Dichiarazione di Palermo

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CULTURAL HERITAGE AND

INTERREGIONAL PARTNERSHIP IN THE MEDITERRANEAN Palazzo dei Normanni Palermo, 14-15-16 November 2003

Renna Arti Grafiche



SUMMARY Dichiarazione di Palermo Palermo Declaration

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Conclusioni del Workshop 1:

La ricerca applicata per la conservazione e fruizione sostenibile dei beni culturali nel Mediterraneo

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Formazione ed educazione nella conservazione come recupero di una memoria comune

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I beni culturali come sorgente di conoscenza per riannodare i fili delle culture mediterranee

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Il ruolo del patrimonio culturale nello sviluppo locale

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Conclusioni del Workshop 2: Conclusioni del Workshop 3: Conclusioni del Workshop 4:

Conclusions of Workshop 1 The Research applied to the Preservation and sustainable fruition of the Mediterranean Cultural Heritage Conclusions of Workshop 2

Training in the area of conservation of cultural property as a recovery of a common memory Conclusions of Workshop 3 Cultural heritage as a source of knowledge to tie again Mediterranean culture Conclusions of Workshop 4

The role of cultural heritage in the local development Patrimonio culturale e partenariato interregionale nel Mediterraneo Cultural Heritage and interregional partnership in the Mediterranean Questionnaire on needs related toCultural Heritage conservation and valorisation in the Mediterranean Region The Participants 3

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DICHIARAZIONE DI PALERMO

Palazzo dei Normanni, 16 Novembre 2003 Più di 130 partecipanti provenienti da 26 Paesi Europei, Mediterranei e Balcanici si sono incontrati a Palermo per confrontare idee ed analisi sul tema patrimonio culturale nell'ambito delle relazioni tra i Paesi della regione euro-mediterranea. A conclusione delle sessioni di discussione dei 4 gruppi di lavoro sui temi della ricerca, della formazione ed educazione, della conoscenza e dell'educazione informale, e dello sviluppo locale, i partecipanti concordano con la seguente dichiarazione: La regione euro-mediterranea è caratterizzata da un eccezionale patrimonio storico, culturale e ambientale che rappresenta un potenziale elemento unificante di comprensione reciproca che potrà essere sfruttato ed ulteriormente sviluppato nei rapporti di partenariato interregionale. Il riconoscimento delle differenti identità culturali della regione euromediterranea ed un rafforzato legame tra di esse può sicuramente dare un apporto fondamentale a creare le condizioni per un processo di pace e per uno sviluppo impostato sul "fare insieme", su una progettazione condivisa e su un confronto scientifico sui temi del patrimonio culturale comune. La proposta di soluzioni innovative, che tengano conto della nuova geo-politica della regione euro-mediterranea, per rafforzare il ruolo delle istituzioni locali nella gestione comune del patrimonio culturale e per conservare, valorizzare e fruire correttamente i molteplici "paesaggi culturali1" che tracciano legami indissolubili tra i beni culturali ed il territorio è condizione prima per il rinforzamento di tale legame. Questa dichiarazione vuole richiamare l'attenzione delle Istituzioni Europee sulla necessità di potenziare la componente relativa al patrimonio culturale nei programmi comunitari regionali ed interregionali. In particolare, i parte1 Per la nozione di "paesaggio culturale" si fa riferimento alla Convenzione Europea del 2000: "Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni"

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cipanti, nel constatare che la Regione Mediterranea è oggi al centro di cambiamenti strategici radicali, che interessano da un lato l'Europa e i suoi partner del Sud, dall'altro la stessa Unione con l'allargamento a Sud ed Est, riconoscono che l'attuale contesto geopolitico è oggi favorevole ad una riorganizzazione dei rapporti tra le parti su basi maggiormente simmetriche. Su queste basi ed arricchiti dalle precedenti esperienze di cooperazione tra Regioni, enti locali, città, università, istituti di ricerca pubblici e privati, fondazioni, imprese e società civile, i partecipanti affermano la loro volontà di consolidare e sviluppare su basi nuove il Partenariato Euromediterraneo con iniziative di partenariato interregionale e territoriale, a completamento delle attuali relazioni bilaterali, multilaterali e multi-bilaterali. In questo contesto, il partenariato nel settore del patrimonio culturale occupa un ruolo privilegiato, ma non sufficientemente utilizzato, per facilitare la conoscenza della storia comune ed attraverso questa, facilitare il dialogo e la reciproca comprensione. E' quindi necessario che il settore del patrimonio culturale sia considerato come una delle priorità del nuovo Strumento di Prossimità, parte integrante della strategia della "Europa allargata". Per raggiungere questo obiettivo di priorità è importante che i partecipanti si possano incontrare in forma regolare per elaborare e sviluppare in forma di collaborazione parternariale e in un quadro di pariteticità di autorità e responsabilità nuovi programmi corrispondenti a bisogni congiuntamente identificati dai partner come prioritari. La dichiarazione di Palermo vuole avviare un ciclo virtuoso di attività che permetta il raggiungimento dei seguenti obiettivi: 1. Integrare l'approccio attuale alla conservazione ed al restauro dei beni culturali con una strategia basata sulla prevenzione e sulla manutenzione programmata, sviluppando, al contempo, modelli di gestione che tengano conto anche delle emergenze causate da calamità naturali o dall’azione dell’uomo, in termini di: piani specifici di protezione e di trasporto provvisorio, campagne di mitigazione del rischio, interventi di restauro ad alto valore simbolico;

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2. Condividere le esistenti conoscenze e le "buone pratiche" relative alla prevenzione tramite lo sviluppo di sistemi gestionali innovativi e di nuovi progetti di partenariato con l'obiettivo di stabilire una forte integrazione tra servizi culturali e turistici di qualità; 3. Sviluppare politiche e modelli di programmazione integrata che rafforzino il ruolo delle istituzioni locali nella gestione del territorio. Questo anche attraverso la promozione delle relazioni tra gli attori pubblici e privati; 4. Definire a livello euromediterraneo le competenze minime relative alle professionalità coinvolte nel ciclo della conservazione dei beni culturali e contribuire alla articolazione di curricula formativi particolarmente mirati ai compiti del conservatore-restauratore e del tecnico manutentore; 5. Facilitare l'integrazione, nell'ambito dei percorsi formativi a livello secondario e universitario, di temi relativi alla storia ed alla cultura comune. Tali percorsi faciliteranno la mobilità e lo scambio di esperti e discenti nell'area euromediterranea e lo sviluppo di testi didattici basati su metodologie condivise; 6. Identificare strategie di informazione e comunicazione diretta al grande pubblico per una più ampia conoscenza del patrimonio comune euromediterraneo attraverso itinerari specifici proposti nell'ambito di grandi eventi culturali; 7. Proporre una nuova nozione di gestione dei paesaggi culturali nella regione euromediterranea che coniughi la conservazione del patrimonio tangibile ed intangibile e lo sviluppo locale; 8. Sviluppare la gestione e la promozione del patrimonio culturale euromediterraneo sfruttando le opportunità offerte dalla società dell'informazione e dalla rete (web-based culture) al fine di promuovere un turismo di qualità, la diffusione della ricerca e dell'offerta formativa; I Partecipanti ravvisano la necessità di costituire un Gruppo di Contatto nel settore del Patrimonio Culturale formato dalle Istituzioni nazionali respon7


sabili, dalle Regioni e dalle autoritĂ territoriali locali al fine di identificare e promuovere programmi di partenariato nel contesto Euro-mediterraneo e nel Programma di ProssimitĂ . La Regione Siciliana per il tramite del suo Centro Regionale del Restauro, propone di assicurarne il seguito e di trasmettere la Dichiarazione di Palermo alle Istituzioni Europee per attivare i prossimi incontri tematici. Le raccomandazioni dei 4 gruppi di lavoro relativi a: Ricerca, Formazione, Conoscenza ed Educazione, Patrimonio Culturale e sviluppo locale, sono parte integrante della Dichiarazione di Palermo.

