Rigo e Rosa
Lorenz Pauli Kathrin Schärer
Rigo era un leopardo persiano dello zoo di Berna, nato nel 1993. Quando morì, nell’estate del 2010, tutte le principali testate svizzere riportarono la notizia. Lorenz Pauli scrisse la sua storia e quella della sua piccola amica Rosa sulle colonne della rivista «bärn!». E quei primi testi sono stati il punto di partenza per il libro.
Grazie a Michèle e Noè Freiburghaus.
Editrice Il Castoro è socia di IBBY Italia
Leggere per crescere liberi
Rigo e Rosa di Lorenz Pauli illustrazioni di Kathrin Schärer Traduzione di Alessandra Valtieri © 2019 Editrice Il Castoro Srl viale Andrea Doria 7, 20124 Milano www.castoro-on-line.it info@castoro-on-line.it
Titolo originale Rigo und Rosa Pubblicato da Atlantis, an Imprint of Orell Füssli Verlag, Copyright © 2016 Orell Füssli Sicherheitsdruck AG, Zurich. All rights reserved. Questo libro è stato pubblicato e tradotto grazie al sostegno economico di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura
ISBN 978-88-6966-433-5
Rigo  e Rosa
Lorenz Pauli Kathrin Schärer
Traduzione di Alessandra Valtieri
Sicurissimo Ai leopardi piace dormire. E Rigo era un leopardo. Proprio così: il leopardo dello zoo. Di solito allo zoo si dorme bene. Forse persino meglio che in libertà. Ma ora, di dormire, proprio non se ne parlava. Qualcuno stava piangendo. Rigo si sarebbe tappato volentieri le orecchie con le zampe, se non le avesse usate come cuscino. Il pianto non accennava a smettere. Rigo aprì un occhio e sbirciò tutt’intorno. Eccolo lì. Un topolino. Era lui che piangeva. «Gli chiedo cos’ha o me lo mangio?», pensò Rigo. «Bah! Chiediamo. A mangiarlo, sono sempre in tempo. Il contrario è più difficile. «Cos’è tutto questo baccano?», chiese il leopardo. «Non riesco a dormire», disse il topolino fra i singhiozzi. «E perché?» «Perché ho paura degli animali cattivi.»
«Ah», fece Rigo. «Però, forse, se mi proteggi tu...?», disse il topolino. «Io proteggere te?», sbuffò il leopardo. Rigo si avvicinò di qualche passo e squadrò il topolino. «Questa sì che è bella! Di’ un po’: come ti chiami?» «Rosa. Allora, mi proteggi?»
Rigo girò intorno al topolino. Dopo di che si sedette maestoso e fiero accanto a Rosa, la guardò e disse: «Ora dormi». Il topolino ci provò. Ma poi scosse la testa. «Mi serve qualcosa di morbido da stringere...» Il leopardo ruggì piano, si sdraiò e Rosa sprofondò nella sua soffice pelliccia. «Saresti così gentile da coprirmi un po’...?» Rigo avvolse la coda intorno a Rosa, lasciandole fuori solo il musetto. «Mi canteresti una canzone?» Il leopardo sospirò. Poi le cantò la canzoncina della poiana nella savana e di Peppa nella steppa. Un attimo prima di addormentarsi, Rosa alzò di nuovo la testa: «Sei sicuro sicuro che gli animali cattivi non verranno?».
ÂŤSicurissimoÂť, disse Rigo sbadigliando. E le sue lunghe zanne brillarono alla luce della luna.
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Presentazioni Rigo si svegliò. Rosa era ancora rannicchiata nella sua pelliccia. Rigo avrebbe voluto sgranchirsi un po’, perché le sue vecchie ossa erano rattrappite per il freddo della notte. Ma non voleva svegliare il topolino. Sbadigliò più piano che poté e annusò l’aria dell’est, in direzione dell’alba. Un piccione tubava sul tetto del rifugio degli alci. Le zebre dormivano ancora. Quando abbassò la testa per guardare Rosa, lei gli sorrise e si stiracchiò. Poi disse: «Finalmente ti sei svegliato! Io sono sveglia da un sacco di tempo, ma sono rimasta ferma ferma per non disturbarti». Rigo sorrise. «Ma come siamo gentili! Fin troppo, direi. Non sarà, forse, perché ancora non ci conosciamo bene?»
Rosa annuì. «Credo di sì», disse. «Allora mi presento: sono un topo peruviano di palude montana. Specie rara. Rarissima! Pensa che siamo solo dodici esemplari in tutto il mondo. Siamo famosi per i nostri nidi, che tessiamo con i peli dei lama. E sono così belli, che spesso ce li rubano gli uccelli...» Rigo era molto colpito. «Non sapevo che tu fossi un topo peruviano di palude montana.» Rosa scoppiò a ridere. «Ma dai! Non esistono i topi peruviani di palude montana! Me li sono inventati! Suonava così bene! E poi volevo sentirmi un po’ speciale.» «Eh! Quanto a birbanteria lo sei di sicuro», disse Rigo. «E così, ora, ti conosco un po’ meglio. Per esempio so che non devo credere a tutto quello che dici. Ma anche che sei bravissima a raccontare le storie. Ora ti racconto io qualcosa di me: so muovermi senza fare rumore. Nessuno può sentirmi quando mi avvicino furtivo alle prede.» Rosa rise. «Ora ti conosco meglio anch’io: so che non ci senti più tanto bene, altrimenti ti saresti accorto che ti scricchiolano le ossa, quando cammini. Ma non importa. Tanto non devi mica cacciare! Il pranzo te lo porta il guardiano. Dei bei pezzi di carne fresca...» Questo, Rigo, proprio non se l’aspettava. «Tu sai che sono carnivoro? E io che non volevo dirtelo per non spaventarti!»
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Rosa accarezzò la pelliccia morbida del leopardo. «Tu puoi dirmi tutto. Così impariamo a conoscerci meglio. E se ci sarà qualcosa che preferisco non sentire, farò finta di essere anch’io un po’ dura d’orecchio.» Ora Rigo aveva proprio bisogno di sgranchirsi le ossa. «Potresti scendere un momento? Devo alzarmi.» Rosa rimase rannicchiata nella calda pelliccia del leopardo. «Come, scusa?», gridò. «Non ho sentito!»
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Rosa si sedette sulla zampa di Rigo e lasciò dondolare le gambe. «Te lo immagini, Rigo, se ci fosse un libro che racconta di noi?» Rigo rise. «Oh, Rosa. Un leopardo e un topolino… Non ci crederebbe nessuno. E soprattutto: la nostra amicizia è così calda e colorata e grande e piena. Non entrerebbe mai tutta in un libro.» La storia di un’amicizia molto speciale in 28 racconti brevi magnificamente illustrati.
€ 13,50 ISBN 978-88-6966-433-5
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