Nuova Dimensione Casoria N° 23 Novembre 2014

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Nuova Dimensione CASORIA Periodico di politica, cultura, attualità

per gli amministratori degli Enti Locali e della Sanità

Direttore Responsabile: Francesco Polizio - Editore: Associazione Nuova Dimensione Autorizzazione del Tribunale di Napoli 3189/83

N° 23 - Novembre 2014

Le stragi degli anni 92-93 Da osservatore politico diretto, in quanto parlamentare della Repubblica nella legislatura 1992-94 e quale componente della commissione giustizia della Camera dei Deputati, si ricordano gli eventi delittuosi che colpirono la politica e la magistratura nel periodo 92/93. L'audizione del Capo dello Stato come teste nel processo avviato dalla Procura della Repubblica di Palermo per fare luce su un'eventuale trattativa tra stato e mafia è stato un "vulnus" istituzionale che può avere conseguenze successive, potendosi, in molte circostanze, chiamare il Presidente della Repubblica a rendere testimonianza davanti a collegi giudicanti. Al di là di tale rilievo ha fatto bene Napolitano per il momento storico che viviamo a rendere la deposizione sulle questioni sottoposte alla sua attenzione. In realtà, le stragi negli anni 92/93 (Capaci 23/5/1992, via D'Aurelio 18/07/1992, via dei georgofili 23/5/1993, S. Giovanni Laterano 28/07/1993), per noi che eravamo in parlamento, erano una pressione indebita dei poteri mafiosi nei confronti delle istituzioni. Il Parlamento ed il Governo seppero respingere l'assalto e non si piegarono ai ricatti della violenza ed alle intimidazioni mafiose, così come era avvenuto per le stragi delle brigate rosse. In commissione giustizia della Camera dei Deputati e nelle audizioni del Ministro di Grazia e Giustizia dell'epoca non si è mai parlato nè tantomeno risultava minimamente una possibile trattativa tra istituzioni e poteri

mafiosi. Anzi in commissione giustizia furono varati provvedimenti duri e specifici contro le organizzazioni criminali. Alla luce della diretta esperienza nel periodo 92/93, nelle aule parlamentari è inesistente ed insussistente qualsiasi ipotesi di trattativa statomafia che è stata usata finora da alcuni giornalisti per ricevere benefici economici per i libri che evocano rapporti e relazioni con i poteri della "mala" da parte di apparati dello stato. La procura di Palermo ha ingaggiato un braccio di ferro a valenza politica per dimostrare il teorema accusatorio, non tralasciando di tirare in ballo, anche se a soli fini di testimonianza, la più alta e rappresentativa carica dello stato come il Presidente della Repubblica. Per quelli che operavano nella commissione giustizia della Camera non è mai pervenuta notizia di una trattativa stato-mafia nè tantomeno risultavano relazioni tra poteri criminali ed apparati dello stato. Alla fine, contano gli atti parlamentari ed i provvedimenti repressivi adottati dal Parlamento contro tutti i poteri criminali. Non si può, per ragioni di partigianeria politica, rincorrere un teorema su un'inesistente trattativa che finisce per indebolire le istituzioni e fare il gioco dei criminali che hanno interesse a diffondere notizie destabilizzanti. La trattativa stato-mafia è una storia senza senso perchè lo stato e le sue istituzioni, nel periodo 92/93, hanno messo in essere tutti gli strumenti disponibili per contrastare il fenomeno mafioso.

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