DOMENICA 2 MARZO 2014 ANNO XVIII - N. 52
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QUEL TERRIBILE 4 MARZO
UN ANNO VISSUTO INUTILMENTE di PAOLO MACRY
U
n anno fa, i media nazionali mandarono in onda le fiamme notturne della Città della Scienza e le macerie di palazzo Guevara. Quelle immagini evocavano scenari terribili, incendi da guerra civile, rivoluzioni cruente, bombardamenti di alieni. Sembravano i fotogrammi di una pellicola di John Carpenter. La romantica baia di Napoli non rinuncia mai a un tocco di teatralità futurista. Quel che è successo nel frattempo, però, ha ben poco di letterario. Ai disastri del quattro marzo, alcune benemerite associazioni hanno risposto con cortei e denunce. Per parte sua, il tenace management di Città della Scienza ha raccolto un certo gruzzolo da imprese e singoli cittadini e si prepara a celebrare la ricorrenza con una kermesse popolare, mentre sono in arrivo (sulla carta) i finanziamenti di governo e regione. Tuttavia, fatti i debiti auguri a Silvestrini e Soci, l’impressione è che neppure gli eventi peggiori riescano a scuotere il grande corpo della metropoli. Sugli autori dell’incendio, per dirne una, è buio fitto. La procura indaga senza risultati, il quartiere non collabora, nessuno ha visto nulla. C’è solo da decidere se sia più grave l’inconcludenza inquirente o la scarsa civicness. Nè il rogo ha sollecitato le autorità a ripensare le strategie per la grande area dismessa. Nessuna revisione urbanistica di Bagnoli è stata messa in opera, tant'è che la collocazione del Science Center, che era provvisoria prima dell'incendio, tale sarà anche nella nuova versione. Nel frattempo, è stata messa in liquidazione Bagnolifutura, orgogliosa istituzione -già dal titolo- che avrebbe dovuto trasformare l'ex Ilva in un paradiso di ver-
de pubblico e spiagge dorate. Si ripartità da zero. E chissà quando. L'odierna crisi finanziaria ha l'effetto di occultare qualsivoglia bancarotta politico-amministrativa: non ci sono soldi, si dice. Ma anche il bombardamento di palazzo Guevara ha turbato assai poco le acque stagnanti della polis. Quel che sembra il frutto di gravi errori di progettazione non ha ancora un responsabile (la procura indaga), sebbene -prima del crollo- fior di ingegneri avessero denunciato i pericoli prodotti sul sistema idrogeologico dalla Linea 6 della metropolitana. Nessuno ha prestato loro ascolto, essendo preferibile attribuire lo sbriciolarsi di un palazzo alla fatalità (le piogge mandate dalla natura matrigna). Un'interpretazione che addossa alle compagnie assicurative il danno, salvando gli eventuali colpevoli e, peggio ancora, lasciando aperto il rischio che quanto accaduto possa ripetersi. Il problema di palazzo Guevara infatti si chiama Linea 6, ovvero un'opera in costruzione da decenni, che ha succhiato fiumi di denaro e che non serve a nulla, aggiungendosi alla Linea 2, alla Cumana e ai pullman della Riviera. Ma in un territorio politicamente acefalo, è vano attendersi che qualche autorità avrà mai il coraggio di fermarla, chiuderla, interrarla. Anche se, probabilmente, sta compromettendo la statica degli edifici costieri e la sopravvivenza degli alberi della Villa Comunale. Una cosa va aggiunta, tuttavia. Gli errori (colposi, preterintenzionali o peggio) dei pubblici amministratori sono gravi e la loro scarsa reattività alle immagini catastrofiche di un anno fa è sorprendente. Ma qualcuno li avrà pure eletti alle poltrone che occupano.
Il reportage
Terrore a Ercolano
La madre non le portava cibo da una settimana
Rissa tra ragazzi in pieno giorno Diciottenne accoltellato a morte
Chiara, sola e affamata nella casa degli orrori di VINCENZO ESPOSITO
GLI INDIFFERENTI DEL VOMERO
E’
facile prendersela con la legge Basaglia, con lo Stato, la Sanità crudele. E perfino con la natura che crea le malattie mentali. Così, alla fine, tutto lo sgomento provocato dalla storia di Chiara, tenuta prigioniera in casa dalla madre in via Caldieri, per otto anni,
LE STORIE
si limita a una riflessione sulla 180. Bene. Va tutto bene purché il problema, anche in questo caso, stia lontano da noi. Noi che non c’entriamo, noi che però ci scandalizziamo. E poi dimentichiamo.
