Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #18 - dicembre-gennaio 2012
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Rivista di informazione del settore casa Dicembre 2011 - Gennaio 2012 - ANNO 3 #18 Iscrizione Tribunale di Vicenza n. 1217
Società editrice / redazione: Calleidos S.r.l. via Aldo Moro, 54 - 36035 Marano Vicentino TEL. 0445 560709 - 624978 FAX 0445 1920319 www.calleidos.it info@calleidos.it direttore reSponSabile: Giuseppe Grolla direttore editoriale: Stefano Battistella stefano.battistella@calleidos.it Stampa: Industrie Grafiche Vicentine S.p.A. hanno collaborato: Daniele Berlato Erica Urbani Giuseppe Grolla Lorenzo Grassotto Luca Sartori Mara Capitanio Maria Vitella Silvia Sella Stefano Battistella Stefano Bogotto Teresa Dardo
Diffusione
E’ vietata la riproduzione anche parziale del contenuto pubblicitario senza autorizzazione dell’editore. L’editore non è responsabile del contenuto pubblicitario stampato ed è sollevato in qualsiasi caso da responsabilità civile o penale nei confronti dei lettori o di terzi. Web: www.casainmente.it/magazine/living e-mail: info@casainmente.it Voip: casa in mente - calleidos
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editoriale
06 ...connettendo personalità e competenze... rUbriche
08 SpazioCasa 2012 e CASAINMENTE 12 Il rame. Oro materiale 16 A Venezia residenza per artisti: spazio ai giovani 24 La ristrutturazione: un’opportunità di risparmio 34 Progettare la ristrutturazione: controsoffitti 42 Complesso Ex-Elba. Una struttura da riutilizzare, ripensare, rivivere 48 Complesso Ex-Elba. Ipotesi di riqualificazione urbanistica,
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urbana ed ambientale vista dall’imprenditore investitore.
60 Loft Life 20 gennaio 2012 72 Libri 74 Fiere Italia 2012
Cazzola Stefano
21 professionisti
10 HOME RELOOKING. Soluzioni per il sottotetto 50 Cosa dire del futuro del mattone? e del nostro futuro? 64 Mercato immobiliare, reddito garantito? aziende
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18 Arredamenti Rossi 19 I livelli dell’impianto elettrico 21 Cazzola Stefano. Impianti elettrici 22 TIEMME 23 Tendaggi Zanrosso 26 Architettura della casa...alla ricerca del “grado zero” 28 DIQUIGIOVANNI 29 Ongaro Casa 30 Energia solare ed energia elettrica 32 IM.CA. Comfort secondo natura 40 Sfumare i contorni fra esterno e interno 54 D.P.S. Qualità e sicurezza in ogni casa 56 La videosorveglianza IP 58 FONIA 59 IGVI 66 ASIAGO: l’inconfondibile stile di CHALET BERGA. 68 Residence Laguna Blu 70 Sardegna 75 FPL
Energia solare ed energia elettrica
30
D.P.S. Qualità e sicurezza in ogni casa
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contenuti
HOME RELOOKING Soluzioni per il sottotetto
SpazioCasa 2012
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I livelli dell’impianto elettrico
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Cosa dire del futuro del mattone? e del nostro futuro?
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- Vicenza città bellissima. Souvenir e memorabilia - Additional Living System - Harry Bertoia - Il valore spirituale e simbolico dell’acqua Il Calcestruzzo solidità strutturale plastica
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anno Vi
Una nuova vita nel recupero degli edifici storici a Vicenza. pag. 3
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marzo duemilaundici
- Il giardino in primavera - Tiemme - Il sole in ogni casa - Il gesso - Greenbuilding - Home Stager - Progettare la ristrutturazione Diquigiovanni si rinnova
ongaro casa oltre il giardino, un mondo di vasi
aNNo Vi
Una nuova vita nel recupero degli edifici storici a Vicenza. pag. 10
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Immagine tratta da “ancore” Università IUaV di Venezia
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Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #17 - oTToBRE -noVEMBRE 2011
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Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #16 - Agosto -settembre 2011
SpazioCasa 2011 mostra del mobile, arredamento e casa Vivi la Casa Un evento per chi abita
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Sembra ieri quando parlavamo all’HUB durante l’evento di presentazione di CASAINMENTE living way bimestrale ed il tempo passa veloce, ormai è quasi giunto Natale, all’improvviso, senza avvisare, se non con le luminarie che addobbano le nostre case. Questo numero di living way esce alla fine di un anno, il 2011, che verrà ricordato in particolare per le difficoltà dei mercati economici, ma, per noi sostenitori della rivista, ancora di più per la nostra capacità di perseverare negli intenti, che più volte ci siamo sforzati di perseguire, come la capacità di fare social network, di lavorare con etica e condividere le nostre idee per creare nuova ricchezza, e non solo meramente materiale! Abbiamo creduto, e crediamo ancora molto, in questo nostro progetto che vogliamo rendere comune a tutti coloro che sapranno coglierlo. Ringraziamo chi ha partecipato alla realizzazione delle uscite di living way durante il 2011 e, ancor di più, quelli che hanno contribuito con vivace volontà alla stesura di articoli professionali, provenienti dalla loro lunga esperienza di lavoro, fonte di insostituibili conoscenze maturate anche nella quotidianità e non solo dalla teoria. Poiché nella società contemporanea la semplice offerta di beni e servizi non risulta essere più sufficiente, CASAINMENTE intende proporre ai propri ospiti, così verranno chiamati coloro che parteciperanno ai prossimi eventi, oltre al tradizionale incontro con scambio di vedute, la possibilità di vivere alcune “esperienze” che coinvolgano ed impegnino sul piano personale ed emotivo nel corso dello svolgimento dell’evento stesso. L’esperienza associata alla soddisfazione di un bisogno non è in sé certamente una novità assoluta: CASAINMENTE intende riproporla attraverso metodi unici ed originali di relazionarsi, in locali come il Loft 55 di Vicenza che accoglie il nostro invito e diventa prossima sede ad integrazione e supporto del nostro social network. A viziare lo sguardo degli ospiti saranno così le competenze confluite in un ambiente nuovo, perchè nuove sono le persone che lo occupano e la comunicazione che, assieme a noi, queste nuove persone, che vogliamo chiamare attori, interpretano. L’evento del 20 gennaio 2012 completa il punto di forza di CASAINMENTE, che è quello di poter offrire un network autorevole e specializzato in diversi ambiti nel settore della casa, connettendo personalità e competenze che solitamente faticano a dialogare tra loro: non più circuiti chiusi di architetti, arredatori, impresari, tecnici, investitori... ma un’apertura e una comunicazione interdisciplinare in linea coi tempi. Ricordiamo infine la presenza dello staff CALLEIdoS a Spazio casa e Spazio luce del 5-12 febbraio 2012, dove CASAINMENTE darà ad altri interlocutori la possibilità di entrare nell’ottica sopra citata, per guardare tutti assieme con fiducia in un’unica direzione: quella di un NUoVo modo di interpretare il 2012. Buone festività a tutti.
editoriale
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SpazioCasa 2012 e CASAINMENTE Fiera di Vicenza, 5 - 12 FEBBRAIO 2012 CASAINMENTE living way sarà presente quest’anno alla manifestazione SpazioCasa in Fiera di Vicenza dal 5 al 12 febbraio. Spazio Casa Da più di cinquant’anni costituisce una prestigiosa vetrina per gli operatori di tutti i settori del comparto della casa e rappresenta da anni un appuntamento fisso per il pubblico vicentino. Faranno da sfondo all’evento, anche quest’anno, proposte e iniziative collaterali interessanti.
SpazioLuce Un padiglione dedicato interamente all’illuminazione della casa in cui la proposta commerciale si integra con eventi e performance ispirati alla luce di fronte all’ingresso principale (Ingresso Ovest).
SpazioAperto Un intero padiglione dedicato all’esterno della casa dove i visitatori potranno apprezzare le soluzioni per vivere al meglio il giardino, la terrazza ed il balcone.
Da mercoledì 8 a domenica 12 febbraio, inoltre, sarà affiancata da Sposiamoci, il Salone degli Sposi, che accoglierà gli espositori al Padiglione I, con ingresso indipendente, in un contesto intimo e raffinato. In partnership con i rivenditori locali, sono presenti a Spaziocasa tutti i più importanti marchi del settore con stand monomarca. Non mancano poi le proposte degli artigiani, che realizzano mobili su misura per soddisfare le esigenze più diverse. L’aumento dei visitatori provenienti da tutta l’area Nord-Est testimonia il crescente interesse del pubblico verso la manifestazione. La mostra, dal 1961 il punto di riferimento per il comparto-casa, spazia dall’arredamento moderno, contemporaneo e di design a quello classico e country. Presenti in fiera una vasta gamma di arredo bagno, arredi e decori per terrazzi e giardini, accessori per la casa, abbigliamento e articoli per gli sposi. Si potrà trovare anche tutto ciò che riguarda le rifiniture d’interni come infissi, tende e tendaggi, scale, pavimenti e rivestimenti. Protagoniste anche l’edilizia abitativa e la bio edilizia.
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SpazioCasa è uno fra i più prestigiosi appuntamenti fieristici di tutto il NordEst, per pubblico ed operatori. Frutto di un costante lavoro di studio e di analisi del mercato ospita anche un panorama ricco per quanto riguarda le tecnologie per il riscaldamento e condizionamento. A coinvolgere un pubblico ogni anno sempre più numeroso l’attenzione alle necessità delle aziende e un costante monitoraggio di stili e tendenze, assieme alla suddivisione razionale e all’allestimento raffinato.
Mostra del mobile, arredamento ed accessori per la casa.
SPAZIOCASA 5 - 12 FEBBRAIO 2012
Mostra del mobile, dell’arredamento e degli accessori per la casa
Informazioni
Merceologie
Orari Lunedì e Martedì: 15.30 – 20.00 Mercoledì, Giovedì e Venerdì 15.30 – 22.30 Sabato: 10.00 – 22.30 Domenica: 10.00 – 20.00
Visitatori (edizione 2011) 32.000
ARREDAMENTO CONTEMPORANEO E DI DESIGN PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI INTERNI ARREDAMENTO CLASSICO ARREDAMENTO COUNTRY ARREDAMENTO ETNICO ARREDO BAGNO COMPLEMENTI D’ARREDO ACCESSORI PER LA CASA RIFINITURE D’INTERNI /EDILIZIA ABITATIVA ARREDO PER GIARDINI ABBIGLIAMENTO PER GLI SPOSI ABITI DA CERIMONIA AGENZIE DI VIAGGIO CATERING BOMBONIERE LISTA NOZZE SERVIZI FOTOGRAFICI SERVIZI VIDEO ILLUMINAZIONE DA TERRA, DA TAVOLO, DA PARETE, DA SOSPENSIONE, PER ESTERNO
SPAZIOAPERTO: un intero padiglione dedicato all’esterno della casa. I visitatori potranno apprezzare le soluzioni per vivere al meglio il giardino, la terrazza ed il balcone.
SPAZIOLUCE: di fronte all’ingresso principale (Ingresso Ovest) un padiglione dedicato interamente all’illuminazione della casa in cui la proposta commerciale si integra con eventi e performance ispirati alla luce.
Ingresso Feriale = Entrata libera Festivo (sabato e domenica) Intero = € 5,00 Ridotto = € 3,00 Espositori (edizione 2011) 230 Padiglioni occupati B, D, F, G, I
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HOME RELOOKING Soluzioni per il sottotetto Buongiorno Angela, avremmo bisogno del tuo aiuto perchè nella nostra nuova casa abbiamo a disposizione un sottotetto che desideriamo arredare magari in futuro ma, dal momento che l’impresa è ancora al lavoro, vorremmo capire se lo spazio si presta a una divisione o se è preferibile lasciarlo aperto, se prevedere un parapetto per le scale e di che tipo, così da eseguire le eventuali opere murarie prima del trasloco. Questo è lo spazio dedicato alla cameretta ma non riusciamo a capire dove, come e quanto spazio abbiamo realmente a disposizione visto le altezze particolari. Grazie Michela e Andrea
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SOLUZIONE 1
La soluzione con il muro di divisione crea la massima privacy alla cameretta, la posizione del letto e dell’armadio sono stabilite dalle altezze e si è creato un buon angolo scrivania. All’arrivo della scala si trova uno spazio aperto sul corridoio che rimane collegato anche al piano inferiore, così che dalla finestra arriva la luce alla scala.
case in movimento
Progetto il dubbio fondamentale di Michela e Andrea era se costruire o meno un muro di divisione che creasse 1 stanza separata dal vano scale e quali conseguenzepotesse avere sullo spazio. Come consuetudine per fugare ogni dubbio fornisco al cliente, con l’aiuto del modello 3d, la simulazione del risultato prima in un modo e poi nell’altro perchè le soluzioni funzionali e corrette all’interno di un locale possono
essere varie, per questo abitazioni uguali o simili possiamo arredarle in modo completamente diverso perchè l’elemento fondamentale è chi ci vive con le sue abitudini, gusti e esigenze ben precise.
SOLUZIONE 2
Nella seconda soluzione, senza interventi di muratura, ho proposto un serramento scorrevole di dimensioni notevoli che permette di sfruttare la stanza interamente. La parte fissa che da sulla scala permette il passaggio della luce anche se la privacy viene garantita dall’inserimento di un tessuto all’interno dei vetri.
Michela e Andrea hanno optato per una terza soluzione, che unendo le caratteristiche più vantaggiose di entrambe le proposte, ha dato forma ad uno perfetto spazio su misura per la loro famiglia!
