Le muse - Autunno 2014

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Le Muse Giornale di informazione culturale - anno 18 n. 2 - novembre 2014 - â‚Ź 0,50 (copia omaggio) www.lemuse.media

PROSA DANZA LIRICA TEATRO RAGAZZI MUSICAL JAZZ


Gentile Lettrice, egregio Lettore

Le Muse «Le Muse», il giornale del Centro Servizi Culturali S. Chiara, si rinnova. Tornando all’antico. Era il marzo 1997 quando uscì il primo numero del periodico, nato dalla volontà del compianto collega Luigino Mattei che lo pensò come occasione di conoscenza e approfondimento dell’offerta culturale proposta dal Centro, e non solo come strumento di promozione dei singoli eventi. È questa la strada che il giornale intende nuovamente percorrere, con una veste grafica rinnovata, ma soprattutto con molte informazioni in più rispetto al recente passato e, di conseguenza, con un maggior numero di pagine. Rimane, nel titolo «Le Muse», il richiamo forte alla complessità delle Arti, a quell’intreccio di generi che caratterizza una proposta di spettacolo che vede convivere, nelle Stagioni della Lirica e della Prosa, i riferimenti alla storia

Direttore responsabile | Fabio Lucchi Coordinamento editoriale | Viviana Bertolini Collaborazione giornalistica Maria Luisa Buzzi | Enrico Bettinello In redazione | Katia Cont aut. del Tribunale di Trento n. 945 R. st. del 25 febbraio 1997 Redazione e amministrazione Via S.Croce 67, 38122 Trento Realizzazione: Prima srl Stampa: Publistampa - Pergine Chiuso il 3 novembre 2014

(Clio), alla commedia e alla poesia giocosa (Talìa), alla tragedia (Melpòmene), alla poesia epica (Callìope), all’arte oratoria (Polimnìa) e alla poesia lirica e amorosa (Eràto). E poi la Stagione della Danza (Tersicore) e le molte e variegate proposte musicali (Euterpe). Ci sarà anche Urania, Musa dell’Astronomia? Lascio al lettore, scorrendo queste pagine, la curiosità di scoprirlo. Buona lettura e … arrivederci, nei nostri Teatri! Fabio Lucchi

Centro Servizi Culturali S. Chiara Consiglio di Amministrazione Ivo Gabrielli - Presidente Enzo Bassetti | Maurizio Cau | Paolo Dalla Sega | Loreta Failoni Revisori dei conti Cristina Odorizzi | Emiliano Dorighelli | Wilma Sassudelli Direttore | Francesco Nardelli Segreteria tel. 0461.213811 - fax 0461.213817 (8.30-13.00 / 14.00 - 18.30) info@centrosantachiara.it www.centrosantachiara.it Numero verde: 800.013952

Foto: MoniQue foto, Archivio Fotografico Fondazione Museo Storico del Trentino, Tommaso Le Pera, Laila Pozzo, Gioia Casale, Federico Riva, Brunella Giolivo, FotoENNEVI, Eyal Landesman, Bill Cooper, Christopher Duggan, framas, Panayiotis Sinnos, Mariapia Angelini, Angelo Redaelli, Riccardo Musacchio, AlZam, Margherita Busacca, Marco Scozzaro, PHtalamonti, R. Rognoni, Fotolia

l’edizione de Le Muse che Lei si appresta a visionare è frutto di uno sforzo di innovazione nel formato, nella linea grafica e nei contenuti che abbiamo voluto introdurre per aggiornare questo utile strumento informativo. Le Muse non perde la sua caratteristica fondamentale di fornire elementi informativi sulla proposta artistica del Centro, ma diviene un format più prossimo alla rivista di settore che al solo supporto promozionale. Ci auguriamo che la nuova linea e i contenuti che vi proponiamo possano incontrare la Sua approvazione. Colgo l’occasione per ricordare con affetto il past-direttore giornalistico della testata, dott. Luigi Mattei, che ci ha lasciati nell’estate del 2013 e di augurare buon lavoro a Fabio Lucchi, già direttore delle pubblicazioni della stagione 2013/14, al quale vanno la mia stima e il mio apprezzamento per il lavoro svolto. Ma veniamo ai contenuti di questa nuova Stagione teatrale che sta per iniziare, anch’essa non priva di novità. La prima, e forse più significativa, è la declinazione della Stagione di Prosa su tre cartelloni: quello della Grande Prosa, che torna a 10 titoli, con un incremento di 2 rispetto a quella dell’anno precedente; il cartellone delle Tendenze Prosa che, anche quest’anno, propone alcuni tra gli spettacoli ed artisti più innovativi del panorama italiano; infine, una terza rassegna, Tendenze Off, dedicata alla scena contemporanea e ai nuovi linguaggi, che si terrà al Teatro Sanbàpolis, struttura recentemente inaugurata dall’Opera Universitaria e in gestione per la prossima stagione al Centro Servizi Culturale S.Chiara. A cento anni dallo scoppio del primo conflitto mondiale, anche noi abbiamo voluto ricordare, attraverso il teatro, la Grande Guerra. Lo abbiamo fatto con alcune proposte che troverete in tutti e tre i cartelloni della stagione di prosa. La prima e più significativa occasione è quella dell’inaugurazione, il 6 novembre, affidata quest’anno ad uno spettacolo sulla memoria storica, dalle radici trentine, e co-prodotto con lo Stabile di Bolzano. Scritto per l’occasione ed interpretato da Andrea Castelli Sanguinare inchiostro, questo il titolo dello spettacolo, affronta il tema del primo conflitto mondiale, senza retorica, attraverso un compendio di memorie vissute o narrate da illustri scrittori, così come da ignoti soldati, trasmettendoci la realtà del conflitto vissuto su opposti fronti. La Grande Stagione proporrà altri titoli di grande qualità, legati alla grande tradizione e ai classici del Novecento, dando spazio ad autori quali William Shakespeare, Luigi Pirandello, Thomas Beckett, Eduardo De Filippo, Ingmar Bergman, Patroni Griffi, Peter Morgan, Eric Emmanuel Schmitt e con interpreti come Silvio Orlando, Alessandro Haber, Leo Gullotta, Paolo Rossi, la coppia Ferdinando Bruni/Elio De Capitani e altri. Il cartellone delle Tendenze Prosa si manterrà nel solco delle passate due edizioni, ospitando regie di qualità, da Antonio Latella a Mario Artuso, da Walter Sidis a Fabrizio Arcuri, oltre a dare spazio alla compagnia vincitrice del concorso Premio nuova_ scena.tn 2014: Teatrincorso. Infine, con il terzo cartellone, Tendenze Off, dedicato a giovani e già affermate realtà produttive, si inaugurerà un nuovo ‘spazio’ teatrale, dedicato alla Creatività e al Nuovo che avanza– il Teatro Sanbapolis - quale miglior strumento, oggi, in un tempo di crisi e trasformazioni, per dare effettivo sostengo e stimolo alle idee, al confronto aperto tra generazioni, di artisti e di pubblici, oltre che al lavoro di

Frutto di uno sforzo di innovazione nel formato, nella linea grafica e nei contenuti, la nuova rivista Le Muse diviene un format più prossimo alla rivista di settore che al solo supporto promozionale.


giovani realtà produttive che operano sul nostro territorio. Dal punto di vista dell’investimento culturale, abbiamo voluto continuare a mantenere alta la qualità delle proposte, puntando su una diversificazione dell’offerta, per andare incontro e semmai ampliare i nostri pubblici. L’incremento da otto a dieci spettacoli della Grande Stagione ci permette di offrire un completo ‘viaggio’ nella tradizione e tra i classici, percorso molto seguito dai nostri abbonati e dai giovani delle scuole. Questo aumento è stato compensato da una riduzione da quattro a tre delle recite previste nel Teatro Auditorium. Tale scelta ci ha permesso di arricchire la proposta culturale con un più razionale impiego delle risorse. Siamo certi che il nostro pubblico potrà apprezzare questa nostra scelta anche a fronte di una maggior flessibilità e mobilità richiesta agli abbonati per i posti a sedere al teatro Auditorium. Presso il Teatro Sociale, invece, il numero delle recite rimane invariato, data la minore capienza offerta dalla sala. Il mio augurio è di potervi incontrare a teatro, o nelle diverse occasioni di incontri e dibattiti che affiancheranno gli spettacoli. Perché il teatro possa entrare dentro la realtà, dentro il nostro tempo, essere spunto di riflessione. Per quanto riguarda la stagione lirica, viene confermata la collaborazione con la Fondazione Orchestra Haydn e con la Fondazione Teatro Comunale di Bolzano nella programmazione lirica regionale, con quattro titoli di grande repertorio. L’inaugurazione della stagione avverrà venerdì 10 ottobre al Teatro Sociale con l’opera Don Pasquale, con la regia di Maurizio Nichetti. Una nuova produzione che abbiamo voluto assegnare ad un regista noto soprattutto per la sua creatività nell’abbinare nuovi linguaggi visuali e continuare così la nostra esplorazione delle possibili scenografie visuali. L’anno scorso sia Il barbiere di Siviglia, sia Elisir d’amore avevano questo come tratto distintivo, nella prossima stagione abbiamo voluto rispettare un equilibrio, mantenendo tale linea per la nostra produzione annuale, ma co-producendo un titolo della grande tradizione verdiana, Rigoletto (in scena il 5 e 7 dicembre) con il Teatro Comunale di Modena, in un allestimento assolutamente tradizionale, con la regia di Giandomenico Vaccari. Entrambe le produzioni vedranno impegnata l’orchestra regionale per l’esecuzione musicale e un cast cantanti di assoluto pregio. La nuova stagione sarà anche l’occasione per formalizzare l’istituzione di un coro lirico regionale, diretto dal M° Luigi Azzolini, che verrà impiegato in due dei quattro titoli lirici della proposta stagionale, a suggello di una collaborazione che auspichiamo possa sempre più consolidarsi nel tempo. I titoli proposti dal partner di Bolzano, inseriti nella stagione regionale, saranno Don Giovanni di W. A. Mozart, con

la regia di Graham Vick in coproduzione con il Circuito Lirico Lombardo, e Faust di C. Gounod in coproduzione con il Landestheater Dresden. Viene confermata anche quest’anno la proposta di un abbonamento regionale con messa a disposizione di un pullman navetta tra le due città e la visita guidata alla scoperta di luoghi meno noti della città partner. Al pubblico trentino quest’anno verrà offerta la possibilità di visionare il Monumento alla Vittoria e annesso museo di recente ristrutturazione. La stagione della danza incrementa l’offerta a sei titoli e ripropone il progetto regionale. L’abbonamento regionale della danza ha le medesime caratteristiche di quello della lirica, articolato su quattro titoli, due a Trento e due a Bolzano oltre alla possibilità di poter visionare uno spettacolo anche nel rinnovato Teatro Zandonai di Rovereto. L’apertura del 16 ottobre vedrà per la prima volta in regione il Balletto della Fondazione Arena di Verona con una produzione del nuovo coreografo stabile Renato Zanella (Medea). La stagione si comporrà di presenze nazionali ed estere proponendo novità come la compagnia israeliana Inbal Pinto Dance Company, e quella inglese dei Ballet Black, ovvero ritorni di grandi coreografi come Shen Wei; esplorerà il gioco tra danza e mondi immaginifici, realizzati grazie a nuove tecniche applicate allo spettacolo dal vivo con le coreografie della compagnia compagnia italiana Nogravity, di ritorno da una trionfale tournée estera, per concludersi con l’energia estetica al maschile dei BalletBoyz. La danza sarà protagonista anche della programmazione del Teatro Sanbàpolis, dove troverà una ideale collocazione la proposta di danza verticale, soprattutto nella versione francese, che più di altre tradizioni ha sviluppato una vera disciplina autonoma con la dance escalade. Ideale è la collocazione dal momento che la struttura di Sanbàpolis ospita una delle più importanti palestre di roccia indoor del Nord Italia. Ma questo spazio sarà anche protagonista della musica trentina. Nata, come anticipato, dalla collaborazione tra Centro e Opera Universitaria, la programmazione artistica sarà particolarmente attenta al mondo giovanile, al quale si rivolgerà, oltre che con le rassegna tradizionali di danza e prosa, soprattutto attraverso la musica. La musica sarà la grande protagonista di Sanbàpolis, anche grazie al trasferimento in tale sede del Centro Musica e di Sanbaradio, con la quale si prospetta una collaborazione sinergica. Si comincia con un ciclo di tre concerti il 9 ottobre con DJ Boosta dei Subsonica. Ampio spazio sarà poi offerto alla musica underground e ai gruppi più significativi del territorio.

Ma tornando alla programmazione negli spazi scenici tradizionali, in occasione delle festività natalizie verrà confermata la proposta di uno spettacolo particolarmente adatto alle famiglie e che per il 2014 sarà nuovamente un classico del circo teatrale, Le cirque invisibile di Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierrée. A gennaio, potremo quindi godere del ritorno del musica a Tento, con lo spettacolo Cinecittà, scritto e interpretato da Christian De Sica, e ospitato al Teatro Auditorium in tre serate. Nelle pagine di questo numero, “Le Muse” vi presenterà anche le novità che riguardano la programmazione del teatro ragazzi e del jazz. Per quanto concerne il Teatro ragazzi, oltre a fregiarsi del marchio Family in Trentino, quest’anno, per la prima volta, sarà disponibile una formula abbonamento a più spettacoli della stagione. Viene confermata e arricchita la formula del pomeriggio a teatro, con un intrattenimento con la compagnia che abbia realizzato lo spettacolo al termine dello stesso. Il jazz conferma la stagionalità su 6 spettacoli con ospiti particolarmente illustri in concerto a Trento e Rovereto. Tra tutti segnalo il gradito ritorno di Stefano Bollani e la presenza di Maria Schneider per realizzare un progetto di collaborazione con il Conservatorio che è diventato ormai abituale della programmazione del Centro. Mi preme evidenziare come le recenti esperienze di collaborazione con il Conservatorio in ambito jazz abbiano consentito di proporre concerti di assoluta qualità con interpreti di Chiara fama che si sono utilmente spesi per il successo del progetto. Quello con Maria Schneider non sarà da meno. Infine, poche parole per tornare su un tema recentemente passato anche agli onori della cronaca, e che riguarda il risanamento del Centro. Non possiamo infatti negare una certa soddisfazione per il fatto che i sacrifici imposti dal rigore necessario a ricondurre in positivo il saldo patrimoniale dell’ente, ridurre l’incidenza dell’indebitamento e l’esposizione nei confronti dei fornitori abbiano sortito risultati particolarmente positivi. La situazione economica e finanziaria attuale è tale da poter considerare il Centro uscito dalla spirale negativa che sembrava poterlo destinare al commissariamento o finanche alla sua chiusura. In virtù di questi risultati, anche la proposta stagionale ha potuto beneficiare di una maggiore ricchezza, senza rinunciare al progetto complessivo di razionale impiego delle risorse disponibili. Anche la rivista che state leggendo è parte di questo progetto. Buona lettura. Francesco Nardelli Direttore del Centro Servizi Culturali S. Chiara


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Le Muse

LA PROSA

LA PROSA

La Stagione di Prosa intercetta quest’anno, con ben venti spettacoli, tre direzioni presenti oggi nel teatro contemporaneo italiano, proponendo al pubblico un viaggio disegnato attraverso la tradizione e i classici rivisitati, nuove drammaturgie sceniche e giovani realtà emergenti. Nel cartellone Grande Stagione verranno toccate alcune tappe fondamentali del teatro del Novecento, Tendenze Prosa viaggerà lungo la linea di demarcazione tra tradizione e nuove drammaturgie e un terzo cartellone, Tendenze Off, concretizzerà ulteriormente l’attenzione che il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha dedicato in questi ultimi anni ai nuovi linguaggi della scena contemporanea.

Andrea Castelli porta in palcoscenico il grido disperato della trincea di Fabio Lucchi

«Chi scrive in tempo di guerra sanguina sul foglio la propria sofferenza, quella che vede e quella che si porta dentro» Sono le parole con cui l’autore del testo, Andrea Castelli, delinea il senso profondo di questo spettacolo e ce ne spiega anche il titolo. Inserita nel solco della collaborazione fra Centro Servizi Culturali Santa Chiara e Teatro Stabile di Bolzano, questa nuova praoduzione drammaturgica intende ripercorrere a cento anni dallo scoppio della Grande Guerra la perversa follia del conflitto che ha cambiato, segnandone in modo indelebile il destino, la storia del ventesimo secolo e dell’Europa. Da anni Castelli desiderava riflettere con il linguaggio del teatro su questo tema: «Sono sempre stato appassionato di questo periodo storico – racconta – un po’ per vendetta (riminiscenze scolastiche) e un po’ per rimorso; perché tutte le volte che mio nonno mi diceva “me ricordo che...”, appena potevo tagliavo la corda.» Il dolore, l’orrore, l’efferatezza e la ripugnanza (parole standard per chi non ne ha avuto un’esperienza viva) sono al centro di tutte le scritture di guerra, siano esse le pagine di autori famosi o quelle di semplici soldati e contadini gettati nella disumana fornace. «‘Sanguinare inchiostro’ - spiega l’autore – è una cronaca di guerra interamente pervasa da una sensazione di sofferenza, in cui la scrittura è vista come via di salvezza, impeto liberatorio e rigeneratore, anche per chi con essa ha poca dimestichezza. Scrivere a casa, scrivere ciò che si vede e quello che si prova. Lo si può fare in un romanzo che poi diventerà celebre, oppure in un diario sgrammaticato che leggeranno solo i nipoti: l’esperienza della guerra è sempre un grido disperato. Con questo spettacolo – spiega Castelli – si è voluto dare vita alle scritture di guerra dentro una sorta di museo degli orrori; far rivivere sulla scena pagine di scrittori famosi nella prima parte,

e testimonianze di semplici contadini trentini arruolati con l’Austria nella seconda. Contadini che prendono la penna in mano per scrivere quello che provano, l’orrore, ma anche il disagio di essere tirolesi di lingua italiana nell’esercito austroungarico. La loro era una scrittura per certi versi rivoluzionaria, che partiva ‘dal basso’, dalla realtà dei fatti di cui erano stati testimoni. Fu la guerra a far esplodere in loro questo bisogno di comunicazione. Per la necessità di dare notizie di sé e di avere notizie dei propri cari». Centrale nell’azione scenica è la Guida, personaggio femminile che rappresenta la Scrittura «la madre protettrice di chi scrive in condizioni disperate. Una sorta di Erinni dallo sguardo sognante e folle». A lei è affidato il compito di collegare e coordinare i vari momenti. Nello spettacolo non ci sono letture, in quanto tutti gli scritti dei soldati cui Castelli fa riferimento sono stati sceneggiati. Qualche situazione è anche frutto di invenzione, basata sulle conoscenze che l’autore ha tratto da alcuni testi storici. In primo luogo “Le scarpe al sole” di Paolo Monelli, che parla della guerra in Valsugana, e il libro di Quinto Antonelli “I dimenticati della Grande Guerra” che porta le testimonianze tratte dai diari dei combattenti trentini arruolati dall’Austria. Ma troviamo anche riferimenti alle opere di Erich Maria Remarque, di Fritz Weber e Robert Musil. La regia è stata affidata a Carmelo Rifici, da sempre molto interessato a portare sulle tavole del palcoscenico le riflessioni sulla Storia, grande o piccola che sia. «Ho atteso con curiosità fino all’inizio delle prove – conclude Castelli – di sapere quale parte Rifici mi avrebbe affidato. E davvero mi piace questa prospettiva, non certo usuale, di lasciare al regista la libertà creativa. Questo gioco delle parti fra regista e autore, sono certo possa rivelarsi costruttivo e arricchire il prodotto artistico finale.» Quello che il pubblico potrà applaudire per la prima volta il 6 novembre al “Sociale”, per l’apertura di questa nuova Stagione.

TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 6 novembre 2014 | ore 20.30 Venerdì 7 novembre 2014 | ore 20.30 Sabato 8 novembre 2014 | ore 21.00 Domenica 9 novembre 2014 | ore 16.00 Teatro Stabile di Bolzano

SANGUINARE INCHIOSTRO Di e con Andrea Castelli Regia Carmelo Rifici


LA PROSA

Le Muse

Gli anniversari che hanno fatto la storia

Il dramma dell’amore materno

«Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!»

«Ho voluto dedicare la mia ultima stagione da direttore del Teatro Stabile di Bolzano alle donne, ai grandi personaggi femminili che animano i nostri palcoscenici e agli sguardi femminili del nostro pubblico più fedele e appassionato.»

Era il 20 luglio 1969 quando Tito Stagno annunciava in TV l’allunaggio dell’Apollo 11, aprendo con il collega Ruggero Orlando un contraddittorio entrato a far parte della storia del giornalismo. Quella notte eravamo tutti lì e, in tutto il mondo interplanetario, non ci sono stati un omicidio, un furto o una rapina in grado di rubare la scena a Neil Armstrong e ai suoi primi passi sulla Luna. Questo potrebbe voler dire che, se tutti guardassimo di più la televisione, il nostro sarebbe un mondo migliore? In questa performance che rifiuta di farsi spettacolo Andrea Cosentino inquadra immagini del futuro ormai passate, prendendo spunto dal quarantennale del primo allunaggio, passando per il centenario del manifesto futurista, il cinquantenario della creazione della prima Barbie e i dieci anni dalla morte di Stanley Kubrick. Cosentino fornisce allo spettatore improvvisazioni e digressioni senza imporre loro un’unica lettura. Stimolando l’immaginazione, nella speranza di appagare la sete di realtà e l’ossessione per le storie forzatamente vere dei reality show, lo accompagna in un viaggio surreale, esilarante e allo stesso tempo struggente. Il tempo dei sogni e dei giochi in questa piéce si dissolve in un tempo presente, creando un “fantastico” tempo imperfetto.

TRENTO | TEATRO SANBàPOLIS Martedì 11 novembre 2014 | ore 21.00 Produzione LITTA_produzioni – Pierfrancesco Pisani

PRIMI PASSI SULLA LUNA Di Andrea Cosentino Indicazioni di regia Andrea Virgilio Franceschi

Le “fabulae” morali di Rafael Spregelburd Evoè!Teatro si propone di sfuggire agli schemi di mestiere e fare appello invece alle pulsioni artistiche A portare in scena a Sanbàpolis questa nuova opera di Rafael Spregelburd sarà Evoè!Teatro, giovane gruppo roveretano diretto dal regista Alessio Nardin che, come recita il sito della Compagnia, «si propone di sfuggire agli schemi di mestiere e fare appello invece alle pulsioni artistiche da mettere in gioco insieme alle esperienze di vita per interrogarsi sull’Arte e sulla Vita.» Viste le premesse, appare dunque del tutto coerente la scelta di mettere in scena questo autore argentino dalla scrittura post-moderna e multifocale con un testo che si caratterizza come una successione tre di fabulae morali. «Ciascuna di loro – scrive Enrico Piergiacomi, docente universitario a Trento – pone allo spettatore un quesito molto attuale, che viene proiettato sullo sfondo del palcoscenico e posto ancora più esplicitamente dal comportamento dei personaggi sulla scena.» Tre fabulae per altrettanti temi e altrettante domande, tutte legate all’attualità: il rapporto fra organizzazione statale e burocrazia; il commercio nell’arte; religione e superstizione. «Spregelburd – commenta Piergiacomi – sembra evidenziare che l’accettazione dei valori di Stato, Arte e Religione scatena conflitti che culminano facilmente in un esito tragico e da cui gli uomini non riescono a districarsi, perché troppo condizionati dal linguaggio e dalla prospettiva che tali valori portano con sé.»

TRENTO | TEATRO SANBàPOLIS Mercoledì 3 dicembre 2014 | ore 21.00 Compagnia Evoè!Teatro

TUTTO Di Rafael Spregelburd Regia Alessio Nardin Con Silvio Barbiero, Emanuele Cerra, Martina Galletta, Gabriella Italiano, Matteo Spiazzi Voce off Clara Setti In collaborazione con TEATRO CARTIERA di Rovereto

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Marco Bernardi spiega così la scelta di aprire la Stagione, curandone la regia, con questo testo di Pirandello dove il dramma è condotto interamente sul filo dell’amore materno. Nella novella Colloquii coi personaggi un argomento trafiggeva il lettore come una freccia arrivata al bersaglio: Pirandello, tornato nella casa di Girgenti, in una struggente evocazione della madre, le dichiarava di non essere lei morta davvero, perché continuava a vivere nella mente del figlio; ma lui sì morto, perché non viveva più nella coscienza di lei. Su questo rovesciamento, tipicamente pirandelliano, l’autore costruisce questo dramma del distacco, coniugandolo e contaminandolo con un ossessione ricorrente nella sua scrittura, quella del figlio cambiato. In La vita che ti diedi il figlio è un personaggio assente, un cadavere nell’altra stanza. Ma la madre, Donn’Anna Luna, si rifiuta di riconoscerlo tale. Era diverso, prima di partire attratto dalla passione fatale di una donna, fresco e con i capelli d’oro: è ritornato invece consunto, “con gli occhi freddi” e “quasi calvo”. Donn’Anna, in uno stato allucinatorio, non vuole uscire dal suo sogno e tenta disperatamente di mantenere il figlio in vita, oltre il limite della realtà. E quando, ignara, Lucia Maubel, l’amante del figlio, viene a cercarlo e confessa di essere incinta e di essere fuggita abbandonando i due figli avuti dal marito, la madre sente il figlio ancora più vivo. Lo sente vicino a lei in questa donna che ne porta in sé la vita. Ma, saputa la verità, Lucia se ne dispera e anche per Donn’Anna cade ogni illusione. Si accorge che quel figlio con gli occhi ridenti e le guance giovanili non era più “suo” da molto tempo, da quando aveva lasciato posto ad un uomo malato, cambiato dagli anni e dalla lontananza. Anche la vita che nascerà non sarà sua, ma soltanto di Lucia che, allora, ne diventerà la “madre”. E a Donn’Anna non resteranno che la solitudine e il dolore. Fra tanti personaggi che lottano e si agitano per ancorarsi a una verità che non sanno trovare né in se stessi e tanto meno negli altri, Anna Luna si impone con il suo amore materno che, pur deformato e fuori dalla normalità, rimane un punto certo, un sentimento positivo, un elemento di riscatto.

TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Venerdì 21 novembre 2014 | ore 20.30 Sabato 22 novembre 2014 | ore 21.00 Domenica 23 novembre 2014 | ore 16.00 Teatro Stabile di Bolzano

LA VITA CHE TI DIEDI Tratto dall’opera di Luigi Pirandello Regia Marco Bernardi Con Patrizia Milani e Carlo Simoni


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Le Muse

LA PROSA

Lo Shylok popolare di Silvio Orlando Da annoverare senz’altro tra i capolavori shakespeariani di più forte impatto etico, Il Mercante di Venezia è un’opera ambigua e complessa, in cui si intrecciano conflitti sociali e culturali, valori come legalità e giustizia, passioni e intrighi amorosi TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 11 dicembre 2014 | ore 20.30 Venerdì 12 dicembre 2014 | ore 20.30 Sabato 13 dicembre 2014 | ore 21.00 Domenica 14 dicembre 2014 | ore 16.00 Veronica Mona/Oblomov films – Compagnia Enfi teatro

IL MERCANTE DI VENEZIA Tratto dall’opera di William Shakespeare Con Silvio Orlando Regia Valerio Binasco Con la partecipazione della Popular Shakespeare Kompany

Le marionette tragiche di Samuel Beckett

In quest’opera, in cui a prevalere è il potere del denaro, tutto si compra e si vende, anche un brandello di carne umana, anche l’amore. Nel testo shakespeariano si intrecciano, con efficace duplicità di azione, la delicata storia d’amore di Porzia e Bassanio ed il tragico caso del mercante Antonio e di Shylock in cui la brama di vendetta, esasperata al massimo in quanto lungamente repressa, vince l’avarizia stessa e scoppia in accenti di magnifica violenza drammatica. Silvio Orlando, che sa alternare alle interpretazioni cinematografiche di successo ruoli teatrali di grande spessore, disegna da par suo la figura di Shylock, questo vecchio “ferito e dolente” che – dice l’attore – un po’ come succede anche oggi, «si mette di traverso alla felicità dei giovani, facendo saltare il patto delle generazioni». Una grande prova d’attore, la sua, che dona carattere ‘popolare’ a tutta la commedia. Il regista dello spettacolo è Valerio Binasco che, dopo essersi confrontato con la drammaturgia contemporanea di Natalia Ginzburg, John Fosse e Fausto Paravidino, ha ottenuto notevoli consensi con Filippo di Vittorio Alfieri e Romeo e Giulietta (Premio Ubu 2011 come miglior regia). «Non avevo mai pensato – scrive – al “Mercante” come ad un’opera teatrale che mi potesse interessare direttamente. Non incontravo né personaggi né situazioni che mi sembrassero familiari, o che avessero una qualche familiarità

TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 8 gennaio 2015 | ore 20.30 Venerdì 9 gennaio 2015 | ore 20.30 Sabato 10 gennaio 2015 | ore 21.00 Domenica 11 gennaio 2015 | ore 16.00 Teatro Carcano di Milano

ASPETTANDO GODOT «Un capolavoro che provocherà disperazione negli uomini in generale e in quelli di teatro in particolare»

Tratto dall’opera “En attendant Godot” di Samuel Beckett Regia Maurizio Scaparro Con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Enrico Bonavera

En attendant Godot, scritto da Beckett tra la fine del 1948 e l’inizio del ’49 e definito da Jean Anouilh «un capolavoro che provocherà disperazione negli uomini in generale e in quelli di teatro in particolare», fu considerato da molti una provocazione, un trucco, prima di essere universalmente accettato come opera d’eccezione. I drammi di Beckett hanno fortemente segnato il teatro del secondo dopoguerra in una dimensione che trascende il dato personale per sciogliersi nell’anonimato della grande città, luogo dell’anima, percorsa in lungo e in largo da esseri inquieti, solitari, romantici, incattiviti, mutilati nel corpo e nella mente, chiusi in una forma – il corpo – destinata a dissolversi, ma decisi a portare avanti fino all’ultimo la loro giornata umana. Da Pirandello a Ionesco queste marionette ridicole, tragicamente fotografate nei loro tic e nelle loro manie, tronconi umani dove il sesso, la fame e il potere non sono più che pallidi riflessi, vivono trafficando obbedienti, con operosa e instancabile avidità, anche quando l’occhio non vede più, anche quando gli arti non rispondono più. Parlano, parlano e ancora parlano, nel tentativo di ingannare la morte e di prolungare “l’infelice felicità” della vita. Samuel Beckett, premio Nobel per la letteratura nel 1969, autore di poesie, racconti, saggi, opere teatrali, televisive e radiofoniche, attivo nella Resistenza Francese, amico di James Joyce che conobbe durante i cinque anni di residenza a Parigi, condusse sempre una vita schiva e lontana dalla curiosità mondana, accettando strette collaborazioni con attori e registi ai quali concesse adattamenti delle sue ope-

re in prosa, ma non consentendo elaborazioni e interventi nelle sue opere di teatro. I due vagabondi protagonisti di Aspettando Godot, Vladimiro ed Estragone, sono diventati l’emblema della condizione dell’uomo del Novecento, un essere in eterna attesa, vagante verso la morte, punto minuscolo nella vastità di un cosmo ostile, contrassegnato già dalla nascita (partoriscono a cavallo di una tomba, il giorno splende un istante, ed è subito notte). Ma Aspettando Godot è anche una commedia, riuscitissima, che sfrutta a fondo tutte le risorse del genere – il doppio senso, il qui pro quo, la gag farsesca – e, in quanto tale, è pure un gioiello del divertimento. Protagonisti della nuova produzione del Teatro Carcano di Milano, quattro attori di grande valore e temperamento: Antonio Salines (Estragone), Luciano Virgilio (Vladimiro), Edoardo Siravo (Pozzo) ed Enrico Bonavera (Lucky). La regia è affidata a Maurizio Scaparro, uno dei maestri della scena italiana e internazionale, alla sua seconda collaborazione con il ‘Carcano’ dopo l’eccezionale exploit de Coscienza di Zeno, calorosamente applaudito anche dal pubblico trentino nel corso della passata Stagione. Dell’autore di Aspettando Godot scriveva in una nota critica Eugène Ionesco, suo illustre contemporaneo: «Beckett è essenzialmente tragico. Tragico perché è proprio la condizione umana intera ad entrare nel gioco e non l’uomo appartenente a questa o a quella società, né l’uomo visto attraverso un’ideologia e da quella alienato. L’ideologia che semplifica e limita insieme la realtà storica o metafisica, l’autentica realtà nella quale l’uomo è integrato. Pessimismo o ottimismo sono aspetti del problema. L’importante, è la verità, è che l’uomo appaia nelle sue dimensioni, nelle sue molteplici profondità. In Beckett è il fine ultimo dell’uomo a proporsi:l’immagine della storia, della condizione umana da lui proposta è più complessa, ha più fondamento.»

con la mia immaginazione. Questo perché alla sensibilità contemporanea una storia come quella del Mercante e di Shylock sembrerebbe dire ben poco. Piano piano ho capito che forse ero caduto in un equivoco: il “Mercante” per metà sembra un testo realistico (la storia di Shylock, appunto) e per un’altra metà sembra una favola (la storia di Porzia e dei suoi scrigni)». Per la grande attualità dei temi toccati, quali intolleranza e razzismo, senso dell’etica e denuncia delle false apparenze, ancora una volta Shakespeare riesce a scavalcare il limite temporale e a fornirci materia per riflettere su di noi e sul nostro presente. «Il bene e il male – conclude Binasco nelle note di regia – si spostano di continuo nel corso della piece. Ora Shylock è buono; ora è cattivo. Ora Antonio è il male; ora il bene. Una legge è ingiusta, e poi è giusta. Una musica brutta di giorno, diventa bella di notte. Dipende dalle circostanze. Questa è una verità moderna e inattaccabile. È la morale della favola. La sua verità. La verità di una favola che rivela che non c’è nessuna verità, da nessuna parte. Eppure la vita può essere lo stesso una festa. Anche se il giorno stenta ad apparire. E non è notte né giorno in questa fine di favola. È l’ora stramba del teatro, quando sorge una luna di carta, e il vento accarezza le foglie senza fare alcun rumore. Niente ci ferisce. Nemmeno la vita. Non c’è nulla di più lieve, al mondo, del nostro essere qui. Insieme. Uguali.»

La vita in fiamme del naufrago Enea Lo spunto viene da lontano. Da Virgilio, ovviamente, ma anche da Elio Donato, grammatico latino del IV secolo d. C. che, nella sua Vita disegna con rapidi tratti la figura del grande poeta. Schivo, di carattere mite e modesto, dalla parlata timida e lenta, tanto da apparire ignorante. Una figura in netto contrasto con il mito del poeta che non esitava a cantare i potenti e per i potenti. «Ribolle sotterranea – scrivono gli autori di questo testo teatrale – una tensione latente tra il Virgilio introspettivo e il Virgilio che deve proclamare il trionfo delle armi romane e la storia della dinastia al potere. C’è una composta, disciplinata serenità nell’opera di Virgilio ma, sotto la superficie, si agita un dissidio interiore; quel dissidio che William Butler Yeats considerava la reale e autentica fonte della creazione artistica.» Il testo, realizzato a più mani, può essere osservato attraverso il filtro di tre libri dell’Eneide: il Secondo, ovvero il rogo di Ilio e il crollo del regno troiano; il Quarto, ossia l’abbandono di Cartagine e di Didone, esemplare rinuncia alle proprie passioni, all’amore e alla felicità; il Sesto, in cui si narra la discesa di Enea nel regno dei morti per ritrovare il padre Anchise. Virgilio brucia non è però un’opera sull’Eneide. È piuttosto uno sguardo spaventato alla frattura che fende e ferisce la base di un’esistenza da cui scaturisce, come un fiume che lava, la creazione poetica.

TRENTO | TEATRO SANBAPOLIS Martedì 13 gennaio 2015 | ore 21.00 Anagoor

VIRGILIO BRUCIA Testi ispirati dalle opere di Publio Virgilio Marone, Hermann Broch, Emmanuel Carrère, Danilo Kiš, Alessandro Barchiesi, Alessandro Fo, Joyce Carol Oates Regia Simone Derai


LA PROSA

Le Muse

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Una visita inattesa per il dottor Freud Può un testo brillante, a tratti esilarante, sempre intelligentemente leggero, trattare tematiche “alte” e ragionare sull’esistenza di Dio, sul Bene e sul Male, sul senso della vita, sulla libertà e sulla coscienza? La risposta, affermativa, ci viene da questa commedia che tratta la Grande Storia con rispetto e partecipazione emotiva, che sa essere anche commovente, e ci fa sorridere ponendoci quesiti seri, esistenziali, che riguardano tutti noi. Ne è autore Eric Emmanuel Schmitt, scrittore belga poco più che cinquantenne che con Il visitatore ha vinto in Francia nel 1993 ben tre Prix Molière. E scusate se è poco per un drammaturgo che, all’epoca, era poco più che al debutto. Siamo nell’aprile del 1938 e l’Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich. Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Sigmund Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta, infatti, un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con lui una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell’inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell’importuno? Cosa vuole? È presto chiaro

Il faticoso percorso della convivenza Trento | Teatro Sanbàpolis Giovedì 12 febbraio 2015 | ore 21.00 Trento Spettacoli - Spazio Off

ALTO FRAGILE Di e con Maura Pettorruso, Stefano Pietro Detassis, Flora Sarrubbo, Christian Mair

Progetto finalista al Premio “Nuova_scena.tn” promosso dal Centro Servizi Culturali S. Chiara e dal Teatro Stabile di Bolzano Alto Fragile è una produzione di “TrentoSpettacoli” che porterà nel nuovo spazio scenico di Sanbàpolis alcuni fra i protagonisti più noti e apprezzati del teatro regionale. Il bando di concorso, che proponeva un’indagine sul centenario del primo conflitto mondiale, ha portato gli autori a riflettere su come gli abitanti del Sud Tirolo abbiano ereditato, dalla Grande Guerra, un secondo conflitto. Decenni di tensione, scontri ideologici e di violenza che hanno fatto da prova generale agli “Anni di piombo” italiani. Gli altoatesini – o sudtirolesi che dir si voglia – dalla guerra hanno ereditato lotte armate, bombe e cadaveri, ma anche la possibilità di una convivenza etnica, culturale e politica. A costruire lo spettacolo un gruppo di lavoro multietnico e multilingue formato da quattro artisti: Maura Pettorruso, torinese di nascita e trentina di adozione; Stefano Detassis, trentino; Flora Sarrubbo, bolzanina di nascita e bilingue; Christian Mair, bolzanino, bilingue di madrelingua tedesca. Mettendo a confronto culture, provenienze, lingue e linguaggi diversi, raccontano in Alto Fragile la storia di questa terra, portando in scena la dialettica tra due lingue e, quindi, tra due culture e due mondi che, seppur lontani, sono tenuti a parlarsi e a trovare modi e forme di comunicare per convivere.

TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Venerdì 23 gennaio 2015 | ore 20.30 Sabato 24 gennaio 2015 | ore 21.00 Domenica 25 gennaio 2015 | ore 16.00 Goldenart Production

IL VISITATORE Tratto dalla commedia di Éric-Emmanuel Schmitt Con Alessandro Haber, Alessio Boni, Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi Regia, traduzione e adattamento Valerio Binasco

che quel curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. O è invece un pazzo che si crede Dio?

La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud e che costituisce il filo conduttore della pièce, è quanto di più commovente, dolce ed esilarante al tempo stesso si possa immaginare. Con, sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?

Il caso Wathergate e la nascita del giornalismo-spettacolo Bugie e potere. Responsabilità e potere. Frost/Nixon è un match che mette a confronto il potere politico e quello mediatico Il drammaturgo e sceneggiatore londinese Peter Morgan (autore anche di The Queen, candidato nel 2007 a sei Premi Oscar) punta i riflettori sul primo caso storico di giornalismo-spettacolo e restituisce splendidamente questi temi. Nucleo della pièce è l’intervista che l’anchorman britannico David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon (che si era dimesso da Presidente nel 1974), terminata con la confessione - mai ottenuta prima - dell’ex inquilino della Casa Bianca sullo scandalo del Watergate e sui limiti morali del potere. Il caso prese il nome dal complesso residenziale di Washington, sede del Partito democratico, dove la notte del 17 giugno 1972, mentre la guerra in Vietnam era in pieno svolgimento, fu sventata un’azione di spionaggio da parte di emissari del Partito repubblicano del Presidente Nixox ai danni del comitato che sosteneva la candidatura del democratico George McGovern alle elezioni. Il successivo insabbiamento dell’inchiesta fu denunciato dal Washington Post che pubblicò le rivelazioni di una misteriosa fonte, chiamata “gola profonda”, svelando il diretto coinvolgimento nelle attività illegali dello staff presidenziale. Lo spettacolo è la cronaca di un episodio entrato ormai nella storia, che culmina nella confessione di un uomo combattivo e orgoglioso, messo alle corde dalla precisione delle domande, delle date e dei riscontri. Scritto nel 2006, Frost/Nixon, da cui Ron Howard ha tratto un film che nel 2008 ha sfiorato i 30 milioni di dollari d’incasso all’uscita, ha ottenuto un vastissimo successo e numerosi premi. Ferdinando Bruni (Frost) ed Elio De Capitani (Nixon), che hanno firmato a quattro mani la regia, da molto tempo non si sfidavano in un duello scenico così intenso, cesellando anche due interpretazioni magistrali, inserite in una proposta di drammaturgia contemporanea che già è stata ampiamente applaudita nel corso della passata Stagione. Lo spettacolo racconta l’avventura produttiva che portò a questo successo: il lavoro del gruppo di giornalisti coraggiosi e rigorosi che collaborarono con David Frost, la trattativa con il leggendario ‘Swifty’ - lo svelto - Lazar (agente di Nixon come delle più grandi star di Hollywood), l’ostracismo dei grandi network, la devozione degli uomini del Presidente. E riesce a portare in primo piano, assieme ai volti degli attori e alle sfide dei personaggi, riflessioni sempre attuali sui limiti del potere politico e di quello mediatico, sui confini più che mai labili tra politica e showbiz.

Il palco si trasforma in uno studio televisivo degli anni Settanta, dove rivive questo grande evento mediatico. La serie di quattro interviste che Frost riuscì a ottenere da Richard Nixon, pagandogli peraltro un ricchissimo cachet, sono passate alla storia non solo per lo scoop fenomenale della confessione, ma anche - e nella società-spettacolo in cui viviamo verrebbe da dire ‘sopratutto’ - per l’incredibile, avventurosa costruzione del progetto, al di fuori, se non contro le reti televisive ufficiali. Frost/Nixon può essere definita una commedia d’effetto per l’impiego di ritmi e linguaggi televisivi, indispensabili a raccontare l’evento che, di fatto, sancì la nascita di un nuovo modello produttivo per il giornalismo televisivo. I network furono costretti a sborsare cifre da capogiro per aggiudicarsi la trasmissione, che tenne incollati milioni di spettatori, intenti a scrutare il volto di Nixon per capire se mentiva o diceva la verità. Fino all’imprevedibile confessione finale.

TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Venerdì 6 febbraio 2015 | ore 20.30 Sabato 7 febbraio 2015 | ore 21.00 Domenica 8 febbraio 2015 | ore 16.00 Teatro Elfo Puccini

FROST/NIXON Tratto dal dramma teatrale di Peter Morgan Traduzione Lucio De Capitani Uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani


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Le Muse

LA PROSA

Silenziose apparizioni Un testo destinato ad un interprete d’eccezione

Non a caso il suo autore, il drammaturgo e regista Peppino Patroni Griffi lo scrisse nel 1979 per il grande Romolo Valli che lo portò in scena, per la regia di Giorgio De Lullo, assieme a Fabrizio Bentivoglio. Ad oltre trent’anni, Prima del silenzio è un testo ancora vivo per tematiche e concetto. In questo allestimento firmato da Fabio Grossi per il Teatro Eliseo, il talento poliedrico di Leo Gullotta è chiamato a dare intensità alla figura del protagonista, un LUI al quale l’autore non ha voluto dare nome e del quale racconta le scelte, ritenute rivoluzionare dalla casta che lo ha inglobato per tutta la vita. Un intellettuale che vive un disagio sociale legato soprattutto alla comunicazione della parola scritta, della Poesia, e il cui travaglio assume le fattezze di

TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 19 febbraio 2015 | ore 20.30 Venerdì 20 febbraio 2015 | ore 20.30 Sabato 21 febbraio 2015 | ore 21.00 Domenica 22 febbraio 2015 | ore 16.00 Teatro Eliseo

PRIMA DEL SILENZIO Tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi Con Leo Gullotta e Eugenio Franceschini e con l’apparizione speciale di Paola Gassman Regia Fabio Grossi

Il Foyer della Prosa Un ciclo di incontri di approfondimento critico sulla Stagione teatrale del Centro Servizi Culturali S. Chiara Il Foyer della prosa è frutto di una collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Intende porre a confronto esperienze e competenze diverse, con uno sguardo più ampio sugli spettacoli contemporanei. Vi partecipano, infatti, in qualità di relatori docenti e studiosi, registi, attori e giornalisti. Gli incontri, aperti al pubblico, si svolgono presso la Sala Medievale del Teatro Sociale e puntano a coinvolgere studenti, insegnanti e appassionati di teatro. L’obiettivo è quello di costituire un collegamento fra le professioni del teatro, l’Università e la cittadinanza, mettendo a confronto e facendo dialogare realtà contigue ed esperienze diverse. L’iniziativa ha anche lo scopo di avvicinare i giovani e la cittadinanza al linguaggio teatrale, creando spettatori più consapevoli, dotati degli strumenti critici essenziali a una maggiore comprensione della scena contemporanea. Gli incontri saranno coordinati dalla prof.ssa Sandra Pietrini, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Università di Trento e responsabile scientifico del progetto. Gli incontri si terranno nella giornata del venerdì presso la Sala Medievale del Teatro Sociale sempre con inizio alle ore 17.30.

Questo il calendario degli incontri: Venerdì 7 novembre Sanguinare inchiostro Venerdì 21 novembre La vita che ti diedi Venerdì 12 dicembre Il Mercante di Venezia Venerdì 9 gennaio Aspettando Godot

Venerdì 23 gennaio Il Visitatore Venerdì 6 febbraio Frost/Nixon Venerdì 20 febbraio Prima del silenzio Venerdì 6 marzo Sinfonia d’Autunno Venerdì 24 aprile Il Sogno di una notte di mezza sbornia

un incubo, con l’apparizione dei fantasmi della sua vita: la famiglia, affrontata attraverso il personaggio della MOGLIE come un’entità vorace e ricattatoria; la casta, rappresentata dal personaggio del FIGLIO, con i suoi orpelli e contributi piccolo borghesi; il dovere, che si materializza attraverso il personaggio del CAMERIERE. L’unica vicenda che realizza e tranquillizza il protagonista è quella che vive, nel suo contemporaneo, con IL RAGAZZO. «Il Nostro spettacolo – spiega Fabio Grossi nelle note di regia – si svolgerà attraverso la presenza in scena del protagonista e del suo co-protagonista, mentre gli autori del percorso sensoriale del Nostro LUI, assumeranno essenza digitale: appartenendo la Nostra rappresentazione ad un’era atta al virtuale, anche l’incubo assume la forma d’un etere affollato di ricordi, passioni, depressioni e angosce. Tutti i Nostri, vestiranno l’essenzialità del ruolo: un Uomo, durante la considerazione della sua vita, abbandona orpelli, inventati per giustificare realtà distorte. Un racconto tecnologico per una sensazione assoluta. Ma la Poesia avrà sempre e comunque la sua centralità vivificante.» Accanto a Leo Gullotta sarà in scena Eugenio Franceschini nella parte del RAGAZZO, simbolo di zingaresca libertà e legato al protagonista da forze ambigue quali amicizia, sesso, amore e incomprensione generazionale. Uno spettacolo tagliente e dal ritmo incalzante con una fantastica scena finale, dove il nostro LUI, circondato da pagine di libri, afferra “la parola” che gli svolazza attorno in una ideale caduta libera, declamandone la realtà che vi è contenuta.

Anna Maria Guarnieri recita la solitudine dell’artista Una storia di esclusioni e di privazioni che ruota intorno alla figura simbolica del pianoforte “Buio in sala, Sipario!”. Parole che emozionano da sempre chi ama respirare la polvere del palcoscenico. Chi vive di teatro, come lei, Anna Maria Guarnieri, che queste parole magiche – con le quali saluta i visitatori del suo sito internet – le sentirà anche nel marzo prossimo all’Auditorium, dove ancora una volta tornerà ad affascinare gli appassionati trentini del teatro di prosa. «Vedi tutte quelle luci accese sulla collina? Se penso che tutti sono intenti alle loro faccende... È come se io fossi esclusa... Eppure ho sempre tanta nostalgia della mia casa, ma quando sono lì, poi, mi rendo conto di aspettarmi qualcosa che non esiste». Sono parole del personaggio di Charlotte (la Madre) in Sinfonia d’Autunno di Ingmar Bergman, il capolavoro con il quale Gabriele Lavia torna a collaborare come regista con il Teatro Stabile dell’Umbria, Avvalendosi della presenza di questa straordinaria protagonista della scena italiana. «Quello di “essere esclusi” – scrive Lavia nelle note di regia – è un sentimento che Bergman doveva conoscere molto bene. Un sentimento comune ai “teatranti”, e anche ai “concertisti”. Comune a quegli strani esseri umani che “si espongono”, che “sono” sul palcoscenico. Hanno una sola possibilità d’essere: “esporsi”. Non riescono a essere Padri o Madri. Mariti o mogli. Non sono normali. Sono “strani” e sono condannati a quella che Bergman chiama la “Solitudine Assoluta”. Ma forse questa “esclusione” e questa “Solitudine Assoluta” è la maledizione comune della nostra epoca. L’epoca del Nichilismo compiuto.»

