I nonni a scuola... noi a scuola dai nonni

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I NONNI A SCUOLA… N OI A SCUOLA DAI NONNI

Quaderni del Volontariato 2014

6 ISTITUTO COMPRENSIVO ASSISI 3 Scuola dell’Infanzia Vittorio Trancanelli Petrignano di Assisi

TI E O P I T N N E E S I RE P N N NO SATO E PAS

I NONNI A SCUOLA... NOI A SCUOLA DAI NONNI Incontro tra generazioni: le stagioni della vita… CESVOL EDITORE

Quaderni del volontariato 2014

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Quaderni del volontariato 6

Edizione 2014


Cesvol Centro Servizi Volontariato della Provincia di Perugia Via Campo di Marte n. 9 - IV piano 06124 Perugia tel 075 5271976 fax 075 5287998 www.pgcesvol.net pubblicazioni@pgcesvol.net Edizione Giugno 2014 Coordinamento editoriale di Stefania Iacono Stampa Digital Editor - Umbertide

tutti i diritti sono riservati ogni produzione, anche parziale, è vietata ISBN: 9788896649299


I Quaderni del Volontariato, un viaggio nel mondo del sociale Il CESVOL, Centro Servizi Volontariato per la Provincia di Perugia, nell’ambito delle proprie attività istituzionali, ha definito un piano specifico nell’area della pubblicistica del volontariato. L’ obiettivo è quello di fornire proposte ed idee coerenti rispetto ai temi di interesse e di competenza del settore, di valorizzare il patrimonio di esperienze e di contenuti già esistenti nell’ambito del volontariato ed inoltre di favorire e promuovere la circolazione e diffusione di argomenti e questioni che possono ritenersi coerenti rispetto a quelli presenti al centro della riflessione regionale o nazionale sulle tematiche sociali. La collana Quaderni del Volontariato presenta una serie di produzioni pubblicistiche dedicate alle tematiche sociali, ma anche ai contenuti ed alle azioni portate avanti dall’associazionismo e del volontariato. I Quaderni del Volontariato, inoltre, rappresentano un utile supporto per chiunque volesse approfondire i temi inerenti il sociale.



NONNI E NIPOTI… PASSATO E PRESENTE I NONNI A SCUOLA… NOI A SCUOLA DAI NONNI

Incontro tra generazioni: le stagioni della vita…


Il materiale raccolto in questo piccolo libro è la testimonianza di quanto è avvenuto e ci ha colpito nel profondo. Chi si è impegnato nel progetto, dal più grande al più piccolo, ha contribuito a realizzarlo e i disegni, le fotografie, le riflessioni sono lì ora, pronte ad evocare la vastità di azioni, di vissuti emotivi, di scoperte che ci hanno visti protagonisti, e le tante, piccole storie individuali si sono intrecciate per formare un brano di memoria collettiva.


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“CHE INVENZIONE I NONNI” I nonni e le nonne, che grande invenzione! Altro che tipi da pensione: vanno in bicicletta, nuotano in piscina, giocano a carte, lavorano in cucina, zappano l’orto, puliscono le cantine e accompagnano a scuola nipoti e nipotine! (G. Mauri)

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Chissà se è vero? Forse non si tratta di un principio universale, ma certo in linea di massima sono fortunati quei bambini che possono conoscere i nonni, giocarci, farsi narrare fiabe, racconti di vita che spostano l’immaginazione indietro nel tempo, fanno lavorare il cervello per costruire mondi e situazioni non più riproducibili e rappresentano il primo contatto con il concetto di “storia”, inteso come scorrere delle generazioni, avvicendarsi di episodi e mutamenti dell’esistenza umana. Per un bambino non è facile realizzare la vita come inizio e fine di un percorso: i nonni sono le figure parentali che gli permettono di mettere in relazione sé stessi con papà, mamma e con quelli che sono venuti prima, fino a mettersi a fuoco come continuità con il passato, imparando a vedere davanti a sé un futuro in cui essi daranno vita ad altri individui, in un flusso di vita ciclico. Oggi è difficile per i bambini accettare che il passato abbia qualcosa da insegnare; il presente pone sfide e problemi del tutto nuovi per cui non esistono risposte collaudate. Così non sappiamo riconoscere che i molteplici contesti di apprendimento in cui ciascuno è nato e cresce sono il frutto di lunghi percorsi culturali ed emotivi di cui siamo debitori a chi ci ha preceduto. Ciascuna generazione affronta un mondo diverso e questo principio deve essere sempre presente nel nostro pensiero, specialmente nel contesto attuale, ipertecnologico, stracolmo di immagini e informazioni, frequentemente poco comprensibile per chi ha vissuto un’epoca nemmeno troppo lontana in cui la vita era scandita da ben altri ritmi. Ciò che tuttavia andrebbe sempre salvaguardato e coltivato è il rispetto nei riguardi di una vita che è anche storia. Nella storia la figura dell’anziano, già nelle antiche tribù, era la figura del saggio che portava sulle sue esperte spalle tutto il sapere antico e, ancor meglio in una società dove ancora non vi era la scrittura 9


