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UNA PASSEGGIATA CULTURALE AL CAM PER CAPIRE E CAPIRSI

Passeggiare fa sempre bene, soprattutto all’aria aperta, se questa fosse salubre, ma, indipendentemente da ciò, fa bene passeggiare soprattutto al CAM, il Museo d’Arte Contemporanea, diretto dal maestro Antonio Manfredi, museo che può definirsi il fiore all’occhiello del nostro territorio; in esso, infatti è possibile, attualmente, godere della visione della mostra fotografica Aperiart- Azzurro Napoli, ma nel contempo, si ha l’opportunità di avere dinanzi al proprio sguardo opere provenienti da tutto il mondo, per cui, una passeggiata artistico-culturale vale proprio la pena programmarla! Da creazioni che si riferiscono alla martoriata Ucraina, all’uomo diventato ormai l’ombra di se stesso per la crudeltà del proprio simile, a ritratti ed ad opere astratte, provenienti da diverse nazioni del pianeta, ad elementi che vanno interpretati come meglio la nostra fantasia ci suggerisce fino a giungere a qualcosa che rimanda alla dolcezza e al tepore della casa, che, tra le tante opere esposte, colpisce in modo particolare, poiché si tratta di un piccolo lettino per bambini, che, appunto, richiama il tepore di una dimora sicura, degli affetti più belli e veri ed è in netto contrasto con la prima opera che è stata presa in considerazione, quale quella di una bambola, simbolo delle donne ucraine, sole e in pericolo, bambola affiancata dallo scheletro, icona dei tanti caduti nella furia di una guerra assurda. Ovviamente, le suggestioni sono tante e ogni artista, dall’italiano Dominico Balsamo, ai tedeschi, ai giapponesi, ai francesi che hanno esposto ed esporranno al CAM, trasmette emozioni particolari, per cui un ritratto, una struttura apparentemente non comprensibile, consentono di “andare al di là”, oltre quelle apparenze e quei formalismi che vorrebbero intrappolare l’arte: ma quella contemporanea, si sa , è un’arte anarchica, si passi il termine, nel senso buono del vocabolo; anarchia positiva, poiché ciascun artista, a proprio modo, esprime il suo mondo interiore, pur realizzando opere che guardano all’oggettività del reale. Infatti non può dirsi che quanto è visibile al CAM sia fuori dal tempo, anzi, ma l’occhio dell’artista sa che deve oltrepassare i limiti della banalità, facendo sì che l’osservatore percepisca sensazioni, anche sgra- devoli, perché no?, che riportano alla profondità dei sentimenti e del dolore umano, così come, con eguale intensità, alcuni dipinti consentono di percepire gioia, vitalità, speranza. Una passeggiata al CAM è dunque un pieno di emozioni e una fonte di insegnamento, insegnamento che è peculiarità dell’arte contemporanea, la quale ci spinge a superare le barriere del visibile per penetrare nella psicologia dell’artista e nella complessità di un’anima che, sebbene realizzi un’opera apparentemente insignificante per l’uomo della strada, sta donandoci il suo modo di vedere la realtà, ci sta arricchendo, regalandoci parte si sé; il vero artista, come molti sapranno, si assimila al Creatore e di “creazione” al CAM ce n’è tanta da poter fare propria, quindi, una passeggiata in questo museo è un privilegio concesso ai casoriani dall’artista Antonio Manfredi, ormai da anni, ed è un modo per ricordare che l’altra faccia della realtà solo l’arte può renderla visibile, attraverso realizzazioni che hanno il sapore, spesso, dell’incomprensibile, del mistero, dell’inconsapevole che è in noi e che, chi osserva, specularmente può ritrovare, comprendendo meglio il creatore dell’opera e, chissà, forse di più anche se stesso….

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ANTONIO BOTTA

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