IMMAGINI DELL’ANTICA VETRERIA MISCIATELLI
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POI V.C.P., OGGI MUSEO DEL VETRO
Nel territorio sono operanti alcune Associazioni, tra le quali
IL CENTRO SOCIO CULTURALE “Q. FRATINI”.
Il 19 agosto 1998 si costituisce l’Associazione Culturale “IL BORGO”.
8 APRILE 2000 – il Sabato. GIORNALE DELL’UMBRIA. L’occhio sulla città: Piegaro. Progetti per rilanciare l’economia della zona. C‘è il futuro in due musei. A uno stadio avanzato quello sull’arte del vetro, da disegnare quello paleontologico.
13 OTTOBRE 2000 – LA NAZIONE - VETRO & VETRI, FASCINO DELLA MEMORIA. Una mostra di bottiglie e vetri per rendere omaggio alla “vecchia” vetreria di Piegaro.
L’ha realizzata Pierpaolo Mariani che espone la propria rassegna nel centro storico del paese in via Roma.
GENNAIO 2001- L’ Associazione IL BORGO rinnova
il Consiglio Direttivo. Risultano eletti: Moreno Spoleti, presidente, Pierpaolo Mariani, vice presidente, Elga Vagnini
segretaria, Paola Farina cassiera; Consiglieri: Michele Bartolini, Elena Bellavita, Simone Bianchi, Renato Bisci, Laura Buzzetti, Alberto Cecchini, Adriana Fratini, Roberto
Ferricelli, Miriana Marabissi, Gabriele Marsili, Pino Mattei, Gabriella Munaretto, Bruno Paparotto, Ferruccio Ragno, Luca Zangarelli.
Il 31 marzo il Presidente Spoleti convoca II Consiglio Direttivo per definire il programma delle manifestazioni. Tra gli argomenti da discutere, vi è la rievocazione della rivestizione dei fiaschi, la corda più lunga. Sono nominati responsabili Renato Bisci, e Pierpaolo Mariani.
APRILE 2001 – IL CORRIERE DELL’UMBRIA. PIEGARO
MUSEO DEL VETRO, VIA AI LAVORI.
Sarà interamente ristrutturato l’edificio dell’ex vetreria. A darne notizia è lo stesso sindaco Massimo Bianchi.
[…] Il “Museo del vetro”, insieme con il museo dei fossili di Pietrafitta, servirà ad incentivare il turismo, risorsa non essenziale e tuttavia importante per la zona, mentre il
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futuro annesso laboratorio dovrà garantire il rilancio della produzione artigiana.
MOSTRE di OGGETTI di VETRO e impagliatura dei fiaschi sono svolte a Canneto il 10 MARZO 2001 e a Migiana di Monte Tezio.
Dall’’8 DICEMBRE 2001 al 6 GENNAIO 2002, nell’ambito di “Arte di Natale” nei locali Mc Donald a Perugia.
Proseguono contatti, a Bevagna, dove in occasione della Sagra delle Gaite, sono presenti soffiatori del vetro che successivamente si destreggeranno a Piegaro. Con l’assessore Michele Bartolini raccogliamo adesioni e materiale per Il PALIO.
DOMENICA 7 OTTOBRE 2001 – 1° PALIO DEL FIASCO IMPAGLIATO organizzato dall’’Associazione culturale IL BORGO, con la partecipazione del Comitato SAGRA DELLA CASTAGNA e il CIRCOLO
ENDAS di Piegaro.
IL NOTIZIARIO di Piegaro nel numero del marzo 2002 riporta:
“L’ECO DEL PALIO”
- “Crescente interesse attorno alla rivestizione dei fiaschi rilanciata dal Palio che si è svolto a Ottobre 2001.
GENNAIO 2002 – INIZIA LA RACCOLTA DI MEMORIE
DI EX VETRAI E RIVESTITRICIMolti piegaresi si prestano con donazione di materiale. Altri sono titubanti nelle donazioni; forte é l’attaccamento agli oggetti, testimonianze del lavoro svolto da familiari o amici in vetreria, (“che non si sa che fine faranno”).
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• Stralci della documentazione I MASTRI VETRAI RACCONTANO, vedi in Appendice.
GENNAIO 2002 – SCUOLA ELEMENTARE di MONTEGRILLO (PG) – Lezione di impagliatura, in collaborazione con la Direzione Didattica del II° Circolo.
Partecipano due rivestitrici di Pietrafitta.
GENNAIO 2002, COMUNE DI EMPOLI. ARCHIVIO STORICO E CENTRO DOCUMENTAZIONE VETRO.
Gentile Sig. Mariani, Le invio il materiale che abbiamo prodotto. Ho saputo che ha parlato con la dott.ssa Ciappi, che le avrà fornito le informazioni che Le interessavano. Cordialmente, Stefania Terreni.
11 GENNAIO 2002, - lettera alla SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA PER L’UMBRIA – Chiedo di poter usufruire di alcune immagini di reperti antichi collocati nel Museo Archeologico da inserire nell’opuscolo “Pierpaolo Mariani, collezione di oggetti di vetro”.
23 GENNAIO 2002: La Soprintendente Reggente, Laura Bonomi risponde: - “Con riferimento alla Sua richiesta Le
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inviamo alcune riproduzioni a colori di balsamari esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Perugia.
3 FEBBRAIO 2002 - IL CORRIERE DELL’UMBRIA. - “EX
VETRERIA di PIEGARO: ENTRO IL MESE I LAVORI
– Saranno appaltati entro la fine del mese i lavori per la ristrutturazione della parte dell’ex-vetreria di Piegaro destinata ad ospitare il laboratorio artigiano previsto dal progetto generale del “Museo del vetro.[…] Per quanto riguarda gli appartamenti ricavati nella parte dell’immobile non soggetta a vincoli da parte della Soprintendenza, tre dei sei alloggi sono già abitati dai loro nuovi proprietari. A riferire dello stato di avanzamento dei lavori per il “Museo del vetro” è il sindaco, Massimo Bianchi.
28 MAGGIO 2002 - Scrivo al Sindaco: “Sig. Sindaco, seguo con interesse gli sviluppi del restauro dell’Antica Vetreria di Piegaro che ospiterà il Museo e il Laboratorio per la lavorazione artigianale del vetro. Con la presente Le rendo noto di essere in possesso di materiale tra cui oggetti di vetro costituente una ragguardevole raccolta che espongo in varie manifestazioni. Inoltre mi dedico a raccogliere testimonianze fotografiche che ritengo utili per eventuali pubblicazioni su Piegaro e le sue vetrerie.”
6 GIUGNO 2002 - Lettera di risposta del Sindaco:
COMUNE DI PIEGARO - Oggetto: MUSEO DEL VETRO.
- “Gent.mo Sig. Mariani, con la presente siamo ad informarla che l’Amministrazione Comunale di Piegaro da oltre un anno ha intrapreso il lavoro di ristrutturazione dell’antico complesso della vetreria sita in Via Garibaldi a Piegaro. Quest’importante opera di restauro ha come obiettivo, oltre il recupero strutturale ed architettonico del manufatto, la cui conclusione è prevista presumibilmente per questo autunno, la creazione di un Museo del Vetro e di un laboratorio per la lavorazione artigianale del vetro.
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A tale fine si è dato vita ad progetto museale che prevede un approfondito studio dei fatti, dei personaggi, degli oggetti e degli strumenti che hanno caratterizzato la storia, l’attività economica e il vissuto sociale dell’antica vetreria. In questa fase preliminare l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con tecnici specializzati del settore, sta effettuando un lavoro di ricerca, schedatura e catalogazione degli oggetti, dei macchinari, degli utensili, delle foto, dei documenti cartacei e di tutto il materiale proveniente o riconducibile alla vetreria di Piegaro.
Per questa serie di motivazioni La invitiamo, qualora fosse in possesso di materiali o informazioni riguardanti l’antica vetreria, a contattarci al fine di programmare un incontro ed approfondire insieme gli argomenti in questione. Ringraziando per l’attenzione accordataci, cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti.”
