illustrazioni di Marta Kissi
Le avventure di Otto Cipolla di Vivian French con illustrazioni di Marta Kissi Traduzione di Alice Pascutti Per l'edizione italiana © 2017 Editrice Il Castoro Srl viale Andrea Doria 7, 20124 Milano www.castoro-on-line.it info@castoro-on-line.it Pubblicato per la prima volta nel 2016 con il titolo The Adventures of Alfie Onion Copyright testo © 2016 Vivian French Copyright illustrazioni © 2016 Marta Długołęcka Published by arrangement with Walker Books Limited, London SE11 5HJ. All rights reserved. No part of this book may be reproduced, transmitted, broadcast or stored in an information retrieval system in any form or by any means, graphic, electronic or mechanical, including photocopying, taping and recording, without prior written permission from the publisher. ISBN 978-88-6966-202-7
Le avventure di
OTTO CIPOLLA
illustrazioni di Marta Kissi
Ai miei cari amici Nick e John, con affetto V.F. A James, con tutto il mio affetto M.K.
Capitolo uno Molto, molto tempo fa, quando i troll si aggiravano ancora nel buio più fitto delle foreste e gli orchi brontolavano inquieti oltre le colline, c’era un piccolo e normalissimo villaggio chiamato Canalsbury. Anche i suoi abitanti erano normalissimi, e lo stesso si poteva dire di Agata Granell, l’unica figlia dello spazzino del villaggio: normalissima, come tutti gli altri… fino al suo decimo compleanno. Proprio quell’anno, infatti, suo padre le regalò un libro di fiabe. Prima di compiere undici anni, Agata le sapeva tutte a memoria, e prima di compierne dodici aveva deciso che cosa doveva fare nella vita: sposare un principe e vivere per sempre felice e contenta. 1
A sedici anni Agata si era resa conto che questa era una cosa assai improbabile – i principi non venivano a Canalsbury a cercare le principesse. Smise di fare avanti e indietro per la via principale con la sua camicia da notte più bianca e più bella, rilesse tutte le fiabe del libro e cambiò i suoi progetti. Era di un eroe che aveva bisogno, un eroe che partisse all’avventura e facesse ritorno con tutto il necessario al suo Per Sempre Felici e Contenti e Ricchi Sfondati. E siccome non aveva visto nessun eroe aggirarsi nei dintorni di Canalsbury in tutti i suoi sedici anni, se lo sarebbe dovuto procurare da sola. Ciò di cui aveva bisogno era il settimo figlio di un settimo figlio. Secondo il libro, il settimo figlio di un settimo figlio era SEMPRE un eroe. L’unica cosa che doveva fare era trovarne uno. Agata Granell era una ragazza determinata. Se ne andò di villaggio in villaggio e di fattoria in fattoria, e alla fine trovò Garf Cipolla. Garf era il settimo figlio di un allevatore di maiali e, a dirla tutta, i maiali erano l’unica cosa che gli interessava veramente. Ma Agata fu così insistente che per il suo diciottesimo compleanno erano sposati.
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Andarono a vivere alla Fattoria Abbattimaiali e, alcuni anni dopo, arrivò il loro settimo figlio. Agata non poteva essere più felice: finalmente era l’orgogliosa madre del settimo figlio di un settimo figlio. «Sarà un eroe», annunciò, «quindi lo chiameremo Magnifico». Garf Cipolla fece spallucce e tornò dai suoi maiali, lasciando che Agata cominciasse l’addestramento dell’eroe. Un anno dopo, Agata fu leggermente infastidita dall’arrivo di un ottavo figlio, ma mise la culla nel granaio e disse a Yurt, il figlio maggiore, di occuparsi di lui. «Magnifico ha bisogno di me», spiegò. «Un giorno partirà all’avventura e farà ritorno con oro e gioielli e una principessa, e vivremo tutti Per Sempre Felici e Contenti e Ricchi Sfondati.» «Va bene, Ma’», annuì Yurt. «Come si chiama il bambino?» Agata Cipolla sbuffò spazientita. «Non chiederlo a me. Ho già dovuto pensare a sette nomi. Decidi tu.» Yurt studiò il bambino. «Otto», disse. E Otto Cipolla fu.
