Ursula Vernon
L’INCANTESIMO delle BALLERINE
Ursula Vernon Principessa criceta. L’incantesimo delle ballerine Traduzione di Sara Marconi © 2018 Editrice Il Castoro Srl viale Andrea Doria 7, 20124 Milano www.castoro-on-line.it info@castoro-on-line.it
Titolo originale: Hamster Princess. Of Mice and Magic Pubblicato in accordo con Dial Books for Young Readers, an imprint of Penguin Young Readers Group, a division of Penguin Random House LLC. All rights reserved including the right of reproduction in whole or in part in any form. Copyright © 2016 by Ursula Vernon ISBN 978-88-6966-313-0
Ursula Vernon
SIMO delle BALLER E T N A INE ’L INC
Traduzione di Sara Marconi
Per i molti amici di Rooster the Paladin. Weasel Invicti!
carlotta
Alfredo, la sua fedele quaglia da combattimento
CAPITOLO 1
C
’era una volta, in un regno non molto lontano, una fiera guerriera criceta che si chiamava
Carlotta Cricetoldi.
I genitori di Carlotta erano un re e una regina, perciò lei era di diritto una principessa; ma le interessava di piÚ combattere mostri che non dedicarsi alla maggior parte dei normali passatempi da principessa. Fino a pochi mesi prima era stata invincibile grazie a un incantesimo andato storto, ma adesso era rimasta soltanto una criceta molto, molto testarda. 1
Era anche un po’ arrabbiata perchÊ aveva dovuto smettere di tuffarsi da scogliere altissime. I tuffi dalle scogliere sono uno sport meraviglioso se sei invincibile, ma un po’ meno meraviglioso se puoi romperti tutte le ossa.
«Non so, Alfredo», disse. «Se torno a casa la mamma cercherà di farmi prendere lezioni di portamento. E dubito di riuscire a sopportare ancora di andare in giro con un libro in equilibrio sulla testa.» «Qwerk…?», chiese Alfredo, che in quagliese voleva dire: «Ok, ma allora cosa farai?». «Mi serve un’avventura», rispose Carlotta. «Ho bisogno di qualcosa da fare! Ho quasi dodici anni e mezzo! Sai da quanto tempo non combatto contro un orco?» «Qwerk», disse Alfredo, che in quagliese voleva dire: «Sette settimane e mezza».
QUELLO NON CONTAVA. ERA ALTO POCO PIÙ DI DUE METRI.
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Qwer-r-r-k…
E POI GLI È USCITO IL SANGUE DAL NASO, SI È MESSO A PIANGERE E HO DOVUTO DARGLI UN FAZZOLETTO. NON CI SONO PIÙ GLI ORCHI DI UNA VOLTA.
Carlotta decise che il problema era che si annoiava. Tutti i mostri avevano sentito parlare di lei. 4
Molti di loro avevano smesso di mangiare persone ed erano diventati vegetariani convinti, perchÊ lei non potesse fargli visita e fargli male con la sua spada. Per quanto riguarda le giostre e i tornei, avevano introdotto la regola per cui se avevi vinto negli ultimi tre anni ed eri una criceta il cui nome cominciava per C dovevi farti da parte e lasciare che ci provassero anche gli altri. Si era allontanata da casa da tre settimane alla ricerca di qualcosa da fare‌ ma non aveva trovato niente.
Ăˆ UN COMPLOTTO! IL MONDO INTERO VUOLE CHE IO MI ANNOI!
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«Qwerrk», disse Alfredo, ma lo disse sottovoce. Alfredo sapeva che in una terra infestata da draghi, orchi, cavalieri neri e malefici spaventosi non c’era nulla di più pericoloso di Carlotta quando era annoiata. Carlotta stava cavalcando Alfredo al trotto quando sentì una voce che proveniva dal ciglio della strada.
«O buon eroe, ti supplico: ferma il tuo cammino per aiutare una povera vecchietta…» 6
La criceta tirò le redini della sua quaglia e guardò sospettosa in direzione della voce. C’era una vecchina seduta su un sasso sul ciglio della strada. Era un topo di campagna dal muso allungato, il topo di campagna più piccolo, più vecchio, più malridotto che Carlotta avesse mai visto. «Ti scongiuro, o potente cavaliere, dona una crosta di pane a una misera vecchia che muore di fame…», implorò la topolina di campagna. Aveva una vocina debole e scricchiolante che sembrava il cigolio di una vecchia porta sotto la pioggia.
