La Visita Oculistica

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La VISITA OCULISTICA INFORMAZIONE E PREVENZIONE

Lucio Buratto


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Prima edizione Novembre 2017


La VISITA OCULISTICA Lucio Buratto

Coordinamento di Vittorio Picardo

Fabiano Gruppo Editoriale



Prevenzione: il perchĂŠ di una visita oculistica In Medicina, oggigiorno, la prevenzione permette di evitare o limitare i danni che le malattie possono provocare, e consente di curare precocemente e quindi di guarire o migliorare il risultato della terapia di patologie anche gravi. Ecco perchĂŠ è fondamentale andare a farsi visitare periodicamente dal Medico: per prevenire! E per prevenire le malattie degli occhi bisogna recarsi dall’Oculista, il solo che, per le proprie competenze e con i moderni e sofisticati strumenti, effettua non solo una visita tradizionale, ma anche esami estremamente approfonditi, in grado di determinare patologie o problemi molto presto, consentendo una cura e una terapia precoce, mirata, adeguata. Tante problematiche, anche gravi, vengono individuate proprio in occasione di un semplice controllo della vista: per questo è importantissimo farsi control-

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lare dal medico, anche se si pensa di vederci solo un po’ meno di prima e di pensare che aspettare un altro può non produca effetti irreparabili. Non dimentichiamo che occhio è l’organo di senso che ci mette in contatto immediato con il mondo intorno a noi. Per questo motivo, nella storia della evoluzione dell’uomo, gli occhi si sono adeguati e modificati nella loro funzionalità passando dalle esigenze dell’uomo primitivo a quelle dell’uomo che, nel corso dei secoli, diventa un guerriero, va a cavallo, combatte, naviga, esplora, e comincia poi a stampare e leggere libri e produrre esperimenti scientifici, sia verso l’infinitamente grande, il cielo, sia verso il mondo microscopico delle cellule e degli organismi viventi. In questi ultimi decenni sono entrati prepotentemente nella nostra vita di ogni giorno i computers in tutte le loro forme, dimensioni e modalità d’uso, per cui l’uso del nostro apparato visivo è diventato più frenetico, sottoposto a stress funzionali, obbligato a lavorare in continue e differenti condizioni di illuminazione, distanza,… guidare una macchina di giorno e di notte, guardare un film alla televisione, stare al proprio tavolo di lavoro o leggere tranquillamente un libro a casa sono comunque situazioni che non si possono più evitare come quelle del tempo libero e degli hobbies. Perciò i nostri occhi devono funzionare bene, sempre, di giorno e di notte e in qualunque ambiente. Quindi bisogna aiutare questo prezioso organo con delle “manutenzioni” periodiche, cioè con delle visite oculistiche. L’Oculista infatti è lo Specialista che ci aiuterà a proteggere e tenere sani ed efficienti i nostri occhi e a curarli quando ne avranno bisogno per far sì che possano essere la nostra verso il meraviglioso mondo che ci circonda. Vittorio Picardo

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Sommario Prefazione.............................................................................................................. 3 La visita oculistica................................................................................................ 7 Anamnesi: presupposti........................................................................................................8 Anamnesi oculare e generale, farmaci assunti, allergie..........................................8 Familiarità per patologie sistemiche e/o ocularii......................................................9 ESAMI DIAGNOSTICI............................................................................................ 11 Esame generale del paziente............................................................................................13 Lettura degli occhiali............................................................................................................14 Autorefrattometria................................................................................................................14 Visus per lontano...................................................................................................................16 Visus per vicino.......................................................................................................................17 Lampada a fessura................................................................................................................18 Tonometria................................................................................................................................19 Esame del fondo oculare....................................................................................................20 Occhio dominante.................................................................................................................21 Studio del film lacrimale......................................................................................................22 Sensibilità al contrasto.........................................................................................................22 Il campo visivo........................................................................................................................23 Conta endoteliale...................................................................................................................24 Topografia corneale..............................................................................................................25 Aberrometria...........................................................................................................................26 Pachimetria..............................................................................................................................27 Pupilloometria.........................................................................................................................27 OCT della retina......................................................................................................................28 OCT del segmento anteriore.............................................................................................29 Ecografia bulbare...................................................................................................................29 Fotografia del fondo oculare e fluorangiografia........................................................30 Glossario dei disturbi più comuni riferiti.......................................................... 33 QUANDO DALL’OCULISTA.................................................................................. 37 Sviluppo della vista...............................................................................................................39 Visite dell’infanzia..................................................................................................................40 Occhio pigro o ambliope....................................................................................................42 Visite della giovinezza e dell’età adulta........................................................................43 Il glaucoma...............................................................................................................................45 Visite della terza età.............................................................................................................46 Le dodici visite dell’obbligo............................................................................... 49 Conclusione........................................................................................................... 50 Glossario delle malattie più comuni e tecniche chirurgiche......................... 52 LA SCELTA DELL’OCCHIALE.............................................................................. 57

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La visita oculistica La visita specialistica oculistica si compone di alcune fasi fondamentali: • Anamnesi cioè raccolta di informazioni sullo stato di salute del paziente. • Esame dell’occhio e test funzionali per stabilire le condizioni dell’occhio e delle sue strutture nell’insieme. • Valutazione dei dati riscontrati, completamento dell’esame dell’occhio, diagnosi e trattamento.

Figura 1. L’occhio e le sue strutture. Disegno schematico.

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Anamnesi: presupposti L’anamnesi, cioè la raccolta della storia clinica del paziente, potrà essere fatta da un assistente dell’Oculista, l’Ortottista, che si potrà occupare anche della somministrazione di colliri e dell’esecuzione di molti test. Questi inizierà a raccogliere informazioni, sia dal punto di vista strettamente oculistico, sia riguardanti la salute generale del paziente e anche la storia clinica dal punto di vista familiare. Tali dati saranno letti dal Medico Oculista (o Oftalmologo) prima di iniziare la visita vera e propria. L’assistente dell’Oculista cercherà di: • Identificare il disturbo principale che ha portato il paziente a recarsi dall’Oculista. • Individuare eventuali disturbi secondari. • Domandare se sono usati dal paziente occhiali, lenti a contatto; misurarli e chiedere come e quanto vengono usati. • Rilevare malattie ed interventi oculari precedenti. • Rilevare precedenti terapie per gli occhi, posologie e loro successo o insuccesso. • Identificare malattie generali e farmaci in uso. Anamnesi oculare e generale, farmaci assunti, allergie La persona che raccoglie le informazioni, l’assistente dell’Oculista o l’Oculista, chiederà, innanzitutto, se il paziente utilizzi occhiali e/o lenti a contatto e ne effettuerà la misurazione, domandando inoltre come li porti, da quanto e per quante ore al giorno. Chiederà poi se il paziente abbia avuto problemi oculari in passato, soprattutto se abbia subìto interventi chirurgici e se stia facendo delle cure per gli occhi; raccoglierà informazioni sul nome dei prodotti usati, la posologia, la durata dell’applicazione e il motivo e vorrà sapere quali prodotti hanno giovato, quali no e se vi sono stati effetti collaterali o indesiderati. Per quanto riguarda le condizioni di salute generale del paziente, si informerà su quali sono stati gli interventi chirurgici generali effettuati e le terapie in uso, la posologia e la durata dell’assunzione dei farmaci; avrà bisogno di sapere se vi sono problemi di ipertensione, diabete, proble-

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mi cardiaci, TIA, disturbi alla tiroide, ricoveri in ospedale. Per quanto riguarda le allergie, chiederà sempre se si tratta di allergia a prodotti inalanti (polvere, polline, ecc.) oppure di allergia da contatto (cosmetici, stoffe, montature di occhiali, ecc.) o di allergia ad alimenti o, ancora, di allergia a farmaci, di cui vorrà sapere il nome e come vengono assunti (per bocca, applicazione locale, attraverso iniezioni, ecc). Familiarità per patologie sistemiche e/o oculari Quando si effettua una visita oculistica, è sempre importante per lo specialista sapere se in famiglia esistono difetti (o errori) refrattivi (cioè miopia, astigmatismo, ipermetropia: anomalie dell’occhio per cui occorre una lente affinché l’occhio veda correttamente), oppure problemi più seri quali glaucoma, malattie della retina, strabismo, ecc, per cui interrogherà in merito il paziente. L’assenza di casi in famiglia non permette di escludere la presenza di una certa malattia, ma può comunque essere una informazione utile. La visita oculistica

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La VISITA OCULISTICA Esami diagnostici



Visita oculistica ed esami diagnostici di base Esame generale del paziente La visita oculistica comincia con una ispezione esterna dell’apparato oculare cioè regione orbitaria e porzione superiore del viso, posizione del capo, qualità della cute intorno all’occhio, sporgenza o meno dell’occhio, movimenti delle palpebre. Dopo questa prima valutazione, che effettuerà senza bisogno di adoperare alcuna strumentazione, l’Oculista inizierà la visita vera e propria attraverso l’uso di vari strumenti, che di volta in volta lo aiuteranno a vedere e valutare le varie porzioni dell’occhio e la sua funzionalità.

