In mezzo al mare – Storie di giovani rifugiati

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In MeZZo al mARe STORIE DI GIOVANI RIFUGIATI

M ARY B ETH L EATHERDA L E e ELE ANOR SHA KESPEA RE


A Madzia e Shia, che mi hanno insegnato cosa significhi essere nel mirino della storia – M.B.L. Ai miei nonni, le cui esistenze sono state un grande esempio di umanità e giustizia – E.S.

Mary Beth Leatherdale In mezzo al mare. Storie di giovani rifugiati illustrazioni di Eleanor Shakespeare Traduzione di Mariella Bertelli, in collaborazione con i ragazzi volontari della Biblioteca IBBY di Lampedusa. © 2019 Editrice Il Castoro Srl viale Andrea Doria 7, 20124 Milano www.castoro-on-line.it info@castoro-on-line.it Titolo originale: Stormy Seas: Stories of Young Boat Refugees Pubblicato per la prima volta in Nord America da Annick Press Ltd. Copyright © 2017, Mary Beth Leatherdale (testo) / Eleanor Shakespeare (illustrazioni e design) / Annick Press Ltd.

ISBN 978-88-6966-437-3 Finito di stampare nel mese di febbraio 2019 presso Grafostil d.o.o. - Serbia

Editrice Il Castoro è socia di IBBY Italia

Leggere per crescere liberi


S O M MA R IO Introduzione —iv

SONO ARRIVATI IN BARCA: LA STORIA IN BREVE—vi

RESPINTI—1

Per sfuggire ai nazisti e alla politica antisemita, Ruth e la sua famiglia lasciano la Germania e si imbarcano per Cuba. Ma il viaggio della ragazza diciottenne è solo all’inizio.

LOTTARE PER SOPRAVVIVERE—11

Phu, quattordici anni, si separa dalla madre, dai fratelli e dagli amici, parte dal Vietnam e attraversa da solo il Mar Cinese Meridionale nella speranza di una vita migliore negli Stati Uniti.

MARE IN BURRASCA—21

I genitori di José sognano di abbandonare Cuba da decenni e finalmente possono farlo. Il tredicenne e la sua famiglia salgono su una barca diretta negli Stati Uniti, pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà.

DIETRO IL FILO SPINATO—31

Najeeba e la sua famiglia lasciano l’Afghanistan per scappare dai talebani. L’undicenne non immagina che sarà un peschereccio nell’Oceano Pacifico a condurli verso la salvezza.

NIENTE DA PERDERE—43

I genitori di Mohamed vengono uccisi durante un bombardamento e il ragazzo deve andarsene dal suo villaggio in Costa D’Avorio. Quattro anni dopo, il diciassettenne attraversa il Mar Mediterraneo ancora alla ricerca di un posto dove vivere in pace.

SONO ARRIVATI IN BARCA: DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE A OGGI—52 FONTI—54 Ringraziamenti —55

CREDITI—56


I N TRO DU Z IO NE Se stai leggendo questo libro, tu – come me – hai vinto alla lotteria. Non intendo la combinazione vincente di un’estrazione milionaria, ma l’altra lotteria. Quella che conta davvero. Quel colpo di fortuna casuale che ti ha fatto nascere, o migrare, in una parte del mondo relativamente benestante e pacifica. Questo fa di te una persona privilegiata. Sessantacinque milioni di persone su sette miliardi, la popolazione totale del pianeta, non sono altrettanto fortunate. Sono state costrette ad abbandonare i loro paesi a causa di guerre, persecuzioni, o disastri naturali. Diciannove milioni di questi sfollati non possono più tornare a casa e cercano asilo altrove. Più della metà, sono bambini e ragazzi; molti di loro sono orfani o “minori non accompagnati” e viaggiano da soli. Le cronache del 2015 e del 2016 erano piene di notizie e storie di profughi siriani che attraversavano il Mar Mediterraneo in condizioni critiche. La guerra che devasta il paese da anni ha costretto più della metà della popolazione a fuggire. Oltre undici milioni di persone hanno bisogno di riparo, cibo, acqua e cure mediche. E migliaia di altre, in Medio Oriente e nell’Africa subsahariana, sono in fuga da conflitti, persecuzioni e siccità. Tutte cercano rifugio in Europa. Il flusso migratorio dei profughi ha causato divisioni nell’Unione Europea. Una moltitudine di associazioni e di privati cittadini si è mobilitata per dare supporto ai profughi, e paesi come la Germania, l’Ungheria e la Svezia hanno accolto migliaia di richiedenti asilo. Ma molti paesi, in Europa e Nord America, sono contrari a queste politiche di apertura. Le leggi anti-immigrati e anti-rifugiati proliferano in tutto il mondo, privando i profughi del diritto di asilo che gli è garantito dalle leggi internazionali. Di conseguenza, migliaia di esuli sono costretti a pagare i trafficanti per attraversare illegalmente il Mediterraneo su barconi sovraffollati e inadatti alla navigazione.


