Per ripartire Insieme Storia nr.24
incontri Contagiata dal Volontariato La predisposizione per il volontariato forse l’ho sempre avuta, ma è rimasta latente fino ai miei venticinque anni circa, non posso essere più precisa in quanto anni fa mi furono rubati dei documenti tra i quali la mia prima iscrizione ad un’Associazione di volontariato, ricordo comunque che mi ero appena laureata. Non so perché fui spinta a farlo, sicuramente non c’è stato un motivo o un evento particolare, ricordo però che mi recai all’AVIS di Perugia, che si trovava all’epoca, in viale Pompeo Pellini, decisa a diventare donatrice di sangue. A distanza di poco seguì l‘iscrizione all’ADMO e all’AIDO sempre di Perugia. Da quel momento hanno dovuto insistere molto per farmi entrare in un’altra Associazione, la Pro-loco di Tavernelle, dove poi sono rimasta, con incarichi vari, per molti anni. Ricordo che fu la richiesta di collaborazione per un evento culturale, organizzato dalla Pro-loco appunto, il fatto grazie al quale riuscirono ad introdurmi effettivamente in questa Associazione. Da allora, non so cosa sia successo, non mi sono più fermata, ed oggi lo dichiaro con vera soddisfazione. Contemporaneamente ho effettuato, sempre su richiesta, il trasferimento all’AVIS di Tavernelle, dove per anni ho fatto parte del Consiglio, con attività in particolare legate alla sensibilizzazione di nuovi donatori, soprattutto giovani, grazie alla collaborazione con le scuole del territorio. Come insegnante ho sempre favorito negli studenti la solidarietà ed i principi che sottendono il volontariato. Arrivata a Città della Pieve, docente di un Istituto Superiore, ho fortemente contribuito a che il volontariato diventasse elemento di collegamento tra la scuola ed il tessuto sociale cittadino e non solo. La nascita del Presidio del Volontariato, all’interno dell’Istituto Superiore di Città della Pieve, su suggerimento del Cesvol di Perugia, ha suggellato un rapporto che, nel corso degli anni, si è fatto sempre più intenso soprattutto con le Associazioni del territorio. 112
incontri Particolare il legame con alcune: A.L.I.Ce. - Associazione Lotta all’Ictus Cerebrale, AVIS, Gruppo Ecologista “Il Riccio”, Accademia “Pietro Vannucci”. Ho ricoperto il ruolo di coordinatrice-referente del Presidio del Volontariato “Insieme si può”, per ben sette anni, tre dei quali dopo il pensionamento, su espressa richiesta della scuola e dei ragazzi. In questo ambito sono riuscita ad unire i due mondi a me più cari, il lavoro ed il volontariato; operare con i giovani è sempre entusiasmante, riescono a trasmettere quella carica che spesso riesce a fare la differenza, è uno stimolo reciproco, che promuove sempre iniziative positive ed allettanti anche per chi non è parte diretta del volontariato. L’esempio dei coetanei, l’educazione tra pari sono innegabili garanzie di successo, hanno una presa maggiore, riescono a creare proseliti; le azioni proposte ed intraprese risultano positivamente contagiose. Al Presidio si sono formati giovani che oggi, con vero piacere, ritrovo come volontari nelle Associazioni più disparate, segno evidente che quei piccoli semi hanno dato i loro frutti, e questo è sicuramente l’aspetto più bello. Come volontaria sono entrata a far parte del Consiglio Direttivo di A.L.I.Ce. e de “Il Riccio”, Associazioni in cui sono tuttora operativa. Con la scuola ho poi conosciuto LIBERA e con questa Associazione ho fatto un percorso di formazione di tutto interesse e, sebbene in pensione da quasi cinque anni, sono ancora parte del Presidio Libera Scuola di Perugia. Sempre attraverso la scuola ho conosciuto Telethon Umbria ed oggi sono parte del Coordinamento provinciale di Perugia, con attenzione alla zona del Lago Trasimeno. Opero, inoltre, come volontaria, da lunghi anni, prima come scuola ora come singola, nelle campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi per la ricerca o per la solidarietà, con varie Associazioni: AIRC, AUCC, UNICEF, Comitato per la Vita “Daniele Chianelli”. L’ultima Associazione, nata da poco, di cui sono membro del Direttivo e socia fondatrice è un’Associazione culturale di valorizzazione del territorio: Associazione culturale Mongiovino Valnestore, che opera alla riqualificazione di questo stupendo Santuario Mariano, uno dei più belli dell’Umbria, ed allo 113