D G B

H F

Figura 2. Occhio in sezione:

A E C

A. cornea
 B. Iride
 C. Corpo ciliare D. Cristallino
 E. Fibre zonulari F. Nervo ottico
 G. Retina
 H. Vasi retinici

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Pertanto, schematicamente, dovrà essere effettuata una rapida visione generale con uno strumento chiamato lampada a fessura, poi seguiranno altri esami, la cui successione potrà variare da caso a caso. La maggior parte di essi potrà essere eseguita da un assistente dell’Oculista, ma la loro interpretazione sarà fatta dal Medico Oculista. Gli esami di base che abitualmente compongono la visita sono: • Autorefrattometria; • Rilevazione dell’acutezza visiva per lontano e vicino; • Esame alla lampada a fessura; • Misurazione della pressione oculare; • Esame del fondo oculare. In base a questi verrà fatta dall’Oculista una prima iniziale diagnosi, in relazione alla quale poi potranno essere eseguiti numerosi altri test ed accertamenti, che egli deciderà di volta in volta. Lettura degli occhiali La lettura degli occhiali verrà eseguita sia che il paziente si rechi per la prima volta da quell’Oculista, per sapere il potere (espresso in diottrie) e le caratteristiche di quelli in uso, sia che il paziente ritorni, per controllare che la prescrizione fatta nella precedente visita sia stata accuratamente eseguita. A tale scopo viene utilizzato uno strumento chiamato frontifocometro, che ormai generalmente è computerizzato e permette di leggere tutti i tipi di lenti.

Figura 3. Frontifocometro

Autorefrattometria L’occhio umano è costituito da un sistema ottico complesso di lenti che serve a mettere a fuoco sulla retina gli oggetti osservati. A volte si verificano errori refrattivi, difetti che non permettono una chiara e nitida

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Figura 4. L’autorefrattometria consente la precisa misurazione dei difetti refrattivi.

visione, dovuti a differenze di forma e lunghezza del bulbo oculare; la rilevazione del difetto visivo da parte dello specialista con una apparecchiatura computerizzata, chiamata autorefrattometro, è la procedura più idonea per una misurazione oggettiva del difetto del paziente, che va corretto poi con occhiali, lenti a contatto o interventi laser. Esistono diversi tipi di autorefrattometro, alcuni più datati, manuali, la maggior parte ormai computerizzati, con cui possono essere rilevati anche altri dati come la curvatura corneale, lo spessore della cornea, ecc. Il loro uso è semplice: il Medico, o l’ortottista, inviterà il paziente a sistemarsi in maniera corretta e confortevole sulla mentoniera dello strumento per poi procedere con un “click” all’esame. La schermata ottenuta verrà poi stampata e sottoposta all’Oculista per l’inizio del rilevamento del visus. La visita oculistica

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Visus per lontano La visione è un fenomeno complesso dato dalla somma di diversi elementi: acutezza visiva per lontano e vicino, campo visivo, percezione del colore, visione binoculare, visione stereoscopica, sensibilità al contrasto, adattamento a luce e buio ed altre funzioni che troppo spesso però il paziente Figura 5. Visus per lontano determinato con forottero manuale. riconduce alla semplice domanda “….Dottore, quanti decimi vedo?” Comunque per l’Oculista sapere qual è il visus o l’acuità visiva, ossia con quale livello di definizione dell’immagine il paziente vede, è molto importante. Il visus deve essere misurato con e senza lenti, ed ogni occhio va testato singolarmente e poi insieme all’altro. L’acutezza visiva è determi- Figura 6. Paziente con montatura di prova. nata dalla lettura della riga più piccola presente nell’ottotipo, ossia nei tabelloni luminosi o nei sistemi a proiezione con lettere, numeri o simboli usati per misurare la vista. Per determinare l’acuità visiva o visus, il Medico o un suo collaboratore posizionerà sul volto del paziente una montatura di prova; chiuderà poi uno degli occhi del paziente con un occlusore ponendo sull’altro lenti correttive. Gli chiederà dunque di leggere le lettere che vengono proiettate o presenti sull’ottotipo e annoterà la lettera più piccola che

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è riconosciuta; sull’ottotipo è in genere riportata l’indicazione corrispondente all’acutezza visiva. Questo valore, 5/10, 7/10, 10/10 verrà scritto sulla scheda del paziente. Per i bambini o per le persone analfabete le lettere dell’ottotipo possono essere sostituite da numeri, disegni di immagini semplici o simboli con particolari caratteristiche come anelli interrotti o simboli come la “E”. In questo caso, verrà chiesto di individuare la caratteristica del segno e la sua direzione.

Figura 7. Ottotipo con simboli.

Visus per vicino Anche la vista per vicino verrà misurata prima da un occhio solo e poi da entrambi a una distanza che per una convenzione è di circa 33 centimetri: oggi però l’uso dei computer, dei tablet e dei telefonini ha prodotto una nuova distanza da lavoro che l’Oculista valuterà e considererà al momento della prescrizione degli occhiali. L’acutezza visiva per vicino corrisponde al carattere più piccolo Figura 8. Visus per vicino con sistema che può essere nitidamente let- computerizzato. to. I sistemi di lettura, test adoperati nell’ambulatorio del Medico o comunque durante la visita, sono più semplici quando contengono solo esempi di testi a stampa, con la relativa unità di misura per vicino, più complessi se avranno inseriti esempi tratti dalla vita di ogni giorno: schermi telefonici, scontrini, cartine stradali, spartiti musicali, numeri, fotografie... Il difetto di vista per vicino è denominato presbiopia e insorge intorno ai 40 anni. La visita oculistica

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Lampada a fessura Quello della lampada a fessura è l’esame più importante della visita oculistica. L’apparecchio è un microscopio binoculare, montato su un tavolo e affiancato da un sistema di illuminazione particolare, che può essere mosso verso l’alto, il basso, lateralmente, in avanti o indietro. Il sistema di illuminazione può essere variato Figura 9. Lampada a fessura. dallo specialista che esegue l’esame ampliandolo, restringendolo sino ad una sottile fessura o ad un punto luminoso o inserendo dei filtri. L’occhio può essere così esaminato molto bene con diverse tecniche di illuminazione: • diffusa: utile per osservare a basso ingrandimento palpebre, ciglia, congiunFigura 10. Occhio con fascia luminosa. tiva, sclera, iride. • diretta: variando l’ampiezza della fonte luminosa è possibile osservare dettagli di lesioni ed apprezzarne la profondità e l’esatta sede. Dopo una osservazione iniziale a basso ingrandimento, la maggior parte dell’esame alla lampada a fessura è effettuata ad alto ingrandimento, soprattutto quando lo specialista deve osservare la cornea o la parte interna dell’occhio.

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È possibile con questo strumento esaminare tutte le strutture, le palpebre, la congiuntiva e le componenti della parte anteriore dell’occhio, cioè cornea, iride e cristallino ma anche la retina, la testa del nervo ottico, lo stato dei vasi retinici, che sono uno specchio della salute “vascolare” del paziente, altrove non facilmente esaminabili dal vivo. Infatti, molte malattie sistemiche e neurologiche si manifestano dapprima con alterazioni del fondo oculare: pertanto la visita oculistica può fornire un aiuto anche ad altri Medici di diverse specialità della medicina. Ogni tanto per vedere meglio alcune strutture interne dell’occhio del paziente, l’esecutore dell’esame potrà utilizzare delle lenti particolari. Tonometria Per tonometria si intende la misurazione della pressione oculare (tensione presente all’interno dell’occhio): essa solitamente viene effettuata con il cosiddetto tonometro ad applanazione, strumento che va a contatto della cornea per effettuare la misurazione. Per eseguire la misurazione verranno instillati negli occhi del paziente un collirio anestetico e un colorante, la fluoresceina. In alternativa al tonometro ad applanazione può essere utilizzato il tonometro a soffio; esso presenta il vantaggio di non richiedere il contatto tra lo strumento e la cornea, pertanto non è necessaria l’instillazione di anestetico né di colorante; le misure sono ottenute dopo che un lieve

Figura 11. Tonometria con sistema ad applanazione.