Capitolo due Quattordici anni dopo, un insolito odore di dolce appena sfornato riempì la cucina della Fattoria Abbattimaiali. «Ecco qua!», disse Agata Cipolla scaraventando il piatto sul tavolo. «Guardate che meraviglia!» «Una torta!», sospirò Yurt. «Wow!» «Wow!», fecero in coro sei dei suoi sette fratelli. La torta era piccola, piena di gobbe e bruciacchiata. Ma era comunque una torta, e se ne vedevano poche alla Fattoria Abbattimaiali. Siccome era sposata con un allevatore di maiali da molti anni, la lista degli ingredienti di Agata era un po’ limitata e salsicce, pasticci di maiale, toast 4
al prosciutto e panini con la pancetta erano le uniche cose che di solito metteva in tavola. «C’è pure la glassa!», disse Kip strabuzzando gli occhi. Uelk, il gemello di Kip, si sporse sul tavolo per guardare. «E sulla glassa c’è una scritta!» Yurt lesse: «Buona fortuna Magnifico!». La signora Cipolla si asciugò le mani sul grembiule unto e sorrise orgogliosa. «Oggi è un giorno speciale», disse. «Lo sapete cosa stiamo festeggiando? Festeggiamo il nostro eroe! Guardate com’è contento!» Sette paia di occhi si voltarono. L’eroe era accasciato su una sedia a capotavola. Sotto il suo consistente sedere c’era un cuscino di velluto ricamato, e in cima allo schienale della sedia era avvolto un festone sbiadito. L’espressione sul suo volto suggeriva che era ben lungi dall’essere contento.
La signora Cipolla estrasse un coltello e tagliò con cura la torta a metà. «Oggi pomeriggio», disse, «il nostro Magnifico partirà all’avventura!». Mise metà torta nel piatto dell’eroe, poi divise l’altra metà in sei fette. «Ma’, e Otto?», chiese Yurt. La madre sembrò seccata. «È strano tagliare sette fette», disse. «A Otto non importa, vero, Otto?» Otto scosse la testa. «Non mi importa, Ma’.» Sotto il tavolo il cane di Otto ringhiò arrabbiato. Si chiamava Biscotto e aveva visto il suo padroncino messo da parte fin troppe volte. «Grrr! Ingiusto ingiusto ingiusto», brontolò fra i den-
ti. Per fortuna Otto era l’unico che lo capiva. «Shhh!», lo avvertì. «Non mi importa, sul serio.» Quando tutti ebbero finito la torta, Agata si avvicinò a una credenza e aprì l’antina con un gesto rapido. Dentro 6
c’era un grosso pacchetto incartato e legato con dello spago. «Sono anni che li conservo», disse, «e adesso è finalmente giunto il momento. Alzati, Magnifico, dobbiamo prepararti». Magnifico fissò sua madre. «Cosa? Che vuoi dire?» Agata sorrise raggiante al suo figlio preferito. «Devi essere vestito nel modo adatto per partire all’avventura. Oggi è il grande giorno, te l’ho detto. È il settimo giorno del settimo mese, e TU, Magnifico Cipolla, sei il settimo figlio di un settimo figlio. Partirai alla conquista della mano di un’adorabile principessa, e sarai presto di ritorno con enormi ricchezze. Finalmente vivremo tutti Felici e Contenti e Ricchi Sfondati! Tutti quanti!» «Anche Otto?», chiese Yurt. Agata annuì. «Anche Otto.» Otto spalancò gli occhi sbalordito. «Quindi non dovrò più dormire nel granaio?» La prospettiva di un futuro tanto luminoso rendeva Agata insolitamente generosa. «Avrai un letto tutto tuo», promise. «Fantastico!», esclamò Otto, fiondandosi ad abbracciare la madre. «Grazie, Ma’!» 7
«È Magnifico che devi ringraziare», gli disse Agata allontanandolo, ma con un tono di voce più gentile del solito. «È lui che ci farà diventare tutti quanti ricchi.» Si voltò verso la credenza e prese il pacchetto. Lo lasciò cadere sul tavolo in mezzo alle briciole, poi sciolse il nodo. «Ecco qui! Un cappello e un paio di stivali con le fibbie d’argento.» Magnifico osservò incerto gli stivali. «Sembrano un po’ piccoli, Ma’.» «È quello che indossano gli eroi», affermò Agata decisa. «È scritto nel mio libro», disse tornando alla credenza. «E guardate qua! Una spada da vero eroe!» Yurt ridacchiò. «È un coltello per il pane.» Agata non si fece scoraggiare. «Funziona quanto una spada. Vostro padre ci ha messo una vita ad affilarlo.» L’eroe sgranò gli occhi. «Perché mi serve una spada?» Agata Cipolla incrociò le braccia. «Suvvia, Magnifico, ti ho letto quelle storie un milione di volte. Devi trovare la principessa, e per strada potresti incontrare dei troll o qualche orco.» 8