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PALERMO DECLARATION

Palazzo dei Normanni, 16 November 2003 More than 130 participants from European, Mediterranean and Balkan countries met in Palermo to share views and examine cultural heritage issues within the framework of Euro-Mediterranean countries relations. Following upon intense discussions in four thematic workshops on research, training and education, knowledge and informal education, and local development, the participants unanimously agreed on the following declaration: The Euro-Mediterranean Region is characterised by a wealth of common historic, cultural and natural heritage which is potentially an effective unifying element in fostering mutual understanding and in the creation of a common vision within the framework of interregional partnerships. By emphasising the different cultural identities present in the Mediterranean region, and a reinforced link among them, it will be possible to contribute significantly to the promotion of peace in the region and to strengthen interregional socio-economic development on the basis of working together, of joint planning, and of cooperative scientific research on themes related to the common cultural heritage. In this respect and considering the strategic importance of cultural heritage in furthering collaboration and co-operative relations, the concept of "cultural landscape1", unifying cultural heritage and the land, emerges as a useful tool for strengthening the role of local institutions in developing joint, integrated management plans of cultural heritage of the Mediterranean region. Accordingly, this declaration aims to attract the attention of European institutions to the necessity of strengthening the conservation and management of cultural heritage component in regional and interregional community programs. In particular, the participants agreed that the Mediterranean 1The definition of Landscape refers to the 2000 European Convention: "Landscape" means an area, as perceived by people, whose character is the result of the action and interaction of natural and/or human factors.

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Conclusioni del Workshop 1

LA RICERCA APPLICATA PER LA CONSERVAZIONE E FRUIZIONE SOSTENIBILE DEI BENI CULTURALI NEL MEDITERRANEO La Regione Siciliana promuove l'elaborazione di politiche attive all'interno di un'idea di gestione innovativa del patrimonio culturale ed ambientale, condivisa tra i soggetti istituzionali delle regioni del Mediterraneo impegnati nei settori della conservazione, conoscenza e fruizione. Un modello di gestione del patrimonio basato sulla cultura della prevenzione e sulla conservazione programmata che si sostituiscono alla tradizionale logica del restauro. E' necessario coordinare e condividere le esperienze di ricerca sul patrimonio culturale del Mediterraneo, e i partecipanti alla Conferenza Internazionale si impegnano nel definire modelli efficaci d'indagine e di conservazione, costruendo criteri comuni per un corretto utilizzo del patrimonio culturale. La Regione Siciliana a tale scopo promuove la realizzazione di una Rete per le Scienze e l'Alta Tecnologia Applicata al Restauro e Conservazione del Patrimonio Culturale del Mediterraneo che assuma un ruolo di riferimento scientifico e tecnologico per i Paesi nel Bacino del Mediterraneo; con l'obiettivo di favorire la crescita scientifica e tecnologica e di condividere la produzione, elaborazione e gestione degli studi ispirati alla cultura della prevenzione e mirati alla definizione di una prassi della conservazione programmata dei beni culturali. I partecipanti alla Conferenza condividono la necessità di creare una Carta del Rischio Euromediterranea per costruire una conoscenza condivisa, raccogliendo, organizzando e gestendo in banche dati comuni le informazioni e le diverse esperienze conservative e di fruizione. La Carta del Rischio Euromediterranea mirerà a garantire la massima interoperabilità sia tra le diverse regioni sia tra le diverse scale applicative e costituirà uno strumento di conoscenza del patrimonio e dei suoi problemi di conservazione ispirata alla visione del bene culturale in relazione alle diverse realtà ambientali. Traendo spunto dal modello e dall'esperienza della Carta del Rischio italiana, estenderà l'osservazione ai paesaggi culturali ed individuerà la scala regiona13


le come livello di osservazione della realtà del patrimonio e la Regione come attore protagonista di un progetto condiviso. L'azione congiunta della Rete per le Scienze e l'Alta Tecnologia e della Carta del Rischio Euromediterranea è perciò indirizzata alla definizione, attraverso la raccolta e sistematizzazione delle qualificate esperienze fin qui maturate, di protocolli manutentivi da applicare sulle diverse realtà del patrimonio culturale ed ambientale, per adottare una pratica costante e condivisa della prevenzione e conservazione preferendola al tradizionale intervento di restauro. Un primo obiettivo di queste attività è la costruzione di una Guida alla Conservazione che definisce percorsi condivisi di conoscenza e catalogazione dei dati correlati agli studi della realtà territoriale. Si individuano come principali filoni della ricerca applicata: - Documentazione sulle tecniche storiche - Efficacia preventiva e compatibilità degli interventi - Principi e formalizzazione della normativa, attenti alla specificità del patrimonio storico - Tecniche specifiche ed economicamente sostenibili di rilievo, diagnostica e controllo Si ritiene che l'approccio preventivo alla conservazione possa instaurarsi soltanto attraverso una vasta opera di comunicazione nei confronti del pubblico e degli operatori per garantire la più consapevole applicazione delle tecniche disponibili. La conoscenza delle diverse realtà contribuisce alle scelte di pianificazione urbanistica e territoriale, permettendo di fissare criteri e metodologie d'indagine per valutare il potenziale culturale in ambito territoriale, e per individuare e misurare le potenzialità di pericolo; sarà così possibile definire criteri di mitigazione del rischio e della fruizione sostenibile, specificatamente dedicati alle diverse regioni coinvolte.