Figura 12. Tonometria a soffio.

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soffio d’aria è stato diretto verso l’occhio del paziente ed un sensore dello strumento invia al monitor dell’apparecchio la pressione rilevata. Il valore della pressione endoculare, ovvero interna all’occhio, è un elemento importante perché l’Oculista possa diagnosticare o escludere malattie quali, ad esempio, il glaucoma. Esame del fondo oculare L’esame della retina, o esame del fondo oculare, è un altro momento fondamentale della visita oculistica. Viene effettuato solitamente dopo che la pupilla è stata dilatata con opportune gocce e può essere eseguito con differenti strumenti, più o meno sofisticati, che eventualmente potranno stampare l’immagine prodotta. Questo esame può anche essere completato con la valutazione della circolazione retinica, sia arteriosa che venosa, con un esame angiografico specifico. Del fondo oculare l’Oculista esaminerà alcune strutture anatomiche come il nervo ottico (o papilla ottica), il centro della retina (o macula), la circolazione dei vasi retinici ed infine la periferia della retina, zona anatomica da cui molto facilmente può avere origine un distacco di retina.

Figura 13. Esame del fondo oculare normale OD.

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Figura 14. Esame del fondo oculare normale OS.


Occhio dominante È un esame utile soprattutto per la correzione dei difetti visivi. Tutti noi abbiamo una mano dominante (di solito la destra) e così pure un piede… La stessa cosa accade per gli occhi. Il test viene eseguito domandando al paziente con quale occhio fissa l’obiettivo di una macchina fotografica, oppure gli si chiede di fissare con entrambi gli occhi aperti un piccolo oggetto distante attraverso un buco fatto al centro di un foglio posto a 40 cm. A questo punto il paziente viene invitato a chiudere prima un occhio e poi l’altro. Chiudendo un occhio l’oggetto fissato è visibile, chiudendo l’altro occhio l’oggetto scompare: dal lato in cui l’oggetto risulta visibile c’è la dominanza.

Figura 15.

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Esami di secondo livello Studio del Film lacrimale Anche in una normale visita oculistica, è importante la valutazione del film lacrimale, ossia, semplificando, del sottile strato liquido che ricopre la superficie anteriore dell’occhio: uno degli esami cui il paziente viene sottoposto più di frequente è il Test di Schirmer, che permette di misurare da un punto di vista quantitativo la componente acquosa delle lacrime. Esso viene eseguito dallo specialista ponendo una striscia sottile di una speciale carta assorbente tra la palpebra inferiore e l’occhio del paziente. La misura della lunghezza del segmento bagnato esprime la quantità della secrezione lacrimale acquosa e spiega alcune sintomatologie e disturbi funzionali lamentati dai pazienti.

Figura 16. Test di Schirmer.

Sensibilità al contrasto Il contrasto luminoso è la differenza di luminosità fra due superfici contigue dello stesso colore, come avviene in una fotografia in bianco e nero. Esso è l’elemento principale da cui dipende la visibilità degli oggetti o dei caratteri, ad esempio quella della stampa su un foglio bianco. La sensibilità al contrasto è la capacità dell’occhio di riconoscere le diverse tonalità di uno stesso colore, ad esempio

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Figura 17. Misurazione della sensibilità al contrasto e dell’acuità visiva: schermo a basso contrasto.


il grigio. Normalmente questa sensibilità è molto elevata, ma si deteriora in alcune malattie come la cataratta, in alcune malattie del nervo ottico e in seguito a determinati interventi chirurgici. Il test serve per stabilire il valore minimo del contrasto che il soggetto è in grado di percepire, cui viene dato il nome di “valore soglia”. Per ciascuno di noi, il valore soglia non è una costante, ma varia con l’età, l’acutezza visiva, la qualità della correzione ottica (lenti a contatto o occhiali) indossata, il diametro della pupilla, alcune malattie, come ad esempio il diabete, ecc. Il campo visivo Il campo visivo è la porzione di spazio con sensibilità omogenea percepita dall’occhio quando fissa un punto dritto dinanzi a sé. È una delle funzioni visive fondamentali. Per comprendere la sua importanza basterà mettere davanti agli occhi un binocolo e cercare di camminare guardando dritto davanti a sé: l’acutezza visiva è massima al centro, ma la carenza del campo visivo periferico comporta una mancanza di orientamento spaziale, con urto degli arredi se si è in una stanza, dei marciapiedi e degli altri Figura 18. Esame del campo visivo di un occhio normale. passanti se si è in esterni. Da un punto di vista pratico, si trova in maggiore difficoltà chi ha acutezza visiva buona ma campo visivo molto ridotto (come avviene nel glaucoma terminale) rispetto a chi ha acutezza visiva scarsa ma campo visivo normale (come avviene nella degenerazione maculare senile avanzata). Lo studio del campo visivo indica il tipo di difetto eventualmente presente e da quale malattia sia causato. L’esame del campo visivo si chiama campimetria o perimetria e viene eseguito con un apparecchio chiamato campimetro o perimetro; si tratta di uno strumento molto preciso ed attendibile che al giorno d’oggi è computerizzato. Purtroppo è spesso un esame di esecuzione lunga e fastidiosa per il paziente, poiché può arrivare a richiedere anche 20-30 minuti per occhio e più.

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Ulteriori esami Conta endoteliale La cornea è costituita da cinque strati di tessuto: l’endotelio è lo strato di cellule più interno, che riveste cioè la superficie della cornea. Si tratta di uno strato di cellule singolo e non rinnovabile (il numero delle cellule endoteliali diminuisce nel corso della vita) dalla cui integrità dipende in gran parte la trasparenza della cornea stessa. Gli interventi chirurgici come quello di cataratta sono un fattore lesivo per l’endotelio, per cui una sua valutazione prima e dopo l’operazione è considerata molto utile e fondamentale. Le cellule endoteliali possono oggi essere contate per mezzo di uno strumento apposito, l’endotelioscopio. L’esame è indolore, nulla va a contatto del bulbo oculare e tutto si risolve in una fotografia. Come per tutte le fotografie, occorre restare fermi e guardare una luce rossa nell’interno della macchina.

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Figura 19. Conta endoteliale.

Figura 20. Conta endoteliale. Quadro normale.


Topografia corneale La topografia corneale, detta anche mappa corneale, è un esame che studia la curvatura della superficie anteriore della cornea, in ogni suo punto. I punti che hanno la stessa curvatura vengono poi indicati sullo stampato dell’esame con un medesimo colore, e questo stampato finisce con l’assomigliare ad una carta geografica con le sue curve di livello a colori, che identificano, con il colore blu, ad esempio il mare e le sue profondità, mentre con il colore rosso la sommità di un vulcano. La topografia corneale è di grande utilità, in particolare in previsione di un intervento refrattivo; essa consente al Chirurgo di sapere se la cornea ha una forma normale, ma anche di identificare l’astigmatismo irregolare causato dall’impronta sulla cor-

Figura 21. Topografia corneale.

Figura 22. A) A sinistra topografo di un occhio privo di astigmatismo
 B) Topografia di un occhio con astigmatismo verticale seconda regola; l’astigmatismo nella topografia assomiglia ad una farfalla.