Magnifico era verde pallido. «Ma io non voglio incontrare nessun orco. E nemmeno i troll. Non hai mai parlato di troll, Ma’! Dicevi che l’unica cosa che dovevo fare era trovare una principessa e sposarla, e poi sarei diventato ricco e avrei avuto tutta la cioccolata che volevo!» La madre gli diede qualche pacca sul braccio tremante. «Non preoccuparti, cucciolo», lo rassicurò. «Sei il settimo figlio di un settimo figlio. I troll non ti toccheranno. Scapperanno a gambe levate non appena scopriranno chi sei.» «E se invece mi mangiano prima che io riesca a dirgli chi sono?» Magnifico era più verde che mai. «Potrebbero nascondersi dietro a un cespuglio, e piombarmi addosso mentre sono girato dall’altra parte! Come faranno a sapere che sono un eroe se sono impegnati a masticarmi, sgranocchiarmi e trangugiarmi?» Le cose non stavano andando esattamente come Agata Cipolla aveva sperato. Provò a ricordare se qualcuna delle sue storie parlava di un eroe riluttante, e qualcosa le si risvegliò nella memoria. «Ho capito», disse. «Porta Otto con te, così potrà anticipare il tuo arrivo e spiegare chi sei. Moltissimi eroi han9
no un Fedele Servitore. Di solito è un cane. O un cavallo. Ma credo che Otto andrà bene lo stesso.» Magnifico si rallegrò improvvisamente, e Otto fissò speranzoso il pavimento con le farfalle nello stomaco. Qualunque segno che voleva davvero, davvero, DAVVERO partire per un’avventura avrebbe fatto cambiare idea a sua madre, o avrebbe convinto suo fratello a non portarlo con lui. Agata ci stava ancora riflettendo. Più ci pensava, più le sembrava una buona idea. «Otto può portare i bagagli», disse. «E così me lo leverò di torno. Che cosa ne dici Magnifico? Ti piacerebbe avere un Fedele Servitore?» Magnifico era terrorizzato all’idea di dover partire da solo, ma non voleva che Otto pensasse che ci fosse bisogno di lui, quindi fece del suo meglio per far credere al fratello che gli stava facendo un favore. «Direi che può venire.» «Prometti di fare tutto il possibile per aiutare tuo fratello?», domandò Agata, lanciando a Otto un’occhiata severa. Otto annuì. «Promesso. Croce sul cuore!» E ne era davvero convinto. Riuscire nell’impresa signi10
ficava avere un letto tutto suo e, per qualcuno che era abituato a dormire su un mucchio di fieno nel granaio, significava davvero diventare Ricco Sfondato. E così fu deciso: Otto sarebbe partito con Magnifico. Mentre l’eroe indossava cappello, mantello e stivali, Otto raccolse i pochi oggetti che possedeva e li avvolse in un fazzoletto. Sotto il tavolo, Biscotto si drizzò a sedere. Se il suo padroncino partiva all’avventura sarebbe partito anche lui. Si guardò intorno nella cucina, non vide niente che voleva e andò ad aspettare Otto fuori dalla porta. Garf era troppo occupato con i suoi maiali per salutarli, ma Agata Cipolla e i suoi figli si misero in fila per augurare all’eroe buona fortuna e un rapido trionfo. Agata non sapeva se piangere o sorridere estasiata: il suo adorato settimo figlio stava partendo, ma sarebbe tornato col suo Per Sempre Felici e Contenti e Ricchi Sfondati. 11
I fratelli, trascinando i piedi, si avvicinarono per salutare Magnifico con una pacca sulla spalla. Solo Yurt diede un colpetto veloce a Otto, che seguiva Magnifico a debita distanza. «Tieni», disse facendogli scivolare un pacchetto in tasca, «potrebbe esserti utile. Abbi cura di te». Otto sorrise. «Grazie.» La madre sbuffò. «È di Magnifico che dovrebbe avere cura, non di se stesso! E bada bene di farlo, Otto. Non voglio sentire che tuo fratello è stato mangiato e tu invece no!» «No, Ma’», disse Otto, sfoggiando quello che sperava fosse il suo miglior sorriso da non-vedo-l’ora-di-essere-mangiato. La madre lo salutò con un freddo cenno della mano prima di stringere al petto Magnifico per un ultimo abbraccio di addio. Cinque minuti dopo erano in cammino. Otto, davanti, avanzava a fatica sotto il peso di svariati cestini da picnic stracolmi, che avrebbero dovuto impedire all’eroe di morire di fame, e qualche valigia con i vestiti del fratello. Biscotto gli camminava accanto, e scodinzolava pensando all’avventura che li aspettava. Magnifico procedeva dietro di lui con passo pesante, 12
e gettava occhiate nervose a destra e a sinistra, come se si aspettasse di veder comparire troll e orchi da un momento all’altro.
OTTO CIPOLLA sta per partire per una
ISBN 978-88-6966-202-7
€ 12,50
grande avventura. Secondo la mamma, suo fratello Magnifico è destinato a grandi cose... e Otto lo accompagnerà in qualità di Fedele Servitore! Peccato che Magnifico abbia una sola vera passione – il cibo! – e non abbia nessuna voglia di salvare principesse e sgominare orchi e troll nella foresta. Toccherà a Otto darsi da fare, se vuole che la sua famiglia abbia un finale da fiaba che si rispetti. E con l’aiuto di molti amici inaspettati, chissà che non si riveli molto più eroico del previsto!
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