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per tramandare il sapere, tali figure assumevano un ruolo fondamentale di generazione in generazione. Ancora oggi tra i ricordi più belli che un bambino si porta con sé nella crescita ci sono quei momenti passati sulle ginocchia dei nonni a farsi incantare dalla storia della loro vita. In arte è soprattutto dall’Ottocento, quando si inizia a rappresentare gli affetti più quotidiani, che si dà attenzione al rapporto tra nonni e nipoti, il quale si è andato comunque molto trasformando rispetto, per esempio, al Settecento. Infatti si fa via via meno rigido e referenziale; pensiamo addirittura che i figli dovevano rivolgersi ai genitori dando loro del “voi” e così con i nonni e addirittura fra marito e moglie si usava questo modo freddo di relazionarsi. GLI AFFETTI FAMILIARI NELL’ARTE Joshua Hargrave Sams Mann, oltre alla splendida resa del legame affettivo tra i protagonisti di “The Cauld Blast”, presenta anche l’aspetto della protezione. La bambina che guarda verso noi spettatori in un momento pauroso come il temporale all’aperto, in mezzo ad una natura ingiuriosa, afferma con i suoi occhi tranquilli che non esiste altro posto dove vorrebbe essere se non fra le braccia della persona amata.

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Altro esempio di incredibile dolcezza è quello del seicentesco e sublime pittore Guido Reni che mostra come molto spesso nella tradizione artistica italiana San Giuseppe è rappresentato quasi come un nonno, con la barba bianca e la schiena curva sotto la pesantezza del tempo, nonostante così saldamente tenga fra le braccia il suo bambino. La figura dell’anziano è da sempre e ovunque colui che più dà certezze, con la sua saggezza, la sua protezione, la sua esperienza; è anche la persona con cui giocare, imparare e con la quale immaginare altri mondi e altre storie. «La famiglia è la prima sede dove si comprende il significato dell’esistenza. In un mondo in cui prevalgono i valori del profitto, della ricchezza, del piacere, la cultura dell’accoglienza mira a coltivare i valori del servizio e del dono.» (N. Galli) I nonni sono fondamentali nella crescita di un bambino perché hanno un importante ruolo formativo. Il tempo che i bambini trascorrono con loro è parte della loro formazione ed educazione. Anche in tali momenti, infatti, apprendono regole di comportamento e costruiscono parte della loro identità. Allo scopo di valorizzare, quindi, tale importante ruolo, e in continuità con l’esperienza vissuta insieme ai nonni nello scorso anno scolastico, che ha portato alla realizzazione e pubblicazione del 11


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libro “I nonni raccontano…”, la nostra scuola dell’Infanzia si propone la realizzazione di un nuovo progetto dal titolo: “ I NONNI A SCUOLA, NOI A SCUOLA DAI NONNI”, che prevede come finalità l’avvicinamento al bagaglio di esperienza da loro vissuta come fonte di riflessione e di arricchimento per il bambino e con il quale portare i nonni a vivere, nell’ambiente scolastico, varie esperienze insieme ai nipoti, alle insegnanti, alla scuola tutta. “I NONNI SONO LIBRI APERTI CHE RACCONTANO IL PASSATO E PRESENTANO L’AVVENIRE”. Il progetto prevede una serie di incontri che si costituiscono in forma laboratoriale attraverso la progettazione di attività creative e di conoscenza di esperienze del passato: ASCOLTARE, RACCONTARE, GIOCARE, IMPASTARE, COLTIVARE, DANZARE, CANTARE… AZIONI SEMPLICI CHE STUPISCONO E SUGGERISCONO PREZIOSE REGOLE DI VITA. QUESTO FAREMO COI NONNI… BENVENUTI A SCUOLA! “I RICORDI RITORNANO, RITORNANO I RICORDI COME LE STAGIONI SI SUSSEGUONO VELOCI… Così sono raccolte, in questo piccolo quaderno, le esperienze dei bambini con i nonni; ogni stagione i nonni insegnano e i nipoti imparano… ripercorrendo così le stagioni della loro vita: • PRIMAVERA… LA FANCIULLEZZA che ha l’innocenza negli occhi; • ESTATE… LA GIOVINEZZA che ha la curiosità di scoprire; • AUTUNNO… LA MATURITÀ che ha la consapevolezza del proprio essere; • INVERNO… LA VECCHIAIA che nasconde la saggezza tra i fili d’argento dei capelli.