Chiara (foto Fanpage), la 36enne trovata tra i rifiuti in una casa di via Caldieri, dove è stata segregata per 8 anni, non aveva cibo da giorni.
Aveva 18 anni Gaetano Lavini, il giovane accoltellato a morte a seguito di una rissa, ieri, in pieno giorno a Ercolano. Nella rissa è rimasto ferito lievemente al volto anche un 17enne del posto. Non si esclude che la rissa di oggi sia stata una sorta di regolamento di conti, una vendetta maturata per una rissa scoppiata una settimana fa al confine con Torre del Greco. A PAGINA 8
A PAGINA 5 Marconi
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Vitolo
Bilancio Partecipate, accuse dalla Corte dei conti. Nicodemo: risanare e cederle
Il Pd avverte de Magistris «Maniche a mappina e rever a lancia» Così Attolini ha vestito la Grande bellezza di Anna Paola Merone A pagina 11
«Basta aumenti di imposte e tariffe, venda il patrimonio» «Il governo ha fatto bene a dare una seconda chance ai Comuni in difficoltà, ma è una boccato d’ossigeno, ora chi amministra faccia bene il suo lavoro», così Francesco Nicodemo, membro della segreteria nazionale del Pd. Che aggiunge: «Bisogna risanare le partecipate e ven-
dere quote, dismettere il patrimonio e agire sulle riscossioni. Mai aumentare le tariffe». Insomma ciò che ha ribadito ieri anche il Procuratore regionale della Corte dei conti. Cottone: «Partecipate vero bubbone».
Il maestro in visita al Conservatorio
ALLE PAGINE 2 E 3 Beneduce, Brandolini
Gli articoli
I settant’anni di Resina, il più nobile mercato delle «pezze» di Riccardo Rosa A pagina 10
© RIPRODUZIONE RISERVATA
De Mita: Renzi durerà poco
Del Basso De Caro Angelo o demone?
di CARMINE FESTA
di GIMMO CUOMO
C
«S
iriaco De Mita ieri sera ad Avellino ha scommesso duecento libri con l’ex senatore Pd Goffredo Bertini sulla durata del governo Renzi. Per il politico di Nusco il premier durerà al massimo pochi mesi dopo le elezioni europee di maggio.
e il diavolo mi incontrasse, cambierebbe strada», ha confidato con ironia il neo sottosegretario Umberto Del Basso De Caro agli amici che gli hanno chiesto se avesse paura per le «macumbe» degli scontenti e degli avversari politici.
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Il tempo e le idee
Muti bacchetta i politici «Salvate i tesori di Napoli» A PAGINA 17 Paola De Simone
di Giuseppe Galasso
Sud, le Regioni hanno deluso S
i sa che l’ordinamento dello Stato italiano si articola oggi in 20 Regioni. Di esse, una, il Trentino-Alto Adige, si articola, a sua volta in due Province autonome, Trento e Bolzano, che hanno esse, in realtà il vero potere regionale. Altre Regioni (Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna, e lo stesso Trentino-Alto Adige e le sue Province) hanno uno statuto regionale speciale. Ora si parla di rivedere il nostro ordinamento regionale, raggruppando le Regioni attuali in un minor numero (6, per Stefano Caldoro, che è tra i non molti a parlare di ciò con reale esperienza delle cose regionali) di macro-Regioni. C’è da chiedersi come e
quanto abbia influito nel nascere di questa idea la tesi originaria della Lega Nord, oggi da essa sempre più stancamente ripetuta, di una tripartizione dell’Italia in tre grandi aree (Nord, Centro e Sardegna, Sud), per istituire fra loro rapporti che la Lega non ha mai davvero chiarito: reciproca indipendenza? federalismo? autonomia macroregionale molto più spinta di quella regionale? Sia come sia, è da dire che l’idea odierna delle macro-Regioni dovrebbe partire da una diagnosi più franca, coraggiosa e realistica del perché le Regioni attuali non soddisfano più. Non si dica, per favore, che ne è responsabile lo Stato. CONTINUA A PAGINA 17
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Corriere del Mezzogiorno - Napoli 02/03/2014
(diffusione:27910)
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