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LINEE GUIDA AREE ABITATE STORICHE F.13. ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO URBANO L’insieme degli oggetti e delle attrezzature correlati allo svolgimento delle attività urbane è il frutto della risposta alle necessità proposte dalla collettività o l’espressione simbolica del potere; a questi segni si sono spesso sovrapposti in modo confuso elementi di decoro, frutto di interventi casuali o contraddittori. Occorre pianificare e attuare progetti che intervengano complessivamente sulla realtà urbana, sfrondandola dalle presenze che rendono incomprensibile l’immagine originaria; per valorizzarne adeguatamente le qualità storico formali e per attribuire coerenza alle quinte edilizie del tessuto urbano storico. Si armonizzano in tal modo, in una visione integrata, le progettazioni puntuali degli edifici con le grandi opere infrastrutturali, l’edificato monumentale ed il tessuto urbano storico, e si modulano ritmi e rapporti dei luoghi della dimensione privata e della socializzazione. La scelta e collocazione di questi elementi deve abbandonare la prassi di un intervento sull’arredo della città, basato sulla distribuzione pressoché casuale di elementi industrializzati e perciò, di frequente, anonimi e inespressivi nella loro serialità, che banalizzano le qualità formali della trama urbana storica. E’ opportuno invece che evolva nella progettazione architettonica del paesaggio urbano per valorizzare gli scenari fisici, in un franco riconoscimento delle stratificazioni nel tessuto urbano, e per un più efficace funzionamento degli spazi collettivi. L’organizzazione dei diversi elementi dovrà sempre considerare le qualità del contesto urbano storico, adottando come principio di base il conseguimento dell’unitarietà e omogeneità degli elementi, e un adeguata valorizzazione dei connotati formali dei luoghi. La loro immotivata cancellazione deve essere evitata perché interviene negativamente sulla qualità urbana, privando il cittadino di caratteri peculiari e strategici del suo contesto ambientale. La loro sostanziale trasformazione o la radicale sostituzione non deve essere dettata esclusivamente dall’esigenza di annullare una immagine ritenuta appannata o obsoleta, ma deve essere il frutto di una cultura della città che intervenga in modo cosciente e complessivo sull’immagine urbana, interpretando e combinando le istanze di aggiornamento formali ed introducendo progettazioni di qualità. Gli interventi sulla molteplicità dei segni del libro architettonico aperto sui fronti stradali deve tendere a scongiurare un caos interpretativo che impedisca, come di frequente accade, un adeguato apprezzamento della realtà urbana, fornendo regole alla sua scrittura, indirizzi e strumenti per organizzare la sua capacità comunicativa. INDIRIZZI TECNICI DI ATTUAZIONE AREE ABITATE STORICHE f.13.46. Elementi di comunicazione fissi: Pannelli pubblicitari dinamici a messaggio variabile e sistemi informatici La collocazione di cartellonistica pubblicitaria luminosa, con sequenze dinamiche e proiezioni di filmati, consente di costruire, se ben progettata in relazione alle trame del costruito, fondali urbani formalmente compiuti e fortemente riconoscibili. Il loro utilizzo sarà ammissibile ma dovrà essere attentamente valutato per non interferire in modo stravolgente sugli equilibri spaziali del centro abitato storico. 1


Saranno realizzati con telai e strutture di sostegno e/o di ancoraggio di sagoma regolare, adottando gli opportuni accorgimenti per non generare confusione con la segnaletica stradale e relazionandosi in modo adeguato ai prospetti ed ai volumi del contesto limitrofo; si dovrà evitare comunque di occultare punti di vista storici o paesaggistici di elevata qualità. Sarà invece promossa la loro collocazione, al fine di occultare qualificandole, presso quinte urbane particolarmente degradate. Fatta salva l’esigenza di sicurezza legata al problema dell’abbagliamento, le scelte progettuali relative a colori, forme, intensità luminosa dovranno relazionarsi alla ricchezza del patrimonio monumentale e del tessuto urbano storico dell’abitato, evitando qualsiasi interferenza ed agendo esclusivamente nelle lacune, nell’aree dequalificate o stravolte da precedenti cancellazioni della trama urbana; per ricondursi ad un progetto complessivo di manufatti legati al progetto urbano. Particolari soluzioni formali, innovative per materiali e partiture potranno essere compatibili se verrà valutata l’alta qualità estetica frutto di un meditato rapporto con il contesto urbano in cui si collocano. F.14. EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE, ESERCIZI COMMERCIALI, EDIFICI PUBBLICI L’espansione della trama insediativa nei centri abitati e nelle aree urbane, un fenomeno che ha registrato una rapida evoluzione negli ultimi decenni, ha determinato la cancellazione di quadri paesaggistici e di un delicato rapporto intessuto nei secoli tra edificato puntuale, segni dell’uomo e paesaggio seminaturale; il fenomeno è stato affiancato dalla sostituzione di questo contesto ambientale con un tessuto edilizio spesso casuale e disordinato, di elevata densità e connotato da caratteri formali e spaziali serialmente anonimi, perché in larga parte frutto di esperienze speculative. Si è così arrecato nocumento all’apprezzamento percettivo dei quadri paesaggistici di pregio, ed alla conservazione della memoria ed identità dei paesaggi coinvolti. Sono fatti salvi i centri storici e le esperienze insediative di recente realizzazione all’interno dell’edificato storico, se coerenti con tale tradizione costruttiva e in grado di proporre rapporti corretti con la morfologia del contesto ambientale. Occorre però intervenire sulle parti della loro trama, se alterate da episodi insediativi estranei per volumetrie, colori e materiali alle tradizioni costruttive del luogo; o sulle modifiche apportate ai delicati equilibri intessuti dall’edificato con il paesaggio seminaturale ed antropizzato circostante. Gli interventi sul patrimonio esistente dovranno pertanto adottare criteri di sostenibilità ambientale e paesaggistica, che attenuino le incongruità nelle modalità di insediamento, riducendo al minimo le variazioni orografiche relative al piano di sedime, e definendo rapporti più equilibrati con l’edificato storico e con il contesto ambientale. Più nel dettaglio, per quanto concerne il patrimonio edilizio esistente, se coerente con le tradizioni costruttive o frutto di un meditato rapporto con la realtà territoriale, gli interventi devono tendere ad assicurare: • il rispetto, o il ripristino, dell’originario schema compositivo dei vuoti e dei pieni; • il rispetto, o il ripristino, delle scelte relative agli elementi della partitura architettonica, alle opere di finitura, alle parti tipologiche funzionali; • l’esclusione degli elementi di finitura sovramessi all’impianto originale e non adeguati alle caratteristiche costruttive tradizionali; • l’uso prevalente dei materiali della tradizione nelle opere di integrazione o sostituzione di elementi fatiscenti; • la coerenza con la tradizione costruttiva del contesto territoriale negli interventi su parti manomesse o profondamente modificate. 2


