Le colline della memoria. Un progetto di recupero per il castello di Montelabbate

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le colline della memoria | un progetto di recupero per il Castello di Montelabbate rilievo dello stato di conservazione 2014 | Caterina Rigo | UniversitĂ IUAV di Venezia


PLANIMETRIA GENERALE DELLO STATO DI FATTO | --- tracce dell’antico edificato


le colline della memoria Il mio monte l’abbate si trovava di modo che se per avventura lo Isauro fiume, che hora Foglia si chiama, non mutava il letto, e non si scostava, di necessità cadeva in manifesta ruina, però che l’acqua correndo tirava à lame il terren molle, à poco à poco mancava il monte e dietro quello ne veniva il castello. G. G. Leonardi, Libro delle fortificazioni de nostri tempi

il castello di Montelabbate Le colline situate tra Pesaro e Urbino, così come altre zone limitrofe, sono state nei secoli teatro di numerose vicende di interesse storico. Dalle contese territoriali dell’alto medioevo fino al passaggio della Linea Gotica durante la Seconda Guerra Mondiale, il paesaggio di Montelabbate è stato nei secoli segnato dagli eventi. Alle diverse epoche storiche corrispondono le azioni insediative che si sono succedute, consolidate oggi in un modello urbanistico molto comune nel centro Italia, un sistema a pettine che predilige le valli formate dai fiumi che dagli Appennini scendono al mare. Lo sviluppo industriale più recente ha acuito la differenza di urbanizzazione tra le valli e il contesto collinare. Quello che resta, lungo le colline pesaresi, sono i vecchi borghi fortificati costruiti all’epoca del Montefeltro.

Il caso di Montelabbate è significativo rispetto agli altri castelli limitrofi, non solo per le dimensioni o la conformazione della struttura. Dopo aver perso il suo ruolo strategico, e in seguito ad una serie di eventi idrogeologici che ne ha compromesso la stabilità, è stato gradualmente abbandonato, e quasi dimenticato anche da chi ci vive a stretto contatto.

rovine Fatta eccezione per le mura perimetrali, quello che oggi resta dell’antico castello di Montelabbate è il torrione di levante, ancora strutturalmente in buono stato grazie al restauro del 1981, e l’oratorio di San Rocco, che versa in pessime condizioni in seguito ai crolli avvenuti negli ultimi due anni. Il rilievo effettuato riguarda l’oratorio di San Rocco e si concentra nella stanza ad ovest, l’unica oggi accessibile. L’accesso al torrione non è più possibile a causa di una frana avvenuta negli anni ‘90.



storia

gli effetti del tempo

Ciò che oggi resta a memoria dell’antico castello di Montelabbate è il torrione di levante e parte delle pareti dell’oratorio di San Rocco. Le mura che circondano il castello sono crollate in alcuni punti, ma per il resto sono state solamente aggredite dalla vegetazione e risultano ancora visibili. Sulla sommità del castello si trovano tre abitazioni private.

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lo stato di fatto I disegni qui riportati sono stati ottenuti con delle misurazioni effettuate nel sopralluogo della stanza posta più ad ovest, e ridisegnando il rilievo realizzato dalla Soprintendenza in occasione del restauro del torrione risalente al 1981. Fonte: Archivio Comunale di Montelabbate, disegni originali di Leone Podrini

ricostruzione delle fasi di edi�icazione _mura di antica edificazione, con successivi restauri nel XV secolo realizzati sotto il dominio di Francesco Sforza. Oggi lo spiccato murario è parzialmente visibile perché ricoperto da vegetazione spontanea. _torrione di levante, costruito nella seconda metà del XV secolo, sotto il dominio di Francesco Sforza, adibito a carcere. Alcuni particolari ricordano le architetture militari di Francesco di Giorgio Martini. Anche se nel 1981 il restauro parziale ad opera della Soprintendenza ne ha permesso il recupero consolidando la struttura, oggi l’antica prigione non è più visitabile a causa di una frana esterna che non consente l’accesso agli ambienti sovrastanti.

_oratorio di San Rocco e costruzioni attigue, sicuramente posteriori al XVI secolo. L’oratorio fu edificato sul luogo in cui sorgeva la chiesa di San Martino, demolita nel 1749 in seguito a un evento franoso che ne aveva danneggiato una parte. La copertura dell’oratorio è crollata negli ultimi anni, ad eccezione della parte più ad est interessata dal restauro del 1981. _vano con volta a botte, sepolcro della chiesa di San Rocco che fu utilizzata come cimitero durante il periodo napoleonico. Ad oggi vi si accede attraverso una botola dal piano superiore.


rilievo stratigra�ico di una parete

QUALIFICAZIONE DEI PERIMETRI CERTI IN BORDI

SIMBOLI INDICATORI DI RAPPORTO STRATIGRAFICO

Falso bordo di strato, bordo formato da appoggio su corpo rigido preesistente

Rapporto stratigrafico "si lega a ...", corrispondente a contemporaneità e coerenza stratigrafica accertata di due unità di superficie diverse