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nea di un eccessivo uso di lente a contatto (fenomeno detto warpage), il cheratocono e altre anomalie dello spessore. Permette anche di comprendere se la cornea, ad esempio, è stata sottoposta a interventi di chirurgia e di evidenziare eventuali precedenti traumi o anche per studiare il risultato della chirurgia. Aberrometria I tradizionali metodi di misurazione dell’acuità visiva mediante ottotipo valutano esclusivamente l’acuità visiva in condizioni di buona luminosità. In realtà la visione è un processo molto complesso che necessiterebbe di valutazioni molto più approfondite (visione fotopica cioè in forte luminosità e scotopica e in bassa luminosità, sensibilità al contrasto, percezione dei colori, ecc.). L’aberrometro è uno strumento indispensabile per la valutazione della Figura 23. Aberrometria: qualità visiva rispetto alla definizione serve a determinare il difetto visivo in termini di quantità e di qualità. di una immagine. Produce un ulteriore studio dell’occhio, riferito al tipo e quantità del difetto visivo presente nel soggetto e spiega il perché alcuni pazienti possano operarsi, e altri no, di correzione della miopia o della ipermetropia o dell’astigmatismo. Questo esame è fondamentale per i pazienti che debbano essere sottoposti a interventi di chirurgia refrattiva in quanto oggi è possibile programmare trattamenti studiati su misura delle caratteristiche individuali, cioè eseguire trattamenti strettamente personalizzati con non pochi benefici sul risultato visivo globale. Con l’introduzione di nuove lenti intraoculari per la chirurgia della cataratta, questo esame è diventato molto utile anche per questo tipo di chirurgia.

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Pachimetria La pachimetria è un esame che misura lo spessore della cornea. La misura è fondamentale nelle procedure di chirurgia refrattiva che interessano la cornea, dove spesso condiziona la scelta del tipo di intervento. Lo strumento che permette di conoscere lo spessore della cornea si chiama pachimetro ad ultrasuoni, che fornisce una precisa misurazione. La cornea in condizioni normali al centro è spessa circa 520 micron, cioè millesimi di millimetro e lo spessore aumenta nella zona Figura 24. L’esame della pachimetria vicina al centro (circa 550 mi- fornisce l’esatto spessore della cornea in cron) e in quella periferica (650 ogni suo settore. micron). In presenza di alcune problematiche e malattie può essere più spessa o più sottile. Un’altra possibilità molto accurata di misurazione dello spessore corneale è mediante tomografia a coerenza ottica (OCT), un nuovo strumento che, generalmente dedicato alle malattie della retina, trova invece applicazioni anche per altre malattie come il glaucoma. Pupillometria È un esame attraverso il quale viene misurato diametro pupillare sia in condizioni di luce forte che di bassa illuminazione. Le informazioni raccolte attraverso questo esame sono utilizzate dall’oculista sia per lo studio della chirurgia refrattiva, cioè miopia, ipermetropia e astigmatismo, che nella moderna chirurgia della cataratta, perché la cinetica pupillare influenza molto la qualità dell’immagine prodotta sulla retina.

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OCT della retina L’OCT della retina o tomografia ottica a luce coerente è un nuovissimo esame che consente, senza entrare in contatto con l’occhio, di ottenere attraverso una serie di fotografie scattate sfruttando il riflesso di raggi laser infrarossi inviati sulla retina immagini della retina stessa a tutto spessore come in un preparato da laboratorio visto al microscopio. Lo strumento con cui si esegue, infatti, invia un raggio che penetra all’interno dell’occhio e attraverso un opportuno elaboratore viene ricostruita un’immagine rappresentativa di tutti gli strati della retina. L’analisi di tale immagine consente all’Oculista di evidenziare stati patologici che comportano una modificazione della percezione visiva del paziente. Questo strumento è utile nella diagnosi di malattie retiniche vascolari, tumorali, degenerative, ma anche nel controllo post-chirurgico di pazienti sottoposti ad interventi di distacco di retina o per altre malattie retiniche. L’esame inoltre consente di ottenere informazioni indirette su quale recupero visivo può avere un paziente che si accinge a sottoporsi ad un intervento di cataratta o ad un intervento sulla retina. Fondamentale è l’OCT nella diagnosi delle maculopatie e nella valutazione del decorso di eventuali loro terapie.

Figura 25. OCT della retina: quadro normale.

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OCT del segmento anteriore L’OCT del segmento anteriore è un esame che permette di ispezionare, attraverso immagini ad alta risoluzione, la parte anteriore dell’occhio, di cui studia alcuni parametri anatomici importanti, sia nella diagnosi e terapia di alcune malattie, che in previsione di differenti tipi di chirurgia oculare. Le immagini che lo strumento realizza sono delle sezioni della porzione dell’occhio che comprende la cornea, la camera anteriore, l’iride con la pupilla e il cristallino.

Figura 26. OCT

Figura 27. OCT del segmento anteriore.

Ecografia bulbare In Oftalmologia le ecografie con ultrasuoni possono essere utilizzate in vario modo per studiare l’occhio e tutte le sue strutture. La biometria o Ecografia A serve per misurare la lunghezza di un occhio

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Figura 28. Ecografia A o Biometria: l’esame consente di misurare la lunghezza dell’occhio; questa misura è di grande importanza per determinare il potere del cristallino artificiale nell’intervento di cataratta.

Figura 29. Ecografia B: consente di esaminare le strutture interne dell’occhio quanto le porzioni anteriori dell’occhio, per presenza di opacità, ne impediscono l’osservazione diretta.

e consente al Medico Oculista di calcolare l’esatto potere del cristallino artificiale da inserire negli interventi di cataratta. L’ecobiometro o ecografo è lo strumento che viene impiegato per tale esame. Questo esame può essere effettuato anche attraverso strumenti laser ottici, con eguale accuratezza. L’Ecografia B è invece la tecnica che permette di ottenere immagini delle strutture interne e delle porzioni anteriori dell’occhio simili a quelle che si ottengono con l’ecografia per le altre parti del corpo. La sonda poggiata sulla palpebra chiusa produce immagini dell’occhio e delle strutture limitrofe molti utili sia per diagnosticare patologie semplici, che più complesse come emorragie interne, distacco di retina o tumori. Fotografia del fondo oculare e Fluorangiografia La fotografia del fondo oculare è un esame molto utile in Oftalmologia. Serve per documentare lo stato del fondo oculare e scoprire non solo malattie di pura pertinenza oculistica, ma anche le manifestazione al fondo dell’occhio di malattie generali come diabete e ipertensione arteriosa.

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Figura 30. Fluorangiografia: esame della retina con mezzo di contrasto iniettato in vena per valutare la circolazione arteriosa e venosa della retina.

La possibilità di effettuare delle fotografie archiviate in un computer consente al Medico Oculista controlli nel tempo. La fluorangiografia retinica è una tecnica diagnostica impiegata per verificare le condizioni circolatorie del fondo oculare, sia nelle arterie che nelle vene. Si esegue iniettando in una vena del braccio, come una comune iniezione endovenosa, un co-

Figura 31. Fotografia di una retina normale.

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Figura 31. Il Medico Oculista indica sullo schermo del computer alcuni dettagli della retina di un paziente appena fotografato.

lorante specifico per la retina (fluoresceina sodica), e nell’eseguire delle fotografie del fondo oculare in successione con particolari filtri. La fluorangiografia retinica è un esame eseguito correntemente in tutti i centri oculistici. Le applicazioni piĂš comuni sono lo studio della retinopatia diabetica e quello delle degenerazioni maculari. Una tecnica particolare di fluorangiografia dei vasi, detta angiografia con verde indocianina, permette di apprezzare alcuni aspetti della circolazione della retina e degli strati profondi, non altrimenti evidenziabili con una fluorangiografia standard.

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Glossario dei disturbi più comuni riferiti • Amaurosi transitoria: perdita temporanea della vista che dura alcuni secondi: tale sintomo spesso è sottovalutato, ma è importante. È quasi sempre indice di insufficienza cardiaca, arteriosclerosi, fibrillazione atriale e comunque di un difetto di circolazione del sangue. • Astenopia: è un termine in cui si comprendono affaticamento visivo, fastidio, pesantezza agli occhi, difficoltà di messa a fuoco, sensazione di abbagliamento, bruciore, lacrimazione o secchezza oculare ecc., dopo un’attività visiva prolungata. Tali sintomi possono essere la conseguenza di vizi refrattivi, ossia disturbi della vista come miopia, astigmatismo e ipermetropia non corretti, congiuntiviti, cheratiti, disturbi del film lacrimale o delle vie lacrimali, affaticamento, allergie, ecc.. • Cefalea: in genere, i pazienti affetti da cefalea non ricevono aiuto dall’Oculista. Sono di solito inviati dal medico di famiglia che, dopo aver fatto eseguire al paziente alcuni esami, è stato impossibilitato a individuare la causa della cefalea. Raramente questi casi hanno una origine di natura oculistica vera e propria, perciò l’Oculista molte volte si dovrà limitare a una risposta per il medico di base in cui descriverà facilmente un apparato oculare normale, rimandando a ulteriori esami generali. • Deficit di visione centrale: alcuni pazienti vedono male dritto davanti a loro, ma mantengono un buon campo visivo periferico. A volte non vedono i particolari del volto di una persona o vedono distorto le lettere quando leggono. Con un’illuminazione molto buona, il disturbo si attenua lievemente ma fa pensare quasi sempre a un danno nella porzione centrale della retina, cioè alla macula (maculopatia senile o patologia simile).