Ma quello dei migranti che rischiano la vita in mare non è un fenomeno nuovo. Per secoli, a causa di guerre, carestie, crisi economiche e persecuzioni religiose, la gente ha dovuto lasciarsi alle spalle tutto ciò che conosceva e salpare alla volta di paesi stranieri. Per capire meglio quello che vedevo nei notiziari, ho intrapreso una ricerca e intervistato persone che da bambine erano emigrate attraverso i mari. Ho compreso subito l’enormità di quello che stavo chiedendo, e quanto traumatico potesse essere per questi individui raccontare le loro storie, in particolare quelle dei siriani che hanno attraversato di recente il Mediterraneo e vivono ancora in situazioni precarie nei campi profughi. Le storie dei cinque giovani rifugiati che troverai in questo libro sono a lieto fine: non solo i ragazzi sono sopravvissuti all’insidioso viaggio in mare, ma hanno combattuto contro l’incertezza, le ristrettezze economiche, le discriminazioni e ora stanno bene. A un primo sguardo, i profughi che vediamo nei telegiornali e le avversità che affrontano sembrano non riguardarci da vicino. Non si tratta di un nostro problema. In realtà, la nostra decisione di agire, o di stare a guardare, ha un impatto sulle tragiche circostanze che essi devono fronteggiare. Ruth, Phu, José, Najeeba e Mohamed non avevano il potere di cambiare la situazione dei loro paesi: i conflitti, le discriminazioni e le sfide ambientali li hanno costretti ad abbandonare le loro case, senza avere la minima colpa. Il coraggio che hanno dimostrato lasciandosi alle spalle tutto ciò che amavano per cercare pace e sicurezza, e la resilienza con cui hanno affrontato viaggi terrificanti, riporta la speranza in ciò che la vita rappresenta. Non solo per loro, ma per tutti noi.

Mary Beth


SONO ARRIVATI IN BARCA:

LA STORIA IN BREVE Per centinaia di anni guerre, carestie, crisi economiche e persecuzioni religiose hanno costretto le persone a lasciarsi alle spalle famiglie, amici e conoscenti nella speranza di una vita migliore. Ecco alcuni esempi di genti salite su una barca in cerca di asilo ben prima che le storie dei protagonisti di questo libro iniziassero.

1670

Gli ugonotti lasciano la Francia e approdano in Inghilterra per sfuggire alle persecuzioni religiose.

1677

I mennoniti, seguaci della chiesa anabattista, sbarcano in Pennsylvania per scappare dalle persecuzioni religiose in Germania e Svizzera.

1763

I marinai delle Filippine, costretti dal governo spagnolo che controlla l’arcipelago all’arruolamento forzato, saltano giÚ dalle navi e trovano rifugio in Louisiana, negli Stati Uniti.

1770

Di fronte alla repressione politica e religiosa, migliaia di irlandesi di fede cattolica devono abbandonare la madrepatria e partire per il Nord America.

1809

A New Orleans approdano molti abitanti di Santo Domingo, fuggiti dagli scontri che infuocano la colonia caraibica francese.


1830

Gli ebrei lasciano la Germania e l’Impero austriaco a causa dell’antisemitismo.

