Le Muse - autunno 2016

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Giornale di informazione culturale - anno 20 n. 2 - settembre 2016 - € 0,50 (copia omaggio) www.lemuse.media

COMUNE DI ROVERETO



Le Muse

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Gentile pubblico,

dalle colonne di una edizione delle “Muse” rinnovata nel formato e nella grafica, colgo l’occasione per fare un quadro delle attività di spettacolo dei prossimi mesi partendo dalla programmazione più seguita, quella di prosa, che nella passata stagione ha riscosso un successo ben superiore alle attese. La proposta, sempre realizzata con la consulenza artistica di Marco Bernardi, presenta grandi interpreti e testi immortali e conferma il format introdotto l’anno scorso di mettere il Teatro Sociale al centro della programmazione cittadina, ancorché l’inaugurazione stagionale avvenga al “Cuminetti” con un allestimento che vedrà per la prima volta impegnata la neonata Compagnia Regionale. A seguire, nove spettacoli di grande teatro al “Sociale”, dove sarà possibile anche fruire di un servizio di baby-sitting in occasione della recita domenicale. Curato dalla cooperativa “Progetto 92” e offerto gratuitamente agli abbonati, si rivolge a genitori con figli in età compresa tra 3 e 11 anni. La stagione Grande Prosa sarà accompagnata anche quest’anno dalla rassegna Altre Tendenze con cinque appuntamenti con compagnie e artisti significativi del panorama nazionale. Una proposta simile sarà in calendario a Rovereto, dove l’ente gestisce l’Auditorium Melotti, e andrà ad integrare la programmazione del Comune. Nella danza prosegue il progetto di circuito regionale e sulla piazza di Trento gli appassionati potranno seguire una rassegna di cinque titoli, realizzata con la collaborazione di Lanfranco Cis. Aprirà la stagione un grande classico, Carmen, nell’interpretazione dell’étoile Eleonora Abbagnato. Sarà anche reso omaggio alla grande Carolyn Carlson, a Trento con una delle sue ultime coreografie. La proposta musicale parte dalla conferma della stagione Jazz’About, che ha riscosso, pur nella forte innovazione proposta da Denis Longhi, un seguito lusinghiero e che non mancherà di sorprendere per scelte e qualità dell’offerta. Si conferma anche la rassegna Transiti, curata da Alberto Campo, che ci condurrà nelle sonorità ricercate di una world music in continua evoluzione e sarà ospitata al Teatro Sanbàpolis, spazio che sarà sede anche della rassegna di cinema e musica Volume!, curata da Sergio Fant. Continuerà all'Auditorium Melotti di Rovereto, curata da Daniele Spini e parzialmente rinnovata nella forma e nei generi, la rassegna dedicata alla musica contemporanea che, evitando elitarie sperimentazioni sonore fin troppo ardite, proporrà invece l'ascolto di concerti piacevoli e divertenti. Ricordando che non mancheranno eventi di grande spettacolarità in occasione del Natale e del Capodanno, oltre alle tradizionali proposte di Operetta e Teatro Ragazzi, vorrei soffermarmi in chiusura sul progetto che rappresenta una assoluta novità nel panorama teatrale italiano, «Y Generation Festival», realizzato con la direzione artistica di Giovanna Palmieri. Interamente dedicato alla danza per bambini e ragazzi farà di Trento, dal 6 al 9 ottobre, una prestigiosa vetrina internazionale alla quale già in molti guardano con attenzione. Buon divertimento !

Francesco Nardelli Direttore del Centro Servizi Culturali S. Chiara

ph Roberto Pia


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Con il Bonus 18enni puoi spendere 500 euro in cultura Se hai compiuto 18 anni nel corso del 2016 o li compirai entro la fine dell'anno, potrai ottenere un bonus cultura di 500 € da utilizzare per l'acquisto di libri, per visitare monumenti o musei, ma anche per assistere agli spettacoli teatrali, musicali, cinematografici e di danza organizzati dal Centro Servizi Culturali S. Chiara.

Troverai sul sito www.18app.it le informazioni necessarie per ottenere la tua identità digitale (SPID) e procedere quindi, a partire dal 1° di ottobre, alla scelta degli eventi che più ti interessano. Hai tempo fino al 31 gennaio 2017 per registrarti e fino al 31 dicembre 2017 per spendere il bonus, ma ti consigliamo di affrettarti: sta per iniziare una Stagione che saprà regalarti emozioni e sorprese!

Y Festival ........................................... da 4 a 6 Eventi Speciali: Festa del Teatro............... 7 Grande Prosa ................................ da 9 a 19 Altre Tendenze ........................... da 20 a 29 InDanza ........................................ da 31 a 41 Danza verticale.......................................... 42 Eventi Speciali: Natale ............................. 43 Eventi Speciali: Capodanno.................... 45 Teatro Ragazzi............................. da 47 a 53 Musica: Jazz'About ..................... da 55 a 58 Operetta ...................................................... 59 Transiti ...........................................da 60 a 61 Musica Macchina ..................................... 62 Volume! ....................................................... 62 Settearti e Nuovo Cineforum.................... 63

....................................................................... Direttore responsabile | Fabio Lucchi Coordinamento editoriale | Viviana Bertolini Hanno collaborato Maria Luisa Buzzi | Alberto Campo | Damir Ivic | Sergio Fant | Matteo Zadra In redazione | Katia Cont | Isabella Albertini | Matteo Vitti | Sofia Martini aut. del Tribunale di Trento n. 945 R. st. del 25 febbraio 1997 Redazione e amministrazione Via S.Croce 67, 38122 Trento Stampa: Grafiche Futura srl - Mattarello Chiuso il 22 settembre 2016

CENTRO SERVIZI CULTURALI S. CHIARA Consiglio di Amministrazione Ivo Gabrielli - Presidente Enzo Bassetti | Maurizio Cau | Paolo Dalla Sega | Loreta Failoni Revisori dei conti: Cristina Odorizzi | Emiliano Dorighelli | Wilma Sassudelli Direttore | Francesco Nardelli Segreteria: tel. 0461.213811 - fax 0461.213817 (8.30-13.00 / 14.00-18.30) info@centrosantachiara.it - www.centrosantachiara.it Numero verde: 800.013952


Le Muse

Finalmente anche l’Italia ha il suo Festival di danza per ragazzi: Y GENERATION FESTIVAL. Dal 6 al 9 ottobre gli spazi teatrali gestiti dal Centro Servizi Culturali S. Chiara e le vie della città di Trento saranno invasi da artisti e compagnie internazionali che conquisteranno il pubblico con spettacoli, workshop e laboratori per i più piccoli...ma non solo. Da sempre attento al pubblico più giovane con la programmazione di teatro rivolta alle scuole, alle famiglie e agli educatori, il Centro Servizi Culturali S. Chiara apre ora anche alla danza per bambini e ragazzi. Linguaggio sempre più diffuso negli spettacoli per la prima infanzia, per la sua immediatezza e per la grande potenzialità espressiva che supera qualunque barriera linguistica e generazionale, la danza è in grado di dar vita a storie e scenari emozionanti quanto o più del teatro. Esplorando danza contemporanea, teatro fisico, parkour e teatro danza, Y GENERATION FESTIVAL vuole costruire un ponte tra mondo della danza e mondo del teatro ragazzi e svelarne le meraviglie al pubblico di bambini e adulti. Ideato da Giovanna Palmieri, responsabile della “Stagione ragazzi” del Centro S. Chiara, il Festival si avvale della collaborazione del Comune di Trento – Assessorato alle Politiche Sociali, Familiari e Gio-

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vanili e del sostegno di Assitej Italia, associazione nata nel 2014 come sezione Italiana dell'omonima organizzazione mondiale attiva dal 1965 per promuovere la qualità del teatro per l’infanzia e la gioventù e favorire formazione, incontro e confronto tra artisti, operatori, pubblico. Giovani e meno giovani, educatori e artisti troveranno al Festival l’occasione per incontrarsi, divertirsi, conoscere e sperimentare insieme gli infiniti modi in cui il linguaggio del corpo e del movimento si confronta con l’immaginario e il vissuto di bambini e ragazzi, sia come spettatori che come artisti in scena.

ph Andrea Macchia

Per riuscire nell’intento il Festival propone sia una sezione performativa con spettacoli dedicati a diverse fasce d’età e tipologie di pubblico, sia la sezione formativa ‘passo dopo passo’ che si articola tra incontri e laboratori per adulti e bambini. Se i momenti di approfondimento teorico di venerdì 7 e sabato 8 ottobre si occuperanno di analizzare la situazione attuale e le prospettive della danza per il pubblico giovane, i workshop e i laboratori pratici in programma, come il laboratorio di Parkour per ragazzi e giovani a cura di Erik Kaiel e CorpiGioco® off, laboratorio per bambini ed adulti in collaborazione con Anticorpi XL, saranno occasione per grandi e piccini di sperimentare insieme e divertirsi. Nove gli spettacoli in cartellone, in orario diurno e serale, che offriranno un’ampia scelta di poetiche, temi e stili. Si va dalla danza dei tre specialissimi investigatori privati di Sherlock Holmes di CollettivO CineticO / Teatro delle Briciole, alla riflessione sull’importanza della tutela ambientale di Trashedy della Compagnia tedesca Performing Group.

ph Roberto Rognoni

Due rivisitazioni saranno la fiaba Il brutto anatroccolo di Hans Christian Andersen di Factory / Compagnia Transadriatica e Caos


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(Remix) di Manifatture Teatrali Milanesi / Quelli di Grock, spettacolo storico della compagnia milanese rivisto con un cast più giovane e situazioni che affrontano la quotidianità di adolescenti e giovani d'oggi; Antifragil degli austriaci Silk Fluegge e Declaration of Love della compagnia belga fABULEUS, entrambe per la prima volta in Italia, sono invece dedicati al rapporto di attori e danzatori adolescenti con il pubblico. Una proposta che certamente incuriosirà il pubblico è Murikamification della compagnia Arch8 dall'Olanda, spettacolo di parkour che si snoderà tra le strade del centro cittadino. I bambini saranno invece protagonisti in scena con Duel_Terza generazione della Compagnia Abbondanza/Bertoni e con La Casa del Panda, magico viaggio virtuale alla scoperta della Cina con la compagnia toscana TPO - Teatro di Piazza o d’Occasione che coinvolgerà in prima persona i giovani spettatori.

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INFO Caos Remix Antifragil Declaration of love Sherlock Holmes TRASHedy La Casa del Panda Diario di un brutto anatroccolo Duel – Terza Generazione

INTERO € 15,00 € 15,00 € 15,00 € 8,50 € 8,50 € 8,50 € 8,50 € 8,50

RIDOTTO € 8,50 € 8,50 € 8,50 € 5,00 € 5,00 € 5,00 € 5,00 € 5,00

Tariffa ridotta prevista per Under 20, scuole e scuole di danza. I biglietti sono acquistabili a partire da lunedì 5 settembre, presso: • biglietteria dell’Auditorium S.Chiara (lun-sab dalle 10 alle 19); • biglietteria del Teatro Sociale (lun-sab dalle 16 alle 19); • presso le Casse Rurali del Trentino (in orario di sportello) e online, collegandosi al sito www.primiallaprima.it. E’ possibile fare un abbonamento card di € 45 valido per tutti gli spettacoli (con conferma e ritiro del biglietto per gli spettacoli scelti)

ph Roberto Rognoni


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SPETTACOLI GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2016: ore 10.00 Teatro Sanbàpolis SHERLOCK HOLMES ore 17.00 Teatro Cuminetti TRASHedy ore 18.30 Giardino S.Chiara MURIKAMIFICATION ore 21.00 Teatro Sociale CAOS-REMIX VENERDÌ 7 OTTOBRE 2016: ore 9.30 e 11.00 Teatro Sanbàpolis LA CASA DEL PANDA ore 11.00 Teatro Cuminetti TRASHedy (Replica) ore 21.00 Teatro Sociale ANTIFRAGIL SABATO 8 OTTOBRE 2016: ore 15.00 Teatro Cuminetti DIARIO DI UN BRUTTO ANATROCCOLO ore 17.00 e ore 19.00 Teatro Sanbàpolis DUEL – TERZA GENERAZIONE ore 21.00 Teatro Sociale DECLARATION OF LOVE GIOVEDÌ 15 SETTEMBRE 2016: dalle ore 17.00 alle ore 19.00 Spazio Foyer Teatro Auditorium Passo dopo Passo - OGNI ESSERE UMANO E’ UN BALLERINO, MA NON LO SA DA VENERDÌ 30 SETTEMBRE A VENERDÌ 7 OTTOBRE 2016: Sala prove danza Teatro Sociale Passo dopo Passo RESIDENZA CREATIVA STUDIO SUL TEMPO VENERDÌ 7 OTTOBRE 2016: • dalle ore 14.30 alle ore 18.00 Teatro Sociale Passo dopo passo TAVOLI DI LAVORO (Incontri e confronti) • dalle ore 16.00 alle ore 18.00 Giardino Centro S.Chiara Passo dopo Passo WORKSHOP PARKOUR SABATO 8 OTTOBRE 2016: dalle ore 11.00 alle ore 13.00 Spazio ridotto Teatro Sociale Passo dopo Passo TAVOLA ROTONDA (La danza per un pubblico giovane: situazione e prospettive) DOMENICA 9 OTTOBRE 2016: • ore 15.00 Spazio Foyer Teatro Auditorium STUDIO SUL TEMPO (Restituzione finale aperta al pubblico) • dalle ore 14.00 alle ore 18.00 Spazio Ridotto Teatro Sociale LABORATORIO CORPOGIOCHI® OFF DA GIOVEDÌ 6 A DOMENICA 9 OTTOBRE 2016: dalle 10.00 alle ore 19.00 Atrio Teatro Auditorium MOSTRA FOTOGRAFICA CAOS-REMIX VENERDÌ 7 OTTOBRE 2016: Laboratori collegati a LA CASA DEL PANDA e TRASHedy, organizzati in collaborazione con il Muse (previsti successivamente agli spettacoli) alle ore 24.00 circa Giardino e atrio Centro S.Chiara PARTY Y FESTIVAL (previsto successivamente allo spettacolo “Antifragil”) SABATO 8 OTTOBRE 2016: dalle ore 9.30 alle ore 11.00 Giardino S.Chiara INSPIRING BREAKFAST FESTIVAL DOMENICA 9 OTTOBRE 2016: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 Giardino S.Chiara Passo dopo Passo – BRUNCH FESTIVAL


Festa del Teatro

Le Muse

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ph Marc Mesplié

Siete tutti invitati alla

Sarà l'avvio di una nuova e appassionante stagione, con il Teatro “Sociale” arredato in maniera originale e animato da esseri surreali e onirici che potranno suscitare la curiosità e la fantasia di adulti e bambini.

FESTA del TEATRO

La Festa, programmata nella data indicata dal Ministero per avvicinare il pubblico al teatro, si propone come incontro bene augurante in vista della fitta serie di appuntamenti che lo attendono per oltre sette mesi nei cinque Teatri gestiti dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Ma intende anche essere il modo per dire grazie a chi, nel corso dell'annata appena trascorsa, ha risposto con entusiasmo al suo invito. Sono state, infatti, 55.000 le presenze fatte registrare dagli eventi programmati nella Stagione artistica 2015/2016, con un gran numero di affezionati spettatori “di lungo corso” ma anche con molte persone (soprattutto giovani) che per la prima volta si sono fatte attrarre dal fascino dello spettacolo dal vivo. Sarà un'intensa giornata nel corso della quale saranno accolti al Teatro Sociale spettatori di tutte le età, per coinvolgere grandi e piccini in un vortice di emozioni. Sul palcoscenico (ma non solo) Les Irréels, uno spettacolo che a partire dal pomeriggio sarà offerto “a ciclo continuo” dagli originali artisti francesi della Compagnie Créature. Concepito come un ibrido tra un'installazione e una performance, Les Irréels, (Gli irreali) vedrà alcuni fantastici personaggi con sembianze di animali accogliere il pubblico all'interno delle loro casupole. Nel caso specifico, gli ambienti saranno ricreati negli spazi del Teatro Sociale, dove lo spettatore sarà accompagnato in un percorso immaginifico. Saremo quindi in presenza di un popolo parallelo

agli umani e non è dato sapere se si tratti di una civiltà millenaria, di una tribù futura o di una specie ancora sconosciuta. Sappiamo però che hanno un potere magico e consolatorio per chiunque li incontri sulla propria strada. Dopo i dieci giorni di ininterrotto successo in occasione del Natale 2015 a Tolosa e la successiva partecipazione al Festival di Charleville, la Compagnie Créature - nata a Tolosa nel 1991 - presenta ora questo progetto di grande suggestione, dove la parola viene sostituita dalla poesia dell'immagine, con un contatto ravvicinato e continuo tra pubblico e spettatore. Sabato 22 ottobre, in occasione della Festa del Teatro il pubblico potrà accedere gratuitamente al “Sociale”:

a partire dalle ore 16.00 e fino a sera emozioni e divertimento saranno garantiti.

FESTA DEL TEATRO LES IRRÈELS

INGRESSO LIBERO

Compagnie Créature progettazione e direzione: Lou Broquin Maschere pupazzi , scene e costumi: Lou Broquin, Odile Brisset e Michel Broquin Assist di Amandine Meneau, Emilie Broquin, Ludovic Beyt e Charlotte Presseq costruzione e la luce: William Herrmann con: Lou Broquin, Odile Brisset Michel Broquin , Amandine Meneau, Nora Jonquet, Charlotte Presseq Claude Sanchez, Kaf Malere Richard Curva - Delord, Emilie Broquin, Corinne Mariotto, Sarah Darnault, Ludovic Beyt, Nathalie Hauwelle, Ysé Broquin, Gaetano Giunta, Thierry de Chaunac, Lecuziat Julien, Isabelle e Antoine Bersoux Buttigieg

........................ TRENTO – Teatro Sociale

Sabato 22 ottobre 2017 - dalle ore 16.00


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Le Muse


Le Muse

ABBONAMENTO PROSA TURNI GIO-VEN-DOM PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 170,00 € 140,00 € 100,00

RID. CONV. € 150,00 € 120,00 € 80,00

RID. GEN. >65 € 140,00 € 110,00 € 70,00

RID. GIOV.<26 € 90,00 € 60,00 € 40,00

ABBONAMENTO PROSA TURNO SAB PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 150,00 € 125,00 € 90,00

RID. CONV. € 135,00 € 110,00 € 70,00

RID. GEN. >65 € 125,00 € 100,00 € 60,00

RID. GIOV.<26 € 80,00 € 55,00 € 35,00

BIGLIETTI "La cucina" - CUMINETTI PREZZI Posto unico non numerato

INTERO RID. CONV. RID. GEN. >65 RID. GIOV.<26 € 20,00 € 18,00 € 15,00 € 10,00

BIGLIETTI PROSA SOCIALE PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 25,00 € 23,00 € 18,00

RID. CONV. € 22,00 € 20,00 € 16,00

RID. GEN. >65 € 20,00 € 18,00 € 15,00

RID. GIOV.<26 € 15,00 € 12,00 € 10,00

SOLO PROSA CARD 5 PREZZI INTERO RID. GEN. >65 UNICO € 110,00 € 90,00 1 biglietto per ogni spettacolo - posto a scelta Annullo biglietti da card - € 2

GIOVANI CARD 5 PREZZI Rid. giov.<26 UNICO € 30,00 1 biglietto per ogni spettacolo posto in galleria - vendita solo casse CSC Annullo biglietti da card - € 2

ABBONAMENTO ALTRE TENDENZE 5 PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 70,00 € 50,00 € 30,00

RID. CONV. € 63,00 € 45,00 € 30,00

RID. GEN. >65 € 55,00 € 40,00 € 30,00

RID. GIOV.<26 € 40,00 € 35,00 € 30,00

BIGLIETTI ALTRE TENDENZE PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 20,00 € 15,00 € 10,00

RID. CONV. € 18,00 € 13,00 € 10,00

RID. GEN. >65 € 15,00 € 12,00 € 10,00

RID. GIOV.<26 € 10,00 € 10,00 € 10,00

BABY-SITTING

acoli Baby-sitting in occasione degli spett cura a Prosa de Gran domenicali della della Cooperativa sociale PROGETTO 92 • • • • •

Il servizio costa € 5,00 a bambino Accogliamo bambini dai 3 ai 10 anni Gratuito per gli abbonati Grande Prosa e 800 013952 Obbligo di prenotazione al n. verd bini) bam 14 (max ati Posti limit

ABBONAMENTO ALTRE TENDENZE MELOTTI PREZZI

Intero Rid. conv. Rid.gen. >65 e <26 Rid. abb. Altre Tendenze Sociale e Prosa Com.Rover. € 45,00 € 40,00 € 35,00 € 25,00

BIGLIETTI ALTRE TENDENZE MELOTTI PREZZI Posto unico non numerato

Intero € 15,00

Rid. conv. € 13,00

Rid.gen. >65 e <26 € 10,00

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"cucina"

MARCO BERNARDI di Fabio Lucchi

PRIMA ASSOLUTA

LA CUCINA di Arnold Wesker regia Marco Bernardi con Andrea Castelli, Giovanni Vettorazzo, Giovanni Battaglia produzione Teatro Stabile di Bolzano Centro Servizi Culturali S. Chiara Coordinamento Teatrale Trentino

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TRENTO | Teatro Cuminetti • da martedì 25 a sabato 29 ottobre 2016 ore 20.30 • domenica 30 ottobre 2016 - ore 16.00 • da martedì 1 a sabato 5 novembre 2016 ore 20.30 • domenica 6 novembre 2016 - ore 16.00

un testo rivoluzionario

Saranno sulla scena in venticinque, fra attrici e attori, diretti da Marco Bernardi che tiene a battesimo con la sua regia la “Compagnia Regionale”, nata dalla collaborazione fra Teatro Stabile di Bolzano, Centro Servizi Culturali S. Chiara e Coordinamento Teatrale Trentino.

Si tratta di un nuovo progetto di produzione che intende fare il punto sulla creatività e sulle capacità espresse delle professionalità artistiche presenti sul territorio del Trentino – Alto Adige. Un’opportunità straordinaria per questo gruppo di interpreti, tutti nati o residenti nella nostra regione, per dare vita a uno spettacolo corale e di grande impatto teatrale. 'La cucina' è un testo di Arnold Wesker, esponente di punta del movimento dei “giovani arrabbiati” inglesi che a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 hanno rivoluzionato il teatro portando sul palcoscenico una nuova visione della realtà, di forte cambiamento rispetto alla tradizione e molto critica nei confronti del sistema sociale di quegli anni, tra dopoguerra e boom economico. Siamo a Londra negli anni ‘50 nella cucina di un enorme ristorante del West End. Arnold Wesker ci racconta nella sua commedia una giornata di lavoro, dall’arrivo alla spicciolata di cuochi e cameriere al mattino fino al parossismo infernale dell’ora di punta, con un colpo di scena finale drammatico e sorprendente. In questo cosmo shakespeariano succede di tutto: amori, conflitti, sogni, risse, utopie e lavoro, tanto lavoro, con le portate che volano verso la sala e i piatti vuoti che tornano in cucina come boomerang impazziti. Il tutto con un’energia e un ritmo fantastici che hanno fatto di questa commedia un capolavoro. In un’epoca piena di master chef

e di deliranti fissazioni culinarie, ecco una storia che smitizza il mondo della ristorazione, riportandolo all’essenza della vita di tutti i giorni, alla realtà dei sentimenti comuni e delle dinamiche di gruppo. Ma perché la scelta di Marco Bernardi è caduta proprio su questo testo? Lo abbiamo chiesto all'interessato: «Erano almeno trent’anni che volevo mettere in scena 'La cucina' ma, per una ragione o per l’altra, non è mai successo. Ora, finalmente, con questa idea della nuova Compagnia Regionale, il progetto è andato in porto. Perché amo questo testo? E’ una commedia divertente e allo stesso tempo profonda. Racconta un ambiente di lavoro dove un consistente gruppo di persone è costretto a convivere in poco spazio in momenti di tensione così forte come può accadere solo in un grande ristorante all’ora di punta. Uomini e donne, vecchi e giovani, uno spaccato di umanità vario e senza peli sulla lingua. Insomma, una situazione in cui può succedere di tutto: cosa si può immaginare di più teatrale? E poi non capita tutti i giorni di lavorare con una compagnia di 25 attori. E vi devo anche confessare un’altra cosa: amo i ristoranti. Mi mettono di buon umore e, ve lo dico da teatrante girovago, mi hanno nutrito per anni. Come potrei resistere al fascino di una commedia che si svolge tutta nella cucina di un ristorante? La cucina come ombelico del mondo, come campionario di umanità: una cucina shakespeariana!»