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• Diplopia: il paziente vede due immagini. Questo sintomo si ha in presenza di una paralisi di un muscolo dell’occhio che non lavora più in maniera adeguata. Il fenomeno produce non solo una immagine fastidiosa, ma soprattutto difficoltà nel camminare e nello svolgere le normali attività personali. L’immagine doppia si può manifestare nello sguardo o verso destra o verso sinistra, a seconda dell’occhio interessato, e la causa è perlopiù dovuta ad una patologia di natura cerebrale vascolare. • Disturbi della lacrimazione: la lacrimazione eccessiva avviene perlopiù in seguito a un blocco o a una riduzione del deflusso delle lacrime dall’occhio, molto spesso dovuto ad una infezione. A volte però la lacrimazione eccessiva improvvisa con sensazione di corpo estraneo può essere dovuta alla presenza di un corpo estraneo sulla cornea o sulla congiuntiva, che andrà rimosso meccanicamente. Nel caso di infezioni, invece, la terapia sarà più articolata e prolungata. • Difficoltà di visione notturna: il paziente vede male la sera, in condizioni di scarsa illuminazione, e i disturbi peggiorano con il calare della notte. Questa difficoltà è molte volte legata a malattie retiniche spesso ereditarie. • Occhio rosso: la causa più frequente è la congiuntivite acuta; si associa spesso a bruciore, visione annebbiata, dolore oculare. L’occhio rosso può essere anche una manifestazione di altre malattie dell’occhio più importanti e di varia natura, da alcune molto semplici ad altre più complesse che possono aver bisogno di terapie articolate. • Perdita di visione: alcuni pazienti si possono lamentare per la perdita di un po’ di vista, altri non si accorgono invece di una grave e irreversibile riduzione del visus. Le cause del deficit visivo possono essere da alcune semplici e banali, come un difetto di vista, ad altre più gravi, legate a malattie specifiche.

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• Riduzione del campo visivo: la persona, chiudendo con una mano un occhio, vede bene l’oggetto fissato ma non percepisce un altro oggetto posto di lato. Tale sintomo denota spesso un glaucoma. Altre volte, il paziente riferisce difficoltà nella guida e nei parcheggi, proprio per l’alterazione del campo visivo periferico. • Secchezza oculare: è quasi sempre la conseguenza di una ridotta produzione di lacrime. Può essere diagnosticato per una difficoltà nell’uso di lenti a contatto, specie in pazienti giovani e di sesso femminile. Alterazioni ormonali, menopausa, malattie generali con scarsa produzione di lacrime o condizioni di microclima svantaggiose sono altre situazioni che favoriscono questo quadro di patologia oculare che influenza il rendimento dell’apparato oculare . • Visione annebbiata: un calo visivo per lontano può denotare miopia, per vicino denota una probabile ipermetropia. Se insorge dopo i 40 anni rivelerà una iniziale presbiopia, cioè difficoltà nella lettura. A seconda dell’età, lavoro e abitudini di vita, la persona potrà non vedere la lavagna, i cartelli stradali, la televisione, i prezzi sugli oggetti nei negozi, vedere male lo schermo del PC, ecc. Oltre che a un difetto refrattivo, la visione annebbiata può essere dovuta anche a cause tipo una cataratta o una degenerazione maculare retinica in fase iniziale. • Visione distorta: questo è il segno caratteristico della presenza di una maculopatia. Il soggetto se ne accorge per la deformazione o di un’immagine lontana (una porta, un armadio, …) o per il manifestarsi di disturbi della visione con salti di parole o irregolarità nella sequenza delle lettere. • Visione di una tenda scura: questa alterazione del campo visivo è facilmente sinonimo di un distacco di retina.

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La VISITA OCULISTICA Quando dall’oculista



Quando dall’oculista In ogni fase della vita è necessario prendersi cura degli occhi effettuando visite dal Medico Oculista. Vediamo quali sono le principali “scadenze” da osservare, ossia quando, a ogni età, è bene programmare un controllo dello stato di salute dei nostri occhi Sviluppo della vista Alla nascita: il bambino vede molto poco (1/100 di quello che vede un adulto con vista normale) e vede il mondo in grigio. E in effetti un neonato non ha bisogno di vedere bene. Alla fine del secondo mese: il piccolo comincia a osservare i movimenti delle proprie mani, ma la fissazione è ancora incostante. Non percepisce ancora i colori. Vede 1-2/10. Verso il quarto mese: comincia a fissare meglio ed osservare con più attenzione le proprie mani, che sono le cose che può vedere con maggior frequenza e facilità. Alla fine del sesto mese: può fissare bene gli oggetti e percepire i particolari anche perché comincia a vedere benino i colori e ad avere una certa visione binoculare, a vedere, cioè, anche in tridimensione. È l’età

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in cui comincia a riconoscere il viso della mamma e di altre persone. L’acuità visiva è tra i 2 e i 4/10. Tra il primo e il terzo anno di vita: lo sviluppo della vista procede velocemente per completarsi verso i 6 anni e, a questa età, in assenza di problemi visivi, vede i famosi 10/10, ha una normale percezione dei colori, una buona visione stereoscopica e riesce a riconoscere bene persone, oggetti e altro. Visite dell’infanzia I genitori, la cui vita di coppia viene allietata dalla nascita di un bimbo o di una bimba, pensano che gli occhi del loro bambino siano sani e che il loro sviluppo avverrà normalmente. Ma può anche accadere che così non sia. Quindi è utile fare degli esami medici preventivi. Una prima visita va quindi fatta entro le prime 4 settimane: il neonato va sottoposto a esame oculistico per la diagnosi di malattie congenite come il glaucoma, la cataratta e per la ricerca delle conseguenze di malattie della madre in gravidanza (rosolia e altre); nel prematuro, che è rimasto a lungo in un’incubatrice, per escludere una eventuale retinopatia del prematuro.

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Un’altra visita è importante entro il primo-secondo anno di vita specie se i genitori hanno problemi agli occhi (ad esempio astigmatismo e miopia) e soprattutto se chiudendo per pochi istanti un occhio per volta al bambino, il genitore nota un diverso e significativo comportamento tra un occhio e l’altro. A questa età l’Oculista è già Figura 32. Fondo normale età pediatrica. in grado di valutare, a grandi linee, la capacità visiva del bambino e ricercare la presenza di fattori che possano causare il cosiddetto “occhio pigro” (termine che indica un occhio ambliope, ossia un occhio che ha una mancanza di vista pur in assenza di malattie clinicamente rilevabili), cioè strabismo e importanti difetti di vista. In questo periodo un Figura 33. Bulbo oculare e muscoli impedimento all’uso di uno o extraoculari addetti al movimento degli occhi. entrambi gli occhi farà sì che il cervello sviluppi maggiormente la funzione visiva dell’altro occhio o sviluppi poco quella di entrambi. In questo modo l’occhio non usato diventerà ambliope. L’ambliopia, se non prevenuta, può diventare un deficit permanente invalidante: si tratta di una situazione che si può evitare solo intervenendo nella prima infanzia. Fondamentale è quindi una diagnosi precoce.

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Occhio pigro o ambliope Da un punto di vista medico si usa il termine ambliopia quando c’è una ridotta acuità visiva di uno o di entrambi gli occhi in presenza di un bulbo che dal punto di vista anatomico è normale, cioè senza alterazioni. Compare (frequenza 1-4%) per inadeguata stimolazione visiva durante il periodo di sviluppo visivo. È la maggiore causa di riduzione di acuità visiva sotto i 4-5 anni. È causata da difetti refrattivi, strabismo, impedimento ad usare la vista (in questo caso c’è una causa organica, come ad esempio una cataratta congenita). In caso di ambliopia monolaterale, che interessa cioè un occhio solo, come terapia si benda (ovvero si “copre”) l’occhio che vede bene in modo da far lavorare l’occhio pigro. Più precoci sono la diagnosi e l’inizio della cura, migliori saranno i risultati. All’età di 5-6 anni, meglio se prima dell’inizio della scuola, va effettuato un controllo per vedere se esistano difetti dell’apparato visivo. Se il bambino fa fatica a vedere la televisione piuttosto che un cartellone o un disegno, è possibile che abbia un difetto di vista, che può essere causa di stanchezza, annebbiamenti visivi, cefalea, arrossamenti e svogliatezza. Il bambino in questo caso cercherà di

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Figura 34. Test bicromatico per la determinazione dell’occhio dominante.