Ora: Carlotta aveva una certa esperienza di topofate-madrine e topofate-malvagie e streghe e incantesimi. E in più era piuttosto sveglia. Nessuno parla davvero così, si disse. E siamo a sei ore dal paese più vicino, il che significa che questa vecchietta si dev’essere fatta una gran bella camminata per arrivare fin qui. Di regola bisogna essere sempre gentili con tutti, ovviamente. Ma se ci si trova a vagare per una landa magica, e una vecchietta ti chiede aiuto, ti conviene essere particolarmente gentile con lei: non si sa mai. Altrimenti ti potrebbe succedere di risvegliarti con dei lombrichi che ti escono dalla bocca ogni volta che parli, o con qualche altra punizione magica altrettanto orribile. «Ma certo!», rispose Carlotta, scendendo da Alfredo e mettendosi a frugare nelle sue bisacce. «Ne sarei felice. Pranziamo insieme!» 8
Aveva con sé due panini al formaggio e alcune carote per il pranzo. Per essere più tranquilla diede alla vecchia topolina di campagna la metà più grande delle carote e un panino. Si assicurò anche di avere la spada a portata di mano. Con le fate non si può mai sapere. SEI MOLTO GENTILE CON QUESTA POVERA VECCHINA, TESORO.
HM. SÌ, CERTO…
La topolina di campagna si pappò il panino e quasi tutte le carote e anche la tortina che Carlotta contava di mangiare come dolce. Poi fece un ruttino. Bello forte. «Grazie, tesorino», disse, dandole una pacca affettuosa sul ginocchio. «Sei stata molto gentile.» «Sono felice di esserti stata d’aiuto», rispose Carlotta. La topolina le diede una specie di carezza sul naso con un lungo unghione. LA GENTILEZZA DEVE SEMPRE ESSERE RICOMPENSATA. SAI CHI SONO, CRICETINA?
UNA FATA.
BE’, SÌ, SONO UNA FATA…
Ci fu una breve pausa imbarazzata. «Ho capito», disse la topolina con una voce molto meno tremebonda. «Te ne eri accorta, vero?» «Mi dispiace», rispose Carlotta. «Sei un po’ troppo lontana dalla città per essere una vera vecchietta. E il tuo tono da vecchietta-in-pericolo era decisamente eccessivo. Inoltre…», si schiarì la voce, «c’è la questione dell’ombra: non ce l’hai». «Santi numi!», brontolò la vecchietta, fischiando forte. La sua ombra, che se ne era andata a saltellare insieme ad alcune ombre di foglie di salice, balzò su e tornò rapida strisciando sull’erba. 11
Le si incollò ai piedi e restò lì triste e imbarazzata. «Che disastro! La lasci scappare una volta e subito prende l’abitudine di andarsene a spasso», si lamentò la vecchia topolina accigliata.
VABBÈ. VOLEVO AFFIDARTI UNA MISSIONE… LO AVEVO CAPITO.
«Che risposta tagliente, rischi di farti male da sola», disse la topolina di campagna, arrabbiata. «Ok. Lasciamo stare. Aspetterò un altro eroe.» Carlotta sospirò. Con le fate il problema era quello: ce n’erano di molto permalose.
SE LA MISSIONE È GIÀ programmata, IO SONO ANCORA DISPONIBILE.
NO, NO. VEDO CHE SEI IMPEGNATA. NON VORREI COSTRINGERTI.
EDDAI… TI HO DATO LA MIA TORTINA, NO?
«Be’…» «Può darsi che lì dentro io abbia un’altra tortina», disse Carlotta. «L’avevo tenuta per Alfredo, ma se ci invii entrambi in missione…» «Qwerk!», sbottò Alfredo, seccato. Era la sua tortina! «È un’ottima missione», disse la vecchia topolina. «Non vorrei sprecarla con una persona a caso.»
È AL CIOCCOLATO. CON SOPRA TANTI SEMINI…
Qwerrrrk!?
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«E va bene!», disse la topo-fata, afferrando la tortina e divorandola in tre morsi. (I topolini di campagna sono quasi sempre affamati.) Si leccò i baffi pieni di glassa e fece segno a Carlotta di sedersi sulla roccia, vicino a lei. «Siediti, tesoro, e ti racconterò la storia delle Dodici Topo-Principesse Danzanti…»
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La Principessa Carlotta
non ha paura di niente!
i dodici te parlare d n se i ld to e c ficio arlotta Cri da un male Quando C e tt re st o che c’è?! c topine ere l’unica ss e i principesse d Alla fine è sa , tta la notte essa st i le , andato tutto a ballare tu o tt tu arle. Dopo lv sa e ò il u ib p bene. rr e ch re alla te sopravvive è riuscita a rega! e di una st n io iz d le a m rincipesse, dre delle p a p il se a ort un eroe E non imp e in mente ss e v a i, p o il re dei T ncipi sono ... I bei pri o rs e iv d ’ o un p sì, sono valutati! così soprav una Criceta. e allora?
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Cover art © 2016 Ursula Vernon Cover design di Jennifer Kelly
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