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FRANCO BRANCIAROLI

sfida

il Macbeth di Shakespeare

E' il tributo che il Centro Servizi Culturali S. Chiara rivolge a William Shakespeare, nel 400° anniversario della morte. Uno dei suoi drammi più forti ed efficaci. Un testo perfettamente riuscito dal punto di vista drammaturgico, che vola verso la tragedia finale.

tare la violenza all’interno.» Se in più anche la parte femminile si snatura e prende caratteristiche maschili, allora il caos è totale. Macbeth viene infatti “sedotto” all’ambizione dalle streghe, che storicamente rappresentano la minaccia al mondo patriarcale, e indotto all’assassinio da sua moglie, che viola il suo ruolo sociale di donna agendo come agirebbe un uomo. Ma il dramma è ancora più complesso e tremendo: Macbeth, uccidendo il re, simbolo del padre e del divino, uccide la sua stessa umanità ed entra in una dimensione di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di vivere. «Il 'Macbeth' – afferma Branciaroli – è la tragedia del di William Shakespeare male dell’uomo, della violaregia di Franco Branciaroli zione delle leggi morali e nacon Franco Branciaroli produzione CTB Centro Teatrale Bresciano · turali e dell’ambiguità, del caos Teatro de Gli Incamminati e della distruzione che ne consegue. Un rovesciamento di TRENTO | Teatro Cuminetti valori significativamente te• giovedì 17 novembre 2016 - ore 20.30 stimoniato dal canto ambiguo • venerdì 18 novembre 2016 - ore 20.30 e beffardo delle streghe: “Il • sabato 19 novembre 2016 - ore 20.30 bello è brutto, e il brutto è bel• domenica 20 novembre 2016 - ore 16.00 lo”. I demoni della coscienza,

«Il 'Macbeth' – spiega Franco Branciaroli che ha curato la regia dello spettacolo e ne interpreta il ruolo del protagonista – parla di un mondo esterno in guerra, dove caratteristiche come efferatezza e sete di sangue, al pari del coraggio, sono ritenute virtù, in quanto preservano il mondo interno della corte: una società patriarcale civilizzata, regolata da leggi divine. La violenza che si applica all’esterno non vale per l’interno, altrimenti tutto salta e tra il dentro e il fuori non c’è più differenza, tutto diventa guerra. Macbeth sceglie di por-

MACBETH

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che sovvertono nel dramma l’ordine morale interno ed esterno dei personaggi fino alle estreme conseguenze, terrorizzano lo spettatore per il crescente e devastante controllo che assumono sulle vicende rappresentate, ma al contempo lo attraggono e avvincono, per il misterioso richiamo che l’uomo da sempre avverte dalla contaminazione con il male. Intorno all’inquietante parabola di seduzione dell’anima al male, pulsa l’enigmatico cuore di questa tragedia.» Un personaggio difficile, Macbeth, che rappresenta una sfida per gli attori che scelgono di interpretarlo. Perché, come ci spiega Branciaroli, fra quelli creati da Shakespeare è il più problematico e in qualche modo il più sfortunato. «La sua natura non è tanto la brama di potere, quanto piuttosto una certa propensione alla fantasia. Macbeth è prigioniero dell’immaginazione. Non è intelligente, non sa usare la ragione, è schiavo del suo immaginario, e dico “schiavo” nel senso letterale del termine, in quanto questo immaginario, anziché allargare le sue vedute, le restringe fino a impedirgli qualsiasi altro modo di esistere. La sfida sta nel fatto che l’attore che lo interpreta deve comunicare allo spettatore un certo senso di compassione. E parlo di com-passione, che è un patire insieme, ossia il coraggio di dare a sé stessi i medesimi sentimenti dell’altro.»


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Si tratta del debutto di Liliana Cavani nel teatro di prosa, e già questo contribuisce a fare del nuovo allestimento del capolavoro di Eduardo De Filippo uno degli eventi più attesi della nuova stagione.

FILUMENA MARTURANO

“la più cara delle mie creature” La grande regista modenese, autrice di opere che fanno parte della storia del cinema e della televisione e che vanta un curriculum di assoluto prestigio anche nel campo delle produzioni liriche (ha girato il mondo la sua Traviata diretta da Riccardo Muti), ha scelto per la sua “prima” teatrale questa splendida commedia neorealista scritta da Eduardo nel 1946 che porta al pubblico il tema, scottante in quegli anni, dei diritti dei figli illegittimi. E' la storia di Filumena Marturano e Domenico Soriano: lei è caparbia, accorta, ostinata contro tutto e tutti nel perseguire la propria visione del mondo, con un passato di lotte e tristezze, decisa a difendere fino in fondo la vita e il destino dei suoi figli; è la nostra Madre Coraggio. Lui borghese,

figlio di un ricco pasticciere, “campatore”, amante e proprietario di cavalli da corsa, un po' fiaccato dagli anni che passano e dalla malinconia dei ricordi, è stretto in una morsa dalla donna che ora lo tiene in pugno e a cui si ribella con tutte le sue forze. «L'idea – raccontava Eduardo a Vittorio Buttafava – mi nacque alla lettura di una notizia: una donna, a Napoli, che conviveva con un uomo senza esserne la moglie, era riuscita a farsi sposare soltanto fingendosi moribonda. Questo era il fatterello piccante, ma minuscolo: da esso trassi la vicenda ben più vasta e patetica di Filumena, la più cara delle mie creature.» Nel ruolo di Filumena e Domenico due grandi protagonisti della scena italiana: Mariangela D'Abbraccio che

ha iniziato la sua carriera diretta da Eduardo nella compagnia di Luca De Filippo, e Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo che per lui nel '75 revocò il veto alle sue opere. La loro interpretazione, che nel luglio scorso in occasione del debutto ha entusiasmato il pubblico al “Festival dei due Mondi” di Spoleto, si pone nel solco di una tradizione che ha visto attrici ed attori di primissimo piano nel ruolo dei due protagonisti: ad iniziare dallo stesso Eduardo e dalla sorella Titina (1946) per arrivare nel 2010 alla versione televisiva dell'opera affidata a Mariangela Melato e Massimo Ranieri. Dalla Filumena di De Filippo è stato tratto anche il soggetto di “Matrimonio all'italiana”, film del 1964 diretto da Vittorio De Sica con Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

FILUMENA MARTURANO di Eduardo De Filippo regia di Liliana Cavani con Mariangela D'Abbraccio e Geppy Gleijeses produzione GITIESSE Artisti Riuniti

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TRENTO | Teatro Sociale • giovedì 8 dicembre 2016 - ore 20.30 • venerdì 9 dicembre 2016 - ore 20.30 • sabato 10 dicembre 2016 - ore 20.30 • domenica 11 dicembre 2016 - ore 16.00


I miti

femminili

CLAUDIA GERINI

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di

ph Fabio Lovino

Claudia Gerini è davvero quella che si usa definire “un'artista a tutto tondo”, che sa recitare, cantare, ballare e – lo vedremo in questo suo scoppiettante spettacolo – nasconde anche non comuni doti acrobatiche. Nella sua carriera di artista, infatti, non si è fatta mancare niente: nel cinema dove ha esordito al fianco di Carlo Verdone nel divertente Viaggi di nozze per arrivare all'intensa Passione di Cristo firmata Mel Gibson, e in televisione dove ha anche affiancato Pippo Baudo nella conduzione di un'edizione del Festival di Sanremo. Lo spettacolo – spiega l'attrice – è un insieme di storie intrecciate di cui sono stata protagonista nella mia vita, raccontate con personaggi biografici e alcuni di fantasia. Dalla vicina di casa senza età appassionata di arte e musica che mi ha ispirato, passando dall’evocazione di grandi personaggi e miti femminili quali Carmen Miranda, Frida Khalo, Marlene Dietrich e Monica Vitti, che hanno contribuito a fare di me l’attrice che sono.» In un vecchio palazzo di Roma vive Claudia, una bambina allegra e curiosa; nello stesso palazzo, al pianterreno, con le finestre che danno sul cortile, abita l'eccentrica signorina Maria, un’anziana che ama la musica e colleziona ricordi, ritratti e libri di donne famose che hanno cambiato la storia. Da sempre la signorina Maria e il suo appartamento sono l’attrazione segreta per tutti i bambini

del cortile, soprattutto per Claudia. Una sera, inaspettata, grazie ad una camomilla calda, Claudia riesce ad entrare nella casa della signorina Maria e finalmente a conoscerla. Da quella sera fra la signorina Maria e Claudia nasce un’amicizia unica e indissolubile; le camomille bevute insieme diventano un appuntamento quotidiano e, grazie ai racconti e alle storie della signorina Maria, Claudia conosce donne incredibili, artiste famose e complicate, cresce e diventa grande. Diventa a sua volta un’artista famosa e una mamma affettuosa, che porta con sé il desiderio di raccontare e trasmettere l’amore e la passione per la vita e per il mondo dello spettacolo, così come la signorina Maria ha fatto con lei. Claudia Gerini accompagna delicatamente il pubblico attraverso questo intenso viaggio di fantasia, passando da momenti esilaranti e canzoni e balletti inaspettati, ad altri momenti poetici e visionari. «'Storie di Claudia' – scrive Giampiero Solari nelle note di regia – è un insieme di racconti, da ascoltare, da vivere, in cui entrare in punta di piedi per poi emozionarsi, di cui ridere, immedesimandosi in quelli che non sono i ricordi di Claudia, ma quelli

STORIE DI CLAUDIA di Giampiero Solari, Claudia Gerini, Paola Galassi, Michela Andreozzi regia Giampiero Solari con Claudia Gerini produzione Compagnia ENFI Teatro - Artisti Riuniti

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TRENTO | Teatro Sociale • giovedì 15 dicembre 2016 - ore 20.30 • venerdì 16 dicembre 2016 - ore 20.30 • sabato 17 dicembre 2016 - ore 20.30 • domenica 18 dicembre 2016 - ore 16.00

ph Fabio Lovino

di una ragazza come poteva essere qualunque ragazza. […] E' tramite un giusto equilibrio di ironia e nostalgica memoria che si rivive quello che è stato il successo di donne che hanno fatto la storia, si ripensa la vita del nostro Paese negli ultimi quarant'anni e si viaggia, comodamente seduti in poltrona, in epoche e luoghi che non sono mai stati così vicini a noi. E ci si emoziona, pensando alla vita che trascorre e lascia il segno.»


14 Le Muse

LUCA ZINGARETTI

intreccia

due storie di amore e coraggio

Un testo enigmatico, costruito magnificamente dal drammaturgo Alexi Kaye Campbell, greco di Atene per nascita, statunitense per formazione culturale, londinese per residenza. The Pride racconta due storie che si svolgono in periodi di tempo lontani tra loro. Londra 1958. È una serata speciale. Sylvia, una ex attrice reduce da un esaurimento nervoso, sta lavorando alle illustrazioni del libro di Oliver, uno scrittore per ragazzi giramondo. Non vede l’ora di presentarlo al marito Philip e quella sera, finalmente, i tre usciranno a cena insieme. Londra 2015. È una serata da incubo. Oliver, un giornalista gay, ha appena rotto con Philip, un fotoreporter con il quale ha avuto una storia di due anni. Sylvia, amica di entrambi, cercherà di indagare i motivi per cui Oliver sta cercando di sabotare una relazione importante come quella che aveva con Philip. I due racconti procedono a scene alterne e sono interpretati dagli stessi attori che danno vita a personaggi che portano lo stesso nome. Luca Zingaretti è il doppio Philip, Valeria Milillo è per due volte Sylvia e Maurizio Lombardi si sdoppia nel ruolo di Oliver, mentre ad Alex Cendron sono affidate le parti di raccordo. A prima vista, le due storie sembrano del tutto estranee l'una dall'altra, a parte i nomi dei personaggi. Ma via via che ci si inoltra nelle due vicende, si scoprono echi, rimandi, problematiche che invece hanno molto in comune. The Pride esplora temi come il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono. Pone la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. Perché nella vita, tutti prima o poi, etero e gay, ci troviamo ad affrontare lo

stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente, cosa veramente vogliamo dalla vita e rispondere all’interrogativo se saremo capaci di raggiungerlo. Se saremo capaci di guardarci allo specchio ed essere almeno contenti di quello che vediamo. Philip, Oliver e Sylvia stanno lottando tutti per quella che sperano sarà una vita più facile. Luca Zingaretti, conosciuto e apprezzato dai più per la sua interpretazione televisiva del commissario Montalbano, si è formato alla scuola di Luca Ronconi e vanta un curriculum teatrale di livello, ma è anche regista capace di scelte coraggiose. «The Pride è un testo splendido, ma difficile e gli amici mi sconsigliavano di farlo – ha confessato a Candida Morvillo in un'intervista pubblicata da Io Donna – con due storie parallele e un argomento caldo per modo di dire, perché facciamo tutti i liberali, ma i pregiudizi sono ancora tanti. Mi attirava così tanto perché parla dell’identità, del coraggio di scoprire chi si è, di prenderne atto, e agire di conseguenza. Pochi di noi vivono la vita che si sono scelti e non parlo del fatto che uno voglia essere miliardario, ma di un interrogarsi che apparteneva a qualche generazione fa. Quando da ragazzo facevo politica, ci chiedevamo sempre se le nostre scelte fossero nostre o indotte da altro. Oggi i giovani vogliono solo uniformarsi alla massa, come se non ci fosse più un altrove.»

ph Daniele Romano

THE PRIDE di Alexi Kaye Campbell regia Luca Zingaretti con Luca Zingaretti produzione Zocotoco SRL

........................ TRENTO | Teatro Sociale • giovedì 12 gennaio 2017 - ore 20.30 • venerdì 13 gennaio 2017 - ore 20.30 • sabato 14 gennaio 2017 - ore 20.30 • domenica 15 gennaio 2017 - ore 16.00


Le Muse 15 ph Botticelli

Avaro di CHITI e BENVENUTI L’

classico e moderno

Amaro e irresistibilmente comico, L'Avaro di Moliere è un’opera di bruciante modernità. Una commedia che riesce a essere un classico immortale e nello stesso tempo a raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni. La storia è in scena da quando esiste il teatro, in quanto Moliere ha trovato l'archetipo dell'avaro nei grandi classici, da Aristofane a Plauto, e il personaggio ha poi continuato a vivere (con Pantalone) anche in Goldoni. Arpagone, ricco ma avaro, ha una servitù numerosa e un intendente, Valerio, innamorato di sua figlia Elisa. Esercita l'usura e, sempre timoroso di essere derubato dei ricchi proventi, sotterra in giardino il baule contenente il denaro. Combina di dare in moglie la figlia al vecchio Anselmo e nega ogni sostegno all'altro al figlio, Cleante, che per fare un regalo alla ragazza che ama, Marianna, è costretto a ricorrere ai servizi di un mediatore che gli procura il contatto per ottenere un prestito a usura. Ma ecco che, al momento della consegna del denaro, padre e figlio si vengono a trovare inaspetdi Moliere tatamente l'uno di fronte aladattamento e regia Ugo Chiti l'altro! Nel frattempo la cascon Alessandro Benvenuti setta contenete il tesoro viene produzione Arca Azzurra Teatro dissotterrata e rubata e Arpagone, dopo aver espresso la TRENTO | Teatro Sociale sua disperazione in un mo• giovedì 26 gennaio 2017 - ore 20.30 nologo entrato nella storia del • venerdì 27 gennaio 2017 - ore 20.30 teatro, si mette alla ricerca del • sabato 28 gennaio 2017 - ore 20.30 ladro. Una serie divertente di • domenica 29 gennaio 2017 - ore 16.00

Aggiungiamo al testo originale seicentesco l’adattamento sempre rispettoso e spesso illuminante di Ugo Chiti e la grande cifra attoriale di Alessandro Benvenuti e abbiamo il quadro di un allestimento dal quale è lecito attendesi davvero molto. Anche perché a metterci il “marchio di fabbrica” è Arca Azzurra Teatro che, fin dall'inizio degli anni Ottanta, è impegnata in produzioni nel segno esclusivo della drammaturgia italiana contemporanea, in un ininterrotto sodalizio con Ugo Chiti, vero e proprio "poeta di compagnia", e con significative aperture al lavoro di drammaturghi, attori e registi di primo piano del panorama teatrale nazionale.

L’AVARO

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equivoci ci porta all'immancabile lieto fine con il matrimonio fra Cleante e Marianna. Alessandro Benvenuti ritorna in cartellone a Trento come attore dopo avervi interpretato nel 2003, sempre con Arca Azzurra Teatro, Nero Cardinale, un testo di Chiti sul declino della dinastia fiorentina de Medici. Nato artisticamente nel mondo del cabaret, ha fatto parte con Athina Cenci e Francesco Nuti del gruppo dei Giancattivi. Ha iniziato la collaborazione con Ugo Chiti nel film Ad ovest di Paperino ed è stato il protagonista del fortunato spettacolo teatrale Benvenuti in casa Gori, dal quale è stato poi tratto l'omonimo film con Ilaria Occhini e Massimo Ceccherini. E' invece recente il successo televisivo de I delitti del BarLume, il serial che lo ha visto al fianco di Filippo Timi nella parte di Emo.


16 Le Muse

PINO MICOL

offre al pubblico un caffè Firenze, Napoli, Venezia e il suo Carnevale. Su questa direttrice di ricerca artistica Maurizio Scaparro costruisce questo suo nuovo lavoro su Carlo Goldoni, La bottega del caffè con Pino Micol e Vittorio Viviani. Datata 1750, è una commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani. E' scritta in lingua toscana in quanto Goldoni, all’epoca, puntava alla massima diffusione delle sue opere e il veneziano, e di lì a poco anche Venezia, iniziavano a stargli stretti. In questo allestimento Maurizio Scaparro segue rigorosamente i canoni goldoniani, in un perfetto equilibrio fra la parola e l’azione scenica, impreziosito dalle musiche originali del premio Oscar Nicola Piovani. L’azione si avvia alle prime luci dell’alba di un mite mattino invernale, per concludersi quando scende la notte. Il caffettiere Ridolfo si sta prendendo a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da qualche tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo. Lì Eugenio ha subito perdite ingenti giocando a carte con Flaminio, un giovane torinese che si spaccia per nobile. La moglie di Eugenio, Vittoria, cerca invano di far ravvedere il marito. Allo stesso scopo è giunta a Venezia da Torino la moglie di Flaminio, Placida, che, travestita da pellegrina, ignora la nuova identità assunta dal marito ed è esposta alle insidie tessute da Don Marzio. Quest’ultimo è un nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due mogli di ricondurre sulla retta via Eugenio e Flaminio. «Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi 'La bottega del caffè' – scrive Scaparro nelle note di regia – il primo credo sia il piacere e il desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale, durante il quale la commedia si svolge, dalle prime luci dell’alba a quando scende la notte. Perché qui Goldoni, che scrive

goldoniano ph Filippo Manzini

la commedia in lingua italiana, sembra prendere le distanze, prima dei suoi addii, dalla visone “magica” della Serenissima, per descrivere nella sua Bottega del caffè una Venezia che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni di una progressiva mercificazione della città, delle sue bellezze e dei suoi carnevali.» Questa nuova edizione dello spettacolo, che ha avuto il patrocinio di Expo Milano 2015, riporterà in scena a Trento un attore molto amato dal pubblico regionale. Pino Micol, che sarà interprete del ruolo di Don Marzio, è stato infatti dal 1970 al 1975

primo attore del Teatro Stabile di Bolzano negli anni in cui l'Ente teatrale altoatesino era diretto da Maurizio Scaparro, assistito nelle regie da un giovanissimo Marco Bernardi.

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ di Carlo Goldoni regia Maurizio Scaparro con Pino Micol e Vittorio Viviani musiche Nicola Piovani produzione Teatro della Toscana Teatro Nazionale

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TRENTO | Teatro Sociale • giovedì 9 febbraio 2017 - ore 20.30 • venerdì 10 febbraio 2017 - ore 20.30 • sabato 11 febbraio 2017 - ore 20.30 • domenica 12 febbraio 2017 - ore 16.00


Le Muse 17

GABRIELE è L'uomo LAVIA dal

fiore

in bocca

E' il testo più breve di tutta l’opera di Pirandello. Forse l’opera più folgorante. Un capolavoro. E' un colloquio fra un uomo che sa di essere condannato a morire fra breve, e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata, e un signore qualsiasi, che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte. L’uomo dal fiore in bocca è un atto unico che Luigi Pirandello trasse da una novella scritta anni prima e intitolata La morte addosso, rappresentato per la prima volta nella versione teatrale il 24 febbraio 1922 al Teatro Manzoni. Quando al venerdì sera andrà in scena al Sociale di Trento saranno dunque passati esattamente 94 anni dalla “prima” milanese dell'opera. Gabriele Lavia continua con questo nuovo allestimento il suo studio pirandelliano di questi ultimi anni e ora L’uomo dal fiore in bocca diventa uno spettacolo vero e proprio. «Il breve “atto unico” – spiega l'attore e regista – è stato interpolato con “pezzi” di novelle che affrontano il tema (fatale per Pirandello) del rapporto tormentato tra marito e moglie che viene visto col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi. Così questa “donna che passa da lontano” e che forse è il simbolo - lei - di quella “morte” che l’uomo si porta appresso “come un’ombra”, diviene in questa “drammaturgia” la protagonista invisibile dei “guai” grandi e piccoli, ma pur sempre “inguaribili” dei due protagonisti. Ma può l’ uomo rinunciare alla donna? No. L’uomo non può proprio fare a meno della donna. La sua malattia mortale.»

Si sente un tuono, si apre il sipario, piove. C'è la sala d'aspetto di una stazione con un orologio che non ha le lancette. E c'è un signore pieno di pacchi che perde il suo treno. Da lì comincia una storia strana, dove il tempo è sospeso.