1845

La Grande Carestia, determinata dalla distruzione dei raccolti delle patate e dalla politica economica britannica, costringe milioni di irlandesi a emigrare in Nord America.

1865

La perdita delle colture costringe molti norvegesi a migrare nel Nord America

1868 1850

La carestia conduce in Nord America anche numerosi svedesi.

I danesi convertiti al mormonismo emigrano negli Stati Uniti per poter professare liberamente la propria religione.

1914

Centinaia di indiani sikh arrivano in Canada, nella Columbia Britannica, a bordo della nave Komagata Maru in cerca di lavoro. Ma l’ingresso nel paese gli viene negato e sono costretti a tornare in India, dove è appena iniziata la Prima guerra mondiale. Nonostante siano cittadini britannici, il governo inglese si rifiuta di accoglierli, uccide diciannove passeggeri e ne imprigiona molti altri.



Respinti

Ruth 18 ANNI

B R E S L AV I A , G E R M A N I A

1939

Se torniamo in Germania, saremo deportati in un campo e uccisi. Le persone stanno morendo nei campi: vengono picchiate e fucilate. Sappiamo che tornare indietro è una condanna a morte.

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Finalmente Ruth era libera. Fece un sospiro di sollievo mentre saliva sul St. Louis. Dopo aver provato a scappare dalla Germania per due anni, la sua famiglia si era assicurata un posto su una delle navi dirette a L’Avana, Cuba. Con Hitler al potere, la famiglia ebrea di Ruth non aveva altra scelta se non partire. Per sei anni le politiche antisemite del Partito Nazista avevano reso la loro vita sempre più difficile. Al padre di Ruth fu proibito di fare l’avvocato, gli appartamenti che possedevano furono confiscati, Ruth e sua sorella Margaret non poterono più andare a scuola con i loro amici non ebrei. Nell’ultimo anno, la situazione si era aggravata. I nazisti incitavano i tedeschi non ebrei ad agire contro quelli ebrei. In una serie di violenti attacchi, che presero il via con “La notte dei cristalli”, i nazisti e i loro sostenitori incendiarono e distrussero migliaia di negozi, case private e luoghi di culto ebraici. Picchiarono, arrestarono e uccisero ebrei tedeschi, cechi e austriaci e rubarono i loro averi. Per scappare dalla Germania, la famiglia di Ruth dovette consegnare quasi tutto ciò che possedeva ai nazisti. Ma ne valse la pena. Ruth, mentre porgeva il suo documento di transito all’ufficiale di bordo, sorrise. Aveva diciotto anni e stava attraversando l’oceano su un bellissimo, lussuoso transatlantico. Presto avrebbe nuotato nella piscina della nave, guardato film al cinema e danzato nella sala da ballo. Non sapeva che in quello stesso momento, dall’altra parte dell’Atlantico, a Cuba, c’era gente che protestava per impedire lo sbarco dei 936 ebrei tedeschi che viaggiavano sul St. Louis e volevano entrare nel paese.

ANT ISE M ITIS MO:

O D IO PE R G L I E B R E I ; O ST I L I T À O D I S CR I M I NA Z IO N E V ERSO G L I E B R E I .


GE R M A N I A

C U BA

Il Partito Nazista, con a capo Adolf Hitler, salĂŹ al potere in Germania nel 1933. Il paese aveva sofferto una grave crisi economica e i nazisti usarono la frustrazione della popolazione per promuovere la campagna razzista. Dichiararono che se avessero liberato il paese dagli ebrei e da altre minoranze, la “razza ariana superioreâ€? avrebbe prosperato. Fino al 1945, sei milioni di ebrei e centinaia di migliaia di altre persone appartenenti a minoranze furono sterminati dai nazisti e dai loro collaboratori.


“Le persone vogliono buttarsi in mare. Dicono che nuotando per due ore si può raggiungere la riva. Preferiscono annegare, piuttosto che tornare indietro. Tornare indietro sarebbe una condanna a morte. Ciò che mi interessa è rimanere viva.”


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