La maledizione di Charlotte è “il pianoforte”. Per causa del pianoforte Charlotte è stata una pessima madre, una pessima moglie e una pessima amante. Per il pianoforte Charlotte ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino. E ha rovinato sé stessa. Sinfonia d’Autunno è una storia di esclusioni e di privazioni che ruota intorno alla figura simbolica del pianoforte. E il pianoforte è il “demonio” che tradisce tutti, compresa lei, la pianista. Colpita da un “dolore” (alla schiena) Charlotte non sarà più una grande pianista. «E in arte, ma forse anche nella vita – commenta il regista – non ci sono mezze possibilità. O sei grande o “non sei”». Accanto ad Anna Maria Guarnieri troviamo, nel ruolo della figlia, Valeria Milillo, attrice molto amata dal pubblico che spazia con grande professionalità dal teatro, al cinema, alla televisione. Nel cast anche Danilo Nigrelli, che oltre ad aver lavorato in teatro con alcuni dei maggiori registi italiani ha accumulato successi anche sul grande e piccolo schermo. TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Venerdì 6 marzo 2015 | ore 20.30 Sabato 7 marzo 2015 | ore 21.00 Domenica 8 marzo 2015 | ore 16.00 Teatro Stabile dell’Umbria Fondazione Brunello Cucinelli

SINFONIA D’AUTUNNO Tratto dall’opera di Ingmar Bergman Regia Gabriele Lavia Con Anna Maria Guarnieri, Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori


LA PROSA

Le Muse

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Paolo Rossi: trent’anni di teatro senza mai cadere dal palco Friulano di nascita e milanese d’adozione, Paolo Rossi spazia da ormai trent’anni dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo E ovunque ha proposto il suo personale modo di fare spettacolo che, pur immergendosi nelle tematiche contemporanee, non prescinde dall’insegnamento dei classici antichi e moderni. Accompagnato in scena dalle musiche di Emanuele Dall’Aquila e di Alex Orciari, Paolo Rossi ci racconta in questo spettacolo il teatro e la contemporaneità nel modo che da sempre lo contraddistingue: irriverente, rivoluzionario, pirotecnico, incontenibile, partendo dalle prime esperienze nel cabaret, culminate all’inizio degli anni Novanta nel programma televisivo di RAI 3 Su la Testa, una trasmissione che fece epoca. Straordinario e intelligente intrattenitore, Paolo Rossi, era affiancato da Cochi Ponzoni e Lucia Vasini. Vennero poi Scatafascio su Italia1, le ospitate da Fabio Fazio e lo spettacolo itinerante Il Circo di Paolo Rossi. Un’altra tappa del percorso artistico dell’attore su cui si sofferma lo spettacolo è il Mistero Buffo in versione pop con il quale Paolo Rossi volle rendere omaggio al maestro Dario Fo recitando con il pubblico (e non per il pubblico) con continui cambi di registro, confondendo la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. E poi il rapporto coi classici: Questa sera si recita Molière – dramma da ridere in due atti, in cui Paolo Rossi veicola forti riferimenti all’attualità all’interno di un’antica recita affidata ai guitti della commedia dell’arte, oppure il Romeo & Juliet shakespeariano dove il pubblico, chiamato ad agire all’interno della rappresentazione, diventava senza possibilità di scampo parte integrante dello spettacolo. Un excursus che omaggia i suoi maestri e non trascura citazioni per amici musicisti come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, offrendo “lezioni di teatro in pillole per giovani artisti” ai quali Paolo Rossi sa rivolgere parole di speranza, perché «il teatro può tornare a occupare nella società un importante ruolo se saprà giocare sui confini tra realtà e finzione, quadro e cornice, scena, quinta e platea e soprattutto se sapranno i suoi attori disciplinarsi per recitar nello stesso momento qui e altrove.» L’importante, è non cadere dal palco!

TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 19 marzo 2015 | ore 20.30 Venerdì 20 marzo 2015 | ore 20.30 Sabato 21 marzo 2015 | ore 21.00 Domenica 22 marzo 2015 | ore 16.00 La Corte Ospitale

L’IMPORTANTE È NON CADERE DAL PALCO Di e con Paolo Rossi Con Emanuele Dell’Aquila e Alex Orciari

I tre volti di Rossella O’Hara «Se te ne vai, che ne sarà di me? Francamente me ne infischio» Antonio Latella ha scelto la citazione dell’ultimo scambio di battute fra Rhott e Rossella in Via col vento, per dare il titolo a questa appassionante maratona, liberamente ispirata al romanzo di Margaret Mitchell dal quale Victor Fleming ha tratto nel 1939 il celeberrimo film. Di questo colossal teatrale della durata di sei ore, di cui Latella ha curato anche la drammaturgia assieme a Federico Bellini e Linda Dalisi, si è deciso di ospitarne al Sociale solo una parte, i primi 3 movimenti, che posseggono comunque una loro organicità e chiusura. La novità di questa produzione non sta solo nel rileggere uno dei grandi classici sul cui sfondo si muove la costruzione del mito americano, ma anche e soprattutto nella varietà dei linguaggi teatrali impiegati, che rendono una sorta di ‘Manifesto’ delle tendenze oggi in teatro. Francamente me ne infischio racconta il teatro utilizzando una varietà di linguaggi e racconta l’America attraverso un personaggio ‘icona’ come Rossella O’Hara. «Rossella – scrive Latella – è una giovane donna capricciosa e senza scrupoli che affronta tutte le difficoltà con spirito di conquista, incapace come il suo popolo di riconoscere la sconfitta anche quando se la trova davanti. Rossella si appresta ad andare incontro al futuro, pensando che dopotutto “domani è un altro giorno”. Tutto gira attorno a lei, tutti parlano di lei, tutti la descrivono in modo meraviglioso e poi la distruggono. Attraverso di lei si racconta una folle storia d’amore e l’epopea di una nazione. Rossella è brutta, ma bella. Rossella è una bambina. Rossella è la menzogna. Rossella è una donna testarda. Rossella è la smorfia, è il sorriso. Rossella è la paura di restare zitella. Rossella è la donna che non vuole sposarsi per restare libera. Rossella è la moglie che nessun uomo vorrebbe, ma che tutti sposano. Rossella è l’incapacità di essere madre. Rossella è la ma-

dre di tutti i figli che non sono suoi. Rossella è l’America.» In «Twins», la prima parte dello spettacolo, i gemelli Tarleton interrompono la corsa di Rossella verso l’amore dando inizio alla demolizione del doppio in un’America che non distingue più la realtà dalla finzione. L’atmosfera pop del primo movimento si colora di toni più cupi in «Atlanta», in cui il paesaggio è abitato da sciami di mosche che simboleggiano la morte che tutto avvolge. «Black» mostra infine le paure, le colpe e le ossessioni di Rossella, sullo sfondo di un’America che avanza grazie all’industria, al petrolio e alle armi. Ad interpretare il ventaglio di sfumature che la dramma-

TRENTO | TEATRO SOCIALE Venerdì 27 marzo 2015 | ore 20.30 Sabato 28 marzo 2015 | ore 21.00 Produzione stabilemobile Compagnia Antonio Latella - La Corte Ospitale

FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO 3 movimenti liberamente ispirati a «Via col vento» di Margaret Mitchell Regia Antonio Latella Drammaturgia Federico Bellini, Linda Dalisi, Antonio Latella Con Caterina Carpio, Candida Nieri, Valentina Vacca

turgia evidenzia portando in scena debolezze e trionfi, albe e tramonti di un mondo femminile che riflette il sogno di ieri e la realtà di oggi, sono Caterina Carpio, Candida Nieri e Valentina Vacca. Tre volti per tre protagoniste che a turno diventano Rossella O’Hara, non solo attraverso la parola, ma anche attraverso il corpo vissuto e utilizzato come cassa di risonanza per amplificare un quadro sociale di soffocante conformismo. Francamente me ne infischio è un’enciclopedia teatrale sul grande sogno americano, un prisma che riflette tutti i grandi archetipi del Novecento e sprigiona sogni e illusioni sempre accolti con reazioni ambivalenti da noi europei.


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Le Muse

LA PROSA

La favola (per adulti) del Mago di Oz

Torna in scena, nell’allestimento diretto da Luigi de Angelis per Fanny & Alexander, lo spettacolo che guadagnò nel 2010 all’interprete e co-autrice del testo, Francesca Mazza, il Premio UBU quale miglior attrice protagonista. Si tratta di una sorta di parabola contraddittoria: una metafora dell’immaginario contemporaneo e delle sue derive,

del potere che le immagini hanno su di noi, dove West è l’estremo dei punti cardinali della storia del Mago di Oz. Il lavoro, incentrato sulle tecniche della manipolazione sottile del linguaggio pubblicitario, interseca motivi mitologici a motivi legati alla contemporaneità, alla cronaca e ai grandi emblemi dell’occidente. Assieme a Dorothy, lo spettatore sarà “imprigionato” da una strana forma di incantesimo, una trappola del linguaggio capace di sospendere a tratti la facoltà di esprimere un giudizio, la possibilità di compiere delle scelte per dire sì o no alle cose che gli sono proposte. Lo spettatore diventa consumatore, oggetto di stimoli continui, soggetto alle trame sottili di una persuasione occulta perpetrata, ai suoi danni, dalle tecniche sofisticate della comunicazione massmediatica. Scardinare la gabbia in cui è stato calato e di cui è prigioniero, scendere nel pozzo profondo in cui precipita, vuol dire però assumersi l’impresa della risalita e, al contempo, il rischio del non ritorno.

TRENTO | TEATRO SANBAPOLIS Martedì 10 marzo 2015 | ore 21.00 Produzione Fanny & Alexander, Festival delle Colline Torinesi

WEST Ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani Regia, spazio scenico Luigi De Angelis Dj-set Mirto Baliani Drammaturgia Chiara Lagani Testi Chiara Lagani e Francesca Mazza Amministrazione Marco Cavalcoli e Debora Pazienza Si ringraziano Ravenna Teatro - Teatro delle Albe, Davide Sacco

Quando la fortuna si diverte Si parla di sogni, di vincite al lotto, di superstizioni e credenze popolari. Di un’umanità dolente che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente La commedia fu tratta da Eduardo da La fortuna si diverte, un testo comico scritto dal livornese Athos Setti nel 1933 per la scena toscana, che fu rappresentato anche da Ettore Petrolini in romanesco con il titolo La fortuna di Cecè e da Angelo Musco in siciliano come La Profezia di Dante. Arrivò infine al “Teatro Umoristico” dei De Filippo nel ’37 con il nuovo titolo Sogno di una notte di mezza sbornia. «Attraverso questo lavoro – scrive Roberto De Simone – Eduardo ha l’opportunità di indagare profondamente sui linguaggi, le forme, i ritmi teatrali, […] di fare propria una commedia scritta da altri restituendo alla collettività teatrale la sua identità di artista e di creatore.» Utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma della classica e antica tradizione teatrale napoletana con le tematiche che saranno sviluppate appieno nelle sue commedie successive. Al centro di Sogno di una notte di mezza sbornia c’è il popolare gioco del lotto, ma la scommessa si pone soprattutto fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Presenza sostanziale nello sviluppo della commedia è inoltre la comunità dei familiari e degli amici, stretta intorno al protagonista e al suo dramma, forse più per egoistico interesse personale che per una forma di solidarietà. Una comunità grazie alla quale Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia. A Pasquale Grifone, un povero facchino, piace alzare il gomito e quando beve fa sogni strani, così da ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era stato regalato un busto in gesso. Il Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, sottolineando però che essi rappresentano anche la data e l’ora della sua morte. La quaterna esce, Pasquale vince una forte somma di denaro e la sua famiglia si adatta ben presto alle nuove condizioni. Nessuno si preoccupa della crescente disperazione dell’uomo, terrorizzato dalla sua “imminente” dipartita. Nonostante i parenti cerchino di convincerlo che si tratta solo di una sciocca superstizione, nel giorno annunciato la famiglia si veste a lutto. E quando il pericolo sembra ormai scongiurato, un colpo di scena riapre il gioco…

TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Venerdì 24 aprile 2015 | ore 20.30 Sabato 25 aprile 2015 | ore 21.00 Domenica 26 aprile 2015 | ore 16.00 Elledieffe

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA Tratta dal lavoro di Eduardo De Filippo e liberamente tratta dalla commedia “La fortuna si diverte” di Athos Setti Con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero, Paola Fulciniti Regia Armando Pugliese

Cronaca di ordinaria ostilità familiare È la storia comica e violenta di una famiglia che, isolata e chiusa, vive in mezzo a una valle oltre la quale sente l’ignoto Padre, madre e figlio sono ignoranti, diffidenti, nervosi. Si lanciano accuse, litigano, si odiano e pregano, mentre rabboccano un sugo di pomodoro lasciato dalla nonna morta anni prima. Ognuno dei tre rappresenta per gli altri due quanto di più detestabile ci sia al mondo. E tuttavia occorre una tregua, perché sta arrivando un ospite atteso da tempo, che può e deve cambiare il loro futuro. Tutto è pronto, tutto è perfetto, ma la tregua non durerà. 456 nasce dall’idea che l’Italia non è un Paese, ma una convenzione. Che non avendo un’unità culturale, morale e politica, l’Italia rappresenti oggi una comunità di individui che sono semplicemente gli uni contro gli altri. Per precarietà, incertezza, diffidenza e paura; per mancanza di comuni aspirazioni. In ogni caso, dunque, siamo soli e siamo in lotta. Scritta e diretta da Mattia Torre, regista e drammaturgo romano conosciuto dal pubblico televisivo per essere stato tra gli autori del programma “Parla con me” di Serena Dandini, 456 è una commedia che racconta come proprio all’interno della famiglia – che pure dovrebbe essere il nucleo protettivo e aggregante, di difesa dell’individuo – nascano i germi di questo conflitto: la famiglia sente ostile la società che gli sta intorno, ma finisce per incarnarne i valori più deteriori incoraggiando la diffidenza, l’ostilità nei confronti degli altri, il cinismo e la paura. 456 racconta la famiglia come avamposto della nostra arretratezza culturale. Dallo spettacolo è stato tratto l’omonimo sequel televisivo, andato in onda su La7 all’interno del programma The show must go off di Serena Dandini.

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Martedì 14 aprile 2015 | ore 20.30 Mercoledì 15 aprile 2015 | ore 20.30 Marche Teatro-Inteatro / Nutrimenti Terrestri / Walsh

456 Scritto e diretto da Mattia Torre Con Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino e con Michele Nani


LA PROSA

Il racconto della Terza Guerra Mondiale La guerra, ora! Lo spettacolo, prodotto da Centrale Fies all’interno del quadro tematico delineato dal progetto internazionale SharedSpace, nasce dall’incontro fra il regista lettone Valters Silis e il Collettivo Teatro Sotterraneo, sollecitati dal centenario dello scoppio della Grande Guerra. Se nel 1914 nasceva il concetto moderno di propaganda su scala globale, oggi la guerra psicologica è parte integrante di ogni strategia militare. E ogni bomba è accompagnata dalla nostra capacità di ruotare il punto di vista sui conflitti, producendo vocabolari nuovi, narrazioni coinvolgenti e porzioni d’immaginario sempre più efficaci nel condizionare l’opinione pubblica all’accettazione del massacro reciproco. Da questo punto di partenza, WAR NOW! cerca di proiettare in avanti il senso del centenario allestendo un gioco che racconti la Terza Guerra Mondiale attraverso determinati meccanismi manipolatori, fra infowar (la guerra dell’informazione) e disinformacjia (la parziale o totale invenzione dei fatti) fino ai limiti del warporn dove, nella

Spettatori ne parlano

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Martedì 5 maggio 2015 | ore 20.30 Mercoledì 6 maggio 2015 | ore 20.30

Chi è il ‘personaggio’ teatrale? Dove sono i costumi? Perché gli attori non recitano il testo scritto dall’autore?

Associazione Teatrale Pistoiese

WAR NOW!

Il teatro contemporaneo spesso mette in crisi lo spettatore quando interroga un testo, offrendo letture inconsuete e scardinando consolidate convenzioni teatrali. E tutto ciò, per verificare la possibilità di parlare del nostro presente. Il ruolo di chi guarda, dello spettatore, sta proprio nel raccogliere questa sfida, guardando lo spettacolo come un cantiere aperto di simboli, tra cui disegnare un paesaggio possibilmente abitabile. Per dare spazio alla visione dello spettatore e mettere a fuoco la capacità del teatro di parlare di noi e del nostro tempo, il Centro Servizi Culturale S. Chiara propone, in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Trento, «Spettatori ne parlano», un forum di incontri e dibattito tra ‘spettatori’ accorti e curiosi, dove confrontare le proprie idee sulla rappresentazione teatrale e sul nostro tempo. Gli incontri si terranno una volta al mese, in coincidenza con gli appuntamenti dei cartelloni della Stagione di Prosa e Tendenze Prosa di Trento, nei giorni successivi agli spettacoli. Ad ogni appuntamento, sarà invitato un ospite inatteso, spettatore come gli altri, ma anche personaggio della nostra comunità che grazie alla sua professione o esperienza porterà una lettura informata o trasversale del tema affrontato nello spettacolo. Gli otto incontri, coordinati da Emanuela Rossini, si terranno alle 17.30 presso la Biblioteca Comunale di Trento in Vai Roma.

Di Wolfgang Amadeus Mozart Concept e regia Valters Silis, Teatro Sotterraneo In scena Matteo Angius, Sara Bonaventura, Claudio Cirri Scrittura Valters Silis, Daniele Villa

violenza dell’immagine, il divertimento anestetizza l’orrore. Lo spettacolo mette in scena un’esperienza paradossale in cui attori/storytellers e spettatori/players (il riferimento è al format televisivo VH1 Storytellers che alterna esecuzioni musicali dal vivo e interviste) si ritrovano dentro un ipotetico terzo conflitto, nel tentativo di interrogare le possibilità dell’entertainment bellico come ultima frontiera della persuasione.

Il doppio Shakespeare di Tim Crouch Un doppio spettacolo firmato da Tim Crouch, drammaturgo inglese super premiato, tra i più innovativi nella forma del testo teatrale Due spettacoli che sono occasione per due personaggi shakespeariani di raccontare, e rivivere, altrettante opere del Bardo, imprevedibili e dirompenti: Macbeth e Giulio Cesare. L’Io del titolo è un manifesto teatrale e politico insieme: per scoprirlo bisogna prendere parte alla messa in scena, con tutti i ruoli che questa mette a disposizione, compreso quello dello spettatore. Ruoli che Tim Crouch rende opachi, ambigui, sempre al confine di se stessi. Un progetto che interroga la convenzione teatrale, mettendola in crisi, e verificandone la possibilità attuale di parlare del presente, a partire da testi che della stessa convenzione teatrale hanno segnato le fondamenta. BANQUO è il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan che Macbeth, nell’omonima tragedia shakesperiana, fa uccidere come avversario nella sua corsa al trono. Palesandosi in forma di fantasma, prova a ricomporre i segni di una violenza di cui è stato vittima. Ma, a riviverle, le cose non sembrano poter prendere un altro corso: tutto è quello che è già stato.

Le Muse 11

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Martedì 19 maggio 2015 | ore 20.30 Mercoledì 20 maggio 2015 | ore 20.30 Accademia degli artefatti

I (Io) SHAKESPEARE I BANQUO I CINNA

Questo il calendario: Lunedì 10 novembre Sanguinare inchiostro

Di Tim Crouch Traduzione Pieraldo Girotto Regia Fabrizio Arcuri

Lunedì 15 dicembre Il Mercante di Venezia

Nel secondo spettacolo, attraverso CINNA Crouch ci riconsegna un Giulio Cesare rivisto con gli occhi e riscritto con le parole di un ciondolante poeta che fa brutti sogni e che non smette di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un racconto che non passa solo attraverso il media verbale, ma anche attraverso le immagini, specchi che moltiplicano una verità politica e sociale, dolorosamente irriducibile.

Lunedì 9 marzo Sinfonia d’Autunno Martedì 31 marzo Francamente me ne infischio.

Lunedì 26 gennaio Il Visitatore

Lunedì 27 aprile Il Sogno di una notte di mezza sbornia

Martedì 10 febbraio Frost/Nixon

Lunedì 25 maggio I (Io) Shakespeare

La guerra delle donne Vincitore dell’edizione 2014 del Premio “Nuova_scena.tn”, è uno spettacolo interamente declinato al femminile che vede in scena tre attrici della Compagnia trentina “Teatrincorso – Spazio 14” «Il nostro progetto – spiega la regista Elena Marino – nasce da una rilettura, da un punto di vista femminile, di un particolare episodio della prima guerra mondiale: l’esodo forzato dei Trentini in Austria all’entrata in guerra dell’Italia nel 1915. È un episodio, ma è altamente significativo e prefigura non solo l’idea dei lager della Seconda Guerra Mondiale, ma anche l’attuale situazione di esilio vissuta da intere popolazioni e i centri di raccolta profughi, vissuti come barriera e terra di nessuno in cui ammassare gente costretta ad abbandonare - per una guerra economica serpeggiante e mondiale - le proprie case e le proprie terre.

[…] Il nostro lavoro porta in scena tre donne, intreccia i loro destini, le loro storie, le diverse reazioni di fronte alla tragedia della guerra e dell’esilio». Le tre donne sul quale il racconto getta la luce hanno in comune la forza, il coraggio e lo spirito battagliero. Ma in qualche caso riescono anche a prendere parte con allegria al loro personale conflitto, tentando di vincerlo.

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Martedì 26 maggio 2015 | ore 20.30 Mercoledì 27 maggio 2015 | ore 20.30 Compagnia Teatrincorso/Spazio 14

VOCI NELLA TEMPESTA Regia e drammaturgia Elena R. Marino Con Silvia Furlan, Silvia Libardi, Chiara Superbi Vincitore del premio Nuova Scena.tn 2014


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Le Muse

LA DANZA

LA DANZA

Dalla classicità di Medea all’energia estetica dei BalletBoyz. La Stagione InDanza, che propone anche quest’anno un progetto a dimensione regionale, alterna presenze nazionali ed estere all’insegna della grande qualità artistica e di una accentuata curiosità nei confronti delle nuove tecniche applicate allo spettacolo dal vivo. Nella nuova struttura di Sanbàpolis, che ospita una grande palestra di roccia indoor, troverà inoltre una ideale collocazione l’inedita proposta della danse escalade.

“Medea”, la sconvolgente attualità del dramma di Euripide di Maria Luisa Buzzi

Di sconvolgente attualità la vicenda cantata da Euripide in Medea non sembra essersi estinta nel tempo. Moglie e madre, Medea è vittima del tradimento del marito Giasone. Per vendicarsi di lui ucciderà i suoi figli, privandolo di una discendenza “È la storia di una donna come di tante donne”, spiega Renato Zanella, neo direttore del Corpo di Ballo dell’Arena di Verona che l’ha rimessa in scena ispirandosi all’omonima opera lirica del compositore greco Mikis Theodorakis del 1991. “Medea è un dramma familiare – continua - che ancora oggi si ritrova nelle cronache nere che possiamo leggere sul giornale o vedere in televisione. Il mio balletto è una rivisitazione in chiave moderna di una delle tragedie più struggenti del teatro classico. Tradizione e innovazione s’incontrano in una commistione di arti per uno spettacolo senza tempo”. Commistione di tradizione e innovazione dentro cui giace il segreto del successo del balletto presentato per la prima volta al Festival del Mar Egeo, sull’isola greca di Syros, nel 2011 quando Zanella, da direttore del Greek National Ballet, frequentava con assiduità le terre della mitologia e dei sommi poeti tragici, nonché la musica di Mikis Theodorakis. “Con Theodorakis - racconta - siamo anche diventati amici, e tra una chiacchierata e l’altra, ho capito quanto la danza potesse aggiungere alle straordinarie musiche della sua composizione”. Composizione che fa da colonna sonora anche a un altro prodotto artistico che ha coinvolto Zanella sul tema: il film di Asteris Kutulas, Recycling Medea, presentato alla Berlinale 2013 di cui ha curato le parti coreografiche e la cui protagonista è la prima ballerina del Greek National Ballet Maria Kousouni. Tornando a Medea, il balletto è entrato questa estate nel repertorio dell’Arena,

accolto con entusiasmo anche dal pubblico e dalla critica italiana. Merito dell’efficace riduzione drammaturgica, della capacità di Zanella di trasporre in danza i sentimenti, di curare scene e costumi nei dettagli. Sul piano della narrazione, a differenza del film di Kutulas che gioca sulla contrapposizione tra la violenza del mito e la Grecia d’oggi in piena crisi, Zanella si concentra sulla figura femminile. Così il balletto, in un unico atto, prende le mosse dall’evento più tragico: il racconto della protagonista alle donne di Corinto del gesto estremo compiuto. Da lì, a ritroso, il coreografo ripercorre l’intera vicenda dalla conquista del vello d’oro, all’arrivo a Corinto di Giasone e Medea dove vengono alla luce i loro due figli, all’innamoramento di Giasone per Glauce, la figlia del Re Creonte di cui ambisce il trono. Medea, pazza di gelosia, uccide la ragazza inviandole un velo impregnato di veleno e poi suo padre giunto a soccorrerla. Non paga della sua vendetta, decide di ferire ancora più profondamente l’animo del marito privandolo della sua discendenza e, pur straziata nel cuore, uccide i figli su consiglio di Egeo, il re di Atene, che le promette protezione e rifugio. Ambientato in una scenografia essenziale composta da pochi oggetti dal forte valore simbolico - una barca, un ponte e una sedia – il balletto racconta le sfumature dell’animo e l’intreccio dei sentimenti attraverso uno stile coreografico che mutua dal linguaggio accademico le linee e dall’espressività della danza contemporanea la trasposizione dei turbamenti e dei moti dell’animo.

TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 16 ottobre 2014 | ore 20.30 Fondazione Arena di Verona

MEDEA Balletto su musiche di Mikis Theodorakis Coreografia Renato Zanella


LA DANZA

Le Muse 13

Strani danzatori che indossano paralumi. L’universo onirico di Inbal Pinto e Avshalom Pollak Su Israele, si sa, il cielo della danza contemporanea è stellato. E tra gli asteroidi più brillanti si annovera senza dubbio la coppia artistica Inbal Pinto e Avshalom Pollak Lei, Inbal, è danzatrice e coreografa, ha studiato alla Bezalel Academy of Arts and Design prima di entrare a far parte della Batsheva Dance Company di Ohan Naharin e avviare, poco più che ventenne, l’attività di coreografa. Lui, Avshalom, è attore e regista figlio d’arte (suo padre è il famoso Yossi Pollak) con alle spalle studi alla prestigiosa The Nissan Nativ Drama School di Tel-Aviv, film e programmi televisivi di successo e, naturalmente, molti lavori sul palcoscenico. Dal 1992 fanno coppia fissa, da quando, a Tel-Aviv, hanno fondato la compagnia che porta il loro nome. Dodici danzatori-attori li seguono in un percorso artistico originale, inclassificabile, a cavallo tra i generi. Danza classica, contemporanea, mimo, ginnastica sono tutte fonti consentite al loro fine artistico, di produzione in produzione rinnovato. In quasi cinque lustri d’attività hanno dato alla luce una dozzina di lavori di cui Oyster (Ostrica) è forse uno dei più significativi, ininterrottamente portato in scena con successo dal 1999, anno in cui è nato ‘in residenza’ alla Maison de la Danse di Lione. “È stato il nostro primo vero grande progetto internazionale – confessa Pollak in un’intervista – dove per la prima volta, nonostante lavorassimo insieme da tempo, le nostre sensibilità artistiche si sono unite in una strada originale”. Vincitore dell’Israel Theater Academy Awards nel 2000, Oyster è una fiaba agrodolce dove immagini giocose, scene poetiche e atmosfere malinconiche inghiottono lo spettatore, catturato, ovunque nel globo venga rappresentato (ha già girato quattro continenti), “perché – continua Pollak – lo spettacolo parla una sua lingua, che comunica con l’immaginazione”.

Portati per mano da un destino che a loro sembra sfuggire completamente, i protagonisti di questo surreale racconto sono umani e meccanici al tempo stesso, agiscono secondo logiche irriconoscibili, vestono in modo stravagante (indossano paralumi e camminano con sgabelli incollati al fondoschiena), volano e strisciano come pinguini. Il titolo rimanda alla raccolta di poesie Morte malinconica del bambino ostrica del visionario e poliedrico Tim Burton, ma in realtà “le idee contenute nello spettacolo – puntualizza Avshalom Pollak - hanno fonti molto diverse: dal teatro di strada europeo, all’arte della marionetta fino a sogni della nostra infanzia”. Ci si potrebbero anche trovare allusioni all’arte di Federico Fellini, e molto altro in questo spettacolo che parla per visioni. Allo spettatore non resta che lasciarsi condurre attraverso questo viaggio fantastico, grottesco, malinconico e sarcastico. Entrare e uscire dalla conchiglia preziosa, attraversarne le musiche, le forme e i sapori inaspettati senza precludere nulla alla fantasia.

Ballet Black

Inbal Pinto Dance Company

OYSTER Direzione, coreografie, costumi, scene e musiche Inbal Pinto e Avshalom Pollak

Danza a Bolzano

La ballerina Cassa Pancho, metà sangue sudamericano (Trinidad e Tobago) e metà inglese, tredici anni fa, nel 2001, non riusciva a comprendere il perché le minoranze etniche fossero molto poco considerate nei Corpi di ballo classici Con tenacia e ambizione, poco più che ventenne, insegnando danza la sera e lavorando di giorno come receptionist, raccimola qualche soldo per portare a compimento un suo sogno: fondare una compagnia esclusivamente di ballerini di colore e asiatici che dimostrassero la loro bravura in ambito accademico. Coadiuvata dal maître de ballet Denzil Bailey (uno dei primi ballerini di colore dell’English National Ballet), Cassa Pancho ha aperto le porte del professionismo a molti giovani talenti, scardinando un pregiudizio secolare. E anche grazie a lei, in questi ultimi anni, molto è cambiato negli organici delle grandi compagnie di balletto dei Teatri d’Opera. Un progetto ambizioso il suo, portato avanti con non poche difficoltà finanziarie, che si pone come obiettivo aggiuntivo la diffusione della cultura della danza alla comunità, a un pubblico interculturale anche attraverso classi per danzatori e amatori di tutte le età. Attività lodevole per una piccola compagnia di otto elementi che ha la forza, oggi, di sviluppare un repertorio originale per i suoi talenti. Supportata sin dalle origini da molti artisti di fama - Deborah Bull, Prima ballerina del Royal Ballet e direttore creativo del ROH2, sostenne nel 2003 Pancho aprendo le sale nel fine settimana del prestigioso Covent Garden alla compagnia per le lezioni e le prove; Carlos Acosta, Principal Guest di origini cubane del Royal Ballet, nel 2005 ne è diventato Patron - l’attività di Cassa Pancho ha preso il volo con tournée in tutta Europa. Una vera boccata

TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 13 novembre 2014 | ore 20.30

Programma a cura della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano

BOLZANO | TEATRO COMUNALE Lunedì 1 dicembre 2014 | ore 20.00 Prima nazionale Dance Company Theater Osnabrück

ROMEO & JULIET Coreografia Mauro de Candia TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 18 dicembre 2014 | ore 20.30 Ballet Black

A DREAM WITHIN A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM Coreografia Arthur Pita

Cinque volte la coppia Romeo e Giulietta. La rilettura del shakespeariano Romeo e Giulietta che il coreografo Mauro de Candia ha dato per la compagnia di danza che dirige presso il Teatro Osnabrück è una duplicazione dei giovani amanti. Cancellata la rivalità familiare, il dramma si consuma nel disagio dei due adolescenti, e si estende al gruppo, su Prokof’ev a sua volta ‘contaminato’ con il contemporaneo Martin Räpple.

LIMBO Coreografia Martin Lawrance

TWO OF A KIND Coreografia Christopher Marney

d’ossigeno per questo piccolo diamante ‘nero’ per il quale molti autori continuano a creare coreografie: dalla star russa del balletto Irek Mukhamedov a Shobana Jeyasingh, da Richard Alston a Henri Oguike, da Liam Scarlett a Arthur Pita, il repertorio dei Ballet Black vanta oltre ventisette titoli. Originale e variegato, il suo carnet de bal incontra le punte e il virtuosismo accademico, l’hip hop e lo stile neoclassico, la danza astratta e narrativa, il rigore e lo humor.

BOLZANO | TEATRO COMUNALE Martedì 3 marzo 2015 | ore 20.00

PARSONS DANCE Coreografia David Parsons

Una raccolta di titoli cult per celebrare oltre i 30 anni di vita della compagnia-icona della danza made in USA. Parsons Dance porta, per la prima volta in Regione, il suo mix di atletismo, vitalità e gioia pura mostrando al pubblico le sue infinite sfumature. Dal capolavoro stroboscopico Caught alla nuova creazione sulle note del violoncellista Rubin Kodheli, il programma non smentisce il successo planetario di David Parsons.


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Le Muse

LA DANZA

Calligrafia, surrealismo e farfalle in transizione. L’arte fusion di Shen Wei Raramente si incontrano creatori totali come il sinoamericano Shen Wei. Coreografo, danzatore, pittore, designer che il Washington Post ha definito “uno dei migliori artisti della nostra epoca”, Shen Wei è uomo e artista diviso tra due emisferi

TRENTO | TEATRO SOCIALE Mercoledì 11 febbraio 2015 | ore 20.30 Shen Wei Dance Arts

MAP Ideazione, direzione e coreografia Shen Wei Musica Steve Reich

NEAR THE TERRACE Ideazione, direzione e coreografia Shen Wei Musica Arvo Pärt

In lui l’Oriente e l’Occidente si coniugano in un’ibridazione stratificata e incantevole, in una visione interculturale e interdisciplinare. Nato a Hunan, Cina, nel 1968, figlio d’arte, a nove anni Shen Wei inizia a studiare l’Opera cinese, arte millenaria in cui l’addestramento alla recitazione simbolica si associa al gesto, all’acrobazia e alla pittura. Nel 1991 è membro fondatore della Guangdong Modern Dance Company, la prima compagnia di danza moderna in Cina. Nel 1995 si trasferisce a New York con una borsa di studio per frequentare i corsi al Nikolais/Louis Dance Lab., altra fucina di creatori crossover. È nel fermento della Grande Mela che decide, non senza sacrifici, di stabilirsi e fondare la Shen Wei Dance Arts, compagnia che ottiene sin dal debutto, nel 2000, un eccezionale riscontro da parte del pubblico e gli elogi della critica statunitense. Colpiti, pubblico e critica, dall’originalità del suo linguaggio coreografico che svela la capacità di tradurre, sul palcoscenico, la percezione sensibile della pittura e, nei corpi dei danzatori, la cesellatura spaziale dell’antica arte della calligrafia (studiata sin da bambino). Dell’Oriente permane il fascino di un movimento che ha un respiro circolare, liquido, che è ‘libero fluire’; dell’Occidente la dinamica delle tecniche contemporanee, la capacità di connettersi alla musica e alle partiture del nostro tempo, la non-narrazione. Tutto è organicamente fuso nei suo spettacoli in

un’astrazione che nulla ha a che fare con la realtà e la vita terrena, come tiene a precisare: “Tutto, nell’arte, è a un livello altro rispetto alla vita normale”. Una danza la sua che non racconta altro che se stessa, antica e futuristica, che suscita sensazioni. “Il danzare continua Shen Wei - riguarda essenzialmente una cosa: la bellezza della vita umana, delle sensazioni”. Che si tratti di una coreo-regia di un’opera (i Carmina Burana al San Carlo di Napoli, Mosè in Egitto al Teatro dell’Opera di Roma), dell’apertura dei Giochi Olimpici di Pechino 2008 o di un lavoro più intimo per i suoi fedelissimi danzatori è intorno alle sensazioni che si gioca la partita. Lo capiranno bene gli spettatori che vedranno il dittico scelto per la sua prima apparizione a InDanza (non al Sociale dove, invece, fu ospite con Rite of Spring e Folding nell’ambito del festival Oriente Occidente). Due lavori molto diversi, uniti dalla stessa bellezza. In Map (2005), ovvero mappe di movimento, Shen Wei si diletta in scritture che esplorano il concetto di rotazione interiore ed esteriore perfettamente adagiate sulla musica ritmica e circolare di Steve Reich di The Desert Music; in Near the Terrace (del 2000/2001) conduce per mano il pubblico nell’astrazione pittorica e nel minimalismo sacro di Für Alina e Spiegel im Spiegel dell’estone Arvo Pärt. Qui i riferimenti al surrealismo dei quadri di Paul Delvaux sono evidenti sebbene Shen Wei sostenga di vedere in Near the Terrace “tanti fiori e farfalle: tutti in transizione”.

Le Maratone di danza nella rete «Anticorpi XL»

«Foyer della danza» Anche quest’anno il CID – Centro Internazionale della Danza, in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara, organizza una serie di incontri di approfondimento rivolti agli appassionati dell’arte di Tersicore allo scopo di sviluppare una serie di riflessioni che, prendendo spunto dagli spettacoli in calendario all’interno della Stagione 2014-2015, intendono spaziare a 360 gradi sul mondo della danza e sui protagonisti della scena coreutica nazionale e internazionale. Attraverso la visione guidata di alcuni video scelti tra gli oltre duemila titoli presenti all’interno dall’archivio di “VideoCID”, il pubblico potrà avvicinarsi e comprendere il lavoro delle compagnie e dei coreografi presenti in cartellone. Gli incontri, che saranno curati da Paola Carlucci e Lanfranco Cis, si terranno presso la Sala Medievale del Teatro Sociale a Trento con inizio alle 17,30.

Sono stati selezionati nel corso del Festival di danza urbana e d’autore «Ammutinamenti», tenutosi a Ravenna nel settembre scorso, i sei spettacoli che il 28 novembre e il 12 dicembre 2014 andranno a comporre il programma delle “Maratone”, appuntamenti ormai consolidati con la danza contemporanea di ricerca italiana proposti dal Centro Servizi Culturali S. Chiara

L’adesione alla rete «Anticorpi XL – Network per la giovane danza d’autore» del Circuito Danza del Trentino (che fa capo al CSC), di Bolzano Danza/Tanz Bozen e dell’Associazione Incontri Internazionali di Rovereto – Oriente Occidente, ha reso possibile una presenza attiva all’interno dell’edizione 2014 della «VETRINA GIOVANE DANZA D’AUTORE» delle tre realtà culturali regionali, i cui rappresentanti - Francesco Nardelli, Emanuele Masi e Lanfranco Cis – hanno fatto parte della Commissione artistica che ha giudicato le creazioni più interessanti presentate. Fra queste, gli organizzatori hanno scelto gli spettacoli da inserire nella propria programmazione. Nella serata di venerdì 28 novembre Andrea Gallo Rosso, affiancato da Manolo Parazzi, presenterà I meet you … if you want, una coreografia in cui due corpi, schiena a schiena in una doccia di luce, si alternano in un dialogo che ha come motore la percezione dell’altro alle proprie spalle. Francesco Marilungo in Siegfried farà riferimento alla fiaba nordica a cui si ispira il balletto Il lago dei cigni per affrontare un vero e proprio viaggio iniziatico dell’eroe solare verso la propria parte “oscura”, femminile. Antonio Minini invece in Panni stesi affiderà a due ballerini il compito di raccontare la vita dei quartieri della Napoli “male”, ammorbata da quel «puzzo di delitti mafiosi nel quale la coscienza annega». Saranno tre anche gli spettacoli in programma nella serata di venerdì 12 dicembre. I performers del Collettivo PirateJenny presenteranno Pollicino 2.0 dove tre giovani concorrenti saranno chiamai ad affrontare le prove di uno spietato reality show. Into another body è invece il titolo della coreografia di Anastasia Kostner che, partendo da un’installazione del video-artista Maarten van der Glas, gioca sull’idea di come il pubblico possa identificarsi con il danzatore tramite una figura virtuale. Irene Russolillo in Strascichi ci ricorderà, in un monologo danzato, che, nella vita, può capitare a chiunque di trovarsi buffi nella propria solitudine.

Trento | Teatro Cuminetti Venerdì 28 novembre 2014 | ore 20.30

Trento | Teatro Cuminetti Venerdì 12 dicembre 2014 | ore 20.30

I MEET YOU…IF YOU WANT di Andrea Gallo Rosso

INTO ANOTHER BODY di Anastasia Kostner

SIEGFRIED di Francesco Marilungo

STRASCICHI di Irene Russolillo

PANNI STESI di Antonio Minini

POLLICINO 2.0 di Collettivo PirateJenny

Programma Giovedì 16 ottobre Medea, il dolore che si fa danza

Mercoledì 11 febbraio Dove l’Oriente diventa Occidente

Giovedì 13 novembre Oyster, una tregua dal mondo reale

Martedì 24 marzo La danza diventa un fumetto

Giovedì 18 dicembre Il balletto non è solo blanc

Giovedì 16 aprile La danza al maschile


LA DANZA

Sfida alla gravità e illusionismo con il teatro magico di Pellisari È un teatro che punta a sbalordire il grande pubblico quello messo in scena da Emiliano Pellisari Romagnolo, Pellisari è cresciuto in un ambiente in cui si respirava cultura, e dopo aver interrotto gli studi di filosofia ha svolto mille lavori artigianali – muratore, falegname, idraulico – prima di concentrarsi sulla carriera artistica, la sua unica vera vocazione. Ma con l’eclettismo che lo caratterizza è stato autore teatrale, scrittore, sceneggiatore per il cinema, produttore esecutivo di eventi dal vivo, scenografo, costumista, illusionista e coreografo sui generis prima di approdare al ruolo di imprenditore di se stesso. Ovvero dell’Emiliano Pellisari Studio, uno spazio teatrale/atelier in cui vengono sviluppate le macchine teatrali, di concerto con le idee coreografiche, che permettono ai suoi spettacoli di prendere forma con la Nogravity Dance Company. Studiando le tecniche del teatro ellenistico, del teatro fantastico del Rinascimento e delle invenzioni meccaniche seicentesche, Pellisari crea ‘macchinerie contemporanee’ che trasformano il rapporto con lo spazio sensoriale. Nouveau cirque lo definirebbero i francesi che lo hanno preso sotto la propria ala e che lo amano particolarmente. L’autore è infatti di casa al Théâtre du Jorat, dove regolarmente presenta i suoi spettacoli. Ma anche la definizione di nouveau cirque alla sua arte sta stretta: nei suoi lavori c’è la danza aera come l’acrobazia, il physical theatre come la danza contemporanea. E soprattutto c’è una smisurata fantasia, dirompente e inaspettata. Un illusionista della scena che cerca bellezza estetica nell’assoluta finzione con richiami al Teatro nero di Praga. Ricerca nei tessuti, luci cesellate, cavi, funi, specchi e corde elastiche per sfidare la gravità. Pleonastico dire che i suoi interpreti sono atleti con grandi capacità tecniche, pronti a tutto per creare giochi immaginifici e ammaliare il pubblico. E chi vedrà in stagione Comix, capirà che il mondo del fumetto può riservare molte sorprese. Un caleidoscopio di personaggi che, in un buio denso, salgono scale inesistenti, si scompongono e ricompongono, si sbizzarriscono in giochi speculari di braccia e gambe per sfoderare tutte le sfaccettature delle arti magiche.

TRENTO | TEATRO SOCIALE Martedì 24 marzo 2015 | ore 20.30 NoGravity Dance Company

COMIX Una creazione di Emiliano Pellisari Coreografie Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu Nogravity Dance Company | Julien Lambert, Antonella Perazzo, Rosario Amato, Lucia Orru, Pierpaolo Trani, Valentina Iaia

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Intrepidi BalletBoyz sempre pronti a sfoderare “Talenti” Fondati a Londra nel 2000 da due ex-ballerini del Royal Ballet, Michael Nunn e William Trevitt, i BalletBoyz sono molto di più di una semplice compagnia di danza Interpreti, produttori, mentori e registi cinematografici, Nunn e Trevitt, dopo una brillante carriera nel balletto classico, hanno intrapreso nuovi modi di ‘fare danza’ e diffonderne la cultura. Se i primi spettacoli vedevano i fondatori in scena interpretare coreografie appositamente nate per loro, firmate da star del panorama internazionale, oggi Nunn e Trevitt stanno preferibilmente dietro le quinte e dietro la macchina da presa (della danza, naturalmente). In molti ricorderanno le loro apparizioni italiane (tra tutte quella con l’étoile Sylvie Guillem in Broken Fall di Russell Maliphant, straordinario trio tutto slanci premiato nel 2004 con il Laurence Olivier Award quale ‘miglior produzione di danza’) e gli spettacoli Naked (2005), Encore (2006) e Greatest Hits! (2008) passati nelle nostre sale e prodotti dal Sadler’s Wells di Londra, teatro che nel frattempo ha preso con sé la compagnia, dichiarandola ‘associata’. Ma i frequentatori assidui della coppia avranno anche notato che dal 2010 qualcosa nei BalletBoyz è cambiato. Nunn e Trevitt si sono imbattuti in una nuova avventura: cercare tramite audizioni in tutto il Regno Unito giovani talenti da portare in scena con il loro marchio di fabbrica. Rigorosamente maschi, di età compresa tra i 18 e i 24 anni, e di solida formazione tecnica per dar vita a una nuova fase della compagnia. Ecco The Talent, la serie di lavori blockbuster che i BalletBoyz hanno prodotto nelle ultime tre stagioni. Non serve aggiungere che i due mentori scelgono accuratamente il repertorio da affidare ai loro ‘protetti’ coinvolgendo il gotha della coreografia internazionale e sempre un nome nuovo dellla scena nazionale, spesso ‘preso in prestito’ dal Royal Ballet. Per The Talent 2013 avevano coinvolto ancora una volta Russell Maliphant e la nuova stella della coreografia british Liam Scarlett; per The Talent 2014 - in arrivo a Trento per la chiusura di InDanza - sfoderano altri due altisonanti nomi: Christopher Wheeldon, già coreografo residente del New York City Ballet e oggi artista associato al Royal Ballet di Londra, e Alexander Whitley, giovane autore sulla cresta dell’onda che il Sadler’s Wells si è già accaparrato insieme alla Rambert. Al momento in cui scriviamo aleggia ancora un po’ di mistero sulla produzione il cui debutto è fissato il 14 settembre 2014 al Limbury Studio della Royal Opera House. Ma possiamo intuire che da Mesmerics, di Wheeldon, ci sarà da aspettarsi belle sorprese dato il rimando del titolo alle forze magnetiche della teoria settecentesca di Franz Anton Mesmer e la scelta della musica di Philip Glass. Per The Murmering, di Whitley, ancora non si conosce la partitura musicale, ma resta a garanzia l’elegante classicismo dissolto in forme contemporanee dell’astro nascente del panorama inglese. TRENTO | TEATRO SOCIALE Giovedì 16 aprile 2015 | ore 20.30 BalletBoyz

THE TALENT Direzione Artistica Michael Nunn & William Trevitt

MESMERICS Coreografia Christopher Wheeldon Musica Philip Glass

THE MURMERING Coreografia Alexander Whitley Musica in corso di definizione

Arriva anche a Trento la dance-escalade Che il confine fra arrampicata sportiva e danza fosse labile, lo si era capito già alla fine degli anni Ottanta, quando al “Rock Master” di Arco conquistarono la scena due ragazze francesi Si chiamavano Catherine Destivelle e Isabelle Patissier. Erano belle, brave, eleganti e sulla parete sembravano proprio danzare. È bastato che, qualche anno dopo, nelle manifestazioni di arrampicata venisse sdoganata la musica (le prime esibizioni si svolgevano nel più assoluto silenzio) e il gioco era fatto. Sperimentazioni di danza verticale e aerea si svilupparono in tutto il mondo e, in Francia, alcuni arrampicatori di punta unirono danza e arrampicata in esibizioni di danse-escalade. In una collocazione ideale, dal momento che la struttura di Sanbàpolis ospita una grande palestra di roccia indoor, il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone quest’anno un’inedita proposta articolata in tre distinti momenti. Nel primo dei tre appunta-

menti in programma, ha scalato e danzato per il pubblico di Trento il free climber francese Antoine Le Menestrel, pioniere di questo genere di spettacolo che da anni porta il ballo fuori dai muri dei teatri, scalando imponenti edifici a ritmo di musica. Nel suo Service à tous les Ètages, sport e arte si fondono in incredibili movimenti coreografici che inventano un mondo poetico, giocoso e spettacolare che incanta il pubblico, lasciandolo col naso all’insù. Si proseguirà il 21 gennaio 2015 con Au pied du mur, un nuovo spettacolo di circo interamente incentrato su arrampicata e alpinismo come metafore della vita, spesso punteggiata da ostacoli e incroci improbabili. Una performance dove le leggi della gravità scompaiono e lasciano il posto ad un sorprendente virtuosismo acrobatico, in una mescolanza di tecniche circensi e danse-escalade. Il 17 marzo, infine, sarà la volta di Wanted, dove drammaturgia, videoscenografia e movimento si fondono in uno spettacolo di visual comedy con protagonisti due danzatori-acrobati che volteggiano in un mondo sospeso, fatto di fumetti e animazioni. F. L.

TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Venerdì 24 ottobre 2014 | ore 17.00 Compagnia Lézards Bleus

SERVICE à TOUS LES ÉTAGES TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Mercoledì 21 gennaio 2015 | ore 21.00 Compagnia 100 Racines

AU PIED DU MUR TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Martedì 17 marzo 2015 | ore 21.00 eVenti Verticali

WANTED


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LA LIRICA

LA LIRICA

Con quattro titoli del grande repertorio, due in scena a Trento e altrettanti a Bolzano, la Stagione della Lirica si ripropone in chiave regionale, con l’Orchestra Haydn a fungere da collante musicale di un rapporto di collaborazione ormai consolidato fra i maggiori Enti teatrali del Trentino Alto Adige. L’ironia dolce-amara di Don Pasquale si sposa con la drammaticità del Rigoletto di Verdi nella programmazione trentina, e Bolzano traccia un ponte artistico tra diverse epoche e stili con il Don Giovanni di Mozart rivisitato in chiave moderna ed un sorprendente Faust di Gounod.