8 OTTOBRE 2002 - CORRIERE DELL’UMBRIA. LA VETRERIA MOSTRA I SUOI GIOIELLI. PIEGARO.Grande folla domenica mattina a Piegaro premiata anche da una bella giornata dal cielo terso. Occasione doppia: festa dei gemellaggi tra il Comune e due città estere e visita ai locali restaurati del futuro museo dell’antica Vetreria. Conclusa la cerimonia di gemellaggio, tenuta dal sindaco Massimo Bianchi in fascia tricolore sotto le imponenti capriate di legno della sala, la folla ha potuto ammirare sia il palazzo, sia i preziosi oggetti custoditi nelle teche. In movimento per l’occasione anche gli automatismi del plastico su scala. Tra gli ospiti in giro per le sale, le delegazioni della cittadina francese Verneuil en Halatte e del comune ceco di DvurKralove Nad Labem.
28 DICEMBRE 2002 – IL CORRIERE DELL’UMBRIA.
LABORATORIO DEL VETRO IN PRIMAVERA.
L’idea avviata nel 1989 custodisce un pezzo importante della
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storia del paese. La notizia arriva direttamente dal sindaco di Piegaro, Massimo Bianchi: - ”Il laboratorio sarà attrezzato con tutti i macchinari necessari a realizzare manufatti. E non si esclude che in un prossimo futuro questo nobile mestiere, oltre ad essere illustrato nel laboratorio per soddisfare l’interesse dei visitatori, possa anche essere insegnato ai giovani in appositi corsi”. All’interno dell’edificio è un trionfo del vetro, resti di vecchie colate e di alcuni manufatti prodotti nella vetreria stessa ed un’infinità di cunicoli, grandi e piccoli da far girare la testa.
SETTEMBRE 2003 - RISONANZE – CULTURE LOCALI. Con un paziente lavoro di raccolta e di selezione, Pierpaolo Mariani ha realizzato una straordinaria collezione di bottiglie, fiaschi, damigiane e altri contenitori di vetro, che sono state esposte in numerose città e paesi dell’Umbria. – “Da ragazzi si giocava nelle piazze con le palline di vetro, ce n’erano di tutti i tipi, di tutte le sfaccettature, opache, trasparenti, colorate. Dai mucchi di vetro le biglie si capavano nelle bottiglie di gazzosa. Da grandicello sperimentai il lavoro in Vetreria.
Facevo “il portantino”. LIBRETTO DI LAVORO
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15 OTTOBRE 2003 - IL CORRIERE DELL’UMBRIA –TUFFO NEL PASSATO, QUANDO SI VIVEVA DI VETRO. Antica collezione di oggetti del tempo che fu. Per alcuni giorni è sembrato di tornare indietro nel tempo, quando la vecchia vetreria era in funzione, e il centro del paese era “invaso” da sedioline dove donne, ma anche bambini, si sedevano con la loro balla di scarcia e si guadagnavano il pane impagliando fiaschi e bottiglie. Un balzo indietro “organizzato” da Pierpaolo Mariani, agente di viaggi, con una passione infinita per il vetro.
PRIMAVERA 2004 – IL NOTIZIARIO. Piegaro patria del vetro? Collezione di vetri esposta presso il Centro l’Occhio in occasione dell’inaugurazione. “Mariani ha lavorato, se pur per un breve periodo nella stessa vetreria, attività che non ha fatto altro che accrescere la sua passione per la ricerca e la conservazione di oggettini vetro”.
12 - 13 GIUGNO 2004 – PIEGARO – A seguito delle elezioni comunali è eletto Sindaco Caporali Andrea nella lista “Democratici per Piegaro”.
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18 giugno 2004 – Partecipazione di nomina a Consigliere Comunale.
- “Nel rallegrarmi per la conseguita elezione formulo, per il bene di questa laboriosa popolazione, gli auguri migliori per la sua futura attività amministrativa”.
Il Sindaco, Dr. Andrea Caporali.
Nella foto:
Il Consiglio comunale così composto: Consiglieri di maggioranza: Bianchi Massimo, Bartolini Michele, Corradini
Diego, Fattorini Simonetta, Paolucci Renzo, Ferricelli
Riccardo, Bertoldo Gianni, Santarelli Giancarlo, Gatticchi
Emanuele, Mariani Pierpaolo, Mosconi Erika.
Consiglieri di minoranza: - Brilli Mauro, Cini Marco, Cristallini Bruno, Mariani Stefano, Papa Arnaldo.
26 GIUGNO 2004 SAGRA DELLA CASTAGNA E
RADUNO AUTO D’EPOCA. Tramite un collezionista di auto incontrato al ristorante, intavoliamo un discorso sul vetro e mi parla di un ex vetraio residenti a CERTALDO che ha lavorato anche a Piegaro.
Lo stesso collezionista fa da tramite per fissare un incontro.
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8 SETTEMBRE 2004 - Deliberazione consiliare: - “Al fine di sviluppare la partecipazione di tutti i consiglieri Comunali e di migliorare il lavoro complessivo del Consiglio, sono costituite le Commissioni Comunali Permanenti”.
La Quinta Commissione competente per le materie attinenti la cultura, l’istruzione e il turismo sarà composta da:
- Mariani Pierpaolo, Presidente;
- Consiglieri: Fattorini Simonetta, Bartolini Michele, Cristallini Bruno, Brilli Mauro.
18 NOVEMBRE 2004 si svolge la prima riunione di insediamento della 5.a Commissione Cultura. Verbalizza la Dott.ssa Pichini. Al termine ci si riconvoca per le ore 21 del 3 marzo presso la sala comunale di Castiglion Fosco.
29 DICEMBRE 2004 - “SE RISUONA IL CAMPANILE”.
Come Presidente della Commissione Cultura propongo alla attenzione del Sindaco, dell’assessore di competenza, dei Consiglieri comunali e alle Associazioni, alcune riflessioni riguardanti Piegaro.
- “Qualche segnale accomuna Piegaro ai quartieri satelliti di alcune grandi città o paesi dormitorio. Si tratta qui della sua perduta vitalità e identità, dei suoi palazzi disabitati e delle sue botteghe chiuse da tempo. Negli anni ’50-’70 il borgo aveva ancora una precisa fisionomia; nel centro storico di Piegaro risiedeva il fulcro dell’economia e un discreto tessuto sociale formato da piccola e media borghesia; botteghe di artigiani e commercianti ruotavano attorno alla piazza, dove erano la farmacia, il bar, la chiesa, il teatro e le caratteristiche osterie. La vecchia vetreria ha rappresentato il tratto di unione tra diversi ceti sociali, la conoscenza del mestiere metteva alla pari l’impresa e il lavoratore specializzato. Fuori dalla metafora, la Vetreria, e il Comune possono essere le due torri campanarie da far risuonare. Le Associazioni possono essere formidabili cinghie di trasmissione per
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l’Amministrazione comunale che stimola e in buona parte finanzia le attività, purché non siano fine a se stesse, abbiano una vita interna democratica e una proiezione esterna partecipata. Importante, mi pare decisivo, esaminare, discutere in questa Commissione sul come sarà realizzato il Museo del Vetro e come inserire in esso il laboratorio per fare del Museo ad esempio, una stazione di ricerca e di promozione a livello nazionale sul riuso di vetro e plastica. In riferimento all’incarico affidatomi dal Consiglio comunale faccio anche un cenno sui contatti già avuti, della programmazione di importanti incontri, visite in luoghi per stabilire gemellaggi, scambi con altre città vetrarie e infine, raccolta di memorie, reperti e mostre di oggetti di vetro. La collaborazione con il Centro Sociale Anziani un Centro molto attivo, sarà utile per le peculiarità che ci distinguono, attraverso i laboratori tradizionali di impagliatura dei fiaschi, e, sicuro, la lavorazione artistica del vetro!
9 GENNAIO 2005 – IL CORRIERE DELL’UMBRIA. Piegaro. Analisi e proposte del consigliere Pierpaolo Mariani, presidente della Commissione cultura.
