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PUC CASORIA: LE RAGIONI DEL NO

Detto: fatto. O meglio, invito lanciato, invito accettato. Nel corso della precedente puntata de La Copertina il nostro Magnifico Di-rettore aveva ospitato l’architetto Alessandro Puzone, Presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Casoria, fresco di approvazione del PUC, come certo ricorderete. E ricorderete anche che nel corso di quella stessa trasmissione, l’ormai indiscusso mattatore web televisivo Nando Troise aveva anche invitato accoratamente e ripetutamente gli oppositori e gli assenti al voto a spiegare ai casoriani per quale motivo abbiano tentato di fermare un Piano Urbanistico Comunale atteso da quarant’anni e che ha l’ambizione di traghettare Casoria verso un auspicabile futuro di città efficiente e sostenibile. Il terribile indice interrogativo del Nostro era stato puntato in particolare nella direzione dell’avvocato Alessandro Graziuso, consigliere in quota PD, che ha prontamente raccolto l’invito e si è accomodato alla sinistra del mattatore negli studi della sempre più seguita emittente web televisiva Nano TV, per rispondere al fuoco di fila della domande del conduttore e fugare dubbi e insinuazioni relative al mancato sostegno di una parte dell’opposizione al progetto di ristrutturazione urbanistica faticosamente realizzato e ratificato per la città di San Mauro dagli assessori e dai tecnici dell’amministrazione guidata da Raffaele Bene. Nel comunicato avverso al PUC, che porta la firma di Graziuso e di altri due dissenzienti, si legge (cit.) “Non si può, a carattere generale, negare l’importanza dello strumento urbanistico per uno sviluppo ordinato del territorio. Questo piano però è carente di una visione generale del territorio che passa anche e

Alessandro Graziuso, consigliere comunale di opposizione ospite a La Copertina di Nando Troise su Nano TV, spiega le ragioni che hanno portato lui e altri quattro consiglieri comunali a bocciare il PUC, approvato lo scorso 27 dicembre dalla maggioranza che sostiene il sindaco Raffaele Bene e dai voti dei pentastellati soprattutto per un riqualificazione delle aree dismesse. Avremmo voluto uno strumento che disegnasse in nodo netto le suddette aree, senza lasciare un’ampio discrezionalità foriera di eventuali speculazioni edilizie. Lo stesso sindaco, in campagna elettorale si era impegnato con gli elettori a realizzare nel sito della ex Rhodiatoce un polo universitario, del quale nell’attuale PUC non vi è traccia univoca. Senza considerare che il PUC è stato realizzato senza coinvolgere tutte le forze politiche nel processo decisionale, se non per meri adempimenti formali. Infine, con riferimento alle tante dichiarazioni del sindaco, preme evidenziare che una cosa è l’approvazione del PUC, un’altra cosa quanto in esso previsto. Sarà possibile raggiungere l’aeroporto o l’alta velocità senza auto da Casoria non grazie al PUC, bensì grazie alla realizzazione da parte della regione della linea metropolitana (per la quale, se si iniziassero i lavori oggi occorrerebbero almeno dieci anni, aggiunge Nando). Sarà possibile realizzare una città green ed opere pubbliche sul territorio -continua il comunicato- non grazie al PUC, ma più realisticamente solo se ci sarà la capacità di questa e di altre amministrazioni di programmare e finanziare gli interventi anche e soprattutto reperendo i finanziamenti. Finor però questa amministrazione si è rivelata in concreto inadeguata”. Seguono le firme di Alessandro Graziuso, Enzo Ramaglia e Nicola Rullo. Invitato a chiarire ulteriormente la propria posizione, Graziuso rimarca che non è sufficiente lo strumento PUC, nonostante l’attesa quarantennale, se il contenuto non è congruo e chiaro. Sulle aree dismesse si è abdicata quella che è la scelta dell’amministrazione in favore del privato, argomenta l’ospite, che può realizzare ciò che vuole all’interno di esse, senza che l’amministrazione partecipi della decisione e quindi scegliere una destinazione industriale, commerciale, o altro, secondo i parametri tecnici indicati nello stesso PUC. Noi riteniamo che questo possa consentire anche speculazioni edilizie e che occorra quindi avere una visione chiara. Durante la campagna elettorale, durante la quale abbiamo sostenuto l’avvocato Bene, ci eravamo prefissi di destinare l’area dell’ex Rhodiatoce a strutture di carattere culturale, sull’esempio dell’ex Cirio di San Giovanni a Teduccio che è diventata polo universitario. Oggi però di questo non c’è indicazione univoca nel PUC, nonostante il sindaco affermi sui social l’intenzione di realizzare in quell’area dismessa un polo universitario, facendo così anche venir meno la credibilità nei confronti dell’amministrazione. Tra l‘altro denoto l’assenza di una linea politica netta all’interno di questo strumento urbanistico: infatti, le commissioni erano solo chiamate a ratificare un’attività che non era stata svolta dal consiglio comunale. Altro messaggio sbagliato: lasciar credere che non votare il PUC significasse andare contro la città, ma non è così, perché i servizi che mancano a Casoria non saranno portati dal PUC, ma non è così: la linea metropolitana, ad esempio, è una struttura intercomunale di natura regionale. L’irriducibile mattatore fa rilevare, a questo punto, che, quando venne presentato il progetto dell’ampliamento della linea metropolitana all’Hotel Futura da parte del governatore De Luca e degli assessori regionali interessati, nessuna correlazione venne fatta col PUC. La domanda quindi è pertinente: che c’entra la metro con il dissenso al piano urbanistico?