incontri sviluppo della vallata, di concerto con Italia Nostra e FAI, delle quali sono socia. Sono entrata nel mondo dell’associazionismo perché desiderosa di fare qualcosa per l’altro, per l’ambiente, per la cultura, e perché ho incontrato sempre qualcuno che mi ha coinvolto e invogliato ad entrare nell’Associazione di appartenenza. Il rapporto con gli altri, il piacere di fare mi hanno poi fatto permanere. Nelle cinque Associazioni di cui ancora faccio parte il clima è sereno, collaborativo e quindi costruttivo, i riconoscimenti per le iniziative messe in campo ripagano dell’impegno profuso. Le uniche difficoltà che mi sono trovata a dover affrontare e quindi gestire sono legate esclusivamente al tempo, le ore della giornata spesso non sono sufficienti. Le cose da fare sono sempre abbastanza e per carattere non riesco a dire di no, quando si tratta di iniziative di valenza sociale, ecologica e culturale. Molti i momenti belli e indimenticabili, intanto i rapporti umani che hanno sempre un valore fondamentale. L’attività che mi ha dato maggiori soddisfazioni è quella legata al Presidio del Volontariato perché parte della scuola e quindi dell’universo giovanile, lavorare con i ragazzi e guidarli all’interno del volontariato è stato un privilegio, l’entusiasmo di molti di loro ha permesso innumerevoli progetti, l’essere da esempio, come spesso mi veniva riconosciuto, mi faceva e mi fa ancora sempre molto piacere. Fare volontariato può voler dire, a mio avviso, sentirsi utile, occupare bene il proprio tempo libero, lavorare in squadra al di là del lavoro vero e proprio, curare rapporti interpersonali, tenersi in azione, sviluppare conoscenze e relazioni, tenere lontano la noia. Non ho mai saputo, in vita mia, cosa fosse la noia. La noia, la routine eccessiva sono, secondo me, nemici dello star bene soprattutto con se stessi, ed a volte, in particolare la prima, è anche foriera di malesseri evitabili con un semplice guardarsi intorno e darsi da fare, se si vuole, in ambito sociale o comunque benefico. C’è sempre bisogno di una mano, anche di semplici suggerimenti, idee, consigli. 114
incontri Consiglio sempre, quando mi è possibile, di non chiudersi in se stessi, di dare agli altri il proprio tempo in eccesso, il proprio essere, il proprio sapere. La mia esperienza mi dice che l’impegno a favore degli altri favorisce l’invecchiamento attivo e migliora la qualità della vita, dà un motivo ulteriore e qualificante alla propria esistenza. Fare volontariato risulta un’attività piacevole, pur essendo un impegno, e genera un effetto benefico che si estende anche negli altri momenti della propria vita; è spesso contagioso e si propaga nel tessuto sociale più o meno prossimo. Il fare volontariato mi ha lasciato un bagaglio esperienziale ricchissimo, una rete di relazioni importante e soprattutto tanta soddisfazione, in quei pochi momenti in cui hai tempo di guardarti indietro vedi volti amici, ti passano in mente ricordi intensi, sensazioni piacevoli. Operare nel volontariato è operare nell’interesse collettivo; è un mondo talmente eterogeneo in cui c’è posto per tutti. Credo l’aspetto più bello sia sapere di aver vissuto fortemente, aver fatto quello che ti piaceva fare, senza mai dimenticare l’altro. Consiglio a tutti di impegnarsi nel sociale, fa bene, mantiene in allenamento, conserva giovani. Provare per credere. La nostra Nazione è sempre più un paese di volontari, il loro numero in Italia, ci dice l’ISTAT, è in continua crescita e questo è motivo di sicuro orgoglio. Di esempi positivi, di sano volontariato si dovrebbe parlare di più, le storie di buon esempio andrebbero maggiormente condivise per far girare la visione di una Nazione sana, un’Italia da imitare. Il mondo del volontariato, associazionistico o non, ti aspetta... Ivonne Fuschiotto volontaria 115