Figura 35. Misurazione della sensibilità al contrasto e dell’acuità visiva: schermo a basso contrasto.


usare gli occhi il meno possibile e quindi perderà interesse per lo studio e non vorrà impegnarsi in attività che lo stancano. Un paio di semplici occhiali per la correzione del vizio rifrattivo possono eliminare il problema. Visite della giovinezza e dell’età adulta Verso i 12-14 anni si produce un periodo di cambiamenti per l’organismo così come del carattere. Il corpo del giovane cambia, orientandose che esternamente che psicologicamente verso la personalità del maschio o della femmina con quelle piccole crisi della pubertà che spesso Figura 36. L’autorefrattometria producono crisi con i genitori. consente la precisa misurazione È il periodo in cui la miopia compare più dei difetti refrattivi. frequentemente, ma il ragazzo perlopiù non se ne accorge perché per lui comunque il cambiamento è lento… avviene in settimane, mesi e non si può pretendere che sia lui a farsi una diagnosi. Molte volte c’è anche il rifiuto a portare gli occhiali. Nella persona miope non corretta, solo gli oggetti vicini sono a fuoco mentre gli oggetti lontani vengono visti sfuocati; maggiore è la miopia meno la persona vede gli oggetti posti Figura 37. Alterazioni miopiche del fondo. a qualche metro di distanza. In genere la miopia compare verso la pubertà e peggiora fino alla fine del periodo di crescita, verso i 20-25 anni per poi stabilizzarsi. Forme gravi possono comparire più precocemente e peggiorare anche più a lungo. Verso i 18-20 anni succede che le visite sono necessarie per acquisire per esempio documenti come la patente, il porto d’armi o altro. Un tem-

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po c’era la visita di leva che serviva a obbligare ad un controllo. È grazie a queste necessità che molte volte vengono scoperti difetti di vista non conosciuti o sottovalutati. Più o meno alla stessa età si entra nel mondo del lavoro e fortunatamente le visite per le assunzioni previste dalle vigenti normative sono un ulteriore momento di controllo e verifica. Tra i 20 e 40 anni cosa succede? Se fino all’età della maturità l’occhio non ha avuto problemi, la situazione tra i 20 e i 40 anni, in mancanza di situazioni impreviste, rappresenta un periodo di tranquillità per il giovane che può attendere parecchi anni prima di rivolgersi ancora all’Oculista.

Figura 38. Con il passare degli anni aumenta la presbiopia e la necessità di allontanare il libro da leggere se non utilizziamo occhiali.

A 40-42 anni nel passato si fissava lo spartiacque tra la giovinezza e la vecchiaia. Oggi, una persona a 40 anni è ancora più che giovane, anzi forse è nel momento migliore della sua vita. Ma a questa età l’occhio comincia ad avere difficoltà nella visione da vicino e per riuscire a leggere diventa necessario un occhiale! Ci vuole una visita agli occhi per la prescrizione della giusta lente per la correzione della presbiopia, ma occorre anche per accertare che l’occhio non abbia altri problemi. Infatti intorno ai 40 anni, a volte, comincia a comparire il glaucoma, una malattia insidiosa che, pian piano, si porta via la vista se non viene dia-

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gnosticata e curata in tempo. Tra 40 e 50 anni, una visita ogni 3/4 anni è in generale sufficiente se non vengono riscontrati problemi durante le visite dell’obbligo; dopo i 50 è meglio accorciare i tempi. Il glaucoma Il glaucoma è una malattia caratterizzata da un aumento della pressione interna dell’occhio con danno del nervo ottico e del campo visivo, che può portare a cecità se non riconosciuto in tempo. La forma cronica, quella più comune, non dà sintomi per anni: quando il paziente riferisce disturbi, vuol dire che il glaucoma è già in uno stadio avanzato. Una diagnosi precoce è essenziale, perché i danni da glaucoma sono irreversibili e la terapia (colliri, laser e chirurgia) permette di bloccare possibili peggioramenti. È essenziale la prevenzione della malattia da parte del paziente e, una volta diagnosticata la malattia, la sua stretta collaborazione con il Medico Oculista nella gestione della stessa.

Figura 39. Il campo visivo computerizzato patologico per glaucoma evoluto.

Figura 40. Campo visivo computerizzato. Quadro misto glaucoma e cataratta.

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Visite della terza età Una visita ogni 2-3 anni, a partire dai 60 anni, è indispensabile, perché questa è senz’altro l’età più difficile per l’occhio e per la visione; il maggior lavoro a cui l’occhio è sottoposto con i progressi della vita moderna, l’allungamento della vita media delle persone, ha reso molto frequenti la comparsa di malattie come cataratta, glaucoma, alterazioni della retina e del nervo ottico di vario tipo e gravità. Uno dei problemi più gravi che si verifica con l’aumentare dell’età è la Degenerazione Maculare Senile o distrofia correlata all’età (DMLE) una malattia che colpisce il centro della retina e produce in tempi più o meno rapidi un grave deficit nella visione specialmente da vicino. La malattia comincia spesso con una perdita di qualità nella lettura, ondulazione delle immagini, sensazione di sfuocamento. Essa è spesso causa di importanti limitazioni visive sia nella lettura che nella guida; i rimedi oggi disponibili sono più efficaci se applicati precocemente anche se non riescono ancora a dominare la situazione in tutti i pazienti.

Figura 41. Anatomia del bulbo oculare: 1. Cornea
 2. Area pupillare 3. Cristallino
 4. Vitreo
 5. Macula
 6. Nervo ottico

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Figura 42. Degenerazione colloide.

Figura 43. Cicatrice maculare.

Figura 44. Degenerazione siero emorragica iniziale.

La cataratta è l’opacamento del cristallino, lente naturale del nostro occhio. Si manifesta con disturbi visivi e sensazione di annebbiamento, con progressiva perdita di qualità nella vista e di quantità. Esiste in forme giovanili e dell’adulto. La terapia è chirurgica con rimozione del cristallino opaco con speciali strumenti di piccolissime dimensioni (2 mm) e la sostituzione con uno artificiale di materiale plastico, sempre attraverso microincisioni. Il chirurgo Oculista effettua l’intervento con l’aiuto di un microscopio. La guarigione dall’intervento chirurgico per cataratta è di solito rapida e senza complicanze, con un recupero della vista in pochissimi giorni.

Figura 45. Rimozione/aspirazione dei piccoli frammenti residui di cataratta.

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Figura 46. Occhio privo di cataratta con pupilla omogeneamente nera.

Figura 47. Cataratta centrale posteriore: è la più fastidiosa.

Figura 48. Cataratta prevalentemente posteriore.

Figura 49. Cataratta densa con opacità di varie densità.

Figura 50. Un cristallino artificiale di moderna concezione.