Le disavventure di un ‘single’ «che s’ammoglia in vecchia età» di Fabio Lucchi

TRENTO | TEATRO SOCIALE Venerdì 10 ottobre 2014 | ore 20.30 Domenica 12 ottobre 2014 | ore 16.00 Opera buffa in tre atti su libretto di Giovanni Ruffini Musica di Gaetano Donizetti

DON PASQUALE Se fosse un programma televisivo, potrebbe essere al tempo stesso Stranamore e Scherzi a parte È la storia del ricco scapolo ultrasessantenne Don Pasquale che ha in casa, a proprio carico, un nipote sfaccendato, Ernesto. Uomo all’antica, lo zio non vuole che il ragazzo sposi Norina, la giovane vedova di cui è innamorato, preferendo acquisire come parente una ricca zitella. C’è poi il dottor Malatesta, amico di famiglia, che per aiutare i due spasimanti a convolare a giuste nozze, inventa uno scherzo. Con la complicità della giovane donna, ma alle spalle anche del suo innamorato. Il nuovo allestimento dell’opera è stato affidato all’inventiva di Maurizio Nichetti che è tornato in cabina di regia a Trento dopo avervi diretto un Barbiere di Siviglia andato in scena qualche anno fa all’Auditorium. «Don Pasquale – ci dice Nichetti – è un’opera buffa che racconta di un anziano preso in giro e messo in mezzo a uno scherzo che gli deve far capire che, a una certa età, non si possono avere troppe velleità. Questo già nell’Ottocento poteva essere un argomento di attualità e il “Don Pasquale” gioca su questo. Ma è anche un’opera molto provocatoria, almeno per l’epoca in cui è stata scritta. Perché, anche se all’interno di uno scherzo, si racconta di una moglie che schiaffeggia il marito, che afferma che i mariti “non vanno ascoltati” e sentenzia che il marito deve solo tacere quando una moglie parla. Si tratta di un femminismo ‘ante litteram’ che oggi ci appare senz’altro meno provocatorio; però mi piace pensare che dietro allo scherzo giocato a Don Pasquale ci fosse già allora una sorta di morale finale che invitasse a lasciare l’amore ai giovani. Perché può essere pericoloso innamorarsi in tarda età.» A caratterizzare questa nuova produzione del Centro Servi-

zi Culturali S. Chiara, la scelta di realizzare una scenografia “recitante” fatta di grafiche, animazioni e ‘stratagemmi’ visivi che, seguendo una strada assolutamente originale e nuova, hanno assecondato la storia e illustrato i sentimenti dei personaggi. «Non ho voluto però – puntualizza Nichetti – che le proiezioni diventassero più importanti delle arie, più importanti della storia e dell’azione teatrale. È vero che io sono anche un regista cinematografico, ma in questo caso sono soprattutto un regista teatrale. E quindi non sono andato a farmi concorrenza da solo.» In quanto alla musica, che ha visto impegnata nell’esecuzione l’orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Marco Berdondini, lo spartito si è dimostrato davvero ricco di momenti destinati a dare piena soddisfazione agli amanti del genere: l’aria Cercherò lontana terra e la serenata Com’è gentil la notte affidate al tenore (l’argentino Francesco Brito); la cavatina del soprano (l’applauditissima Serena Gamberoni) So anch’io la virtù magica; il duetto Cheti, cheti immantinente fra Malatesta (Giulio Boschetti) e Don Pasquale (Simone del Savio). In scena anche il Coro Lirico Regionale TN/BZ diretto da Luigi Azzolini, impegnato nel dare voce all’allegra brigata dei servi. Fresca e godibile la “morale” dell’ultimo pezzo dove Norina ammonisce insolente che Ben è scemo di cervello, chi s’ammoglia in vecchia età, va a cercar col campanello noie e doglie in quantità. «Di puramente comico nell’opera buffa non c’è mai niente – conclude Maurizio Nichetti – c’è sempre l’aria tenorile, c’è sempre una storia d’amore e ci sono sempre tenerezza e un pizzico di romanticheria. E anche quando una persona cade vittima di uno scherzo, è sempre vista con animo bonario. Noi abbiamo cercato di rimanere fedeli allo spirito in cui immagino che sia stata scritta quest’opera da Donizetti, nel rispetto di quello che io ho ritenuto fosse il tema principale, la storia d’amore fra Ernesto e Norina. Si parla sempre di Don Pasquale (che in questo allestimento ho immaginato essere un botanico) e dello scherzo che gli è stato fatto, che rappresenta il plot buffo dell’opera, ma tutto poi ruota invece attorno all’amore di due giovani che si vogliono sposare e trovano qualche impedimento nel poterlo fare. L’ happy end, con Norina ed Ernesto che si mettono insieme, va dunque al di là dello scherzo fatto allo zio. Ma per sostenere questo dobbiamo anche ammettere che lo scherzo è stato fatto con bonomia, che non si è sfruttata l’ingenuità altrui. È un tono che io mi auguro abbia riportato l’equilibrio tra i personaggi su binari più vicini a quella che era la scrittura originale.»

«Foyer della lirica» La collaborazione del Centro Servizi Culturali S. Chiara con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento si estende quest’anno anche alla Stagione Lirica con l’organizzazione di due incontri con il pubblico in concomitanza con la rappresentazione delle opere “Don Pasquale” e “Rigoletto”, entrambi coordinati dal prof. Marco Uvietta, docente di Musicologia e Storia della Musica. Il regista Maurizio Nichetti ha anticipato la prima rappresentazione di “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti entrando nel merito delle proprie scelte interpretative nell’allestimento dell’opera. Venerdì 5 dicembre 2014 l’incontro, che avrà luogo nella Sala Medievale del Teatro Sociale con inizio alle 17.30, precederà invece la rappresentazione di “Rigoletto” di Giuseppe Verdi.


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Si eleva, fra le arie verdiane, il grido di dolore di un padre Giullare al servizio del Duca di Mantova, affabulatore feroce e impietoso con le vittime dei suoi dileggi, Rigoletto nasconde sotto la maschera del buffone un tenero affetto paterno, il segreto inconfessabile di una figlia illibata e di una vita ordinaria La commistione di commedia e tragedia fecero di questo soggetto, tratto dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse, un’opera destinata ad aprire una nuova stagione del melodramma italiano che nelle mani di Verdi proseguirà con i memorabili Trovatore e Traviata. Una ‘trilogia’ concentrata sulla complessità psicologica dei personaggi e sulle loro passioni che ha dato al compositore l’occasione di scrivere alcune delle musiche più popolari dell’intero repertorio lirico. Il nuovo allestimento, una coproduzione della Fondazione Teatro Comunale di Modena e del Centro Servizi Culturali S. Chiara firmata da Giandomenico Vaccari, si muoverà nel

TRENTO | TEATRO SOCIALE Venerdì 5 dicembre 2014 | ore 20.30 Domenica 7 dicembre 2014 | ore 16.00

RIGOLETTO Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave Musica di Giuseppe Verdi

contesto di una scenografia di impianto naturalistico nata dai bozzetti storici di Lorenzo Ghiglia. «Lo spettacolo – racconta il regista – rispetterà un immaginario condiviso per quanto concerne la sostanza visiva dell’opera e descriverà la contraddizione fra il nitore estetico di quel che si vede e la natura oscura e violenta del racconto e dell’anima dei personaggi. I tre protagonisti vengono descritti musicalmente e scenicamente da Verdi in modo così esaustivo, fin dal loro primo apparire, che lo svolgersi dell’opera diventa per l’ascoltatore un vero e proprio processo conoscitivo dentro la loro anima, fino a comprendere in pieno le ragioni dei singoli destini finali. Il nostro spettacolo cer-

Il “convitato di pietra” manda Don Giovanni all’inferno (e non solo a parole) Nel Don Giovanni, composto su un libretto di Lorenzo Da Ponte ispirato alla leggenda spagnola del gran seduttore Don Juan Tenorio, la musica aderisce alla perfezione alle situazioni diversissime di un argomento tragicomico Non è quindi azzardato dire che si tratta di un’opera doppia: brillante e inquietante insieme. Siamo a Siviglia e Don Giovanni, dopo aver cercato di violentare donna Anna, ne uccide il padre, il Commendatore. Accompagnato dal servo Leporello, si fa beffe di donna Elvira, precedentemente sedotta e abbandonata, e prova a sedurre, senza però riuscirvi, la contadinella Zerlina, fresca sposa di Masetto. L’azione si trasferisce poi in un cimitero dove, dalla statua funebre del defunto Commendatore, esce una voce. Il padre di Anna lo maledice per averlo ucciso, e Don Giovanni osa rispondergli per proporgli un invito a cena. La statua risponde sì e si presenta al banchetto. Il “convitato di pietra” rifiuta il cibo, ma contraccambia l’invito tendendo la mano a Faust in una stretta mortale che porterà l’incorreggibile libertino direttamente all’inferno. Nell’opera, spicca per comicità l’aria di Leporello Madamina il catalogo è questo e si insinua con malizia il duetto fra Don Giovanni e Zerlina Là ci darem la mano – Vorrei e non vorrei. Elvira, infuriata, canta Ah chi mi dice mai e anche Ottavio, il fidanzato di Anna, è protagonista nel primo atto di un brano memorabile, Dalla sua pace. Don Giovanni esprime le sue arti seduttive con Deh, vieni alla finestra e la “morale della favola” è affidata al sestetto finale che canta Questo è il fin di chi fa mal. «La grandezza di Mozart e l’esempio più insospettato e interessante del suo temperamento teatrale – scrive Franco Abbiati nella sua Storia della Musica – si manifesta in quest’opera per mille segni, con accenni d’inarrivabile efficacia, attraverso la ricchezza dell’invenzione la fluidità e la scorrevolezza dei dialoghi, la duttile vocalità della fase melodica, l’unità ferma dello stile che non viene mai meno neppure con l’incessante succedersi delle situazioni più disparate per ambiente e caratteri. Neppure con gli ostacoli che presentava l’antiquato libretto tagliato in due atti e spezzettato in numerosissime scene che raffreddano l’azione». Il nuovo allestimento del Don Giovanni è firmato dal celebre regista inglese Graham Vick le cui idee, talvolta provocatorie ma sempre rispettose dell’opera affidatagli, rivisitano il capolavoro di Mozart in chiave moderna. Alcune scene di forte impatto, consigliano però la visione di questo spettacolo unicamente ad un pubblico adulto. BOLZANO | TEATRO COMUNALE Domenica 23 novembre 2014 | ore 16.00

DON GIOVANNI Dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

cherà di raccontare quel grande ‘teatro della solitudine’ che è Rigoletto e tutta la trilogia verdiana.» Autentico scrigno musicale – l’autore stesso la definì, nell’epistolario, una delle sue opere migliori – Rigoletto raccoglie arie e duetti fra i più belli dell’intera produzione verdiana. Pezzi salienti, che potrebbero entrare con pieno diritto in una ipotetica “Hit Parade” della lirica, Questa o quella per me pari sono e La donna è mobile, affidati alla voce del tenore, e l’aria del soprano Caro nome. Di grande impatto il drammatico duetto di Rigoletto e Sparafucile (Quel vecchio maledivami), quello commovente del buffone con la figlia (Sì vendetta, tremenda vendetta) e l’altro, intessuto di grazia appassionata, di Gilda col Duca (È il sol dell’anima). E poi la scena del ratto, piena di colore e carattere, e quella mirabilmente patetica di Rigoletto che culmina nella sprezzante invettiva Cortigiani vil razza dannata. Infine il famoso quartetto Bella figlia dell’amore, nel quale due personaggi piangono e due scherzano, di eccezionale originalità. Non a caso, fin dalla sua prima rappresentazione, avvenuta l’11 marzo del 1851 al Teatro “La Fenice” di Venezia, Rigoletto fu definito dalla critica «un vero miracolo d’ispirazione e di genio».

Il faust innamorato di Charles Gounod Sul libretto di Michel Carré e Jules Barbier, tratto dalla prima parte del Faust di Goethe, Charles Gounod ha costruito uno spartito straordinariamente vario, ricco di intensa drammaticità e di melodie Vi si alternano episodi poetici, momenti di grande animazione, scene tragiche e di passione. Bellissimi i cori, elegante e sobria l’orchestrazione, numerose le arie divenute celebri e che restano facilmente nella memoria di quanti le ascoltano. Si parte subito con un autentico coup de théâtre quando il vecchio dottor Faust nel suo studio invoca il demonio e Mefistofele subito appare, intonando con lui un duetto (Me voici). Dopo avergli mostrato, in una poetica visione, Margherita all’arcolaio che fila, il diavolo stringe col dottore il patto fatale e lo trasforma in un bel giovane pieno di vita. È durante una festa in città animata da canzoni da osteria (Vin ou bière) che Faust ha modo di incontrare la ragazza, ma lei ne rifiuta con vergogna la corte. Ben presto però le cose cambiano: Faust si introduce nel giardino di Margherita e le rivolge un canto d’amore (Laisse-moi, laisse-moi, contempler ton visage) che sortisce l’effetto sperato. Nel frattempo torna dalla guerra Valentino, fratello di Margherita, che sfida a duello Faust, reo di aver compromesso la ragazza, e rimane ucciso. Sedotta e abbandonata, la giovane torna a filare la lana (Il ne revient pas) e Mefistofele canta una serenata d’amore sotto la sua finestra (Vous qui faites l’endormie). Intanto sulle montagne dello Harz Faust e Mefistofele partecipano alla notte di Valpurga, una notte di streghe e di abbandono ai sensi (Un, deux et trois). D’improvviso Faust vede l’immagine di Margherita prigioniera, condannata a morte per aver ucciso il bambino avuto da lui. Corre nel carcere per farla fuggire e salvarla, ma lei lo respinge: vuole espiare con la morte i suoi peccati, s’affida a Dio e canta un’invocazione agli angeli (Anges pur, anges radieux). Così, nel pentimento, Margherita si redime e una Voce dall’alto proclama la sua salvezza. In quest’opera Gounod ha dato il meglio del suo temperamento lirico, appassionato e spontaneo, e canta l’amore con accenti intimi, languidi e sensuali. Il regista e scenografo Michiel Dijkema, al quale è stato affidato questo nuovo allestimento, sorprende con un simbolismo visuale che apre prospettive affascinanti, rispecchiando il mondo inquietante a suo tempo creato da Goethe. BOLZANO | TEATRO COMUNALE Mercoledì 21 gennaio 2015 | ore 20.00

FAUST Dramma lirico in cinque atti su libretto in lingua francese di Jules Barbier e Michel Carré Musica di Charles Gounod


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Le Muse

GLI EVENTI SPECIALI

Il circo poetico di due straordinari acrobati della fantasia Visionario, surreale, funambolico e stupefacente È il circo partorito, con prodigiosa abilità, dalla miracolosa inventiva di due straordinari artisti, Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thierrée. In questo spettacolo, trasferito dal tendone del circo alle sale teatrali, tutto si svolge in apparenza senza fatica, in modo naturale e spontaneo. Ed è proprio questo, in un’epoca come la nostra fin troppo incline agli effetti speciali, a suscitare l’incanto. Quella di Victoria e Jean-Baptiste è Thierrée è un’arte fatta di piccole e povere cose, ma soprattutto di immensa bravura e incredibile precisione. Sono loro gli acrobati, i fantasisti, gli illusionisti, i funamboli, i prestigiatori, i clown e i musicisti, protagonisti di una rivoluzione estetica e poetica partita proprio da loro quarant’anni fa e che ha dato poi origine al fenomeno del nouveau cirque. Jean Baptiste, con la sua massa di capelli bianchi, si presenta in scena indossando uno stravagante costume floreale. Ha gli occhi pieni di malizia e di gentilezza e dà il via allo spettacolo con qualche esperimento di micro-magia. Non fa sul serio, lo si capisce subito; è un illusionista maldestro che di altro non si preoccupa se non di aprire le porte al mondo della fantasia. Ha l’aria stralunata e ci fa ridere con ogni oggetto che estrae dalla valigia; la sua assurdità è colorata e leggera come una bolla di sapone.

TRENTO | TEATRO SOCIALE Mercoledì 24 dicembre 2014 | ore 16.00 Giovedì 25 dicembre 2014 | ore 20.30 Venerdì 26 dicembre 2014 | ore 20.30 Sabato 27 dicembre 2014 | ore 21.00 Domenica 28 dicembre 2014 | ore 18.00 Live Arts Management

LE CIRQUE INVISIBLE Soggetto, regia, interpretazione Jean Baptiste Thierrée, Victoria Chaplin Con Jean Baptiste Thierrée, Victoria Chaplin Disegno luci Nasser Hammadi

Victoria ha invece la grazia di un elfo, è una geniale “Alice nel paese delle meraviglie” che si trasforma sotto i nostri occhi in creature di strana bellezza. Il suo bestiario immaginario è di una bellezza mozzafiato: roteando alcuni ombrelli rossi fa nascere un pavone; combatte con un drago; esce di scena in sella ad un cavallo uscito, come per magia, dalle falde del suo abito da principessa. Entrambi hanno la nobiltà del grande circo. Jean-Baptiste scompare dietro un paravento e ne esce un attimo dopo completamente trasformato; Victoria vive nel regno di una funambolica leggerezza danzando (o meglio “volando”) sul filo mentre lui la osserva ammirato con il binocolo. E poi fanno coppia pedalando su una bicicletta a sei ruote. Sono due clown romantici che vivono in un circo che non si vede, dove niente è ciò che sembra, e dove un costume di latta che sembra la corazza di un guerriero astrale si trasforma in orchestra. Due ore di emozioni in compagnia di due artisti “speciali”che, pur senza fare ricorso ad “effetti speciali”, riescono a divertire e stupire spettatori di tutte le età.


GLI EVENTI SPECIALI

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Per la serata di San Silvestro il programma degli spettacoli si fa in quattro

Sarà un Capodanno multitasking quello che il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha ideato per accogliere, in modo spettacolare, il 2015

La programmazione, articolata in quattro diversi momenti, permetterà al pubblico non solo di scegliere fra generi diversi di spettacolo, ma anche di viverne due o più in successione, passando dall’Auditorium a Piazza Duomo, al Teatro Sociale. La lunga notte di San Silvestro prenderà il via, come è ormai tradizione, al Teatro Auditorium dove alle 18.30 di mercoledì 31 dicembre è in programma il classico Concerto di fine Anno dell’Orchestra Haydn. Il complesso sinfonico regionale, diretto dal M° Arvo Volmer, proporrà un “Viaggio in Europa” che si preannuncia quantomai ricco di suggestioni musicali. Nel programma non mancheranno le atmosfere viennesi che per tradizione caratterizzano gli appuntamenti sinfonici di Capodanno, ma la cultura musicale di Volmer, che ha debuttato con l’Orchestra Haydn nell’ottobre 2012 e che dalla corrente stagione ne è il direttore principale, conferirà al concerto, arricchendone il repertorio, una dimensione pienamente “europea”. Al termine dell’esibizione dell’Orchestra, gli spettatori che lo vorranno potranno sedersi ai tavoli del ristorante WellCafè, attiguo al Teatro Auditorium, dove sarà servito il cenone di San Silvestro – Crystal Dinner e si potrà brindare al nuovo anno, immersi nell’elegante atmosfera del Piano Bar. Il concerto dell’Orchestra Haydn non esaurirà però la programmazione del 31 dicembre al Teatro Auditorium. Alle ore 21.00 avrà inizio, infatti, lo spettacolo «MAGIC SHADOWS», la danza delle ombre che affascina e commuove, proposto dalla Compagnia Catapult che, reduce dal successo di America’s Got Talent del 2013, arriva in Italia con il suo show mozzafiato di ombre danzanti. I Catapult sono nati dal genio creativo del coreografo Adam Battelstein, danzatore e coreografo del famoso Pilobolus Dance Theater, il cui sogno era quello di dare nuova vita a un’antica forma d’arte come quella delle ombre cinesi, utilizzando il corpo al massimo della propria capacità espressiva. Formidabili ballerini, i Catapult riescono a stupire il pubblico creando figure apparentemente impensabili, con dei semplici giochi di luci e ombre. E così ecco apparire nel buio, come per magia, un elicottero, un castello, un fiore o un pinguino. Uno spettacolo che condurrà adulti e bambini in un mondo fatato, in cui gioia, entusiasmo e sorpresa sono assicurati per tutti. Al termine dello spettacolo «MAGIC SHADOWS», che sarà replicato anche il giorno successi-

vo, giovedì 1 gennaio con inizio alle ore 18.00, si potrà attendere l’arrivo del 2015 nel Foyer del Teatro Auditorium, dove la festa Balera Evergreen proporrà agli ospiti il raffinato Red velvet Buffet e l’Orchestra spazierà con la musica ballabile dal liscio al repertorio degli anni ’60 e ’70, alla dance. Nell’atrio del Teatro Auditorium, invece, sarà proposto un Capodanno più informale con un Juke box Party. A mezzanotte saranno serviti lenticchie, panettone e spumante per il brindisi. Chi invece preferirà festeggiare in una più libera atmosfera open air, potrà trasferirsi invece in piazza Duomo dove a partire dalle ore 23.00 sarà proposto, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Trento, il concerto del cantautore Eugenio Bennato, al quale si potrà assistere gratuitamente. Esponente di primo piano della scuola di cantautori napoletana assieme al fratello Edoardo, a Pino Daniele, Tony Esposito e Alan Sorrenti, è stato fra i fondatori della Nuova Compagnia di Canto Popolare e, con Carlo D’Angiò, di Musicanova. Nel concerto di Capodanno, che sarà animato dai DJ di Radio Dolomiti, si potranno ascoltare “singoli” di successo come Sole sole, Le città di mare, Novecento aufwiedersehen e Grande Sud, oltre ai brani contenuti negli album Taranta power, Che il Mediterraneo sia e Sponda sud. La quarta proposta riguarda infine la Grande Soirée in programma al Teatro Sociale, organizzata in collaborazione con “Everness” di Agostino Carollo e Well Food intitolata Capodanno Bianco. A tutti i partecipanti, infatti, sarà richiesto di contribuire in modo creativo all’estetica della serata vestendosi completamente di bianco, per rappresentare in questo modo il rinnovamento e la nuova partenza verso il nuovo anno. La platea, dalla quale saranno rimosse le poltrone, sarà l’epicentro delle danze e dei festeggiamenti, mentre sul palcoscenico si alterneranno in continuazione musicisti, artisti, performer, ballerini e ospiti davvero speciali. Per accogliere il pubblico sarà allestita nell’atrio del Teatro una mostra fotografica dal titolo “White Wonderland” e, a partire dalle 20.30 sarà offerto l’aperitivo al quale farà seguito il Gran Buffet di fine anno, con ampia scelta di prelibatezze, nelle sale di Palazzo Festi, attigue al Teatro. E poi musica, danze e spettacolo fino all’alba per una prima notte dell’anno davvero speciale.


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IL MUSICAL

Cinecittà: una storia di famiglia Per la prima volta sul palcoscenico trentino, Christian De Sica sarà a gennaio per tre giorni all’Auditorium dove aprirà i cancelli di Cinecittà e ci inviterà ad entrare, contemporaneamente, in due mondi magici: il cinema ed il teatro Cinecittà è una parola che riporta ad un mondo fantastico, ad un secolo di storia del cinema scritta da artisti geniali, ma costruita anche sul lavoro di migliaia di comparse, di eccellenti maestranze. Una favola accompagnata da musiche indimenticabili, da parole e canzoni che fanno parte del nostro quotidiano. Una storia che appartiene alla cultura italiana, ma che ha ispirato tutto il cinema internazionale. Come si chiamano, del resto, gli studi cinematografici in Francia? E in Inghilterra? E in Germania? Se escludiamo gli addetti ai lavori e i diretti interessati, nessuno lo sa.

Oltre ad Hollywood, l’unico altro termine conosciuto universalmente è Cinecittà. Il rapporto fra Cinecittà e Christian De Sica è profondo, già da prima della sua nascita, grazie al padre Vittorio e alla madre Maria Mercader. E così Christian cresce a Cinecittà prima da adolescente, accompagnando il padre, poi con i primi piccoli ruoli, per approdare infine agli Studi da attore affermato. Ha così vissuto la profonda trasformazione di Cinecittà che, da tempio assoluto del cinema, ha dovuto adeguarsi e accogliere le telecamere della TV. Christian De Sica ha attraversato in maniera trasversale la Città del Cinema: da bambino ha visto girare per casa, prima i mostri sacri del nostro cinema e poi quelli dell’epopea dei kolossal di Hollywood sul Tevere. È cresciuto con Rossellini e i suoi figli e ha sposato la sorella di Carlo Verdone. Nella sua vita professionale ha partecipato a decine di film da protagonista raccogliendo, nella quasi totalità, grande successo. Ma Christian De Sica è non solo attore, è anche autore, sceneggiatore, regista. «Sono un saltimbanco, mi sento un attore: Mi sento uno showman. Un commediante».