«L'uomo dal fiore in bocca – spiega Gabriele Lavia – racconta l'incontro fra due uomini che hanno un concetto del tempo molto diverso. Uno vive la commedia della vita, in un tempo lineare. Ha delle scadenze, è pieno di pacchi e pacchettini, più carico di un somaro. E c'è un uomo senza pacchetti che vive il tempo circolare. Quel tempo che parte dalla morte e riporta alla morte: ed è un tempo eterno.» Un uomo un po’ strano (Gabriele i fili per me. Quanti fili saranno, Lavia), il pacifico avventore di un tanti giorni ancora io vivrò. Ma lo caffè (Michele Demaria) e una donna scelga bello grosso, mi raccomanche, come un’ombra, passa in lontado.» nanza. Sono i tre protagonisti di questo breve ma intenso testo pirandelliano che parte in forma di dialogo ma che, nello sviluppo della stesura scenica, si trasforma in un di Luigi Pirandello quasi-monologo. regia Gabriele Lavia Un uomo che ascolta ed con Gabriele Lavia uno che si sfoga e racconta. produzione Teatro della Toscana Teatro Nazionale E che affida a questo suo sconosciuto confidente la sua ultima, esile speranza TRENTO | Teatro Sociale di vita: «E mi faccia un pia• giovedì 23 febbraio 2017 - ore 20.30 cere, domattina, quando ar• venerdì 24 febbraio 2017 - ore 20.30 riverà … Il primo cespuglietto • sabato 25 febbraio 2017 - ore 20.30 d'erba su la proda. Ne conti • domenica 26 febbraio 2017 - ore 16.00

L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA

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18 Le Muse

interpretazione di UMBERTO

Il “teatro di

ORSINI e MASSIMO POPOLIZIO

Una commedia costruita per quattro caratteri che rappresentano lo spaccato di una società che non è solo americana, ma nella quale ognuno di noi, oggi più che mai, può riconoscersi e perciò interrogarsi. Un dialogo a volte divertente e caustico, a volte drammatico. Arthur Miller affronta ne Il Prezzo il tema della conoscenza. Una conoscenza non metafisica, ma tutta terrena e umana. La nostra vita, il nostro passato, analizzati nel presente ci appaiono talvolta come un sogno o una storia che qualcuno ci ha raccontato, dove la distinzione fra realtà e irrealtà è quasi impossibile. Ma qual è "il prezzo"? È quello che ognuno di noi paga per vivere. Due fratelli, di famiglia agiata, dopo il crollo finanziario del 1929, hanno assunto due posizioni completamente antitetiche. Victor ha abbandonato gli studi nei quali brillava e si è arruolato in polizia per poter mantenere il padre caduto in miseria. Walter invece, sottraendosi alle responsabilità familiari, ha proseguito gli studi ed è diventato un grande chirurgo. «In questa commedia – spiega Massimo Popolizio nelle note di regia

– tutto ha un prezzo: le scelte, i ricordi, gli errori, le vittorie e le sconfitte. Ma quello che mi ha colpito di più in questo lavoro così ben strutturato nella sua alternanza di momenti divertenti e di momenti drammatici è stata la consistenza e lo spessore dei quattro personaggi che animano la storia.» Victor, il poliziotto (Massimo Popolizio) a sedici anni dalla morte del padre deve vendere, in quanto l'edificio sta per essere abbattuto, tutti i mobili accumulati dal genitore che per anni si era isolato in un appartamento in cui questi oggetti erano accatastati. Sua moglie Esther (Alvia Reale) ha problemi di alcol e di depressione, mentre il fratello Walter (Elia Schilton) ha fatto un percorso di successo perché ha saputo allontanarsi dalle conseguenze della crisi. I due fratelli non hanno contatti da più di dieci anni, e Walter ricompare sulla scena proprio in occasione di questa vendita. C'è infine un quarto personaggio, un venditore di mobili usati (Umberto Orsini), che dovrà stabilirne il prezzo. Lo spettacolo – grande successo di pubblico e critica della stagione di Arthur Miller 2015/2016 – porta sulla scena regia Massimo Popolizio personaggi tondi, vivi, vulnecon Umberto Orsini e Massimo Popolizio rabili, che grazie alla sublime produzione Compagnia Umberto Orsini scrittura di Miller ci trascinano in un mondo dove l'ironia livida, i dubbi, la TRENTO – Teatro Sociale cattiveria e l'incertezza riem• giovedì 9 marzo 2017 - ore 20.30 piono lo spazio scenico che, • venerdì 10 marzo 2017 - ore 20.30 nella sua immobilità, si pre• sabato 11 marzo 2017 - ore 20.30 senta come un ring dove lo • domenica 12 marzo 2017 - ore 16.00

IL PREZZO

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ph Filippo Milani

scontro avviene attraverso un intreccio di parole che rimbalzano da un lato all'altro e tolgono il respiro. «Grazie anche ad uno sforzo produttivo raramente riscontrabile nel teatro privato – scrive Massimo Popolizio – ho potuto collaborare con i migliori artisti e professionisti del settore. Soprattutto ho avuto occasione di stare in scena con i colleghi che amo e di ripetere con Umberto quel sodalizio che ci ha legati per anni. E' stata un'esperienza felice dirigerli perché essi parlano un linguaggio che ben conosco: quello del teatro di interpretazione.»


Le Muse 19

Con questo nuovo, moderno allestimento firmato da Andrea Baracco, la Compagnia Mauri - Sturno ritorna a mettere in scena il capolavoro di Sofocle, per analizzare più compiutamente il mito immortale di Edipo, il sovrano amato e stimato da tutti, coinvolto in situazioni immorali al di là della sua volontà.

Con GLAUCO MAURI e ROBERTO STURNO rivive sulla scena il mito di Tragedia del riconoscimento e del rovesciamento, Edipo re (la cui prima rappresentazione si colloca tra il 430 e il 420 avanti Cristo) è ambientata nella città di Tebe, ammorbata da una grave pestilenza. Il popolo implora l'aiuto del re ed Edipo riferisce di aver inviato Creonte, fratello della moglie Giocasta, a consultare nel merito l'Oracolo di Delfo. Quando questi sopraggiunge con la risposta, apprende che la peste si protrarrà fino a quando resteranno impuniti gli uccisori di Laio, che lo aveva preceduto sul trono. Il re scaglia terribili maledizioni contro costoro e consulta l'indovino Tiresia che gli riferisce una terribile verità: Edipo scopre così di essere stato egli stesso ad uccidere Laio, inconsapevole che quel vecchio con il quale aveva avuto un alterco durante un viaggio alla volta della Beozia, era in realtà il re di Tebe, il suo vero padre che non aveva mai conosciuto e che Giocasta, la vedova

EDIPO RE di Sofocle regia Andrea Baracco con Glauco Mauri e Roberto Sturno produzione Compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno

Edipo

di Laio che ha sposato, è sua madre. Sopraffatta dalla tremenda verità, la donna si toglie la vita ed Edipo, per punirsi dell'involontario parricidio, si acceca e si condanna all'esilio. Edipo è solo contro il destino e l’ansia della verità lo guida verso l’autodistruzione, facendogli scoprire l’altra faccia di se stesso. Edipo omicida, che porta la peste, è l’ombra dell’Edipo che elargisce il bene. Assalito dal sospetto e dalla paura, egli ripercorre la trama delle vicende che lo hanno reso assassino. Scava nel suo passato per potersi salvare, per liberarsi dalla colpa che porta su di sé e dalla responsabilità dell’errore commesso. Scava nel suo passato quando gli altri, intorno a lui, sembrano già conoscere ogni cosa. Alla fine del suo lungo cammino Edipo comprende se stesso, la luce e le tenebre che sono dentro di lui, ma afferma anche il diritto alla li-

bera responsabilità del suo agire. Edipo è pronto ad accettare tutto quello che deve accadere ed è pronto a essere distrutto purché sia fatta luce. Solo nell’interrogarci comincia la dignità di essere uomini. E’ questo che Sofocle con la sua opera immortale dice a tutti noi. A dirigere Glauco Mauri e Roberto Sturno – una coppia di attori che dall'inizio degli anni Ottanta ad oggi sta regalando al pubblico italiano e non solo pagine di grande teatro – sarà Andrea Baracco, che sa misurarsi nella regia di autori classici con un approccio moderno, in parte ispirato a Nekrosius. Il suo ultimo spettacolo, Giulio Cesare di William Shakespeare, è stato invitato a rappresentare l’Italia al Globe Theatre di Londra per le celebrazioni dell’anno shakesperiano; lo spettacolo è risultato, inoltre, vincitore del Festival Internazionale del Teatro Classico di Almagro in Spagna.

........................ TRENTO | Teatro Sociale • giovedì 23 marzo 2017 - ore 20.30 • venerdì 24 marzo 2017 - ore 20.30 • sabato 25 marzo 2017 - ore 20.30 • domenica 26 marzo 2017 - ore 16.00


20 Le Muse

La poesia di

ALDA MERINI

nel dramma della follia

Un commovente testo di Claudio Fava per raccontare l’appassionante storia d’amore tra Alda Merini, donna complessa dal carattere malinconico, e un giovane, paziente anche lui dell’ospedale psichiatrico in cui la grande poetessa era ricoverata. A dare voce e volto alla “poetessa dei Navigli” e ai suoi versi emozionanti è Anna Foglietta che, affiancata da un folto e affiatato gruppo di attori, si cala con intensità nei panni della giovane, in profondo conflitto con un mondo che non la comprende e di cui non accetta le etichettature. La sapiente regia di Alessandro Gassmann fa di questo intenso testo sul tema del disagio mentale un grande spettacolo. «Si va in manicomio per imparare a morire», scriveva la Merini in uno dei suoi aforismi più famosi. E invece Alda amava la vita e amava l’amore. Questo intenso atto unico di Claudio Fava, vuole essere un omaggio alla figura di una donna dalla straordinaria parabola artistica e umana, ai suoi versi dalla forte componente mistica. Ma il testo è altresì una denuncia civile contro i trattamenti subiti da chi, proprio come Alda Merini, ha

conosciuto la discesa agli inferi nei manicomi prima della Riforma Basaglia del 1978. «Conoscevo Claudio Fava, la sua storia, la sua sensibilità, il suo impegno politico e sociale – racconta Alessandro Gassmann – e conoscevo Alda Merini e la drammaticità della sua esistenza; anch’io, come tanti, mi sono emozionato e commosso nel sentirla leggere i suoi appassionati versi. Dopo aver letto il testo di Claudio, ritratto giovanile, intimo e struggente della grande poetessa, ho avvertito immediatamente la necessità, direi l’urgenza, di metterlo in scena.» Il testo si sviluppa all’interno di un ospedale psichiatrico e ripercorre la drammatica esperienza della poetessa. Erano gli anni in cui la parola “depressione” non si conosceva e chi soffriva di questa malattia veniva definito pazzo. Erano anche gli anni in cui negli

ospedali psichiatrici si praticavano l’elettroshock e i bagni nell’acqua gelata. È in questa particolare dimensione alienante che la protagonista si trova a condividere le giornate con le altre malate alle quali offre spontaneamente i suoi versi, ma soprattutto è il luogo dove nasce un’appassionante storia d’amore fra lei e un giovane paziente. La drammaturgia di Claudio Fava scorre senza interruzione, sonda gli abissi della mente di Alda Merini, il suo rapporto con i compagni di degenza, la nostalgia per la famiglia e le figlie, rivela il suo senso profondo della maternità, la sua fede religiosa, la capacità di resistere alla cattività forzata del manicomio, l’aspirazione profonda alla libertà del corpo e della mente. La pazza della porta accanto è uno spettacolo emozionante, che vuole rivolgersi soprattutto ai giovani e a tutti coloro che, oggi più che mai, hanno un forte desiderio di poesia.

LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO di Claudio Fava regia Alessandro Gassmann con Anna Foglietta produzione Teatro Stabile dell'Umbria Teatro Stabile di Catania

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TRENTO | Teatro Sociale mercoledì 11 gennaio 2017, ore 20.30


Le Muse 21

BABILONIA TEATRI

Definirlo “storico” non è esagerato: è, infatti, lo spettacolo che nel 2007 ha presentato alla ribalta nazionale e internazionale Valeria Raimondi, Enrico Castellani e la loro compagnia “Babilonia Teatri”.

racconta il Nord Est “prima della crisi” Crudo e sconvolgente, Made in Italy mette in scena attraverso una lunga invettiva i luoghi comuni del mito del Nord Est italiano pre-crisi. Ma non racconta una storia. Affronta in modo ironico, caustico e dissacrante le contraddizioni del nostro tempo. Lo spettacolo procede per accumulo. Fotografa, condensa e fagocita quello che ci circonda: i continui messaggi che ci arrivano, il bisogno di catalogare, sistemare, ordinare tutto. Procede per accostamenti, intersezioni, spostamenti di senso. Le scene non iniziano e non finiscono. Vengono continuamente interrotte. Morsicate. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli attori non recitano. La musica è sempre presente e detta la logica con cui le cose accadono. Come in un video-clip. Made in Italy è un groviglio di parole. È un groviglio di tubi luminosi. È un groviglio di icone. Made in Italy, che già al suo primo apparire sulle scene aveva catturato l'attenzione degli addetti ai lavori, è stato il punto di partenza per la nascita di quel teatro carico di input e di immagini, sovrabbondante di suggestioni ma privo di soluzioni, che “Babilonia” sintetizza in quello che può essere definito il suo “manifesto”: «Per un teatro pop. Per un teatro rock. Per un teatro punk.» Un percorso che ha portato la Biennale di Venezia ad assegnare quest'anno alla Compagnia il “Leone d'argento” per l'innovazione teatrale «per l'eccellenza della ricerca drammaturgica verso nuovi percorsi scenici.» Ma, come detto, già dieci anni fa il Made in Italy di Castellani e Raimondi aveva fatto breccia nel

giudizio dei critici che assegnarono a questo allestimento il Premio Scenario motivando in questo modo la loro scelta: «Il Nord Est italiano ritratto come fabbrica di pregiudizi, volgarità e ipocrisia; straordinario produttore di luoghi comuni sciorinati come litanie, e di modelli famigliari ispirati al presepe ma pervasi da idoli mediatici, intolleranza, fanatismo. Il made in Italy è un prodotto dozzinale e tragicamente umoristico, raccontato in uno spettacolo apprezzabile per compiutezza, in cui la comicità non è ottenuta dal meccanismo televisivo della barzelletta, ma dalla durata dell'elenco e dalle impercettibili ma fortissime variazioni, grazie a una sensibilità per le virtù e le potenzialità della parola che si fa maestria nel contrappunto musicale. Strutture verbali semplici ma efficacissime fanno sbottare il riso e la percezione del non senso, in un lavoro che coniuga sapientemente stilizzazione interpretativa e parossismo gestuale. Con un ritratto spietato delle “sacrosante” manifestazioni del tifo calcistico e delle telecronache enfatiche e patriottarde, normalmente rese impercettibili dalla generale assuefazione. Un lavoro dove si infrangono con sagacia e leggerezza tabù e divieti, per rilanciare anche il teatro oltre gli schemi e i conformismi.»

MADE IN ITALY di e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani produzione Babilonia Teatri Operaestate Festival Veneto

........................ TRENTO – Teatro Sociale venerdì 17 febbraio 2017 - ore 20.30

ph Marco Caselli Nirmal


22 Le Muse

Solo per

AMORE, fino all'ultimo giorno

Con uno spettacolo intimo e delizioso, di alta qualità drammaturgica e interpretativa, arriva finalmente anche a Trento l’affiatata coppia teatrale formata dal drammaturgo Spiro Scimone e dal regista Francesco Sframeli, entrambi anche attori. Con Amore, uno spettacolo che nel corso della passata stagione ha riscosso consensi unanimi da pubblico e critica, la Compagnia prosegue il proprio percorso drammaturgico ai bordi dell'umanità, all'interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”. Sono in scena due coppie: la prima è formata da un vecchietto e una vecchietta (Spiro Scimone e Giulia Weber), l'altra da due anziani pompieri (Francesco Sframeli e Gianluca Casale). Quattro figure che si muovono tra le tombe. La scena è, infatti, un cimitero. «Queste due coppie sono vicine alla morte – afferma Spiro Scimone – ma con leggerezza infantile parlano di quello che hanno provato da giovani e di ciò che forse non è ancora perduto. Alla fine di tutto, il senso della vita si può trovare solo nell'amore.» La coppia dei due vecchietti viene da un lungo percorso matrimoniale trascorso assieme, si abbandona a qualche tenerezza e alle attenzioni reciproche del quotidiano; i due pompieri hanno vissuto invece i sentimenti nascosti di una passione a lungo negata. Il tempo è sospeso,

forse stanno vivendo l'ultimo giorno della loro vita. Dialoghi quotidiani e surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la verità e la tragedia del quotidiano. Perché l'amore è una condizione estrema e, forse, eterna. «La situazione strana – commenta su la Repubblica Anna Bandettini – i dialoghi trattati a una sorta di sottile quinsemplici, i silenzi, l'ironia, la gestuatessenza. […] La scrittura di Scimone, lità naturale degli attori, la dizione stralunata, ripetitiva, sembra fatta libera della recitazione, compongono curiosamente di pochi elementi, gradualmente quel quadro di oscilsempre gli stessi, che ricorrono oslazioni, reticenze, attenzioni, verità, sessivamente, ma che bastano a tristezze del quotidiano e impagabile evocare un'infinita gamma di sfudolcezza che si chiama amore. Dura mature. […] Per quanto riguarda la cinquanta minuti, scarno ma ricco messinscena, come al solito tutte le su tanti piani. Un gioiello fatto di sue componenti convergono a svinulla, da non perdere.» luppare un unico tono sospeso, viConcorda nel giudizio positivo sionario e surreale e la regia di Sfrasullo spettacolo anche Renato Pameli sembra lieve e giocosa, ma sa lazzi che su Il Sole 24 Ore scrive: graffiare in profondità.» «Lo spettacolo è un autentico gioiello. Non dura molto, una cinquantina di minuti al massimo, ma appare di Spiro Scimone come il regia Francesco Sframeli punto d'arcon Francesco Sframeli rivo di un e Spiro Scimone processo di produzione Compagnia Scimone Sframeli decantazioTeatre Garonne Toulouse ne, di un prosciugamento meTRENTO | Teatro Sociale taforico che martedì 14 marzo 2017 - ore 20.30 tende a ridurre i temi

AMORE

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Le Muse 23

UNA MADRE E UN FIGLIO

ai tempi della società delle immagini

Lo soffia il cielo (Un atto d’amore) è una drammaturgia nata a Trento in occasione del Premio di regia “Festival Fantasio 2015” del quale il giovane regista milanese Stefano Cordella è risultato vincitore. Lo spettacolo prende vita da 'Le cose sottili dell'aria' e 'Angelo della gravità', due testi di Massimo Sgorbani, uno dei drammaturghi più interessanti del panorama contemporaneo. Dall’incontro di Cordella con i due testi dello scrittore – vincitore nel 2003 del Premio Riccione e nel 2008 del Premio Franco Enriquez – è partita una ricerca drammaturgica e poetica che si avvicina all’immaginario di Sgorbani, fatto di un'umanità dolente e disturbata, eppure disperatamente affamata di vita autentica nelle molte possibili derive della diversità. In questo adattamento drammaturgico i protagonisti del testo sono, infatti, una madre e un figlio ai tempi della società dei consumi e delle immagini. Lei chiusa in casa e teledipendente, lui considerato “strano” e con grosse difficoltà relazionali, soprattutto con le donne. Entrambi si creano il proprio mondo per sopravvivere in una società totalmente alienata in cui gli affetti sono condizionati dall'invasione mediatica e la comunicazione viene totalmente filtrata. I due personaggi sfogano le proprie frustrazioni attraverso due monologhi intrecciati, dialoganti e interconnessi tra loro, nei quali ven-

gono svelate le drammatiche conseguenze del bisogno d'amore del figlio, vittima anche di un lento e inesorabile “distacco” della madre che guarda al passato con rabbia e disincanto. Lo spettacolo vuole essere uno specchio della condizione attuale di molte famiglie sempre più chiuse nel proprio guscio, escluse da una società ancora spaventata dalle diversità, che giudica secondo modelli imposti da media e social network. Il rischio, come accade ai nostri protagonisti, è quello di finire in un circolo perverso apparentemente senza via d'uscita, che spesso sfocia in tragici atti di violenza. Sgorbani utilizza un linguaggio crudo ma altamente poetico, passando continuamente dal sacro al profano: questo permette di affezionarsi ai personaggi nonostante i loro atti d'amore siano spesso estremi e violenti. Madre e figlio chiedono di essere guardati, considerati anche solo per un attimo da una società che li ha messi da parte, e nella loro

disperazione tragicomica diventano prepotentemente simbolo della universale necessità di essere amati. In questo spettacolo Stefano Cordella, che con il suo adattamento di Zio Vania di Cechov ha vinto l'edizione 2015 del Premio Great, dirige Francesco Errico che ha collaborato con lui nello spettacolo vincitore di “Fantasio” segnalandosi come miglior attore, e Cinzia Spanò, già vincitrice di un premio Hystrio e nominata ai premi Ubu per il teatro.

LO SOFFIA IL CIELO di Massimo Sgorbani drammaturgia e regia Stefano Cordella con Cinzia Spanò e Francesco Errico produzione TrentoSpettacoli Compagnia Oyes

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24 Le Muse

ROMEO CASTELLUCCI ph Peggy Jarrell Kaplan

riflette su politica e democrazia

Romeo Castellucci ha ideato questo spettacolo, che arriverà a Trento dopo aver debuttato al Festival internazionale di Anversa, ispirandosi all'opera omonima di Alexis de Tocqueville, filosofo, sociologo e giurista francese della prima metà dell'Ottocento.

«Il lavoro che sto pensando – riferisce Romeo Castellucci – è composto di una serie d’immagini eterogenee, solo apparentemente unite dal tema che, per differenza, le ispira: la democrazia della razza umana. Va subito detto, però, che lo spettacolo non vuole essere una riflessione sulla politica quanto, semmai, una sua conclusione. Fine della politica.» Drammaturgo e regista (ma si occupa anche di scene, luci e costumi), Castellucci propone un teatro “a percezione integrale”, ricco di visioni e fondato sulla totalità delle arti; comprensibile quindi come possono esserlo la musica, la scultura, la pittura o l'architettura. Un linguaggio teatrale che, in oltre trent'anni, gli ha consentito di essere conosciuto e apprezzato in tutto il mondo e di mettere in scena i suoi lavori in più di cinquanta nazioni. Il titolo dello spettacolo in scena a Trento fa riferimento al libro del 1835 di Alexis de Tocqueville dove, attraverso gli occhi di un giovanissimo europeo, si guarda con stupore alla democrazia americana, la prima che per vastità e radicalità veniva edificata in epoca moderna e che si era potuta costituire grazie a quel fenomeno che Tocqueville individuava come Puritan Foundation: l’apporto delle comunità puritane nel gettare le basi di una fattiva uguaglianza di stampo evangelico tra gli esseri umani. «Il vero argomento di Tocqueville, però – spiega il drammaturgo e regista – non era l’America, bensì la democrazia stessa, scandagliata

minuziosamente con acribia anatomica. Era di fondamentale importanza indagare la fibra della democrazia americana perché sarebbe potuta diventare un possibile modello di quella francese. L’acume critico di Tocqueville lo porterà a cogliere anche gli aspetti inaccettabili della “tirannia” democratica, là dove questa, a nome della maggioranza, alienava l’individuo e ne limitava le libertà fondamentali.» Per la prima volta un europeo distoglie lo sguardo dal modello di Atene. Dalla moderna democrazia veniva espunta l’esperienza della Tragedia come forma di coscienza e conoscenza politica dell’essere. Il grande laboratorio artificiale della negligenza dell’essere - la Tragedia - era stato archiviato per sempre. Questo spettacolo, che si volge direttamente al nostro mondo – spiega Castellucci – non è politico, è polemico. Questo spettacolo celebra - lo dico - la nostalgia del tempo che precede la Nascita della Tragedia (che per definizione non è conoscibile). Celebra ciò che non è mai stato celebrato: la fine del sacrificio, del culto, della religione; senza che si sia ancora ricevuta la luce del teatro e della parola del poeta. Questo spettacolo vuole vedere ciò che viene prima della politica e che consiste nell’attimo flagrante in cui gli dei non sono più presenti, ma non ancora del tutto morti; in quell’attimo d’indeterminazione e di stallo in cui i piedi nudi calpestano ancora le ceneri tiepide della Festa, ma non vedono ancora l’inizio della Tragedia.»

LA DEMOCRAZIA IN AMERICA di Romeo Castellucci ispirato all’opera di Alexis de Tocqueville produzione Societas Raffaello Sanzio

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TRENTO | Teatro Sociale martedì 16 maggio 2017 - ore 20.30


Le Muse 25

Il diario intimo di

ph Giovanni Chiarot

RICCI/FORTE PIER per PAOLO PASOLINI Un appuntamento artistico che per ricci/forte rappresenta, in questo attuale “medioevo culturale”, un impegno inderogabile.

