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“ABBIATE SEMPRE FIDUCIA NELL’AMORE DI DIO”
Lo scorso 25 aprile, in occasione della solennità del Patrono locale, nella parrocchia S. Marco in Sylvis, ad Afragola, è stata celebrata la S. Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo Emerito di Napoli S.E.R. Mons. Crescenzio Sepe e animata dalla corale della Parrocchia. La liturgia eucaristica, concelebrata dal parroco don Peppino Delle Cave e da don … è stata preceduta dallo spettacolo con gli sbandieratori “Cavensi”, della Città di Cava de’ Tirreni, che hanno compiuto il tragitto da S. Marco all’olmo al Tempio predetto, dichiarato, nell’estate del 2020, dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo “immobile di interesse storico – artistico”; tale riconoscimento fu notificato all’allora Amministrazione comunale di Afragola con decreto n° 17 del 30 /06/2020 emanato dalla Commissione regionale per il Patrimonio Culturale della Campania. Nel porgere il saluto al Cardinale emerito, don Peppino lo ha ringraziato per la Sua presenza avendolo incoraggiato nella custodia e nella valorizzazione del complesso monumentale S. Marco in Sylvis, “scrigno di storia, di arte, di tradizioni, in cui si scoprono le radici della nostra fede, del Vangelo, della Buona Notizia proclamata da S. Marco: Gesù, Figlio di Dio, Cristo Risorto, è la ragione, il senso della nostra vita”. Grato anche della partecipazione all’Evento liturgico delle Autorità istituzionali locali, di quelle accademiche e di moltissimi fedeli, il Parroco ha colto l’occasione per rendere lode al Signore che gli ha concesso di “accompagnare per circa 50 anni la comunità parrocchiale nel cammino di fede, di conversione, compien- do il Ministero sacerdotale con grande zelo, soprattutto in questi momenti così difficili”. Infine, ha evidenziato la bellissima realizzazione del giardino, attiguo al Tempio, “che ci ricorda un po’ l’orto degli ulivi, di cui era proprietario lo stesso S. Marco”, ponendo in rilievo che è “un itinerario geografico, spirituale, con lo scopo di far vivere alle persone che qui giungono momenti di meditazione, di preghiera, di contemplazione”. Ciò sarà possibile, ha concluso, mediante “i 20 quadri in maiolica del Rosario e i 15 della Via Crucis. Il giardino è intitolato alla S. Famiglia di Nazareth, modello di umiltà, di semplicità gioiosa, di lode a Dio, di vita. Nella riflessione omelica, Sua Eminenza, in primis, ha elogiato don Peppino “ per l’esemplarità del suo sacerdozio: un pastore che ci crede, che s’impegna con tutte le forze, affrontando anche sa- crifici, come nel caso della realizzazione del giardino”, di cui Sepe ha sottolineato la bellezza, “polmone” ha detto “di questa parrocchia”. Nel fare riferimento a S. Marco, il Celebrante ha esortato i fedeli ad essere grati al Signore nell’avere come protettore uno dei 4 evangelisti, un modello da imitare nel vivere in maniera autentica la fede, così come il santo Patrono l’ha vissuta. Egli, ha proseguito il Pastore, “di origine benestante, sentì parlare di Gesù e della Buona Notizia da suo zio Barnaba. Volle, così, approfondire la conoscenza del Signore, ponendosi alla sequela anche di Paolo quando giunse con Barnaba a Gerusalemme per portare offerte per i cristiani poveri della comunità”. Conobbe anche Pietro, che definì Marco “figlio mio”, per l’amore che nutriva nei suoi confronti. Quando Marco giunse a Roma, aiutò Pietro nello svolgimento del suo apostolato, trascrivendo la Parola di Dio che il Capo degli apostoli predicava. Marco ci insegna, ha spiegato il Prelato, ad amare Dio attraverso l’accettazione e la testimonianza della Sua Parola. “Due sono le tradizioni sulla morte di Marco” ha concluso, “una delle quali è che Egli sia stato catturato e trascinato in carcere dove morì da martire, testimone della fede in Dio e del Suo amore. Nelle difficoltà, il Signore ci dà la forza per superarle, così come nelle fragilità e nelle debolezze Egli è sempre pronto a mostrarci la Sua misericordia, esortandoci a convertirci. Abbiate, perciò sempre fede nell’amore di Dio. S. Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, ci esortò a non avere paura. Dio è con noi, ci benedice! “A Maronna c’accum- pagna”.
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Al termine della Messa, dopo aver letto l’atto di affidamento a Dio della Città, il Sindaco, prof. Antonio Pannone ha messo in rilievo, oltre alla proficua e instancabile opera di evangelizzazione di don Peppino, lo straordinario impegno dei vari gruppi parrocchiali e dei giovani di Azione Cattolica, “protagonisti di tante belle iniziative”. Ha, poi, posto l’accento sull’adesione alla rete marciana, “che ci vede proiettati in modo attivo in un’altra ricca esperienza”, ringrazian- do, a tal fine, il consigliere delegato Fusco e l’ambasciatrice Salzano. Infine, facendo riferimento al Tempio ha sottolineato che nello straordinario complesso monumentale, arricchito del giardino, “si trova la radice della nostra identità, della nostra fede, la nostra matrice, che continua ad alimentare il senso di appartenenza profonda, di un vincolo che credo debba preservare l’integrità di una comunità, che vive di intesa sinergica, nella differenza di ruoli e compiti, tra le varie componenti: fa-
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miglie, parrocchie, scuole e istituzioni”. Di queste ultime ha ringraziato, per la la loro presenza, i rappresentanti: vicesindaco, on. Pina Castiello, Sottosegretario di Stato, il Presidente del Consiglio comunale Biagio Castaldo e i consiglieri comunali. Al termine, è stato donata a Sua Eminenza Sepe una riproduzione dell’affresco di Moriani, di fine 1800, che si trova nel salone del Palazzo Municipale della Città. Infine, il Cardinale ha benedetto il giardino e i quadri in maiolica.