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Infatti non c’entra, come non c’entra la realizzazione di una città green, che ha a che fare piuttosto con la capacità di realizzare e finanziare gli interventi, prova a smarcarsi Graziuso, e a malincuore oggi non posso dire che questa amministrazione abbia programmato questi interventi con il PUC. Mi auguro, comunque, anche dall’opposizione, per il bene della città che dopo quattro anni e mezzo il sindaco possa programmare qualcosa che porti a Casoria la realizzazione di nuovi servizi e non a togliere quelli già esistenti, come l’aver tolto il comune ad Arpino o il non essere riusciti a garantire che funzionasse la mensa scolastica. E la ragione non è il dissesto, che è diventata anche una scusante per non fare. Non garantire servizi alla scuola significa non avere a cuore il futuro, che è nei giovani e nell’istruzione. C’è stata un po’ di confusione nella comunicazione.

“Alla comunicazione il Comune di Casoria ha rinunciato dal 2014 perché lo ritiene inutile”, interviene Nando, offrendo all’interlocutore una sua idea sul PUC, ovvero la sua impressione che a partorire il piano sia stata la Facoltà di Architettura e che sarà felice di plaudere al PUC quando avrà ben compreso quali benefici il piano porterà concretamente alle generazioni future.

In oogni caso la politica doveva porre al centro del PUC le esigenze dei cittadini, indipendentemente da chi lo abbia tecnicamente realizzato, replica Graziuso, mentre Nando rimarca che questo nessuno l’ha fatto, neppure dai banchi dell’opposizione. La conversazione si sposta sul tema aree dismesse, in particolare Rodhiatoce, Tubibonne e Resia, che coprono sole una superficie di 500000 metri quadri in un territorio comunale di dodici chilometri quadrati, rispetto alle quali il conduttore lamenta di non ricordare nella sua lunga carriera di giornalista casoriano una sola amministrazione che abbia realmente affrontato il problema con l’intenzione di risolverlo. Esorta allora Graziuso e gli altri membri dell’opposizione a sfidare la maggioranza perché dia fi- nalmente le risposte attese da decenni.

Il PUC su questo è chiaro: o le aree dismesse mantengono la stessa destinazione, o una parte di esse verrà destinata a servizi, una volta realizzati i piani attuativi, risponde il consigliere. Attualmente non c’è un vincolo univoco sull’area, senza il quale il Comune non può realizzare né l’università, né opere di pubblica utilità. In chiusura il Mattatore web televisivo chiede a Graziuso la ricetta del suo gruppo politico per offrire ai casoriani, soprattutto ai giovani, un futuro vivibile e per riunire il centro con la frazione di Arpino, distante ben sei chilometri.

Non esiste una ricetta, ma si può ragionare in grande per migliorare la qualità di vita a Casoria su tre cardini: mobilità, igiene urbana e sicurezza. In particolare per quest’ultima sarebbe necessario un coordinamento intercomunale data la scarsa disponibilità di personale e chiedere aiuto alle forze so- vracomunali per un maggior controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, in particolare per le periferie. L’igiene urbana va migliorata: nonostante gli sforzi la nostra città non eccelle per pulizia nel territorio. Un altro tema che va posto al centro dell’agenda politica è la mobilità: bisogna creare no solo una mobilità tra Arpino e Casoria, ma si deve dare anche la possibilità a cittadini giovani e meno giovani la possibilità di andare per esempio all’UCI Cinemas o ad uno dei centri commerciali dei dintorni. Come PD ci impegniamo ad affrontare questi problemi e a portarli all’attenzione dell’Amministrazione. E poi bisogna puntare sulla scuola, sull’istruzione, sulla cultura. Perché i ragazzi rappresentano la speranza di un futuro migliore, anche per la città.

P.S. Per rivedere questa puntata de La Copertina, basta cliccare sul seguente link: https://fb.watch/ i1dl1xMSyK/

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