DOOR-MAGAZINE-LA-REPUBBLICA

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Non solo poltrone, tavoli e lampade. La cultura del progetto oggi più che mai detta i codici espressivi di gioielli, orologi, carte da parati, libri, calzature, automobili, elettrodomestici... In questa sezione, alcuni oggetti che esprimono al meglio l’irrefrenabile voglia di cambiamento. E la caparbia ricerca di bellezza in ogni sua forma

TUTTO È DESIGN

Il mobile Quetzal di Atelier Oï per la collezione Objets Nomades di Louis Vuitton.

SULLE ALI DELLA LIBERTÀ

Se qualcuno prova a metterlo in gabbia, il quetzal smette di mangiare e si lascia morire. È anche per questo innato e irrinunciabile senso di libertà che il Pharomachrus mocinno è dai tempi di Maya e Atzechi che viene venerato come animale sacro.

Proprio al quetzal si sono ispirati i designer di Atelier Oï (lo studio svizzero fondato nel 1991 da Aurel Aebi, Armand Louis e Patrick Reymond) per progettare un grande mobile costituito da tredici “piume” rigide e sinuose ricoperte da due

lembi di pelle Louis Vuitton, blu da un lato e verde dall’altro con i profili tinti di rosso. La piuma finale, più lunga per dare equilibrio al mobile è rivestita di pelle rossa e richiama il petto vermiglio dei volatili.

Tra i nuovi progetti della collezione Objets Nomades di Louis Vuitton, Quetzal sarà mostrato in anteprima mondiale alla Milano Design Week dal 19 al 23 aprile in una installazione site specific a Palazzo Serbelloni che ne svelerà tutta la sua forza espressiva e poetica.

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di MARCO ROMANI Foto ©Lacombe courtesy Louis Vuitton

I PONTEGGI DEL TEMPO

di GIOVANNI AUDIFFREDI C’è un progetto e un’architettura in ogni orologio. Lo scheletrato è proiezione estetica di questa natura. In un’alternanza di quadrati e sfere, imbrigliati e sostenuti da un reticolato di ponteggi, si manifesta l’identità del nuovo Cartier Santos-Dumont. È un orologio che ha la primogenitura nel 1904 e l’ultima reinterpretazione nel 2019. In questa versione ha la grazia di un dettaglio, in basso a sinistra: l’immagine della Demoiselle, una macchina volante monoplano ideata dal pioniere dell’aviazione, il franco-brasiliano

Alberto Santos-Dumont, nel 1907. Insomma, si vola alto.

PEOPLE & PLACES <$$PN> Credito foto
Cartier Santos-Dumont, in acciaio, cassa 31 mm, spessa 8, movimento calibro automatico 9629 MC. Cinturino in alligatore.

IL SUONO DELL’ACCA

Nata tre anni fa in un piccolo centro a un’ora da Francoforte, Luphonic ha in catalogo due giradischi, il più economico H1 e il più recente e costoso H2 (nella foto). In comune hanno il telaio a vista a forma di H, composto da due strati esterni rigidi e uno intermedio in schiuma di gomma, per ridurre al minimo le vibrazioni. «Non troverete nei nostri prodotti alcun materiale che non sia necessario dal punto di vista tecnico», spiega il fondatore Thomas Luh. Era un audiofilo con la passione per il vinile, oggi produce lui stesso il

giradischi che avrebbe sempre voluto avere. Lo fa con macchinari a tolleranza ridottissima, con ore di lavoro a mano per le finiture, e con una stampante 3D per la shell, la parte del braccio dove si monta la testina.

Sull’H2 non ci sono pulsanti: per avviarlo si appoggia un dischetto di plastica sulla gamba sinistra della H, dal lato nero per i 33 giri, da quello bianco per 45. Un gesto semplice come un gioco: d’altra parte in tedesco Spielen vuol dire suonare, ma anche giocare.

di BRUNO RUFFILLI

di RITA BALESTRIERO

CHE COSA CI VEDI?

Quattro carte da parati tra 111 pattern, ordinati in 10 linee, di The Portaluppi Pattern Project. Dall’alto, in senso orario, Scaccomatto; Nodus; Sing Sing; Diamante. (pictalab.com). Foto courtesy of Pictalab

Dicono che Piero Portaluppi sia diventato un’attrazione della nuova Milano turistica: chi arriva in città vuole postare selfie a Villa Necchi Campiglio, davanti al Planetario Hoepli o alla Casa degli Atellani… Per gli ammiratori meno social del grande architetto, Pictalab ha sviluppato PPP: The Portaluppi Pattern Project, carte da parati ispirate ai dettagli dei suoi edifici milanesi, vetrate, marmi, cancelli, corridoi, tutte realizzate con la collaborazione dell’interior designer Nicolò Castellini Baldissera, pronipote dell’architetto.

BLACK, SHARP & FETISH

La collezione primavera/estate 2023 di Dior si ispira all’eleganza di Caterina de’ Medici, la nobildonna fiorentina divenuta regina consorte di Francia nel 1547 e figura emblematica del rapporto tra donne e potere, un tema molto caro a Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della maison. Lo stivale Aime Dior è la rivisitazione della classica Mary Jane realizzata in pelle con tacco a rocchetto e una serie di sottili cinturini con fibbia che si allacciano attorno alla gamba.

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Foto courtesy Dior

IL BESTIARIO DELLA FANTASIA

Incastri, variabili, interpretazioni. Perché ai bambini (e possibilmente anche agli adulti) va insegnato subito che nessuna storia è a senso unico. Nacque così nel 1965 Il gioco delle favole di Enzo Mari, un «canovaccio architettonico» in cui cicogne, orsi, galline, cani e pantere diventano i protagonisti di infiniti racconti. Quei disegni sono ora dei poster pubblicati dall’editore Corraini – che gestisce anche il bookshop all’interno del Salone del mobile – per continuare a giocare con il bestiario di Mari anche sulle pareti di una stanza.

Il poster (50x70 cm) Cicogna, disegno tratto da Il gioco delle favole di Enzo Mari. Il libro e poster sono pubblicati da Corraini. di MARCO ROMANI

LUCE AL CUBO

Era la fine degli anni Novanta quando la collezione Ice Cube di Chopard, con il suo design grafico e minimalista ispirato ai cubetti di ghiaccio, proponeva uno stile essenziale, quasi androgino, fuori dai canoni della gioielleria tradizionale. Continuamente reinventata, ora la linea

Ice Cube è stata arricchita con una serie di bracciali giunco in oro etico, con diamanti o meno, che rilanciano il design dei cubi originali.

Creazioni unisex in cui al minimalismo fa da contraltare, bilanciandolo, la luce che si riflette sulle numerose facce.

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nuovi bracciali Ice Cube di Chopard sono realizzati in oro etico 18 carati rosa, giallo o bianco e sono disponibili in versione lucida o con diamanti. di ILENIA CARLESIMO
Foto
courtesy Chopard

saranno sul mercato. Intanto arriva la Jaguar F-Type R75, che richiama la storica XK120 pre sentata nel 1948, l’ultima supercar della casa in glese con motore benzina V8 turbo. La rivolu zione riguarderà le forme ma anche i materiali utilizzati e il concetto stesso di lusso. Un esem pio? Scompare la pelle per far posto a tessuti di alta qualità e super sostenibili. Sembrerà di en trare, dice McGovern, «in un Sanctuary per il be nessere che trasmette».

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di VALERIO BERRUTI

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