Si aprirà con questo nuovo spettacolo, che rende omaggio all'opera letteraria di Pier Paolo Pasolini, la rassegna teatrale “Altre Tendenze” che, su iniziativa del CSC si affianca alla Stagione organizzata allo Zandonai dal Comune di Rovereto, arricchendo in modo significativo l'offerta teatrale della Città della Quercia. Sarà sulla scena il performing arts ensemble ricci/forte, compagnia che fa riferimento agli autori e registi Gianni Forte e Stefano Ricci. Autentico “fenomeno teatrale” di questi anni in Italia e non solo ( i loro spettacoli sono conosciuti anche in Spagna, Belgio, Francia e Russia), portano in scena spettacoli culturalmente vivi, che sono – come scrive su Repubblica Anna Bandettini – «espressione di una realtà umana che stenta a raccontarsi ma ne ha un bisogno tremendo e dunque getta la maschera col gusto dell'eccesso e un teatro contagioso come la peste, […] in un misto di cultura pop e sogni alla Werther, narcisismo e generosità, compiacimenti e verità in cui, alla fine, ci rispecchiamo un po' tutti.» Lo spettacolo in scena a Rovereto prende lo spunto dai romanzi di Pier Paolo Pasolini, che gli autori della drammaturgia definiscono «Un ter-

reno civile disseminato da andirivieni, spiazzamenti continui, cadute e riprese tematiche, la discussione di un lavoro che trova l’unità nel suo farsi, nei risentimenti di un IO spavaldo e insieme turbato.» Uno sguardo non lineare, privo di fiction letteraria, attraverso la composizione di un cast internazionale di performer prova a restituire il bisogno di etica che Pasolini denunciava da quelle pagine. «Ed è proprio in questo 'non finito' michelangiolesco – scrivono nelle note di regia – che sta il cuore di un tempo, il nostro, così turbato e letargico, pronto a cambiare direzione in un panorama privo di ideali. Lingue e nazionalità differenti, saranno il collante per questa frammentarietà, questo conteggio delle macerie, ma soprattutto condivisione autentica sulle istanze che muovono le nuove generazioni europee, impantanate in questo vischioso apparente benessere propinato da uno Stato confuso. PPP – Ultimo inventario prima di liquidazione porta in scena uno smascheramento della società attraverso lo sguardo visionario e critico di un ensemble che da sempre si interroga sulle metamorfosi del Presente. «E’ precisamente l’essenza parziale,

tronca, delle opere letterarie di Pasolini – concludono gli autori dello spettacolo – ad attrarre per il suo spirito profetico. Una scrittura allucinata per combattere l’edonismo imperante; un disordine che racconta la voglia di vita; l’esplosione del bisogno di valori, nascosti sotto la frantumazione della morale; la tensione kantiana dei dettagli di un corpo che si fa simbolo universale.» Un allestimento scenico di folgorante bellezza, che il critico Rodolfo di Giammarco su la Repubblica ha definito «Opera di estrema importanza sociale, poema di copiosi linguaggi letterari e artistici e spettacolo di rara coscienza intima.»

PPP – Ultimo inventario prima di liquidazione (dedicato a Pier Paolo Pasolini) drammaturgia ricci/forte regia Stefano Ricci produzione ricci/forte

........................ ROVERETO – AUDITORIUM MELOTTI sabato 3 dicembre 2016 - ore 21.00


26 Le Muse

EMMA DANTE

porta in scena uno “spogliarello dell'anima”

E' uno spogliarello dell’anima. Così Emma Dante definisce questo suo nuovo allestimento del quale ha realizzato la drammaturgia e cura anche la regia, le scene e i costumi.

La storia parla di Pietro, un ragazzo della provincia meridionale. «E' nato femmina ai piedi del Vesuvio – spiega Emma Dante – parla in falsetto, ha un corpo sbagliato e un animo passionale, influenzato dal vulcano. Chi nasce sotto un vulcano è dedito all’amore, sa offrirsi, come se la natura esplodesse di vita.» Pietro vive coi genitori, è figlio unico, il padre l’ha messo a lavorare in una pompa di benzina, s’innamora infelicemente un sacco di volte. L’ unica sua libertà è scappare a Napoli: ci va a far shopping, ma soprattutto a camminare. Che bello camminare quando tutti sono troppo indaffarati per guardarti! Al suo rientro, Pietro si chiude nella sua stanza, la stessa di quand’era bambino coi poster attaccati con lo scotch, e si traveste, si mette gli abiti che si è comprato in via Duomo, calza le décolletés tacco 12, sposta i mobili, allarga lo spazio, impila il comodino sul letto, spinge nell’angolo l’armadio. E poi balla. Cresce ballando da solo. A quarant'anni incontra il grande amore. Corrisposto. Ma resta lì paziente al paese, a casa dei genitori, e il sabato va a ballare a Napoli. La storia dura per due anni, finché una sera Pietro conosce la verità e per

salvare il suo amore prende una decisione difficile. In nome dell’amore si esalta, intravede un futuro, fa la valigia, maltratta la madre che non l’ha mai capito. Ma non ha un bell’epilogo la sua storia. Finisce male. Pietro invecchia al paese, continua a lavorare alla pompa di benzina, la madre gli ha detto che gli amori vanno e vengono. «Ho scritto questa storia – spiega Emma Dante – perché spero che sulle unioni omosessuali l’Italia colmi il ritardo con l’Europa. Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. E non ammetto tutto questo disincanto. Pietro non ci prova neanche a scappare, del resto a quarant'anni anni è difficile, il suo passato sfoca, il suo futuro si accorcia. La sua delusione pian piano si trasforma in indifferenza. Ho conosciuto tanti Pietro. Non li ho mai visti ballare. Li ho sentiti monchi, stretti dalla morsa delle loro camerette condominiali. Vorrei vederli ballare, vorrei più spazio per loro.» Emma Dante torna in cartellone nel Trentino dopo aver affascinato il pubblico lo scorso anno con Le sorelle Macaluso, uno spettacolo di coinvolgente fisicità, in cui le parole hanno

perso la loro funzione per diventare suono. Nei suoi spettacoli la drammaturga e regista palermitana esplora il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca una punta di umorismo. Con la sua compagnia “Sud Costa Occidentale”, fondata nel 1999, ha presentato i suoi spettacoli in mezzo mondo, facendo incetta di premi e segnalandosi come autentica star internazionale del teatro. Molto apprezzata anche come regista di opere liriche, Emma Dante ha inaugurato nel 2009 la stagione del Teatro alla Scala con Carmen di Bizet diretta da Daniel Barenboim.

OPERETTA BURLESCA testo, regia, scene e costumi Emma Dante con Viola Carinci, Roberto Galbo, Francesco Guida, Carmine Maringola produzione Sud Costa Occidentale

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ROVERETO – AUDITORIUM MELOTTI giovedì 15 dicembre 2016 - ore 21.00


Le Muse 27

Un assolo di SILVIA

CALDERONI

ad alta temperatura emotiva Per la compagnia Motus – fondata nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò - non ci sono confini, nessuna frontiera tra Paesi, momenti storici o discipline; nessuna separazione tra arte e impegno civile.

ph Ilaria Scarpa

Arriva a Rovereto con il suo nuovo spettacolo questo gruppo di liberi pensatori, che portano i loro spettacoli nel mondo e in tutta Europa, lavorando per mescolanze di formati espressivi, animati dalla necessità di confrontarsi con temi, conflitti, ferite dell’attualità. Considerato il più importante gruppo italiano di sperimentazione teatrale degli ultimi trent'anni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi UBU e diversi premi speciali per il loro lavoro su testi classici come Antigone o La Tempesta di Shakespeare (in scena a Trento lo corso anno), oltre che su Beckett, Pasolini, Genet, Fassbinder. Affidato ad un'unica interprete,

una Silvia Calderoni di eccezionale bravura, MDLSX è – come scrivono gli autori – «ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al 'gender b(l)ending', all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Di “appartenenza aperta alle Molteplicità” scriveva Rosi Braidotti in “On Becoming Europeans”, avanzando la proposta di una identità post-nazionalista. Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie - tutte, anche artistiche - che MDLSX tende.» Lo spettacolo, nel quale collidono brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie, è uno “scandaloso” viaggio teatrale di Silvia Calderoni che, dopo dieci anni con Motus, si avventura in questo drammaturgia Daniela Nicolò, esperimento dall’apSilvia Calderoni parente formato del regia Enrico Casagrande, Dj/Vj Set, per dare iniDaniela Nicolò zio a una esplorazione con Silvia Calderoni sui confini. produzione MOTUS Si parte da una convinzione, espressa nel suo Manifesto ROVERETO – AUDITORIUM MELOTTI Animalista da Paul mercoledì 18 gennaio 2016 - ore 21.00 Beatriz Preciado: «Il

MDLSX

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cambiamento necessario è talmente profondo che si dice sia impossibile, talmente profondo che si dice sia inimmaginabile. Ma l’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile.» Ne esce uno spettacolo in cui Silvia Calderoni – come scrive su Internazionale Christian Raimo – «con il suo corpo androgino, che in scena diventa androgino e post-umano, riesce a farci entrare in una dimensione realmente mistica, e al tempo stesso a rovesciare completamente le nostre categorie. Usciti, sconvolti e grati a MDLSX, concepiamo in un mondo per forza diverso cosa siano la dimensione maschile e quella femminile, e insieme ci ricordiamo che fare politica non può mai prescindere da una presa in carica della nostra voce e dell’esperienza dei nostri sensi.» E così – come commenta su L'Espresso Wlodek Goldkorn, «il pubblico resta ipnotizzato, commosso, stupito, non tanto per l’indubbia bellezza formale di quello che si vede sul palcoscenico, ma per il coraggio, estremo e radicale della performer. [...] Non è esibizionismo, ma al contrario una messa in gioco radicale (ma senza autolesionismo come talvolta accade in questo tipo di messe in scena) della propria identità di genere.»


28 Le Muse

Fortunato (e sfortunato)

DEPERO La programmazione teatrale del Centro Servizi Culturali S. Chiara all'Auditorium “Melotti” dà spazio anche quest'anno ad una realtà del territorio. La scelta è caduta su una produzione di “Elementare Teatro” che racconta la vita e il percorso artistico di uno dei più emblematici artisti trentini dell’900.

ph Chiara Zeni

SFORTUNATO DEPERO progetto teatrale sulla vita e il percorso creativo dell’artista testo e regia Carolina De La Calle Casanova con Corinna Grandi, Andrea Pinna, Federico Vivaldi produzione Elementare Teatro

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ROVERETO – AUDITORIUM MELOTTI giovedì 9 febbraio 2017 - ore 21.00

Sfortunato Depero è uno spettacolo che pone al centro della messinscena la narrazione delle avventure e dell'odissea della vita dell’artista inserendo nella storia, per la prima volta, la figura della moglie Rosetta Amadori, instancabile musa, collaboratrice e promotrice del lavoro del marito fino alla sua morte. Carolina De La Calle, grazie alla collaborazione con l’Archivio del ’900 e con il Fondo Depero, ha potuto leggere e analizzare le oltre mille lettere trascorse tra Fortunato Depero e Rosetta dal 1914 al 1955. Un carteggio sopravvissuto al tempo, così come la corrispondenza che Rosetta manteneva con artisti di forte rilievo come Marinetti e altri. Attraverso questa narrazione si evince come questa figura femminile, nascosta a Serrada o Rovereto, fosse l’artefice e la produttrice, ad esempio, dei famosi arazzi, e si viene a sapere dei suoi sacrifici economici per mantenere Depero ora a Roma, ora a Milano, ora a Torino. Nel 1929 a New York si mise anche a cucinare ravioli, pur di invogliare il pubblico a visitarne la mostra. La vita di questo artista poliedrico è narrata attraverso la pluralità degli strumenti teatrali: luce, parola, scene, oggetti, attori e musica. Con l'obiettivo di raccontare al pubblico anche cosa prova un artista nel momento stesso della creazione, quali sono le sue delusioni nell’atto di presentare la propria opera e non essere compreso. E quali sono le diverse modalità di reazione che spingono un artista a continuare comunque il proprio percorso. Di fronte al fallimento, economico e talora anche creativo, Depero inventava e si reinventava. E dalla caduta traeva forza ed energia creativa. «Forse nel capire il meccanismo di questa sua grande capacità – concludono gli autori di questo progetto teatrale – possiamo cogliere come convivere, e non solo sopravvivere, in questi tempi precari.» Elementare Teatro è interessata a indagare non solo la figura dell’artista, bensì quello che oggi sanno di lui le generazioni più giovani, al fine di dare un taglio drammaturgico di carattere generazionale: narrare teatralmente la figura di Depero in una versione popolare e accattivante. Lo spettacolo, che sarà presentato in prima assoluta, sarà il frutto di una collaborazione che vede impegnati nel sostegno dell'Associazione “Elementare Teatro” il Dipartimento Cultura della Provincia autonoma di Trento e il Comune di Rovereto. E' prevista inoltre la collaborazione del MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, dell'Archivio Fondo Depero, del Dipartimento all’Istruzione e alla Conoscenza della Provincia di Trento, del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento e del Comune di Vallarsa.


Le Muse 29

Tre monologhi di

DANIO MANFREDINI raccontano il male di vivere

Arriva per la prima volta in Trentino Danio Manfredini, attore e regista (ma anche cantante) cresciuto nell'ambito dei centri sociali autogestiti milanesi, e con alle spalle collaborazioni prestigiose che vanno da Pippo Delbono al Tanztheater di Pina Bausch. ph Agnes Dorkin

Lo spettacolo prende il titolo da un'opera pittorica di Francis Bacon: tre dipinti accostati uno all'altro, dove sono raffigurate tre figure che evocano la condizione drammatica di soggetti appartenenti al mondo contemporaneo. Tre studi per figure alla base di una crocifissione è il quadro che segna nel 1944 l’inizio della storia artistica di Francis Bacon, straordinario pittore irlandese discendente da una nobile famiglia, forse imparentata con il filosofo del Cinquecento suo omonimo. E’ un’opera di grande forza espressiva, dove lo sfondo arancio colpisce violentemente l’osservatore e le figure che ne sono protagoniste hanno un'anatomia per metà umana e per metà animale. Le accomuna un’irrazionale voracità e sono la lacerante espressione di un grido. «Lontano dal voler riprodurre in maniera pittorica l'opera di Bacon – spiega Danio Manfredini – mi sono proposto di inventare tre soggetti teatrali che ritraggono la condizione drammatica di tre personaggi del mio tempo. Nel primo studio si tratta di un personaggio che vive in un contesto psichiatrico. Vaga tra poche

sedie vuote, abitate dai fantasmi della sua memoria. Il secondo studio è ispirato ad un personaggio del cineasta tedesco Fassbinder. Il transessuale Elvira, colto nel bilancio della sua vita prima del gesto tragico che la conclude. Il terzo studio, ispirato ad un personaggio del drammaturgo francese Koltès, ritrae un extracomunitario alle prese con una grande città europea: strade, parchi, barboni, polizia. Dentro, il desiderio di colmare la solitudine con un incontro e condividere una notte di pioggia. I personaggi mostrano nell'evidenza del loro dolore, nell'impossibilità di nasconderne i segni, nella loro disperata euforia, le ferite nascoste dell'esistenza.» «Tre quadri – racconta su TeatroeCritica Simone Nebbia – in una scena nuda, esasperata, cadente nell'anima dei tre personaggi-umanità come cadente in noi e, forse, in loro già caduta. Un lavoro sulla sofferenza, sulla solitudine, sull'inaccessibilità estrema dell'umano, non troppo ma forse troppo poco umano. Il primo quadro è straordinariamente bello, lo studio sulla follia e sua coscienza concede al performer un personaggio

che “accade” letteralmente in scena, affoga i canoni di ascolto di nuova espressività: gli accadimenti del mondo esterno sono esterni alla stessa vita di chi parla. […] Il secondo quadro e il terzo hanno un legame con l'esterno più forte, sono la ricerca di un contatto. La dimensione conclusa non basta più, ha bisogno di uscire e toccare: la donna nata uomo, che ha cambiato sesso per amore, come lo straniero che vorrebbe sorridere agli uomini senza essere picchiato.» E' da brivido, in particolare, questo terzo quadro che ha per protagonista un uomo che vive sotto il viadotto di un'autostrada. E che da quel suo precario rifugio lancia invettive al mondo.

TRE STUDI PER UNA CROCIFISSIONE dedicato all’opera pittorica omonima di Francis Bacon di e con Danio Manfredini produzione La Corte Ospitale

........................ ROVERETO – AUDITORIUM MELOTTI giovedì 9 marzo 2017 - ore 21.00


30 Le Muse

«FOYER della PROSA»

Ai

il pubblico incontra i protagonisti In scena al

In una Stagione che mette in primo piano il ruolo dell'attore, con un cartellone che comprende alcuni dei maggiori protagonisti della scena teatrale italiana degli ultimi quarant'anni, assume un particolare significato l'iniziativa dei Foyer della prosa che vanno ad arricchirne l'offerta culturale grazie alla rinnovata collaborazione fra Centro Servizi Culturali S. Chiara e Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Saranno dieci appuntamenti che, favorendo uno sguardo più ampio sugli spettacoli in cartellone, daranno al pubblico l'occasione per una serie di “incontri ravvicinati” con i protagonisti. L'iniziativa, che potrà contare anche quest'anno sulla presenza di docenti universitari provenienti da vari Atenei italiani, è coordinata dalla professoressa Sandra Pietrini, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all'Università di Trento e responsabile scientifico del progetto. I Foyer della prosa si terranno al venerdì dei giorni di recita con inizio alle 17.30 presso il Teatro Sociale per tutti i 10 spettacoli in cartellone.

“Cuminetti” il LUPO delle Alpi

Il titolo dello spettacolo, che debutterà venerdì 25 novembre 2016, non è stato ancora definito, ma è ben chiaro invece il progetto che nasce da un’idea del MUSE – Museo delle Scienze di Trento, realizzato in sinergia con il Centro Servizi Culturali S. Chiara e con TrentoSpettacoli che ne cura realizzazione artistica. Nell’ambito del progetto LIFE WOLFALPS, finanziato dall’Unione Europea, che punta a realizzare azioni coordinate per la conservazione della

popolazione alpina di lupo, TrentoSpettacoli ha collaborato con ricercatori, studiosi ed esperti per giungere all’allestimento e alla produzione di uno spettacolo che persegue gli obiettivi di sensibilizzazione che il progetto si propone. Si è lavorato sui binomi dialettici natura/cultura e umano/animale e, in generale, sulla promozione di una “cultura del selvatico”, attingendo a testi letterari, filosofici, scientifici e divulgativi di autori italiani e stranieri. Il risultato è uno spettacolo coinvol-

gente, adatto a tutti e volto alla creazione di una sensibilità rispetto al mondo selvatico nella sua totalità, con particolare riferimento alla figura del lupo come animale emblematico del rapporto secolare, contrastato e ambivalente tra l’essere umano e la natura selvaggia. La drammaturgia è stata curata da Maura Pettorruso, che sarà anche interprete dello spettacolo accanto a Stefano Pietro Detassis e Sara Rosa Losilla per la regia di Lorenzo Maragoni.

Torna «OFF/SANBAPOLIS - Residenze diffuse» Il progetto «OFF/Sanbàpolis Residenze diffuse» arricchirà anche la proposta artistica della stagione 2016/'17 offrendo l’ospitalità di residenze teatrali a compagnie professionali e universitarie del territorio provinciale di Trento.

Nato dalla collaborazione fra Centro Servizi Culturali S. Chiara, Opera Universitaria e Spazio OFF, intende rispondere all’esigenza di artisti, gruppi e compagnie che necessitino di uno o più spazi adeguati per progettare, provare e

allestire i propri spettacoli. Le modalità di partecipazione saranno comunicate a breve in un apposito bando che potrà essere scaricato, dai siti www.centrosantachiara.it e www.spaziooff.com unitamente al modulo di iscrizione.


Le Muse 31

ABBONAMENTO INDANZA SOCIALE PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 100,00 € 92,00 € 72,00

RID. CONV. € 88,00 € 80,00 € 64,00

RID. GEN. >65 € 80,00 € 72,00 € 60,00

RID. GIOV.<26 € 50,00 € 40,00 € 30,00

RID. GEN. >65 € 20,00 € 18,00 € 15,00

RID. GIOV.<26 € 15,00 € 12,00 € 10,00

BIGLIETTI INDANZA PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 25,00 € 23,00 € 18,00

RID. CONV. € 22,00 € 20,00 € 16,00

ABBONAMENTO INDANZA COMUNALE 3 PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO RID. CONV. € 60,00 € 55,00 € 55,00 € 50,00 € 45,00 € 40,00

RID. GEN. >65 RID. GIOV.<26 e abb.indanza Cristallo € 45,00 € 35,00 € 40,00 € 30,00 € 35,00 € 25,00

BIGLIETTI INDANZA COMUNALE PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 25,00 € 23,00 € 18,00

RID. CONV. RID. GEN. >65 RID. GIOV.<26 e abb.indanza Cristallo € 22,00 € 20,00 € 15,00 € 20,00 € 18,00 € 12,00 € 16,00 € 15,00 € 10,00

ABBO. INDANZA REGIONALE 4 PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 80 € 72 € 60

RID. GEN. >65 e <26 € 60 € 48 € 40

ABBO. INDANZA REGIONALE 7 PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO

RID. GEN. >65 e <26

abo tn + 1 abo regionale bz da 2 spettacoli

ABBONAMENTO INDANZA CRISTALLO 4+1 BIGLIETTI INDANZA CRISTALLO PREZZI Centrale

INTERO RID. CONV. € 40,00 € 35,00

RID. GIOV.<26 e abb.indanza Cristallo € 30,00

ABBONAMENTO INDANZA ESCALADE 3 PREZZI Posto unico

INTERO € 23,00

RID. GIOV.<26 € 12,00

PREZZI Centrale

INTERO € 15,00

RID. CRIST. CARD € 12,00

RID. GIOV.<26 € 10,00

BIGLIETTI INDANZA ESCALADE PREZZI Posto unico

INTERO € 10,00

RID. GIOV.<26 € 5,00


32 Le Muse

Trento La Carmen “italiana” di

Daniele Cipriani Entertainment balletto in due atti di: Amedeo Amodio racconto di: Prosper MÉRIMÉE con: ELEONORA ABBAGNATO musica: Georges Bizet coreografia e regia: Amedeo Amodio adattamento e musiche originali: Giuseppe Calì scene e costumi: Luisa Spinatelli

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TRENTO – TEATRO SOCIALE Sabato 29 ottobre 2016 - ore 20.30

ph Ripari Young Group

ELEONORA ABBAGNATO

CARMEN

Due nomi altisonanti per Carmen. Due stelle della danza internazionale: Eleonora Abbagnato e Amedeo Amodio. Interprete dal carisma indiscutibile, prima ballerina italiana a raggiungere il rango di étoile al Ballet de l’Opéra National de Paris, la Abbagnato è oggi anche direttrice del Corpo di ballo dell’Opera di Roma. Amedeo Amodio, ballerino, coreografo e direttore artistico già alla guida di Aterballetto, del Ballo al Teatro dell’Opera di Roma e al Massimo di Palermo, è autore tra i più ispirati del nostro panorama sin dagli anni Settanta. Un binomio mediante il quale è stato riscoperto un piccolo gioiello della storia della danza italiana. Creata nel 1995 per Aterballetto, la versione di Carmen di Amedeo Amodio si è fatta apprezzare per la stretta corrispondenza della danza con la musica travolgente di Georges Bizet adattata per l’occasione con interventi musicali di Giuseppe Calì e per il tentativo di lettura introspettiva dell’esplosiva sigaraia gitana narrata da Prosper Merimée. Ripresa recentemente per volontà dell’impresario Daniele Cipriani, alla ricerca di un titolo pre-

gnante e ‘italiano’ per Eleonora Abbagnato, questa versione in due atti, ha incontrato nuovi entusiasmi in tutti i teatri in cui è stata presentata. Del resto, c’è titolo che meglio si addice di Carmen a una donna volitiva, determinata e passionale come Eleonora Abbagnato? Divenne étoile a Parigi, lo ricordiamo, proprio al termine di una recita in cui, sublime, era Carmen nella versione di Roland Petit. Spirito libero come la protagonista di Merimée, Abbagnato è entrata con entusiasmo anche nella versione neoclassica di Amodio, la cui drammaturgia presenta qualche elemento di novità. «Quella del maestro Amodio – racconta Abbagnato – è una Carmen interiorizzata, scavata nel profondo, che non pone accenti sugli elementi folcloristici. È profondamente diversa dalla 'Carmen' parigina di Petit e questo rappresenta una vera e propria rivoluzione.» L’intera messa in scena è peculiare: la vicenda della sigaraia, di Don José, Micaela ed Escamillo, è sviluppata con l’espediente del ‘teatro

nel teatro’. Amodio immagina che sia appena stata rappresentata l’opera di Bizet che sulle note di “Ah Carmen! Ma Carmen adorée!” si chiude. In palcoscenico, chiuso il sipario, inizia lo smontaggio delle scene e i fantasmi dei protagonisti dell’opera si impossessano dei presenti. E l’immedesimazione nei protagonisti è immediata: Carmen condurrà il gioco trasgressivo ed eversivo fino all’impossibile tentativo di sfuggire alla sorte. In una scenografia spoglia, firmata dall’estro di Luisa Spinatelli, pienamente corrispondente allo svuotamento psicologico, alla “solitudine tragica e selvaggia” della protagonista, Amodio costruisce una danza incalzante restituita pienamente da Abbagnato in scena con l’eccellente ballerino cubano Amilcar Moret - già interprete per John Neumeier all’Hamburg Ballet e divenuto famosissimo in Italia grazie alla trasmissione Amici - qui nei panni di Don José e al giovane solista del Corpo di Teatro dell’Opera di Roma Giacomo Luci, interprete di Escamillo.