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Conclusioni del Workshop 2

FORMAZIONE ED EDUCAZIONE NELLA CONSERVAZIONE COME RECUPERO DI UNA MEMORIA COMUNE

Nell'ambito del workshop n.2 "formazione ed educazione nella conservazione come recupero di una memoria comune" i partecipanti dichiarano: Premessa Riconoscendo l'importanza vitale del patrimonio culturale comune nel consolidare la reciproca comprensione tra le popolazioni del Mediterraneo e nello sviluppo socio-economico delle comunità e dei Paesi della regione Mediterranea, noi sottolineiamo il ruolo della formazione nella gestione e nella conservazione del patrimonio culturale di promozione di pace e prosperità. Misure appropriate di gestione devono alleviare ogni possibile conflitto tra i bisogni dello sviluppo, da una parte, e la conservazione e la gestione del patrimonio, dall'altra, assicurando le condizioni per uno sviluppo sostenibile. La conservazione e la gestione del patrimonio culturale è riconosciuta nell'ambito generale dello sviluppo culturale ed ambientale. Strategie di gestione che possano sostenere un cambiamento, nel rispetto del patrimonio culturale, richiedono l'integrazione di approcci conservativi con obiettivi economici e sociali, ivi incluso il turismo. L'obiettivo della conservazione e della gestione è prolungare la vita del patrimonio culturale e chiarirne i messaggi storico-artistici senza provocarne la perdita di autenticità e di significato. La conservazione è una attività culturale, artistica, tecnica ed artigianale basata su studi umanistici e scientifici e su ricerche sistematiche. Conclusioni - Notando l'acuto bisogno di professionisti nel campo, di formazione tecnica professionale e di educazione del pubblico e riconoscendo il potenziale esistente in termini di esperti, strutture ed organizzazioni locali, dichiariamo l'importanza strategica di stabilire una rete di esperti ed una rete di centri regionali di eccellenza nei diversi campi della gestione 15


del patrimonio culturale e della conservazione legata ad una istituzione per il patrimonio mediterraneo che abbia come missione l'integrazione, l'armonizzazione e la promozione della gestione del patrimonio culturale e della sua conservazione. - Riconoscendo l'importanza dell'informazione e della divulgazione al pubblico, dei benefici al pubblico da progetti di sviluppo, ed il ruolo del pubblico nella gestione del patrimonio culturale e nella sua conservazione, noi richiediamo programmi di pubblica educazione nel campo dei beni culturali. - In questo ambito, l'istituzione, nell'area mediterranea, di una rete di "centri di eccellenza" nel campo della gestione della conservazione del patrimonio culturale è collegata all'identificazione di standard e criteri per le professioni relative alla conservazione e gestione con curricula standardizzati e equiparabili nella regione. La definizione di specifici curricula terrà in considerazione bisogni nei vari campi, creando sinergie tra la conservazione del patrimonio culturale ed il suo contesto ambientale e socioeconomico, attraverso lo scambio di insegnanti e discenti dalle diverse parti della regione euro-mediterranea. - Sottolineando il bisogno di un supporto finanziario duraturo per lo sviluppo del patrimonio, noi chiediamo ai Paesi dell'Unione Europea, ai Paesi Mediterranei e ai Paesi dell'area Balcanica di promulgare la necessaria misure legislative atte ad assicurare la copertura percentuale minima dei costi di progetti di sviluppo relativi al patrimonio culturale ed alla sua conservazione nel contesto del Parternariato euro-Mediterranean. Riaffermiamo il bisogno di sviluppare un approccio olistico al patrimonio culturale comune sulle basi di un pluralismo culturale e sulla diversità, che sia rispettato da professionisti, artigiani, ed amministratori. La conservazione richiede l'abilità di osservare, analizzare e sintetizzare. I conservatori devono dimostrare un approccio pragmatico e flessibile basato su una coscienza culturale insita in tutto il lavoro pratico, attraverso educazione e formazione appropriate, capacità di giudizio e senso delle proporzioni con la comprensione dei bisogni della comunità. Molti capacità professionali ed artigianali sono insiti in questa attività interdisciplinare.

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Conclusioni del Workshop 3

I BENI CULTURALI COME SORGENTE DI CONOSCENZA PER RIANNODARE I FILI DELLE CULTURE MEDITERRANEE

Nella convinzione che la mancanza di cultura sociale sulle origini e le funzioni del patrimonio equivale alla perdita fisica del patrimonio stesso, poiché ciò che non è conosciuto ed intimamente compreso, va perduto, la discussione svolta nel workshop n.3 ha condotto alle seguenti principali conclusioni e raccomandazioni: 1. Promuovere modalità che consentano il coordinamento tra le istituzioni che sovrintendono alla gestione del patrimonio, le istituzioni universitarie e le grandi scuole riconosciute di cultura, in modo da: - Consentire la condivisione, e la approvazione su scala internazionale, dei principali progetti di riassetto del patrimonio monumentale e museale dello spazio euromediterraneo; - Mettere a punto un programma di grandi eventi distribuiti nel sistema euromediterraneo, allo scopo di favorire il riconoscimento su scala internazionale di una cultura comune, promuovere nuovi circuiti del turismo internazionale, e favorire incontri su vasta scala di giovani e collettività: ripristinare l'idea del viaggio come base della contaminazione e della conoscenza culturale. 2. "Rilanciare in chiave progressiva lo studio delle culture mediterranee": La sfida culturale che è aperta dalla politica della frontiera lanciata dall'Unione Europea, consiste innanzitutto nella contaminazione tra le matrici culturali di derivazione nord-europea, e quelle di derivazione arabo-islamica: il riconoscimento della loro origine comune deve servire da base per progredire su di un nuovo segmento di sviluppo condiviso. Questa ricerca deve svolgersi attraverso due modalità parallele: - Il disegno di programmi di lavoro comune del mondo universitario e della didattica euromediterranea, su base concertata (nell'alveo delle raccomandazioni adottate a Catania il 7 ed 8 novembre dalla Conferenza dei Rettori del Mediterraneo); - La diffusione su vasta scala delle opportunità di conoscenza e compara17


zione diretta tra le culture, soprattutto da parte dei giovani: la promozione dei viaggi di studio dovrebbe divenire impegno prioritario delle istituzioni preposte alla istruzione secondaria ed universitaria. 3. La diffusione su scala sociale dei contenuti della cultura mediterranea, richiede l'adozione di metodiche comuni e sistematiche (anche appoggiate su strumentazione telematica): - L'inventario e la catalogazione degli oggetti del patrimonio, per dare vita a grandi data base condivisi su scala internazionale; - La valorizzazione estesa alle aree periferiche ed ancora non valorizzate; - La realizzazione di programmi editoriali condivisi (riferiti ai testi per la didattica, la divulgazione popolare, la multimedialità, etc.); - L'esecuzione di processi formativi di alto livello (dottorati e master) volti alla preparazione di professionisti che uniscano alla conoscenza approfondita delle tematiche del mondo antico, capacità di divulgazione nei confronti dell'utenza sociale. In ogni caso i percorsi formativi debbono essere distribuiti su più sedi della regione mediterranea; - I grandi eventi della cultura mediterranea (cfr.punto 1) dovrebbero svilupparsi sulla base di una forte mobilitazione delle collettività locali, e sull'impegno a caratterizzare stabilmente i territori come sistemi erogatori di cultura sociale (processi educativi offerti stabilmente ai visitatori, residenze di studio, campi scuola, etc.). 4. La comunanza della cultura mediterranea riposa anche sulla sussistenza di linguaggi comuni che influenzano disegni o modelli degli oggetti della vita quotidiana (ceramiche, tessuti, tipologie edilizie, etc.), gli stilemi e le geometrie che sottostanno alle decorazioni, alle scritture nei diversi paesi della regione. L'eredità di questo patrimonio comune, tramandato fino ad oggi prevalentemente dal modello artigianale di produzione, rischia di andare dispersa se non viene sostenuta da una deliberata ed analitica riproposizione nell'ambito delle professioni e delle metodiche che conducono alla progettazione degli oggetti nella produzione industriale moderna (università e scuole professionali internazionali dedicate al design industriale ed architettonico comparato, musei dedicati alla catalogazione, conservazione e comparazione degli stilemi comuni).