CENTRO STORICO IN CERCA DI IDENTITA’. - Dopo aver ricordato la vivacità del borgo negli anni ’50, senza dimenticare quanto svolto da Associazioni ed Enti, individua alcune linee guida sulle quali riflettere. La prima auspica la realizzazione di uno specifico locale per il Centro Culturale autogestito dagli anziani. Non un Ente in conflitto con il C.S.A. di Panicale, ma una struttura che valorizzi “il potenziale di memorie, di mestieri, di hobby , di saggezza che gli anziani hanno, che andrà perduta se non si lascia il testimone alle giovani generazioni”.[…]
16 GENNAIO 2005 CERTALDO, piazza BOCCACCIO. Incontro con LUCACCINI VARO E MORI Rodolfo, che è
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stato in delegazione a Piegaro nel 1990 per la Lega Coop. L’ex vetraio prima di tutto ci tiene ad informarmi che a Certaldo è tutto sotterrato, che le vetrerie di un tempo non esistono più e che nella zona vetraria ci sono solo palazzine. Siamo dove si svolge il Mercatino dei prodotti e delle cose antiche. Sono partito da Perugia alle ore 7.30 e sono arrivato alle 9.45. E’ ancora freddo pungente, ma la giornata è splendida. […] L’approccio avviene parlando della bella giornata, anche se gelida, poi decisamente attacchiamo il discorso per il quale ci siano scomodati di domenica. Per i miei interlocutori - è un piacere – dicono – perché a Certaldo - non si parla da tempo di vetro. Le vetrerie sono state chiuse nel 1954 e al loro posto ci sono palazzi. Nessuno che si vanti di avere collezioni di oggetti di vetro o che parli di realizzare musei. Mi confermano che da “Colle” nel corso dell’anno portano in piazza un “fornino” per fare dimostrazioni durante le feste. Si tratta della manifestazione che si svolge a Certaldo Alta denominata “MERCANTIA” a fine giugno - luglio. A Certaldo si rivestivano i fiaschi già nell’antichità. Il Sig. Lucaccini è di famiglia vetraia, usa il termine “casta” per dire che era una categoria di prestigio. Si parla di soffiatura e soprattutto di fiaschi, e di tanti, tanti oggetti d’uso comune, soffiati a bocca. Fornisce qualche notizia su quel vetraio piegarese che si era trasferito a Certaldo per soffiare vetro, si innamorò di una fanciulla che sposò. Insieme fecero poi ritorno a Piegaro.[…] Non ci siamo mossi molto dal palazzo comunale e ora sulla piazza c’è animazione anche perché siamo accanto al Duomo e gente che va a messa. Si parla di Gambassi dove anticamente si soffiava il vetro. Nel corso del nostro dialogo i signori Lucaccini incontrano alcuni ex vetrai e si fermano a parlare. Arriva il famoso “Fofo” che ha fatto da tramite per l’incontro. Scende e ci saluta, e come per una rimpatriata arrivano ancora: il Bartalini che è titolare del vecchio studio
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fotografico con un ragguardevole archivio sulla lavorazione del vetro e Mori. A un certo punto siamo in 7 - 8 e c’è anche il gestore di un negozio di antiquariato col quale avevamo scambiato qualche parola e ora mi dice che se ho voglia di acquistare qualcosa mi devo affrettare altrimenti chiude.[…] C’è con tutti l’impegno di risentirci più avanti e che magari ci si riveda.
29 MARZO 2005: Riunione della 5.a Commissione. In tale occasione presento i documenti: - “Memoria storica e prospettive del vetro”; - “I maestri vetrai raccontano” e “Per il Museo del vetro a Piegaro”. Copia degli stessi è indirizzata al Sindaco e alla Associazione Il Borgo.
31 MARZO 2005 - CONSIGLIO COMUNALE con all’Ordine del giorno: - Lavori di allestimento del Museo del vetro in Piegaro Capoluogo – Approvazione progetto preliminare.
- Cessione di una rata di terreno in Piegaro capoluogo;Interpellanze ed interrogazioni.
-“Chiedo se la 5.a Commissione si intende mantenerla attiva. Trattando poi dell’antico “Fornacino” del vetro, ubicato dietro al Palazzo comunale e attualmente di proprietà privata, propongo che nella ristrutturazione sia prevista la conservazione e la resa visibile del forno fusorio”. Un consigliere di minoranza segnala come sia stata fatto un grossolano errore da parte dell’Amministrazione, nell’annunciare la presenza fissa di un vetraio soffiatore a lume proveniente dal Veneto.
11 APRILE 2005 – Al Sig. Sindaco di PIEGARO, e, p.c., ai componenti la 5.a Commissione: “Le trasmetto in allegato la raccolta di interviste a ex vetrai, in vista della riunione della Commissione che si terrà giovedì c.m. avente all’O.d,g.: Museo del Vetro e varie. Ringrazio per la cortese attenzione e resto a disposizione per eventuali approfondimenti.”
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27 MAGGIO 2005: COMUNE DI PIEGARO – A nome della Quinta Commissione Cultura presento una relazione sul lavoro svolto.
- “Sig. Sindaco, Consiglieri, la V Commissione si è riunita diverse volte, su tematiche riguardanti il ruolo di Piegaro, che, partendo da una programmazione apprezzabile di eventi, può ulteriormente rafforzarsi, con un maggiore coinvolgimento delle componenti sociali.[…] Il 22 maggio si sono ritrovati, in maniera spontanea al Ristorante Da Elio gli ex vetrai e loro familiari. In tale occasione il Presidente della Vetreria Cooperativa Piegarese, Dott. Bruno Gallo, ha espresso gratitudine ai soci fondatori e alle loro famiglie per aver consegnato alle nuove generazioni un patrimonio che è allo stesso tempo economico e ideale. Mario Putti che è tra i fondatori della VCP, ha ricordato i momenti commoventi dell’inizio del primo turno di lavoro, il 13 giugno 1960, con la produzione di fiaschi e pulcianelle, affermando - “Giungere a quel 13 giugno non fu semplice. L’alternativa era l’emigrazione o la miseria. Vinse allora, a costo di grandi sacrifici, l’intuito e la dedizione di tutti i concittadini, con in testa Leonida Pedetti” . Nella nostra ultima riunione si è deciso di affrontare alcune questioni, partendo dal costituendo Museo del vetro e del Museo Paleontologico. Ci siamo posti l’impegno di realizzare a Piegaro un laboratorio del vetro capace di attrarre turisti e tutti coloro che amano l’arte vetraria, tenendo conto che esistono rari contenitori come la nostra ex vetreria. Pare indispensabile coinvolgere gli anziani vetrai. Abbiamo accennato anche alla questione dei Gemellaggi con Empoli, Altare e Murano, facendo visita a musei particolarmente significativi. Il bilancio di queste prime riunioni può essere considerato positivo. Ma dobbiamo deciderci per un programma che sia finalmente operativo.
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Il Consiglio comunale di Piegaro, delibera un viaggio per Altare, località vetraria della Liguria dove vi furono rapporti molto proficui tra vetrai delle due località.
16 LUGLIO 2005 – Incontro con Sonia Pantini. Al telefono per fissare l’appuntamento, mi aveva bloccato dicendo: - ”Sente? Ascolti !” […] Dall’altro capo del telefono mi giunge un suono, una musica, sentita già ma non saprei dire cosa fosse. Lei prosegue: - “Ecco la mia passione, oggi che sono vecchia ho ritrovato il mio vero amore! La musica classica…” - Aggiunge che potevo contare sulla porta sempre aperta per parlare di vetro, di Altare, di Piegaro. Mi mostra alcune fotografie. Ne ha cose da raccontare. Sonia fu moglie di Giuseppe Prandi, maestro leva-vetro, artefice della costruzione della ciminiera dietro al palazzo Misciattelli, e deceduto nel 1975. Prosegue: - “Come scoprii che ero carina”, e… “Il Prandi era vedovo”,… “Ero brava a rivestire i fiaschi; le mie sorelle erano più veloci ma io ero una perfezionista, ho abitato nella casa dei Rossi, i calzolai, vicino alla famiglia Neri che aveva i cavalli; mia madre era molto brava a rivestire le fiasche schiacciate con il vimine. Con questo accorgimento si proteggeva il vetro e si conserva alla giusta temperatura il vino o l’acqua per il lavoro nei campi. Abbiamo rivestito anche fiaschi; per quelli da ½ e 1 litro si usava la scarcia bianca; per Orvieto e per Montepulciano (Est-Est-Est) le pulcianelle fatte a corda. Quelli da 2 litri erano fasciati con la scarcia normale”. Le sorelle di Sonia ne rivestivano anche trenta al giorno, lei 15-20. -“Quando andavamo a scuola facevamo le corde per le altre rivestitrici e guadagnavamo 4 soldi per 100 corde!”