Le Muse 33 ph Matteo Carratoni

Il Balletto di Roma riscrive

GISELLE

Riscrivere Giselle nel 2016, a quattro mani, come fu in origine. Ecco l’idea avuta da Roberto Casarotto, ex danzatore e manager, oggi direttore artistico del Balletto di Roma. Con oltre cinquant’anni di storia alle spalle, fondata dalle stelle accademiche Franca Bartolomei e Walter Zappolini, la Compagnia è oggi votata al contemporaneo e portatrice di molteplici anime creative che ne determinano il ricco repertorio. Nel 1841 erano Jean Coralli e Jules Perrault: il primo, il coreografo e maitre de ballet ufficiale del Corpo di Ballo di Parigi dell’epoca; il secondo, il ballerino e coreografo sentimentalmente legato a Carlotta Grisi, la ballerina più celebre del momento scelta per i ruolo principale del titolo. Entrambi, come è noto, contribuirono alla nascita coreografia di Giselle ou Les Willis, il balletto romantico per eccellenza, ancor oggi rappresentato nella sua inossidabile compiutezza, tanto che si dice che Giselle sta al balletto come Amleto al teatro e Traviata alla lirica. Nel 2016 sono l’israeliano Itamar Serussi e l’austriaco Chris Haring a firmare una versione 2.0 e contemporanea di Giselle per, e su commissione, del Balletto di Roma. Due artisti indipendenti che mai prima d’ora si erano incontrati e che mai avevano riscritto un balletto del grande repertorio tra i tanti titoli prodotti. E, a differenza di Coralli-Perrot, i due autori di oggi hanno deciso di spartirsi gli

atti, per proiettarvi, indipendentemente, i loro mondi e la loro concezione di Giselle, ciascuno con un musicista al seguito: Serussi, ha scelto il primo atto, quello terreno; Haring, il secondo, quello dell’al di là con le Villi, ovvero le fanciulle morte perché tradite dai loro innamorati. Date le provenienze culturali e gli orientamenti artistici dei due coreografi, lecito è aspettarsi che in scena non troverete una Giselle così come siete soliti pensarla. Né la trama - una contadinella che muore per amore tradita da Albrecht, il nobile presentatosi a lei sotto mentite spoglie -, né la musica originale di Adolphe-Charles Adam, qui camuffata dall’elettronica dominante e da due diversi compositori: Richard Van Kruysdijk e Andreas Berger. Cos’ è allora questa nuova Giselle? Un ready-made contemporaneo. “Le Villi”, spiega Haring, “sono figure della mitologia slava che proteggevano le giovani donne tradite prima del matrimonio o rapite dagli uomini. Trovo che sia un’idea femminista del soprannaturale e della realtà: proteggi e impedisci che venga fatto del male alle donne, altrimenti viene il fantasma a punirti. Quindi l’idea di vendetta. Come traduciamo questo in scena?

Provando a immaginare che non esiste una Giselle, ma tante. La nostra è femminile e maschile insieme. Proviamo a creare un’immagine di Giselle attraverso il gender, e quello che si vedrà potrà risultare molto astratto: anche soltanto in un pensiero, in un’immagine, ognuno può personificare Giselle e tutti gli altri personaggi che sono dentro ognuno di noi”. Dal canto suo Serussi racconta di aver posto ai danzatori molte domande sulle tematiche del balletto archetipo come: “cosa significa impazzire d’amore? O come può essere l’amore tra dieci persone?”. Domande di cui il coreografo si è servito per generare una materia danzata nuova in cui il gruppo prende il sopravvento, spinto da una straordinaria forza interiore.

GISELLE coreografie Chris Haring e Itamar Serussi Sahar concept Development Peggy Olislaegers musiche originali Adolphe Adam rielaborazioni musicali Richard Van Kruysdijk, Andreas Berger

........................ TRENTO – TEATRO SOCIALE mercoledì 14 dicembre 2016 - ore 20.30


34 Le Muse

LOUIS ROBITAILLE mette in scena uno spettacolo “giramondo” ph Leda & St.Jacques

Compagnia di fama internazionale, ambasciatrice del Quebec nel mondo, Les Ballets Jazz de Montréal (BJM) vantano oltre quarant’anni di storia.

Rouge / Balcão / Kosmos Les Ballets Jazz de Montréal ROUGE Coreografia Rodrigo Pederneiras Musica Paul Baillargeon , fratelli Grand Creazione luci Gabriel Pederneiras Costumi Kristin Hofmann

BALCÃO Coreografia Itzik Galili Musica selezione di musica cubana

KOSMOS Coreografia Andonis Foniadakis Musica Julien Tarride Costumi Philippe Duboc Luci James Proudfoot adattamento e musiche originali: Giuseppe Calì scene e costumi: Luisa Spinatelli

........................ TRENTO – TEATRO SOCIALE

martedì 7 febbraio 2017 - ore 20.30

Fondati nel 1972 da Geneviève Salbaing, Eva Von Gencsy e Eddy Toussaint, dal 1998 sono diretti da Louis Robitaille, ex ballerino dei Grands Ballets Canadiens, rivelatosi non solo straordinaria guida artistica ma anche scopritore di talenti coreografici. Con lui la compagnia ha conosciuto uno slancio internazionale e un indirizzo più prettamente contemporaneo a dispetto del nome. Interpretando opere di autori contemporanei quali Mauro Bigonzetti, Annabelle Lopez Ochoa, Cayetano Soto, Barak Marshall, Crystal Pite, la compagnia mostra la sua grande versatilità, alternando brani esplosivi a titoli più riflessivi, ma sempre caratterizzati da impeccabile tecnica e da uno spirito d’intrattenimento e sorpresa. “Due eventi”, spiega Robitaille, “hanno avuto un’influenza decisiva nella mia carriera professionale: la scoperta della Messe pour un temps présent di Maurice Béjart e l’incontro con Les Ballets Jazz de Montréal. E la transizione dall’attività artistica alla direzione di una compagnia è stata una delle più grandi sfide che abbia dovuto fronteggiare. Mentre il danzatore deve focalizzarsi su se stesso, il direttore artistico deve imparare come sviluppare ed educare al rispetto, all’altruismo e all’empatia. Oggi guardo al futuro, riposizionando continuamente la compagnia, innovando e acquisendo nuove conoscenze. Tramite i BJM voglio abbellire la vita di ogni giorno”. Detto fatto. Il programma scelto per il loro ritorno in Italia vanta tre titoli esplosivi firmati da autori illustri lontani per provenienza geografica e cifra stilistica: il brasiliano Rodrigo Pederneiras - coreografo e fondatore dello strepitoso Grupo Corpo, compagnia che ha aperto le Olimpiadi di Rio -, l’israeliano Itzik Galili da anni attivo in Olanda, e il greco Andonis Foniadakis, tra i più richiesti autori del momento a livello internazionale. Rouge, è un brano in cui il peculiare linguaggio di Pederneiras derivante dalla fusione di vari stili di danza, compresi rimandi alle danze etniche, prende forma in una danza corale e intensa nella quale scaturiscono i sentimenti della fuga e della libertà suggeriti dal tema della migrazione. Qui, infatti, il coreografo brasiliano cita le tradizioni indoamericane in omaggio alla cultura dei Nativi che hanno significativamente influenzato la cultura del Canada. Il tema del confronto, dello choc di culture, dei rapporti di forze tra dominatori e dominati attraversa l’opera, che è diretta, autentica, d’impatto con i corpi che in massa, all’unisono perfetto, invadono la scena spinti dal ritmo implacabile della musica. Cameo centrale della serata è Balcão, coreografia creata da Itzik Galili nel 2014 per il Balé da Cidade de São Paulo (O Balcão de Amor, il titolo originale), ora rivisitata per i BJM. Qui è il mondo caraibico a prendere il sopravvento sui ritmi classici del mambo cubano. In chiusura, la frenesia di movimento che caratterizza la poetica del greco Foniadakis: il suo Kosmos ripropone il brulicante mondo della città in costante movimento, il caos urbano, la velocità. Ma al contrario di quanto si potrebbe pensare non è il parossismo alienante a emergere quanto piuttosto l’energia pura, festiva, che è celebrazione dell’essere umano, della sua bellezza e forza creatrice.


Le Muse 35

Fluire nel tempo e nello spazio,

cogliendo l’attimo

ph Patrick Berger

OMAGGIO A

CAROLYN CARLSON 20-21 marzo 2017 Carolyn Carlson sarà la protagonista di una due giorni tra Trento e Rovereto con masterclass, proiezioni dei documentari che l'hanno vista protagonista e un incontro con il pubblico.

Indiscussa regina della danza mondiale, coreografa, pedagoga, direttrice artistica, poetessa e filmaker, Carolyn Carlson torna in stagione con l’ultima sua creazione, quella che ha inaugurato nel 2014 la residenza di due anni della sua compagnia al Théâtre National di Chaillot: Now.

«Un’immensa casa cosmica si trova in potenza in ogni sogno di casa. Dal suo centro si irradiano i venti, dalle sue finestre volano via i gabbiani. Una casa a tal punto dinamica permette al poeta di abitare l’universo o, per dirla in altro modo, l’universo viene ad abitare la sua casa.» L’immagine appartiene a La poétique de l’espace del filosofo francese Gaston Bachelard e si irradia in Now, spettacolo tra i più toccanti dell’ultima ricerca artistica di Carolyn Carlson. Sette interpreti, che ben conoscono il suo originale universo - tre italiani, Riccardo Meneghini, Sara Orselli, Sara Simeoni, un finlandese, Juha Marsalo, un americano, Constantine Baecher, un giapponese, Yutaka Nakata, una francese, Céline Maufroid - contribuiscono a far prendere forma alla “poesia visiva” di Carlson. Così la coreografa ama chiamare la sua arte che si alimenta nelle musiche altrettanto sospese ed evocative del fedele collaboratore, sin dagli anni Ottanta, René Aubry. In Now (Adesso), Carlson condensa avventure creative, parla dei luoghi indelebili e delle case che abitiamo, racconta la vita e la necessità di una presa di coscienza quotidiana. « “Now” è l’essere qui e ora – spiega Carlson – 'Now' è la danza, un’arte fatta di gesti in movimento che esistono nell’attimo in cui appaiono per scomparire e rinascere in altro. Quando

a Parigi cammino per le strade o prendo la metropolitana, osservo le persone. La gente è sempre più concentrata sui propri smartphone, non guarda più cosa ci circonda, la città, la natura, si perde il contatto diretto. “Now” è un richiamo perché ognuno si prenda il tempo per essere nel presente. Il libro di Gaston Bachelard mi ha ispirato un viaggio che dalla famiglia e dalla casa si apre alla natura, dal microcosmo al macrocosmo, per poi tornare alla casa.» Dunque un viaggio diviso in quadri che sono visioni sovrapposte con altrettanti risvolti metaforici e freudiani: la casa con le sue stanze, i cassetti che nascondono segreti, i bozzoli che sono nidi, gli angoli per i momenti di solitudine e così via fino ad arrivare al simbolo per eccellenza: il cerchio, l’eterno. L’Enso, del buddismo tibetano, che Carlson segue ormai da anni. La danza si intreccia ai testi recitati dal vivo dai danzatori, in particolare da Juha Marsalo, interprete di coinvolgente spessore attoriale, da anni al fianco di Carlson. Ma tutti hanno qualcosa da dire e da esprimere, grazie al lungo lavoro preparatorio che sempre parte dall’improvvisazione, da qualcosa di personale che necessariamente deve trovare per la sacerdotessa californiana una connessione con il tutto, con il macrocosmo, con la natura.

NOW Coreografia Carolyn Carlson interpreti Constantine Baecher, Juha Marsalo, Céline Maufroid, Riccardo Meneghini, Yutaka Nakata, Sara Orselli, Sara Simeoni musiche originali René Aubry luci Patrice Besombes

....................... TRENTO – TEATRO SOCIALE martedì 21 marzo 2017 - ore 20.30


36 Le Muse

Il fantastico giardino notturno

di ANTONY HEINL

Mistero, Bellezza e Meraviglia. Tre parole che introducono nel regno creativo di Anthony Heinl, il danzatore e coreografo americano fondatore di Evolution Dance Theater. Genio coreografico, Heinl ha un passato di danzatore e interprete nei Momix. Sei anni con la compagnia di intrattenimento atleticopoetico più blasonata del mondo, in cui diviene anche assistente alla coreografia del guru Moses Pendleton. Poi la decisione di lasciare tutto e stabilirsi in Italia, nel 2006, per avviare un ambizioso progetto: far nascere una sua compagnia che presenti lavori in cui i confini tra le arti si perdono, spettacoli in cui il sogno e la meraviglia la fanno da padrone. Nel 2008 nasce Evolution Dance Theater, ensemble in cui viene abbandonato ogni pregiudizio disciplinare tra danza, acrobazia, arte visiva, illusionismo, giochi di luce e marchingegni teatrali e tecnologici. Caratteristica del lavoro di Antony Heinl è la capacità di trasportare lo spettatore in mondi altri, dove prendono vita creature mai viste. È così che in soli dieci anni

ha conquistato il pubblico di mezzo mondo: grazie alla sua primitiva voglia di giocare e fantasticare. Nel suo carnet già tre grandi lavori di successo: Black & Light, Electricity e FireFly creato per la Compagnia di Danza del Maggio Musicale Fiorentino su invito di Vladimir Derevianko, a cui si è aggiunto recentemente The Magic of Light per la Disney Cruise Lines. Lo spettacolo proposto in stagione è la sua ultima fantasia, Night Garden, in cui sotto la luce della luna, quando il mondo si riposa e il sogno prende forma, qualcosa di misterioso si realizza. Creature bioluminescenti si svegliano e giocano in una nuova dimensione incandescente, dove le ombre hanno colore, il paesaggio è dipinto di luce, le leggi della natura si trasformano. «Vi è un momento onirico – spiega Heinl – tra il giorno e la notte, che trasforma il paesaggio e le sensazioni. Questo cambiamento

IDELLA FOYER DANZA

Il Centro Servizi Culturali S. Chiara rinnova la collaborazione con il CID – Centro Internazionale della Danza di Rovereto per una serie di incontri di approfondimento che prenderanno spunto dagli spettacoli della Stagione. I Foyer della Danza daranno modo al pubblico di avvicinarsi al lavoro delle compagnie e dei coreografi presenti in cartellone, approfondendo la conoscenza dei protagonisti della scena coreutica nazionale e internazionale. Gli incontri che si terranno nel giorno dello spettacolo presso la Sala Medievale del Teatro Sociale a Trento con inizio alle 18.00.

di luce risveglia i nostri istinti più primitivi.» Sentirlo raccontare è un primo passo per immedesimarsi in Night Garden, spettacolo in cui la fantasia sembra aver preso ogni briglia: «terminata la giornata di lavoro – prosegue il creatore – la timida luce del crepuscolo ci porta a riflettere e fantasticare sul domani. Mentre ci rifugiamo nel calore dei nostri desideri più profondi tutto un altro mondo, al di fuori, sta per svegliarsi. Vortici di vento fluorescente avvolgono lo spettatore, lampi di luce percorrono il palco, si apre una finestra per guardare al di là e scoprire cosa si cela nel giardino notturno, dove nulla è come sembra.»

NIGHT GARDEN Evolution Dance Theater coreografie e regia Anthony Heinl

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TRENTO – TEATRO SOCIALE giovedì 20 aprile 2017 - ore 20.30

• Sabato 29 ottobre 2016 - ore 18.00 in occasione dello spettacolo con Eleonora Abbagnato • Mercoledì 14 dicembre 2016 - ore 18.00 in occasione dello spettacolo del Balletto di Roma • Martedì 7 febbraio 2017 - ore 18.00 in occasione dello spettacolo di Les Ballets Jazz de Montréal • Giovedì 20 aprile 2017 - ore 18.00 in occasione dello spettacolo di Evolution Dance Theater


Le Muse 37

Bolzano Cosa succede

prima della

TEMPESTA? Gruppo nomade per definizione, animato da una forte tensione etica (come del resto il nome scelto sottolinea), Balletto Civile nasce nel 2003 per volontà di Michela Lucenti. Con Maurizio Camilli, da diversi anni interprete e anima drammaturgica del gruppo, Lucenti tiene ben saldo il principio che il senso artistico non possa mai essere disgiunto dalla necessità di danzare attraverso la ricerca di situazioni che provino a fare crescere gli interpreti anche in quanto uomini e donne. La danza è il motore del gruppo, ma la ricerca di Balletto Civile si orienta verso un teatro totale che integra il canto dal vivo, la recitazione e il movimento coreografico, fondato quest’ultimo sulla relazione profonda tra gli interpreti e scaturito da un lungo lavoro laboratoriale sulle orme di Pina Bausch. Compagnia molto amata e conosciuta in regione per le apparizioni a più riprese sia al Festival Oriente Occidente che a Bolzano Danza, Balletto Civile torna ora con una nuova produzione ispirata alla Tempesta di Shakespeare nell’anno dei festeggiamenti dai 400 dalla morte del sommo poeta inglese. In apparenza favola, la commedia shakespeariana come è noto esplora tutte le contraddizioni che attanagliano l’uomo, dalla morte alla rinascita, dall’espiazione e al perdono, le colpe dei padri riscattate dei figli, lanciando un monito alla temperanza, la virtù della moderazione. Lucenti se ne ispira liberamente provando a mediare tra illusione e realtà da intendersi come conoscenza e accettazione della propria precarietà e finitudine. E se accettare la realtà significa incontrare l’altro, cosa succede quando invece la sensazione percepita è quella di rottura? Quando l’altro può provocare spaesamento? Before break (Prima della rottura) lo racconta invitando il pubblico a confrontarsi con il perdono che vale più della vendetta. «I nostri Prospero, Ariel e Calibano – spiega Lucenti – si moltiplicano in un susseguirsi di tentativi di vero combattimento tra le nature opposte che ci guidano. Se l’arte è il terreno di confronto, allora il punto di rottura esiste per un corpo, per un suono, per un’immagine. Sin dai primi minuti dello spettacolo coinvolgiamo gli spettatori, cerchiamo le loro mani in piena luce per provare a fare insieme un cammino di conoscenza ponendoci di fronte all’isola (l’isola deserta nella quale Prospero realizza la sua messa in scena) in cui siamo relegati con le stesse domande.» Sull’isola magica creata dal palcoscenico argentato, lo spettacolo si pervade di un’ispirazione poetica tesa a indagare il rapporto tra teatro e vita, tra padri e figli – in scena anche il papà anziano della Lucenti – in un fremente dinamismo in cui tutti gli stili di danza, dal contemporaneo alla breakdance, si attraversano sulle musiche originali di un dj set e su quelle eseguite live al violoncello da Julia Kent, ormai fedelissima collaboratrice di Balletto Civile.

ph Max Malatesta

BEFORE BREAK liberamente ispirato a La Tempesta di William Shakespeare ideazione e coreografia Michela Lucenti musica originale eseguita dal vivo Julia Kent prodotto da Balletto Civile

........................ TEATRO COMUNALE DI BOLZANO

mercoledì 23 novembre 2016 - ore 20.30


38 Le Muse

Ciak si gira: appassionato omaggio a passi di hip hop al cinema musicale degli anni '30 e '40 La storia di questa compagnia comincia nel 1996-1997: un gruppo di giovanissimi danzatori hip hop autodidatti si esibisce per le strade di Lione, banlieu e centro storico. Scoperti sotto il porticato del Teatro dell’Opera cittadino dall’allora direttore della Biennale de la Danse Guy Darmet, questi hip hopper hanno dispiegato il loro talento a partire dalla prima apparizione, nel settembre 1998 alla manifestazione di danza più importante al mondo: la Biennale de la Danse, appunto. Fino ad arrivare a farsi aprire le porte dalla prestigiosa istituzione lionese che li ha poi accolti in ‘residenza’. Gli otto figli della strada, guidati da Riyad Fghani (classe 1979), si caratterizzano per virtuosismo e sincrono e, scelto il nome, Pockemon Crew, partecipano a numerosi concorsi internazionali. Nel 2003 sono Campioni di Francia (Montpellier) e Campioni del mondo alla competizione di Hannover, nel 2004 Campioni d’Europa a Londra. La strada del successo è ormai spianata e a molti anni di distanza il loro entusiasmo non sembra essersi placato. Sempre sulla cresta dell’onda e senza mai aver perso di vista la propria identità culturale e l’energia degli esordi cementata nel gruppo, i Pockemon Crew oggi si sono ingranditi - alcuni di loro hanno anche lavorato con Madonna - e strutturati: una ventina i danzatori che ruotano nel gruppo, di età compresa tra i 17 e i 26 anni, e la loro attività, oltre alla creazione di spettacoli sempre sui palcoscenici del mondo, prevede la

ph Cédric Darbord

trasmissione della cultura hip hop con laboratori permanenti. Quello che stupisce di questa compagnia che confeziona spettacoli incentrati su tematiche disparate – l’ultimo che vedremo in stagione, Ciak si gira si ispira al cinema musicale degli anni ‘30 e ‘40 – è la fedeltà all’origine underground della loro cultura coreutica e la volontà di trovare ancora nella strada la fonte di ispirazione dei loro movimenti. Ebbene, come si coniuga il cinema musicale in bianco e nero degli anni ’30 e ’40 con i movimenti della danza hip hop? Secondo Pockemon Crew il coreografo Riyad Fhgani direzione artistica Riyad Fghani una connessione tra le due arti c’è ed è storica, TEATRO COMUNALE DI BOLZANO infatti «in certe commemercoledì 18 gennaio 2017 - ore 20.30 die musicali dell’epoca si

CIAK si GIRA

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ritrovano l’energia e l’originalità di alcuni movimenti poi ripresi dalla danza hip hop». Del resto, è noto, le radici della controcultura hip hop vanno ricercate nel jazz praticato dai neri d’America agli inizi del secolo scorso. Ma c’è di più: «Lo spettacolo – precisa Fhgani – vuole anche essere un omaggio alla nostra città, Lione, dove i Fratelli Lumière inventarono il cinema oltre un secolo fa». Scene e costumi trasportano lo spettatore negli Studios cinematografi dell’epoca, nella golden age hollywodiana di Fred Astaire, Gene Kelly, Vincent Minelli o Stanly Donen che gli otto danzatori di Ciak si gira restituiscono in un susseguirsi di quadri coreografici che attraversano i vari ritmi dell’epoca, fra frenesia e canzonette da musical.