Dovrà essere rigorosamente limitato l’inserimento di edifici per le attività produttive o commerciali in contesti ambientali di particolare criticità, in relazione ai valori storico formali ed alle peculiarità paesaggistiche; nelle realtà di maggiore difficoltà potrà prendersi in considerazione anche l’opzione zero del non intervento sul territorio. In linea di principio nelle nuove realizzazioni le scelte formali sull’utilizzo di tecniche e materiali, sulla geometria distributiva dei vuoti e dei pieni, sulle diverse parti caratterizzanti le superfici orizzontali e verticali, dovranno richiamarsi alle espressioni più rappresentative delle modalità costruttive locali storicamente e culturalmente definite, o, in alternativa, offrirne una interpretazione innovativa. Sarà auspicabile la realizzazione di nuova architettura di qualità, in grado di proporre un repertorio formale e compositivo del tutto innovativo, che manifesti con chiarezza un dialogo coerente ed una interpretazione critica dei caratteri del contesto storico ed ambientale dove si inserisce, e di elevare complessivamente i valori formali degli insediamenti abitativi. INDIRIZZI TECNICI DI ATTUAZIONE AREE ABITATE STORICHE f.14.23. Superfici verticali: Verande Fatto salvo quanto disposto dalle normative vigenti, con particolare riguardo alla legittimità delle realizzazioni, si osserva quanto segue. Per quanto riguarda le verande già realizzate occorrerà attuare la dismissione delle verande già collocate e il ripristino delle originarie partiture e spazialità, se riguardano gli edifici di particolare qualità formale e storico artistica e i fabbricati costituenti il tessuto urbano storico. Negli altri edifici dove sono già state realizzate verande si dovrà valutare l’impatto fisico e percettivo delle verande già realizzate e dei materiali adottati e verificarne la compatibilità con i partiti architettonici della facciata, anche in relazione all’inserimento nei quadri del paesaggio urbano di maggiore pregio. Se da tali valutazioni dovesse scaturire un giudizio negativo si promuoverà una celere rimozione, con particolare riguardo a quelle che hanno utilizzato l’alluminio anodizzato, o quelle ricadenti nei quadri percettivi urbani di pregio. Anche in caso di valutazione positiva di ammissibilità si dovranno prevedere ed attuare interventi di riqualificazione complessiva dell’intera facciata, proponendo materiali, cromie, soluzioni formali coerenti tra i diversi manufatti presenti nei prospetti e le partiture architettoniche di questi ultimi. Per quanto riguarda nuove realizzazioni queste saranno escluse se riguardano edifici di particolare qualità formale e storico artistica o fabbricati costituenti il tessuto urbano storico o a questo immediatamente contigui. Negli altri edifici l'installazione di verande deve essere rigorosamente motivata da esigenze tecniche di protezione dagli agenti atmosferici o da evidenti necessità di miglioramento delle condizioni igieniche dei locali, fatta salva la legittimità della realizzazione e giudicatane preventivamente l’ammissibilità. Verificati l’impatto e la compatibilità con gli equilibri del partito architettonico complessivo nel quale si inserisce, si proporranno scelte coerenti con l’edificato nel passo, la partizione, i materiali adottati, e si promuoveranno soluzioni in cui i montanti e le traverse siano limitati nel numero e nell’ingombro per garantire la massima superficie vetrata. La spazialità così ottenuta non dovrà determinare la demolizione dei muri perimetrali, non utilizzerà profilati strutturali in alluminio anodizzato argento ed oro, incentiverà l’utilizzo di strutture assolutamente reversibili che prevedano l’utilizzo abbinato di piante verdi ornamentali e barriere realizzate con arbusti. 3


Nei nuovi edifici sarĂ comunque preferita una produzione architettonica che interpreti ed anticipi queste esigenze spaziali e le controlli in chiave di ordine edilizio complessivo, salvaguardando contestualmente modi e forme della tradizione costruttiva. Le partiture dei prospetti e aperture cosĂŹ configurate permetteranno di programmare e integrare in progettazioni specifiche le eventuali chiusure, parziali o totale di balconi, terrazze o logge; in tal senso la definizione delle volumetrie e dei particolari costruttivi dovrĂ prevedere, ed imporre, le scelte formali piĂš adeguate e tra loro omogenee, per rendere coerenti con i partiti architettonici dei prospetti le strutture di chiusura, che usualmente propongono soluzioni avulse per forme, cromie, partiture e materiali.

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