Bordo termine di interfaccia negativa, semplice bordo di demolizione

Rapporto stratigrafico "si appoggia, si addossa, copre..."; simbolo applicato sulla parete che copre, ...,ecc. Indicarapporto di anteriorità/posteriorità (la superficie con le frecce è posteriore)

QUALIFICAZIONE DELLE SUPERFICI

Rapporto stratigrafico rompe/ è rotto, taglia/ è tagliato, applicato al perimetro della superficie che è tagliata (e perciò preesistente)

Falsa superficie, generata da appoggio a corpo preesistente

EVIDENZIATORI GRAFICI DELLA SEZIONE STRATIGRAFICA ESISTENTE AL PERIMETRO TRA SUPERFICI DIVERSE

IDENTIFICAZIONE DELLE UNITA' STRATIGRAFICHE E DEGLI ELEMENTI ARCHITETTONICI

Strato di intonaco che copre la muratura

US - Unità Stratigrafica muraria o di rivestimento (numerazione con le migliaia) Unità Stratigrafica negativa, di taglio

Strato di intonaco che copre un altro strato di intonaco

Indicatore di piani diversi tra le superfici di murature

QUALIFICAZIONE DEI PERIMETRI CERTI IN BORDI Falso bordo di strato, bordo formato da appoggio su corpo rigido preesistente Bordo termine di interfaccia negativa, semplice bordo di demolizione

QUALIFICAZIONE DELLE SUPERFICI Falsa superficie, generata da appoggio a corpo preesistente

EVIDENZIATORI GRAFICI DELLA SEZIONE STRATIGRAFICA ESISTENTE AL PERIMETRO TRA SUPERFICI DIVERSE Strato di intonaco che copre la muratura

EA - Elementi architettonici (numerazione con le centinaia) Elemento architettonico negativo, derivante da azione di taglio

SIMBOLI INDICATORI DI RAPPORTO STRATIGRAFICO Rapporto stratigrafico "si lega a ...", corrispondente a contemporaneità e coerenza stratigrafica accertata di due unità di superficie diverse Rapporto stratigrafico "si appoggia, si addossa, copre..."; simbolo applicato sulla parete che copre, ...,ecc. Indicarapporto di anteriorità/posteriorità (la superficie con le frecce è posteriore) Rapporto stratigrafico rompe/ è rotto, taglia/ è tagliato, applicato al perimetro della superficie che è tagliata (e perciò preesistente)

IDENTIFICAZIONE DELLE UNITA' STRATIGRAFICHE E DEGLI ELEMENTI ARCHITETTONICI US - Unità Stratigrafica muraria o di rivestimento (numerazione con le migliaia) Unità Stratigrafica negativa, di taglio

Strato di intonaco che copre un altro strato di intonaco

Indicatore di piani diversi tra le superfici di murature

EA - Elementi architettonici (numerazione con le centinaia) Elemento architettonico negativo, derivante da azione di taglio

dettagli della parete analizzata | finestra | attacco solaio di copertura | frattura

La parete presa in analisi per il rilievo stratigrafico è in muratura con diversi strati di intonaco ancora presenti in alcuni punti. Si tratta di quattro strati di intonaco cementizio, più esternamente si notano due strati azzurri presumibilmente databili alla fine dell’800, primi anni del ‘900, vista la colorazione. Nell’unità stratigrafica 1005 è visibile una stuccatura successiva. Su tutte le pareti della stanza sono visibili numerose fratture di recente formazione. Lo spazio si articolava in origine su due piani, come deducibile dalla disposizione delle aperture. La presenza di un vecchio solaio appena sopra alla finestra del piano terra è intuibile in particolare dalle unità stratigrafiche 1006 e T1001 e dalla mensola in legno classificata come elemento architettonico 104.


storia Si racconta che piovesse a dirotto, la sera di quell’8 Novembre 1443. Calate le tenebre, migliaia di uomini si addentravano nel freddo e nel buio di queste campagne per affrontarsi in una feroce battaglia. Era la sanguinosa notte di Monteluro.

gli eventi nel tempo

In questo periodo vengono rinforzate le mura e presso l’antica residenza abbaziale viene edificata una rocca.

XII secolo

L’abate del vicino monastero di San Tommaso in Foglia trasferisce la propria residenza presso il castello di Montelabbate (probabilmente già esistente e facente parte della dotazione originaria del monastero) per difendersi dalle scorrerie dei ribelli del comune di Pesaro e degli urbinati confinanti.

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1285

Il Castello passa nelle mani dei Malatesta signori di Pesaro.

1413

Il Signore di Pesaro Malatesta de’ Malatesti detto il Senatore, per fini politico-economici, ordina la distruzione di tutti i documenti conservati negli archivi ecclesiastici del pesarese. Anche l’archivio dell’abbazia di San Tommaso in Foglia viene distrutto.