Le Muse 39

SHARON FRIDMAN lavora sulle fragilità per salvare l'umano Coreografo ‘impegnato’, l’appena trentaseienne Sharon Fridman ama sondare nei suoi spettacoli - otto all’attivo con numerosi riconoscimenti internazionali - l’essere umano, le relazioni, la società con le sue dinamiche. «Il mutuo soccorso, l’unione, ma anche i concetti di società trasparente, senza maschere – spiega l’artista – sono sono i temi che ispirano le mie coreografie. Ciò che mi interessa è lavorare sulla fragilità, sui limiti di ciascuno per renderli universali. » Utilizzando la tecnica del contact improvisation conosciuta in Israele ai tempi della militanza nella Vertigo Dance Company, Fridman ha iniziato giovanissimo a creare. «Israele – racconta – mi ha dato la forza di credere in qualcosa che stava crescendo dentro di me. Vivere in un posto con le proprie credenze sapendo che non sono accettate ti rende forte. Per questo me ne sono andato e ho scelto la Spagna perché ho sentito che in questo paese avrei ricominciato da zero, decidendo liberamente del mio futuro.» Nei due lavori ospitati al Teatro Comunale di Bolzano, il corale Caída Libre e il duetto ¿Hasta Dónde?, sarà possibile immergersi nel singolare stile dell’artista e nelle sue poetiche indagini. Caida Libre (Caduta libera), spettacolo per 6 danzatori professionisti e 20 amatori scelti di volta in volta nella città in cui il pezzo viene presentato, è nato nel 2014 intorno all’indagine sullo spirito di sopravvivenza e la capacità degli esseri umani di rialzarsi nonostante i disastri. «Questo pezzo – spiega

E’ israeliano ma ha trovato casa in Spagna. Dal 2006 guida una compagnia che porta il suo nome, più volte ospitata anche in Italia.

ph Andrea Macchia ancora il coreografo – nasce dalla sensazione che siamo tutti al mondo per combattere, per saperne di più, per scoprire... La caduta è una paura basica dell’essere umano che affrontiamo ogni giorno. La caduta, ovvero le difficoltà quotidiane, richiedono un supporto dell’altro, un contatto. Per sopravvivere e per poter fare con lui il passo successivo. La sensazione che la struttura sociale in cui viviamo stia cadendo a pezzi ci spinge a trovare una nuova strada da cercare dentro di noi. Se cambiamo il nostro modo di essere possiamo trovare l'armonia.» Così i danzatori professioni lavorano su aspetti primari della composizione coreografica contemporanea come l'impulso, la caduta, il rimbalzo, il sostegno, la continuazione e la lotta, mentre i restanti amatori volontari rendono l’effetto della massa e della comunità. Dalla relazione diretta con l’altro parte invece l’ormai celebre duetto ¿Hasta Dónde?, brano che è valso a Fridman nel 2012 l’Alicia Alonso ICC’12 Latin American Sharon Fridman coreografia Sharon Fridman Prize. Due personalità danzatori Arthur Bernard-Bazin, Pau Cólera, (lo stesso Fridman con Johnatan Foussadier, Maite Larrañeta, Lucía Arthur Bernard Bazin) Montes, Alejandro Moya, Melania Olcina, s’interrogano sul conLéonore Zurflüh e 20 interpreti del laboratorio cetto di distanza per creativo dare vita ad un equilidrammaturgia Antonio Ramírez-Stabivo brio che si costruisce musiche originali Luis Miguel Cobo sulla trasmissione di un scenografia e graphic design oficina 4play impulso, sulla capacità arquitectura di recepirlo, tollerarlo e luci Paloma Parra e Sergio García restituirlo al fine di troproduzione Nacho Azagra vare quella fiducia toTEATRO COMUNALE DI BOLZANO tale e reciproca che pormercoledì 12 aprile 2017 - ore 20.30 ta verso la libertà.

¿HASTA DONDE? CAÍDA LIBRE

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40 Le Muse

al Teatro Cristallo di Bolzano

Oltre il muro,

può esserci un bacio

Il Gruppo E- Motion, dopo alcuni spettacoli dedicati al mondo femminile e al problema globale dei rifiuti, propone ora un lavoro che prende le mosse da uno studio drammaturgico sul concetto di muro, reale e metaforico.

Compagnia di danza contemporanea con sede a L’Aquila, unica realtà di produzione della danza

in Abruzzo finanziata dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, E- Motion è diretta dal 2004 da Francesca La Cava, danzatrice, coreoALE ION PRIMA NAZ grafa e insegnante di tecnica contemporanea all’Accademia Nazionale di Danza di Roma. regia e coreografia Francesca La Cava. La sua personale cifra stilistica drammaturgia Guido Barbieri trova nella ricerca di un gesto costumi Chiara Defant pregnante risposte poetiche musica originale e live electronics Fabio all’analisi della condizione Cifariello Ciardi violoncello Luca Franzetti, percussioni An- umana nella società contemporanea. tonio Caggiano, In questo spettacolo, ispiinterpreti Sara Catellani, Andrea Di Matteo, Francesca La Cava, rato da Christian Boltanski e Manolo Perazzi e Valeria Russo dalla sua definizione «il Novecento è un muro», Francesca La Cava spinge il suo gruppo BOLZANO - TEATRO CRISTALLO a una riflessione su questo elemercoledì 12 ottobre 2016 - ore 21.00 mento architettonico e fun-

APRITI AI NOSTRI BACI

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zionale, apparentemente insignificante, sempre più caricato di significati simbolici. Basti pensare che una ricerca di mappatura dei muri condotta dall’Università del Québec mostra che nel 1950 i muri costruiti nel mondo erano soltanto tre, mentre oggi sono più di cinquanta. In mezzo secolo sono stati innalzati diecimila chilometri di barriere tra territori, popolazioni, nelle stesse città per creare ghetti. Senza voler riproporre sul palco l’elemento architettonico, La Cava introietta nei corpi i ‘materiali di costruzione’ del muro usando i performers come schermi su cui riflettere la realtà inquieta, mobile e instabile di oggi, accompagnata dalla musica originale e dal live electronics di Fabio Cifariello Ciardi.

Arriva al “Cristallo”

il balletto dei balletti Compagnia giovanile nazionale tra le più frizzanti, l'Opus Ballet di Firenze, nato dalla volontà di Rosanna Brocanello, ha scelto un grande titolo del repertorio per mettersi alla prova. Un titolo ‘a serata’ ispirato a Il Lago dei cigni di Čajkovskij-Petipa-Ivanov firmato dal coreografo Loris Petrillo. Una versione, la sua, tagliata su misura per esaltare l’identità artistica della formazione ed evidenziare la qualità dei talentuosi ragazzi. Caposaldo della tradizione, balletto dei balletti, Il Lago dei cigni non sembra aver intimorito Petrillo. Il nostro autore, del resto, in passato aveva già ideato due riletture contemporanee dei classici: Don Chisciotte e Romeo e Giulietta. Coreografo interessato alla danza espressiva e drammatica, a un contemporaneo energico punteggiato di tocchi teatrali, Petrillo non cambia prospettiva neppure in questo Lago e, guardando l’archetipo di fine Ottocento, se ne ispira nelle linee drammaturgiche. I temi assoluti celati nell'antico libretto – la difficile presa di coscienza di una propria identità e il complesso percorso

esistenziale che porta alla perdita irsala, da cenni di classico all’improvvisazione teatrale con assoluta duttilità. reversibile della primitiva innocenza – ritornano anche nella sua versione «Il pubblico – chiosa Petrillo – deve contemporanea. sorprendersi delle qualità che un dan«Il Lago – spiega Petrillo – racconta zatore esprime proprio nell'atto stesso l’eterna questione del dualismo tra il di danzare. E' una mia prerogativa: bene e il male, tra uomo e donna, tra dare priorità alla danza danza.» fedeltà e tradimento. D’istinto mi è venuto in mente di ricondurre la storia proprio a questo: al fatto che inevitabilmente il male si genera compagnia Opus Ballet diretta da Rosanna Bro dall'inganno erotico che regola i Coreografie e regia Loris Petrillo rapporti tra uomo e donna: il cigno Musiche Pëtr Il'ič Čajkovskij ne diventa espressione. Un tema Danzatori Camilla Bizzi, Boris Desplan, Loantico come il mondo, pensiamo renzo Di Rocco, Gioia Martinelli, ad Adamo ed Eva, o ad Artù e MorGiada Morandin, Marco Pergallini, Jennifer gana.» Lavinia Rosati, Gabriele Vernich, Distante dalla tradizione è inLuca Zanni vece il suo linguaggio coreografico, Costumi Santi Rinciari contemporaneo e plurimo di stili. Il cambio di tecniche mette a prova BOLZANO - TEATRO CRISTALLO costante i giovani interpreti che Mercoledì 21 dicembre 2016 - ore 21.00 trascolorano dal modern ai balli di

IL LAGO DEI CIGNI

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Le Muse 41

Anime attanagliate dai vizi

La nuova produzione della coppia di artisti Abbondanza/Bertoni di stanza al Teatro alla Cartiera di Rovereto indaga la cecità nei confronti del vizio nella società contemporanea. Pionieri nel panorama nazionale di un teatrodanza lirico ed evocativo, incentrato sull’umano e sui sentimenti che imprigionano ed esaltano l’uomo, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni con la compagnia che porta il loro nome, fondata esattamente vent'anni fa, hanno pensato a un nuovo lavoro per cinque interpreti su un male della nostra società. Gli orbi, creazione nata in collaborazione con il drammaturgo e attore Danio Manfredini e ispirata all’omonimo dipinto di Pieter Bruegel, suggerisce già nel più che mai esplicito titolo, la posizione degli autori. «Sembra –

Massimo Trombetta e i due autori - illuminati dalle luci poetiche di Andrea Gentili, l’infame carico della rappresentanza dell’umanoide contemporaneo. I protagonisti sono caricature portatrici di volta in volta di un malessere infettivo che trova nella sua semplice esposizione e visibilità la nemesi necessaria alla redenzione. Posseduti dal vizio, ma anche dalla possibilità di affrancarsene, si espongono alla gogna della vergogna di chi non vede con gli occhi e con il cuore.

spiega Antonella Bertoni – che gli esseri umani abitino corpi animati (da cosa bene non si sa) che interagiscono tra loro senza un reale scopo da perseguire. Orbi – incalza Michele Abbondanza – perché non ci vediamo più. Ma anche orbi perché mancanti, assenti, privi. Orbi di Compagnia Abbondanza/ Bertoni di: Michele Abbondanza E Antopace e di onore (come suona annella Bertoni tica questa bella parola...) ma ancon: Eleonora Chiocchini, Tommaso che umanità ‘orba di tanto spiro’ Monza, Massimo Trombetta, Antodi manzoniana memoria cioè: nella Bertoni, Michele Abbondanza privi dell’energico spirito vitale.» Sulle spalle dei cinque perBOLZANO - TEATRO CRISTALLO sonaggi in scena - Eleonora Mercoledì 15 febbraio 2017 - ore 21.00 Chiocchini, Tommaso Monza,

GLI ORBI

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La danza fluida e virtuosa

di Merola e Morelli un brano per quattro uomini intitolato Formatosi ballerino classico alla Scuola di Cosi-Stefanescu a Reggio La metà dell’ombra, uniti nella serata Emilia, Michele Merola ha poi prediletto dalla comune tematica della sacralità il contemporaneo militando a lungo e del rito. in Aterballetto prima di cimentarsi Morelli inevitabilmente si è acconella coreografia in prima persona e stato per la sua Sagra alla celeberrima arrivare a fondare la MM Contemporary partitura di Stravinskij riproponendo Dance Company. MM sta, ovviamente, l’inesorabile rituale del gruppo che per le iniziali del suo nome. Il repertorio sceglie un capro espiatorio su cui scadella compagnia si nutre di suoi lavori, ricare responsabilità e timori. Merola più di trenta a oggi, e di alcuni brani adagia il suo viaggio ideale e impalpabile nella sacralità sulle note di Jofirmati da coreografi ‘ospiti’. Tra questi c’è Enrico Morelli, danzatore dell’enhann Sebastian Bach e Geert Hendrix, semble e cofondatore con Merola del sviluppando una danza di sentimenti progetto di formazione professionale contrastanti, sospesa tra senso delAgora Coaching Project. l’espiazione e speranza di redenzione. Il dittico proposto nell’ambito della stagione danza al Teatro Cristallo porta la firma di entrambi, fautori di una danza (Le Sacre du printemps) Coreografia Michele Merola astratta, fluida, virCompagnia MM Contemporary musica Johann Johannsson, tuosa ed evocativa Dance Company Geert Hendrix, J.S. Bach, Senking che si adagia su imcoreografia Enrico Morelli luci Cristina Spelti ponenti partiture musica Igor Stravinskij costumi Carlotta Montanari musicali. Morelli fircostumi Nuvia Valestri interpreti Paolo Lauri, Francesco ma un’originale verlight design Cristina Spelti Mariottini, Enrico Morelli, sione della Sagra del- interpreti MM Contemporary Dance Giovanni Napoli la primavera per dieCompany ci interpreti, Merola BOLZANO - TEATRO CRISTALLO

LA SAGRA DELLA LA METÀ PRIMAVERA DELL'OMBRA

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mercoledì 15 marzo 2017 - ore 21.00

La Compagnia Abbondanza/Bertoni festeggia i vent'anni immaginando nuove “Sequenze per il futuro" Lo spettacolo GLI ORBI in calendario al “Cristallo” di Bolzano il 15 novembre, sarà anticipato alle ore 18.00 presso la Sala Giuliani dalla proiezione del documentario “Sequenze per il futuro" alla quale seguirà un incontro-dibattito. Realizzato in occasione di un progetto di residenza “Schiudere uno Spazio” della Compagnia “Abbondanza/Bertoni – I BAMBINI” e ospitato dal Festival Pergine Spettacolo Aperto, il filmato documenta l'esperienza di otto giovani performer che hanno partecipato a una residenza creativa sotto la guida di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Con l'obiettivo di fare esperienza di una creazione estemporanea in un luogo non protetto come il teatro, hanno deciso di lavorare attorno al concetto di "effimero". Guidati dai due coreografi, hanno inscenato eventi propri della sfera adulta: il parto, la nascita, il compiersi e l'esaurirsi della vita nella sua brevità e l'inevitabile morte e, di fronte alla presa di coscienza dell'ineluttabile caducità delle cose terrene, la loro risposta è stata unanime: la nostra esistenza è fugace, quindi vogliamo viverla appieno. Il film documenta quest'esperienza, raccoglie le impressioni e le difficoltà che questi giovani incontrano nel mettersi alla prova in quegli intensi quattro giorni.


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La poesiia a c t a b o r c a della verti danz cale a

Ad aprire il trittico di rappresentazioni sarà TiraVoL, uno spettacolo della Compagnie Daraomaï dove le acrobazie si fanno mezzo di espressione teatrale. Il duo francocatalano formato da Agnes Fustagueras Puig e David Soubies trasporta il pubblico in un emozionante “universo sospeso” dove tutto naviga tra forza e fragilità. Al centro della scena, una struttura a prisma triangolare, un labirinto di ferro con il quale gli artisti giocano, ondeggiando e volteggiando in continuazione. E' così che, attraverso un autentico percorso iniziatico, si trovano ad affrontare le forze sconosciute dentro di sé. In questa ricerca di identità, ognuno affronta le proprie convinzioni e le proprie differenze, portando a galla la relazione con l’altro: un mistero insondabile. Ma TiraVoL è anche la storia di un viaggio, un incontro, un dialogo tra due culture, tra il lato nord e il lato sud di una sola montagna. Un inno alla diversità, una storia tra illusione e realtà. Uno spettacolo in cui il corpo e l’essere rivestono i ruoli principali. Si può partire da una domanda per inquadrare il secondo degli spettacoli in cartellone: che cosa succederebbe se improvvisamente cambiassero le leggi della gravità? Surreale, divertente, sorprendente e toc-

cante, Leo sfida e destabilizza i nostri sensi e la nostra percezione della realtà attraverso un’ingegnosa interazione di performance dal vivo e proiezioni video. E alla fine della rappresentazione il pubblico finirà per domandarsi quale sia il sopra e quale sia il sotto. Diretto dall’attore e regista canadese Daniel Brière, racconta il viaggio straordinario di un uomo ordinario, il cui mondo è fisicamente sconvolto. Quando lo incontriamo per la prima volta, Leo è solo con la sua valigia ma più il tempo passa, più si rende conto che non tutto è quel che sembra. E sarà proprio quella valigia ad offrirgli un modo straordinario e del tutto inaspettato, lanciandolo in avventure sorprendenti attraverso mondi effimeri e immaginari. Fino a portarlo ad affrontare la più importante di tutte le sue avventure: la ricerca della libertà. Concluderà la rassegna la Compagnie Retouramont diretta da Fabrice Guillot, artista con un passato da alpinista e un presente da coreografo, scenografo e ideatore di sorprendenti spettacoli aerei che sfidano la gravità. La drammaturgia dei suoi allestimenti si articola in base alle peculiarità dell’architettura e dei volumi degli spazi scenici che li ospitano, sviluppando riflessioni

ph Yahnn Owen

Sarà anche quest'anno il Teatro Sanbàpolis a Trento Sud a ospitare la mini-rassegna, organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con il CID – Centro Internazionale Danza e il Festival Oriente Occidente, e dedicata ad una forma di spettacolo che sta trovando nel pubblico sempre maggiori consensi: la danza verticale.

che mirano alla comprensione dei segni e dei materiali presenti nello spazio pubblico. Voluminosité è uno spettacolo che ci insegna che il passo tra scalare vette e danzare in aria creando volteggi mozzafiato è davvero breve. In questo spettacolo due danzatrici aeree di formazione circense, Francisca Alvarez e Cybille Soulier, danzano sospese su una grande scultura antropomorfa che, con l’evolversi della performance, si trasforma da oggetto inanimato in complice e rivale delle interpreti. E così il gioco dei volumi prende forma. Uno spettacolo pieno di magia e leggerezza che sfida le leggi della fisica con poesia.

....................... TRENTO – Teatro Sanbàpolis Venerdì 25 novembre 2016 - ore 21.00 VOLUMINOSITÉ Compagnie Retouramont Martedì 31 gennaio 2017 - ore 21.00 LEO Y2D Productions Venerdì 31 marzo 2017 - ore 21.00 TiraVoL Compagnie Daraomaï


Natale

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Le evoluzioni natalizie dei cuochi dalle “sette dita” Surreale a partire dal suo nome, che si può tradurre in “Le sette dita della mano”, questa compagnia di teatrocirco del Québec si è imposta sul piano internazionale grazie alla qualità dei suoi artisti, acrobati straordinari, ottimi danzatori e performers di teatro contemporaneo. Per la prima volta a Trento dopo aver meravigliato il pubblico lo scorso anno al Festival “Romaeuropa”, la compagnia canadese di "nuovo circo" Les 7 Doigts De La Main sarà a Natale e nei giorni seguenti al Teatro Sociale con Cuisine Et Confessions, un incontro tra danza e cucina. In questo spettacolo originale e sorprendente, che porta la firma dei registi e coreografi di Shana Carroll e Sébastien Soldevila, la preparazione di veri e propri cibi, perfettamente commestibili, dà lo spunto per straordinari numeri di acrobazia danzata, ad alto tasso spettacolare e giocati sul tempo di cottura che, come è noto, non perdona. Sul palcoscenico sarà allestita una cucina fornita di tutto punto e funzionante; ci saranno i fornelli, l’acquaio, il frigorifero, il forno a microonde. Sarà questa inedita scenografia ad accogliere uno spettacolo di acrobazie culinarie potente e di fortissimo impatto, dove la vita quotidiana, anche con le sue routine e banalità, viene esaltata nella dimensione della finzione e del meraviglioso. Ma in quest’atmosfera surreale ed esilarante c'è anche spazio per le confessioni: dal primo bacio al sapore di cioccolato, a una serata solitaria tra una tisana e un barattolo di marmellata, fino ai reconditi segreti delle ricette che ogni famiglia gelosamente custodisce. E' così che il profumo e i sapori che

ph Alexandre Galliez

si sprigionano da una pentola o magari bre e novembre con la regia di Marco anche da un mazzetto di erbe aromaBernardi. Ma qui siamo invece a Natale tiche finiscono per colpire, squadere quindi un piccolo strappo goloso si nando il vissuto individuale, i rapporti impone: sarà quindi cura della cominterpersonali e le relazioni tra culture pagnia “Les 7 doigts de la main” provdiverse. Da cuocere a fuoco lento in vedere nell'occasione alla preparazione una cucina piena di segreti. di un dolce a tema ... Cucina e confessioni, appunto. PREZZI INTERO RID. CONV. RID. GEN. >65 RID. GIOV.<26 E non sarà quindi Centrale € 25,00 € 22,00 € 20,00 € 15,00 un unicum nella Laterale € 23,00 € 20,00 € 18,00 € 12,00 programmazione Galleria € 18,00 € 16,00 € 15,00 € 10,00 2016/'17 del Centro Servizi Culturali S. Chiara, in quanto la perforCompagnia “Les 7 doigts de la main” (Canada) mance della comregia: SHANA CARROLL SÉBASTIEN SOLDEVILA pagnia canadese assistente artistico, Direttore di palco: SABRINA GILBERT, si pone in stretta sound engineer: COLIN GAGNÉ, relazione tematidisegno luci: ÉRIC CHAMPOUX, scenografia: ANA CAPPELLUTO, ca con lo spettacostumi: ANNE-SÉGUIN POIRIER, colo di apertura apparato acrobatico: YANNICK LABONTÉ, della Stagione: La direttore tecnico: YVES TOUCHETTE, cucina di Arnold musiche originali, arrangiamenti: NANS BORTUZZO, RAPHAËL Wesker che andrà COLIN GAGNÉ, SPIKE WILNER, DJ POCKET CRUZ in scena al “Cuminetti” nell'inTRENTO – Teatro Sociale terpretazione del• sabato 24 dicembre 2016, ore 16.00 la nuova Compa• domenica 25 dicembre 2016, ore 20.30 gnia regionale che • lunedì 26 dicembre 2016, ore 20.30 esordirà nei giorni • martedì 27 dicembre 2016, ore 20.30 a cavallo fra otto• mercoledì 28 dicembre 2016, ore 20.30

CUISINE ET CONFESSIONS

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Capodanno

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Per Capodanno tornano i

SONICS

con uno spettacolo di acrobazie colorate

I Sonics tornano a Trento per la serata di San Silvestro e il Capodanno con una nuova avventura acrobatica dal titolo TOREN, spettacolo fortemente visuale e ricco di nuove sperimentazioni sceniche e acrobatiche.

TOREN - Compagnia SONICS

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TRENTO – Teatro Sociale • sabato 31 dicembre 2016 - ore 21.00 • domenica 1 gennaio 2017 - ore 18.00

Già applaudita protagonista in passato dello spettacolo di fine anno, torna al Sociale questa compagnia torinese dalla caratura internazionale nel cui prestigioso curriculum figura la partecipazione a grandi eventi mediatici e festival in tutto il mondo. Con le loro esibizioni i Sonics hanno sorvolato, infatti, le piazze e i teatri di mezzo mondo, da Miami a Dubai, da Patrasso a Mumbai, passando per Atene, Beirut, Kiev e Rio de Janeiro. Sanno coniugare acrobazie aeree mozzafiato e performance atletiche dove potenza e grazia fisica creano un mix perfetto, base per i loro spettacoli sempre sospesi tra sogno e realtà.

