze che non vedevi da tempo. Improvvisamente si preoccupa del suo look, dei peli delle orecchie, dei pori troppo in vista. Ha cambiato profumo, e non perché ne ha ricevuto uno nuovo dalla zia per natale. Il suo pc è protetto da password, ha sempre il telefonino sotto controllo. Usa spesso il telefonino, manda sms, chatta in Internet. La vostra vita sessuale è diminuita o è inesistente.

Come coglierlo in flagrante

Certo, potresti spendere migliaia di euro per farlo pedinare. Ma eccoti una lista di prodotti creati apposta per verificare i tuoi sospetti, spendendo molto meno e sperando che facciano bene il loro sporco lavoro. Sveglia digitale/telecamera occulta Se il tuo partner ti tradisce nel vostro letto mentre tu sei fuori casa, ecco come scoprirlo. Questa sveglia nasconde una telecamera a infrarossi con sensore di movimento, e registra in HD su una microSD da 2GB. Niente audio, purtroppo - ma forse è meglio così. www.4hiddenspycameras.com

Crocifisso spia Questa catenina è corredata di un simpatico crocifisso che cela una videocamera da 30frame al secondo che registra in AVi su una microSD card da 4GB (inclusa). Alimentato a batteria a ioni di litio, è un sistema completo di video spia da petto. Un decolletè da paura! www.lightinthebox.com

GPS occulto Si applica sotto il veicolo da tracciare ed è alimentato dalla batteria dell’automobile stessa, dopodichè questo ricetrasmettitore GPS comunica la posizione del veicolo direttamente sul web, in tempo reale. Il modo migliore per coglierlo in flagrante (sempre che non prenda il taxi). www.uspystore.com

Flexispy e Flexishield E per finire, un sistema che terrorizzerebbe chiunque: un software multipiattaforma che, una volta installato sul cellulare del partner, permette di ascoltare le telefonate in diretta, leggere gli sms spediti e ricevuti, addirittura di tracciarne la posizione geografica (anche se il telefonino non ha il GPS incluso). www.flexispy.com

Nota per lettori fedifraghi: la stessa ditta fornisce anche il software necessario per neutralizzare il sistema di spionaggio, ma non tirate un sospiro di sollievo, vi stanno guardando. D.P.B



