LO PERICO S IPNO I
Mo O’Hara Il mio grosso grasso pesce zombie. È tonnato! illustrazioni di Marek Jagucki Traduzione di Micol Cerato © 2019 Editrice Il Castoro Srl viale Andrea Doria 7, 20124 Milano www.castoro-on-line.it info@castoro-on-line.it Pubblicato per la prima volta nel 2013 da Macmillan Children’s Books, una divisione di Macmillan Publishers Limited con il titolo My Big Fat Zombie Goldfish. The Seaquel copyright testo © Mo O’Hara 2013 copyright illustrazioni © Marek Jagucki 2013 I versi a pagina 119 sono tratti dalla poesia Trees (“Alberi”) di Joyce Kilmer, pubblicata per la prima volta in Trees and Other Poems dalla George H. Doran Company nel 1914. Realizzazione editoriale: Librofficina
ISBN 978-88-6966-417-5
Finito di stampare a gennaio 2019 presso Elcograf S.p.A. - Stabilimento di Cles (TN)
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to e t onna !
ILLUSTRAZIONI DI MAREK JAGUCKI
Capitolo 1 Una strada lunga e tortuosa
Seduto con me sul sedile posteriore dell’auto di papà, Pradeep era più verde degli occhi da pesce zombie di Frankie. A ogni curva le ruote stridevano, e lui diventava ancora più verde. Stavamo andando nel posto che mio padre aveva prenotato per il nostro Grande Weekend Estivo. Di solito era un evento riservato a lui, al mio fratellone Mark (lo Scienziato Diabolico), al papà di Pradeep e a suo fratello Sanj, il Genio Diabolico del Computer. Quest’anno però Sanj avrebbe passato l’estate al campo informatico, e per la prima volta mio padre aveva dichiarato che io e Pradeep eravamo
abbastanza grandi per unirci. Niente avrebbe rovinato quella vacanza! Non Pradeep, sul punto di vomitare per la quinta volta in quattro ore (lo capivo perché quando la nausea aumentava gli compariva in faccia un’espressione sorpresa). Non Sami, la sua sorellina di tre anni, che era dovuta venire con noi perché le nostre mamme, appena saputo che anche io e Pradeep saremmo partiti, avevano prenotato un fine settimana di “Massaggi e Impacchi di Fango”. (Cosa che non riuscivo a capire: le mamme odiano quando hai le scarpe infangate. E odiano ancora di più il fango sul tappeto del soggiorno. Ma a quanto pare lo adorano sulla faccia… boh!) E non 4
ci sarebbe riuscito nemmeno Mark, che non mi rivolgeva la parola da quando aveva scoperto che in vacanza ci saremmo stati anche io, Pradeep e Sami. Speravo la smettesse pure di picchiarmi: allora sì che tutto sarebbe andato alla perfezione. «Sacchetto», ha bofonchiato Pradeep mentre l’auto passava sopra una cunetta. «Sacchetto», ho ripetuto a Sami, che stava sobbalzando accanto a me nel suo seggiolino. Lei ne ha preso uno dalla pila che la mamma di Pradeep gli aveva messo in valigia per il viaggio e me lo ha passato. Io l’ho aperto e l’ho dato a Pradeep. Sua mamma compra su Internet i sacchetti per il vomito super-resistenti che si usano sugli aerei, perché possono contenere un sacco di roba senza rompersi. Puoi farci le migliori bombe d’acqua del mondo, perché scoppiano solo quando colpiscono il bersaglio. A me sembrava un peccato sprecarli per del vomito vero, ma un bambino deve arrangiarsi come può. «Urrrggghhh!» Pradeep ha riempito il sacchetto e si è messo a fissare fuori dal finestrino.