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Il rame. Oro materiale La purezza del lucido splendente
La parola rame deriva dal latino e indica l’estrazione di questo materiale dall’Isola di Cipro, praticata dai Romani. Il rame è rosso brillante e molto resistente. Può essere facilmente lavorato e deformato, si può brasare e saldare ma non è propenso alla fusione. È un ottimo conduttore di calore e corrente elettrica. Il rame puro e dolce è difficile da lavorare, la rigidità può essere tuttavia notevolmente migliorata nelle leghe. 12
Come materiale da costruzione resiste agli attacchi di gesso, calce e cemento. Al contatto con l’aria forma un denso strato verdognolo di sali di rame. Questa patina, in normali condizioni ambientali urbane, ci impiega a formarsi circa otto anni. Il tono cromatico cambia durante
questo processo da rosso bruno a marrone scuro e grigio fino ai tipici toni verdi. Il verderame, invece, è un sale di rame che si forma sotto l’effetto degli acidi dell’aceto e spesso viene confuso con la patina di rame. A differenza della patina il verderame è tossico e solubile in acqua. La lamiera di rame viene utilizzata per facciate e coperture, ma anche per tenute, poiché la si può incollare con il bitume. Il rame si presta alla produzione di tubi, ad esempio per impianti di riscaldamento e trova un impiego ampio in elettrotecnica. I materiali di rame si prestano a tutte le tecniche di lavorazione corrente. A causa dell’elevata conducibilità termica non fondono bene, ma si incollano e brasano bene.
Allo stesso modo del piombo e dello zinco i minerali di rame come la calcopirite e la cupreina vengono preparati mediante la flottazione. La riduzione avviene nel convertitore. Per impieghi in campo elettrotecnico, che richiedono circa il 60% della produzione di rame, il rame viene ottenuto elettroliticamente (rame elettrolitico). Oltre il 50% della produzione proviene da materiale di riciclo, il cui impiego consente di risparmiare l’86% dell’energia primaria. LE LEGHE DI RAME Il nome bronzo deriva dal latino brundisium, da Brindisi. Al giorno d’oggi viene definito di rame e stagno, per indicare una migliore differenziazione dal momento che esistono anche leghe di rame e alluminio, finora bronzo alluminio. Il bronzo si forma nel bagno di fusione a 1000 °C e contiene una percentuale di stagno tra il 10 e il 20%. Il bronzo è estremamente duraturo e resistente agli agenti atmosferici. È più duro di ottone e rame, possiede un’elevata resistenza alla corrosione e all’attrito. Ha una superficie scura che può essere lucidata per splendere come l’oro con una spesa minima. Osservando molte sculture di bronzo e oggetti di bronzo negli spazi pubblici si può notare come mostrino nei punti maggiormente esposti al di contatto d’uso una superficie lucida e scintillante. Il bronzo è adatto per giunzioni di tubi, ferramenta e armature (come ad esempio per impianti per gas, acqua e vapore). Inoltre, in bronzo vengono fuse campane e oggetti artistici. In edifici storici o contemporanei costosi si trovano anche profili di finestre e porte in bronzo, grazie alla durata di questo materiale. Le leghe di rame e zinco contengono almeno il 50% di rame. Si distingue oggi tra leghe modellabili di rame, finora definito ottone, ottone rosso e alpacca. La lega modellabile di rame è composta di rame e zinco, con una percentuale di rame tra il 55 e l’85%. L’ottone rosso è una lega di rame, zinco e stagno. L’alpacca è composta per il 50-60% di rame, 10-25% di nickel e zinco.
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Le leghe di rame sono ben formabili, facili da lavorare e possono essere fuse, a differenza del rame puro. L’ottone è estremamente resistente alla corrosione e lavorato fresco o lucidato risplende come l’oro. Con il tempo la superficie si fa però più scura e opaca. Le leghe di rame trovano un campo vasto di applicazione. L’ottone viene ad esempio utilizzato per graffe di giunzione, viti e dadi, armature e molta ferramenta. L’alpacca è adatta alle superfici di contatto in elettrotecnica, ma anche per ferramenta e armature idriche.
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GLI IMPIEGHI L’acqua potabile è l’alimento più importante per l’uomo. Tutti i componenti degli impianti a contatto con I’acqua potabile non devono influenzarne in alcun modo la composizione, secondo la legislazione dell’Unione Europea. Ciò vale a partire dalla società di fornitura dell’acqua alla rete di condutture pubblica e privata fino al punto di prelievo dell’acqua potabile. I tubi di rame sono ammessi, secondo le disposizioni in vigore, contenute nell’ordinanza sull’acqua potabile. Possono essere utilizzati per la realizzazione delle condotte di acqua potabile solo per valori di pH maggiori di 7,4.
In caso di valori maggiori di 7,0, la concentrazione di carbonio organico nell’acqua potabile (valore TOC) non deve superare il livello di 1,5 mg /L. Se nell’acqua si registrano concentrazioni di ioni di idrogeno più elevate, il rame può sciogliersi nell’acqua nelle tubazioni e giungere in concentrazioni elevate nell’organismo umano. Dato che le imprese idriche non possono garantire una qualità dell’acqua potabile immutata in relazione al valore di pH per l’intera vita di un impianto in ambito domestico, si consiglia di rinunciare all’impiego di tubi di rame per gli impianti di acqua potabile. Nel caso in cui l’impianto in rame sia già esistente si deve verificare l’eventuale necessità di installare un dispositivo interno all’edificio che regoli il valore di pH, per evitare danni sanitari. Il rame è una materia prima preziosa, e può essere riciclato senza problemi. Un vantaggio ulteriore è dato dal fatto che la posa è semplice ed economica. I rubinetti per l’acqua e i contatori sono realizzati per la maggior parte in metallo. Secondo l’ordinanza sull’acqua potabile del 2001, l’ottone nei rubinetti, resistente a elevate sollecitazioni meccaniche, può contenere oltre a rame e zinco un massimo di 3% di piombo. Le superfici degli elementi di ottone possono essere lavorate fino a diventare estremamente lisce, riducendo così al minimo rumori e resistenze al flusso e consentendo l’applicazione di un semplice trattamento di lucidatura, un rivestimento galvanico (ad esempio cromatura) o un rivestimento con polveri. Analogamente all’ottone, il bronzo allo stagno è una lega di rame, stagno (fino all’11%) zinco (fino al 9%), piombo (fino al 7%) e nickel (fino al 2,5%). Gli elementi di bronzo allo stagno possono essere prodotti solo per colatura, perciò hanno una superficie ruvida, con segregazioni, coni di ritiro e pori. Queste imperfezioni possono provocare rotture in presenza di sollecitazioni meccaniche, causare forti rumori e determinare problemi di tenuta. Il bronzo allo stagno viene impiegato soprattutto per i rubinetti più grandi e massicci. In caso di installazione con condutture metalliche, il bronzo allo stagno e l’ottone si comportano in modo neutro alla corrosione. Queste leghe preziose possono essere riciclate. Oltre a questo motivo, sono particolarmente apprezzate in bioedilizia in quanto il costo energetico di produzione del rame è inferiore a quello di altri materiali. Grazie anche a nuovi processi metallurgici e all’introduzione di biotecnologie si sono ridotti drasticamente i consumi energetici. Il rame è il materiale più diffuso per i tubi da riscaldamento. A rigor di logica, gli impianti di riscaldamento possono essere realizzati con qualunque materiale adatto anche all’impianto dell’acqua calda. Il rame è resistente ai danneggiamenti e viene anche fornito dallo stabilimento con un involucro protettivo di PVC o con un mantello isolante. È di facile e rapida lavorazione grazie alla sua flessibilità. I tubi possono essere brasati o raccordati con fitting speciali. Luca Sartori
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A Venezia residenza per artisti: spazio ai giovani L’arte contemporanea ormai ha raggiunto una quantità di ingredienti e livelli di complessità che spesso richiedono la partecipazione di più forze, una continua interazione, condivisione e scoperta. Da oltre un secolo, nel dna della Fondazione Bevilacqua di Venezia è iscritta la vocazione a sostenere (ed ospitare) le nuove generazioni dell’arte di domani. Se già da qualche anno fioriscono, sul territorio nazionale ma soprattutto all’estero, le residenze d’artista, la Venezia tra Otto e Novecento non era certo da meno. In quel crogiolo di movimenti artistici che aveva portato alla nascita della Biennale di Venezia nel 1895, si costituisce appena quattro anni dopo la Fondazione Bevilacqua La Masa e, con essa, la residenza per artisti più antica (e longeva) d’Italia.
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Fu infatti la Contessa Felicita Bevilacqua La Masa a stabilire che Palazzo Ca’ Pesaro sul Canal Grande, sua residenza privata e prima sede della Fondazione, fosse destinato all’accoglienza e alla promozione delle giovani generazioni di artisti, in particolare di coloro che difficilmente avrebbero potuto entrare nel circuito istituzionale delle grandi mostre. E proprio con la Biennale di Venezia la Fondazione ebbe un rapporto difficile, a tratti antagonistico, dichiarando apertamente le proprie visioni sperimentali - spesso in disaccordo con il sistema ufficiale - attraverso le Collettive Giovani Artisti (la 95ma edizione della mostra inaugurerà il 17 dicembre 2011 alla Galleria di Piazza San Marco), manifestazioni annuali che, nel bene
e nel male, sono state il riflesso delle avanguardie e dei ritorni all’ordine del secolo scorso. Arturo Martini, Umberto Boccioni passando poi per Filippo De Pisis ed Emilio Vedova, fino ai contemporanei Alberto Tadiello, Giulio Frigo e Giorgio Andreotta Calò, sono solo alcuni dei rappresentanti di questa fucina di attività artistica che non si è arrestata neppure durante la Seconda Guerra Mondiale e continua oggi, dal 2002 sotto la presidenza di Angela Vettese, anche attraverso un’intensa attività di studio visitato da critici e storici dell’arte, curatori e giornalisti provenienti da tutto il mondo. Le tracce di queste sperimentazioni artistiche sono visibili nel progetto editoriale realizzato in collaborazione con Moleskine Atelier BLM Quaderno: un catalogo in formato agenda che illustra le opere, le biografie e i personal statement degli artisti coinvolti annualmente nelle residenze, il cui lavoro viene promosso anche attraverso il concorso Stonefly Cammina con l’Arte, che, nel 2011, ha premiato con l’acquisto di un’opera la giovanissima Serena Vestrucci. A febbraio 2012 la Fondazione Bevilacqua La Masa aprirà nuovamente i battenti dei suoi 12 atelier (sette presso Palazzo Carminati a San Stae e cinque sull’isola della Giudecca) ad altrettanti giovani artisti italiani e stranieri tra i 18 e i 35 anni, tra coloro che parteciperanno al bando in scadenza il 18 dicembre 2011. Unica condizione, che siano residenti in Triveneto o che frequentino o siano in possesso di un diploma di un corso di studi sul territorio. Erica Urbani
Veduta del chiostro del complesso dei Santi Cosma e Damiano sull’Isola della Giudecca, una delle due sedi degli atelier d’artista della Fondazione
Interno di uno dei cinque atelier nel complesso dei Santi Cosma e Damiano sull’isola della Giudecca
Atelier d’artista nel complesso dei Santi Cosma e Damiano sull’isola della Giudecca
Visione interna degli studi d’artista della Fondazione Bevilacqua La Masa sull’isola della Giudecca
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Studio visitato degli atelier sull’isola della Giudecca, nel giugno 2011
normative
I livelli dell’impianto elettrico La variante V3 alla norma CEI 64-8 ha regolamentato per la prima volta le prestazioni dell’impianto elettrico nelle abitazioni. Le indicazioni sono contenute nell’Allegato A “Ambienti residenziali: prestazioni dell’impianto” che va ad aggiungersi in coda alla norma CE! 64-8/3. Sono stabiliti tre livelli dell’impianto elettrico nelle abitazioni: - livello 1: il minimo accettabile; - livello 2: un impianto di buona qualità; - livello 3: dotazioni impiantistiche ampie e innovative (impianto domotico). I livelli richiamano le stelle attribuite alle strutture alberghiere in base alle loro attrezzature e comfort. Il cliente può scegliere il tipo di albergo dove dormire, parimenti il committente può scegliere il livello dell’impianto elettrico dell’abitazione. I livelli 1, 2 e 3 corrispondono, in modo più colorito ed espressivo, ad impianti con una, due e tre stelle.
Va da sé che il livello dell’impianto elettrico non è legato alla categoria catastale dell’unità immobiliare, né alla classe di prestazione energetica, ma è una scelta del committente in sede contrattuale. Finora la norma CEI 64-8 si è occupata soltanto di sicurezza e poco o niente di prestazioni. Conseguentemente, l’utente sprovveduto che chiede un impianto a regola d’arte può ritrovarsi con un impianto poco funzionale, ma conforme alla norma CEI 64-8 e dunque a regola d’arte. Ad esempio, il numero di prese è insufficiente. i cavi non sono sfilabili, un solo interruttore differenziale protegge l’intero impianto, ecc. L’Allegato A garantisce all’utente un impianto dell’abitazione non solo sicuro, ma anche funzionale (livello ·1, minimo). I livelli 2 e 3 forniscono un modo per misurare le prestazioni di un impianto elettrico di qualità superiore, in modo che l’impianto elettrico acquisisca un valore in sé, distinto da quello dell’unità immobiliare. Ne consegue che un elevato valore immobiliare mal si concilia con un impianto elettrico di livello 1. L’Allegato A serve anche per evitare la concorrenza sleale tra imprese installatrici: chi vende un impianto a regola d’arte non può più ridurre le prestazioni al di sotto del livello 1. Inoltre, chi vanta di fornire un impianto “super extra” dovrà confrontarsi con i livelli 2 e 3. L’Allegato A è normativo (non informativo), sicché il livello 1 (minimo) è di fatto obbligatorio per ritenere l’impianto elettrico di una unità abitativa conforme alla norma CEI 64-8. Il che ha sollevato qualche perplessità, soprattutto a causa di un equivoco sul valore della norma. La norma costituisce un preciso riferimento di regola dell’arte che comprende sia la sicurezza delle persone, sia le prestazioni dell’impianto.