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Conclusioni del Workshop 4

IL RUOLO DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLO SVILUPPO LOCALE I patrimoni culturali (materiali e immateriali) della regione euro-mediterranea rappresentano una risorsa eccellente e competitiva, una possibile "idea forza" da porre alla base delle strategie di sviluppo territoriale. Identificare e promuovere veri e propri "sistemi culturali territoriali" che qualificano il territorio e con esso l'offerta di servizi competitivi (turistici, culturali, ecc.) e coerenti con le dotazioni locali nell'ottica di una crescita sostenibile, significa integrare il processo di crescita del patrimonio culturale (conoscenza, tutela, conservazione, gestione e fruizione) con il più ampio sistema territoriale (ambiente, paesaggio, sistemi socio-produttivi, ecc.), attraverso la partecipazione di tutti gli attori interessati. In questa direzione sempre maggiore importanza assumono gli attori locali, regionali e territoriali, espressioni sia delle istituzioni pubbliche che della società civile, i quali stanno aumentando la loro capacità di attuare politiche di conservazione integrata delle risorse culturali e mostrano un importante protagonismo come soggetti di nuove modalità di cooperazione europea e mediterranea. È necessario quindi porre al centro della riflessione politica: a) La cooperazione inter-regionale nello scenario europeo e mediterraneo, coinvolgendo entità portatrici di esperienza nei progetti di sviluppo locale; b) La necessità di salvaguardare e conservare le risorse culturali con un approccio non soltanto di tipo puntuale, ma che consideri l'intero contesto paesaggistico e territoriale sia in ambito urbano che rurale; c) La piena accettazione della dimensione locale nelle più generali politiche nazionali relative al settore culturale. Lungo tali direttrici il maggiore investimento va effettuato su: a) Il rafforzamento della sensibilizzazione e delle capacità dei soggetti istituzionali coinvolti nei processi di programmazione territoriale e urbanistica; b) Il rafforzamento dei sistemi legislativi e della loro applicazione; c) La diffusione della conoscenza reciproca sulle esperienze di sviluppo integrato dei sistemi territoriali e delle loro risorse culturali; 19


d) La scelta di una scala appropriata dei progetti e la costruzione di partnership locali per la valorizzazione integrata delle risorse culturali del territorio; e) La costruzione di reti e partenariati per lo scambio di informazioni e di conoscenza e per una crescita a scala mediterranea delle esperienze locali. Affinché il patrimonio culturale rivesta un tale ruolo anche nel quadro della cooperazione internazionale, dovrebbero essere ridotti i vincoli in tal senso rilevati negli esistenti programmi comunitari (generale scarsità delle risorse, l'articolazione "settoriale" e "tematica" delle aree di intervento, le rigidezze dei regolamenti e dei programmi operativi alla partecipazione di partner rappresentativi). Le raccomandazioni più importanti dal punto di vista generale sono allora: - Garantire una governance locale del territorio attenta non solo alle grandi emergenze conservative, ma ad obiettivi di sviluppo equilibrato e sostenibile del paesaggio nei suoi valori materiali e immateriali. - Mantenere adeguato il livello delle risorse finanziarie, umane e tecnologiche destinate al settore culturale dai bilanci pubblici e rendere massima la capacità del settore di sviluppare, soprattutto con il metodo dello crescita dei sistemi integrati territoriali, la disponibilità di risorse da parte del settore privato. Le raccomandazioni per i futuri strumenti della politica di prossimità sono: - Considerare l'approccio al patrimonio culturale nell'ottica della programmazione integrata e territoriale dello sviluppo locale, tenendo conto delle risultanze e delle esperienze acquisite sui temi della gestione e valorizzazione delle risorse culturali, e attribuendo adeguate risorse finanziarie. - Definire ambiti di intervento complementari, sinergici e/o innovativi rispetto a quelli sostenuti a livello nazionale, in modo da fornire una specifica valenza comunitaria agli interventi effettuati, moltiplicando la trasferibilità delle metodologie e lo scambio delle buone prassi. - Creare le condizioni utili a sviluppare reti e partenariati che possano realmente intervenire nella prassi dello sviluppo territoriale superando i limiti attualmente imposti dagli strumenti esistenti. - Potenziare la dimensione euromediterranea della cooperazione, recependo al massimo l'esperienza acquisita e i risultati prodotti nel quadro dello attuale partenariato. 20


PATRIMONIO CULTURALE E PARTENARIATO INTERREGIONALE NEL MEDITERRANEO Conferenza mediterranea promossa dalla Regione Siciliana per il rafforzamento del dialogo Mediterraneo attraverso ricerca, formazione, educazione e sviluppo locale 1. Premessa L'area mediterranea è caratterizzata da un patrimonio storico, culturale e ambientale di particolare rilevanza. Esso rappresenta un potenziale elemento unificante di comprensione reciproca e di efficacia nei rapporti di partenariato. E' sempre più evidente che è necessario ristabilire questa comune identità culturale, sfilacciatasi nel tempo, non solo per promuovere un processo di pace ma anche per ristabilire delle condizioni di sviluppo basate sul "fare insieme", sulla progettazione condivisa ed il confronto scientifico sul tema dei beni culturali. L'iniziativa è parte integrante del programma concordato tra il Ministero degli Affari Esteri e le Regioni nel quadro del Semestre della Presidenza Italiana del Consiglio della UE. Essa parte dal riconoscimento che il Mediterraneo offre opportunità e condizioni di vantaggio per lo sviluppo locale incentrato sul patrimonio culturale. La Regione Siciliana tramite l'Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali ed il suo Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro si presenta come promotore dell'iniziativa che vede le Regioni Europee e i Paesi del Mediterraneo e dei Balcani sempre più coinvolti nei processi partecipativi ed attuativi. Alla luce di quanto sopra, le politiche e gli attuali strumenti finanziari dell'Unione appaiono limitati e sotto-dimensionati rispetto alle sfide ed ai problemi da affrontare. Esiste pertanto, la necessità di proporre soluzioni innovative all'altezza dell'importanza geo-politica della regione mediterranea.

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2. Risultati attesi: "più Beni Culturali" nei programmi comunitari interregionali La Conferenza vuole attirare l'attenzione delle Istituzioni Europee sulla necessità di rafforzare la dimensione "Beni Culturali" negli strumenti finanziari UE presenti e futuri, facendo riferimento alle pratiche di conservazione e manutenzione programmata dei Beni. La "Dichiarazione di Palermo", approvata dai partecipanti, si pone come contributo delle forze direttamente implicate negli aspetti progettuali con proposte di partenariato relative alle aree tematiche corrispondenti ai workshop: ricerca, formazione, educazione e sviluppo locale. La Dichiarazione sarà portata all'attenzione dei partecipanti della Conferenza Interistituzionale Euro-mediterranea, prevista a Palermo per il 27 e 28 novembre 2003, e fornirà elementi per un Documento Programmatico delle Regioni da sottoporre alla VI Conferenza Ministeriale Euro-mediterranea, che si terrà a Napoli il 2 e 3 dicembre 2003. 3. Partecipanti I partecipanti alla conferenza sono identificati tra gli attori direttamente coinvolti nella conservazione e gestione dei Beni Culturali: nei 15 attuali Paesi Membri dell'Unione Europea, nei 10 Paesi in via di adesione, 3 Candidati (Romania, Bulgaria e Turchia), nei 10 Paesi della costa sud del Mediterraneo e nei 5 Paesi dell'area Balcanica. L'ipotesi forte poggia sulla convinzione che soggetti differenti possano stabilire modalità che meglio introducano condizioni di vantaggio reciproco. Sono previsti circa 100 partecipanti e 200 osservatori. Al fine di organizzare al meglio la Conferenza i partecipanti saranno preventivamente assegnati ai singoli workshop. Documenti d'analisi settoriale daranno un'indicazione dello stato attuale dei temi trattati e saranno riassunti negli atti della conferenza. I workshop saranno organizzati come sessioni attive di lavoro. Ai partecipanti è richiesto un ruolo propositivo. A tal fine saranno preventivamente distribuite linee guida per la discussione. 30