In un secondo incontro, mentre parliamo riordinando gli appunti, squilla il telefono. È’ la signora Graziella da Altare, ex proprietaria di Villa Rosa, oggi sede del Museo dell’Arte vetraria. Sarà Lei che mi fa da tramite per ritessere i fili con gli
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anziani vetrai. Vi sono gli eredi dai nomi noti, che lavorano vetro per farmacie. Da Firenze e da Altare vennero in tanti: venne il Merendini, il Minetti con moglie e figlia, Bormioli che fungeva da agente commerciale, e altri che si sistemarono in diverse pensioni.
30 SETTEMBRE 2005 – Ricevo la gradita richiesta da parte del Presidente del Comitato Sagra della Castagna di esporre presso il Museo del vetro di Piegaro la mia collezione, in occasione della XVIII.a edizione della Sagra e collaborare dal punto di vista organizzativo, visto che nello stesso edificio saranno allestiti spazi espositivi di pittura e scultura
12 GIUGNO 2006 – Convocazione straordinaria CONSIGLIO COMUNALE. Richiesta dal Gruppo di minoranza su aspetti del metodo partecipativo in merito ai terreni ex centrale ENEL e realizzazione delle strutture ed allestimento dei Musei Paleontologico di Pietrafitta e del Vetro di Piegaro.
SETTEMBRE 2006. CENTRO SOCIO CULTURALE
ANZIANI “Q. Fratini”. L’incaricato Francesco Patalocco trasmette un documento al Sindaco di Piegaro e, p.c. a Pierpaolo Mariani, consigliere comunale sulla attività svolta:
-“Riferendomi all’incarico ricevuto, con la presente vengo a comunicare di avere ultimato ogni mio impegno, con la elezione del nuovo Consiglio Direttivo. Le riunioni si tenevano di norma nelle serate di lunedì e giovedì dalle ore 21 alle una di notte e quelle a Castiglione del Lago il lunedì pomeriggio dalle ore quindici alle ore diciotto e trenta circa presso la sede CESVOL, oltre a riunioni comprensoriali per la realizzazione del Coordinamento AUSER – Umbria Territoriale del Trasimeno e la stesura del relativo Regolamento. […] Mi tornano in mente le tante giornate trascorse al fianco di Stefano Barbanera ad elaborare quanto predisposto assieme ai Colleghi durante le riunioni presso il C.S.A. – Approvazione
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STATUTO e Regolamenti interni, e votazione per l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo.”
VENERDI’ 9 FEBBRAIO 2007- Il Giornale dell’Umbria
- Il gusto del Week end - Collezionismo. Sulle orme di antichi e creativi oggetti di vetro. Tra fiaschi di ogni tipo e dimensioni, bottiglie, caraffe ed ampolle: una collezione che conta centinaia di pezzi, alcuni introvabili e curiosi. Tanti oggetti unici e particolari che appartengono alla nostra cultura. L’antica vetreria di Piegaro è l’unica struttura in Italia prossima a diventare un museo.
PRIMAVERA 2007 – IL NOTIZIARIO DEL COMUNE DI PIEGARO, VISITA AL MUSEO DI ALTARE (Sv).
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Il Comune di Piegaro rappresentato da una delegazione composta dai consiglieri Gatticchi, Santarelli, Mariani e dall’assessore Fattorini si è recata, il 19 e 20 gennaio 2007, nella località di Altare (Savona), per una visita al Museo del Vetro.
L’iniziativa è stata proposta dal presidente della V Commissione per quanto attiene la lavorazione del vetro, che accomuna questi due paesi, ma soprattutto in previsione della prossima apertura del Museo del vetro a Piegaro. Molto istruttivo è stato rintracciare tramite Mario Putti la signora Sonia Pantini, sua nuora. Il Museo dell’arte vetraria Altarese, nato all’interno della Società Artistico Vetraria quale museo d’azienda, oggi è ospitato in dodici sale di Villa Rosa ed offre ai suoi visitatori una rassegna di opere che vanno dal 1750 al 1950. La nostra visita al museo è stata preceduta dall’incontro con il vicesindaco che ci ha poi accompagnato fino a Villa Rosa dove è stato proiettato un filmato sulla lavorazione del vetro a fornace. Il bookshop è fornito di pubblicazioni che riguardano i reperti esposti, la storia e i prodotti tipici del paese e tutta l’oggettistica in vetro, che serve di autofinanziamento. Il Comune di Piegaro con questo viaggio, ha avuto la possibilità di portare a casa l’esperienza di una realtà fortemente affermata nell’arte vetraria, nonché la possibilità di instaurare una sorta di scambio culturale basato sulle affinità che accomunano i due paesi. La volontà dell’amministrazione di Piegaro non è soltanto la creazione di un contenitore nel quale esporre le opere vetrarie prodotte nel passato, ma è anche il tentativo di far nascere una nuova economia, dare un forte impulso all’artigianato artistico e nuove occasioni di turismo locale.[ …]”
Con il viaggio ad Altare si rafforza l’idea di riaccendere la fornace per un laboratorio artistico. Non vi sono piu’ rischi di incendio raccontati nella vecchia Venezia e che si vaneggiano
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ancora a Piegaro. Le ridotte dimensioni del forno e le norme vigenti ne danno ampia sicurezza.
DICEMBRE 2008 IL NOTIZIARIO - Periodico del Comune di Piegaro – MUSEO DEL VETRO - Ultimi lavori per terminare l’allestimento del Museo del vetro di Piegaro. “Finalmente –afferma l’assessore alla cultura del comune Miriana Marabissi – stiamo completando il percorso museale che permetterà di conoscere quella che è stata la storia di questa antica vetreria e di poter ammirare alcuni dei pezzi che qui venivano prodotti anche grazie alla generosità di molti cittadini che hanno messo a disposizione del museo importanti reperti”. […]
09 MARZO 2009 COMUNE DI PIEGARO - Il sottoscritto
CAPORALI ANDREA, in qualità di Sindaco pro-tempore AUTORIZZA
Il Sig. Mariani Pierpaolo, in qualità di Consigliere Comunale e membro della Commissione Consiliare Permanente “Servizi Sociali, Integrazione, Sport, Tempo Libero, Associazionismo, Cultura, Istruzione e Turismo” a contattare direttamente i possessori di oggetti di vetro destinati all’allestimento del Museo del Vetro di Piegaro nonché a coadiuvare il gruppo tecnico di lavoro alla selezione e scelta dei pezzi oggetto di esposizione[…]
18 APRILE 2009 - LA NAZIONE - PIEGARO – APRE IL
MUSEO DEL VETRO – Verrà inaugurato oggi alle 17:30 il Museo del vetro di Piegaro. Il Museo, di cui ne esistono pochi esempi in Italia, è allestito all’interno dell’antica fabbrica del vetro posta nel centro storico del paese risalente ai primi dell’ottocento. […]
In esposizione i manufatti vetrari prodotti nel corso dei secoli in quest’antica vetreria: da bicchieri, bottiglie e caraffe finemente lavorati a mano a damigiane e fiaschi impagliati che hanno caratterizzato la produzione della fabbrica vetraria
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fino al 1960.
18 APRILE 2009 – LA NAZIONE. PIEGARO – APRE IL MUSEO. […] Il percorso espositivo propone più livelli di cultura e intreccia la storia del vetro con quella della produzione vetraria di Piegaro, la storia della vetreria con la storia locale.
PRIMAVERA 2009 – IL NOTIZIARIO di Piegaro.
MUSEO DEL VETRO: così Piegaro racconta la sua storia. Con la dott.ssa Laura Lametti, dirigente della Soprintendenza ai beni culturali, artistici architettonici ed etno - antropologici dell’Umbria, e il dott. Gianni Bovini, che hanno curato l’allestimento del museo, cerchiamo di capire qual’ è la particolarità e i criteri usati per il suo allestimento. –“La prima cosa da sottolineare è che di musei di questo tipo ne esistono pochi esempi non solo in Italia ma anche all’estero. Di particolare rilievo il fatto che è stato realizzato all’interno di un edificio, molto ben conservato, dove avveniva la lavorazione del vetro con importanti testimonianze delle varie fasi. Un esempio di archeologia industriale e di lavorazione artigianale di estrema importanza perché nella storia di una fabbrica di questo genere si identifica la vita di una comunità, la sua cultura, i suoi aspetti sociali”.
DICEMBRE 2010 – LUNGO LAGO – Periodico di informazione del CLUB AMANTI del TRASIMENO.
