Storia nr.11
incontri Un volontariato dalla parte degli animali A Collegno, alle porte di Torino, nel cuore del Parco agrofluviale della Dora Riparia, c’è un rifugio per animali da tutti chiamato semplicemente “da fattoria” o, molto più cinicamente, “da reddito”, salvati da maltrattamenti, macellazione e abbandoni. Mucche, cavalli, asini, maiali, pecore e capre, conigli, galline, oche: animali conosciuti dai più come merce, “macchine” che producono cibo e non esseri viventi e senzienti, capaci di emozioni: affetto e riconoscenza, amicizia, dolore, gioia, paura. Dopo essere stati salvati, nel nostro rifugio, gli animali vengono curati, nel corpo e nella mente, vengono aiutati ad avere di nuovo voglia di vivere e ad iniziare una nuova vita, finalmente libera e senza terrore. Ogni volta, anche noi impariamo a conoscerli e rispettarli nella loro diversità, nel loro bisogno di esprimersi e relazionarsi, nella speranza di far dimenticare loro le violenze subite. Nella nostra fattoria, “diversa” da tutte le altre, gli animali tornano ad essere soggetti e non cose, qualcuno e non qualcosa. Lo facciamo da diversi anni, per offrire un senso di concreta solidarietà a questi animali, fatti nascere per essere parte di una “catena alimentare” senza soste, “fatti nascere per morire”. Grazie all’uso di campagne pubblicitarie quasi totalmente basate su disinformazioni gravissime, si spacciano procedure aziendali basate su maltrattamenti gravissimi e quotidiani, come fossero aspetti quasi obbligati nell’organizzazione industriale degli allevamenti intensivi, legati ad un “ordinario ciclo” di violenza e sfruttamento. Il nostro volontariato si è sviluppato su questo fronte difficile e durissimo, gli animali “da reddito”, dopo aver fondato, tanti anni fa, il primo rifugio per cani e gatti frutto della collaborazione tra il volontariato animalista ed il Comune di Collegno, prima ancora che, nel 1991, la legge 281 iniziasse finalmente a considerare i cani e i gatti (definiti animali “da affezione”) come portatori del diritto alla tutela dai maltrattamenti. Quello per noi, fu solo un primo passo, certamente non poteva bastare. Il mondo del volontariato sa bene che, anche dopo un successo, 56
incontri dopo segnali positivi per una cultura di progresso e di solidarietà, non ci si può fermare: c’è sempre così tanto da fare, per non scivolare di nuovo indietro. Solo alcuni anni fa, altissimi dirigenti della Sanità pubblica, in occasione di un incontro istituzionale, davanti alla richiesta educata di una maggiore attenzione dei Servizi Veterinari verso il rispetto ed il benessere degli animali, ci avevano detto che le Istituzioni non avevano tempo da dedicare alle richieste di chi si occupa di hobbies. Sembra incredibile, ma l’impegno, la passione, il lavoro quotidiano in regime di totale volontariato a favore dei diritti degli animali era stato tradotto meschinamente in attività hobbistiche e secondarie, come la raccolta dei francobolli, gli scacchi o la canasta. Dopo quell’intervento, lasciammo la sala della conferenza vista la gravità di quelle affermazioni e delusi da una così bassa capacità di dialogo. Ci inseguirono per le scale chiedendoci scusa per un “evidente equivoco” di comunicazione e dichiarando che avrebbero fatto tesoro dell’errore commesso. Anche questo è volontariato, pretendere civilmente dignità, per noi e per gli altri, per i più deboli, soprattutto, e gli animali sono i più deboli tra i deboli, senza diritti, senza parola, destinati da sempre a subire e ad essere solo sfruttati. Il nostro volontariato tende a stimolare gli umani a pensare e riflettere, a comprendere la bellezza degli animali liberi di non doversi esibire e di non dover conquistare applausi, come nei circhi, negli zoo, nelle finte riserve naturali, di non essere scartati e venduti al macello perché, “se non rendono più, non meritano di vivere”. Le cose pian piano sono cambiate e continuano a cambiare, ma cosa sarebbe il mondo, è questa la domanda da non dimenticare mai di fare e di farsi, senza la presenza coraggiosa e attiva del volontariato? Cosa sarebbe degli animali, nella nostra società troppo spesso tanto cinica e pigra verso la sofferenza, se non ci fosse il volontariato? Così, il nostro rifugio, da anni è diventato un “fortino” contro l’insensibilità: non chiediamo agli altri di amare gli animali come li amiamo noi, ma chiediamo rispetto, disponibilità a conoscere, cu57