«Siamo già arrivati? Siamo già arrivati?», ha cantilenato Sami. Papà fissava la strada tortuosa davanti a sé. «Ancora una ventina di minuti, più o meno», ha risposto. Il padre di Pradeep stava controllando lo smartphone. «Mancano 21,3 chilometri esatti alla nostra destinazione.» Di lavoro potrebbe fare il navigatore satellitare. Ha la voce perfetta, ascoltandolo ti viene da credere che sappia dove sta andando, anche quando non è così. L’unico problema è che non penso che ci starebbe, sul cruscotto. «Se guardate verso il mare potete vedere il faro», ha detto papà. Io, Pradeep e Sami abbiamo allungato il collo, obbedienti. Il faro era alto e bianco, come un cono gelato alla vaniglia con sopra un ricciolo di panna montata. Ammesso che i coni gelato alla vaniglia possano avere delle luci giganti in cima, ovvio. Dominava la baia, e le onde si infrangevano contro la base. 6
Mark era stravaccato sul sedile dietro al nostro e sfogliava la rivista «Scienziato Diabolico». Il pezzo di copertina di quel numero s’intitolava Come conquistare il mondo in dieci semplici mosse. Aveva gli auricolari infilati nelle orecchie e non aveva nemmeno alzato lo sguardo alle parole di papà. «È fantastico, Mark. Un faro vero», gli ho detto. Lui mi ha lanciato uno sguardo diabolico. «Non c’è niente di fantastico in questa vacanza infestata da idioti.» Si è tirato il cappuccio sulla testa. «L’avete trasformata nella gita più patetica del mondo.» La borsa frigo sotto i piedi di Sami ha cominciato a vibrare. Ho sollevato il coperchio per dare un’occhiata: Frankie, il mio pesciolino zombie, aveva gli occhi verde fosforescente e sbatacchiava le lattine di Coca-Cola con le pinne. Sentire la voce di Mark doveva averlo fatto diventare supermegagitato. Ce l’aveva con lui da quando mio fratello aveva provato ad assassinarlo con la sua brodaglia tossica da Scienziato Diabolico. Per fortuna io e Pradeep l’avevamo riportato in vita
fulminandolo con una pila: da allora eravamo amici e Frankie era diventato la nostra guardia del corpo. Ho sperato che si calmasse presto. «Pesciolino scivolino!», ha urlato Sami. Mi sono voltato verso di lei con un dito sulle labbra. «Shhh!» «Come hai detto, tesoruccio?», ha chiesto il papà di Pradeep. «Ehm… è solo emozionata all’idea di vedere i pesci nel mare», ho buttato lì. Sami ha ridacchiato e io ho richiuso con cura il coperchio della borsa frigo. Per il momento era al sicuro. Mentre guardavamo dal finestrino io e Pradeep abbiamo visto un fitto banco di nebbia aleggiare sopra il faro, avvolgendosi attorno a un cartello a malapena visibile. Ho strizzato gli occhi per leggerlo. benvenuti alla baia delle anguille, diceva a grandi lettere, e poi, in un carattere più piccolo che sembrava fosse stato dipinto solo ieri: non date da mangiare alle anguille! specialmente a quella diabolica! 8
Capitolo 2 L’anguilla diabolica della Baia delle Anguille
Pradeep era ancora verdognolo, ma mi ha lanciato uno sguardo che diceva: “Sbaglio o quel cartello parlava di un’anguilla diabolica? Perché ogni volta che andiamo da qualche parte dobbiamo trovare qualcosa di diabolico?”. Nello stesso momento la sua bocca ha detto: «Altro sacchetto». Io ho capito alla grande la sua occhiata e gliene ho lanciata una in risposta (“Dobbiamo scoprirlo!”) mentre gli passavo il sacchetto. Chi ha detto che i bambini non sanno fare più cose contemporaneamente? Siamo arrivati al faro proprio mentre cominciava a far buio: la lanterna splendeva nella nebbia e 10
mi sembrava di essere sul set di un vecchio film dell’orrore. Mi sono venuti i brividi, avevo la tremenda sensazione che un esercito di millepiedi si fosse risvegliato nel mio stomaco. Appena è sceso dall’auto Pradeep è diventato un po’ meno verde, e ha buttato un mucchio di sacchetti di vomito nel cestino della spazzatura accanto al vialetto. Sami è saltata giù ed è corsa da suo papà. «Voglio vedere il mare!», ha strillato. «Adesso no, tesoruccio», ha risposto lui prendendosela sulle spalle. «Il mare domani. Stasera cena, poi a letto.» Mark è scivolato fuori dall’auto e si è guardato intorno. «Stupido faro.» Ha fissato me e Pradeep. «Stupidi idioti. Stupida vacanza.» Io sono saltato a terra e con l’aiuto di Pradeep ho tirato giù la borsa frigo. «Coraggio, Mark», ha esclamato papà. Non aveva ancora capito che tentare di fargli provare un po’ di entusiasmo per qualcosa che non fosse diabolico era una causa persa. «Sarà divertente. Domani andremo a pesca.»
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e tornato… piu vendicativo che mai!
Frankie è un GROSSO GRASSO PESCE ZOMBIE con poteri ipnotici e un cervello pensante. Quando il suo padrone Tom lo porta con sé per un weekend al mare, Frankie si trova faccia a faccia con una diabolica anguilla zombie: che abbia finalmente trovato un nemico degno di lui? Ma non è tutto: nella seconda storia finirà sotto le luci della ribalta, protagonista assoluto della recita scolastica!
due grosse grasse storie pesciose che ti terranno incollato alla pagina e ti faranno ridere a crepapelle!
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pericolo ipnosi
€ 9,90
ISBN 978-88-6966-417-5
www.castoro-on-line.it