UN’ANTICA VETRERIA, ORA MUSEO DEL VETRO. Nel cuore dell’antico borgo di Piegaro, alla base di un’imponente ciminiera in mattoni, sorge il complesso dell’antica vetreria, all’interno del quale il 18 aprile del 2009, è stato inaugurato il Museo del Vetro. Numerosi sono i pezzi esposti donati da privati al museo.[…] Al centro della sala principale del museo sono ancora presenti i resti del forno spento nel 1968. Nel suggestivo sotterraneo, tra cunicoli e magazzini, un’imponente massa verde smeraldo, prodotta
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dalla solidificazione dell’ultimo vetro fuso nell’impianto, è il monumentale simbolo della sua secolare storia.
Oggi il museo è gestito dal Comune di Piegaro e nello specifico dall’operatore museale Chiara Berechillo, una figura giovane che ha il compito di promuovere l’attività del museo, creandone una sinergia col territorio. Il museo oggi ospita numerose iniziative, con attività rivolte ad un pubblico di tutte le età.
18 MAGGIO 2011 - Lettera al Sig. Sindaco e, p.c. Assessore alla Cultura – PIEGARO.
In allegato si trasmette una prima bozza dell’inventario realizzato dal sottoscritto con degli oggetti esposti nel Museo del Vetro, ai fini della stesura del Contratto di Comodato. All’interno sono stati inseriti documenti e foto che, insieme ad altro materiale metto volentieri a disposizione per eventuali pubblicazioni. L’elenco degli oggetti è da verificare congiuntamente per individuare eventuali errori ed omissioni.
17 DICEMBRE 2012 - Lettera al Sindaco di Piegaro. “Ho provato un senso di sgomento nell’associare le immagini pubblicate dalla stampa, alla notizia della riproduzione del forno fusorio all’interno della struttura museale di Piegaro. Le vicissitudini della Vetreria - museo sono costellate di approssimazione, ma non è questa lettera che vuole riaprire discorsi già fatti, considerati alla stregua di gratuite polemiche. Entravamo in diversi nel “cantiere” da anni abbandonato, per fotografare dettagli che ancora oggi fanno stringere il cuore. Ogni mattone, ogni angolo della Vetreria riportava alla mente azioni, suoni, voci, volti di persone che hanno dedicato la loro professione al paese. Salvare materiale e memoria divenne una missione. Poi riattivammo contatti con Liguria e Toscana, regioni con le quali era intessuta una lunga storia comune. Il Museo ha dato in parte gratificazione e chi resta e Lei a mio parere potrebbe consigliare ai Suoi collaboratori
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di riflettere, aprirsi a uno scatto di modestia e curiosità per valorizzare - per esempio - i resti del forno e non oscurare i reperti che con tanta passione abbiamo raccolto.[…].
Successivamente le Commissioni saranno rimescolate, mantenendo esclusivamente un “ruolo consultivo”. La Giunta decide in materia museale un percorso diverso da quello prospettato sia nel programma elettorale della coalizione che ha vinto le elezioni, sia nelle enunciazioni espresse dalla precedente Amministrazione e dalla 5.a Commissione. Non vi è all’apparenza intesa tra Comune e Vetreria Cooperativa. Si evidenzia invece una chiara contrapposizione da parte dei componenti l’ Associazione Il Borgo con il lavoro della V Commissione.
Si parla addirittura di pericolo incendi per il paese, nella eventualità di riattivare un forno fusorio a Piegaro, che pure abbiamo visto all’opera ad Altare.
PROSEGUONO LE INIZIATIVE COLLATERALI AL COSTITUENDO MUSEO.
Nell’occasione di alcune mostre allestite nel centro storico, transitano vecchie conoscenze: Moretti Aldo, Putti Mario detto “Baino”, Pagliacci Enrico detto “Tiberio” e Fora Nilo, detto “Borsari”. Testimonianze raccolte in volume dal titolo I
MAESTRI VETRAI RACCONTANO.
In un incontro con il Presidente della V.C.P. Dr. Gallo ho la piacevole sorpresa di trovare appese all’ingresso, incorniciate, alcune pagine ciclostilate nel 1962, contenente una intervista a Leonida Pedetti sul futuro della Vetreria Cooperativa.
“A Moiano, incontriamo il responsabili della Ditta che riveste ancora fiaschi. Si usano macchinette che anni fa
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furono sperimentate portando alla fine della rivestizione a mano. Titolare è Giovanni Bartolozzi, industriale toscano che forniva fiaschi da rivestire in tutta la Valle del Nestore. Successivamente, in qualità di Consigliere e collezionista, avremo un incontro in località La Torre, dove risiede. È molto attivo e acconsente a fornirci la scarcia e alcuni fiaschi, per realizzare quella che è ancora una idea, cioè il Primo Palio del fiasco. Dalle parti di Bartolozzi non è rimasto un mattone sopra l’altro che sappia di vetro. C’è la sua “Torre” dove conserva reperti di un sicuro valore storico e una bella scultura alle rivestitrici. Ha scritto “Fiorenzo e Gigliola” storia di una fiascaia”. Essendo una delle ditte più rappresentative, per la rivestizione in loco fu coinvolta nella azione del Sindacato con trattative condotte all’Ufficio del Lavoro. Nel nostro incontro mi annuncia di voler donare una macchina semiautomatica per il Museo del vetro. Successivamente, avrà la facoltà di immettere nella “piazza” che era il regno dei vetrai piegaresi una statuetta, che ritrae il soffiatore.
OTTOBRE 2015 - LEONIDA PEDETTI - CONFERENZA
PROGRAMMATA DALL’ACCADEMIA MASOLINIANA
Saluti del Sindaco Roberto Ferricelli: - “ Non ho conosciuto Leonida Pedetti, se non per racconti e particolari legati al personaggio. Altri tempi, altre storie, altre difficoltà vissute in chiave di volontà di riscossa e di progresso che guidava quei difficili anni. Uno sguardo, quello di Pedetti, che sapeva vedere lontano, oltre gli stereotipi o campanili locali. Una grande onestà intellettuale, era quella di personaggio coerente ed integro. […]
Nel 1970 l’allora presidente della Regione Umbria Conti lo propose per una candidatura in Consiglio Regionale ottenendo un gentile, ma deciso diniego, motivato dalla necessità di occuparsi della Vetreria.[ …]Come Sindaco e
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suo successore credo che la grande eredità di quest’uomo, di cui fare tesoro per svolgere al meglio il mio mandato, sia raccolta essenzialmente in tre parole: onestà, caparbietà e lungimiranza. “
Introduzione di Marco Rosadi.
“Pedetti, la storia dell’arte vetraria e le vetrerie di Piegaro – “Il vetro, passione, cuore del cuore di Piegaro. Un uomo, un amministratore, “Il Sindaco del Vetro”. Oggi parleremo, dell’uomo che negli anni del boom economico favorisce e vuole la nascita della Vetreria Cooperativa Piegarese. Leonida Pedetti, sindaco di Piegaro per circa vent’anni, dal 20 luglio 1954 al 13 dicembre 1960; e ancora, dal 7 gennaio 1965 al 1 giugno 1978, classe 1921, termina prematuramente il suo viaggio terreno nel 1984; ma nel ricordo, la sua figura, la sua opera, il suo esempio sono più che mai vivi qui a Piegaro, antichissimo borgo del vetro. Il vetro è la sua vocazione, la sua identità. E qui, nel centro storico, sono ancora visibili le vestigia di un’antica vetreria, l’Antico fornacino posto dietro al Palazzo comunale.[…]
Il 18 aprile 1960, la proprietà della vetreria è nelle mani della cooperativa presieduta da Pedetti. Merito della fermezza, del coraggio, dello spirito di sacrificio, della sagacia imprenditoriale di vetrai come Patassini, Buratta, Putti, solo per citare alcuni di quei fondatori e pionieri. Merito delle donne rivestitrici di fiaschi, fulcro dell’economia delle proprie famiglie e della comunità di Piegaro. [… ]
Ne parliamo ora con Pierpaolo Mariani, che ha lavorato nella Vetreria e ha conosciuto Leonida.”