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Nunzio Morello, 67 tel. 091 306665 • CAFLISCH PER LA CAPANNINA Via Margherita Di Savoia, 1 (Mondello) tel. 091 6840444 CARTOLIBRERIE ED EDICOLE: BELLOTTI Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, 5 tel. 091 306724 • CENTRO FISCALE Via Nicolò Garzilli n.28/D tel. 091 6114390 • LIBRERIE CARTOLERIE MERCURIO Via San Giovanni Bosco, 3 tel. 091 363196 • PEDONE NICOLA TABACCHERIA Via XX Settembre, 48 tel. 091 322206 CINEMA: Arlecchino Via Imperatore Federico, 12 tel. 091 6372355 • AURORA Via Tommaso Natale, 177 tel. 091 533192 • GAUDIUM Via Damiani Almeyda, 32 tel. 091 341535 • KING Via Ausonia, 83 tel. 091 511103 • METROPOLITAN Viale Strasburgo, 356 tel. 091 688 6532 • TIFFANY Viale Piemonte, 38 tel. 091 6258974 CLUB TENNIS: CIRCOLO DEL TENNIS Viale del Fante, 3 tel. 091 544517 • COUNTRY TIME CLUB Via dell’Olimpo, 5 tel. 091 453782 • SPORTING VILLAGE Viadotto vf1, Palermo CLUB NAUTICI: COSTA PONENTE via PM72, 147, (Fossa del Gallo - Mondello) tel. 091 453488 • TELIMAR Lungo Mare Colombo Cristoforo, 4977 tel. 091 454419 • CLUB CANOTTIERI ROGGERO DI LAURIA Viale delle Palme, 20 (Mondello) tel. 091 6840924 / 450144 DISCHI: MASTER Via XX settembre, 38 tel. 091 323151 LIBRERIE: LA FELTRINELLI LIBRI E MUSICA Via Cavour, 133 tel. 091 781291/320807 • LIBRERIA S. F. FLACCOVIO tel. 091 589442/ 331992 • LIBRERIA DANTE Via Maqueda, 172 tel. 091 585927/ 323103 • LIBRERIA S. F. FLACCOVIO Piazza Vittorio Emanuele Orlando, 15 tel. 091 334323 • KURSAAL KALHESA Foro Umberto I, 21 tel. 091 6167630 • L’ALEPH Via Vincenzo Di Marco, 24 tel. 091 6257935 • LIBRERIA DEL MARE Via Cala, 50 tel. 091 6116829 • MUDUSVIVENDI Via quintino sella, 79 tel. 091 323493 • MONDADORI Via Ruggero Settimo, 16 tel. 091 76061 • NOVECENTO Via Siracusa, 7 tel. 091 6256814 • SELLERIO Viale Regina Elena, 59 tel. 091 6841612 • BAR LIBRERIA GARIBALDI Piazza Cattolica, 1 e via Alessandro Paternostro, 46 tel. 091 9820996 LOCALI: IL SICILIANO Via dell’Orologio, 37 tel. 091 2525580 • MI MANDA PICONE Via Alessandro Paternostro, 59 tel. 091 6160660 • KURSAAL TONNARA Via Bordonaro, 9 tel. 091 6372267 • PARCO LETTERARIO G.TOMASI LAMPEDUSA Vicolo della Neve all’Alloro, 2/5 tel. 091 6160796/349 8822453 • MONTEVERGINI Via montevergini, 8 tel. 091 6124314 • IL RINTOCCO Via dell’Orologio, 14 tel. 091 6110209 • CHA Via Velasquez, 30 tel. 091 580 127 MUSEI: CASTELLO DELLA ZISA - MUSEO D’ARTE ISLAMICA Piazza Guglielmo il Buono tel. 091 6520269 • GALLERIA D’ARTE MODERNA SANT’ANNA Piazza Sant’Anna, 21 tel. 091 8431605 • LOGGIATO SAN BARTOLOMEO Via Vittorio Emanuele, 25 tel. 091 6123832 • MUSEO INTERNAZIONALE DELLE MARIONETTE ANTONIO PASQUALINO Via Butera, 1 tel. 091 328060 • ORTO BOTANICO DI PALERMO Via Lincoln, 2 tel. 091 23891236 • PALAZZO ZIINO Via Dante, 53 tel. 091 7407619 • SPASIMO Via Dello Spasimo, 35 tel. 091 623 0809 TEATRI: POLITEAMA FONDAZIONE ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA Via Filippo Turati, 1 tel. 091 581888 • CUTICCHIO FIGLI D’ARTE - OPERA DEI PUPI Via Bara all’Olivella, 52 tel. 091 323400 CENTRI CULTURALI E SCUOLE DI LINGUE: CENTRO CULTURALE FRANCESE Via Paolo Gili, 4 tel. 091 212389 • INTERNATIONAL HOUSE LANGUAGE CENTRE Via Quintino Sella, 70 tel. 091 584954 • GOETHE INSTITUT PALERMO - CENTRO CULTURALE TEDESCO Via Paolo Gili, 4 tel. 091 6528680 • ISTITUTO CERVANTES Argenteria Nuova, 33 tel. 091 8889560 A ROMA: CAFFè NOVECENTO Via del Governo Vecchio, 12 tel. 06 6865242 / 3318617278 • LIBRERIA FAHRENHEIT 451 Campo de’ Fiori, 44 tel. 06 6875930 • LIBRERIA ALTROQUANDO Via del Governo Vecchio, 80 tel. 06 6879825 • PATRIZIA PIERONI Via del Pellegrino, 172 tel. 06 68802424 e presso tutti gli sponsor presenti in questo numero






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