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Le dodici visite dell’obbligo 1

Nei primi mesi di vita

Per diagnosticare eventuali malattie congenite Per ricercare difetti visivi

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Tra i 2 e i 3 anni

potenzialmente responsabili dell’occhio “pigro” Prima di mandare il piccolo

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Verso i 6 anni

a scuola per ricercare difetti rifrattivi (miopia, astigmatismo, ipermetropia)

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Verso i 12-14 anni

5

Verso i 18 anni

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Verso i 40 anni

7-8-9

Verso i 50 anni ogni 3-4 anni

10-11-12

Dai 60 anni ogni 2-3 anni

Per ricercare la miopia Onde prepararsi per la patente, il lavoro, l’eventuale servizio militare Per la correzione della presbiopia, la secchezza oculare Per prevenire malattie come glaucoma, cataratta ed altre Per ricercare la degenerazione maculare senile, la cataratta, il glaucoma

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Conclusione Gli occhi sono la nostra finestra sul mondo. Attraverso loro vediamo, comprendiamo ed ammiriamo ciò che ci circonda e manifestiamo anche attraverso loro le nostre emozioni. Da piccoli, l’esperienza tattile si unisce a quella visiva ed il bambino molto presto saprà riconoscere non solo la voce e l’odore della mamma, ma anche il viso. Poi quando andiamo a scuola, con gli occhi osserviamo la lavagna, il computer, l’insegnante, i compagni... E nel mondo del lavoro, con gli occhi fissiamo lo schermo del nostro telefono, del nostro PC o del cinema, guidiamo la nostra auto, … Anche nel tempo libero, i nostri occhi sani e luminosi ci permettono di praticare lo sport che preferiamo, di guardare una partita allo stadio, una manifestazione importante sul nostro schermo televisivo, o con le pinne e una maschera esplorare incantati lo sconosciuto mondo sommerso. Quando diventiamo più maturi o, gli occhi ci servono per gestire meglio il nostro tempo libero con una buono lettura, una partita a carte, un hobby da perseguire o semplicemente per leggere una favola ai nostri nipoti. Gli occhi accompagnano la nostra vita e ci mettono in relazione con il mondo. Bisogna quindi che i nostri occhi siano sani per tutta la vita, con visite di controllo periodiche. Nelle pagine precedenti abbiamo cercato di spiegare quanto una buona visita oculistica sia semplice, ma importante, con esami non invasivi, ma che fornisce tante informazioni. E non solo per l’immediato benessere del nostro apparato visivo, ma anche per ciò che riguarda le manifestazioni che malattie come il diabete e l’ipertensione possono produrre nei nostri occhi.

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Occhi sani consentono una buona relazione con il mondo esterno. Rivolgersi a strutture sanitarie qualificate per le varie necessità nel corso della vita e a centri ottici che possano soddisfare le esigenze di tipo estetico e funzionale con professionalità e competenza, sono i cardini della salute e del buon funzionamento del nostro apparato visivo. Curiamo, quindi, i nostri occhi: l’Oculista con competenza ed esperienza ci rassicurerà sul loro stato di salute. Il centro ottico di fiducia, con professionalità, ci fornirà gli occhiali o la lente a contatto prescritti, per un uso comodo e confortevole dei nostri occhi in ogni momento.

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Glossario delle malattie più comuni e tecniche chirurgiche • Afachia: è la condizione di un occhio privo di cristallino. • Anestesia: procedura per cui si rende indolore l’intervento chirurgico; può essere topica (a base di gocce), locale (con iniezione) o generale. • Astigmatismo: è un difetto di rifrazione dovuto ad una curvatura ovoidale della cornea; comporta visione ridotta, affaticamento visivo e mal di testa. • Chirurgia dell’astigmatismo: questo difetto di vista è suscettibile di trattamenti laser adeguati con altissime percentuali di successo. • Cataratta: opacità del cristallino umano; comporta riduzione della visione. Esistono vari tipi di cataratta. Può comparire sia alla nascita che nel corso della vita • Chirurgia della cataratta: tecniche di microchirurgia, rimuovono il cristallino opaco e lo sostituiscono con uno artificiale che recupera una visione ottimale • Chirurgia rifrattiva: ogni tipo di intervento chirurgico che si propone di correggere un difetto di rifrazione (miopia, ipermetropia, presbiopia). • Chirurgia della ipermetropia: la chirurgia attuale è prevalentemente laser con trattamenti semplici o customizzati e alte percentuali di successo • Chirurgia della miopia: è il primo difetto di vista corretto con tecniche chirurgiche corneali che si sono evolute nel tempo diventando ormai esclusivamente laser. Risultati funzionali ottimi.

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• Chirurgia della presbiopia: di recente alcune tecniche laser riescono a correggere questo difetto di vista fisiologico con risultati sempre più incoraggianti. • Cornea: struttura trasparente situata nella parte anteriore dell’occhio; serve a concentrare la luce sulla retina. Sulla cornea vengono eseguiti la maggior parte dei trattamenti di chirurgia rifrattiva. • Cristallino umano: lente situata nella porzione interna dell’occhio, dietro al foro pupillare; serve a focalizzare la luce sulla retina. • Cristallino artificiale: è una piccola lente, costituita da materiale sintetico trasparente; serve a rimpiazzare il cristallino umano quando questo viene rimosso oppure a correggere una miopia elevata. • Decimi di vista: unità convenzionale di misura per valutare quantitativamente l’acuità visiva di un soggetto; non ha corrispondenza con le diottrie che il paziente usa sull’occhiale o sulla lente a contatto. Una persona ha dieci decimi quando può leggere le lettere più piccole che vengono mostrate durante la visita oculistica; ha 5/10 o 1/10 solo quando legge i caratteri di media grandezza o solo quelli più grandi. • Diottria: è l’unità di potere rifrattivo; tanto più un difetto di rifrazione è forte tanto più elevato sarà il numero di diottrie; tante più sono le diottrie tanto più spesso è l’occhiale e tanto più esso è necessario. Tante più sono le diottrie del difetto tanto meno il paziente vede senza la correzione. • Emmetropia: condizione per la quale un occhio è privo di difetti di rifrazione. • Errore o difetto di rifrazione: è una anomalia dell’occhio per cui occorre una lente affinché l’occhio veda correttamente (miopia, astigmatismo, ipermetropia).

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• ICL: Intraocular Contact Lens ossia lente a contatto intraoculare; in realtà è un cristallino artificiale che serve a correggere elevati difetti di miopia ed ipermetropia. • Ipermetropia: difetto di rifrazione per cui l’occhio vede male a distanza ravvicinata e meglio per lontano. • Lasek: tecnica simile alla PRK (vedi). • Laser ad eccimeri: è il tipo di laser adoperato per la correzione dei difetti di vista con modelli sempre più perfezionati. • Laser a femtosecondi: è un laser che può essere adoperato nell’ambito dell’intervento di cataratta. • LASIK: tecnica con laser ad eccimeri per la correzione dei difetti visivi. • Lente a contatto: sottile disco di materiale plastico che viene applicato sulla parte anteriore dell’occhio cioè sulla cornea per correggere alcuni difetti di rifrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia, afachia). • Lente intraoculare: è sinonimo di cristallino artificiale. • Miopia: difetto di rifrazione per cui un occhio vede bene per vicino e male per lontano. • Oculista o Oftalmologo: è un laureato in Medicina e Chirurgia specializzato in Oculistica. A lui compete di curare le malattie degli occhi, prescrivere le medicine ed eseguire gli interventi chirurgici. • Ottico: è un tecnico diplomato in una Scuola di Ottica che ha il compito di allestire l’occhiale prescritto dal Medico Oculista e di consigliare lenti che correggono semplici difetti visivi. • Presbiopia: anomalia per cui un occhio non riesce ad “accomodare”, non riesce cioè a mettere a fuoco a distanza ravvicinata; richiede occhiali per ogni attività svolta nel raggio di 20-50 centimetri o meno.

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• PRK: tecnica laser semplice di correzione dei difetti di vista. • Retina: struttura nervosa dell’occhio. È la sede in cui si formano le immagini trasmesse poi al cervello dal nervo ottico. La sua buona funzionalità consente di vedere bene. Le sue malattie interferiscono sulla qualità visiva. • Visus o acuità visiva: capacità dell’occhio a vedere; un occhio che vede bene ha 10/10 di visus (cioè il 100 per 100 di vista) un occhio che vede poco ha 1-2/10 cioè il 10-20% della visione totale; la minore o maggiore acuità visiva dipende in generale dalle condizioni di salute dell’occhio e della retina in particolare. • Visione da lontano: quando una persona guarda qualcosa situata a 3 metri od oltre si dice che usa la visione per lontano; è in pratica la visione che serve per vedere la televisione, per guidare la macchina, ecc. • Visione da vicino: quando una persona guarda qualcosa situata ad una distanza inferiore ai 40 cm circa dal suo occhio si dice che utilizza la visione per vicino; è in pratica la visione che serve per leggere, scrivere, ecc. • Visione intermedia: quando una persona guarda lo schermo del Pc, il cruscotto della macchina, ecc., utilizza la visione intermedia, cioè oltre i 40 cm e sotto gli 80 cm.