Sostenere che il livello 1 è obbligatorio è una semplificazione, vera solo in parte. Infatti, mentre non si può derogare ad una norma di sicurezza, anche con il consenso del committente, è lecito derogare dalle prestazioni. In buona sostanza, il committente può deliberatamente rinunciare alla funzionalità dell’impianto (patto in deroga). In conclusione, è obbligatorio applicare il livello 1 se: - il committente chiede un impianto a regola d’arte, 2 - il committente chiede un impianto secondo le norme CEI; - nulla è precisato in merito nel contratto (scritto o verbale). Per contro, non si applicano i requisiti minimi del livello 1 se il committente rinuncia esplicitamente ad un impianto con le prestazioni a regola d’arte. In tal caso, è bene allegare alla DICO la richiesta scritta del committente.
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L’Allegato A si applica: - agli impianti nuovi; - ai rifacimenti completi di impianti esistenti, ma solo se eseguiti in occasione di ristrutturazioni edili dell’unità immobiliare. Sono esclusi dall’Allegato A: - i servizi condominiali; - le unità abitative ubicate in edifici pregevoli per arte e storia, soggetti al DLgs 42/04. L’Allegato A, pubblicato a febbraio 2011, entra in vigore il 10 settembre 2011 per superare, almeno in parte, il transitorio connesso con gli inevitabili problemi associati ai cambiamenti normativi.
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normative
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impianTi eleTTrici induSTriali Impianti fotovoltaici Progettazione e installazione di impianti elettrici industriali Automazione cicli produttivi industriali Verifiche strumentali delle reti elettriche Impianti di aspirazione centralizzata in ambiente industriale Impianti d’allarme contro l’incendio Reti strutturate per la trasmissione dati Siistemi di videocontrollo e acquisizione dati
impianTi eleTTrici civili Impianti fotovoltaici Progettazione e installazioe di impianti elettrici civili Impianti di condizionamento aria Impianti domotici Automazione cancelli e aperture in genere Impianti di aspirazione centralizzata in ambiente civile Impianti per la ricezione del segnale TV terrestre Impianti per la ricezione del segnale TV satellitare
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La ristrutturazione: un’opportunità di risparmio Partiamo da un dato di fatto: il settore responsabile delle maggiori emissioni di anidride carbonica (CO2) è quello dell’energia come certificato dall’”Inventario annuale delle emissioni di gas serra su scala regionale – rapporto 2010 “rilasciato da ENEA” (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Il settore energia comprende le emissioni di CO2 rilasciate dalle industrie energetiche, manifatturiere e di costruzione, dai trasporti e dai settori commerciali, residenziali, agricoltura e pesca. Tra i maggiori consumatori di energia vi sono gli edifici, basti pensare che i consumi energetici nel settore abitativo costituiscono il 44% del fabbisogno nazionale e gran parte di questo consumo è destinato alla climatizzazione dei locali (riscaldamento invernale e raffrescamento estivo). Sprecare energia costa molto (il costo annuale della bolletta energetica rappresenta oggi una delle voci più rilevanti del bilancio familiare) e le emissioni di anidride carbonica causano cambiamenti climatici che vanno ad influire negativamente sull’ambiente e sulla salute.
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Tabella delle classi energetiche in rapporto al fabbisogno termico degli edifici (agenzia Casaclima)
IL NUOVO: SCELTE ECOLOGICHE AL 100% MA CHE PREZZI… I punti cardine per realizzare un edificio a basso consumo energetico sono pochi e precisi: un buon isolamento dell’involucro ed un impianto di climatizzazione efficace con l’apporto di fonti di energia rinnovabile. Il criterio di riferimento attuale per valutare la qualità dell’edificio dal punto di vista della resa energetica è il suo fabbisogno termico misurato in chilowattora consumati all’anno per metro quadrato di superficie utile degli ambienti. Minore quindi è il fabbisogno termico dell’edificio, maggiore sarà il risparmio energetico. Tutto questo ovviamente ha il suo prezzo che il più delle volte non è facilmente accessibile se non impossibile per chi vuole comprare la prima casa, magari se coppia di giovani. E quindi? Cosa consigliare? Ogni cittadino può fare la sua parte per risparmiare intervenendo sulla voce che più incide sul consumo di energia ovvero la climatizzazione degli ambienti, migliorando l’efficienza energetica del proprio edificio. Un isolamento corretto dell’edificio permette non solo un risparmio di denaro ed energia ma contribuisce a migliorare la vivibilità interna, in particolare permette di avere locali asciutti senza la presenza di condensa che causa muffe e funghi e temperature stabili dal più rigido inverno alla più calda estate.
IL “VECCHIO”: AMPIA SCELTA A PREZZI CONVENIENTI La disponibilità di edifici esistenti oggi in “eredità” è ampia e con essa quindi la probabilità di riuscire a trovare l’immobile (sia esso edificio singolo che appartamento) che possa rispondere alle esigenze dell’acquirente in termini di spazialità ed economici. Gli immobili edificati negli anni 70 e 80 inoltre offrono una spazialità dei vani interni molto più generosa degli attuali standard del mercato immobiliare: per esempio attualmente nelle nuove edificazioni il più delle volte non esiste una differenza fra vano cucina e salotto quando invece su edifici esistenti la divisione fra questi due vani c’era o ancora la camera matrimoniale la cui superficie oggi rispetta poco più del minimo di legge (14 mq) su edifici esistenti viene proposta con dimensioni ben più ampie. Sicuramente molti immobili prima di essere abitati devono subire una ristrutturazione, perché quindi non mirare ad interventi finalizzati verso un miglioramento energetico dell’edificio? Il risparmio energetico infatti porta con sé non solo vantaggi economici ma anche vantaggi ambientali, di gestione e comfort degli ambienti.
Il potenziale per un proficuo risparmio energetico negli edifici esistenti è più che buono e ciò è possibile attuarlo intervenendo su: 1) coibentazione delle pareti perimetrali e tetto; 2) impianto di riscaldamento ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili; 3) serramenti; 4) ponti termici e criticità.
Nei successivi numeri di questa rivista approfondiremo ogni singola tipologia di intervento, analizzando i costi, le tecniche e soluzioni ad oggi disponibili e gli adempimenti per usufruire delle detrazioni fiscali in base alle normative in continua evoluzione e definibili nel nuovo anno. Teresa Dardo e Stefano Bogotto archiplus | thiene
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Architettura della casa... alla ricerca del “grado zero” Introduzione IN QUESTO NUMERO La copertura FEBBRAIO - MARZO 2012 Le forature – serramenti e oscuri APRILE - MAGGIO 2012 Gli aggetti (terrazze, pensiline, pergole...) GIuGnO - LuGLIO 2012 La distribuzione degli spazi interni e le caratteristiche degli ambienti AGOsTO - sETTEMBRE 2012 I collegamenti interni: il vano scale… la scala, la rampa OTTOBRE - nOvEMBRE 2012
Un giovane architetto venne a sottopormi un problema, “Sogno spazi pieni di meraviglia. Spazi che si formano e si sviluppano fluidamente, senza principio, senza fine, costituiti da un materiale bianco e oro, senza giunture. Come traccio sulla carta la prima linea per catturare il sogno, il segno si disperde”. Intervento di Louis.I. Khan, Forma e progettazione, 1960 (1)
Cogliere il sogno di ogni cliente passando attraverso lo svolgersi del progetto e attraverso le contingenze fisiche ed economiche. Questa la sfida che ogni giorno affrontiamo in quanto professionisti. Crediamo che per avvicinarsi alla realizzazione del sogno sia indispensabile la comprensione del cliente e del progetto stesso, a volte paradossalmente in conflitto tra loro! Il nostro tentativo primario è quello di capire quale sensazione il cliente stia cercando per proporre un progetto che ponga in essere la sua volontà, per capire cosa ha in mente… quale casa abbia in mente… Questo un possibile inizio di un percorso che si svolge in parallelo tra la storia dell’architettura della casa e la storia di ogni singolo individuo. Ogni casa non è “la casa”, ma in un percorso di collaborazione diventa “la propria casa”.
E’ stato necessario trovare un metodo di approccio, un ordine con il quale indagare l’individualità, ciò che è speciale e che tanto aiuta il progetto a diventare unico. Sosteniamo che l’atto iniziale sia quello fondante, la guida per il corretto svolgimento di ogni ricerca, di ogni progetto, che si allontana da tutte le circostanze e tende al capitolo zero…della costruzione consapevole de “la propria casa”.
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“In verità tutto il mio sforzo è consistito nel tentare di leggere il volume zero (e quindi quello che non è mai stato scritto) perché sono convinto che esso contenga quell’inizio antico e purtroppo dimenticato, quella sorgente che, una volta riscoperta, sembrerà nuova e convincente”…creare il nuovo dalle radici dell’antico. JG Digerrud, Il metodo di L.I. Khan (1) Forse si potrebbe dire che la progettazione della casa è il capitolo zero … dell’abitare dell’uomo su questa terra, poi si progettò il tempio, poi la scuola…poi venne la città… (1) C. Norberg-Schulz, Louis I. Khan, idea e immagine, officina edizioni, 1980, Roma
struttura e design
La domesticità: il carattere di ogni abitare (2) I caratteri essenziali in una casa sono diversi da quelli di un qualsiasi spazio pubblico, identificano quello che comunemente si intende per carattere domestico. Differenti concezioni della casa portano a configurazioni diverse dei suoi stessi ambienti principali. Gli elementi invarianti che qualificano un edificio come casa si definiscono piuttosto una tipologia dei loro caratteri e di alcune loro sequenze. Troviamo il luogo dell’approccio alla casa, che porta alla soglia, quale spazio di mediazione fra pubblico e privato. Oltre la soglia c’è l’ingresso, spazio di impatto e passaggio, scontro fra macroclima e microclima. All’ingresso sono legati l’atrio, le scale e i servizi e riteniamo la progressione ingresso-atrio-scala quale spina dorsale di una casa. Il tipo di relazioni che regola la composizione di questi tre elementi definisce ed esplicita la natura abitativa della casa stessa, ovvero della sua domesticità. Cerchiamo di investigare gli spazi domestici secondo elementi strutturanti ricorrenti riconoscibili da chiunque per avvicinarsi alla comprensione …. del progetto della casa. (2) A. Cornoldi, L’architettura della casa, officina edizioni, 1988, Roma
L’icona disegnata unisce gli elementi che andremo a descrivere nei diversi capitoli e che secondo noi permangono nel comune pensare. All’esterno spesso si pensa alla copertura, quale elemento fondante, perché originariamente è la forma archetipa del riparo, poi alle aperture perché ci permettono di mantenere o escludere il contatto con l’esterno e sempre più spesso cerchiamo una protezione dagli agenti atmosferici (sole e acqua..amici-nemici delle nostre abitazioni) con degli aggetti o delle schermature. Progettazione di una trasformazione di un fienile in residenza per una giovane coppia. Lo studio attraverso il plastico permette una verifica incrociata della relazione tra spazi esterni ed interni. La composizione per elementi è il tema conduttore scelto in quanto più gestibile in una costruzione per stralci.
All’interno vorremmo parlare di spazi più che di stanze i quali si relazionano tra di loro attraverso i collegamenti orizzontali e verticali.
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Energia solare ed energia elettrica ...convivono in armonia GUIDA AL FOTOVOLTAICO a cura di SOLAR GLOBE
I compoNeNtI prINcIpalI dI uN ImpIaNto
Cos’è l’energia fotovoltaica OTTOBRE - NOVEMBRE
I moduli fotovoltaici
i componenti principali di un impianto IN QUESTO NUMERO Dove installare l’impianto fotovoltaico FEBBRAIO - MARZO 2012 Quanta energia produce l’impianto APRILE - MAGGIO 2012 Costo e durata GIuGNO - LuGLIO 2012 incentivi e conto energia AGOsTO - sETTEMBRE 2012 Rendita e ritorno dell’investimento OTTOBRE - NOVEMBRE 2012
Costituiscono l’elemento principale dell’impianto in quanto la loro esposizione alla radiazione solare determina la produzione di energia elettrica (in corrente continua). All’interno del modulo ci sono le celle fotovoltaiche, generalmente costituite da sottilissime “fette” di silicio che, opportunamente trattate, danno luogo alla conversione diretta dell’energia luminosa in energia elettrica. sulla base delle caratteristiche della cella si parla di celle a silicio monocristallino (la cella è ricavata da un lingotto in cui gli atomi di silicio sono disposti a costituire un unico cristallo), celle a silicio policristallino (analoghe alle monocristalline, con gli atomi di silicio comunque ordinati ma a costituire molti cristalli uniti fra loro) e celle a film sottile o “thin film” (utilizzano materiali semiconduttori “sottili” depositati direttamente su materiali vari di supporto come il vetro o il metallo). Queste tre tipologie di celle, e conseguentemente i moduli da esse ricavate, si differenziano per svariate ragioni fra le quali l’aspetto esteriore e l’efficienza, quest’ultima via decrescente passando dalla tecnologia monocristallina a quelle a film sottile. Ciò significa che a parità di potenza dell’impianto fotovoltaico, lo spazio occupato da un impianto a film sottile è superiore rispetto a quello in silicio policristallino. Nondimeno gli impianti a film sottile presentano alcuni vantaggi fra i quali un aspetto più uniforme che consente in genere un migliore inserimento nel contesto esistente.
