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IL CARNEVALE SOCIALE DEL GRIDAS DA SCAMPIA A BAGNOLI, RIFLETTENDO SU CASORIA…
Il Carnevale sociale di Scampia si svolge ormai da oltre quarant’anni. Nacque su iniziativa di Felice Pignataro, del GRIDAS, Gruppo Risveglio DAL Sonno. Oggi sono tante le città e i quartieri che si aggregano a questa tradizione, che coinvolge le scuole, le realtà sociali, i movimenti, in un unico grande calendario che ha l’obiettivo di stravolgere l’esistente, partendo dalla creatività e convogliando le forze per la costruzione di un mondo migliore.
Questo Carnevale è l’occasione per il recupero della manualità, per fare in modo “che a scuola non si vada solo con la testa, ma anche con le mani”, e stabilisce un rapporto tra scuola e territorio. A partire dalle forme di riciclo e riuso, si esercita insieme la creatività per applicarla ai casi della vita, usando le maschere in funzione di critica sociale. Si mantiene viva una tradizione e, con essa, anche l’identità del quartiere. Insomma, da Scampia parte un appello vivo e stravagante, che per la sua 41esima edizione ha avuto come tema portante “A che titolo? Ovverossia Titoli, titoletti e sottotitoli”… perché? Perché il GRIDAS è stato negli ultimi mesi oggetto di azioni giudiziarie che hanno portato alla sentenza che lo stabile, sede dello storico centro sociale sito in via Monterosa 90/b, è “occupato senza titolo”. Da qui, la scelta di “ricamare” un carnevale per chi “un titolo” non ce l’ha, per i poveri, per gli ultimi, per gli immigrati senza permesso di soggiorno, per chi a vario titolo chiede più diritti, meno precarietà, contro chi fa “titoli” per propaganda o contro i titoloni di una certa stampa e chi più titoli inventa, più ne metta… spazio alle idee e alla solidarietà, così anche questo articolo un titolo non ce l’ha.
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Un bel titolo da buona notizia, però, c’è stato, proprio pochi giorni dal carnevale: una nuova udienza ha rinviato, sospeso, fino al 5 marzo del ’24, l’esecutività della sentenza contro il Gridas! Si è, dunque, potuto festeggiare per un motivo in più, invadendo con musica, balli, slogan e colori le piazze e le strade della città.
Il Carnevale sociale, la cui copertina è stata realizzata da Cyop, si è svolto a Pianura, Materdei, Sanità, Giugliano, Scampia, Montesanto, Soccavo, Centro storico, Quartieri spagnoli, Piazza Garibaldi, Bagnoli, finanche a Caserta, Salerno, Afragola. Il Carnevale sociale di Bagnoli ha titolato “Bagnopoly, gioca e decidi le sorti del tuo quartiere!”, parafrasando il famoso gioco del Monopoly. Gli attivisti e le attiviste del quartiere hanno sfilato denunciando con ‘imprevisti’ e ‘possibilità’ le diverse speculazioni sul territorio, sanzionato con cartelloni ironici punti strategici, mettendo a nudo tante criticità, come l’inquinamento del mare, la bonifica dell’ex- Italsider, la chiusura del Consultorio.
A Santafede Liberata, col titolo “Meglio ‘na tammurriata ca na guerra!” si è mostrata solidarietà al cantautore di musica popolare Marcello Colasurdo, sostenendo la sua personale battaglia in un momento difficile ed un pensiero per lui, sempre attivo per cantare le rivoluzioni, è arrivato da tutto il movimento partenopeo.
In date diverse o contemporaneamente, in tanti posti diversi ma così vicini, decine di migliaia di persone si sono mascherate, si sono divertite e hanno lanciato messaggi di lotta e di speranza.
Casoria non ha ancora un suo carnevale sociale, ma i bambini e le bambine hanno almeno potuto divertirsi durante un calendario di momenti organizzato dal Comune, dal 16 al 21 febbraio. Non sono mancate sui social, e tramite la denuncia dell’associazione “La Mescolanza”, le critiche al “Concorso per il vestito più bello”, che accende una competizione piuttosto che infondere altri valori come la cooperazione, il riuso, e rischia anche di mettere in difficoltà chi non può permettersi un bel vestito. Una nota stonata tra tante cose belle che, però, meritava un appunto e uno spunto: sarebbe bello che anche le realtà sociali e le scuole casoriane riuscissero, prima o poi, a costruire il proprio Carnevale sociale, con o senza titolo.