incontri riosità ad approfondire una realtà che tanti hanno sempre cercato di considerare “invisibile”. In questa direzione si è posta anche la recente realizzazione di una mostra fotografica che ha come scenario la fattoria/rifugio, i nostri animali e i tanti bambini che ci vengono a trovare. Foto che raccontano come siano spontanei, immediati e sempre positivi i contatti tra animali e bimbi, soprattutto quando questi ultimi non hanno subìto i tanti condizionamenti negativi dettati da false informazioni e tradizioni “manipolate”: “gli animali non soffrono”, “sono nati per essere usati dagli uomini”, “gli animali sono sporchi, non ti avvicinare”, “stai attento che ti mordono”. I bambini e tutti coloro che vengono a visitarci “scoprono” invece maiali, cavalli, mucche, asini, pecore, capre, oche, galline, conigli che forse non hanno mai visto da vicino e non hanno mai conosciuto così, e gli animali, nonostante le violenze subìte prima di essere salvati, quasi come in una magia, spesso si fidano di nuovo e si avvicinano curiosi, desiderosi di socializzare. Anche questo è il nostro fare volontariato: un piccolo contributo quotidiano al cambiamento della cultura della nostra società, con umiltà, con passione, con voglia di fare e raccontare una verità semplice, ancorché spesso nascosta e negata, quella del diritto alla dignità degli animali, a veder riconoscere le basi di una nuova e diversa convivenza con gli umani. Per essere coprotagonisti, in una realtà che scelga l’approfondimento, la curiosità, la solidarietà verso gli altri e non la supremazia e lo sfruttamento. Noi di Vivi gli Animali, con il nostro volontariato quotidiano, abbiamo sempre ritenuto che il tentativo di sensibilizzare i cittadini a tenere comportamenti sempre più attenti al rispetto della dignità degli animali non potesse essere disgiunto da una più grande visione di responsabilità generale nei confronti dell’ambiente, del clima, della riduzione dell’inquinamento e dei rifiuti. Lo stesso continuo nostro impegnarci per salvare gli animali dai maltrattamenti è stato da sempre inteso come un’azione da coniugare, 58
incontri indissolubilmente, con la proposta alla società di cambiare modalità di vita basate su un consumismo sfrenato e irresponsabile verso le risorse naturali. Per questo siamo convinti che il nostro impegno sociale e culturale debba stimolare, da parte dei giovani soprattutto, un’inversione di rotta nel rapporto con l’ambiente, una nuova sensibilità per il futuro del Pianeta. Non per niente, proprio riguardo questo fondamentale tema, siamo stati tra i primi a condividere la bellissima iniziativa internazionale “Sciopero per il clima”, promossa dalla ragazza svedese di 16 anni, Greta Thumberg, e condivisa da milioni di studenti in tutto il mondo per salvare il clima della Terra. Non salviamo solo gli animali, ma offriamo anche a persone socialmente ed economicamente “esposte”, occasioni di solidarietà e comprensione, spazi sereni dove riconquistare fiducia nei rapporti umani. Partendo dalla nostra attività di tutti i giorni e dall’attenzione che poniamo nei confronti dei più deboli, ci siamo sempre più convinti che non si possa e non si debba indietreggiare mai nel difendere la giustizia e la dignità per tutti gli abitanti del mondo, umani e non, e rivendicare il rispetto dell’Ambiente, come valori generali e superiori. Non è mai troppo tardi per agire. Non è mai troppo presto per coinvolgere gli altri con il volontariato attivo. Michele Suma Vivi gli Animali Onlus Un rifugio per animali salvati da maltrattamenti
59