- “Vi parlerò di Leonida Pedetti rimanendo nella scìa dell’ampia documentazione rintracciata. È stato detto, ma
voglio ricordarlo, Pedetti è sindaco di Piegaro per 15 anni e primo Presidente della Vetreria Cooperativa. La complessità
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della figura e della vita di Leonida Pedetti, che ho conosciuto e frequentato, contiene aspetti che non possono essere liquidati i mezz’ora. Vi è insieme la complessità della storia del territorio e lui è protagonista per lunghi anni delle vicende della Valle del Nestore.
Leonida si distingue per caparbietà e impegno da subito dopo il passaggio del fronte, sia come consigliere comunale che poi assessore al Comune di Piegaro.
Ricopre la carica di sindaco in due diverse epoche, da quando Giappichini, sindaco in carica, dà le dimissioni, dal 20 luglio 1954 al 13 dicembre 1960 e dal 7 gennaio 1965 al 1 giugno 1976.
È grazie anche all’ impegno dell’ Amministrazione comunale diretta da Pedetti, come già ricordato, che nel 1960 si costituisce la Vetreria Cooperativa Piegarese, con un gruppo di vetrai disoccupati capeggiati da Patassini. Di rilevanza le assemblee tenute al Teatro comunale, oggi privato, dove convennero sindacalisti e rappresentanti delle forze politiche e sociali. In diversi abbiamo fatto qualche tentativo per mantenere viva la memoria storica di eventi che hanno caratterizzato Pietrafitta e la lignite, Tavernelle e la ferrovia Perugia-Chiusi, Panicale con i suoi santuari e i suoi ricami, Piegaro e le sue vetrerie. […]
Pedetti da lungo tempo è relegato in una specie di limbo. La sua dipartita troppo repentina, ha lasciato un ampio vuoto, come uomo e come affermato dirigente pubblico, nel pieno del suo ruolo che mi sento di indicare come il Sindaco della Val Nestore. Purtroppo ancora oggi non è stata colmata questa lacuna. Leonida Pedetti è deceduto a febbraio del 1984
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a 63 anni. Devo dire con rammarico che non esiste una via, un sito, un luogo che lo ricordi. Meriterebbe sia la Vetreria che il Museo del Vetro.
Mi dispiace anche dover dire che una mia proposta per conferire il nome di Pedetti al plesso scolastico, fu bocciata, perché “non adatta”, perché “uomo fortemente caratterizzato politicamente”[…].
Ora consentitemi, dato che siamo in questo luogo così “caratteristico”, di dare lettura di un documento che Pedetti indirizzò alle rivestitrici di fiaschi nel momento in cui la concorrenza delle altre vetrerie divenne più serrata e rischiava di incrinare la tenuta sociale a Piegaro.
Scrive Pedetti:
-“Ritengo prima di tutto, mio dovere porgerVi un saluto cordiale e fraterno a nome di tutti i lavoratori che hanno costituito questa Cooperativa non senza difficoltà e sacrifici.
Siamo certi di trovare la vostra comprensione e collaborazione: quella comprensione che non può non esistere fra lavoratori. È la nostra una esperienza nuova, con le sue difficoltà d’inizio, ma solida e ben avviata: sorta per la volontà e con il sacrificio di lavoratori, guidata da lavoratori. […] Si è ritenuto opportuno fare questa lettera aperta perché, sono state propalate voci sul conto della nostra Cooperativa, da fonti non solo scorrette, ma è più esatto dire disoneste; che non saremmo in grado di pagare e mantenere gli impegni verso le rivestitrici. Noi non abbiamo interessi privatistici da difendere, e se occorrerà fare dei sacrifici finanziari questi li faremo noi cooperatori, senza chiederli (questi sacrifici) alle rivestitrici. Siamo in grado e assumiamo l’impegno di pagare le rivestitrici puntualmente ogni mese – di dare acconti quando richiesti – oppure, se taluna vorrà, pagare volta per volta alla consegna. Inoltre le ultime disposizioni di legge sul lavoro a domicilio saranno pienamente applicate; e così saranno applicate le tariffe del
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Contratto Nazionale rivestitrici di fiaschi. Sarà anche nostro impegno il fornirvi erba sala (scarcia) di prima qualità. Ciò sarà pienamente possibile fra circa 20 giorni. Pertanto noi Vi chiediamo la vostra opera necessaria con lo spirito dio avere delle collaboratrici coscienti e solidali. Sappiamo che sarete con noi. Firmato per tutti i lavoratori della Vetreria
Cooperativa Piegarese, Pedetti Leonida.”
Per rimanere sul filo della memoria e del significato del lavoro che in questo luogo si svolgeva, leggo ora uno scritto inviato da una nostra compaesana residente in Toscana, figlia di un vetraio piegarese:
- “Avrei voluto essere presente alla Conferenza su Pedetti, ed eventualmente dire lì qualcosa; ma visto che non mi è possibile ti scrivo queste poche righe. Mio padre Spadacci Fernando - è nato a Piegaro il 16/4/1911, secondo di cinque figli, tu hai conosciutolo zio Coroliano che riparava le scarpe accanto alla vetreria ricordi ? Purtroppo è rimasto orfano nel 1917. Mio nonno, Spadacci Palamede, fu dato per disperso a Caporetto, e la nonna, Adalgisa Faleburle, ha tirato su da sola i figli, facendo tutto il possibile per loro. Malgrado ciò il babbo, dopo la terza elementare lasciò la scuola e a 11 anni entrò a lavorare in vetreria. Tu che hai fatto questa esperienza capisci quanto può essere dura, specie per un bambino, nonostante ciò babbo non ha mai rimpianto il suo destino. Ha amato così tanto il suo lavoro da diventare giovanissimo capo squadra, tanto che, quando si è sposato con mamma, in Aprile del 1939, veniva già richiesto nelle varie vetrerie perché insegnasse il mestiere ai giovani. […] Quando il babbo fu richiamato per la guerra d’ Africa (tengo a precisare che NON andò volontario) mamma tornò a Piegaro dove aveva la famiglia[…]. Babbo fu preso prigioniero dagli inglesi che lo condussero in India, dove è stato per tre anni,
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poi in Inghilterra, fino al maggio del ’46 quando tornò a Piegaro. Non voglio descriverti le difficoltà di quei primi mesi. Babbo fu presto ricercato per il suo lavoro, lavorava tre mesi a Pietrafitta, tre a Piegaro; poi in Toscana, in particolare nelle zone di Empoli, Castelfiorentino, Ponte a Elsa; dove le vetrerie erano praticamente rimaste prive di manodopera, a causa delle deportazioni effettuate dai tedeschi dopo l’8 settembre. Quando a Empoli si costituì la “Cooperativa Fiascai” babbo si fermò, e noi con lui. Ricordo che ogni occasione era buona per me per andare in fabbrica. […] Ricordo che spesso mi chiedevo come facesse a calcolare la giusta quantità di vetro da prelevare con la canna da quella massa di pasta incandescente che rosseggiava dalla bocca del forno.
- “E’ la pratica – mi rispondeva – dal peso della canna ti rendi conto di quanto materiale hai preso”. E così mi spiegava che dal peso della canna riusciva a valutare la quantità del vetro prelevato, dall’armonizzare soffio con giratura nello stampo dipendeva l’omogeneità della parete …e così via, io ho imparato ad amare il vetro da lui, anche se quella bocca infuocata mi ha sempre fatto paura. Non avvertivo né caldo né rumore, da quanto ero affascinata dalla scena che si svolgeva davanti ai miei occhi: si muovevano tutti in perfetta sincronia, come guidati da una musica che solo loro sentivano, armoniosi ed eleganti, lavorando insieme ma senza neppure sfiorarsi…[…]
Il momento più bello era quando, con le apposite pinze, faceva il collo al fiasco, che poi finiva nel contenitore, per essere portato in tempera. Io guardavo, volevo imparare, volevo capire, ma non riuscivo. “Tu pensa a studiare – mi raccomandava il babbo che aveva fatto solo la terza elementare – perché questo lavoro è faticoso, e tanto!” Ricordo l’aria
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tremolante per il calore, il sudore che colava dalla sua fronte, ma anche l’orgoglio che illuminava il suo sguardo. Quando, anni più tardi il lavoro si trasformò con l’introduzione delle macchine, babbo non volle accettare il nuovo ruolo. Ma gli anni si facevano sentire, e fare una damigiana era veramente faticoso, per le braccia e per i polmoni. Si è preso la silicosi, a soffiare il vetro, ma era orgoglioso e felice del suo mestiere, che lui ha amato fino a rifiutare di lavorare alle macchine semiautomatiche, quando fecero capolino in fabbrica. Preferì soffiare, perché diceva che alle macchine “tutti so’ bòni ma il fiascaio si fa a mano”. Il babbo è morto con i polmoni distrutti dalla silicosi, la malattia tipica dei vetrai. Quando ho visitato per la prima volta il Museo del Vetro, a Piegaro, confesso che più che ammirare i pezzi esposti che pure sono belli e particolari, pensavo a mio padre, che aveva lavorato lì dentro da quando aveva 11 anni, aveva respirato quell’aria, calpestato quei mattoni… anche se in gran parte la vecchia fabbrica è stata demolita. Per godere del Museo sono dovuta tornare una seconda volta.”