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Un uomo aveva 4 figli. Voleva che imparassero a non giudicare le cose troppo velocemente. Così li mandò uno alla volta a osservare un albero molto distante da casa. Il più grande andò in INVERNO, il secondo in PRIMAVERA, il terzo in ESTATE, il più giovane in AUTUNNO. Quando tutti furono tornati chiese loro cosa avevano visto. Il grande disse che l’albero era brutto, spoglio e ricurvo. Il secondo disse che era pieno di gemme e promesse di vita. Il terzo non era d’accordo: l’albero era pieno di fiori, profumato e bellissimo. Era la cosa più bella che avesse mai visto. Il più piccolo aveva un’opinione ancora diversa: l’albero era carico di frutti e pieno di vita e realizzazione. L’uomo spiegò ai suoi figli che tutti avevano ragione, infatti avevano osservato solo una stagione della vita dell’albero. Disse loro di non giudicare un albero o una persona solo in una stagione e che l’essenza di ciò che una persona è… la gioia, l’amore, la realizzazione che viene dalla vita possono essere misurate solo alla fine quando tutte le stagioni sono complete. Se ti arrendi quando è inverno perderai la speranza che regala la primavera, la bellezza della tua estate, la realizzazione del tuo autunno! Non lasciare che il dolore di una stagione distrugga la gioia di ciò che verrà dopo. Non giudicare la tua vita in una stagione difficile. Persevera nelle difficoltà, il meglio deve ancora venire. 13


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L’ autunno è la stagione delle foglie che cadono, della raccolta dell’uva e dell’oliva, della natura che si prepara al lungo sonno invernale…

L’ AUTUNNO È L’UOMO MATURO CHE HA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO ESSERE E CHE RACCOGLIE I FRUTTI DELLA SUA VITA. 15


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LA RACCOLTA DELLE OLIVE ... I NONNI CONTADINI In una tiepida mattina di ottobre i nonni sono arrivati a scuola con cestini, piccoli rastrelli colorati e tanto entusiasmo per vivere insieme ai bambini e alle insegnanti questa bella esperienza: raccogliere le olive. Siamo usciti tutti in giardino, dove ci sono due olivi che in autunno sono carichi di frutti verdi e violacei ed abbiamo iniziato la raccolta: i nonni sono saliti sulla scala per raccogliere le olive che sono più in alto e noi tutti intorno ai due alberi abbiamo raccolto quelle più in basso. Con la macchina fotografica abbiamo fissato questi momenti indimenticabili: manine protese verso gli olivi, mani tra le foglie alla ricerca del tondo e liscio frutto, piccole dita che afferrano l’oliva e la staccano dai rami, visi incuriositi che guardano i cesti che vanno via via riempiendosi, visi ridenti di nonni e nipoti, bocche aperte che fanno osservazioni, chiedono, rispondono… che festa in giardino stamattina: nonni e nipoti, chi insegna e chi impara!

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Dai nostri olivi sono state raccolte due ceste piene di olive che i nonni hanno portato al frantoio: lÏ sono state spremute e schiacciate e ne abbiamo ricavato ben due litri d’olio! 18


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GUSTIAMO L’OLIO NUOVO INSIEME AI NONNI I nonni che ci hanno insegnato e aiutato a raccogliere le olive sono stati invitati a gustare l’olio nuovo con una buona bruschetta insieme ai bambini, alle maestre e al personale tutto della scuola. Tutti intorno ad un grande tavolo, sul quale erano pronte più di 200 fettine di pane già bruscato, abbiamo aspettato con le mani tese che i fili d’olio irrorassero il pane e ci venisse servito. Ummh!!! Che squisitezza! Tutti ne hanno mangiato, nessuno escluso, anzi molti bambini hanno fatto il bis. Anche i nonni hanno gustato con piacere la bruschetta; per loro, ci hanno raccontato, questa era la “colazione” di ogni giorno: non latte e biscotti , ma pane e olio. Questo semplice piatto, ci hanno detto, è nato per colmare la fame dei raccoglitori d’oliva che, fra i piantoni o al frantoio, bruscavano il pane ed assaggiavano l’olio nuovo… a dirla tutta , sul pane, prima di far colare l’olio andava strofinata una becca d’aglio; a questa affermazione i bambini hanno fatto le boccacce e sono scoppiati in una fragorosa risata. Abbiamo salutato e ringraziato i nonni con un bell’applauso: “DOPO LA FATICATA… CHE BELLA BRUSCHETTATA!”

