MOSAICO DI SANTA ELISABETTA
Il mosaico di Orfeo e le fiere, in via Pascoli, all'interno della Facoltà di Chimica dell'Università degli Studi di Perugia, è uno dei più importanti monumenti della città romana.
La denominazione di S. Elisabetta è dovuta alla ehiesetta esistente al momento della scoperta.
Pertinente alle terme pubbliche è ubicato fuori le mura etrusche, in un'area di espansione della Perusia antica, occupata precedentemente solo da terreni destinati a sepolcreti e coltivazioni, nella zona detta Conca, fra le attuali via A. Pascoli, via Elce di Sotto e via della Conca dove iI colle crea maggior avvallamento. La ricchezza di acque, la posizione riparata e l'ottima esposizione costituivano i principali requisiti giusti per la realizzazione di un impianto termale.
Anche il rinvenimento di un'epigrafe menzionante i plata [nona], ifilaridiplatanichefiancheggiavanolepasseggiate nei ginnasi, conferma tale ipotesi.
Rinvenuto nel 1875, durante i lavori di riparazione dell'orto parrocchiale di S. Elisabetta, suscitò ed accese l'interesse della città ed in particolar modo di personalità di spicco della locale cultura archeologica quali Mariano Guardabassi, Giovan Battista Rossi Scotti e Giancarlo Conestabile.
Gliscavicondottiin unprimomomentodaalcunicittadini, otto tra braccianti, artigiani ed impiegati, che costituirono all'indomani della scoperta "la società degli scavi presso la chiesa di S.Elisabetta" misero in luce le strutture di un edificio che il Guardabassi identificò come "terma romana".