UNA BREVE RISPOSTA - “La mia prima visita a Empoli fu tanto tempo fa. Ero ancora un ragazzino. Abitavamo a Tavernelle, al “piazzone”, in affitto in una palazzina non lontana dall’asilo dove accompagnavo le mie sorelle, a scuola dopo i primi anni delle elementari fatti a Colle Calzolaro. Ebbene, capitò che nello stesso stabile vi fossero gli uffici della Camera del Lavoro. Il Sindacato al quale si rivolsero i vetrai licenziati che insieme alle rivestitrici animavano qualche assemblea. Un giorno il segretario della Camera del Lavoro chiese a mio padre se poteva portarmi con lui, a Empoli. Era in atto lo sciopero dei vetrai di Pietrafitta. Per me fu una bella gita, ma soprattutto una esperienza istruttiva, unica. Nella corsa in moto scoprivo paesaggi mai immaginati.
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Arrivati in città, lo sguardo si concentrava sulle annerite sagome delle ciminiere; poi, una animata discussione nella sala affollata, trasformata in una grande “fumarea”, dove assistetti per la prima volta a un serrato dibattito sulla condizione operaia, della categoria dei vetrai. Si parlava di rinnovo del contratto, ma anche della preoccupazione per le famiglie che venivano gettate nel lastrico in diverse aziende toscane[…]Si parlò anche dei licenziamenti di Pietrafitta. E della vetreria di Piegaro. In seguito vi fu una mia “gita” speciale, che toccò diverse località. Avevo già dentro il vetro da tempo. L’apprendistato da portantino alla Misciatelli fu una scuola indimenticabile. Quando a Piegaro si iniziò a parlare della salvaguardia dei reperti e dello smantellamento delle Vetrerie Misciatelli, mi recai alle fonderie di Colle Val d’Elsa, a cercare gli stampi, di quelli che usavano per le macchine semiautomatiche. Fu infine in un incontro al Ristorante “Ca’ de’ Principi”, ora “ Mondo Antico” a Piegaro, che ripresi alcuni contatti per proseguire il cammino verso il raccordo storico con il vetro toscano.[…]
NOVEMBRE 2019 - Scrive Rosetta mia sorella:
-“Ciao Piero, come già ho avuto modo di dirti, questi miei non sono altro che appunti. Te li consegno cosi come mi sono venuti. Ricordo il periodo vissuto a Tavernelle, come un periodo tranquillo; ci eravamo trasferiti da Colle Calzolaro perché sarebbe diventato tutto più facile: il babbo lo ricordo a lavorare per un periodo al cementificio di Magione e poi alla centrale di Pietrafitta a scavare lignite. La mamma già lavorava a ore a Tavernelle da due famiglie e fu felice di non dover più percorrere la strada a piedi, con me da accompagnare all’asilo mentre tu e Marisa andavate per il viottolo da soli verso la scuola
Finalmente la sua e la nostra vita cambiava.
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In quel periodo, con grande meraviglia di noi bambini, arrivò a casa la prima radio. Successivamente qualche altra cosa cambiò a casa nostra: vedevo la mamma preoccupata, quasi triste e la sera la sentivo bisbigliare in maniera sempre più accesa con il babbo, finché arrivò la notizia: “Andiamo via da Tavernelle”[…]. Mi ricordo con la mamma, su quel camioncino carico fino all’impossibile delle nostre cose e lei che chiedeva continuamente al guidatore dove fosse “quel paese” che sembrava allontanarsi sempre più, ogni volta che lo chiedeva. Dietro di noi vedevo che le ruote del camioncino alzavano una grande nuvola di polvere dalla strada non ancora asfaltata, poi finalmente il viaggio finì: eravamo a Piegaro. Poco dopo arrivò anche il babbo che aveva le chiavi della nuova casa. Era quella che serviva a una famiglia come la nostra, spaziosa, ben disposta al sole, con un bel terrazzo, aveva perfino un vero bagno. Nei giorni seguenti conoscemmo i nuovi vicini.
Iniziarono le visite in paese. Si andava il sabato al bar nella sala affollata e piena di fumo, per assistere ai programmi televisivi fra la caciare indescrivibili. A Piegaro per la nostra famiglia fu un periodo difficile; il babbo andava al lavoro in bicicletta anche quando diluviava o con la neve d’inverno, oppure anche essendo in malattia perché non lo avrebbero pagato. Un giorno tornò a casa in sella alla Lambretta. Non so collocare nel tempo esatto questa novità che ci facilitava un po’ la vita, ma ricordo la coincidenza con il vedere a casa nostra le prime cambiali e qualche ristrettezza, anche perché il lavoro del babbo era sempre precario. Anche la mamma dovette arrendersi. Vide che le donne di Piegaro si ingegnavano in un lavoro che per noi era sconosciuto, ed erano in tante a farlo perché le aiutava a vivere: vestivano i fiaschi prodotti dalla vetreria del paese. Fu la Pierina a insegnarci e non fu per niente facile, ma poco
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alla volta dovemmo provare, riprovare e imparare. Alla mamma non piaceva quel lavoro, ma piano piano capì che era una risorsa. Io alla fine trovai piacevole il ritrovarsi con le altre donne e lavorando chiacchierare degli avvenimenti e della vita del paese: “il tale si sposa, c’è quello che sta male, bisogna partecipare a un funerale e non importa chi sia, tutti partecipano”. Giorno dopo giorno si era creata una certa familiarità nel gruppetto delle rivestitrici di fiaschi; mi piaceva ascoltare consigli ed esperienze dalle più anziane. […] Di quel periodo ho un ricordo molto particolare: per guadagnare qualche soldino in più, la sera dopo cena io e la mamma ci caricavamo sulle spalle una balla con 20 fiaschi, il fascione della scarcia e ognuno la sua sedia, per andare a casa degli Zugarini a veglia. Quando la balla dei fiaschi svestiti si era vuotata tornavamo a casa con i due mazzi da dieci, finiti. La cosa mi piaceva molto perché con le ragazze della famiglia si parlava, spesso si cantava o loro ci raccontavano le avventure dei Principi di Monaco e dello Scià di Persia, che leggevano su Grand Hotel. La mamma era contenta del lavoro in più che si faceva. Qualche volta venivano a farci compagnia i ragazzi più grandi e allora era festa perché ci raccontavano di antiche tradizioni, come “Sega la vecchia” e ci facevano ridere come non ho mai più riso. A volte portavano la fisarmonica e cantavamo le vecchie canzoni contadine, dimenticando la fatica del lavoro. Tornavamo a casa contente, al buio perché la strada ancora non era illuminata e se passava qualche rara macchina che ci faceva luce con i fari, ero contenta per la luce ma mi vergognavo un po’ per quello strano carico che portavamo sulle spalle. Tu Piero finita la scuola entrasti a lavorare in vetreria. Una cosa che mi piaceva molto era portarti il caffè, la sera, quando facevi il turno di notte. Intanto era l’occasione per uscire di casa, e poi passavo del tempo a guardare gli operai, ognuno
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affaccendato nel suo lavoro. Mi affascinava il bagliore del forno e vedevo la fatica dei soffiatori, grondanti di sudore, che con le lunghe canne tiravano fuori il vetro incandescente e che con maestria lo lavoravano fino ad avere l’oggetto finito. Altre volte mi incantavo a guardare la macchina dalla quale uscivano i fiaschi ancora roventi, pronti ad essere inviati in una lunga fila verso la tempera per il raffreddamento. Per un breve periodo anche il babbo ha lavorato in vetreria, nel piazzale, ma poi ci fu la crisi e fu uno dei primi a essere licenziato.