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I moduli fotovoltaici più diffusi sono rettangolari delle dimensioni di 1-1,5 m2, le celle sono superiormente protette da un vetro con particolari caratteristiche di resistenza e trasparenza, il peso si aggira intorno ai 15/20 kg. La potenzialità del modulo si esprime in “watt di picco” (Wp) il cui valore indica la quantità di energia che il modulo è in grado di produrre nell’unità di tempo in condizioni standard di irraggiamento solare e temperatura che corrispondono indicativamente a quelle riscontrabili a mezzogiorno di una giornata fredda e soleggiata. Generalmente i moduli fotovoltaici per le applicazioni trattate in questa guida hanno potenze comprese fra 100 e 300 Wp.
I moduli fotovoltaici costituiscono l’elemento principale dell’impianto
materiali e tecnologie
Strutture di sostegno dei moduli sono le strutture che sorreggono i moduli e provvedono al loro orientamento, dando un’inclinazione rispetto al piano orizzontale. L’inclinazione ottimale è di circa 30° e l’orientamento dei moduli verso sud. Le strutture possono essere in acciaio zincato a caldo o in alluminio, e vengono fissate sulla superficie di installazione mediante degli ancoraggi o delle zavorre. Alcuni impianti fotovoltaici utilizzano delle strutture di
sostegno che durante l’arco della giornata cambiano l’inclinazione e l’orientamento dei moduli fotovoltaici. Questa funzione permette all’impianto fotovoltaico di seguire il percorso del sole durante le ore della giornata e conseguentemente di aumentare la produzione di energia elettrica. Questo tipo di strutture, il cui movimento prende spunto da quello dei girasoli, vengono chiamate “inseguitori” o “tracker”.
Schema a blocchI dI uN pIccolo ImpIaNto fotovoltaIco coNNeSSo alla rete
INverter È un dispositivo elettronico che consente di adeguare l’energia elettrica prodotta dai moduli alle esigenze delle apparecchiature elettriche e della rete, operando la conversione da corrente continua a corrente alternata con una frequenza di 50 Hz. Normalmente gli inverter incorporano dei dispositivi di protezione e interfaccia che determinano lo spegnimento dell’impianto in caso di black-out o di disturbi della rete.
SIStema dI coNtrollo È un dispositivo elettronico opzionale che comunica con l’inverter e con eventuali sensori accessori (misure metereologiche ed elettriche). Mediante tale apparecchiatura è possibile tenere sotto controllo il funzionamento dell’impianto, registrare le misure su un PC e visualizzare alcune grandezze caratteristiche su schermi o display luminosi. Esistono anche applicazioni più sofisticate che consentono di inviare dati e l’eventuale presenza di guasti via internet, e-mail, sMs.
mISuratorI dI eNerGIa sono degli apparati che vengono installati sulle linee elettriche e misurano l’energia che li attraversa, ad esempio vengono utilizzati per conteggiare l’energia prodotta dall’impianto e quella immessa in rete.
QuadrI elettrIcI e cavI dI colleGameNto Quadri, cavi, interruttori ed eventuali ulteriori dispositivi di protezione sono i componenti elettrici che completano l’impianto.
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IM.CA.: il piacere della casa Le nuove concezioni di spazi abitativi, di moderne tecnologie applicate alla quotidianità della vita, di risparmio energetico e di altre soluzioni innovative sono esperienze che finalmente si possono vivere. iM.cA, grazie all’esperienza acquisita nel campo delle costruzioni residenziali da oltre 30 anni, propone abitazioni dallo schema funzionale, dove il comfort è di casa.
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terreno. Salendo, al piano terra, la struttura è composta da murature perimetrali molto isolanti, ecosostenibili e con enormi capacità di traspirazione, portoncini d’ingresso e finestrature di alta qualità. il sistema di pannelli fotovoltaici e solari termici sul tetto si integra architettonicamente con la copertura. il fabbricato è orientato a sud per garantire un’esposizione ottimale. Le strutture sono progettate per garantire il miglior comfort abitativo. L’esposizione al sole è studiata affinché il suo calore raggiunga il più possibile l’interno dell’abitazione nel periodo invernale. nel periodo estivo, invece, l’ambiente riamane più fresco grazie ai corpi ombreggianti che ostacolano l’ingresso dei raggi solari.
il piano interrato è caratterizzato da elementi che mantengono l’ambiente asciutto e bloccano l’infiltrazione del gas radon, comunemente presente nel
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Progettare la ristrutturazione Controsoffitti “ll tema della sostenibilità si conferma il fil rouge del progettare e costruire contemporaneo. La ristrutturazione diventa la protagonista di questa fase. Fanno tendenza parquet dai trattamenti superficiali pregiati, magari dai colori ecologici, radiatori e cornici di camini interpretati come sculture ad alto rendimento, piastrelle certificate Leed e finestre a risparmio energetico. In generale, i principali fattori da considerare al momento della valutazione di una ristrutturazione sono le caratteristiche generali dell’edificio: la tipologia, la struttura, l’ubicazione e le caratteristiche dell’intorno. La superficie e l’orientamento dell’ambiente che si intende rinnovare, il materiale e lo stato di conservazione di ciascun elemento. Nell’operazione di rinnovo è utile capire e tenere presenti le caratteristiche formali che costituiscono la peculiarità dell’unità immobiliare per garantire la continuità necessaria a collegare l’intervento all’organismo edilizio di cui fa parte.”
INFISSI INTERNI giugno-luglio PARETI INTERNE agosto-settembre PAVIMENTI E SOLAI ottobre-novembre CONTROSOFFITTI dicembre-gennaio SCALE febbraio-marzo Per l’architettura interiore dei progetti nuovi o da ristrutturare, il controsoffitto è una superficie chiave, attraverso la quale si esprimono il carattere e l’atmosfera di un luogo. Poiché ogni spazio, ogni progetto, possiede le sue esigenze architettoniche, i suoi vincoli e i suoi vantaggi, le soluzioni sono molteplici. Inoltre sono da tenere in considerazione anche aspetti tecnici quali acustica, sicurezza al fuoco, isolamento termico, stabilità all’umidità. 34
In fase di ristrutturazione, realizzare un controsoffitto è l’intervento più frequente che possa capitare, sia che riguardi l’intera superficie dell’immobile sia che riguardi solo una parte di esso, soprattutto se si devono rinnovare o sostituire gli impianti di aereazione o di illuminazione.
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Il controsiffitto solitamente è una superficie piana, di struttura leggera che crea un’intercapedine tra il soffitto esistente e quello nuovo, riducendo l’altezza del locale. In questo vano risultante si possono inserire strati isolanti, per avere un maggiore isolamento termico e acustico, ma anche faretti per l’illuminazione o tutti quegli elementi necessari per un impianto di climatizzazione. Il vantaggio di un controsoffitto sta soprattutto nel fatto che l’estetica della casa ne trae grossi vantaggi, dato che tutti gli impianti sono nascosti. Un controsoffitto si può realizzare attraverso l’uso di una rete metallica su cui vengono fissati od appoggiati i pannelli di materiale leggero e maneggevole, nel caso in cui il controsoffitto debba essere ispezionabile. Al contrario, se non si deve poter ispezionare, si usa il cartongesso, materiale leggero e modellabile, fissato direttamente alla struttura e poi rasato e intonacato come un normale soffitto. Rivestimenti per soffitti La rifinitura di un soffitto può essere realizzata con diversi rivestimenti, tra i quali sughero, polistirolo, fibra di legno. Il controsoffitto in aderenza è una soluzione indicata qualora ci sia la necessità di non distanziarsi eccessivamente dal solaio. La distanza massima che si può ottenere dal solaio è infatti 12 cm circa. La posa è semplice e rapida. Soffitti in sughero Il sughero, usato come rivestimento, trova spazio nel settore dell’arredamento, soprattutto ove si vogliano decorare pareti e soffitti con una protezione naturale che garantisca un comfort ottimale per quel che riguarda la termicità, l’acustica e la durata, senza nulla togliere al piacere di un’ estetica gradevole ed autentica. Tinteggiato o verniciato offre oltresì soluzioni estetiche molto singolari. Il rivestimento in sughero trova una grande applicazione nel rivestimento di molteplici tipi di superfici. Il diretto controllo sulla produzione, poi, garantisce la continuità qualitativa del prodotto nel tempo. Soffitti in polistirolo Realizzato con poco tempo e senza bisogno di strutture portanti, il montaggio e’ rapido e sicuro direttamente sul soffitto. L’effetto e’ davvero notevole e funge anche da ottimo isolante termico.
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VOLTINA A MATTONI IN POLISTIROLO
Soffitti in legno I soffitti in legno sono un particolare che possono arricchire notevolmente la nostra casa attribuendole una maggiore qualità estetica. Un soffitto realizzato in legno, come nelle grandi dimore del ’600-’700, ha la capacità di accrescere notevolmente il pregio della casa, come negli antichi palazzi, delle moderne abitazioni, ma anche di ambienti di lavoro di particolare rilevanza. Inoltre bisogna anche prendere in considerazione quanto un soffitto a cassettoni realizzato in legno, oltre ad abbellire un ambiente piccolo o grande e a combinarsi alla perfezione con l’arredo e lo stile generale della costruzione, ha anche un’importante funzione di isolamento termico. Per la realizzazione dei soffitti in legno non è possibile rivolgersi ad un artigiano senza aver definito un progetto ben preciso che preveda il disegno della figura geometrica da riprodurre o del motivo da ricreare. La progettazione di un soffitto a cassettoni o di un soffitto in legno, inoltre, è il momento in cui possiamo creare, almeno virtualmente, il nostro soffitto nel rispetto delle caratteristiche estetiche che saremo noi a definire, oltre che in piena uniformità con lo stile generale degli arredi e dell’abitazione nel suo insieme. Ci si potrà quindi ispirare ai grandi soffitti a cassettoni delle dimore del ’600-’700, o sfruttare le tante varianti che la tecnologia e le moderne tecniche produttive permettono oggi, di realizzare. Si possono riprodurre temi geometrici o creare figure grazie all’arte espressa da abili artigiani per donare un definitivo tocco di esclusività ai propri ambienti domestici o di lavoro. Un soffitto in legno, fissato ad una struttura di pannelli o tavole, dà inoltre un tono all’ambiente e può servire ad abbassare un soffitto alto. Con questo tipo di soffitto sono d’effetto le luci nascoste o rientrate. Soffitti illuminati È facile costruire un soffitto illuminato che, fra l’altro, abbassa un soffitto alto; esso consiste in guide di alluminio angolato e di pannelli in fibra di vetro traslucido. Una illuminazione fluorescente sul soffitto crea una luce diffusa priva di ombre. La struttura interna, a grata, si inserisce nella striscia angolare fissata con chiodi o viti. Con un seghetto si taglia facilmente la guida angolare, mentre i pannelli vengono tagliate con un coltello affilato. Si può scegliere fra pannelli diversi nel disegno e nei colori. Silvia Sella
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Sfumare i contorni fra esterno e interno Il gruppo Saccardo, operante nel settore dell’edilizia e delle energie rinnovabili, presenta questo mese tre nuove proposte abitative, dalla cui osservazione emerge uno dei tratti più affascinanti della pratica progettuale dell’azienda. Attenti sia al valore del comfort all’interno di un’abitazione che all’importanza della luce e dell’ambiente al suo esterno, le proposte Saccardo Group si concentrano sulla creazione di un forte legame tra le zone chiuse e quelle aperte di un lotto abitativo. Il sole è considerato un elemento essenziale per la serenità di un inquilino; presenza costante (così italiana) sui terrazzi e gli esterni, viene stemperato ed accolto con piacere anche dalle ampie aperture delle strutture. Sia essa sezionata in accattivanti fasci luminosi, o scomposto dai volumi dei blocchi edilizi, questa componente è sempre parte integrante del concetto di “vivere”: che altro non è, se non la stessa parola “living”. Quel termine che oggi indica spazi illuminati, ampi, pensati per muoversi in completa armonia con ciò che ci circonda, sia dentro la nostra casa che fuori.
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SuRPRISE – SCHIo In prossima esecuzione nuovo fabbricato di solo sei unità. Disponibili ampi mini, bicamere e tricamere e appartamento attico con oltre 150 mq di terrazza e piscina idromassaggio. Tutti gli appartamenti sono dotati di ingresso indipendente, giardino o ampie terrazze. Costruzione di design progettata con particolare attenzione alle soluzioni tecnologiche e con finiture di pregio.