4. Articolazione La Conferenza avrĂ una durata di tre giorni (VenerdĂŹ 14, Sabato 15 e domenica 16 Novembre) e si articolerĂ in sessioni plenarie, quattro workshop paralleli dedicati alla riflessione comune sui temi identificati ed una tavola rotonda. La sessione plenaria del primo giorno prevede le seguenti relazioni: Relazione introduttiva: "Il partenariato interregionale nel settore della conservazione dei beni culturali nelle politiche di sviluppo transfrontaliere nel Mediterraneo e nei Balcani". Relazione 1: "Le politiche di conservazione e fruizione dei beni culturali nei partenariati mediterranei" Costruire proposte di ricerca partenariale, applicate alla conservazione preventiva e manutenzione programmata dei beni culturali nel Mediterraneo e nei Balcani, per rafforzare i legami culturali e favorire i processi di pace, la cooperazione, lo sviluppo. L'evento vuole promuovere l'elaborazione di politiche attive per la costruzione di banche dati su tecniche ed esperienze conservative e di fruizione, condivise a scala regionale dai soggetti istituzionali nei settori della conservazione, conoscenza e gestione del patrimonio culturale. Relazione 2: "La formazione e le risorse umane nello sviluppo della conservazione dei beni culturali" Progetti condivisi nell'ambito mediterraneo, per definire standard e criteri comuni relativi alla filiera della formazione, sono strumenti strategici per promuovere e condividere programmi di ricerca sull'intervento conservativo e di restauro, sulla manutenzione programmata, sulla gestione e su modelli innovativi volti alla fruizione sostenibile dei beni culturali. Anche nella consapevolezza che una piĂš ampia diffusione sociale della conoscenza della storia, della filosofia, dei costumi e dei linguaggi simbolizzati dal patrimonio possano costituire ragione di ulteriore arricchimento della fruizione in un 31


quadro di consapevolezza e rispetto dei profili di sostenibilità. Relazione 3: "Il partenariato nella programmazione integrata dei beni culturali per lo sviluppo locale" La costruzione di un'incisiva e consapevole conservazione integrata del patrimonio, consente di calibrare le decisioni politiche di finanziamento, ed di definire strategie di gestione e priorità degli interventi, nonché impostare una mirata fruizione sostenibile turistico culturale delle aree interessate. Le regioni in relazioni di partenariato, definiscono il livello di governo ideale per una collaborazione su scala internazionale tra Istituti di Ricerca,Enti preposti alla gestione e valorizzazione dei monumenti e dei beni culturali, per la alla definizione di programmi comuni di investimento e la individuazione di strumenti efficaci di gestione, conservazione e valorizzazione condivisa delle risorse culturali, in relazione anche alle scelte di politiche sostenibili del territorio. I workshop affronteranno le seguenti aree tematiche: Workshop 1: La ricerca applicata per la conservazione e fruizione sostenibile dei beni culturali nel Mediterraneo Tema dei lavori Il progetto promuove l'idea di ripercorrere le rotte culturali che, nelle diverse regioni mediterranee, hanno determinato affinità e matrici stilistiche e costruttive coerenti. Tutto ciò al fine di accomunare esperienze sull'utilizzo di tecniche e tecnologie, modelli di fruizione sostenibile, programmi integrati di diagnostica da applicare a progetti pilota sperimentali di restauro e/o mitigazione del rischio di alta complessità tecnologica. I risultati contribuiranno a costruire banche dati condivise, utili a fissare criteri coerenti di conservazione, restauro e fruizione sostenibile dei beni culturali. Risultati attesi Ricerca di un consenso per la creazione di una Carta del Rischio Euromediterranea; chiara individuazione degli attori coinvolti; creazione di 32


banche dati per la condivisione delle esperienze; assunzione di impegno nel definire ed applicare protocolli comuni. Workshop 2: La formazione nel settore della conservazione dei beni culturali come recupero di una memoria comune Tema dei lavori La costituzione, nell'area mediterranea, di una trama reticolare di poli specialistici sulla conservazione si correla all'individuazione di standard e di criteri relativi alla formazione del restauratore e manutentore. Tale iniziativa è connessa alla costruzione di competenze specialistiche relative alle attività di diagnostica e di monitoraggio e per la gestione del patrimonio. Tematiche che si vanno sempre più arricchendo in relazione alla consapevolezza della necessità di armonizzare i profili della conservazione dei beni monumentali al profilo del recupero e della preservazione degli ambienti naturalistici, ambientali e sociologici in cui essi sono inseriti. Lo sviluppo di un programma formativo sul tema della conservazione e gestione dei beni culturali dovrà favorire flussi del sapere e l'interscambio nel Mediterraneo di conoscenze ed esperienze costruite su progetti comuni di recupero e restauro integrati volti, tra l'altro, al riconoscimento delle identità culturali regionali. Risultati attesi Constatazione dell'intensità delle relazioni nel Mediterraneo tra le Istituzioni Universitarie e di Eccellenza nel campo della conservazione dei beni culturali; presa di coscienza della debolezza nel sistema complessivo della formazione; ipotesi di creazione di una rete condivisa tra le Istituzioni impegnate nel settore beni culturali. Workshop 3: I beni culturali come sorgente di conoscenza per riannodare i fili di una cultura mediterranea Tema dei lavori Il workshop intende mettere a fuoco i possibili contenuti di processi educa33


tivi di scala internazionale per la divulgazione della cultura mediterranea influendo su percorsi formali di istruzione (dalle prime fasce scolari sino all'università), e proponendo modalità innovative di divulgazione destinata ad avvicinare un ampio pubblico ai temi ed ai valori del patrimonio culturale. Ciò attraverso la condivisione di esempi innovativi di valorizzazione e gestione dei beni culturali come distretti culturali ed interventi di sistema (parchi archeologici, letterari, etc.). Risultati attesi Definizione di ipotesi di parternariato relative a percorsi didattici di base istituzionali; identificazione di proposte innovative nel settore dell'educazione informale diretta al grande pubblico. Workshop 4: Sviluppo locale centrato sui temi del patrimonio culturale Tema dei lavori La realizzazione di progetti condivisi di ricerca permette di fissare criteri e metodologie d'indagine utili a valutare il potenziale culturale in ambito territoriale e rapportarlo alle scelte di pianificazione urbanistica e territoriale. Ciò consente di individuare e misurare le potenzialità di pericolo, e definire criteri di mitigazione dei rischi e di condizioni di fruizioni sostenibili. Questo strumento permette di valorizzare le potenzialità di uno sviluppo locale basato sul recupero del patrimonio attualmente inutilizzato o soggetto a processi di decadimento e sulla formazione specialistica di alto profilo, particolarmente rivolta all'occupazione giovanile qualificata per la creazione di circuiti di turismo culturale diffuso. Risultati attesi Presentare esempi emblematici di modelli gestionali nel settore; illustrare esempi di finanziamenti misti (pubblico-privato) nel campo dei beni culturali; condividere la necessità di identificare sistemi misti di politiche territoriali; rafforzare il ruolo delle istituzioni locali nella gestione condivisa del patrimonio.