A mia sorella Rosetta.
-“Quando salisti con la mamma sul camioncino che da Tavernelle vi portò a Piegaro, io mi avventuravo nella prima uscita in bicicletta insieme a nostro cugino Mario che fece da guida fino alla nuova destinazione. Facemmo una sosta dai Borscia al bivio di Missiano per salutare zia Maria e gli altri parenti; quel bivio non lontano dalla Potassa, mi torna in mente poiché poco tempo dopo, avendo fatto amicizia a Piegaro, con Giuseppe, impiegato in Vetreria, andavamo talvolta insieme, con la sua moto, ora in cerca di uno ora dell’altro vetraio per necessità lavorativa affinché sostituissero qualche assente nella “piazza”.[…]
A Piegaro e in Valle del Nestore, si è parlato e scritto della Vetreria, dei Musei, soprattutto quando la lignite e il vetro sembrava chiudessero per sempre le specifiche vicissitudini. Oggi in qualche modo il Museo del Vetro e il Museo Paleontologico ci sono. […]
Non è stato semplice arrivare a conclusione. Più di una volta si è avuta la sensazione che non si andasse a buon fine. Soltanto a “cose avviate” si fece strada la convinta adesione. Soprattutto venne a mancare il “soffiatore di vetro”.
L’agognato laboratorio artistico. E sì che del vetro la Valle del Nestore vive ancora![…]
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Restano aperte problematiche sulla gestione e la questione del laboratorio artistico. I soffiatori provengono da altri lidi che con Piegaro hanno fatto storia comune.[…]
ATTESTATO di Gianni Bovini – presidente CRACE
- Caro Pierpaolo, Nel ringraziarti ancora per il tuo insostituibile e impagabile contributo, ti allego quanto mi è stato impossibile dire la sera dell’inaugurazione. Tante buone cose, Gianni.
“Buona sera a tutti,
- Questa sera vi parlerò del Museo del Vetro di Piegaro in quanto Presidente di CRACE […]
Negli ultimi mesi sono venuto spesso a Piegaro e, lavorando all’allestimento del Museo ho sentito più di qualcuno dire:“Ma quante volte lo inaugurate questo Museo?”. Beh, il Museo del vetro si inaugura una volta sola: in precedenza era stata realizzata una piccola esposizione per presentare il progetto che è stato finanziato dall’Unione Europea. Più correttamente quei cittadini avrebbero dovuto dire: - Ma quanto tempo ci vuole ad allestire un museo?” Perché effettivamente il primo incontro lo avemmo con gli assessori dell’Amministrazione del sindaco Bianchi nel giugno 2001, quasi otto anni fa! Otto anni non sono pochi e sicuramente almeno una parte di questo tempo è passato a causa della mia difficoltà a districarmi nelle procedure burocratico-amministrative. Non vi nascondo che non sono mancati, soprattutto da parte mia, momenti di incomprensione con l’Amministrazione, che però non ha mai riguardato l’impostazione e le finalità del Museo. Questa impostazione e queste finalità, sono state da subito ben comprese da tutti quanti. Tra questi voglio
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AGLI INTERVENUTI ALL’INAUGURAZIONE DEL MUSEO DEL VETRO.
segnalare il grande impegno di Vittorio Casavecchia, che ha realizzato a regola d’arte gli arredi disegnati dall’arch.Sacco, che ha sempre prestato al Museo la massima disponibilità per la soluzione di tutti i piccoli problemi che inevitabilmente si presentano quando si passa dalla “teoria” del disegno/ progetto alla pratica dell’allestimento.
Ebbene il Museo è, prima di tutto, frutto della tenacia e della capacità dell’Amministrazione Comunale nel reperire le risorse finanziarie necessarie ma anche, è frutto della pazienza e delle risorse, questa volta fisiche, di Francesca Corgna, la quale, ha fatto fronte alle molteplici richieste provenienti da soggetti diversi coinvolti nella realizzazione del Museo. Più in particolare, per quanto riguarda l’esposizione museale, i pannelli esplicativi e l’applicazione multimediale si basano sul lavoro di ricerca bibliografico, archivistico e iconografico svolto dalla dott.ssa Cinzia Cardinali e dalla dott.ssa Sonia Merli, della Società Scriptorium. le quali hanno prodotto un ampio materiale nonostante i ristretti limiti di tempo imposti dalla procedura adottata. Sonia Merli ha poi “tradotto” quella ricerca nei testi dell’applicazione multimediale, testi ai quali ha dato voce Laura Santi. L’applicazione multimediale che trovate nei computer del Museo consente anche di consultare le interviste fatte da Stefano Massoli agli ex lavoratori della Vetreria nonché il video sulla storia di questa attività a Piegaro. L’esposizione dei reperti collocati nelle varie bacheche del Museo, che ha come tema centrale, i prodotti tipici della vetreria di Piegaro, arricchiti, da alcuni esempi, di cose particolari e notevoli, dovuta al lavoro che ho personalmente svolto in questi primi mesi del 2009 con l’insostituibile contributo professionale e umano di Laura Lametti, Bruno Paparotto e Pierpaolo Mariani.
L’ordine con cui voglio ringraziare, con tutto il cuore, Laura, Bruno e Pierpaolo per la bellissima esperienza
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umana e professionale che mi hanno fatto vivere non deve far pensare in alcun modo a una qualche forma di gerarchia perché con tutti e tre, mi sono trovato a lavorare gomito a gomito, in modo semplice e spontaneo ma al tempo stesso costruttivo ed efficace come raramente si riesce a fare anche dopo anni di frequentazione.[…] La dott.ssa Laura Lametti, funzionario della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria, non si è limitata a soprintendere, ma da subito ha compreso la specificità e la valenza di questo Museo e si è letteralmente buttata anima e corpo nel lavoro di redazione dei testi per i pannelli esplicativi e nell’allestimento vero e proprio delle bacheche. Bruno, pur non indigeno, è come se sia sempre vissuto qui in vetreria e del Museo, in questi ultimi mesi è stato il custode, non nel senso, limitativo, di colui che apre e chiude, bensì di colui che “custodisce con cura e con amore”. Infine, ma non certo per ultimo, Pierpaolo, che in questa vetreria ha lavorato da giovanetto, ma dalla quale, di fatto, non è mai uscito: il suo cuore e la sua anima sono rimasti qua, e ci rimarranno ancora di più con i numerosissimi oggetti che ha concesso al Museo. Pierpaolo rimarrà sempre tra queste mura che hanno visto tanti faticare duramente, per le rispettive famiglie, e lottare, altrettanto duramente, per il futuro di questa attività a Piegaro, attività che ha conosciuto alti e bassi ma da secoli ha caratterizzato questo paese. Per queste tre persone vi chiedo un applauso perché senza di loro il Museo magari ci sarebbe lo stesso ma non sarebbe così.
Ora, l’ultima premessa, propedeutica alla visita guidata: il logo, il marchio del Museo che avete visto all’ingresso e vedrete riprodotto su tutti i pannelli. Il logo, messo a punto da Alessia Buttigli e Michele D’Agnano, dello studio professionale “Prospettive”. Questo logo riassume e comunica immediatamente e in modo efficace la natura
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e la storia. È caratterizzato da una serie di quadrati i cui colori sfumano dal rosso al giallo al verde. Questi tre colori rappresentano il fuoco (il rosso) che con il suo calore fonde la sabbia (il giallo) per produrre il vetro (il verde); inoltre, i quadrati nella loro forma e composizione ricordano le tessere musive realizzate nel Trecento dalla Vetreria di Piegaro per il Duomo di Orvieto. Questi elementi e questa storia abbiamo voluto raccontare con l’applicazione multimediale, il video, i pannelli e con l’esposizione di oggetti che andremo a vedere, partendo dal bel plastico realizzato qualche anno fa da Gabriella Munaretto, che alla Vetreria ha dedicato anche un utile volume poi portato a termine, a causa della sua prematura scomparsa, dal prof. Antonio Batinti.[…]
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INAUGURAZIONE MONUMENTO DA PARTE DELLA V.C.P. DOMENICA 1° MAGGIO. *
5 MAGGIO 2011 – AVVIO RILEVAMENTO REPERTI PER LA CATALOGAZIONE.
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