Presentato in anteprima mondiale al ph Charlie Stive Dagna Fringe Festival di Edimburgo nelvero la somma di tutti i colori! l’estate dello scorso anno, Toren è un «Toren – spiegano gli autori dello vero e proprio “inno” al colore, simbolo spettacolo – è una sorta di “Torre” di felicità, passione e speranza. Lo dalle mille sfumature, dove si racspettacolo, creato e diretto da Aleschiudono le esperienze e le avventure sandro Pietrolini e coreografato da delle nostre vite, è il luogo dei ricordi Micol Veglia e Federica Vaccaro, sugdei tempi “a colori” che spesso digerisce una riflessione: tutta la magia mentichiamo di aver vissuto ma che e l'emozione che il colore è in grado la nostra memoria ha gelosamente di creare si perdono man mano che custodito, in attesa che qualcuno torl'essere umano da bambino diventa nasse a riprenderseli.» adulto. Anche con questo nuovo spettaSul palco si dipana la storia di colo i Sonics andranno “alla conquiun uomo che, inconsapevolmente sta” degli spazi del Teatro Sociale diintrappolato nella sua routine, vive segnando coreografie, interagendo una vita in "bianco e nero", oramai con macchine e attrezzi di scena di incapace di cogliere le mille e colorate loro invenzione, ma anche calandosi sfumature della realtà. Un giorno dalle “americane”, dal graticcio e dai però qualcosa sconvolge questi equipalchi. Per riprodurre quella Meralibri e l’uomo scivola in un mondo viglia che già in più di una occasione di colore e stupore dove, grazie ad ha saputo affascinare il pubblico un salvifico stravolgimento di punti trentino. di vista, iniziano a succedere cose incredibili. Il segreto di Toren è cominciare a guardare la vita con occhi diPREZZI INTERO RID. CONV. RID. GEN. >65 RID. GIOV.<26 versi. Solo a quel Centrale € 25,00 € 22,00 € 20,00 € 15,00 punto il bianco si Laterale € 23,00 € 20,00 € 18,00 € 12,00 rivelerà per quello Galleria € 18,00 € 16,00 € 15,00 € 10,00 che è in realtà, ov-


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ABBONAMENTO ANCH'IO 8 PREZZI UNICO € 30

BIGLIETTI ANCH'IO A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ PREZZI INTERO Posto unico non numerato € 6,00

RID. BAMB. 3-12 A. € 4,00

0-3 anni e dal 4 figlio omaggio

BIGLIETTI SCAPPO A TEATRO ALUNNI € 5,00

INSEGNANTI omaggio ogni 15

INSEGNANTI +1 € 1,00 Immagine dellla spettacolo “IL PAESE SENZA PAROLE” Illustrazioni di Giovanni Zanella


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Anch'io a teatro

TRIPULA

con MAMMA E PAPÀ

Uno spettacolo emozionante sull’avventura dei fratelli Mongolfier diventa metafora del volo e del potere dell’immaginazione dell’uomo. Pep e Jordi Farres, i due attori protagonisti, accolgono il pubblico fin dal suo arrivo e coinvolgono attivamente i bambini in un viaggio fantastico fatto di avventure insolite e romantiche, senza tempo e senza spazio, per animare le quali utilizzano diverse tecniche teatrali: dal teatro di marionette, alle ombre cinesi passando per giochi di luce e magie sonore. Lo spettacolo ha ricevuto in Spagna la menzione speciale della Giuria Internazionale nell'edizione 2015 della Fira de teatre de titelles di Lleida. compagnia: FARRÉS BROTHERS I CIA di: e con Jordi Palet, Pep Farrés, Jordi Farrés regia: Jordi Palet i Puig ETA' CONSIGLIATA: dai 4 anni

................................. TRENTO - TEATRO SANBAPOLIS - MASSIMO 90 SPETTATORI sabato 5 e domenica 6 novembre 2016 - ore 16.00 e ore 17.30

- Premio FETEN 2016 al migliore spettacolo di spazio non convenzionale - Premio FIRA DE TITELLES DE LLEIDA 2015 a la Miglior Scenografia e Menzione Speciale della Giuria Internazionale

L’INFANZIA del Mago La storia di un apprendista mago che vive, fin dalla nascita, dietro le quinte di un teatro. Lo hanno allevato tre zii, grandi maghi ormai vecchi, che gli hanno insegnato ciò che un giovane mago deve sapere, e così lui ha vissuto in equilibrio sul filo sottile che divide il vero dal finto. Ma il giovane è cresciuto ed è giunto il momento in cui gli zii devono lasciarlo andare per la sua strada; non prima però di aver compiuto un’ultima grande magia. L'apertura dello spettacolo è affidata alla clownerie. Poi, piano piano, ai fuochi d'artificio scenici e agli ostentati giochi di prestigio si affianca un mondo dalle atmosfere rétro che stimola la riflessione sul tempo che passa.

Incerti Tocci ph Nicolò Degl'

Compagnia: Cà luogo d'arte Con: Alberto Branca, Alejandro Zamora, Piergiorgio Gallicani, Zeno Bercini Regia e scenografie: di Maurizio Bercini TRENTO - TEATRO CUMINETTI Testo: Marina Allegri, riadattamento da Herman Hesse sabato 12 e domenica 13 novembre 2016 - ore 16.00 ETA' CONSIGLIATA: dai 5 anni

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I brutti ANATROCCOLI Essere uguali o essere diversi: cosa ci fa sentire a posto, oppure in difetto rispetto a come si dovrebbe essere? Per una bambina o per un bambino ogni attimo rappresenta la costruzione di un pezzo della propria identità, ma il mondo è pieno di modelli e di stereotipi di efficienza e bellezza rispetto ai quali è anche facilissimo sentirsi a disagio. Basta portare gli occhiali, o avere la pelle un po' più scura o un po' più chiara, o far fatica a scavalcare un gradino con la sedia a rotelle! E' proprio da queste differenze che bisogna partire per costruire noi stessi e la nostra identità, accettando le differenze e le unicità di ciascuno. Per imparare a volare nel vasto cielo della vita. compagnia: Compagnia teatrale Stilema di e con: Silvano Antonelli ETA' CONSIGLIATA: dai 3 anni

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TRENTO - TEATRO CUMINETTI sabato 26 e domenica 27 - novembre 2016 - ore 16.00


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La GALLINELLA rossa Mentre razzola alla ricerca di cibo, una gallinella intuisce che il chicco di grano trovato può essere sfruttato in maniera diversa, rinunciando alla soddisfazione immediata in favore di un miglior risultato futuro, che però richiede lavoro, impegno e pazienza. Gli altri animali sono troppo pigri o troppo impegnati per aiutarla, ma alla fine, davanti al profumo del pane caldo, riconosceranno l'errore. Il teatro d'attore di Danilo Conti coinvolge i bambini in un mondo familiare e colorato che si serve di pupazzi, strumenti musicali e divertenti filastrocche per condurre i più piccoli verso la riflessione su valori quali la collaborazione, l’etica del lavoro, la tenacia.

....................... TRENTO - TEATRO CUMINETTI sabato 3 e domenica 4 dicembre 2016 - ore 16.00

Compagnia: Tanti così progetti - Accademia perduta Con: Danilo Conti Testo e Regia: Danilo Conti e Antonella Piroli ETA' CONSIGLIATA: dai 3 anni

SOTTO LA NEVE Minuetto d'Inverno

ph Domenico

Moiola

Tornata dalle vacanze estive, la signora Verde trova nel suo salotto il signor Bianco (l’inverno), giunto per imbiancare e mettere a dormire ogni cosa. E’ l’inizio di una serie di piccole avventure comiche fatte di scontri, malintesi e bisticci. A poco a poco, però, la signora Verde scoprirà i piaceri che l'inverno porta con sé e i due personaggi finiranno per fare amicizia. Finché il ritorno della primavera li porterà a separarsi nuovamente. Ma tutto ritorna e pertanto, secondo le regole della natura, il congedo fra i due non sarà che un lieto arrivederci. Lo scorrere del tempo e l'alternanza delle stagioni sono le tematiche che questo spettacolo affronta con una drammaturgia minimale, ma ricca di immagini. compagnia: Accademia perduta - di: Marcello Chiarenza con: Mariolina Coppola e Maurizio Casali ETA' CONSIGLIATA: dai 4 anni

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TRENTO - TEATRO CUMINETTI sabato 17 e domenica 18 dicembre 2016 - ore 16.00

BABBO NATALE e la pozione delle 13 erbe La crudele Regina Tormenta, dopo aver congelato il cuore di Babbo Natale, si è impadronita della sua magica slitta per portare a termine un terribile piano segreto. Nikolas, l'apprendista di Babbo Natale, e Rudolph, la fidata renna dal naso rosso, per salvare il Natale si avventurano alla ricerca del Vecchio Gnomo Saggio, il solo a sapere dove crescono le tredici erbe magiche necessarie per sciogliere l'incantesimo. Una girandola di avventure e colpi di scena per un vero e proprio Fantasy in stile musical emozionante e divertente. Uno spettacolo dedicato a tutta la famiglia, con trama e canzoni originali nel rispetto della tradizione e della magica atmosfera del Natale.

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TRENTO - TEATRO AUDITORIUM domenica 08 gennaio 2017 - ore 16.00

compagnia: Fondazione Aida di: Pino Costalunga, Raffaele Latagliata con: Matteo Ippolito, Marco Gabrielli, Danny Bignotti e Agnese Fallongo testi e musiche originali: Laura Facci ETA' CONSIGLIATA: dai 4 anni


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cielo IL DEGLI ORSI

Lo spettacolo si compone di due storie. La prima ci racconta di un orso che vuole diventare papà; la seconda narra invece di un orsetto che, rattristito per la morte del nonno, vorrebbe raggiungerlo. Per entrambi l’infinità del cielo sembra essere l’unico luogo in cui le loro domande possono essere soddisfatte. Tuttavia, alla fine del loro cercare, capiranno che la risposta si trova sulla Terra. Il grande orso la trova in una bella orsa che gli compare al fianco e con la quale passerà la primavera; il piccolo orso la trova invece nelle rassicuranti certezze degli affetti familiari che si prendono cura di lui, affinché superi il suo dolore e si convinca che la vita è il suo più bel cielo. Compagnia: Teatro Gioco Vita - con: Deniz Azhar Azari, Andrea Coppone Regia e Scene: Fabrizio Montecchi - ETA' CONSIGLIATA: dai 3 anni

....................... TRENTO - TEATRO CUMINETTI

sabato 21 e domenica 22 gennaio 2017 - ore 16.00

STORIA DI UN BAMBINO e di un pinguino Un bambino trova un pinguino triste davanti alla porta e, dopo aver costruito una barca, affronta con lui un lungo viaggio verso il Polo Sud per riportarlo a casa. E così, dopo mille avventure e mille tempeste, tra gesti incompresi, fraintendimenti e gag surreali, i due arriveranno alla fine del loro viaggio. Una storia buffa per parlare di mondi sconosciuti che si incontrano, della difficoltà di comunicare e comprendere chi è altro da noi, di un oceano da solcare per far crescere affetto e amicizia e diventare grandi. Mescolando momenti poetici con invenzioni di stampo clownesco, lo spettacolo si fa amare per la leggerezza e la poesia dei suoi accenti.

....................... TRENTO - TEATRO CUMINETTI

sabato 04 e domenica 05 febbraio 2017 - ore 16.00

Ragazzi “AnQuest’anno, per la rassegna di Teatro “Scappo a Teatro”, ch’io a teatro con mamma e papà” e i ad un giovane si è deciso di affidare le illustrazion ottenne writer dici , artista emergente. Giovanni Zanella passione per cata spic trentino, ha dimostrato una uenta la V freq ente alm l’arte fin da bambino ed attu di Trento. oria Vitt o istic Art superiore presso il Liceo modo di to avu già ha età, ane Nonostante la giov o decorazioni e mettere in mostra la sua arte, firmand pareti del territorio graffiti presenti su molte strutture e trentino.

Compagnia: Teatro Il Telaio Di: Angelo Facchetti Con: Michele Beltrami e Paola Cannizzaro ETÀ CONSIGLIATA: dai 3 anni


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SCAPPO A TEATRO TRIPULA Un'esperienza di viaggio all'interno di una mongolfiera, porta il pubblico ad essere attivo protagonista di avventure strampalate ma romantiche, in posti insoliti come il mare dei dubbi, alla ricerca dei tre animali che prima dell'uomo solcarono i cieli su un pallone aerostatico dei fratelli Mongolfier. Gli attori accompagnano il pubblico in un viaggio fantastico fatto di avventure senza tempo e senza spazio, per animare le quali utilizzano diverse tecniche: dal teatro di marionette, alle ombre cinesi passando per giochi di luce e magie sonore. Uno spettacolo emozionante che diventa metafora e divertente occasione didattica sul tema del volo e sul potere dell’immaginazione. compagnia: FARRÉS BROTHERS I CIA di: e con Jordi Palet, Pep Farrés, Jordi Farrés regia: Jordi Palet i Puig ETA' CONSIGLIATA: 4/8 anni - Premio FETEN 2016 al migliore spettacolo di spazio non convenzionale - Premio FIRA DE TITELLES DE LLEIDA 2015 a la Miglior Scenografia e Menzione Speciale della Giuria Internazionale

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TRENTO - TEATRO SANBAPOLIS MASSIMO 90 SPETTATORI lunedì 7 novembre 2016 - ore 9.30 e 11.00

FRANKY d o o w y l l o H o goes t back . .and Il "sogno americano" vissuto da un artista di strada che emigra negli USA nel secondo novecento. Lo spettacolo, in lingua inglese, è ambientato tra Covent Garden e Hollywood e racconta la storia di Franky Pavone, un artista di strada italiano, esperto di giocolerie, che si reca in America per essere il protagonista in un film. Un modo divertente per approcciare la lingua inglese, in quanto la storia viene raccontata da due attori che interpretano sei personaggi diversi, con pochi mezzi, molta interazione col pubblico e una colonna sonora a ritmo di rock. Vengono approfonditi diversi elementi didattici tipici dei corsi riservati a questa fascia d'età e si passano in rassegna diversi vocaboli relativi al mondo dell'arte.

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TRENTO - TEATRO CUMINETTI Lunedì 6 febbraio 2017 - ore 10.00

ACTION THEATRE IN ENGLISH di: Rupert Raison e Francesco Giorda maschere: Mike Chase ETA' CONSIGLIATA: 11/13 anni


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DINOSAUR

Detective

Lo spettacolo, in lingua inglese, ci porta al Natural History Museum di Londra dove il detective paranormale John Bod investiga, insieme alla nipotina di dieci anni, su un misterioso furto di ossa di dinosauri. Uno spettacolo ricco di momenti comici e di mistero, con musiche originali, animato da pupazzi e maschere e con grande partecipazione del pubblico. Permette di approfondire diversi elementi didattici tipici dei corsi riservati a questa fascia d'età. Sul versante lessicale vengono utilizzati diversi vocaboli relativi agli animali, al tempo, al lavoro, all'indicazione di luoghi e direzioni.

ACTION THEATRE IN ENGLISH di: Rupert Raison musiche: Andrea Bove costumi: Simona Randazzo ETA' CONSIGLIATA: 3/9 anni

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TRENTO - TEATRO CUMINETTI martedì 7 febbraio 2017 - ore 10.00

KUSS KUMMER

Coca Cola

Uno spettacolo sul tema dell'emigrazione e sui problemi degli adolescenti tra scuola e primi amori. Siamo nel 1957 quando Antonia, appena emigrata in Germania con la sua famiglia, incontra Frank durante il primo giorno di scuola. E' un incontro imbarazzante e al tempo stesso emozionante. Tom, nel frattempo, vuole aiutare l'amico Frank a risolvere i suoi problemi finanziari, scassinando la macchinetta che distribuisce la Coca Cola a scuola. Ma, nello sviluppo dello spettacolo, scopriremo che Frank non è innamorato solo di Antonia ….. compagnia: Platypus Theatre con: Anja Scollin, Peter Scollin, Carolyn del Rosario ETA' CONSIGLIATA: 14/16 anni

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lunedì 20 febbraio 2017 - ore 10.00

WILLIAM the conqueror Spettacolo in lingua inglese sul rapporto tra vita reale e vita virtuale, in un'avventura coinvolgente sviluppata attraverso il raccolto di alcune leggende. Quando il suo amato videogame si trasforma misteriosamente in realtà, William viene catapultato in un mondo arcano e magico, dove Re artù, San Giorgio, Robin Hood e molti altri personaggi prendono vita e si intrecciano, per aiutare il ragazzo a combattere il drago di fuoco. Alla fine dell'avventura, William comprenderà che un videogame può anche essere divertente, ma le opportunità e le sfide della vita reale sono più utili e stimolanti. In un allestimento ricco di suspence e di umorismo, la storia è presentata in forma comprensibile, con un linguaggio semplice, che non rallenta il ritmo dell’azione scenica. Compagnia: Arcadia Teatro direttori artistici: Carlo Orlandi, Graham Spicer ETA' CONSIGLIATA: 6/8 anni

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TRENTO - TEATRO CUMINETTI giovedì 2 marzo 2017 - ore 10.00


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chiamo Alex e FA' AFAFINE Mi sono un Dinosauro Nella lingua di Samoa, il termine "Fa' afafine" definisce coloro che fin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro. Anche Alex è un “gender creative child”: dice di essere maschio nei giorni pari e femmina in quelli dispari, ma quando si innamora di Elliot sono molti dubbi che si insinuano in lui. I suoi genitori hanno sempre pensato che fosse un problema, hanno creduto di doverlo cambiare. Questo, però, è un giorno speciale, in cui un bambino-bambina diventa il papà-mamma dei suoi genitori, e insegna loro a non avere paura. Un tema arduo, affrontato con coraggio e accuratezza di indagine e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza. Compagnia: CSS Udine regia: Giuliano Scarpinato interpreti: Michele Degirolamo in video: Gioia Salvatori, Giuliano Scarpinato visual media: Daniele Salaris - Videostille progetto scenico: Caterina Guia assistente scene e costumi: Giovanna Stinga luci: Paolo Meglio ETA' CONSIGLIATA: 11-15 anni

IL PAESE

senza parole

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TRENTO - TEATRO CUMINETTI lunedì 6 marzo 2017 - ore 10.00

Nel paese dove si comprano le parole, Philèas non può rivelare a Cybelle i sentimenti che prova per lei, perché non ha abbastanza soldi per comporre una frase così importante. Allora è costretto a cercare parole qua e là, finché riesce a conquistare Cybelle. Ma quando una tempesta la porta via, Philèas è costretto a cercare nuove parole per ricongiungersi alla sua amata per sempre. L'elegante commistione di narrazione, danza e musiche sono le travi portanti di uno spettacolo poetico, emozionante, delicato, sospeso nel tempo e nello spazio. Il ritmo incalzante della prima parte, rallenta nella seconda e la parola lascia il posto all'emozione e alla riflessione. Durante lo spettacolo si ride, si piange e il volo sognante dell'immaginazione risveglia il bambino che è in ognuno di noi. ROSSO TEATRO Testo di: Roberto Anglisani, Marianna Batelli e Alessandro Rossi Con: Marianna Batelli e Alessandro Rossi Musiche originali: Marcello Batelli Coreografie: Marianna Batelli Costumi: Mirella Salvischiani Regia: Roberto Anglisani Genere: Teatro di narrazione e danza ETA' CONSIGLIATA: 6/10 anni

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TRENTO - TEATRO CUMINETTI mercoledì 22 marzo 2017 - ore 10.00


54 Le Muse


Le Muse 55

Musica BIGLIETTI JAZZ'ABOUT TRENTO INTERO € 18,00 € 18,00 € 24,00 € 24,00

Mark Guiliana Gogo Penguin Incognito Snarky Puppy

RID. CONV. € 16,00 € 16,00 € 22,00 € 22,00

RID. GIOV.<26 € 12,00 € 12,00 € 18,00 € 18,00

ABBONAMENTO JAZZ'ABOUT TRENTO 4 INTERO € 60,00

RID. CONV. RID. GIOV.<26 € 55,00 € 42,00

BIGLIETTI JAZZ'ABOUT ROVERETO INTERO € 18,00

RID. CONV. € 16,00

RID. GIOV.<26 € 12,00

ABBONAMENTO JAZZ'ABOUT ROVERETO 4 INTERO € 50,00

RID. CONV. RID. GIOV.<26 € 45,00 € 40,00

BIGLIETTI OPERETTA PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 30,00 € 22,00 € 18,00

RID. CONV. € 27,00 € 20,00 € 16,00

RID. GEN. >65 e RID. GIOV.<26 € 24,00 € 18,00 € 14,00

ABBONAMENTO OPERETTA PREZZI Centrale Laterale Galleria

INTERO € 45,00 € 34,00 € 27,00

RID. CONV. RID. GEN. >65 <26 € 40,00 € 36,00 € 30,00 € 27,00 € 24,00 € 22,00

BIGLIETTI TRANSITI INTERO € 10,00

RID. <26 € 5,00

ABO TRANSITI per sonorizzazione film 20-21 marzo 2017 INTERO € 15,00

RID. GIOV.<26 € 7,00

BIGLIETTI MUSICA MACCHINA Posto unico non numerato € 5,00


56 Le Muse

JAZZ' ABOUT

MARK GUILIANA

MARK GUILIANA porta il drumming jazz nel futuro ..................

+ NICOLA CONTE

Trento - Teatro Auditorium Venerdì 21 ottobre 2016 - ore 21.00

Continuano più intense che mai, alla guida di un quartetto, le avventure fiammeggianti di Mark Guiliana. Portare il drumming jazz nel futuro. Come ha avuto modo di scrivere il magazine londinese Time Out, una delle bibbie mondiali dell'intrattenimento: «Cosa succede quando si prendono i grandi campioni dell'hard bop nel campo della batteria come Elvin Jones e Art Blakey, li si unisce a strumentazione elettronica come una drum machine 808 della Roland, si divide per il sapore hip hop di Jay Dee e si moltiplica per l'impatto ritmico di uno Squarepusher? Risposta: Mark Guiliana». Rende in effetti l'idea. Poco più che trentacinquenne,

Guiliana ha già un curriculum spaventoso (da Mehliana, il progetto a duo col grande Brad Mehldau, a collaborazioni che vanno da Bobby McFerrin e Avishai Cohen a David Bowie, è suo infatti il drumming su “Blackstar”, l'ultimo bellissimo album dell'artista inglese deceduto a inizio 2016). Ma ancora più spaventosa e impressionante è la sua capacità di (ri)costruire la grammatica del jazz “storico” appoggiandosi su coordinate iper-contemporanee. Un talento che è entrato nei radar più attenti già al-

ORLANDO JULIUS & THE HELIOCENTRICS + ROMARE

........................ Rovereto - Auditorium Melotti Sabato 12 novembre 2016 - ore 21.00

Nella sua terra d’origine, la Nigeria, è una leggenda. Ma che la popolarità di Orlando Julius abbia saputo valicare i confini del continente africano è, in qualche modo, inevitabile: lo è perché lui stesso comunque ha speso un po’ di anni della sua vita da musicista e turnista di spessore in America (con collaborazioni che sono andate da Lamont Dozier ai Crusaders), ma soprattutto perché è proprio la sua musica, il suo fraseggio a saper incorporare con classe, energia e naturalezza gli alfabeti di due mondi: quello occidentale, tra jazz, funk e soul, e quello a matrice marcatamente afro.

l'epoca dell'esordio, datato ormai più un decennio fa, col progetto HEERNT, un trio che si cimentava in – parole di Guiliana stesso – “experimentalgarage-jazz”, un approccio impetuoso e battagliero che fece dire già allora a Bill Bruford (il batterista dei King Crimson, non esattamente l'ultimo arrivato) «il più esuberante, spettacolare, affascinante, coraggioso esperimento sonoro che ho sentito da non so quanto tempo». Oggi, alla guida di un quartetto, le avventure fiammeggianti di Guiliana continuano. Più intense che mai.

Il doppio alfabeto

di Orlando Julius Il disco che ne ha rivelato il talento è il leggendario “Super Afro Soul”, 1966; quando poi, mettendo un punto alla sua esperienza statunitense, è tornato in patria le geografie musicali “nostre” lo avevano un po’ perso di vita. Nel 2000 però la label Strut ha ristampato il suo disco-manifesto, e da lì è (ri)partito un crescendo di tributi. Crescendo in cui la collaborazione con gli Heliocentrics capitanati da Malcom Catto è una delle punte di diamante: una backing-band d’eccezione, già a lungo al fianco del leggendario Mulatu Astatke ma anche di artisti ultracontemporanei come l’eroe dell’hip hop “in-

telligente” Dj Shadow, con la forza e la sensibilità per immettere classe jazz nel funk ed energia funk nel jazz. Il tutto sotto l’incedere di una sensualità e di un colore profondamente africano, mettendosi perfettamente al servizio del band leader: se con Mulatu Astatke si lavorava più di fino, con Orlando Julius l’intensità è quasi feroce. Ad arricchire una serata già prestigiosa di suo, uno dei migliori talenti dell’elettronica contemporanea: Archie Fairhurst, alias Romare, talento lanciato dalla Ninja Tune meravigliosamente in grado di coniugare afro-futurismo, techno e house.


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Un nuovo genio della musica

NATO SU YOUTUBE Giovanissimo, poco più che ventenne (anno di nascita 1994), Jacob Collier è un perfetto esempio di artista dell'ultimissima generazione.