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QUESTIONNAIRE ON NEEDS RELATED TO CULTURAL HERITAGE CONSERVATION AND VALORISATION IN THE MEDITERRANEAN REGION SURVEY REPORT This preliminary report include the results of the Questionnaire on needs related to cultural heritage conservation and valorisation in the mediterranean region distributed during the conference on in Palermo. On a total percentage of 10% on the total of participants answered to the questionnaire. The 40% of answers came from the EU member states participants, 47% from Balkans countries participants and the 13% from Mediterranean Countries participants. A first analysis of the questionnaire highlights few main general considerations. The main issues identified as causes for threats to cultural heritage in the survey include in general insufficient means (18%) inadequate policies (16%), lack of maintenance (16%), and non-professional intervention (11%). Threats due to inadequate policies related to cultural heritage conservation have a peak value in Balkan countries. The need to increase the finance and economy (28%) in the field of cultural heritage is felt to be a general action priority in the euromediterranean region as well as in the Balkan countries. The need for planning (13%) exceeds, for few points in percentage, more specific priorities related to legislation (9%), training (9%), and education (9%). Preservation follows only with 7% exceeding restoration (4%) and research (2%). The national institutional resources for conservation are constituted mainly by Ministries related with cul41


tural heritage matters (28%) as well as national institutions such as departments of antiquities (20%). The presence of legislation at national level is recorded in all region. Different the degrees of applications: average for European and Mediterranean countries, inadequate for Balkans countries. The presence of a national budget is recorded in all answers. Specific contributions are shared by international organisations (44%), private foundations (32%), and NGO's (24%). The participation to European Union initiatives is recorded for the 70%. Le 30% left is mainly related to Balkan regions participants answers. The operative structure related to cultural heritage conservation are equally shared among activities related to specific expertise (30%), inventory (20%), material studies 820%), and field work (20%). The last relevant item is related to the estimation of training needs in relation to cultural heritage professions that emphasises the need for managers of cultural heritage sites (21%), architects (15%), conservators (14%). Restorers (10%) and conservation technicians (8%) follow historians (14%). 42


THE PARTICIPANTS HONOURED GUEST Guido LO PORTO

Presidente Assemblea Regionale Siciliana President of the Regional Parliament of Sicily Diego CAMMARATA Sindaco di Palermo Mayor of Palermo Francesco MUSOTTO Presidente Provincia di Palermo, Parlamentare europeo, Membro Commissione Politiche Regionali Trasporto e Turismo President of the Province of Palermo, European Parlament Fabio GRANATA Assessore dei Beni Culturali ed Ambientali e della P.I., Regione Siciliana Councillor of Cultural Heritage of the Sicilian Region Margherita BONIVER Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri Under-secretary of State for Foreign Affairs Nicola BONO Sottosegretario ai Beni e Attività culturali Under-secretary of the Ministry of Cultural Heritage and activities Salvatore CUFFARO Presidente della Regione Siciliana President of the Sicilian Region

SPEAKERS Roberto CARPANO, Ministero degli Affari Esteri, Assistenza Tecnica Regioni, Obiettivo1; Giuseppe GRADO, Dirigente Generale Dipartimento Beni Culturali ed Ambientali, Regione Siciliana; Gianfranco IMPERATORI, Presidente Consorzio CIVITA, Roma; Guido MELI, Direttore del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, Regione Siciliana; Tarek RADWAN, Director of the training and Human Resource Unit, The Grand Museum of Egypt; Marie Paul ROUDIL, UNESCO-ROSTE Venezia; CHAIRMAN Vincenzo MANNO, Ministro Plenipotenziario, Ministero degli Affari Esteri; Piergiorgio RAMUNDO, M.A.E. Unità per l’Internazionalizzazione 43


WORKSHOP 1

APPLIED RESEARCH FOR A SUSTAINABLE CONSERVATION AND FRUITION OF CULTURAL HERITAGE IN THE MEDITERRANEAN CHAIRMAN: Umberto BALDINI, Rettore dell’Università dell’Arte, Firenze DISCUSSANT: Stefano DELLA TORRE, Dipartimento di Scienze e Tecnologia dell’Ambiente Costruito, Politecnico di Milano; Ferruccio FERRIGNI, Centro Universitario Europeo Beni Culturali-Ravello, Università di Napoli; TECHNICAL REPORT: Sandro BIANCHI, Istituto Centrale per il Restauro; Roberto GARUFI, Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, Regione Siciliana OBSERVERS: AL MUAYYAD Al AZM Amr Nawa, Director of Scientific and Conservation Laboratories, General Directorate of Antiquities, Siria; ALBERGONI Roberto, Vice Direttore UNIMED, Italia; BALDINI Umberto, Rettore dell'Università dell'Arte, Italia; BASILE Beatrice, Soprintendente BB.CC.AA. di Ragusa, Italia; BELLIA Angela, Musicologa, esperta di beni culturali musicali, Italia; BIANCHI Alessandro, Istituto Centrale per il Restauro, Italia; BOGHEANU Marilena, Director Regional, Development Agency Sud-West Oltenia, Romania; BSHARA Khaldun, Director of the Conservation Unit Riwaq Centrefor Architectural Conservation, Palestina; CANER Figen, Department of Antiquities and Museums Nicosia, Cipro; COSENTINO Pietro, Dipartimento C.F.T.A. Università di Palermo, Italia; DAHARI Uzi, Deputy director for Archaeology Israel Antiquities Authority, Israel; DALLI Carmen, Deputy Project Director IKONOS Project Office,Malta Centre for Restoration; DELLA TORRE Stefano, Dip. Scienze e Tecnologia Politecnico Milano, Italia; FATTA Giovanni, Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia, Università di Palermo, Italia; FERRIGNI Ferruccio, Centro Universitario Europeo BB.CC. Ravello, Italia; GALILI Ehud, Israel Antiquities 44