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Complesso Ex-Elba Una struttura da riutilizzare, ripensare, rivivere
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Questo mese CASAINMENTE living way ripropone, per il tema del recupero di strutture industriali dismesse, quella effettuata sul grande complesso dell’Elba. La struttura, analizzata da studiosi e docenti dello IUAV, è stata oggetto di nuove proposte per il riuso e la riqualificazione. Il nostro format ha intervistato la Professoressa Sara Marini (IUAV) e l’Architetto Tarquinio Morbiato, importante professionista veneto specializzato nel recupero di strutture produttive che ha parlato per la committenza. Hanno inoltre contribuito alle analisi e alla realizzazione di nuove proposte anche alcuni studenti della Facoltà di Architettura di Venezia. Living Way presenta, qui di seguito, le interviste ai due professionisti citati: due punti di vista diversi, due approcci complementari su un tema oggi molto sentito. Il passato come serbatoio di nuove proposte per un futuro che non preveda solo la cementificazione, ma che sia testimonianza di un continuo risorgere dell’edilizia nel tempo. Parla per prima la Dott.ssa Marini, che ci spiega il lavoro svolto e quali sono state le priorità di sviluppo nella prima analisi del sito. La Dott.ssa Marini ci spiega come “il lavoro del workshop è stato strutturato su differenti fronti, su due componenti che possiamo definire generiche, rintracciabili in buona parte del territorio italiano ma anche europeo, e una specifica: il tema dell’abbandono o del non utilizzo di alcune parti della città, gli spazi del lavoro e i nuovi modelli di sviluppo, l’ex-Elba in rapporto al disegno futuro della città di Bassano del Grappa. La prima settimana di lavoro è stata impostata a riflettere su fenomeni che stanno diventando temi centrali nel progetto dei nostri territori per poi far convergere questi pensieri in atteggiamenti progettuali applicati al caso studio. L’analisi in loco e in aula è stata improntata su un approccio a tutto campo: il giorno del sopralluogo l’ufficio tecnico ci ha esposto la storia dell’area e le linee di sviluppo per questa previste, in seguito abbiamo ascoltato la posizione e le aspettative della proprietà, a piedi abbiamo raggiunto l’area oggetto di studio ponendo attenzione alle altre aree dismesse presenti e ai caratteri della strada, infine nell’ex-Elba, oltre a visitare gli spazi, abbiamo intervistato il sig. Lorenzo
Pegoraro, ex operaio dell’Elba, per capire come si viveva questo spazio. Il territorio di Bassano è stato letto evidenziando aree in abbandono e spazi attivi della produzione: la nostra tesi è che gli spazi inattivi possano accogliere ancora spazi del lavoro strutturati non sulla grande produzione ma articolati come laboratori, centri di ricerca e valorizzazione delle eccellenze del territorio. Per sostenere questa tesi abbiamo letto il territorio nei suoi caratteri produttivi, sociali, geografici e architettonici. In sintesi abbiamo guardato questa realtà non come un manufatto statico ma cercando di intercettarne possibili linee di sviluppo, anche economiche, future”. In risposta alla domanda su cosa pensa delle ipotesi progettuali proposte dai suoi Studenti, la Dott.ssa Marini risponde che “prima di andare in sopralluogo abbiamo chiesto agli studenti di esporre con un primo modello in scala 1:2000 la loro idea di trasformazione del capannone, si è proceduti poi ad un graduale cambio di scala, alcuni progetti sono stati sviluppati in scala 1:200, una proposta ha approfondito le problematiche strutturali del rapporto tra nuova costruzione ed edificio esistente costruendo modelli di dettaglio in scala 1:100. Se il primo modello raccontava solo le possibili azioni di trasformazione dell’area di progetto nel progressivo cambio di scala degli eleborati l’area d’interesse è stata allargata: sono entrati nei ragionamenti progettuali gli spazi limitrofi come la strada mercato, la campagna retrostante, il monte Crocetta, possibili connessioni con il tessuto residenziale presente e con il fiume Brenta. Le proposte sono state orchestrate per offrire un catalogo di soluzioni il più possibile diversificate l’una dall’altra, tutte sostenute da analisi tematiche che avvalorassero la fattibilità e le ragioni del progetto. I progetti offrono tre possibili atteggiamenti: l’abbattimento totale del capannone e la costruzione di nuove strutture, l’abbattimento parziale e la realizzazione di alcuni nuovi manufatti, il mantenimento dell’edificio esistente e l’inserimento al suo interno di dispositivi
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architettonici a supporto di nuove possibili funzioni. Con questo percorso volevamo sottolineare che il destino dell’ex-Elba non è univoco ma dipende, data anche l’estensione dell’area, dalla messa a sistema delle energie trovate nel territorio e dalla necessità di orchestrarle ripensando tematicamente tutta questa parte di città. Il caso Elba è stato utile per far capire agli studenti che in questo tempo non si può più trasformare la città operando semplicemente con nuovi oggetti architettonici: servono sistemi anche solo a commento dell’esistente, che però innervino parti del territorio e trovino significato nel palinsesto territoriale ed economico delle realtà nelle quali si va ad operare. L’abbandono di parti di città, di aree produttive prossime al centro, di strutture che non hanno più ragion d’uso si presenta sulla scena contemporanea come
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occasione per ripensare tutto il sistema, per ridisegnare la logica urbana. Mi sembra interessante nella misura in cui si torna a ragionare sull’”idea di città” piuttosto che sul destino di un singolo brandello di spazio. Alla domanda posta alla Dott.ssa Marini sulla possibile riqualificazione urbana ed ambientale del sito, risponde come “Le proposte elaborate sono molteplici: alcuni gruppi hanno lavorato sulla possibilità di costruire un centro di ricerca con spazi espositivi e anche commerciali che vedesse la compartecipazione di tutte le aziende eccellenti del bassanese (mobili, ceramica, grappa...), altri hanno sviluppato la stessa proposta ma per uno solo dei settori di produzione. Un gruppo ha progettato, mantenendo la struttura del capannone, un mercato-laboratorio degli alimenti di origine controllata, il tema dell’eccellenza è stato portato alle estreme conseguenze nella
proposta di un centro del lusso. Abbiamo anche esplorato la possibilità che nell’area vengano costruite residenze e servizi ai cittadini, con un gruppo la proposta è stata articolata abbattendo il capannone e costruendo un nuovo tessuto residenziale, improntata in particolare alle esigenze di una popolazione anziana, con altri studenti si è valutata la possibilità di costruire case patio negli shed della struttura esistente sviluppando così un parcheggio sotto le residenze, alla quota del terreno. Diversi gruppi hanno ragionato sul possibile sviluppo di un centro per grandi eventi dove il territorio possa incontrarsi e mettere in mostra la propria produzione culturale e in generale i propri prodotti, offrendo anche spazi per attività ludiche e per il tempo libero nell’arco dell’intera giornata e per tutte le fasce d’età. Questa proposta si lega alla candidatura di Venezia, non della singola città ma di tutto il territorio del Veneto, a città
della cultura del 2019, quest’occasione è stata letta come possibile motore della trasformazione del modello del nord-est da spazio della produzione a spazio della creatività e della valorizzazione delle risorse. Agli studenti è stato chiesto di produrre due mappe a sostegno della propria proposta progettuale: una relativa alle specifiche attività presenti a Bassano che potessero essere ospitate o avere una sede “collettiva” nell’ex-Elba, l’altra dove definire i possibili indirizzi urbanistici che possano orchestrare la trasformazione di tutta questa parte di Bassano. Quelle precedentemente elencate sono solo alcune delle proposte sviluppate, i progetti sono però accomunati dalla necessità che la trasformazione dell’exElba sia considerata come un fatto di interesse comune, una possibilità per la città ma anche per le aziende per pensare diversamente il proprio futuro. Una delle
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questioni necessarie per rendere fattibile e vantaggiosa qualsiasi proposta è la concertazione delle energie presenti ma oggi disgregate che sappiano cogliere la prossimità al centro dell’area e la sua facile accessibilità mettendo però al contempo in valore il brano di paesaggio, di campagna coltivata che l’abbraccia. La città ha bisogno di spazi di qualità, di architetture che dialoghino con lo spazio aperto, che imparino dalla struttura morfologica del centro storico, solo così potranno resistere al possibile cambio di funzione nel tempo. Abbiamo discusso per impostare i progetti proprio sull’attuale contingenza economica e sul ruolo dell’Europa nell’assetto economico globale. Abbiamo anche invitato il Prof. Francesco Gastaldi che insegna Urbanistica nella Facoltà di Pianificazione dell’Università Iuav di Venezia a tenere una lezione sull’evoluzione del modello “nord-est”; da quest’incontro e dai dati studiati è emerso che questo territorio è ancora il motore economico dell’Italia e che probabilmente si trova in una fase evolutiva in cui non è facile leggere con precisione i nuovi caratteri. Abbiamo guardato alla nuova sede della Diesel a Breganze come esempio positivo dove ecologia e qualità architettonica definiscono un nuovo modello di città del lavoro. In sostanza la nostra tesi è che l’unica possibilità di fattibilità e di successo per una nuova architettura sia la qualità, un’architettura mediocre con un programma funzionale improntato non sull’eccellenza ma sui grandi numeri oggi può difficilmente sopravvivere se non per poco tempo.
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Una seconda possibilità che offre la struttura del capannone è quella di sviluppare proposte progettuali a commento dell’esistente che mettano in valore lo spazio flessibile della struttura e la sua grande estensione dimensionale, ad esempio uno dei progetti ha esplorato la possibilità che l’arte informale colonizzi questo spazio attrezzandolo con nuovi solai in acciaio, box e pareti mobili. L’importanza del vintage nella cultura contemporanea e quindi dello spazio del capannone come “memoria di un passato recente” da riciclare è stata coniugata in queste proposte con soluzioni architettoniche che possano reagire velocemente al cambiamento delle esigenze funzionali. Anche in questo caso si cerca però un coinvolgimento vasto, delle forme di dialogo allargato per coinvolgere utenti che possano attraversare i confini comunali. La proprietà si è dimostrata molto disponibile al dialogo e aperta alle possibili proposte
che comunque un’attività didattica poteva sviluppare. L’indirizzo guardava soprattutto allo sviluppo di attività commerciali ma di ultima generazione, anche in questo caso strutture di grande qualità architettonica e abbondante presenza di spazio aperto, alcuni gruppi hanno lavorato su questo tema. Credo sia stato molto utile per gli studenti poter conoscere anche il punto di vista della proprietà, solitamente quando si affronta un tema di progetto all’Università si struttura un dialogo con l’amministrazione ma raramente si è messi nella condizione di poter discutere con il privato. Uno dei ruoli della professione dell’architetto è proprio quello di coniugare i diversi indirizzi, le differenti aspettative, le vocazioni del territorio con le attese della proprietà, da questo punto di vista i diversi interlocutori che abbiamo avuto a Bassano e la loro compartecipazione sono stati preziosi”. La risposta data dalla Dott.ssa Marini, con riferimento ai consigli chiesti per permettere uno sviluppo architettonico ed urbanisitico di un ambiente adeguato alle nuove esigenze dell’uomo e dell’ambiente stesso è stata la seguente. “Il primo atto per essere veramente sostenibili è evitare di consumare altro suolo, anche per questo motivo ho scelto di lavorare sull’ex-Elba. In Europa se si vuole valorizzare il paesaggio e le grandi risorse ambientali va intrapresa una politica di riutilizzo delle architetture e degli spazi già compromessi evitando ulteriori espansioni. I lavori del corso, le loro molteplici proposte sono volte a dimostrare che anche in presenza di una struttura architettonica esistente o di un’area impostata si può operare con larghi margini, definire nuovi scenari. Ho avuto modo in questi anni di studiare approfonditamente questo rapporto tra sviluppo del territorio e utilizzo dell’architettura esistente, studi che ho restituito in due libri: l’uno, “Architettura parassita. Strategie di riciclaggio per la città”, evidenzia come queste tematiche siano già nell’agenda. Anche l’Architetto Tarquinio Morbiato ha esposto le sue impressioni, essendo stato alle presentazioni dei lavori svolti dagli studenti della Professoressa Marini, raccontando di aver avuto grandi conferme alla vista dei lavori svolti, è stata fatta una analisi approfondita del progetto e dal punto di vista formale questi futuri architetti hanno molto da dire. Le idee possibili sono state tutte affrontate ed approfondite. Alcune considerazioni sull’energia grigia dell’intero processo e alcune valutazioni economiche potrebbero portare alla
soluzione di quella che può sembrare un’equazione impossibile. In risposta alla domanda fatta dal giornalista, su quale progetto avrebbe visto per tale area, l’Architetto Morbiato così risponde. “Nell’ottica di portare a termine un progetto a basso impatto economico e paesaggistico si potrebbe perseguire un insediamento misto, residenziale e in parte terziario con alcune ampie parti dedicate ad attività pubbliche di svago. Queste ultime potrebbero essere previste in quelle porzioni dell’edifico esistente che hanno caratteri formali più rappresentativi dell’architettura industriale( come la zona con copertura a shed). Vedrei bene alcuni campi da gioco al coperto, l’intento sarebbe quello di portare persone e vitalità nel cuore del complesso. Altre parti invece andrebbero sicuramente demolite. L’energia da dedicare per ripristinare le coperture esistenti ed isolare gli involucri esterni per renderli abitabili sarebbe sicuramente superiore a quella per la loro demolizione e ricostruzione con tecniche evolute. Queste soluzioni vanno comunque valutate con lo studio sull’energia grigia e con una analisi economica. Resta inoltre la variabile tempo ad indicare il giusto percorso. L’attuale congiuntura economica farebbe propendere per questa soluzione più conservativa, ma c’è sempre la possibilità che fra qualche anno, con una situazione economica più positiva, non si possa optare per un intervento ex novo come quelli già pensati ( vedi torri multipiano). Rimane comunque da considerare l’impatto paesaggistico di simili interventi al limitare di un tessuto urbano di impostazione medievale e dai caratteri tipologici così apprezzati, come il caso della città di Bassano. La committenza ha dimostrato grande responsabilità e maturità nella valutazione dei possibili progetti. Analizzare l’area da più punti di vista senza farsi prendere dalla frenesia del costruire è un merito indiscutibile e porterà sicuramente ad ottimi sviluppi. Adesso è il momento di tirare le somme e valutare in base a parametri sociali ed economici, ridurre tutto ad una semplice equazione risolvibile. La buona riuscita di questa area avrà grandi effetti su tutto l’intorno”. Erica Urbani
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Complesso ex Elba Ipotesi di riqualificazione urbanistica, urbana ed ambientale vista dall’imprenditore investitore.
