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UN LIBRO NON SI GIUDICA DALLA COPERTINA
Attenzione al pregiudizio, quella confort zone del pensiero passivo che ci consente di tradurre la realtà in categorie grossolane e approssimative, spesso immutabili nel tempo, che poco o nulla hanno a che fare con l’unicità degli individui e il fulgore di talune personalità ammonticchiate e schiacciate dal rozzo forcone che ammassa unici originali steli di cui fare un anonimo fascio. Quel pregiudizio che vuole tutti i meridionali camorristi o mafiosi, o ben che vada nullafacenti e parassiti, i migranti turisti del Mediterraneo intenzionati a rubarci lavoro e identità culturale, gli abitanti delle periferie tutti criminali e i rampolli delle famiglie alte tutte persone perbene, come i loro avi e gli avi dei loro avi, gli uomini di Chiesa tutti santi in virtù del collarino bianco o del saio col cappuccio, le ragazzine molestate zoccole che se lo sono meritato perché si mettono la minigonna e il trucco ed è meglio che mi fermi qui.
Ormai dovreste sapere anche voi che quando comincio così, ad un certo punto perdo il controllo, sento il Dàimon entrare in me e scaraventarmi in una crociata contro l’ipocrisia e il falso perbenismo che mi trascina su lidi impervi e sconosciuti, sui quali mi spiaggio infine esanime e inconsapevole di quanto ho scritto in preda al furore oratorio e non c’è possibilità di riavvolgere il nastro perché scripta manent, non mi resta che chinare il capo e attendere l‘assoluzione per temporanea incapacità di intendere e di volere. Che sia temporanea, poi, è tutto a di- mostrare. Mi fermo quindi, finché sono in tempo, tiro un bel respiro e torno alla ragione per cui sono qui: svolgere diligentemente il mio nuovo scintillante ruolo di Ragazza Copertina, con tanto di stivaletti bianchi, bastone istoriato, tutina azzurra scintillante dallo scollo generoso intarsiata di bottoni dorati, cappello a cilindro con visiera, bastone bianco piumato e mostrine sulle spalle. Ops, ho sbagliato personaggio: mi sono appena resa conto di essermi immedesimata in una majorette! Perdonatemi, vi prego! Dev’essere l’aria carnascialesca che nonostante le inenarrabili tragedie in cui annaspiamo come membri di un’umanità mai stata tanto derelitta e orba ci pervade con forza intrusiva addirittura soverchiante il mio Dàimon e ci impone di ridere e ballare e festeggiare e cogliere l’attimo a qualunque costo, come fosse il fiocco delle antiche giostre calcinculo (ma che ne sanno ‘sti nativi digitali quello che si sono persi!) a farmi straparlare. O sarà forse il delirio della febbre australiana di cui sono ostaggio, che mi attanaglia i muscoli e mi ottunde la mente da giorni. O forse sono proprio io, punto e basta, schiava della mia natura di inguaribile romantica, convinta che se non si può svuotare il mare col cucchiaio, almeno provarci dà senso a un’esistenza intera. Forse invece sono solo matta. Chissà… Ad ogni buon conto, approfitto di un insperato squarcio di lucidità e torno al tema. No, non a quello del pregiudizio, tranquilli! In quel campo vi lascio liberi di continuare da soli le vostre riflessioni. A quello della Ragazza Copertina che svolge diligente il suo compito. (è la seconda volta che uso questo aggettivo… finirò col diventarlo?Mai, tranquilli.)
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Dunque: nella puntata del rotocalco web televisivo del lunedì, in cui legge e commenta per la gioia di tutti il CasoriaDue pubblicato il giorno prima, il buon Nando apre una trasmissione con toni caldi e affettuosi rivolti al Napoli e a Napoli di cui decanta e celebra bravura e bellezza impareggiabili con fraseggio da innamorato. L’accento si inasprisce subito quando lo sguardo si volge a Casoria e allo stato di degrado in cui versano l’area che dovrebbe essere quella dei Santi e quelle aree verdi che non trovano pace e decoro. Luca Blindo e Ademar, ovvero Fabio Tarantino, trovano una ribalta anche in Copertina, mentre le condizioni dello stadio Luigi Moccia di Afragola, che qualche tempo fa sembrava davvero sul punto di rinascere e restituire anche alla tifoseria cittadina e a tutti gli abitanti dell’area un luogo di sport, spettacolo e dignità, affonda nelle paludi dell’approssimazione e dell’incompiutezza, come la squadra di casa che si dibatte nelle ultime posizioni di classifica. Quanto dolore e quanta indignazione incrinano la voce del Magnifico diRettore. Il Forum della Gioventù di Casoria per cui si voterà il 9 marzo e una lettera di Giosuè De Rosa, per otto anni primo cittadino, uno dei sindaci più longevi della storia amministra- tiva di Casoria che offre un parere su come, a suo avviso, condurre opere di riqualificazione in alcune aree “sensibili” riportano l’attenzione sulla città di San Mauro. Fortuna che da Casalnuovo arriva il bando del concorso letterario che si svolgerà da febbraio a settembre e celebra l’immenso Luigi Vanvitelli “Una città che scrive”. Basta girare pagina e il sorriso svanisce, perché si torna subito all’annoso problema della raccolta rifiuti e alle difficoltà di Casoria Ambiente e con triplo salto carpiato (giacché andiamo a tuffarci nelle acque del Golfo, con un focus sul Salone della Nautica da diporto, il celebre Nauticsud, che si è da poco concluso alla mostra d’Oltremare, con relativo commento al vetriolo del conduttore alle dichiarazioni del sindaco Manfredi (che non vi anticipo per non perdervi il gusto di andarvele a sentire) e finalmente approdiamo alle celebrazioni per i 125 anni dalla nascita del principe indiscusso del teatro e del cinema e della poesia e della canzone (e potrei continuare per le prossime due righe) di Napoli: l’immenso Totò, che è stato celebrato all’Hotel Parker, aggrappato sulla collina accarezzata dal corso Vittorio Emanuele, uno degli alberghi più lussuosi e dalla veduta più spettacolare della città di Partenope, con la presentazione del libro Antonio De Curtis il principe poeta, scritto da Elena Anticoli De Curtis, nipote del grande Totò a quattro mani con Michelangelo Iossa. La mostra dedicata al Principe è ancora in corso.
Ottima occasione pet farci un salto e godere anche di un panorama degno dello sguardo degli dei.
Di libro in libro, “Mi dica cosa non le piace di sé-il primo manuale etico per una vita senza filtri”, scritto dal chirurgo estetico Alessandro Pasquali occupa la pagina successiva. E poi c’è la SPA del Grand Hotel dei VIP di San Remo e uno sguardo allo sci. Grido d’allarme della CISL Campania funzione pubblica sui vuoti in organico e non solo che mette a rischio l’applicazione del PNRR nei Comuni. Infine cinema: segnalati l’uomo che disegnò Dio, di Franco Nero e KNE i custodi di Napoli Est di Ivan Orrico e uno sguardo al Carnevale di Viareggio, chiudono con leggerezza che non guasta, il menù. Bon appetit al link sottostante. https://fb.watch/iFQUCungZx/