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La SCELTA dell’OCCHIALE


La scelta dell’occhiale Dopo essersi sottoposti a una visita oculistica, così come descritta in precedenza presso un Oculista specializzato, è necessario rivolgersi a un altro professionista specializzato, l’ottico, per farsi predisporre la soluzione ottica più utile alle proprie esigenze visive. Che si tratti di un occhiale o di un paio di lenti a contatto è fondamentale individuare un professionista in grado di eseguire la prescrizione del Medico Oculista, di ascoltare le necessità e di cogliere lo stile di vita della persona per proporle la tipologia di montatura più utile, dotata delle lenti oftalmiche più idonee, o, in alternativa, il tipo di lenti a contatto che per materiale e caratteristiche tecniche meglio si adattano alle sue esigenze. Quando ci si rivolge a un centro ottico, oltre ai fattori legati al design, alla varietà e alla completezza dell’offerta è importante valutare altri requisiti, legati alla professionalità e alla competenza del personale qualificato: il negozio di ottica non è semplicemente il “luogo in cui effettuare acquisti” ma deve essere il “porto sicuro” dove realizzare l’occhiale perfetto, dove affidare il proprio benessere visivo, dove l’Ottico segue perfettamente le indicazioni contenute nella prescrizione del Medico Oculista.

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L’accoglienza Fin dal primo approccio l’Ottico svolge un ruolo delicato in cui si inserisce anche la componente psicologica. L’Ottico lascerà al cliente la possibilità di scegliere tra gli occhiali esposti, ma allo stesso tempo sarà pronto ad assisterlo con professionalità mettendogli a disposizione la propria conoscenza della materia. La comprensione Prima di poter proporre la montatura e la lente adatta, per l’Ottico sarà fondamentale prendere visione della prescrizione del Medico Oculista e fare domande cliente, anche per comprendere in quali contesti verrà utilizzato l’occhiale. Verrà indossato tutto il giorno? Servirà per guidare? Verrà usato per leggere? Per praticare sport? Solo quando egli avrà un quadro completo sul suo utilizzo, si potrà passare alla fase successiva: la scelta della lente e della montatura più adatta tra quelle selezionate inizialmente.

Guida alla scelta della lente e della montatura

Chi si reca presso il centro ottico per fare gli occhiali spesso non sa che esistono sul mercato differenti lenti con le loro caratteristiche specifiche e non conosce i materiali con cui vengono realizzate né le finalità dei vari trattamenti cui vengono sottoposte. Sarà proprio l’Ottico a guidarlo nella scelta, in base alla prescrizione del Medico Oculista, utilizzando un linguaggio chiaro e semplice.

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L’importanza della tecnologia nel punto vendita Oggi sono disponibili in commercio lenti personalizzate, che garantiscono una soddisfazione immediata del cliente/portatore e il massimo comfort determinando un elevato benessere visivo. Per realizzarle l’Ottico si avvale di tecnologie avanzate, grazie all’ausilio dei sistemi di Video Centratura, Precalibratura e Realtà Aumentata. I sistemi di Video Centratura, attraverso la valutazione delle distanze interpupillari relative all’occhio destro e all’occhio sinistro, determinano una centratura perfetta della lente garantendo un adattamento facile e veloce. In particolare, questo parametro è fondamentale qualora si scelgano le lenti progressive. Per soddisfare tutte le esigenze estetiche e di comfort del portatore, è necessario ottimizzare lo spessore delle lenti attraverso l’ausilio degli strumenti di Precalibratura. Da qualche tempo esistono sul mercato delle strumentazioni che simulano la Realtà Aumentata, grazie alle quali L’Ottico potrà in tempo reale fare provare ai clienti le differenti prestazioni delle varie tipologie di lenti in un contesto reale, riproducendo fedelmente ciò che vedrebbero indossandole. Tali sistemi sono applicati anche alle montature. Lenti progressive o monofocali? L’Ottico, sempre in base alla prescrizione del Medico Oculista, saprà indicare la lente giusta e, in caso di una persona con ametropie semplici (miopia, astigmatismo e ipermetropia), potrà consigliare lenti monofocali che garantiscono una visione puntuale solo ad una determinata distanza. Qualora invece si trovi di fronte a una persona che è anche presbite opterà per quelle progressive, che consentono a chi le indossa di vedere meglio a diverse distanze. Tecnologicamente tra le più avanzate, le lenti progressive possono essere portate dal cliente in qualsiasi momento della giornata, garantendo una visione senza interruzioni sia da lontano che da vicino. La parte superiore della lente permette una visione a lunga distanza, la parte centrale garantisce

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un buon equilibrio tra la visione da lontano e quella da vicino, quella inferiore è pensata per le distanze minori. Ovviamente esistono in commercio le lenti bifocali che però hanno un’area limitata per la visione da vicino e le trifocali che sono dotate di un’area dedicata alla visione dell’intermedio. Le lenti progressive rappresentano la soluzione migliore, sia a livello estetico che di comfort. Proteggersi dalla luce blu I dispositivi con schermi LCD/LED (quali smartphone, tablet, Tv e Pc) fanno parte della nostra quotidianità. Se da un lato ci hanno facilitato l’esistenza, dall’altro emettono radiazioni elettromagnetiche tra cui quella definita “luce blu”, che è presente anche naturalmente nel sole. Tecnicamente è quella radiazione luminosa compresa tra i 430 nm e i 475 nm, dotata di una lunghezza d’onda corta e quindi di un livello/stato energetico elevato. Recenti studi hanno posto l’accento sull’interferenza che una parte della luce blu avrebbe nei confronti dei normali processi fisiologici dei tessuti dell’occhio tra cui, principalmente, la superficie oculare e la retina Secondo alcune di queste ricerche, la luce blu sarebbe responsabile della formazione di radicali liberi a livello della cornea e potrebbe danneggiare determinate cellule della retina. Tale interferenza spiegherebbe sintomi di discomfort oculare quali secchezza, prurito, pesantezza e bruciore e potrebbe inoltre essere causa di alterazioni a carico della retina. Altri studi hanno riscontrato delle alterazioni del ciclo sonno veglia in soggetti esposti alla luce blu. Oggi il Medico Oculista ha a disposizione la possibilità di consigliare ai videoterminalisti ed ai lavoratori esposti, l’utilizzo di lenti particolari in grado di filtrare la luce blu. Queste lenti oltre a garantire la riduzione dell’affaticamento visivo ed un estremo comfort, sono caratterizzate da una perfetta trasparenza. La visita oculistica

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I trattamenti Quando realizza un paio di lenti sulla base della prescrizione del medico Oculista, l’Ottico determina, in base allo stile di vita del portatore, il trattamento o, meglio, i trattamenti da applicare alle lenti stesse. I più comuni sono l’antiriflesso, che scherma i riflessi che diventano chiaramente visibili sulla lente, generando difficoltà di visione, l’idrorepellente e l’indurente; le lenti organiche (in plastica) sono sì facili da portare, ma sono più delicate rispetto a quelle in vetro. Il trattamento di indurimento ne aumenta la resistenza: pur mantenendo una qualità elevata della visione prolunga la durata temporale della lente. A una lente da vista può anche essere chiesto di proteggere dai raggi solari UVA e UVB quando cambiano le condizioni di luce. In questo caso si ricorre al trattamento fotocromatico, che permette alle lenti di adattarsi automaticamente trasformando la colorazione da bianca in ambienti chiusi o di notte, a scura quando si è all’aria aperta o di fronte a sorgenti luminose, con livelli di scurimento che aumentano all’aumentare dell’intensità della luce. La scelta delle lenti a contatto Le lenti a contatto offrono innumerevoli vantaggi: sono invisibili, si possono indossare anche quando si fa sport, possono essere abbinate a qualsiasi tipo di occhiale da sole con lenti neutre, cioè senza nessun tipo di correzione, e sono indicate per correggere quasi tutti i casi di miopia, ipermetropia, astigmatismo (anche abbinato a miopia e ipermetropia) e presbiopia. Su precisa indicazione del Medico Oculista, l’Ottico, in questo caso un Ottico Contattologo, con specifiche competenze nell’ambito dell’applicazione di lenti a contatto, imposterà per il singolo cliente una Scheda, la quale porti a seguire un vero e proprio protocollo specifico per lui e consenta di gestire al meglio il momento chiave della scelta della lente e l’importante fase del successivo follow-up. In seguito, fornirà al cliente tutte le informazioni relative all’igiene nel loro utilizzo e alla loro pulizia per evitare possibili complicanze quali depositi batterici, infezioni, etc.

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