In questo redazionale, CASAINMENTE living way propone la risposta pervenutaci da parte del Sig. Lorenzo Grassotto, imprenditore-investitore del complesso ex Elba, nell’ambito del recupero di questa grande struttura industriale dismessa. Ritenendo tale intervento spunto interessante per il dialogo tra Editore e Lettori, riproponiamo integralmente quanto ricevuto. “Egregio Direttore, ho letto con molta attenzione le interviste alla D.ssa Sara Marini dello IUAV di Venezia e all’Arch. Tarquinio Morbiato, aventi per oggetto ipotesi di intervento sul compendio urbanistico ed edilizio Ex Elba. Ho anche avuto modo di confrontarmi con gli studenti e di vedere i lavori da loro svolti sotto la guida della dottoressa Marini. L’idea di acquistare la ex Elba parte da lontano. Siamo nel 2002 quando sottoscriviamo un accordo preliminare di acquisto: allora il mondo girava in un certo modo, le previsioni imprenditoriali potevano essere definite con maggiori margini di affidabilità, l’insieme delle scelte strategiche di riqualificazione urbanistica, urbana ed ambientale dell’ex Elba era ben definito e bastava individuare la migliore opzione d’intervento con coerenza e concretezza rispetto ai trend di crescita e sviluppo del Veneto e della Città. L’atto di compravendita viene stipulato nel luglio 2007, poco prima della catastrofe finanziaria scatenata dai mutui subprime erogati negli Stati Uniti, e oggi siamo ancora immersi in una crisi finanziaria, economica, sociale e direi anche culturale senza precedenti, e da imprenditore non vedo facili vie d’uscita. Si pone quindi il problema di cosa fare nel contesto attuale della ex Elba. Non è solo un problema di risorse finanziarie da reperire ma è anche e soprattutto un problema culturale.
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Fra le diverse ipotesi che si possono fare la più sicura e tranquilla è quella di non fare niente: esiste un fabbricato avente una superficie coperta di circa 20.000 mq, ripristinato e affittato ad uso magazzino, potenzialmente sfruttabile per altre funzioni, date le sue caratteristiche intrinsiche ed estrinseche.
Ma non è questo il nostro obiettivo: noi siamo per le intraprese imprenditoriali nonostante la tempesta in corso. E, quindi, l’ipotesi che stiamo coltivando in questo tempo di crisi è quella di definire un progetto avente come obiettivo quello di soddisfare esigenze reali e concrete di una economia in transizione, il cui approdo non potrà che essere la riappropriazione da parte della cittadinanza del suo futuro, arricchito da un vero umanesimo che ponga al centro la persona e l’interesse generale della comunità locale, intendendosi, non solo a parole: difesa e valorizzazione della tradizioni locali, della storia, del patrimonio paesaggistico, architettonico e monumentale, delle attività produttive, delle eccellenze locali, della cultura e di quant’altro di peculiare della identità cittadina. E, pertanto, l’ex Elba potrebbe diventare, attraverso un intervento radicale, lo spazio vitale per ospitare quell’insieme di attività economiche e sociali che tendono a dare risposte ai bisogni della città con l’offerta di relazioni, di beni e servizi generati e prodotti in loco, favorendo così una ripresa vitale delle attività economiche e sociali locali. Questo intervento dovrebbe essere la risposta alternativa ai centri commerciali tradizionali, che deprimono le attività economiche del territorio, drenano la ricchezza prodotta in loco conservandone solo le briciole, il tutto nella più coerente logica della globalizzazione. Il progetto, che deve avere comunque un suo equilibrio economico e finanziario, andrà testato nell’insieme dei possibili interessati all’iniziativa e, se fattibile perché dotato del necessario e sufficiente consenso, andranno definiti tutti gli altri aspetti inerenti e conseguenti. Come si vede, il futuro delle trasformazioni territoriali significative per le ricadute sul contesto urbano e socio-economico, a mio avviso avranno bisogno di un approccio innovativo ancora tutto da sperimentare, ma l’importante è che l’idea sia vincente, il resto avverrà con il supporto delle conoscenze imprenditoriali, professionali e di pubblici poteri aperti alle sfide che abbiamo di fronte.” Lorenzo Grassotto
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Cosa dire del futuro del mattone? e del nostro futuro?
Arch. Tarquinio Morbiato
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Ci troviamo davanti ad un bivio, io credo. C’é chi, visto che ormai il “denaro contante” è destinato a valere sempre di meno, sta valutando l’opportunità di acquistare un bene immobile. Ovviamente, da qualche parte, i soldi ci sono, ma si ha paura di perderli. C’é chi, invece, preferisce investirli per lo sviluppo della propria azienda o nella qualità di vita, chi ha una propria casa o magari è in affitto. Questa persona crede che il futuro potrà riservare soltanto ottime opportunità e vede la casa come un servizio e non solo come bene rifugio. Non c’è niente di sbagliato nel pensare di immobilizzare i propri soldi in beni immobili; quello che invece mi fa dubitare è pensare che possano dare una rendita a lunga scadenza e che si rivaluti nel contempo. I beni immobili, presi singolarmente, saranno destinati con il passare
degli anni, ad avere un valore stabile, inteso nel senso che non ci sarà una rivalutazione considerevole, ma quanto basta per pagare il costo di manutenzione e le tasse di proprietà. Se prendiamo invece immobili facenti parte di comparti, inseriti in contesti dove il valore non è dato dal singolo immobile, ma dalla compresenza di altri, questo - io credo - è il futuro. Del resto si sta vedendo, anche nelle aziende o tra professionisti, che l’unione fa la forza. Mettendo assieme le forze, condividendo le conoscenze, si riesce a fare la differenza. Nell’arte, nella moda, nelle aziende e anche in architettura è ora di reimpostare un nuovo modello. Come si vede oggigiorno nel nostro territorio, uffici vuoti, capannoni abbandonati, macchinari fermi nei piazzali, aziende ridotte nel personale..., l’idea dell’Imprenditore
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Veneto che ha sempre pensato solo a produrre e poco a vendere, si sta dimostrando fallimentare. Non investire nel progetto, non fermarsi a pensare prima di fare, questo atteggiamento poco lungimirante ha procurato non pochi problemi agli imprenditori Veneti. Il singolo, purtroppo, non vale più niente!!! Allora mi domando: voi avete pensato se c’è un’alternativa? Quanti di voi hanno preso parte a un social network? Quanti di voi, dopo uno o due anni, si sono stancati di frequentare questi posti perchè non si porta a casa niente? Vi siete mai chiesti il perchè?
Una volta si chiamavano cooperative, poi consorzi ed infine social network, ma perchè hanno smesso di funzionare? Io mi ricordo, trentacinque anni fa, quando andavo in cooperativa con mia madre a mettere la merce negli scaffali; c’era un gruppo di acquisto, mi ricordo che era conveniente, poi non lo è più stato. Anche l’azienda di famiglia era una cooperativa edile, con tanti soci e diverse professioni. Sì perchè trenta o quarant’anni fa era di moda dare la casa finita, chiavi in mano.Poi il benessere ha cambiato le cose, siamo diventati tutti più ricchi... ed eccoci qua’, ritornati al punto di partenza. 51
Questo giro apparentemente inutile durato cinquant’anni è servito proprio a niente?
Prima parlavo della necessità di impostare un nuovo modello in architettura. Vi siete mai chiesti se esiste un modello, in architettura, in grado di ospitare la società di oggi? Nel passato, la piazza, gli edifici di culto, l’arena, il villaggio, questi erano i luoghi dove si svolgeva la vita. Poi con la modernizzazione, il benessere, la tecnologia, i social network ci si è ridotti a passare la vita rinchiusi in luoghi, ognuno per conto proprio. Fortunatamente, da quanto ho potuto riscontrare io, la crisi economica sta facendo risvegliare la gente, le coppie hanno ricominciato ad avere figli, anche se con tutte le difficoltà a cui si vanno incontro o forse proprio come risposta ad esse; anche in tv ho visto che stanno dando più spazio ai giovani!!
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Ma allora mi chiedo chi ha creato la reale crisi, se i governi schiavi delle banche e delle multinazionali. E chi è stato messo a capo per risolvere questa crisi? Le banche!!! Cosa succederà allora? Si venderanno i gioielli dello stato e i servizi per risanare “il fantomatico buco”, anche se chi li comprerà saranno sempre le stesse banche. Cosa dire allora? Non c’è davvero più speranza?
Ci hanno portato ad essere individualisti, così siamo più vulnerabili. Il mondo però sta vivendo una profonda trasformazione, e anche se c’è chi ostacola affinchè questa non avvenga, la trasformazione è già in atto. Unirsi in gruppo è l’unico modo per fronteggiare l’attacco delle banche. Tornare a vivere in “Villaggi” è l’unico modo per non essere vittime del sistema, dove attraverso l’autosostentamento si ridurrà al minimo lo scambio con l’esterno e, quindi, non ci sarà la possibilità di controllo da parte delle multinazionali con le loro regole che hanno contribuito a distruggere quanto si era costruito. A parlare di baratto sembra tornare indietro di 1000 anni e più, ma a me piace parlare di condivisione. Pechè non condividere servizi con beni mobili o immobili? Io, per esempio, sono proprietario di un immobile, ospito soggetti che, a loro volta, mi danno un servizio. Questo è possibile farlo solo se si lavora assieme ad uno stesso progetto, codividendo lo stesso tetto, se ad unirci ci sono valori comuni. Mettere da parte il nostro ego, non dico tutto, almeno una parte, questo è prioritario, altrimenti rimangono solo parole.
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Cosa ne sarebbe dell’universo se non ci fosse lo spirito incarnato nell’uomo? Si evolverebbe meno velocemente? IO cosa CENTRO con tutto ciò? TEMPO/FINITO/INFINITO SPAZIO/LUOGO/OGGETTO VELOCITA’/MOVIMENTO/ COMPORTAMENTO tq 06/04/1969 =89=17=8 al 23/11/1973=4473=811=10=1 ar 14/6/1999=2199=3 ki 30/7/2005=125=8 si 22/12/2007=5 ja 12/6/2010=66=3 CONDIVIDERE o meglio DIVIDERE CON gli altri quello che abbiamo. Quando c’è poco o niente da dividere, tutti siamo generosi e altruisti, ma quando la posta in gioco è diversa cosa succede? A questo punto credo sia meglio pensare che tutto quello che abbiamo non ha valore, così ridiventiamo generosi!!! E’ tutto una questione di valori allora. Poi mi faccio un’altra domanda, che vi propongo sotto forma di un gioco... se io penso che domani non ci sarò più e che, questo, è il mio ultimo giorno, di cosa mi preoccuperei? Allora in questa mia formula devo aggiungere anche il TEMPO. Il tempo è la cosa più preziosa dopo.....? Dopo cosa? Coscienza del se’... stato d’animo, illuminazione, essere felice con se stessi, non avere nulla da recriminarsi, essere nella condizione di dire che si è fatto tutto quello che si poteva, di essersi dati da fare, di avere dato il massimo... e tutto questo perchè viviamo in un tempo limitato, altrimenti si potrebbe aspettare anche il domani. Quindi il motivo perchè il mio spirito si è incarnato in un essere vivente destinato a morire è perchè così sono in continuo rapporto con il Tempo, che finirà, e quindi mi spinge ad impegnarmi di più.
an 28/6/1965=2665=1 fe 10/2/1973=410=5 al 12/9/1975=43=7 di 21/12/1936=169=7 si 28/11/1937=410=5 Personalmente, una parte di questo giro l’ho fatta anch’io, lavorando, ma la maggioranza l’ho vista o sentita raccontare. Mio padre è del ‘36, lui sì che l’ha vissuta. Io sono del ‘69, ho quarantadue anni e credo sia il nostro turno. Quanti come me, vissuti nel benessere hanno la voglia di risollevare le sorti di questa parte del mondo? Certamente c’è da rimboccarsi le maniche. Siamo noi che abbiamo la responsabilità oggi di far ripartire questa macchina. Io chiedo a voi ragazzi e coetanei, quand’è che ci troviamo e facciamo gruppo? Siamo ancora una volta fortunati, perchè abbiamo chi è più giovane di noi che ci può mettere la forza e la spensieratezza, chi è più vecchio di noi che ci può dare l’esperienza e noi, che stiamo nel mezzo, fare da legante e metterci il resto. Un pizzico di follia, determinazione, competenza, ma più di tutto la voglia di lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato, per noi e per coloro che verranno dopo di noi e che rappresentano il domani. Arch.Tarquinio Morbiato
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La manutenzione di porte e serramenti riveste con il passare del tempo una maggior importanza, soprattutto grazie alle normative introdotte recentemente nell’ambito della bioedilizia. Di certo, in una casa di nuova costruzione gli accorgimenti per i materiali e l’efficienza energetica non sono mai troppi, ma sono la ristrutturazione e gli interventi sugli edifici già esistenti le azioni che richiedono la massima attenzione per la qualità e la sicurezza. Tutto ciò riguarda da vicino l’abitare contemporaneo, perché l’isolamento termico, fatto nel migliore dei modi, fa risparmiare sui costi di riscaldamento, riducendo allo stesso tempo le emissioni di anidride carbonica.
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La videosorveglianza IP Ogni giorno il mondo in cui viviamo diventa più pericoloso ed invasivo per la nostra sicurezza e la nostra privacy. Anche la micro criminalità pur toppo si è aggiornata e raffinata nei metodi e nelle tecnologie utilizzate, per contrastare ciò, la stessa tecnologia che ci sta violando può darci una mano. A casa nostra ormai tutti abbiamo la possibilità di accedere alla cosiddetta BANDA LARGA o meglio conosciuta come ADSL, grazie a lei possiamo accedere al mondo virtuale e multimediale di INTERNET, è proprio questo il veicolo che può rendere più facile e veloce il controllo della nostra abitazione o ambiente di lavoro tramite l’innovativa VIDEO SORVEGLIANZA IP dove IP sta per INTERNET PROTOCOL (protocollo di trasmissione dati nella rete). Soprassedendo sulle parolone tecniche il concetto è di utilizzare la nostra connessione per controllare a distanza i sistemi di sicurezza dei nostri ambienti con relativa semplicità ed alla portata di tutti.