Un tempo bisognava sperare di essere adocchiato, con un colpo di fortuna, da qualche major, per poi essere da lei spesso plasmato secondo i desideri del mercato; oppure bisognava tuffarsi in una lunga, lunghissima gavetta, di sicuro un'ottima palestra per rinforzare la consistenza del proprio discorso musicale ma talora anche una strada molto faticosa e logorante che impedisce di dare libero sfogo alla propria creatività, inseguendo invece routine un po' più solide e standardizzate. Collier no: Collier si è fatto conoscere

nel modo più banale possibile, mettendo filmati delle proprie performance su YouTube. Il punto è che queste performance erano e sono così strabilianti da avergli dato subito una esposizione pazzesca (milioni e milioni di views) e una popolarità mondiale, a partire dalla sua versione “in solitaria” di “Don't You Worry 'Bout A Thing” di Stevie Wonder. Il suo è un talento che non arriva dal nulla: figlio di genitori musicisti (entrambi violinisti di livello e docenti alla Royal Academy Of Music londinese), fin da piccolissimo si è dedicato

JACOB COLLIER + NICKY SIANO

........................ Rovereto - Auditorium Melotti Venerdì 25 novembre 2016 - ore 21.00

all'arte – non solo musica, ma anche recitazione nel suo curriculum vitae. La cosa davvero bella però è la sua continua attitudine a voler fare “un passo in più”: ecco che quindi ha costruito un live show particolarissimo, pieno di effetti speciali e rendering in 3D (con l'aiuto di alcune tecnologie, come un armonizzatore vocale, sviluppate presso il prestigiosissimo MIT di Boston). Insomma, sempre un passo in avanti. E se vi serve una garanzia “classica”, sappiate che il grande Quincy Jones ha fatto di tutto per metterlo sotto contratto.

La band che fonde

DEBUSSY E BRIAN ENO

ideale prosecuzione delle sonorità di DISTRETTO 38

Pianoforte, basso, batteria: una delle formazioni più tradizionali e classiche del jazz. Ma di classico e tradizionale, nella musica degli inglese GoGo Penguin, non c'è moltissimo. Qualcosa c'è, sia chiaro: non si cercano resto viaggia su binari che chiamano lavori epocali la musica elettronica coninfatti effetti speciali nei suoni, negli ar(finalmente!) a un interscambio continuo temporanea. Coltissimo è anche il mondo rangiamenti, non ci sono maquillage ina convinto fra jazz tradizionale e le mudi ‘Distretto 38’, il festival che a Maggio vasivi di elettronica o altro. Ma tutto il siche contemporanee, facendolo prima ha portato a Trento e Rovereto un nuovo di tutto a livello di scrittura: in concetto di fruizione della musica, in quello che fanno è facile sentire cui elettronica, scienza e tecnologia hanno GOGO PENGUIN non solo elementi di Shostakovic trovato un territorio di espressione co+ DISTRETTO 38 "AFTERSHOW" o Debussy, ma anche e soprattutto mune che verrà rivisitato durante la stadi gente come Massive Attack, gione di Jazz’About con un ‘aftershow’ Trento – Teatro Sanbàpolis Brian Eno, Aphex T win, di chi inad opera di un artista a sorpresa, simbolo Venerdì 9 dicembre 2016 - ore 21.00 somma ha ridisegnato con capoeccellente di questo connubio.

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UNA LEGGENDA

lunga trent'anni

Era il 1987 quando l'inglese James Taylor (solo omonimo del cantautore americano!) decideva di dare vita un po' per gioco un po' con molta, molta serietà al suo personalissimo Quartet. Tutto avvenne in seguito alla fine dell'avventura targata The Prisoners per colpa della bancarotta della label che la veicolava, la Stiff. Coordinate iniziali: dare una reinterpretazione molto funksoul e soprattutto molto “da battaglia” a grandi classici della musica più legata alla cinematografia. Si iniziò con la colonna sonora di “Blow Up” di Antonioni, il cui tema portante era firmato da Herbie Hancock, e si continuò reinterpretando i momenti

più riconoscibili di altre colonne sonore che hanno lasciato il segno (“Alfie”, “Mrs. Robinson” di Simon & Garfunkel, “Goldfinger”...). Da lì in avanti il successo è diventato esponenziale: sono arrivate composizioni proprie, non più solo cover, ma soprattutto si è sparsa la voce attorno alla qualità e all'intensità incredibile dei live show della band. Una qualità e una ferocia intatta ancora oggi. Se si vuole infatti sentire del funk-soul sì duro, spigoloso acrobatico

JAMES TAYLOR QUARTET + MR. SCRUFF

.......................... Rovereto – Auditorium Melotti giovedì 16 febbraio 2017 - ore 21.00

ma anche incredibilmente comunicativo, coinvolgente e cinematico, il James Taylor Quartet continua a essere la realtà più sicura, convincente e trascinante a cui affidarsi. Il tutto con un piglio sempre burberamente “inglese”, da sana bevuta al pub: ci si siede davanti al proprio Hammond, si lancia l' “one, two, three, four...” al resto della band e si va, dritti come un treno, senza lasciare prigionieri.


58 Le Muse

L'acid jazz gioioso

DI 'BLUEY' MAUNICK

Non hanno bisogno di troppe presentazioni, gli Incognito capitanati da Jean-Paul “Bluey” Maunick: semplicemente, la band acid jazz di più grande successo – nonché la più longeva. Se per molti infatti la loro storia inizia nei primi anni ’90, col sodalizio con la Talkin’ Loud di Gilles Peterson e le reinterpretazioni di “Always There” di Ronnie Laws e “Don’t You Worry ‘Bout A Thing” di Stevie Wonder sotto la chiave “modernista” dell’acid jazz, in realtà le prime tracce dell’attività di Maunick a firma Incognito vanno fatto risalire addirittura al 1981, col bellissimo album “Jazz Funk”. Un album il cui titolo era per certi versi didascalico: diceva infatti

tutto, a livello di indirizzo stilistico. Un decennio più tardi è arrivato l’incontro con sonorità leggermente più elettroniche, parzialmente influenzate dagli alfabeti più legati al dancefloor, e lì il successo degli Incognito è decollato. Ma la matrice, sia nella scrittura che nel grosso degli arrangiamenti, è sempre strettamente legata agli universi del soul e del funk, con carsiche striature jazz. Merito di Maunick è di trovare sempre il perfetto equilibrio fra complessità e comunicatività, “nascondendo” la prima (che però c’è) e valorizzando la seconda. Dal vivo poi gli Incognito non sbagliano un colpo: impossibile non farsi coinvolgere dalla godibilità

dei loro concerti, dalla loro voglia di comunicare positività e gioia di suonare, il tutto affidato a musicisti di altissimo livello, che Maunick seleziona, tour dopo tour, sempre con grandissima attenzione. A corona del loro concerto, il dj set di uno dei veri pionieri dell’acid jazz (ma anche di mille altre cose…) in Italia: Luca Trevisi.

INCOGNITO

+ LUCA TREVISI

........................ Trento - Teatro Auditorium Giovedì 9 marzo 2017, ore 21.00

Il Jazz-funk dei

THUNDERCAT Un genio del suo strumento, il californiano Stephen Bruner alias Thundercat. Di sicuro infatti uno dei migliori bassisti in circolazione nell’ultimo decennio, come dimostra il suo curriculum da turnista prestigioso e vastissimo (va da Erykah Badu ai Suicidal Tendencies) o le collaborazioni volanti (la più recente, quella coi Red Hot Chili Peppers). Ma è in una sfera ben precisa che si concentra

la sua creatività quando fa musica in prima persona, come band leader: un jazz-funk “cosmico”, visionario, che spesso e volentieri si immerge all’improvviso nell’urgenza urbana dell’hip hop. Strettissimo socio e collaboratore di uno dei più acclamati producer della contemporaneità, Flying Lotus, c’è molto di suo anche nelle complessità di “To Pimp A Butterlfly” di Kendrick

THUNDERCAT

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Rovereto - Auditorium Melotti mercoledì 29 Marzo 2017, ore 21.00

Lamar, uno dei dischi rap più sfaccettati ed amati dalla critica da anni a questa parte.

CONTAMINAZIONI JAZZISTICHE fatte in “famiglia” Nati su impulso del bassista Micheal League nel 2004, da anni hanno il loro quartier generale a Brooklyn, a New York, anche se le origini di gran parte dei componenti mette in campo il Texas e gli studi alla University of North Texas. “Collettivo aperto” non è una definizione a caso: nell'arco degli anni, almeno una quarantina di musicista si è alternata a portare avanti live il progetto Snarky Puppy. Musicisti di vaglia, tutti con un background prima di tutto legato al jazz ma con nel portfolio collaborazioni con nomi come Erykah

Badu, Marcus Miller, Justin Timberlake, Roy Hargrove, Snoop Dogg. Il risultato è una visione musicale fresca, aperta, giocosa sì ma al tempo stesso di altissima qualità. A dimostrarlo il fatto che una label assolutamente leggendaria per il jazz, la Implulse!, abbia deciso di metterli sotto contratto nel 2014, proprio nel decennale di attività del collettivo. Il risultato, “Sylvia” (2015), registrato in collaborazione con la Metropole Orchestra, ha segnato record di vendita e popolarità incredibili, arrivando anche a vincere il prestigioso

Grammy Award nel 2016 come Best Contemporary Instrumental Album. Ma premi, riconoscimenti, popolarità e dati di vendita dei propri dischi a parte, gli Snarky Puppy sono qualcosa che prima di tutto va goduto dal vivo. Una delle migliori “famiglie” che il jazz più aperto e contaminato abbia espresso da decenni a questa parte.

SNARKY PUPPY

........................ Trento - Teatro Auditorium Sabato 22 aprile - ore 21.00


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IL FASCINO

ammiccante dell'OPERETTA Torna l'Operetta con una nuova proposta all'insegna della formula, già sperimentata con successo, che vede il potenziamento spettacolare dei titoli presentati dall'affiatato cast artistico della Compagnia “Teatro Musica NOVECENTO” grazie all’inserimento negli allestimenti in scena a Trento del Coro del Teatro Sociale. La programmazione accosta anche quest'anno un titolo popolare dell’operetta italiana e uno spettacolo che pesca nel repertorio della tradizione danubiana. Si inizierà con La Duchessa del Bal Tabarin, opera prima di Carlo Lombardo che si cela sotto lo pseudonimo esotico di Leon Bard. E' il 1917 e proprio nell’anno più tragico della Grande Guerra si va a delineare quasi imprevedibilmente con questa operetta un momento di particolare interesse nell’ottica del gusto e del teatro popolare di divertimento e Carlo Lombardo offre al pubblico italiano un filtro di oblio e di leggerezza. Una sciantosa, trasformatasi in Duchessa grazie a un matrimonio aristocratico, è protagonista di un gioco di infedeltà e trasgressioni che coniuga la belle-époque dell’operetta francese allo spirito viennese e al gusto della “piccola forma” propria dell’operetta italiana. Il brano Frou Frou del Tabarin, affidato alla voce del soprano, è certamente da inserire nella “Hit Parade” del repertorio operettistico. La Bajadera è in vece, nonostante le suggestioni evocate dal titolo, uno dei modelli dell’operetta danubiana, rappresentato quindici anni dopo La

Vedova allegra e andato in scena per la prima volta a Vienna nel 1921. Titolo fra i più popolari dell’operetta esotica, esempio di quel gusto per l’Oriente che ricorre in tutto il teatro musicale, è uno dei più felici lavori dell’ungherese Imre Emmerich Kálmán dopo i grandi successi di Principessa della Czardas e Contessa Mariza. Ammirata e applaudita a Vienna, ma anche a Mosca, Parigi e New York per quella brillantezza d’invenzione che aveva colpito anche Puccini, non è soltanto una prelibato pièce all’orientale, ma anche uno spartito che sa spaziare dal melodrammatico al leggero sempre con vispa piacevolezza. La vicenda narra di un Principe, erede della corona di Lahore, che a Parigi si innamora di Odette, una diva che sta furoreggiando in un’operetta di soggetto indù nel ruolo di una bajadera. La musica coniuga gu-

stosamente la tradizione viennese ai ballabili degli anni venti: a tempo di shimmy e di fox-trot. Fra le arie più note il duetto romantico Quando in ciel ridon le stelle e il brano brillante Sarò il tuo bel cavalier, vivacizzato dall'intervento del coro.

Compagnia Teatro Musica NOVECENTO Orchestra Cantieri d'Arte - direttore Stefano Giaroli Coro del Teatro Sociale di Trento - direttore Luigi Azzolini regia Alessandro Brachetti

....................... TRENTO - TEATRO CUMINETTI

• giovedì 16 febbraio 2017 - ore 20.30: LA DUCHESSA • giovedì 13 aprile 2017 - ore 20.30: LA BAJADERA

DEL BAL TABARIN


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“TRANSITI”:

musiche senza confini

Una ricognizione fra i suoni dell’attualità in cerca di artisti che con la propria azione dimostrino l’inconsistenza culturale di barriere e linee di demarcazione. È questo il tema conduttore della seconda edizione di “Transiti”.

di Alberto Campo

Ai giorni nostri, con l’aria che tira, l’idea stessa di mettere in discussione la nozione di “confine” è in sé – quasi paradossalmente – un atto rivoluzionario. In ambito musicale, oltre alle barriere geografiche, quel vocabolo allude alla separazione fra “colto” ed “extracolto”, ma anche alle divisioni, sovente artificiose, fra generi. Diciamo dunque che “Transiti”, rassegna giunta alla seconda edizione, dopo l’esito incoraggiante della prima, intende porsi programmaticamente tale obiettivo: rappresentare cioè lo stato della contemporaneità ignorando intenzionalmente steccati e linee di demarcazione. In quel modo è possibile intercettare, anzitutto, le musiche migranti, che – traversando il Mediterraneo – dall’Africa giungono in Europa e da qui si diffondono nel pianeta intero. Ecco ad esempio i congolesi Mbongwana Star, che dalle bidonville di Kinshasa hanno irradiato nel mondo un suono al tempo stesso radicato

nella tradizione e vertiginosamente avveniristico. Del resto in lingala, l’idioma più diffuso nella capitale della Repubblica Democratica del Congo, l’espressione mbongwana equivale a “cambiamento”. Forza motrice dell’album edito due anni fa, From Kinshasa, è appunto un’attitudine innovativa che sottrae alle ipocrisie neocolonialiste dell’esotismo folcloristico ciò che produce la formazione guidata da Coco Ngambali e Theo Nsituvuidi, reduci entrambi dall’esperienza nella band di artisti di strada paraplegici chiamata Staff Benda Bilili. La miscela sonora ad altissimo potenziale innescata dal gruppo l’ha portato a esibirsi sui palchi di alcuni dei principali festival euroamericani: dal californiano “Coachella” al “Primavera Sound” di Barcellona, fino al celebre raduno inglese di Glastonbury. Non meno rilevante, in termini di esposizione globale, è la figura di Indi Zahra: cantante e attrice originaria del Marocco, cre-

sciuta artisticamente a Parigi. Amalgamando con gusto scampoli del patrimonio musicale della cultura berbera a codici tipicamente “occidentali” (jazz, blues, soul e chanson française), ha impressionato all’esordio con Handmade, uscito nel 2010 per conto della prestigiosa etichetta discografica Blue Note, cui ha dato seguito lo scorso anno con l’altrettanto convincente Homeland, sollecitando via via ai commentatori lusinghiere analogie con Billie Holiday e Patti Smith. A proposito di confini: per noi europei nulla era in quel senso più eloquente e simbolico del Muro di Berlino, all’ombra del quale ha preso forma l’estro irrequieto di Blixa Bargeld, fondatore degli Einstürzende Neubauten, leggendaria band rumorista che nel proprio nome – letteralmente: Nuovi Edifici in Rovina – condensava la natura intrinsecamente contradditoria della capitale tedesca nell’era post bellica. Fra le relazioni da lui instaurate indivi-


Le Muse 61

dualmente una delle più fruttuose lo vede agire da qualche tempo in coppia con il musicista friulano Teho Teardo. La partnership ha generato finora gli album Still Smiling, pubblicato nel 2013, e il recente Nerissimo, con relative tournée che hanno percorso in lungo e in largo il Vecchio Continente, spingendosi addirittura in Cina. Affiancati in concerto dalla violoncellista Marina Bertoni e dal clarinettista Gabriele Coen, i due mettono in scena uno spettacolo nel quale convergono l’umore espressionista di Bargeld e l’afflato evocativo delle composizioni di Teardo, apprezzato autore di colonne sonore per film come Denti di Gabriele Salvatores, L’amico di famiglia e Il divo di Paolo Sorrentino e Diaz di Daniele Vicari. L’intreccio fra musica e cinema, già evidenziato durante l’edizione inaugurale, affiora in misura ancora maggiore nella nuova stagione di “Transiti”. In particolare, all’epilogo, con una produzione originale realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino e presentata in prima assoluta al teatro Sanbàpolis: la sonorizzazione di Genuine – pellicola del 1920 firmata dal regista tedesco Robert Wiene, sulla scia del classico Das Kabinet des Dr. Caligari – da parte di Alberto Ferrari, cantante, chitarrista e leader dei Verdena. Sulla medesima lunghezza d’onda è sintonizzato l’appuntamento immediatamente precedente, che vede protagonisti i Massimo Volume, chiamati a musicare in presa diretta La caduta della casa Usher (girato nel 1928 dal cineasta francese Jean Epstein basandosi sull’omonimo racconto di Edgar Alla Poe). Fu affrontando quel compito che la formazione bolognese si ricompose nel 2008 su invito del festival torinese “Traffic”, proseguendo da allora l’attività sia sul piano discografico sia dal vivo. Nella circostanza, assieme al comune impegno “cinematografico”, vengono esposti in un’unica serata – concepita appositamente per “Transiti” – i progetti di cui sono a vario titolo responsabili i singoli componenti del gruppo: i chitarristi Egle Sommacal e Stefano Pilia, il “narratore” Emidio Clementi (Sorge) e la batterista Vittoria Burattini (Bemydelay).

TRENTO – Teatro Sanbàpolis giovedì 3 novembre 2016, ore 21.00 NERISSIMO TRENTO – Teatro Sanbàpolis lunedì 5 dicembre 2016, ore 21.00 MBONGWANA STAR TRENTO – Teatro Sanbàpolis martedì 21 febbraio 2017, ore 21.00 HINDI ZAHRA TRENTO – Teatro Sanbàpolis lunedì 20 marzo 2017, ore 21.00 MASSIMO VOLUME TRENTO – Teatro Sanbàpolis martedì 21 marzo 2017, ore 21.00 LA CADUTA DELLA CASA USHER TRENTO – Teatro Sanbàpolis Venerdì 7 aprile 2017, ore 21.00 GENUINE


62 Le Muse

Al

“MELOTTI” di Rovereto

una rinnovata edizione di

MUSICA MACCHINA

Ritorna all'Auditorium “F. Melotti” di Rovereto, parzialmente rinnovata nella formula, la rassegna MUSICA MACCHINA curata nella programmazione da Daniele Spini. Articolata su sei concerti, andrà a spaziare su

generi diversi, guardando con curiosità all'intero panorama musicale contemporaneo. Grazie all'intervento della “macchina”, che chiama la componente elettronica a dialogare con gli stru-

menti, saranno prodotti effetti singolari che, evitando le “torture sonore” di certe troppo ardite sperimentazioni, risulteranno invece di piacevole ascolto e, in molti casi, assolutamente divertenti.

VOLUME!

riporta a Sanbàpolis i migliori documentari musicali e i loro protagonisti Il debutto del progetto Volume! nella stagione scorsa è stato ben più che quello di una nuova rassegna cinematografica, ma il vero e proprio esperimento di un originale format tra cinema e musica, che ha coinvolto pubblico e musicisti sfondando l’abituale confine tra schermo e platea. Il programma di ogni serata proponeva infatti la proiezione di un documentario musicale, che con grande libertà ha svariato dal rap all’indie-rock e al jazz, seguita dal materializzarsi al Teatro Sanbàpolis degli stessi musicisti protagonisti del film, che apparivano da dietro lo schermo per proseguire la serata con un live, in una situazione che a qualcuno ha ricordato l’esilarante La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen. Nel caso dello splendido concerto del bandeonista Daniele Di Bonaventura, seguito al film sulla sua collaborazione con il trombettista

Paolo Fresu, il passaggio è avvenuto in un magica continuità, con il suo ingresso in scena ad accompagnare i titoli di coda del film, che sfumando gli lasciavano il palco per lanciarsi in uno straordinario assolo. Visto che iniziare la scorsa edizione con l’hiphop ha portato bene, con il tutto esaurito per la proiezione di Numero zero di Enrico Bisi e il dj set di Frankie Hi Nrg, giovedì 29 settembre torneremo

a immergerci nella cultura e nei ritmi rap con Street opera, il documentario di Haider Rashid con Clementino, Gué Pequeno, Danno, Tormento e un narratore d'eccezione come Elio Germano, che fotografa la scena hip-hop italiana attraverso approcci, esperienze e stili differenti. Gli appuntamenti successivi, per spaziare tra altri generi e note, sono in programma giovedì 27 ottobre e 1 dicembre.


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Al Melotti inizia un altro viaggio cinematografico tra le…

SETTEARTI

Con la novità dell’integrazione con l’attività del Cineforum Rovereto, e un appuntamento fisso che si sposta all’ultimo martedì di ogni mese, torna all'Auditorium del MART la rassegna cinematografica Settearti. Il debutto nella scorsa edizione ha portato sul grande schermo del Melotti, finalmente allestito per la proiezione cinematografica digitale, cinque opere che hanno spaziato dal film d’artista con Station to Station di Doug Aitken in apertura, alla street art, la scultura, la land art e il documentario biografico. Incoraggiante la risposta del pubblico, con il bel colpo d’occhio

del grande auditorium affollato in particolare per Banksy Does New York e Peggy Guggenheim: Art Addict. Da qui lo slancio a rilanciare anticipando la partenza della rassegna già a fine settembre, e integrando l’appuntamento alla programmazione del Cineforum Rovereto, con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico sempre più ampio nella scoperta di film che vogliono soddisfare tanto gli appassionati d’arte che di cinema, con documentari ambiziosi e tutt’altro che televisivi, in anteprima in Trentino dai maggiori festival. La nuova edizione di Settearti vuol tenere fede al

suo nome, e proseguire l’esplorazione di tutte le altre arti attraverso la settima, il cinema: il debutto martedì 27 settembre sarà infatti all’insegna della danza contemporanea, disciplina che vede in Rovereto uno dei centri di eccellenza nazionali, con l’elettrizzante Mr. Gaga, il film di Tomer Heymann sul geniale coreografo israeliano Ohad Naharin e la sua Batsheva Dance Company, successo internazionale già nelle sale cinematografiche di mezza Europa. La prima parte della rassegna prosegue nelle serate di martedì 25 ottobre e 29 novembre, la seconda riprenderà da gennaio.

M U R O F E N I C NUOVO ROVERETmOMelotti all’Auditoriu i Santa Il Centro Servizi Cultural m Roru efo Cin Chiara e il Nuovo a imov nu a un no vereto inaugura : a partire portante collaborazione Fausto Meda ottobre l'auditorium ne ricca di lotti ospiterà una stagio he selezioproposte cinematografic Rovereto nate dal Nuovo Cineforum erso e div a em per scoprire un cin tare con rac di ace appassionante, cap stro no l de rio ina ag le storie e l'imm

cumentari tempo spaziando dai do classici ai i nd gra i alla fiction, da mincia con film per ragazzi. Si co chel GonMicrobo e Gasolina, di Mi uire Lo and dry (11 ottobre) e a seg g (18 ottoBehold, di Werner Herzo endere, di att bre), Il paradiso può ), Il club, bre vem Ernst Lubitsch (1 No ), Ma bre vem No (8 di Pablo Larrain vem No (15 nt mo Du loute, di Bruno ael di Mich bre) e I cancelli del cielo,

). Da quasi Cimino (22 Novembre eforum Rovent'anni il Nuovo Cin a di qualità vereto promuove il cinem stagionali e organizzando rassegne o sul ternd cicli tematici, collabora merose nu n co ritorio provinciale ssibile po È ni. zio associazioni e istitu zione cia sso a ll' de tà seguire le attivi to.it ere rov um for ine sul sito www.c o Nuov Cie sulla pagina facebook neforum Rovereto.


64 Le Muse




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