Chi meglio di lui, allora, per raccontare la storia di Cinecittà, in uno spettacolo elegante e sorprendente che va da Mussolini al neorealismo, dal “cinepanettone” a Michele Santoro a Maria De Filippi? Il musical, affidato alla regia di Giampiero Solari, alterna irresistibili racconti di vita vissuta, monologhi poetici sulle figure nascoste che rimangono sempre dietro le quinte, divertenti gag sui provini, sugli attori smemorati, sul doppiaggio improvvisato. Non mancano canzoni evergreen enfatizzate dalle abili doti di crooner di Christian De Sica, che sarà affiancato in palcoscenico da Daniela Terreri, Daniele Antonini e Alessio Schiavo; da un corpo di ballo (le coreografie originali sono state create da Franco Miseria) e da un’orchestra di molti elementi, diretta da Marco Tiso. «All’inizio di questo spettacolo – spiega Christian De Sica – ho inserito la canzone “Canto anche se sono stonato”, che cantava mio padre. Quella sera di anni fa, osservandolo, pensavo: guarda che meraviglia, chissà se un giorno riesco a farlo pure io. Lo guardavo, sognando, come uno spettatore, come una moglie può guardare il marito che trionfa. Come un figlio. Il suo.»

TRENTO | TEATRO SOCIALE Venerdì 16 gennaio 2015 | ore 20.30 Sabato 17 gennaio 2015 | ore 21.00 Domenica 18 gennaio 2015 | ore 20.30 Bags Entertainment

CINECITTà Uno spettacolo scritto da Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini e Giampiero Solari Con Christian De Sica Regia di Giampiero Solari Con Daniela Terreri, Daniele Antonini e Alessio Schiavo Musiche dal vivo dell’orchestra diretta dal maestro Marco Tiso Al pianoforte Riccardo Biseo Coreografie di Franco Miseria


L’OPERETTA

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L’operetta unisce nella musica le montagne dell’Austria e il Golfo di Napoli Benvenuti nel mondo delle favole! Torna anche quest’anno al “Sociale” lo spettacolo di tradizione storica che, vissuto nello scenario teatrale del primo Novecento, continua a richiamare il pubblico per la sua capacità di offrire un momento di leggerezza raccontando storie (prevalentemente d’amore) condite da una godibile anche se ingenua comicità e, sopratutto, da tanta buona musica Proseguendo nella collaborazione con la Compagnia «Teatro Musica Novecento», saranno presentati due titoli, offerti in produzioni di grande spettacolarità e qualità musicale. Si inizierà con Al Cavallino Bianco che è senz’altro, dopo la La Vedova Allegra, l’operetta più popolare in Europa. All’inizio degli anni Trenta del secolo scorso, stava suscitando ondate di ilarità sulle scene tedesche una spiritosa commedia scritta da Oskar Blumenthal e Gustav Kadelburgm nella quale si faceva un’allegra satira sulla villeggiatura presso i laghi d’alta montagna. Fu la schietta comicità della vicenda a suggerire a due esperti uomini di teatro berlinesi, Erich Charell e Hans Müller, di trarne lo spunto per una spassosa commedia musicale: uno spettacolo a metà strada fra operetta e rivista, che Ralph Benatzky portò al successo componendo uno spartito davvero vario, fresco e gioioso. Un ridente albergo immerso fra le montagne austriache del Salzkammergut fa da sfondo all’intreccio amoroso della proprietaria, Gioseffa, che si è invaghita di un avvocato suscitando la gelosia del cameriere Leopoldo che, non corrisposto, spasima per lei. Ma una lite in materia di commercio farà sì che il giovane uomo di legge si innamori invece della figlia di un commendatore, parte avversa nella causa. Il 10 novembre del 1930, recensendo la prima mondiale de Al Cavallino Bianco, il Berliner Tageblatt scriveva: «Questa operetta è un abbonamento per la felicità». Questo è anche lo spirito dell’allestimento della “Compagnia Teatro Musica Novecento” che ha costruito per il suo Cavallino Bianco una drammaturgia ricca e spumeggiante, con personaggi assai ben caratterizzati nella loro contagiosa simpatia. Gioseffa, nonostante il piglio autoritario ha in realtà un animo sentimentale e Leopoldo è solo in parte un personaggio comico, in quanto è sì incline agli scatti d’ira, ma è anche capace del più tenero corteggiamento. Zanetto, il commendatore, è un burbero al quale però preme assai la felicità

della figlia e quello di Claretta, il personaggio interpretato da Silvia Felisetti, è un ruolo di soubrette molto particolare, che richiede sicure doti di attrice comica. E poi c’è il bel Sigismondo, ricco e viziato rampollo di famiglia, «capace di infiammare di passion le donne di ogni razza e condizion». Scugnizza, che il pugliese Mario Costa ha musicato nel 1922 su testo di Carlo Lombardo, è invece sicuramente la più bella delle operette napoletane in ragione della sua schietta vena malinconica e della divertente ambientazione popolare. Sullo sfondo, la splendida cornice della città del Golfo, incurante della guerra e della propria miseria. I personaggi della storia, genuini nella loro semplicità, vivono sentimenti autentici e alti ideali. In quanto alla musica, Scugnizza è piacevole e accattivante. Le sue melodie interpretano un mondo che rappresenta un insieme di spontaneità e nostalgia in brani come Salomè, una rondine non fa primavera e Napoletana, come canti tu. Non mancano le arie che riconducono all’opera verista, richiamando le migliori romanze di Puccini (In riva al mare tutta bianca una casetta). Nella gaia cornice del golfo napoletano, due scugnizzi innamorati, Totò e Salomè, con il loro gruppo di amici conducono una vita senza problemi. Sempre a Napoli si trovano alcuni turisti americani fra cui il ricco vedovo Toby Gutter, sua figlia Gaby e il suo segretario Chic, che la corteggia senza successo. Gli scugnizzi portano una ventata di allegria nella vita degli americani e quando mister Toby fa la conoscenza di Salomè ne rimane folgorato non esitando a chiederla in sposa a Zi’ Grazia, sua pittoresca tutrice. La fanciulla rimane perplessa, ma la zia le impone il matrimonio, vedendo in questa unione la possibilità di una buona sistemazione per la nipote, ma anche per sé. Chi non si dà pace è invece Totò, convinto ormai di aver perso Salomè. Ma una sera, fissate ormai le nozze tra Toby e Salomè, Totò si reca nella villa dell’americano per rivedere un’ultima volta la “scugnizza”. Scambiato per un furfante, viene arrestato, ma l’innocenza del ragazze viene presto dimostrata e Totò può finalmente correre dalla sua Salomè, alla quale Toby si è ormai rassegnato a rinunciare. Entrambe le produzioni saranno presentate in spettacolari allestimenti scenici con l’orchestra nel ‘golfo mistico’ e, sul palcoscenico, un corpo di ballo e una compagnia di specialisti, nella quale si fondono cantanti di grandi qualità vocale e attori e caratteristi di brillante comunicativa. Li guida sulla scena il regista Alessandro Brachetti, mentre l’orchestra e tutta la parte musicale dello spettacolo si affida all’esperienza del maestro Stefano Giaroli. L’intervento del Coro Lirico Regionale TN/BZ diretto dal M° Luigi Azzolini contribuirà ad arricchire la qualità complessiva dell’offerta musicale di entrambi gli spettacoli.

Trento | Teatro Sociale Giovedì 22 gennaio 2015 | ore 20.30

Trento | Teatro Sociale Giovedì 26 febbraio 2015 | ore 20.30

Teatro Musica Novecento

Teatro Musica Novecento

AL CAVALLINO BIANCO

SCUGNIZZA

Operetta in due atti di Ralph Bénatzky Regia Alessandro Brachetti Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli

Operetta in due Atti di Mario Costa Regia Alessandro Brachetti Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli


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Le Muse

IL JAZZ

IL JAZZ

La tromba di Terence Blanchard che si avventura dentro scenari elettrici, i colori del Brasile nel duo di Stefano Bollani & Hamilton de Holanda, gli impasti raffinati e innovativi dei gruppi di Franco d’Andrea e Mark Turner, un gruppo di “all star” da Chicago guidate da Jack DeJohnette, l’Orchestra del Conservatorio Bonporti diretta da Maria Schneider. Ecco gli attesi appuntamenti dell’edizione 2014/2015 degli Itinerari Jazz a Trento e Rovereto, all’emozionante scoperta di forme e stili in continuo movimento.

Le nuove traiettorie urbane di Terence Blanchard Se il valore di un artista si misura dalla capacità di aprirsi alle esperienze più varie, la figura di Terence Blanchard è certamente tra quelle più interessanti Ci sono infatti molti Terence Blanchard e ognuno di essi riserva delle fantastiche sorprese. C’è il trombettista prodigioso e precoce che viene dalla culla del jazz, New Orleans, che ha un certo Wynton Marsalis come compagno di scuola e che si trova appena diciottenne già nell’Orchestra di Lionel Hampton e poco dopo nei Jazz Messengers di Art Blakey. C’è lo young lion – così sono stati “battezzati” i talenti che emergevano in quegli anni di “rinascimento” di un jazz formalmente più aderente ai linguaggi degli anni Cinquanta e Sessanta – che si fa notare negli anni Ottanta per lo scoppiettante quintetto con il sassofonista Donald Harrison. C’è il raffinato autore di colonne sonore, quelle per i film di Spike Lee (che dopo averlo avuto come tromba nel celebre tema di Mo’ Better Blues gli affiderà la composizione delle musiche di film come Jungle Fever o Malcolm X) sopra tutte. C’è infine il musicista maturo di oggi, che si muove con grande naturalezza tra hard-bop e altri linguaggi, che ha preso a cuore le sorti della propria città dopo il devastante uragano Katrina e che non smette di mettere cuore e curiosità nei propri progetti. Accade anche con questo nuovissimo E-Collective, quintetto che esplora sonorità elettriche grazie alla complicità di giovani e talentuosi colleghi come il chitarrista Charles Altura (già con Chick Corea), il pianista Fabian Almazan, il bassista elettrico Donald Ramsey e il batterista Oscar Seaton. Elementi di R&B, funk e hip hop sono tra gli ingredienti della musica del collettivo, per una serata che si annuncia all’insegna del miglior suono urbano che ci giunge da oltreoceano.

TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Martedì 4 novembre 2014 | ore 21.00

THE TERENCE BLANCHARD E - COLLECTIVE Con Terence Blanchard (tromba), Charles Altura (chitarra), Fabian Almazan (pianoforte-tastiere), Donald Ramsey (basso el.), Oscar Seaton (batteria)

I colori del Brasile di Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Si parla molto di popolarità del jazz, di capacità e voglia di condividere questa musica con un pubblico che sia più ampio e variegato di quello degli abituali appassionati Se in questi anni c’è un jazzista, nella ricca scena italiana, che è riuscito a raggiungere anche un uditorio meno specializzato, questo è certamente il pianista Stefano Bollani. Merito della sua travolgente bravura, certo, così come della sua innata capacità di fare spettacolo e comunicare in modo diretto e coinvolgente, a tratti istrionico. Merito anche di un’innata curiosità verso i più vari generi musicali, siano essi il “classico” Gershwin o Carosone, il jazz tradizionale o la musica brasiliana. Nato a Milano, ma cresciuto a Firenze (dove si è diplomato al Conservatorio Cherubini), Bollani intraprende dapprima una carriera come strumentista pop (accanto all’amica Irene Grandi o a Jovanotti), per poi affacciarsi prepotentemente sul mondo del jazz, grazie alla collaborazione con Enrico Rava. Assieme al trombettista, Bollani ha tenuto centinaia di concerti in questi anni, incidendo oltre una dozzina di dischi, tra i quali ricordiamo “Tati” in trio con il compianto Paul Motian, “The Third Man” e “New York Days”. Miglior Nuovo Talento per il referendum della rivista Musica Jazz nel 1998, il pianista ha da allora esplorato, lo accennavamo poco sopra, un po’ tutti gli ambiti espressivi che hanno stimolato la sua curiosità. Quello classico, con l’incisione della Rapsodia in Blu di Gershwin e del Concerto in Fa di Ravel con la direzione di Riccardo Chailly (successo discografico notevole, con oltre 55mila copie vendute solo in Italia). Quello radiofonico e televisivo, con programmi come il Dottor Djembé (Radio3, condotto con David Riondino e Mirko Guerrini) o Sostiene Bollani (dedicato alla musica e in onda su Rai3), che ne evidenziano il

carattere ironico e la volontà di portare argomenti musicali anche articolati a ben più ampie platee. Quello più “tradizionalmente” jazz, portato avanti non solo attraverso le tante collaborazioni, ma soprattutto con il proprio trio “danese” (completato da Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla batteria). E quello “brasiliano”, un amore dichiarato già apertamente nel disco “Carioca” e nelle collaborazioni con artisti come Toninho Horta o Caetano Veloso. Appartiene a quest’ultima “passione” anche il duo con Hamilton de Holanda, virtuoso del bandolim (tradizionale mandolino brasiliano utilizzato ad esempio nello choro). Il dialogo tra i due musicisti assume ogni volta un sapore speciale, fatto di complicità, di gioco, di intrecci ritmici iridescenti e di un lirismo agrodolce che fa subito breccia nel cuore di chi ascolta. È accaduto nel bellissimo disco “O que será” per la Ecm (la prestigiosa rivista Downbeat lo ha votato tra i migliori del 2013), contenente magiche rilettura di brani sia brasiliani come Canto De Ossanha o Luiza, sia della tradizione pop italiana come Guarda che luna. Accade di concerto in concerto, perché il feeling («tutto avviene in modo spontaneo, sia che si tratti di rileggere l’eredità dei vari Jobim, Piazzolla, Chico Buarque, Baden Powell, che di proporre composizioni originali» ha detto Bollani in un’intervista) è qualcosa che si rinnova con l’energia del pubblico. Che, a occhio e croce e trattandosi di Bollani e di Hamilton, non dovrebbe mancare.

TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Martedì 18 novembre 2014 | ore 21.00

STEFANO BOLLANI HAMILTON DE HOLANDA DUO Con Stefano Bollani (pianoforte) e Hamilton De Holanda (mandolino)


IL JAZZ

Un sax dal suono vellutato: Mark Turner

Le Muse 23

Jack DeJohnette e le stelle di Chicago di Enrico Bettinello

Nel laboratorio creativo di Franco D’Andrea Chi conosce un po’ le traiettorie del jazz italiano degli ultimi decenni sa bene come i gruppi di Franco D’Andrea siano, da sempre, un irresistibile laboratorio creativo Dalle triangolazioni del Modern Art Trio all’avventura elettrica dei Perigeo, passando per le tante collaborazioni con i più grandi artisti europei e americani, il pianista meranese non ha mai smesso di riflettere sul rapporto tra linguaggi e tradizione, riuscendo al tempo stesso a ripensare in modo sempre nuovo le figure fondamentali del jazz moderno e a trovare in sé una profonda, originalissima, unicità. Non è certo un caso se, a oltre settant’anni, D’Andrea continua a vincere i Top Jazz e a convogliare attorno a sé musicisti di grande valore. Nel suo sestetto che suonerà a Rovereto sono presenti, oltre ai membri abituali del quartetto (Andrea Ayassot al sax, Aldo Mella al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria), il clarinettista Daniele D’Agaro e il trombonista Mauro Ottolini. Che si rileggano i temi di Thelonious Monk o si improvvisi liberamente, oppure si seguano strutture originali, il pensiero musicale di D’Andrea è un mondo affascinante, apollineo e dionisiaco, profondamente intriso di un’urgenza espressiva che sembra non avere età né limiti.

ROVERETO | TEATRO ZANDONAI Martedì 16 dicembre 2014 | ore 21.00

FRANCO D’ANDREA SEXTET Con Franco D’Andrea (pianoforte), Andrea Ayassot (sax alto), Daniele D’Agaro (sax tenore, clar.), Mauro Ottolini (trombone), Aldo Mella (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria)

Quella di Mark Turner, originario dell’Ohio ma cresciuto in California, oggi alle soglie dei cinquant’anni, è una delle voci più originali tra i tenorsassofonisti di oggi Lontano da mode e da una certa immagine “muscolare” dello strumento, quale la tradizione spesso ci suggerisce, il suo è uno stile intimo e arioso, obliquamente elegante, che lascia intravedere le architetture complesse di un Joe Henderson e soprattutto le tracce vellutate della lezione del suo maestro, quel Warne Marsh che fu compagno delle avventure cool di Lennie Tristano e Lee Konitz. Dopo avere studiato al Berklee College of Music, Turner si affaccia sulla scena della Grande Mela negli anni Novanta, entrando subito a contatto con colleghi stimolanti come il pianista Brad Mehldau, diventando rapidamente un musicista molto richiesto (lo ricordiamo accanto a Kurt Rosenwinkel, Edward Simon, Aaron Goldberg o nei recenti gruppi di Billy Hart e Stefano Bollani). È uno dei vertici – con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria – del trio Fly e guida un quartetto con cui ha appena pubblicato il primo disco per la Ecm, “Lathe Of Heaven”. Rispetto alla formazione del disco, che vede la presenza di Avishai Cohen alla tromba e Marcus Gilmore alla batteria, il gruppo che presenta a Rovereto comprende, oltre al contrabbassista Joe Martin, Justin Brown dietro i tamburi, ma soprattutto un trombettista eccellente come Ambrose Akinmusire, altro astro nascente del jazz di questi anni. In questo assetto senza strumento armonico (circostanza che da un lato libera, dall’altro obbliga a una rinnovata attenzione verso gli altri parametri dell’improvvisazione), i due fiati si assumono la responsabilità di negoziare spazi di libertà e respiri che disegnano traiettorie di grande bellezza, liriche e sottilmente inquiete. Sicuramente coinvolgenti.

ROVERETO | TEATRO ZANDONAI Mercoledì 18 marzo 2015 | ore 21.00

MARK TURNER QUARTET Con Mark Turner (sassofono), Ambrose Akinmusire (tromba), Joe Martin (basso), Justin Brown (batteria)

L’orchestra colorata: Maria Schneider dirige il Bonporti L’altra metà del jazz Di arrangiatrici e band leader di valore assoluto, la storia del jazz ne annovera diverse, da Mary Lou Williams a Carla Bley, passando per la sottovalutata Melba Liston. Se Maria Schneider occupa oggi un posto di primissimo piano nel jazz orchestrale di oggi, le ragioni sono ancora più profonde. Allieva del leggendario Gil Evans (di cui è stata per anni l’assistente), la Schneider è compositrice e arrangiatrice che dà l’immediata sensazione di sapere “dipingere” con i colori dell’orchestra, di comporre con gli strumenti un sensuale universo di emozioni. In pochi anni la sua Orchestra si è ritagliata un posto di primo piano nei festival più importanti, grazie anche a dischi come “Evanescence”, “Allegresse” o “Concert In The Garden”, lavoro che è riuscito a vincere un Grammy Award pur essendo in vendita solo su internet, dopo essere stato interamente finanziato sulla piattaforma ArtistsShare. La Schneider è stata infatti tra le primissime artiste a intuire e sfruttare le potenzialità del crowdfunding, circostanza resa necessaria sia dalla difficoltà di trovare risorse per organici ampi, sia dalla voglia di avere un pieno controllo dei processi pro-

TRENTO | TEATRO SOCIALE Martedì 12 maggio 2015 | ore 21.00

MARIA SCHNEIDER CONDUCTS MARIA SCHNEIDER featuring Fabrizio Bosso Una produzione tra il Centro S. Chiara, il Conservatorio F.A.Bonporti di Trento, il Conservatorio Pedrollo di Vicenza e il festival New Conversations Vicenza Jazz.

duttivi. Oltre a scrivere per la propria Orchestra, la Schneider ama condividere la propria musica con altri organici. Come in questo progetto esclusivo, in collaborazione con il Festival New Conversations di Vicenza, nel quale dirige l’Orchestra del Conservatorio Bonporti in un repertorio che alternerà una parte di repertorio collaudato ed una parte di musica nuova, con ospite alla tromba Fabrizio Bosso.

Di questi tempi vanno molto di moda le liste. I libri del cuore, i migliori dischi, i film che non puoi invecchiare senza avere visto Magari essere per un quarto d’ora il selezionatore della nazionale delle nazionali, quella in cui puoi mettere assieme Pelè e Maradona. Non sappiamo se qualcuno abbia chiesto a Jack DeJohnette di stilare la lista dei suoi musicisti di Chicago preferiti, ma è certo che quando in vita tua hai suonato con John Coltrane, Miles Davis, Charles Lloyd, Dave Holland o Pat Metheny, quando sei insostituibile componente del trio di Keith Jarrett e leader di progetti stimolanti come Gateway o Special Edition, è naturale volersi circondare di musicisti non meno che straordinari. Solo un gigante della batteria come DeJohnette poteva infatti “permettersi” di chiamare, in questo supergruppo che ascolteremo a Rovereto, tre dei più illustri strumentisti e compositori della scena di Chicago. Sia il pianista Muhal Richard Abrams che i sassofonisti e flautisti Henry Threadgill e Roscoe Mitchell, sono infatti artisti la cui statura meriterebbe lo spazio di un festival monografico. Muhal Richard Abrams è tra i fondatori dell’AACM, quell’Association for the Advancement of Creative Musicians che ha rappresentato il fulcro fiammeggiante della sperimentazione afroamericana nella windy city. Muovendosi tra tradizione jazz e processi compositivi maggiormente legati alla tradizione eurocolta, alla guida di intense formazioni orchestrali o in preziose triangolazioni come quella con il trombone di George Lewis e le ance di Roscoe Mitchell. Eccolo anche qui, Mitchell, una delle colonne del leggendario gruppo Art Ensemble Of Chicago, improvvisatore dall’inconfondibile imprevedibilità e architetto di alcune delle più articolate pagine del jazz post-coltraniano. Strumentista in grado di utilizzare tutta la gamma dei sassofoni e dei flauti, ma anche le percussioni (com’è nella tradizione dell’Art Ensemble, organico che ha sempre sottolineato la profonda ritualità del momento creativo), Mitchell ha rappresentato l’anima più cerebrale della formazione chicagoana, disegnando linee in cui rigore e fantasia vanno a braccetto. Ancora più originale e unica, se possibile, la figura di Threadgill, musicista che negli anni ha progressivamente guadagnato un meritatissimo status di culto, come ben sanno gli spettatori di Itinerari Jazz, che lo hanno potuto apprezzare con gli Zooid lo scorso anno. Leader del fantastico trio Air negli anni Settanta e poi di formazioni dall’organico sempre originalissimo come il Sextett o il Very Very Circus, Threadgill è l’artefice di una musica in continuo movimento, costruita su strati ritmici che si incastrano in vorticose rotazioni, una musica in cui echi di Jelly Roll Morton si frammentano in grooves sghembi e irresistibili. Con DeJohnette e questi tre “maestri” c’è il contrabbassista Larry Gray, nome forse meno noto, ma comunque artista di grandissima esperienza, collaboratore in passato di nomi come Lee Konitz, McCoy Tyner o Jackie McLean. Ne viene fuori quella che possiamo certamente definire una squadra di “all star”, da cui è lecito attendersi non solo il profumo della leggenda, ma anche la sorprendente freschezza della più irriducibile esplorazione sonora.

ROVERETO | TEATRO ZANDONAI Venerdì 17 aprile 2015 | ore 21.00

JACK DEJOHNETTE “MADE IN CHICAGO” Con Muhal Abrams (piano), Henry Threadgill (sax, flauto), Roscoe Mitchel (sassofoni), Larry Gray (contrabbasso), Jack DeJohnette (batteria)


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Le Muse

TEATRO RAGAZZI

ANCH’IO A TEATRO

Se ne è scritto e parlato in tutti i campi dell’arte, ma mai come nel Teatro la fiaba ha trovato la sua miglior forma di espressione e comunicazione. Il cartellone della stagione 2014/’15 del Teatro per ragazzi reinterpreta le fiabe attraverso linguaggi e poetiche che ne restituiscono i messaggi profondi. In un contesto narrativo quasi sempre fedele all’originale, i personaggi e le relative vicende sono reinterpretate in una chiave contemporanea, più vicina al vissuto degli spettatori piccoli e grandi.

Una favola semplice È una favola semplice. Con una principessa, un principe, una strega cattiva, un aiutante magico, una spada e un cavallo

Ci sono anche un amore a prima vista, una prova da superare, un lieto fine. Perché, di un lieto fine, abbiamo tutti bisogno. Abbiamo bisogno di sapere che «vissero tutti felici e contenti», perché la felicità, come la curiosità, ci fa entrare a scoprire il Paese di Unpopiuinlà dove c’è tutto da inventare, tutto da rifare, tutto da ridire. E abbiamo bisogno anche di principi e principesse; ne hanno bisogno i bambini, e ne abbiamo bisogno noi adulti. Perché, se un po’ di quell’età del cuore ci è rimasta dentro, servono aiutanti magici, streghe cattive e cavalli che ci portino all’avventura. Abbiamo bisogno di eroi, anche se sono strabici, goffi, impacciati e tonti come la protagonista di questo spettacolo. Abbiamo bisogno di credere che, anche dalla cacca di un vasino da notte, può nascere un fiore profumato.