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FONIA S.R.L.
Le TELECAMERE IP sono dei veri e propri micro computer che si connettono alla rete tramite sistemi via cavo o senza fili (WIRELESS) che quindi possono essere rese accessibili tramite internet (in totale sicurezza) attraverso un computer o un telefonino palmare (SMARTPHONE) o video controllate da una società di vigilanza.
materiali e tecnologie
La possibilità di registrare su veri e propri server di salvataggio ci permette di immagazzinare registrazioni anche per mesi e di poterle rivedere ovunque, salvarle su qualsiasi supporto (usb stick, dvd, etc) e gestirle secondo le nostre esigenze; inoltre i sistemi ci contattano anche inviando tramite email – sms la foto o il video relativo a determinati eventi (movimento e o sensori di allarme ). Alcuni tipi di telecamere integrano anche l’audio mono o bidirezionale che ci permette di parlare col il soggetto vicino alla telecamera o di fare BABY CALL nel caso dovessimo controllare il sonno di un bimbo. La qualità delle immagini ha raggiunto dettagli impensabili fino a pochi anni fa, con le telecamere che arrivano fino a 5 – 10 MEGAPIXEL riusciamo a vedere non solo le targhe delle auto ma dettagli somatici importanti dell’ eventuale intruso. Grazie a questa interazione informatica, con un valido progetto e prodotti di qualità, ora possiamo togliere dei pensieri alla nostra vita già troppo vessata dallo stress.
Bertoldo Alberto Responsabile IT Fonia srl
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tecnologie per comunicare
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Loft Life 20 gennaio 2012 “Il tema fondamentale del loft, che diventa così uno spazio in divenire perché, se è vero che tutto scorre, é anche vero che tutto racconta di ciò che é stato”: ecco il concept dell’Architetto Tarquinio Morbiato che, tramite il suo progetto Loft Life getta un ponte di continuità tra il nostro passato, la nostra contemporaneità ed il prossimo futuro. Parla ancora il fondatore di Loft Life, tramutando in parole l’essenza stessa di Loft Life, quando dice: “II termine imprescindibile di misura della qualità architettonica è l’Uomo, visto nella complessità del suo vivere e nell’intrinseca possibilità di evolvere e migliorare, conseguendo una qualità di vita più soddisfacente per lui e per la società nel suo complesso”. Ecco dunque la storia di questo ambizioso progetto, divenuto già attualità, descritto per noi ai lettori di CASAINMENTE living way, dall’Architetto Tarquinio Morbiato, che parla di scambi culturali, maturati dalle esperienze personali e lavorative del suo ideatore, un progetto che trova la sua collocazione in un ex capannone industriale trasformato in un loft moderno, tra i più funzionali, ubicato a Vicenza. Un progetto che inizia a formarsi nella mente dell’Architetto Morbiato oltre quattro anni fa. Per far comprendere al meglio il concetto base che sta sotto al progetto Loft Life proponiamo le parole del suo ideatore, che parla di Loft Life come un contenitore d’innovazione multifunzionale con spazi adattabili secondo gusti, esigenze, sentori artistici e progettuali. Un luogo aperto, privo di divisioni interne, essenziale nelle sue linee architettoniche, che raccontano una storia lontana di industrializzazione e progresso. Ma anche uno stato mentale, prodotto dall’amore per lo spazio e l’innovazione, per il design e l’architettura, ma anche per il relax e la convivialità. In questo spazio una decina di imprese hanno deciso di dare vita (e spazio) ad un percorso dedicato ad altrettanti aspetti della relazione tra uomo e ambiente, architettura, interior design, arte, moda, life style e benessere. Spazio sì, ma uno spazio che partecipa ed interagisce con le necessità comunicative ed interpretative di coloro che lo fruiscono e di coloro che vengono a visitarlo, prestandosi ad essere continuamente plasmato. Volendo riassumere quanto sopra espresso, continua l’Architetto Morbiato, la parola chiave, la keyword che apre il concetto e lo spazio di Loft Life si può sintetizzare in un’unica parola: condivisione. L’aggregazione che si ripropone con una veste nuova e più funzionale, attenta a dare unione sinergica tra le aziende ed associazioni ad essa partecipanti, che collaborano e mettono a disposizione l’una dell’altra il proprio patrimonio di conoscenze per offrire una visione completa e multidisciplinare. La novità che stravolge il nostro mondo è che per la prima volta questi concetti vengono applicati ad una realtà multiaziendale unica, per la prima volta, cioè, tutti insieme. 60
Loft Life è nato per chi cerca uno spazio per esprimere la propria personalità, in un contesto vissuto secondo i cinque sensi, in linea con i principi naturali. Un grande progetto dunque: un progetto collaborativo che vuole rispondere alle esigenze di quanti vogliono condividere eventi, passioni, curiosità, stimoli e progetti nuovi.
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Fulcro essenziale si propone quindi questa nuova aggregazione culturale tramite il concetto di spazio così reinterpretato, dove la percezione della realtà è frutto della condivisione dei diversi punti di vista dei suoi partecipanti, che diventano spunto e mezzo per l’arricchimento personale. Loft Life è uno spazio dedicato a tutti coloro che si lasciano stimolare nella loro creatività, accompagnati da figure di protagonisti ed esperti di differenti discipline, con i quali ci si confronta in uno spazio dove il concetto dell’abitare è multiforme, spazio in cui coesistono funzioni e stili diversi condivisi. Per rispettare la logica di questo nuovo concept, l’Architetto Tarquinio Morbiato ci spiega il perché della collocazione di Loft Life, sorto proprio sul sito di una vecchia fabbrica di ceramiche dimessa a Vicenza, in Via Mameli 55, recuperata e trasformata in un luogo dedicato ad accogliere l’Uomo, come progetto innovativo ed aperto che nasce intorno ad uno spazio neutro, aperto alla creatività. L’idea del fondatore di Loft Life è imperniato anche nell’ottica della sostenibilità, quindi perché costruire un semplice “contenitore” inteso come nuovo edificio, con l’unico scopo di offrire un volume-riparo dalle intemperie, anziché rivalorizzare quanto già si ha, nell’ottica che è meglio recuperare che demolire. Viene quindi sorpassato il concetto di edificio frutto di sviluppo a fini speculativi, in cui gli spazi destinati all’Uomo ed al suo benessere è assolutamente assente. Rispettando dunque l’ottica di continuità tra ieri, oggi e il domani, ecco che questa vecchia fabbrica di ceramica, dimessa, con finiture grezze, che testimoniano il trascorrere del tempo, che narra di sé e delle persone che hanno lavorato tra le sue mura, i sogni e le aspettative, l’impegno ed i sacrifici della produzione industriale, propongono la loro presenza, per così dire, congelata, con la stessa presenza di manufatti ed oggetti che fanno del Loft una realtà definita nella sua funzionalità. Il Loft diviene così uno spazio presente ma anche “in divenire”, dove si vuole dare spazio al bisogno di recuperare, e non demolire, di prendere ciò che già esiste e ridare ad esso un senso, seguendo la storia e l’energia dello spazio e del luogo preesistente. Tutto questo all’interno di un progetto equilibrato che parte dalla maglia quadrata tipica dell’architettura tradizionale giapponese, armonizzando il concept spazio interno ed esterno. Concludendo, l’obbiettivo che si pone l’Architetto Tarquinio Morbiato, con Loft Life, è di realizzare una casa migliore per tutti, capace di rispondere alle esigenze e desideri delle persone, proprio in un’ottica di architettura della felicità. Il progettare soluzioni appropriate “ad hoc” per coloro in cui in essa abitano, facendosi interpreti dei desideri dei clienti traducendoli in risposte ai loro bisogni, mettendosi in sintonia con la sensibilità, la fantasia, le necessità e i sentimenti dei clienti, fondendoli nella tecnica di progettazione all’insegna di questo nuovo modo di interpretare lo spazio in cui l’Uomo vive ed esiste. Questo dunque il nuovo ruolo che un Architetto dovrebbe avere, nell’ottica del fondatore di Loft Life, Tarquinio Morbiato.
La redazione vi aspetta il 20 GENNAIO 2012 in via Mameli, 55 - VIcENzA pEr uLtErIOrI INfOrMAzIONI info@calleidos.it - 0445.560709
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Mercato immobiliare, reddito garantito? Ormai non passa giorno che i nostri clienti non ci pongono domande e richieste di aiuto su dove investire i propri risparmi in modo sicuro e performante.
La vera domanda, quella che ciascuno di noi dovrebbe porsi è: come posso cautelarmi da possibili investimenti errati?
Dove investo i miei sudati risparmi?
Bene, a questa domanda è molto più facile rispondere. Noi crediamo che questo sia il vero segreto di un affidabile successo nel mondo della finanza, come in quello dell’economia e degli affari.
Belle domande... Ma, credetemi, non sono le giuste domande da porsi.
Il vero problema non è la risposta bensì la domanda. E’ la domanda ad essere sbagliata. A domanda errata non possono che conseguire un’infinità di risposte fallaci. Lo sbaglio sta nel credere che l’economia e la finanzia siano in qualche modo prevedibili. E’ un po’ come credere che sia possibile leggere il domani nella sfera di cristallo o nei fondi di caffè.
Fabio Salvadore
Questa è la domanda corretta.
Il “mattone” è universalmente riconosciuto come uno degli strumenti di investimento più sicuri e solidi al mondo. A questo proposito ci sono diversi modi di investire oggi i propri soldi in modo sicuro ma quello raccomandato è attraverso gli investimenti immobiliari, ma così denominati: IMMOBILI A REDDITO Da alcuni anni perciò abbiamo iniziato a dare un’occhiata ai principali immobili a reddito, strumenti di investimento molto graditi da fondi di investimento, SGR e investitori istituzionali. Ma, un investitore privato interessato a questa tipologia di investimento, verso quali prodotti può orientarsi? Ovviamente molto dipende dal budget. Anche se alcuni imprenditori potrebbero investire tranquillamente importi a otto cifre, di solito un privato ha a propria disposizione cifre che limitano abbastanza la sua capacità di investimento. Tuttavia, vi sono alcune tipologie di immobili a reddito che sono alla portata anche di un privato. Ad esempio, un piccolo sportello bancario (immobile locato ad una banca che vi realizza una filiale) è un investimento abbordabile e decisamente interessante (a chi non piacerebbe avere una grossa banca che gli paga un cospicuo affitto con un contratto 9+9?). Vi sono anche altri immobili molto interessanti per un investitore privato. Ad esempio, un piccolo supermercato locato a un gruppo leader della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), oppure un centro logistico affittato al Gruppo Poste Italiane oppure una centrale Telecom Italia, che è un immobile nel quale convergono migliaia di linee telefoniche, smistate poi dalle centrali agli utenti della zona. Tutti questi immobili hanno tre denominatori comuni: sono locati a grossi Gruppi; la durata del contratto è di minimo 12 anni (6+6) oppure 18 anni (9+9); spesso hanno garanzie fideiussorie a copertura del canone di locazione.
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Ma, se volete andare sul sicuro, puntate a un piccolo palazzo, meglio se d’epoca, ubicato nel centro storico di una città. Eseguite un fine restauro e realizzate degli eleganti uffici, per poi affittarlo a professionisti di buon livello (notai, avvocati, studi associati di commercialisti e consulenti aziendali). Avrete un rendimento garantito e dormirete sereni. Inoltre, un immobile di questo tipo garantisce, oltre al rendimento, un costante capital gain (rivalutazione del capitale investito). Lo stesso purtroppo non si può dire di un supermercato o di un centro logistico, che hanno un valore immobiliare decisamente più basso (sono dei prefabbricati che, di solito, sono ubicati fuori dal centro storico).
investimenti immobiliari
Però, una volta individuato l’immobile più adatto, da quali incognite e rischi ci si deve proteggere? Ovviamente è sempre meglio affidarsi a una società di consulenza immobiliare con esperienza specifica nello sviluppo e ottimizzazione degli investimenti immobiliari a reddito garantito. L’Agenzia Immobiliare Il Tempio Real Estate grazie al proprio staff di professionisti con pluriennale esperienza, si occupa proprio di verificare la bontà dell’operazione, analizzando alcuni importanti aspetti: 1) Occhio al prezzo. A volte si tende a concentrarsi solo su “quanto rende l’affitto” dimenticandosi che, come qualsiasi altro immobile, va acquistato a un prezzo equo, quindi stimare attentamente il reale valore di mercato. 2) Non si deve pensare esclusivamente alla percentuale di rendimento senza considerare il capital gain (rivalutazione del capitale investito). Inoltre, se si investe in un immobile posizionato in una buona location, non sarà mai vuoto e si avranno maggiori opportunità se si volesse rivendere. 3) Attenzione ai difetti. È necessaria un’accurata ispezione e, nel caso emergano difetti o danni, avere un preventivo ad almeno un paio di ditte specializzate consentirà poi di abbassare il prezzo durante la negoziazione per l’acquisto dell’immobile.
4) Una rigorosa due diligence (raccolta e verifica delle informazioni tecniche e finanziarie). Nel contratto di locazione si possono nascondere delle insidie: vanno controllate la scadenza del contratto di affitto e i termini del diritto di recesso da parte del tenant (locatario). Importanti sono anche le spese di manutenzione ordinarie, che normalmente sono a carico del locatario, ma in alcuni contratti vengono addebitate al locatore, riducendone gli utili. 5) Ottenere una buona durata contrattuale, minimo 4+4 oppure 6+6 o, meglio ancora, 9+9. 6) Sempre ottenere dal locatario delle garanzie fideiussorie a copertura del canone di locazione. Queste sono le regole basilari per ottenere dall’investimento il maggior profitto e la tranquillità nel poter dormire sonni sereni. La nostra Mission è quindi consentire a TUTTI, dal grande Gruppo al piccolo investitore, di poter guadagnare grazie alle soluzioni più proficue e vantaggiose del mercato immobiliare a reddito. Fabio Salvadore
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ASIAGO: l’inconfondibile stile di CHALET BERGA.