Authority, Israel; GARUFI Roberto, Responsabile U.O. IX Centro Reg. Prog. E Restauro, Italia; GIANNI' Emanuele, Corrispondente Rivista Kermes, Italia; GOCUK Dervis, Department of Antiquities and Museum, Cipro; GOKHAN Gozem, Department of Antiquities and Museum, Cipro; LOPES Alberto, Instituto Portugues do Patrimonio Architectonico, Portogallo; MARCHETTI Luciano, Soprintendente Regione Umbria, Italia; MARJANOVIC Alisa, Commission to Preserve national Monuments, BosniaErzegovina; MERTKAN Ozlem, Department of Antiquities and Museum Nicosia, Cipro; MEZZANOTTE Andrea, UTI - Ministero degli Affari Esteri, Italia; MIRABELLA Stefania, Soprintendenza di Ragusa, Italia; ONER Rasime, Department of Antiquities and Museum Nicosia, Cipro; OZTURK Nurcan, Department of Antiquities and Museum Nicosia, Cipro; RAIMONDO Francesco Maria, Preside Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Italia; SALVI Flora, Dirig. Presidenza Regione Siciliana Uff. di Roma, Italia; SBUTEGA Nada, Ministero del Turismo di Montenegro, Italia; SCHRAUDOLPH Ellen, Commissione Europea Dir. Gen. Istruzione e Cultura, Belgio; SEBAI Leila, Maitre de Recherche IND Institute National du Patrimoine, Tunisia; SMERIGLIO Beatrice, Ministero Beni e Attività Culturali, Italia; SPANO’ Giuseppa Maria, Respons.Servizio Restauro- Centro Reg. Prog. Restauro, Italia; TERRANOVA Francesca, Responsabile U.O. VIII- Centro Reg. Prog. Restauro, Italia; TORRISI Claudio, Direttore Archivio di Stato di Palermo, Italia; UNSAL Elif, Department of Antiquities and Museum Nicosia, Cipro; VACCARO Gioacchino, Direttore Centro Reg. Catalogo, Italia. WORKSHOP 2

TRAINING IN THE FIELD OF CONSERVATION OF A RECOVERY OF A COMMON MEMORY

CULTURAL HERITAGE AS

CHAIRMAN: Antonino DI VITA, Accademico dei Lincei DISCUSSANT: Ninfa CANNADA BARTOLI, Regione Lombardia, Assessorato alla Cultura, Identità e Autonomie della Lombardia; Nenad CAMBI, Professore di Archeo45


logia, Università di Spalato-Croazia; M’Hammed Hassine FANTAR, Directeur de Recherche, Institut National Patrimoine of Tunisia; TECHNICAL REPORT: Jean Pierre LOZATO-GIOTAR, Universite de Sorbonne Nouvelle, Paris 3 OBSERVERS: ANDREOU Stavros, Research Centre of Cypro Monastery, Cipro; BELVEDERE Oscar, Archeologo Facoltà Lettere e Filosofia Univ. Pa, Italia; BOAST Robin, Museum of Archaeology and Anthropology Un. Cambridge, Cambridge; BONACASA Nicola, Archeologo Facoltà Lettere e Filosofia Univ. Pa, talia; BURDELEZ Ivana, University of Zagreb, Croazia; CAMBI Nenad, Università di Spalato, Croazia; CANNADA BARTOLI Ninfa; Dirigente Regione Lombardia, Italia; CARUANA Martina, Institute for Conservation and Restoration Studies, Malta; CHRISTOFI Antigoni, Research Centre of Cypro Monastery, Cipro; DE LISI Rosario, Vice preside Facoltà di Scienze MM. FF.NN., Italia; DEMMA Maria Pia, Respons. Servizio Restauro, Centro Reg. Prog. e Restauro, DI BONO Silvana, Responsabile Progetto Sintesi, Italia; DI VITA Antonino, Accademico dei Lincei,Italia; D'URZO Riccardo, Consulente UTI - Ministero degli Affari Esteri, Italia; FANTAR M' Hammed Hassine, Università di Tunisi, Tunisi; HAMDAN Osama, Università Al Quds -Ist. Super. Islamico per Archeologia, Gerusalemme; HASSAN Fekri; Senior Consultant Egyptian nat. Cent.for Docum., Egitto; JAQUINTA Maria Teresa, architetto, Italia; KARIS Christos, Holy Monastery of Kykkos, Cipro; KATSANOPOULOU Dora, Scientific Advisor Archaeologist, Grecia; LOZATO-GIOTAR Jean Pierre, Universitè Paris III, Sorbonne Nouvelle, Francia; MESIC Jasen, Ministry of Culture, Croazia; MIJOVIC Dusan, Nature Conservation Institute of Serbia, Serbia-Montenegro; NOT Rosa, Responsabile U.O.VI- Centro Reg. Prog. Restauro, Italia; PALMIERI Giuseppe M., Università di Cordova, Spagna; PIETROBONO Irene, Architetto Progetto Sintesi, Italia; PIRKOVIC Jelka, Ministry of Culture- Under-Secretary, Slovenia; RADWAN Tarek, Grand Egyptian Museum, Egitto; RIBAUDO Pietro, Imprenditore, Italia; RIZZI M.Franco, Direttore Generale UNIMED, Italia; RIZZO Giovanni, Docente Ingegneria Chimica Università di Palermo, Italia; SANKOVIC SIMEIC Vjekoslava, 46


Docente Università di Sarajevo, Bosnia-Erzegovina; SCHIRO Joseph, Institute for Conservation and Restoration Studies, Malta; SIRAJ Ahmed, Universitè Hassan II, Marocco; SOLOMIDOU IERONYMIDOU Marina, Department of Antiquities, Cipro; STITI Kamal, Sous Directeur Documentation Agen. Nat. Archeologie, Algeria; TOMIC Radoslav, Institute for restauration, Croazia; VENEZI Theodora, Cultural Center Arxangelos, Cipro; YAVUZ Aysil, Università del Medio Oriente, Turchia WORKSHOP 3

CULTURAL HERITAGE AS A SOURCE OF KNOWLEDGE TO TIE AGAIN MEDITERRANEAN CULTURE CHAIRMAN: V. Massimo MANFREDI, Professore di archeologia, Università Bocconi, Milano DISCUSSANT: Cinzia DAL MASO, Giornalista, Italia TECHNICAL REPORT: Giulio LAMANDA, Ministero degli Affari Esteri, Nucleo di Valutazione OBSERVERS: ABDERRAHMANE Khelifa, Inspecteur des Antiquités Monuments et Sites Historiques, Ministère de la Communication et de la Culture, Algeria; AGNESI Valerio, Dipartimento di Geologia Università di Palermo, Italia; ARMANNO Salvatore, Camera di Commercio di Palermo, Italia; BECKER Isaac, Deputy Director General Eretz Israel Museum, Israel; BERNARDINI Flavia, Facoltà Giurisprudenza, Università di Lecce, Italia; CANAPA Andrea, Ministero Affari Esteri, Italia; CARCASIO Maria, Dirigente Servizio Catalogazione BB.CC.AA., Centro Regionale Catalogo, Italia; CILIA Maria Enza, Direttore Museo Reg.le della Ceramica di Caltagirone, Italia; CIULLA Salvatore, Dirigente Etnoantropologo, Centro Regionale 47