In volo verso il futuro «Ci sono dei libri che quando li leggi, quando te li leggono, è come se tutte le parole, le figure, i colori e anche il profumo della carta, uscissero dal libro e ti entrassero nella testa, nella pancia, nel cuore»

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 8 - Domenica 9 novembre 2014 ore 16.00 Compagnia Teatrale Stilema

A PROPOSITO DI PiTER PAN Liberamente ispirato alle visioni di J. M. Barrie Di e con Silvano Antonelli Con la partecipazione di Laura Righi Prodotto con il Contato del Canavese di Ivrea Età: a partire dai 3 anni

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 25 - Domenica 26 ottobre 2014 | ore 16.00 Associazione Culturale Cà Luogo d’Arte

UNPOPIUINLà Di Marina Allegri Con Francesca Bizzarri, Francesca Grisenti e Davide Zilli Regia di Maurizio Bercini Età: a partire dai 3 anni

La fantasia sotto l’ombrello Ha inizio così A PROPOSITO DI PiTER PAN, uno spettacolo che, pur richiamandola nel titolo, non segue la storia originale di James Matthew Barrie, ma ne costituisce una divagazione. Del libro utilizza solo alcune suggestioni: il desiderio di volare, la paura di diventare grande. La finestra diventa il tramite sul mondo; quel mondo che ci chiede di diventare grandi rinunciando, spesso, ai nostri sogni. L’eterna lotta tra Peter Pan e Capitan Uncino diviene, allora, metafora della vita e delle figure adulte che la popolano. Quel vivere in cui c’è sempre un orologio che ti insegue, ma anche un cuore che batte. «Peter Pan – spiega Silvano Antonelli – interpreta perfettamente i sentimenti del tempo che ci troviamo a vivere. Questo tempo smarrito in cui sembra difficilissimo, se non impossibile, immaginare un futuro. Ma i bambini “sono” il futuro. E i bambini lo vivranno, il futuro, qualunque esso sia».

«La fantasia è un posto dove ci piove dentro», scriveva Italo Calvino nelle sue Lezioni americane La pioggia è protagonista in questo spettacolo, racconto di una notte tra acqua e bolle e sapone. Piove, la finestra è aperta, in casa ci vuole l’ombrello. E come è strano questo omino tutto inzuppato: fa uno starnuto ed esce una bolla di sapone. Anzi due. Anzi moltissime bolle di sapone. E così la casa si riempie di bolle di tutte le dimensioni, minuscole oppure giganti, schiumose e trasparenti come cristallo. Ma la pioggia non smette di cadere, e tra poco scenderà pure la neve. Ecciù! L’Omino della pioggia è uno spettacolo senza parole comico e magico, un viaggio onirico e visuale accompagnato dalla magia delle piccole cose e da spettacolari effetti con acqua e sapone. TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 22 - Domenica 23 novembre 2014 | ore 16.00 Studio Ta-Daa!

L’OMINO DELLA PIOGGIA una notte tra acqua, bolle e sapone Di e con Michele Cafaggi Regia Ted Luminarc Età: a partire dai 3 anni


TEATRO RAGAZZI

Una valigia di sorprese I tre porcellini, racconto della tradizione orale europea, in questo spettacolo diventa un pretesto, uno specchio necessario ad evocare i ricordi d’infanzia di un buffo personaggio, di nome Ultimo, che gira il mondo con una valigia che ben presto si rivelerà essere un piccolo teatro

Un bagaglio particolare che contiene gli elementi utili a ricostruire visivamente la casa nella quale viveva, un tempo, con i genitori e i fratelli. In questa ambientazione fantasiosa i quadri del padre, citazioni di famose opere pittoriche e la vicenda dei tre porcellini, usata dalla madre come storia di formazione dei figli, diventano il lievito per un doppio livello narrativo che intreccia la fiaba originale con le memorie d’infanzia di Ultimo, col suo viaggio di crescita. I tre porcellini mischia la favola con citazioni da Hitchcock e la pittura di Botero che fornisce il punto di partenza dell’immaginario visivo che fa da sfondo allo spettacolo.

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TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 6 - Domenica 7 dicembre 2014 ore 16.00 Giallo Mare Minimal Teatro

I 3 PORCELLINI LUPUS IN FABULA Dal libro “I Tre Porcellini” di James Orchard Haliwell Di Renzo Boldrini e Michelangelo Campanale Regia Michelangelo Campanale Età: a partire dai 5 anni

La bella addormentata e il dono dell’ottava fata

La storia di Pietro e del bambino blu

Una versione dolce e visionaria della Bella Addormentata, dedicata a grandi e piccoli insieme

In questa storia ci sono una Principessa buona che nutre il suo bambino con il pane e con le favole, e una Principessa cattiva che invece se lo vuole mangiare

Per parlare con la profondità e la leggerezza della fiaba, per ridere di piccole cose e dar voce a grandi domande. La storia di Rosaspina viene rappresentata in questo spettacolo con semplicità, nello stile proprio della compagnia che affianca ad una cura particolare dell’immagine scenica un teatro d’attore molto fisico, in questo caso contaminato e arricchito da interventi di teatro di figura. Quando nacque Rosaspina, sette fate furono chiamate alla festa e portarono per la bimba doni bellissimi. E l’ottava fata? Perché non fu invitata? La chiave comica e l’uso di un linguaggio di immediata comunicazione con i ragazzi fondano una visione teatrale che vuole essere principalmente emotiva, accessibile ma non didascalica, evocativa e metaforica. Per raggiungere in questo modo la verità della fiaba.

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 3 - Domenica 4 gennaio 2015 ore 16.00

Il bambino si chiama Pietro e ha una voce magica, ma la tiene chiusa in fondo alla gola. Sarà grazie all’incontro con il bambino di carta, il bambino blu, e all’insegnamento di un padre speciale, che Pietro troverà il coraggio di salvarsi dal pericolo e crescere, cantando al mondo la sua canzone. Una magica e toccante storia che insegna ai bambini, e ricorda agli adulti l’importanza di affrontare la vita superando gli ostacoli e accettandone i doni. Esprimendo, con coraggio e senza pregiudizi, la voce che ognuno ha nel cuore.

Teatro del Piccione

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 17 - Domenica 18 gennaio 2015 ore 16.00

ROSASPINA

Associazione Latoparlato

VOCI

Di Simona Gambaro Con Simona Gambaro e Massimiliano Caretta Regia Antonio Tancredi

Testo di Francesca Marchegiano Di e con Claudio Milani

Età: a partire dai 5 anni

Età: a partire dai 3 anni

È “troppo buona” la mamma di Cenerentola! TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 31 gennaio - Domenica1 febbraio 2015 | ore 16.00 T.O.C. Teatri di Origine Controllata Compagnia Teatrale La luna nel letto

CENERENTOLA Across the universe Con Annarita De Michele, Luigi Tagliente, Nunzia Antonino, Paolo Gubello Regia, scene e luci Michelangelo Campanale Età: a partire dai 5 anni

«Vi siete mai sentiti impauriti come davanti ad una strega? O creduto che i vostri oggetti, come per magia, si muovessero e invece erano fermi? Forse aveva ragione mia madre. Forse sognavo e basta. Forse erano gli anni Ottanta. O magari ero o mi sentivo una Cenerentola.»

La storia della fonte scomparsa Maripura è luogo di leggenda, ma i suoi abitanti siamo noi Lo spettacolo, tratto dal libro L’acqua e il mistero di Maripura di Chiara Carminati, ci porta in un paese immerso nella tranquilla oscurità della notte dove un’ombra più scura del buio si aggira tra gli alberi. La tranquilla vita degli abitanti è sconvolta dalla scomparsa dell’acqua, tesoro prezioso e insostituibile. Un furto, un tradimento, una maledizione.

Maripura è luogo di leggenda, ma i suoi abitanti siamo noi, che portiamo ogni giorno la responsabilità di proteggere o dissipare l’acqua che ci è data. Una fiaba per raccontare a grandi e piccoli il valore dell’acqua, bene comune dell’umanità e diritto di tutti. Nello spettacolo ci sarà pioggia e ci sarà pianto. Ci sarà sole e ci sarà secco. Ma anche spazio per sorrisi, speranze e visioni d’orizzonte.

Così si presenta la protagonista di questa storia, come una ragazza interrotta dalla presenza di una madre “troppo buona” che ci racconta della bontà, che diventa identica alla cattiveria quando presume di sapere ciò che è giusto o sbagliato, quando non riesce a lasciare spazio per vivere. Incontrando i personaggi della storia di Cenerentola che si animano nella sua stanza, la protagonista gioca, sogna e modifica la propria vita. Ma la fiaba suggerisce una via di uscita: quale che sia il contesto difficile in cui si vive, il domani porta sempre sorprese. È per questo che vale la pena di sognare, per incontrare i mille fatti del caso e della realtà: magari anche dall’altra parte dell’Universo.

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Sabato 14 - Domenica 15 febbraio 2015 | ore 16.00 CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG Fond. AIDA - Teatro Stabile Innovazione di Verona

L’ACQUA E IL MISTERO DI MARIPURA Dal libro “L’acqua e il mistero di Maripura” Di Chiara Carminati Con Manuel Buttus, Sonia Cossettini, Valentina Recchia Regia Nicoletta Vicentini Età: a partire dai 6 anni


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Le Muse

TEATRO RAGAZZI

SCAPPO A TEATRO La rassegna Scappo a Teatro si rivolge al mondo della Scuola affiancando agli spettacoli iniziative a carattere didattico e pedagogico destinate a stimolare il confronto fra ragazzi, educatori e insegnanti su tematiche di grande interesse culturale e sociale. Lo spettacolo teatrale è posto al centro di percorsi realizzati in collaborazione con alcune realtà istituzionali della Provincia autonoma di Trento che contribuiscono a condividere energie e risorse a favore delle nuove generazioni.

In english, please!

Una “feroce” gioventù

The Play Group, Compagnia specializzata in progetti didattici mirati all’apprendimento linguistico, racconta la storia di Frankenstein con il suo stile caratteristico, contraddistinto dalla partecipazione a tratti interattiva del pubblico e da un irresistibile humour

Definita dagli autori una storia semiseria sui bisogni dell’adolescenza, La peggiore è il racconto di un incontro casuale, eppure importantissimo, fra due adolescenti: una etichettata come difficile e l’altra in difficoltà, senza che però nessuno se ne accorga

I dialoghi in inglese sono proposti a vari livelli linguistici, da semplice (per principianti) a più complesso (con aggiunta di passi originali del romanzo), per consentire una buona comprensione da parte del pubblico e ottenere il massimo sia in termini di comprensione che di partecipazione. La storia è arcinota: il dottor Victor Frankenstein, amante delle scienze e della filosofia naturale, passa la vita in un laboratorio per perseguire il suo folle progetto: dar vita ad una ‘cosa’ non vivente, al fine di scoprire il mistero dell’origine della vita e della morte. Riesce alla fine a dar vita ad un mostro che, abbandonato successivamente dal suo creatore, comincia a vagare per la Svizzera. Solo a questo punto il dottore capisce la gravità della sua sperimentazione. In seguito un incontro tra i due, il mostro chiederà al suo creatore di ‘fabbricargli’ un essere della sua stessa razza, non riuscendo più a sopportare la solitudine. Victor non vuole accettare, ma comincerà comunque il suo lavoro che però finirà con l’essere distrutto e gettato in mare. Dopo che, per vendetta, l’essere immondo avrà ucciso un carissimo amico del medico e perfino la sua amatissima moglie Elisabeth, i due, in una lunga e dolorosa lotta, arriveranno fino all’estremo nord, fra i ghiacci perenni. Fa molto freddo, il medico stanco e sfinito si accascia ma, prima di morire, riuscirà a raccontare la sua storia. E quando il mostro verrà a conoscenza della morte del suo creatore, desideroso di morire a sua volta, scomparirà per sempre nel buio. A conclusione dello spettacolo gli attori saranno lieti di trattenersi con il pubblico per un dibattito. Rigorosamente in… English!

Sena ha 16 anni, vive in una bella casa con la sua famiglia; Valentina ha 17 anni, non ha genitori e vive in una casa famiglia. Da Sena tutti si aspettano solo e sempre qualcosa di buono. Da Valentina invece nessuno si aspetta niente, perché Valentina è “un ammasso unico di cattiveria” ed è meglio starne alla larga. A dirglielo in faccia è stato il direttore della casa famiglia che la ospita. Le ha detto che, di tutte quelle che sono passate da lì, lei è senza dubbio la peggiore. Ma un bel giorno Sena e Valentina prendono i loro zaini e se ne vanno; una non sa dove, l’altra lo sa fin troppo bene. E va a finire che si incontrano. Unite dalle loro diverse fragilità nello stare al mondo, Sena e Valentina finiscono così per scegliersi e intraprendere insieme un viaggio che le cambierà profondamente. Un viaggio fatto di emozioni, di parole non dette e di altre dette troppo forte, con l’irruenza e la sincerità concessa solo alla vera amicizia. Spunto per La peggiore è un libro bellissimo e spietato, La feroce gioventù di Cesare Fiumi, dedicato alla violenza giovanile. Ma se Fiumi affida un barlume di speranza solo alle ultime righe dell’epilogo, lo spettacolo parte proprio di lì per un’inversione di rotta. Fino a mettere in scena un paradosso, quello di una pistola che diventa occasione per una vita nuova. Una visione positiva di speranza per le giovani generazioni. I veri protagonisti di questa storia sono i bisogni degli adolescenti. Bisogni che si traducono nel desiderio di essere ascoltati e accettati per come si è, diventare adulti, trovare la propria strada e lasciare il proprio contributo al mondo. L’Agenzia provinciale per la Famiglia approfondirà le tematiche dello spettacolo mettendo in luce alcune problematiche giovanili quali il linguaggio dell’adolescenza, i nuovi canali comunicativi, l’identità e i rapporti di genere, i modelli di riferimento, gli interessi e le scelte, le responsabilità, le prospettive e le emozioni che animano questo fondamentale momento della vita.

TRENTO | TEATRO AUDITORIUM Martedì 9 dicembre 2014 | ore 9.00 e ore 11.00

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Martedì 20 gennaio 2015 | ore 10.00

Compagnia The Play Group

La città del teatro/Sipario Toscana

FRANKENSTEIN: the untold story

LA PEGGIORE

Di e con Simon Edmonds, Eddie Roberts e Francesco di Gennaro Regia Enzo Musicò

Di Sofia Assirelli, Mirko Cetrangolo, Cristiano Testa Con Valentina Grigò e Linda Caridi/Sena Lippi Regia Fabrizio Cassanelli

Età: a partire dai 10 anni

Età: a partire dai 13 anni

Dal romanzo “Frankenstein” di Mary Shelley Spettacolo in lingua inglese

Storia semiseria sui bisogno dell’adolescenza a tempo di pioggia e musica Dal romanzo di Cesare Fiumi “La feroce gioventù”


TEATRO RAGAZZI

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Percorso teatrale a pedali verso l’energia sostenibile

Quel genio di Giacomo Leopardi

Tre personaggi su due ruote intraprendono un viaggio surreale per illuminare il mondo in modo diverso: mettersi in sella e pedalare per accendere un’abat-jour, una strada, una stazione da cui parte un treno

Andrea ha un sogno: insegnare. Nonostante il 110 e lode in Lettere e Filosofia per vivere è costretto però a lavorare in un call center, finché un giorno finalmente riceve l’incarico di una supplenza proprio nella scuola media da lui frequentata da ragazzo. La professoressa che deve sostituire gli lascia l’arduo compito di spiegare “Vita e opere di Giacomo Leopardi”. Così Andrea, anzi il prof. Roversi, dovrà misurarsi con una classe che sarà rappresentata dagli spettatori in teatro. Nasce una magica e coinvolgente “lezione” nella quale si mescoleranno poesie, riflessioni personali, interazioni con la platea, momenti di grande ironia e divertimento. Uno spettacolo che partendo dalla dolorosa vicenda umana e dallo stupefacente estro poetico di Leopardi, coniuga in se tutte le sfumature dell’animo umano. «L’idea di Fuori Misura – spiega l’autrice, Valeria Cavalli - è nata in un pomeriggio invernale. Davanti a me camminava un gruppetto di ragazzi che si lamentava a gran voce di una professoressa di italiano che il giorno dopo avrebbe interrogato su una poesia a scelta di Giacomo Leopardi. […] Sull’onda di quelle parole e presa dai ricordi di gioventù, […] ho ritrovato quelle parole, quei versi che sono rimasti impigliati nella memoria e che ancora oggi mi commuovono e mi rapiscono». Nella giornata di martedì 3 febbraio 2015 presso Biblioteca comunale di Trento l’autrice, Valeria Cavalli, affronterà i temi e le modalità scelte per la messa in scena dello spettacolo, a partire dal coinvolgimento del pubblico dei ragazzi. Saranno anche forniti suggerimenti per l’attività a scuola sull’opera letteraria leopardiana. L’appuntamento è fissato alle 16.30 nella Sala degli Affreschi. Nel giorno della rappresentazione è fissato invece, sempre presso la Biblioteca comunale di Trento, un incontro per i ragazzi sul tema “Il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno”. A partire dalle 14.30 Andrea Robbiano e Claudio Intropido cercheranno di liberare la figura di Leopardi dagli stereotipi e dai programmi scolastici per restituirlo alle nuove generazioni nella limpidezza delle sue parole e nella lucidità feroce e affilata delle sue domande.

Indossare un vestito che cambia colore, attraversare il vento e la pioggia e poter dire che «I raggi sono le mie gambe. I pedali sono i miei piedi.» Lo spettacolo è basato su una drammaturgia luminosa in cui, per accendere la luce, bisogna trasformare la propria energia pedalando su biciclette-generatori. Dopo aver raccontato storie con lampadine, fari e interruttori, il percorso di ricerca “La Luce e il teatro” de La Baracca - Testoni Ragazzi compie un nuovo passo: quello verso l’energia sostenibile. Un’occasione per sensibilizzare anche i più piccoli al tema del risparmio energetico, continuando a stupire e a trasmettere il piacere di giocare con la luce. A partire dalla data dello spettacolo sarà proposto, in collaborazione con il MUSE, un laboratorio che vedrà i ragazzi impegnati in attività di tinkering, un modo di sperimentare la scienza attraverso attività di costruzione che valorizzano la creatività. Si intende promuovere in questo modo, anche nei più piccoli, l’arrangiarsi innovativo, sviluppando soluzioni improvvisate e stimolando ingegnosità e senso pratico. Piccoli circuiti elettronici, legno, carta e inchiostro conduttivo saranno gli strumenti utilizzati per favorire l’educazione alla creatività e al ragionamento.

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Martedì 10 febbraio 2015 ore 09.00 - secondo ciclo scuola primaria ore 11.00 - terzo anno scuola materna e primo ciclo primaria

TRENTO | TEATRO CUMINETTI Martedì 10 marzo 2015 | ore 10.00

La Baracca Testoni Ragazzi

FUORI MISURA

RAGGI DI LUCE

risparmio energetico ed energie sostenibili Di e con Andrea Buzzetti, Luciano Cendou e Giada Ciccolini Regia Valeria Frabetti Età: a partire dai 5 anni

Quelli di Grock

il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno Di Valeria Cavalli in collaborazione con Claudio Intropido Con Andrea Robbiano Regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido Età: a partire dai 14 anni

Una commedia scritta con le forbici Ci sono artisti che si rapportano all’infanzia per necessità poetica Sono artisti che ambiscono all’essenzialità e alla purezza. Sono artisti che si nutrono d’infanzia: delle atmosfere, dei ricordi, dei desideri, ma anche delle logiche, dei metodi ideativi, delle regole compositive tipiche dell’infanzia. Questi artisti vorrebbero carpire i segreti delle stilizzazioni dei bambini nei loro modi di disegnare, nel loro modo di parlare. Questi artisti, dei bambini hanno stima e rispetto, ai bambini si rapportano come se fossero dei colleghi e, in alcuni casi, persino dei maestri. Sono note a tutti le parole di Picasso: «A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino». In Ritagli si assiste al lavoro di uno di questi artisti nel suo atelier. Egli disegna con le forbici e, servendosi della tecnica del papier découpé, crea ambientazioni suggestive. Come per incanto, i suoi découpages diventano spunti per storie da narrare, storie nate direttamente dal manovrare le forbici. Lo spettacolo sarà completato da un laboratorio che non punterà tanto ad insegnare le tecniche per costruire découpages, quanto a sperimentare possibilità di scambi di pensieri attorno all’idea d’infanzia, servendosi di un linguaggio prettamente artistico. La rappresentazione di Ritagli sarà anticipata, nella giornata di mercoledì 3 dicembre 2015 da un incontro per insegnanti sul tema “Ritagli: un progetto sull’arte per e con l’infanzia”. L’appuntamento è fissato alle ore 16.30 presso la Sala Video del Centro Servizi Culturali S. Chiara. Un laboratorio si terrà anche nella giornata precedente lo spettacolo, lunedì 23 marzo 2015, alle ore 16.30 presso Teatro Cuminetti (Family Room). Attraverso il découpage gli insegnanti potranno sperimentare insieme il loro concetto di infanzia come scambio di pensiero, servendosi del linguaggio prettamente artistico, inteso non come dimostrazione di abilità, ma come dono comune.

TRENTO | FOYER TEATRO AUDITORIUM Martedì 24 marzo 2015 ore 09.00 - primo ciclo scuole primarie ore 11.00 - scuola dell’infanzia (max 60 spettatori a recita) Compagnia Teatrale Piccoli Principi

RITAGLI

L’arte del ritaglio da Matisse ad Andersen Di e con Alessandro Libertini Regia Alessandro Libertini e Véronique Nah Età: a partire dai 3 anni


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Le Muse

TENDENZE OFF

Voci (liriche) a confronto nell’ultimo giorno di scuola Anche nella stagione 2014/’15 il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone il progetto “Opera Domani”, rinnovando il rapporto di collaborazione con As.Li.Co. per garantire al giovane pubblico trentino un’offerta di formazione lirica di grande qualità Lo spettacolo realizzato da AsLiCo, una delle più dinamiche realtà liriche italiane che da oltre sedici anni si occupa di formazione del pubblico, è caduta su un’opera lirica contemporanea per bambini e ragazzi incentrata sui temi dell’Expo Milano 2015: “nutrire il pianeta, energia per la vita”. L’azione di Milo, Maya e il giro del mondo si svolge in una metropoli, nell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive. Milo vorrebbe invitare Maya ad uscire, ma è sopraffatto da Gian Gianni, il bullo della scuola. I due si contendono l’attenzione della ragazza: Gian Gianni le propone di andare in vacanza con lui e con i suoi genitori; Milo invece promette a Maya di portarla a fare il giro del mondo con soli venti euro. Gian Gianni lo deride, anche perché Milo è un ragazzo povero, ma la sua proposta è talmente bizzarra che Maya decide di accettare. E così i due partono in bicicletta per il loro viaggio, inseguiti da Gian Gianni

sul suo motorino. L’avventura inizia e ogni quartiere della città rappresenta un continente nel quale i ragazzi trovano un ristorante dove assaggiare piatti tipici, ma soprattutto possono entrare in contatto con una nuova cultura. Gian Gianni li pedina e i suoi tentativi di boicottare e rovinare l’atmosfera della serata sono fra i passaggi più divertenti dell’opera. L’opera e il viaggio si chiudono con un dessert americano, accompagnato dalla promessa dei protagonisti di viaggiare nuovamente insieme. A musicare il libretto, scritto da Lucia Capaccioli, è stato chiamato il giovane compositore trentino Matteo Franceschini. Trentacinquenne, figlio d’arte, si è diplomato sotto la guida di Alessandro Solbiati al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Ha realizzato opere per il teatro, colonne sonore e installazioni multimediali. Suoi lavori sono stati eseguiti all’interno di vari festival a carattere internazionale e trasmessi da diverse emittenti radiofoniche europee.

Trento | TEATRO AUDITORIUM Martedì 26 maggio 2015 ore 09.00 | ore 11.00 | ore 14.30 Mercoledì 27 maggio 2015 ore 09.00 | ore 11.00 OPERA DOMANI 2015

MILO, MAYA E IL GIRO DEL MONDO

Matteo Franceschini

Storie di vita, dietro e oltre le sbarre Realizzare uno spettacolo in carcere, con i detenuti a fungere da attori, non è forse una novità Rappresentava invece qualcosa di certamente innovativo l’esperimento che vede protagonista l’Associazione “con Arte e con parte” di Trento che sta portando avanti un progetto destinato a far condividere ai detenuti un’esperienza artistica con persone esterne alla vita carceraria. Frequentando un laboratorio teatrale condotto da Emilio Frattini, che culminerà nella messa in scena di uno spettacolo, alcuni ospiti (italiani e stranieri) della Casa circondariale di Trento hanno avviato una ricerca espressiva che, aiutandoli a comprendere meglio se stessi, li farà vivere sul palcoscenico un’esperienza creativa che, disciplinata dalle regole dell’arte, potrà dare risorse per superare le loro paure: in primo luogo quella a del “fine pena” e del futuro reinserimento nella società. Il tutto vissuto in un contatto sinergico e di partecipazione concreta con un gruppo di giovani “esterni”, anch’essi italiani e stranieri. Lo spunto per la stesura della scrittura teatrale, che avrà per titolo «QUI SI RESTA PASSANDO», è stato tratto dal romanzo di Thomas Bernhard “L’imitatore di voci”. «Quando passeggiamo per la strada – spiega l’autore, Emilio Frattini – incontriamo altre persone. Le traiettorie si incrociano, si intersecano, e per pochi preziosi attimi entriamo in un universo di parole frammentate, di concetti sospesi, di storie non finite.» Nella piazza irreale di «QUI SI RESTA PASSANDO» si intrecciano alcune microstorie narrate dai protagonisti senza pudori. L’allegria iniziale poco a poco svanisce e lascia il posto a un desiderio più o meno conscio di esorcizzare il lato oscuro della natura umana. È come se gli uomini, in un attacco improvviso di resipiscenza, confessassero i loro crimini e la loro incapacità di comprensione alla vita. Gli individui che animano il palcoscenico-piazza sono alle prese con il disagio del vivere, e la figura di un barbone è il fil rouge che unisce disperazione e humor e funge anche da specchio (interiore?) all’interpretazione identificativa e alla memoria collettiva del pubblico.