A soli due passi dal centro storico di Asiago, all’interno della nuova lottizzazione Berga posta a ridosso della verde vallata che protende verso Camporovere e Canove, sorge questo splendido chalet, piccolo contesto di sole sei unità abitative indipendenti che rispecchiano fedelmente l’architettura “tipo” che Alpina immobiliare ha proposto nell’ultimo decennio, sempre al passo coi tempi e con le innovazioni del mercato. Realizzazione e vendite: Alpina Immobiliare S.I.CO. Spa Piazza II° Risorgimento n° 3 36012 Asiago (VI) Tel. 0424.462300 www.alpinaimmobiliare.it info@alpinaimmobiliare.it 66
Fiore all’occhiello del fabbricato sono i due splendidi duplex mansardati, affacciati sul verde antistante, caratterizzati da zone giorno con caminetto ed ampie terrazze ideali per pranzare all’aperto e dotate di ulteriore caminetto esterno, tre bagni tutti finestrati, tre camere mansardate con poggioli panoramici, garage e cantina. Le finiture riprendono i materiali tipici della tradizione locale sapientemente accostati a quelli innovativi ed ecocompatibili a garanzia di una elevata qualità; ne sono esempio i rivestimenti in sasso lavorati singolarmente a mano, le strutture in legno, i marmi locali, il cappotto esterno, i pavimenti in tavole di legno in essenza rovere o larice, le ceramiche pregevoli, le tapparelle elettriche a vantaggio del confort acustico, i caminetti interni ed esterni già istallati, i basculanti elettrici dei garage, ect. L’ottima esposizione, la generosità della metratura interna, la particolare cura riposta anche nei più piccoli dettagli, garantiscono la qualità ed il benessere di un investimento destinato a durare nel tempo.
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Immobili al piano terra o primo di tipo bilocale o duplex, ampi giardini esclusivi, posto auto e piscine. Soluzioni immobiliari curate nella modalità di costruzione e valorizzate nell’aspetto architettonico. Magnifica posizione.
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Lido Altanea si presenta ai turisti con eleganti e curati giardini, piscine e costruzioni basse curate nei minimi dettagli e con preziose finiture. Un luogo di vacanza e relax per chi desidera un soggiorno tranquillo a contatto con la natura. Tanti i percorsi pedonali e ciclabili, ampi ed illuminati, che consentono di raggiungere comodamente la vicina località di Caorle. Nella magnifica posizione del residence Laguna Blu diventa realtà il sogno di abitazioni indipendenti ideali per la tua vacanza dove si può godere delle innumerevoli attrazioni che questa località sa offrire.
Immobili al piano terra o primo di tipo bilocale o duplex, ampi giardini esclusivi, posto auto e piscine. Soluzioni immobiliari curate nella modalità di costruzione e valorizzate nell’aspetto architettonico.
BIlocale Piano terra o piano primo
Superficie commerciale 57,50 mq. Giardino 80,44 mq.
DUPleX
Piano terra
Piano primo
Superficie commerciale 118,15 mq. Giardino 88,00 mq.
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Sardegna Il programma Casa Investimento nasce dal desiderio di offrire un prodotto all’avanguardia, che sfrutti appieno le possibilità che oggi un investimento immobiliare consente. Gli immobili che rientrano nel programma Casa Investimento sono il risultato di un’attenta ricerca delle migliori condizioni di mercato effettuata a più livelli. - ricerca delle location che presentano particolari condizioni di rivalutazione a breve e medio termine - strutture realizzate a regola d’arte, per garantirne il valore sia dal punto di vista estetico che qualitativo - prezzo assolutamente competitivo, grazie ad accordi diretti con le imprese costruttrici - studio di soluzioni di finanziamento con mutui particolarmente vantaggiosi - gestione dell’immobile, della manutenzione alla cura delle affittanze
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Numero Verde 800 900 295 www.casainvestimento.it
Casa Investimento
Viddalba, Valledoria, Badesi, Castelsardo, Santa Maria Coghinas.
casa vacanza
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Architettura dell’energia Autore: Frigerio Design Group Editore: 24 ORE Cultura
Già da parecchi anni abbiamo avuto modo di riscontrare quasi ovunque nel nostro territorio quanto fossero precarie le condizioni di conservazione delle finiture ornamentali esterne. Abbiamo avvertito quindi l’urgenza di documentare e di far conoscere questa situazione. Così è nata l’idea di realizzare i bozzetti policromi di edifici decorati. Il lavoro di rilevamento, iniziato molti anni fa, non sempre è stato facile; innanzitutto a motivo dei disagi incontrati per accedere alle superfici murarie da esaminare, collocate spesso in posizioni assai disagevoli e raggiungibili soltanto con l’ausilio di scale. Non poche difficoltà ha riservato la lettura della decorazione pittorica ridotta talvolta ad esigue tracce riconoscibili a fatica e con colori appena percettibili, prossimi a scomparire sotto l’azione delle intemperie. Nonostante le lacune ci sembra che il materiale raccolto ed elaborato offra nel suo complesso una documentazione non disprezzabile e componga una messe di informazioni utili per i futuri, si spera, restauri. Per ogni edificio abbiamo proceduto ad una rilevazione diretta e meticolosa di tutta la superficie muraria esterna, per giungere alla formazione di un disegno in scala ridotta, dove abbiamo avuto cura di riportare tutte le tracce ancora leggibili di decorazioni e di figure; registravamo i colori ed eventuali particolarità caratteristiche dell’intonaco. La seconda fase del lavoro per l’elaborazione dei bozzetti è consistita nel rilievo prospettico di ogni edificio allo scopo di riportare in scala, il paramento decorativo risultante dalla restituzione effettuata. Il prospetto, completato con le sue decorazioni, veniva disegnato su carta in “lucido”, da cui si ricavava la copia eliografica. Sulla copia così ottenuta dipingevamo le decorazioni con colori acquarello, riproducendo il disegno ed i colori originali.
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Per richiedere copie del libro rivolgersi a:
CALLEIDOS S.r.l. Telefonicamente al numero 0445.560709 - anche tramite fax 0445.1920319 oppure via mail all’indirizzo info@calleidos.it
L’esperienza dello Studio Frigerio nell’affrontare l’ideazione, la progettazione e la costruzione di grandi strutture come le centrali elettriche è basata sul concetto di “slow architecture”: «E’ la filosofia alla base del nostro lavoro che coniuga diversi temi: il rapporto con la natura, la storia del luogo, la tecnica costruttiva e le esigenze del Committente. Insomma: un’architettura progressiva che vive nel tempo e trae dal contesto le risorse per la sua definizione, un’architettura lenta che per metodo, tempi e processi, si colloca al polo opposto della globalizzazione» così descrive la mission dello Studio l’architetto Enrico Frigerio nelle prime pagine del volume. Il rapporto con il territorio e con l’ambiente naturale diventano insieme alla filosofia del costruire “lento” un punto ineluttabile di tutta l’azione architettonica dello Frigerio Design Gruop: dalla centrale elettrica a ciclo combinato di Sparanise (Caserta) progettata nel 2007 al concorso del 2009 per Terna “I Tralicci del futuro”.
Living Design Guida ai concetti fondamentali Autore: Ra Uru Hu Editore: International Human Design Schools
Oggi la scienza del domani. Il Disegno Umano non è un sistema per credenti ma per coloro che preferiscono disporre di una mappa personale che gli permetta di orientarsi nella vita in maniera personale, libera, piuttosto che seguire, come atto di fede parole e opinioni altrui. E’ uno strumento molto pratico di autoconoscenza che ti consente di fare le scelte giuste nei rapporti umani nel lavoro nella ricerca esistenziale. Dentro il tuo DNA risiede una serie di codici che esprime quello che sei e come assorbi il mondo che guardi che senti. E’ un imprinting genetico scritto nei tuoi geni dalla nascita, unico irrepetibile e inconfondibile. Attraverso la misurazione dello spaziotempo di quando sei nato puoi accedere alla tua verità a quelle differenze che ti fanno essere diverso, nessuno quando si risveglia è come un altro individuo. Human Design è la scienza della differenziazione che ti permette di vivere davvero la tua vita. Nel mondo e adesso anche in Italia migliaia di persone stanno vivendo il loro Disegno, il loro progetto esistenziale, sperimentano giorno per giorno la loro rinascita. E’ fantastico essere se stessi, è meraviglioso scoprire come può essere semplice vivere se osservi la meccanica del tuo veicolo, le leggi del tuo corpo, unico, che risponde ad emozioni pensieri istinti in maniera del tutto individuale. Siamo esseri spirituali che fanno un esperienza umana e non esseri umani che fanno un esperienza individuale. Human Design ti offre il tuo libretto d’istruzione personale per realizzare il tuo proposito di vita. Scopri chi sei ! Realizza te stesso!
Atlante Ragionato delle Fonti di Energia Rinnovabile e non
Atlante del Design
Un racconto in diretta, e in prima persona, di quello che sta succedendo alle frontiere dell’energia, una mappa delle promesse e dei fallimenti, un’analisi ragionata delle rotte possibili per arrivare ad avere, anche dopo che si è affievolita la “bacchetta magica” del petrolio, la luce accesa, la casa calda, il computer che gira, la macchina che cammina.
La casa è uno spazio intimo e personale; avere un’abitazione accogliente e confortevole, uno spazio in cui identificarsi e sentirsi a proprio agio è un desiderio comune.
Autore: Autori Vari Editore: Gribaudo Edizioni
Autore: Maurizio Ricci Editore: Gruppo Editoriale Muzzio srl
L’agonia di Cantarell, nello Yucatàn dei Maya, il primo megagiacimento di petrolio in via di esaurimento. Le ciminiere senza Coi della centrale a carbone di Beulah, nella piana sconfinata del North Dakota. La piscina dell’uranio nella centrale di Olkiluoto, nella foresta finlandese, manifesto di una rinascita del nucleare, che offre più problemi che soluzioni. Le grandi turbine eoliche che sostituiscono le trivelle petrolifere a Snyder, nel deserto texano caro a Cormac McCarthy. Le torri di luce della centrale solare di Sanlùcar, alle porte di Siviglia. E poi, le “fattorie delle onde” al largo del Portogallo, la fabbrica dell’idrogeno ad Anversa, la raffineria che puzza di olio per friggere a Vasto.
Nella scelta dell’arredo occorre tener conto dell’aspetto pratico, trovando un equilibrio tra estetica e funzionalità; sono il buon senso, le esigenze e il gusto di ognuno a guidare le scelte. Questo ATLANTE DEL DESIGN rappresenta con un compendio delle mille possibilità offerte oggi dal mondo dell’architettura d’interni: dagli ambienti più moderni e raffinati ai locali di tono decisamente rustico, ogni luogo della casa è analizzato nei particolari, con soluzioni originali ed esempi in grado di fornire interessanti spunti a chiunque voglia fare della propria casa uno specchio di se stesso.
Finalmente, al di là dei toni allarmanti o rassicuranti, una mappatura leggibile e completa del problema.
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Fiere Italia 2012 Dal 26 al 29 - Bolzano KlImahoUSe Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e l’edilizia sostenibile
gennaio
Dal 27 al 30 - milano maCeF prImaVera Salone Internazionale della casa Dal 27 al 30 - Bologna arteFIera Fiera internazionale d’arte contemporanea Dal 28 al 05 febbraio - parma Salone Del moBIle DI parma Salone del mobile
Dal 03 al 05 - Firenze ImmagIne ItalIa & Co. La Fiera del Tessile per la Casa: Biancheria per la Casa, Lingerie, Complementi d’Arredo, Tessile per l’Arredo Dal 06 al 13 - Vicenza SpazIoCaSa / SpazIolUCe new Mostra del mobile, arredamento ed accessori per la casa, articoli per gli sposi Dall’11 al 13 - Cremona arte Cremona Fiera d’arte moderna e contemporanea
febbraio
Dall’11 al 13 Feb - Bergamo expo real e&t Fiera del mercato immobiliare residenziale e dell’investimento nell’immobile turistico Dal 16 al 19 Feb - reggio emilia eCoCaSa Mostra & convegno su architettura sostenibile, risparmio energetico, qualità abitativa Dal 17 al 19 - piacenza eDIlShow Fiera dell’edilizia
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Dal 18 al 20 - Verona VIVI la CaSa Soluzioni d´arredo classiche e moderne; prodotti e servizi per la casa e gli sposi
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Un nuovo modo di conoscere casa
Immagine tratta da “ancore” Università IUaV di Venezia
la maddalenasa pag. 20
domenico dell’osso - “torno subito”, acrilico su tela, 80x100cm - 200 pag.22
Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #18 - dicembre-gennAio 2012
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Una nuova vita nel recupero degli edifici storici a Vicenza. pag. 10
Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #17 - oTToBRE -noVEMBRE 2011
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marzo duemilaundici
oltre il giardino, un mondo di vasi
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Una nuova vita nel recupero degli edifici storici a Vicenza. pag. 3
ongaro casa
Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #16 - Agosto -settembre 2011
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applicazioni, idee, prodotti e tendenze per la Casa
- Il giardino in primavera - Tiemme - Il sole in ogni casa - Il gesso - Greenbuilding - Home Stager - Progettare la ristrutturazione
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Diquigiovanni si rinnova
Pubblicazione bimestrale in abbonamento - Anno 3 #15 - giugno-luglio 2011
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applicazioni, idee, prodotti e tendenze per la Casa Jacques Villeglè
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