Catalogo, Italia; CUCUZZA Giovanni, Regione Lazio, Italia; DEL BONO Sandro, Sovrintendenza del Patrimonio Culturale, Malta; DEL MERCATO Andrea, Comune di Venezia; DI NATALE Rita, Dirigente Bibliotecario Centro Regionale Restauro, Italia; ESCOBAR ROMERO Rosario, Tecnico Gestione Programmi Europei, Consejeria de Cultura Junta de Andalucia, Spagna; FERLISI Teresa, Istruttore direttivo, Centro Regionale Restauro, Italia; FIAMMETTA Vincenzo, Direttore Museo Fondazione Orestiadi Trame Mediterranee, Italia; GABALLAH Ali Gaballah, Consigliere del Ministro della Cultura per l'Archeologia, Docente Università de Il Cairo, Egitto; GAMBIN Kenneth, Curator Ethnography Heritage Malta; GORDAN Nikolov Senior Curator Ethnologist Museum of Macedonia Macedonia; GUROVA Maria, Archaeologist Institute of Archaeology and Museum Bulgarian Academy of Science, Bulgaria; KASABANY Moukhtar, Docente Università de Il Cairo, Egitto; KUTSUCLAKIS Ioannis, Referente Consiglio di Amministrazione Marco Polo System g.e.i.e./K.E.D.K.E., Italia; LAZURCA Marius, Director of the Cultural Centre - Arad County Council, Romania; MANFREDI Valerio Massimo; Docente Archeologia Università Bocconi, Italia; MANISCALCO Pietro, Presidente Museo del Mare, Italia; MENICOS Menicou, Restorer and Conservator of Art-Holy Monastery of Kykkos, Cipro; MESSINA Salvatore, Direttore INNOVA, Italia; MICELI Giovanna, Dirigente Biologa Centro Regionale Restauro, Italia; MIHAILOV Luminita, Director South-East Regional Development Agency, Romania; MUSAT Liviu, Deputy Director South Muntenia Region - Regional Development Agency Muntenia, Romania; PARPALA Caius, President Arad County Council, Romania; PATERNO' DEL TOSCANO Stena, UTI Ministero Affari Esteri, Italia; PETROPOULOS Nikolas, International Relations Region of Western Greece, Grecia; PIZZO Giampietro, UTI Ministero Affari Esteri, Italia; PUJOL Teresa, Responsabile Pianificazione Dipartimento della Presidenza Governo della Catalogna, Italia; PUMILIA Calogero, Fondazione Orestiadi, Italia; RIZZO Nadia, Docente Liceo Classico "R. Settimo", Italia; SBUTEGA Antun, Ministero del Turismo di Montenegro, Italia; SEDITA Maria Luisa, Dirigente Scolastico Liceo Classico "R.Settimo", Italia; SIRAJ Ahmed, Universitè Hassan II, Marocco; SPERANZA Rossella, Esperto UTI Ministero Affari Esteri, Italia; TRUDEN Barbara, Museo Geologico "G. Gemmellaro", Italia; URBANI Leonardo, Università di Palermo, Italia; VACCARO Gioacchino, Direttore 48


Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione dei Beni Culturali, Italia; VULTAGGIO Giovanni, Consulente Engineering SPA, Università di Palermo, Italia; ZINZANI Gilberto, Direttore Marco Polo System g.e.i.e./K.E.D.K.E., Italia WORKSHOP 4

THE ROLE OF CULTURAL HERITAGE IN THE LOCAL DEVELOPMENT

CHAIRMAN: Marco CAUSI, Università di Roma 3, Assessore alle Politiche Economiche, Finanza e Bilancio Comune di Roma DISCUSSANT: Michele PICCIRILLO, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalem TECHNICAL REPORT: Nicolò SAVARESE, Coordinatore Valutazione ASSE II QCS, Roma OBSERVERS: ABU DAYYEM-DAIBES Khoulouo, Director Centre for Cultural Heritage Preservation,Palestinian Authority; AGIUS Leslie Chief Executive Foundation for International Studies, Malta; AGMON Yacov, Deputy Director General Education Culture and Labour Affairs, Israel; ALBERT GUEROLA Isabel, Tecnico de Gestion en Cooperacion Cultural, Spagna; BELLA Emilia, Presidente Sicilia-Archeoclub d'Italia - Campobello di Licata, Italia; BELLIA Angela, Musicologa, esperta di beni culturali musicali, Italia; BELLISARIO Maria Grazia, Dirigente Segretariato Generale - Serv. V - Ministero Beni e Attività Culturali, Italia, BEN Josef, Senior Expert Delta Project Tourism and Recreation Planning, Israel; BEN SALMOUNA Taoufik, Directeur d'Exploitation Agence du Patrimoine, Tunisia; BRUCATO Umberto, Vice Presidente Museo del Mare, Italia; CALIA Maria Luigia, Coordinatrice Dipartimento Culturale Euromed-IMED, Italia; CATANIA Giovanni, Direttore Provincia Regionale di Trapani, Italia; CAUSI Marco, 49


Docente Università di Roma 3 - Assessore alle politiche economiche, finanza e bilancio - Comune di Roma, Italia; CESARI Joseph, Conservateur General du Patrimoine - Direction régionale des Affaires Culturelles de la Corse Service Régional de l'Archéologie et des Monuments historiques de la Corse, Corsica; COMANESCU Iulian, President Oltenia Region Valcea County Council, Romania; COSIER Claudiu, Director North-West Regional Development Agency, Romania; DULGHERU Lia Maria, General Manager Prahova District Museum of History and Archaeology, Romania; GEORGIEVA Hristina, Project Assistant and Member of Tourism Working Group - National Business Development Network Association, Business Centre Novi Pazar, Bulgaria; GERMANOVA Emilia, Team Leader and Memeber of Tourism Working Group - National Business Development Network Association Business Centre - Isperih, Bulgaria; GOMEZ POLO Maria Luisa, Chief of the Cultural Heritage Area Comunidad Valenciana, Conselleria de Cultura Educacio i Esport, Spagna; GUEF Carmen, Chief Department PR Prahova District Museum of History and Archaeology, Romania; GUIDO Manuel Roberto, Ministero Beni e Attività Culturali, Italia; GUROVA Maria Institute of Archaeology and Museum Bulgarian, Bulgaria; HAMDAN Osama, Architetto - Istituto Superiore Islamico per l'Archeologia, Gerusalemme; HAMIDOVIC Muhamed, Preside Facoltà di Architettura Università di Sarajevo, Bosnia-Erzegovina; HRISTOFOROVA Teodora, JOBS Project Regional Manager and Tourism Focal Point - Bulgaria JOBS Project Sofia, Bulgaria; KARAISKAJ Gjerak, Direttore Istituto dei Monumenti di Cultura, Albania; KRISTO Erion, Capo Uff. Relazioni Estere Istituto dei Monumenti di Cultura, Albania; MARRAS M.Antonella, Responsabile progetto Mondimpresa, Italia; MARTI RUIZ Natalia, Comunidad Valenciana, Conselleria de Cultura Educacio y Esport, Spagna; MIHAILESCU Ion, President Arges County Council, Romania; MISIANI Anna, Coordinatrice Area Patrimonio e Attività Culturali IMED, Italia; MOLEK Lenka, Advisor of Government, Slovenia; MULALIC HAMDAN Mirela, Executive Officer Commission to Preserve National Monuments, Bosnia-Erzegovina; OUAGUENI Yassine, Architecte Restaurateur Expert en Patrimoine Culturel - Ministere de la Communication et de la Culture, Algeria; PEPPA Konstantina, Staff Member Department of Social Policy and Cultural Activities E.E.T.A.A., Grecia PICCIRILLO Michele, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme; PIERINI Laura, Dirigente Servizio Beni Culturali Regione Marche, Italia; 50


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