«Sarà – spiega Emilio Frattini – una passeggiata in compagnia dell’oste che ha scambiato il proprio ruolo con il filosofo pensatore, ma che ora chiede, deluso dall’incapacità di ascolto di un mondo troppo distratto, di poter tornare all’antica professione; della studentessa che, disperatamente ci accusa di aver dimenticato la sensibilità per le Arti, rifugiandoci nell’assenza, nel ritiro autistico della coltivazione di mondi isolati (tecnologici, virtuali, sintomatici); del giudice così severo che per dare una lezione esemplare si è suicidato in aula; delle massaie che, immalinconite da una vita coniugale ormai orfana di romanticismo, rubano un manichino maschile per sopperire alla propria solitudine; dei sindaci di Pisa e di Venezia intenzionati reciprocamente a trasferire i campanili delle loro città per soddisfare la loro narcisistica noia; dell’imitatore di voci che tutti sa imitare tranne se stesso.» Lo spettacolo debutterà il 13 dicembre presso la Casa circondariale di Spini di Gardolo e sarà replicato il giorno successivo al Teatro “Sanbàpolis” di Trento, sempre con inizio alle ore 15,00.

Trento | TEATRO SANBàPOLIS Domenica 14 dicembre | ore 15.00

QUI SI RESTA PASSANDO Organizzato dall’Associazione “Con Arte e con parte” e “Sagapò Teatro” Drammaturgia e regia di Emilio Frattini assistenti alla regia Francesca Sorrentino e Chiara Ore Visca Recitano i detenuti della Casa Circondariale di Spini di Gardolo (Trento) e Emilio Frattini con attrici e attori dell’associazione “Con Arte e con parte”


TENDENZE OFF

Le Muse 29

Un nuovo teatro per la città Si chiama «Sanbàpolis» Il nome è una sorta di acronimo che sta ad indicare il polo culturale e sportivo che è andato a completare la cittadella universitaria realizzata qualche anno fa a Trento nel rione di San Bartolomeo, o San Bartolameo, che dir si voglia, (ci sono, infatti, al riguardo due diverse “scuole di pensiero”). Voluto dall’Opera Universitaria allo scopo di arricchire i servizi offerti dallo studentato che già da qualche anno ospita alcune centinaia di ragazzi che frequentano l’Ateneo trentino, «Sanbàpolis» è un luogo di straordinaria potenzialità, che si esprime nella duplice veste di spazio per lo sport e per la cultura.

Il nuovo centro, nel quale trovano posto anche un Palazzetto dello Sport dotato di seicento posti a sedere e una grande struttura coperta per l’arrampicata sportiva, è stato inteso come occasione per conferire a questa area urbana una nuova centralità: uno spazio per attività culturali e sportive utilizzabile non solo dagli utenti delle adiacenti residenze universitarie ma, in generale, da tutti i cittadini. Alla realizzazione di questo obiettivo collabora il Centro Servizi Culturali S. Chiara che ha preso in carica la gestione del nuovo «Teatro Sanbàpolis». Si tratta di uno spazio polifunzionale in grado di accogliere una molteplicità di eventi: dal teatro contemporaneo e sperimentale alla danza, dai concerti pop/rock al cinema.

«Sanbàpolis» è raggiungibile risalendo viale Verona dalla rotatoria con via Alcide De Gasperi fino al bivio, sulla destra, con via della Malpensada. È disponibile per gli spettatori un ampio parcheggio sotterraneo. Per chi intende optare invece per i mezzi pubblici, c’è ampia scelta per il viaggio di andata con gli autobus urbani delle linee A – C – 3 – 8 e 13 (Fermata “Palazzo Stella”). Per il ritorno verso il centro città può essere utilizzata invece, al termine degli spettacoli, la corsa delle ore 23.28 della linea ferroviaria della Valsugana (biglietto urbano) con partenza dalla fermata “San Bartolameo”, nelle immediate vicinanze del Teatro.

Il teatro si compone di una sala con un ampio spazio libero centrale che funge da palcoscenico, una gradinata con 240 poltrone fisse è una capienza massima autorizzata di 400 posti raggiunta grazie all’utilizzo di sedute mobili. Completano la struttura un ampio foyer esterno e spazi polivalenti per produzioni teatrali e sale prova per gruppi musicali e un bar-caffetteria. A dimostrazione della duttilità della struttura, è arrivato a «Sanbàpolis», in apertura di stagione, il nuovo Festival dance «ELECTRIC NIGHTS», per ospitare il quale è stata creata una location del tutto particolare: gli spazi teatrali sono stati adattati e “allargati” in modo da consentire al pubblico di farsi trasportare dal ritmo coinvolgente di una musica elettronica “tutta da ballare”. La breve rassegna è frutto della collaborazione tra Centro Servizi Culturali S. Chiara, Opera Universitaria e la ditta “Everness” di Agostino Carollo, allo scopo di dare risposte nella propria programmazione artistica alle attese del pubblico giovanile, rivolgendo una particolare attenzione ad un genere musicale di crescente interesse anche da parte di importanti riviste di settore. «ELECTRIC NIGHTS» è stato aperto da The Cube Guys, il duo che sta spopolando allo Space di Ibiza e nei migliori club del mondo, ed è proseguito con la performance di Spankox, remixer di Elvis Presley. Il terzo appuntamento ha avuto per protagonista Boosta, DJ, compositore, scrittore e conduttore televisivo, conosciuto dal pubblico giovane soprattutto per essere il fondatore e il tastierista della band “Subsonica”.

«Day off»: cinque lunedì nel cuore della musica TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Lunedì 24 novembre 2014 | ore 21.30

MARIA ANTONIETTA (in duo acustico)

TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Lunedì 15 dicembre 2014 | ore 21.30

FARGAS

TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Lunedì 26 gennaio 2015 | ore 21.30

RONIN

TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Lunedì 23 febbraio 2015 | ore 21.30

DANIELE CELONA

TRENTO - TEATRO SANBàPOLIS Lunedì 23 marzo 2015 | ore 21.30

BOLOGNA VIOLENTA

In un Paese come il nostro, caratterizzato da un gap tra la qualità della proposta musicale e la sua popolarità, troppo spesso le proposte di buon livello ottengono la giusta visibilità presso il grande pubblico È così che artisti di valore perdono l’opportunità di divenire popolari, mentre ottengono invece grande spazio proposte musicalmente meno interessanti, se non addirittura scadenti. Per dare voce al talento di alcune realtà musicali – singoli interpreti e gruppi – che già si sono imposte all’attenzione della stampa di settore e di un pubblico particolarmente attento, il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha inteso mettere in calendario la rassegna «DAY OFF», affidandone la programmazione artistica ad Enzo Onorato e “Lilium Produzioni”. Il nuovo spazio del Teatro Sanbàpolis ospiterà, da novembre 2014 a marzo 2015 cinque concerti che intendono spaziare sulla canzone d’autore in tutte le sue forme e sfumature. Ne saranno protagonisti giovani artisti, scelti in ragione delle loro capacità musicali e non in base al potere economico delle strutture discografiche che ne hanno pubblicato l’opera. La rassegna si aprirà lunedì 24 novembre con il concerto di MARIA ANTONIETTA, (all’anagrafe è Letizia Cesarini) vocalist e chitarrista che ha avuto il debutto discografico come solista nel 2010. Si è trattato di una produzione sul tema del coraggio delle donne, caratterizzata da un’attitudine prettamente punk e da testi in lingua inglese, rabbiosi e graffianti. Il secondo lavoro, uscito nel gennaio 2012, contiene invece molte influenze vocali e artistiche che rimandano a grandi cantanti italiane come Nada, Carmen Consoli e Cristina Donà, ma l’animo punk di Maria Antonietta fa pensare anche a PJ Harvey e Courtney Love. Nel gennaio scorso ha pubblicato il suo terzo lavoro discografico, “Sassi”. Si proseguirà lunedì 15 dicembre con i FARGAS. Nei loro concerti suoni elettrici, stridenti e stonati, si intervallavano alle ballate acustiche. Nella loro prima formazione hanno inciso nel 2002 il primo mini-album chiamato “La grande

onda” e, dopo aver partecipato alla finale all’Accademia di San Remo, sono entrati in studio nel 2006 per registrare nuovi brani nati dal romanzo di Luca Spaggiari “Nozze di strada”. Nel 2012 hanno pubblicato il nuovo album “In balia di un Dio principiante” e nel 2013 è uscito il singolo video “Tu Qui” presentato in esclusiva su XL La Repubblica. Lunedì 26 gennaio 2015 arriveranno invece al Teatro Sanbàpolis i RONIN, la cui data di nascita si può far risalire al luglio del 1999. Solo nel 2003 vede però la luce il loro primo EP. Il secondo album, “Lemming”, esce poi nel 2007 e alcuni brani entrano anche tra le musiche di fiction e programmi televisivi. Con l’uscita di “Fenice” nel 2012 la formazione subisce un cambiamento e oggi, oltre al fondatore del gruppo, Bruno Dorella, comprende anche Chet Martino, Nicola Ratti e Paolo Mongardi. Il quarto concerto, in calendario per lunedì 23 febbraio, avrà per protagonista DANIELE CELONA, artista sofisticato e spontaneo, capace di alternare con disinvoltura rock sanguigno e struggenti ballate, lamento d’amore e invettiva sociale, memorie d’infanzia e malinconie solitarie. L’immaginario di Daniele Celona è talmente variegato da rendere impossibili le più canoniche classificazioni. Musicalmente siamo dalle parti di un rock autorale, eppure a tratti si è sfiorati da una delicatezza di fondo talmente soffusa da pensare ad atteggiamenti confidenziali d’antico regime. La rassegna si concluderà lunedì 23 marzo 2015 con l’esibizione dei BOLOGNA VIOLENTA, un progetto di Nicola Manzan, polistrumentista che negli ultimi anni ha lavorato in studio e dal vivo con molte band del panorama musicale italiano e internazionale. L’album di esordio del gruppo, uscito nel 2005, era ispirato ai film polizieschi degli anni Settanta, votato alla violenza sonora e al nichilismo musicale di stampo cybergrind. “Il Nuovissimo Mondo”, ha segnato invece una svolta ispirata ai cosiddetti “mondomovie”, carica di citazioni da film di genere e di atmosfere surreali e il terzo album, “Utopie e piccole soddisfazioni”, va dalla musica classica al rumore puro. Nell’estate 2013 è iniziata la scrittura e la registrazione dell’album “Uno Bianca”, uscito nel febbraio 2014. Ogni concerto (prezzo del biglietto d’ingresso € 5,00) sarà aperto dall’incontro con l’artista. Il pubblico sarà coinvolto in una chiacchierata confidenziale che punterà a scavare nelle passioni dei musicisti ospiti, esplorandone le influenze artistiche, ma svelando anche aneddoti e retroscena della loro carriera.


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Le Muse

ABBONAMENTI E PREZZI

COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI STAGIONE DI PROSA

ABO PROSA SOCIALE (5 spett.) Sanguinare inchiostro Il mercante di Venezia Aspettando Godot Prima del Silenzio L'importante è non cadere dal palco ABO PROSA AUDITORIUM (5 spett.) La vita che ti diedi Il Visitatore Frost/Nixon Sinfonia d’Autunno Sogno di una notte di mezza sbornia ABO PROSA TENDENZE (5 spett.) Francamente me ne infischio

Prezzi

Intero

Centrale Laterale Galleria

€ 100,00 € 92,00 € 72,00

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26 € 80,00 € 72,00 € 60,00

€ 88,00 € 80,00 € 64,00

€ 60,00 € 48,00 € 40,00

Prezzi

Intero

Centrale Galleria

€ 100,00 € 72,00

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26 € 80,00 € 60,00

€ 88,00 € 64,00

€ 60,00 € 40,00

ABO PROSA 5 SOCIALE + 5 AUDITORIUM + 5 TENDENZE ABO UNIVERSO PROSA (20 spett.)

Prezzi

Intero

Centrale Laterale Galleria

€ 200,00 € 184,00 € 144,00

Prezzi

Intero

Centrale Laterale Galleria

€ 280,00 € 264,00 € 224,00

Prezzi

Intero

Centrale ABO PROSA Laterale 5 SOCIALE + 5 AUDITORIUM + 5 TENDENZE + 5 SANBAPOLIS Galleria Prezzi

Intero

Posto unico

€ 80,00

ABO PROSA TENDENZE Prezzi OFF (5 spett.) Primi passi sulla luna Posto unico Tutto Virgilio Brucia Alto - Fragile West

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26 € 160,00 € 144,00 € 120,00

€ 176,00 € 160,00 € 128,00

€ 120,00 € 96,00 € 80,00

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26 € 220,00 € 204,00 € 180,00

€ 248,00 € 232,00 € 200,00

€ 160,00 € 136,00 € 120,00

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26

€ 320,00 € 304,00 € 264,00

€ 252,00 € 236,00 € 212,00

€ 280,00 € 264,00 € 232,00

€ 192,00 € 168,00 € 152,00

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26 € 60,00

€ 72,00

€ 40,00

Intero

Rid. gen.

€ 40,00

€ 32,00

SPETTACOLI DI PROSA AL TEATRO SOCIALE E AUDITORIUM

SPETTACOLI DI TENDENZE PROSA AL CUMINETTI - SOCIALE

SPETTACOLI DI PROSA AL TEATRO SANBAPOLIS

COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI STAGIONE DI LIRICA

ABO LIRICA (2 spett.) Don Pasquale

Dove

Prezzi

Intero

Sociale

€ 80,00

Rigoletto

Sociale

Platea Palchi centr. Palchi lat. Logg. e p.dietro

Rid. gen. >65 € 70,00

€ 72,00

€ 60,00

€ 67,00

€ 35,00

€ 58,00

€ 45,00

€ 52,00

€ 30,00

€ 35,00

€ 25,00

€ 30,00

€ 18,00

Rid. conv.

Rid. giov. <26

€ 75,00

COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI STAGIONE DI DANZA

SPETTACOLI DI DANZA AL TEATRO SOCIALE

ABO PROSA 5 SOCIALE + 5 AUDITORIUM ABO TUTTO PROSA (15 spett.)

456 War now I (io) Shakespeare (I Banquo, I Cinna) Voci nella tempesta

ABO INDANZA (6 spett.) Medea Oyster A Dream Within a Midsummer Night’s Dream Map e Near the terrace Comix Talent

ABO GRANDE PROSA (10 spett.)

Prezzi

Intero

Centrale Laterale

€ 135,00 € 103,00

€ 112,00 € 67,00

€ 121,00 € 94,00

€ 54,00

Galleria

€ 81,00

€ 54,00

€ 72,00

€ 45,00

SPETTACOLI DI LIRICA AL TEATRO SOCIALE

Prezzi

Intero

Centrale

€ 25,00

€ 20,00

€ 22,00

€ 15,00

Laterale

€ 23,00

€ 18,00

€ 20,00

€ 12,00

Galleria

€ 18,00

€ 15,00

€ 16,00

€ 10,00

Prezzi

Intero

Posto unico

€ 20,00

Prezzi

Intero

Rid. gen. >65 e <26

Posto unico

€ 10,00

€ 8,00

Prezzi Platea Palchi centr. Palchi lat. Logg. e p.dietro

ABO LIRICA REGIONALE (4 spett.) Don Pasquale Don Giovanni Rigoletto Faust

DANZA A SANBAPOLIS Au pied du mur… Wanted

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26 € 15,00

€ 18,00

Intero Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26 € 55,00 € 45,00 € 50,00 € 50,00 € 40,00 € 45,00 € 25,00 € 40,00 € 30,00 € 35,00 € 20,00 € 25,00 € 15,00 € 20,00 € 12,00

Prezzi

da € 70,00 a € 174,00 - libertà di scelta settori differenti Trento e Bolzano

Dove

Prezzi

Intero

Rid. gen.

Sanbapolis Sanbapolis

Posto unico

€ 10,00

€ 8,00

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26

Prezzi

Intero

Rid. gen. >65 Rid. conv. Rid. giov. <26

Centrale

€ 30,00

€ 25,00

€ 27,00

€ 15,00

Laterale

€ 23,00

€ 15,00

€ 21,00

€ 12,00

Galleria

€ 18,00

€ 12,00

€ 16,00

€ 10,00

ABO DANZA REGIONALE (4 spett.) Romeo & Juliet Map e Near the terrace Parsons Dance Comix ABO DANZA REGIONALE (8 spett.) Romeo & Juliet Parsons Dance ABO INDANZA CSC 6 spett.

€ 10,00

Prezzi

da € 45,00 a € 90,00 - libertà di scelta settori differenti Trento e Bolzano

Prezzi da € 81,00 a € 180,00 - libertà di scelta settori differenti Trento e Bolzano


ABBONAMENTI E PREZZI

COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI OPERETTA

ABO OPERETTE (2 spett.) Al cavallino bianco Scugnizza

SPETTACOLI DI OPERETTA AL TEATRO SOCIALE

COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI TEATRO RAGAZZI ANCH’IO A TEATRO CON MAMMA E PAPà Unpopiuinla’ A proposito di Piter Pan L’omino della pioggia I tre porcellini Rosaspina Voci Cenerentola L’acqua e il mistero di Maripura

Intero

Intero

Centrale Laterale Galleria

€ 45,00 € 34,00 € 27,00

Rid. gen. >65 e <26

Rid. conv.

Centrale

€ 30,00

€ 24,00

€ 27,00

Laterale

€ 22,00

€ 18,00

€ 20,00

Galleria

€ 18,00

€ 14,00

€ 16,00

Auditorium numerato Auditorium numerato Sociale non numerato

Maria Schneider ROVERETO Franco D’Andrea Mark Turner Jack DeJohnette

€ 16,00

Prezzi

Intero

LE CIRQUE INVISIBLE

Centrale Laterale Galleria Ridotto speciale per abbonati

€ 25,00 € 23,00 € 18,00 € 18,00 Centrale

Rid. gen. >65 € 20,00 € 18,00 € 15,00 € 15,00 Laterale

Rid. Rid. giov. conv. <26 € 22,00 € 15,00 € 20,00 € 12,00 € 16,00 € 10,00 € 10,00 Galleria

Intero

Rid. conv.

Rid. gen. >65

Rid. gen. <26

€ 20,00

€ 18,00

€ 16,00

€ 15,00

€ 25,00

€ 22,00

€ 20,00

€ 15,00

€ 20,00

€ 18,00

€ 16,00

€ 15,00

Rid. gen. >65 € 16,00 € 16,00 € 16,00

Rid. gen. <26 € 5,00 € 5,00 € 5,00

€ 36,00

€ 33,00

Prezzi

Intero

Zandonai non numerato

€ 20,00 € 20,00 € 20,00

Rid. conv. € 18,00 € 18,00 € 18,00

€ 45,00

€ 40,00

ABBONAMENTO 3 CONCERTI EVENTI SPECIALI

€ 40,00 € 30,00 € 24,00

Rid. abb. lirica € 32,00 € 24,00 € 19,00

Intero

Prezzi

Stefano Bollani

ABBONAMENTO 4 SPETTACOLI IL SABATO O LA DOMENICA

Rid. conv.

COMPOSIZIONE ABBONAMENTI E PREZZI RASSEGNA JAZZ

The Terence Blanchard

€ 4,00

Rid. gen. >65 e <26 € 36,00 € 27,00 € 22,00

Prezzi

TRENTO

Rid. gen.

€ 6,00

Prezzi

Le Muse 31

MUSICAL

Prezzi

Intero

CINECITTÀ

Centrale Laterale Galleria Ridotto speciale per abbonati

€ 35,00 € 28,00 € 25,00 € 27,00 Centrale

Rid. gen. >65 € 30,00 € 23,00 € 20,00 € 20,00 Laterale

Rid. Rid. giov. conv. <26 € 32,00 € 20,00 € 25,00 € 18,00 € 22,00 € 15,00 € 18,00 Galleria

CARD CLASSICARD 4 La vita che ti diedi Il mercante di Venezia Aspettando Godot Sogno di una notte di mezza sbornia

Prezzi

Intero

Rid. gen. >65 e <26

Unico

€ 80,00

€ 64,00

TUTTO CARD 6 6 SPETTACOLI A SCELTA TRA: 20 PROSA, 2 LIRICA, 8 DANZA. 2 OPERETTE

Prezzi

Intero

Rid. gen. >65

Unico

€ 150,00

€ 135,00

1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta

1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta SOLO PROSA CARD 6 6 SPETTACOLI A SCELTA TRA I 20 DI PROSA

Prezzi

Intero

Rid. gen. >65

Unico

€ 120,00

€ 96,00

1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta

GIOVANI CARD 5 5 SPETTACOLI A SCELTA TRA: 20 PROSA, 2 LIRICA, 8 DANZA. 2 OPERETTE

Prezzi

Rid. gen. <26

Unico

€ 45,00

1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta in galleria SABATO A TEATRO CARD 6 6 SPETTACOLI A SCELTA TRA I 10 DI PROSA IL SABATO

Prezzi

Intero

Rid. gen. >65 Rid. gen. <26

Unico

€ 105,00

€ 84,00

€ 63,00

1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta RIDUZIONI • Fino a 26 anni Ridotto giovani (se non specificamente previsto si applica il ridotto generico) • Oltre i 65 anni Ridotto generico • Circoli aziendali Ridotto generico, previa stipula di convenzione e numero minimo di 10 abbonamenti/card • Carta InCoop. - Tess. ACLI Tess. TRENTA Ridotto convenzioni, presentando la tessera, 1 biglietto a tessera • Accompagnatori di persone diversamente abili Omaggio

CAMBIO TURNO ABBONATI PROSA E LIRICA È possibile cambiare turno due volte all’interno della stagione, con l’emissione di un biglietto al costo di € 5,00

INFORMAZIONI E CHIARIMENTI • Teatro Auditorium (da lunedì a sabato dalle 10-19) • Teatro Sociale (da lunedì a sabato dalle 16-19) Tel. 0461213834 n.verde 800013952 www.csc.tn.it www.centrosantachiara.it pinfo@cetrosantachiara.it Il programma potrebbe subire variazioni per cause di forza maggiore. Si prega di controllare sempre data, ora, spettacolo e teatro consultando il nostro sito www. csc.tn.it

ACQUISTI Modalità di acquisto telefonico • telefonando al n. 800 013952 da lunedì a sabato dalle ore 10 alle 19 con il pagamento di un sovraprezzo di € 1,50 per il servizio effettuato con pagamento Carta di Credito o Bonifico Bancario. Acquisto diretto dei biglietti agli sportelli • Casse Rurali del Trentino in orario di sportello; • Promoevent . Trento; • Casse dei Teatri Auditorium e Sociale in orario di sportello e da un ora prima dell’evento. • Online al sito www. primiallaprima.it

PARCHEGGIO Da diversi anni è attiva per tutti gli utenti un’agevolazione per il parcheggio dell’autovettura nel posteggio interrato di Piazza Fiera. Il tagliando ritirato all’entrata del posteggio verrà sostituito presso la Cassa del Teatro solo prima dell’inizio dell’evento. • € 1,50 per tutti gli spettacoli in serata; • € 3,00 per gli spettacoli della domenica pomeriggio.

RICORDIAMO AGLI ABBONATI… • Ogni abbonato riceverà un calendario personalizzato con indicate tutte le date e i luoghi dell’evento a cui si riferisce il proprio abbonamento. • È importante conservare gli abbonamenti. Saranno utili in caso di rinnovo l’anno seguente. • Gli spettacoli inizieranno all’ora stabilita. • Allo spettatore che si presenti in ritardo non verrà garantito il posto indicato nel biglietto. • L’accesso sarà autorizzato dal responsabile di sala nel settore con disponibilità.


MUSICA D’AUTORE

DAVIDE VAN DE SFROOS TRENTO | Teatro Auditorium

VENERDÌ 30 GENNAIO ore 21

FRANCO BATTIATO

GIOVANNI ALLEVI

TRENTO | Teatro Auditorium

TRENTO | Teatro Auditorium

DOMENICA 9 NOVEMBRE ore 21

SABATO 18 APRILE 2015 ore 21

... TO BE CONTINUED ...

In collaborazione con

INSTITUTIONAL PARTNER

MAIN SPONSOR

www.csc.tn.it www.centrosantachiara.it MEDIA PARTNERS


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