Il fortilizio verrà utilizzato come rifugio dalle truppe di Francesco Sforza e in seguito da quelle di Niccolò Piccinino. Il castello viene liberato da Sigismondo Malatesta in seguito alla sanguinosa battaglia di Monteluro, avvenuta nella notte dell’8 Novembre 1443.

1443

Durante diverse vicende belliche che precedono la fine della signoria dei Malatesta, il castello di Montelabbate si rivela un importante punto strategico per controllare il sottostante “passo del fiume Foglia”.

1444

In febbraio Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, s’impossessa del castello.


Costanzo Sforza provvede al restauro delle mura e alla costruzione del torrione di levante, ancora oggi visibile. Viene edificata una struttura di raccordo tra la residenza degli abati e la rocca malatestiana, costituita da un ampio loggiato sotto un coronamento di merli ghibellini. Francesco Mingucci, Castello di Montelabbate, 1626.

Alcune parti del castello cominciano a cadere in rovina, la base del colle viene erosa dal fiume. Osserva Giovan Giacomo Leonardi nel suo trattato su “Le fortificazioni dè nostri tempi”:

[L’uditore apostolico] giunse al Palazzo ch’era una volta di residenza del medesimo Signor Conte e che si vede compreso nell’Investitura, ma che fu trovato quasi diruto […] dichiarò, e dichiara, che quello spetta e appartiene al Santo Padre, alla Santa Sede e Camera Apostolica […]. In mancanza di porta entrò però nel diruto edificio, passeggiò nel medesimo, si affacciò alle finestre e fece ogni altro atto dimostrante l’acquistato reale e corporale possesso.

“Il mio monte l’abbate si trovava di modo che se per avventura lo Isauro fiume, che hora Foglia si chiama, non mutava il letto, e non si scostava, di necessità cadeva in manifesta ruina, però che l’acqua correndo tirava à lame il terren molle, à poco à poco mancava il monte e dietro quello ne veniva il castello”

1445

Il 20 marzo gli abitanti del castello di Montelabbate giurano fedeltà ad Alessandro Sforza, nuovo signore di Pesaro. Il 22 giugno Francesco Sforza, giunto ad aiutare il fratello Alessandro, pone il suo accampamento presso il castello. La dominazione sforzesca rappresenta per il castello di Montelabbate un periodo di grande floridezza e di numerose trasformazioni.

1512

Pesaro passa sotto il dominio dei Della Rovere. Montelabbate comincia a perdere la sua importanza strategica, e verrà utilizzato solo come residenza dai signori di Pesaro.

1540

Il 26 luglio il duca di Urbino Guidubaldo II della Rovere concede in feudo il castello di Montelabbate a Giovan Giacomo Leonardi, insigne giureconsulto e suo ambasciatore a Venezia, oltre che esperto architetto militare. Ha così inizio la dinastia dei Leonardi Della Rovere, che regnerà su Montelabbate per 264 anni.

1749

Una frana fa precipitare una parte del castello e danneggia gravemente la chiesa di San Martino che viene demolita. La sede parrocchiale è trasferita presso la chiesa di San Sebastiano, situata fuori delle mura. Inizia il lento e progressivo spopolamento del castello.

1758

Sul luogo della chiesa di San Martino viene edificata la cappella di San Rocco, ancora oggi esistente.

1804

Il 6 agosto il conte Francesco Antonio Leonardi della Rovere muore senza eredi e con lui si estingue la dinastia dei conti di Montelabbate. Il 25 agosto un rappresentante del legato apostolico giunge a Montelabbate per immettere il suo castello e il suo territorio alle dirette dipendenze della Reverenda camera apostolica.

1808

Occupazione napoleonica.

1814

Restaurazione del governo pontificio, durato fino all’Unità d’Italia.


30 agosto 1944. Dopo il raggiungimento di Quota 111 i canadesi del Perth decidono di attendere l’addensarsi delle tenebre, mentre dalla vallata l’artiglieria amica cerca di eliminare le postazioni di cannoni e mitragliatori tedeschi che vomitano un fuoco incessante dalle casematte del soprastante crinale. Poco prima della mezzanotte, una compagnia del reggimento canadese con un’audace azione si muove sul fianco della collina e sorprende i tedeschi alle spalle sulla più alta Quota 147. La prima breccia nella Linea Gotica è aperta.

1862

Il parroco don Paolo Bonaparte fa erigere il campanile sul torrione di levante.

1944

Seconda Guerra Mondiale: passaggio delle truppe alleate e sfondamento della Linea Gotica. A questo periodo, sembra, risale la dispersione dell’archivio comunale di Montelabbate.

Nell’immagine, il caporale L. Charette del West Nova Scotia Regiment in una trincea durante l’avanzata verso la Linea Gotica nei pressi di Montelabbate.

1981

Restauro del torrione di levante ad opera della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici delle Marche.

2012

Crollo parziale della parte attigua all’oratorio di San Rocco, non interessata dall’intervento di restauro degli anni ’80.


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