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PREPARIAMO LA TERRA PER SEMINARE… sempre i nonni contadini Questa mattina il nonno di Beatrice è arrivato a scuola con un piccolo trattore al quale era attaccato un piccolo aratro e ha iniziato a lavorare un pezzo di terra del giardino. Le maestre ci hanno spiegato che il nonno-contadino sta preparando il letto per mettere a dormire tanti semini. E sì, perché proprio in autunno tutta la natura si prepara per il lungo sonno invernale: gli animali preparano la tana con foglie secche e provviste,vi si chiuderanno dentro fino a primavera; molte piante hanno perso le foglie e si stanno per addormentare; e così anche la terra si metterà a riposo, ma prima accoglierà semi di ogni genere che dormiranno tutto l’inverno e si sveglieranno a primavera. Questa stessa mattina sono arrivati altri nonni-contadini con zappe, rastrelli, vanghe per preparare tante fossette dove noi bambini abbiamo messo a dormire i bulbi, che sono più grandi dei semi e che in primavera spunteranno dalla terra, dove hanno dormito durante l’inverno, e ci rallegreranno con fiori di mille colori: “IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE”.

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LA STORIA DEL FIORE Conosci, bambino, la storia del fiore che mostra in giardino, quel suo bel colore? Un giorno quel fiore fu seme dorato, da un pugno di terra nascosto e cullato. Poi venne la pioggia che il seme gonfiò; scaldato dal sole un germoglio spuntò. E crebbe man mano quel tenero stelo, vestendosi piano Di verde e di cielo: E al sole, un mattino, un bocciolo s’aprì… Si chiuse la storia e il fiore…fiorì! (Maria Santa Rosiello) 27


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LA NONNA CUOCA CI INSEGNA COME SI FA UNA SPECIALE MARMELLATA: LA COTOGNATA Siamo ancora in Autunno, la stagione dei frutti, quanti ancora se ne possono raccogliere! Mele, pere, uva, melograno, castagne, noci, fichi… è un tripudio di colori e sapori. A scuola abbiamo assaggiato i chicchi del melograno, abbiamo cotto e assaggiato le castagne: ballotte e caldarroste; abbiamo raccolto l’uva dalla nostra vigna e state a sentire… Oggi nonna Emanuela è venuta a scuola con un cesto pieno di una frutta strana, sembravano pere, ma pere non erano; che frutta ci ha portato la nonna di AntonLuca? Sono mele cotogne, di un bel colore giallo con qualche sfumatura di marrone, con le quali ha fatto la marmellata di mele cotogne: cotognata e la gelatina di cotognata. Sopra un tavolo, dove era stesa una tovaglia, ha messo tutti gli ingredienti e gli oggetti utili per fare la cotognata ed ha iniziato: taglia, spezza, macina, mescola, aggiungi lo zucchero (pesato con la bilancia), metti sul fuoco, mescola continuamente e …. anche noi bambini abbiamo partecipato a tutte le operazioni: dosato, mescolato e, alla fine assaggiato! GRAZIE NONNA PER AVERCI FATTO CONOSCERE UN ALTRO FRUTTO CHE MATURA IN AUTUNNO! CHE DOLCE MATTINATA CON QUESTA SPECIALE MARMELLATA CHE SI CHIAMA COTOGNATA!

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LA RICETTA

Oggi nonna Emanuela ci insegna a fare una speciale marmellata

Mele cotogne quante ne vuoi tu! Zucchero

quanto basta

Limone

succo e buccia

Tempo di cottura

2 ore circa

Tempo di riposo

7 giorni

Tempo per mangiarla.......................quando vuoi

mmm‌mmm che dolce giornata!

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facciamo gli stampini

mmm!! che buona!! 30


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L’INVERNO E’ LA STAGIONE DEL FREDDO, DEL LETARGO, DEL SEME CHE ATTENDE SOTTO LA NEVE, DEL RIPOSO DELLA NATURA…

L’INVERNO E’ L’UOMO SAGGIO, CHE CUSTODISCE I SEMI DELLA SUA VITA TRA I FILI D’ARGENTO DEI CAPELLI 31


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20 NOVEMBRE … GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFANZIA Quale giorno migliore di oggi poteva essere dedicato a raccontare la storia di un bambino che nascendo ci ha insegnato la pace, il rispetto dell’altro, l’amore verso il prossimo, un Bambino che vuol bene a tutti i bambini del mondo? Ai bambini che frequentano la nostra scuola, una scuola multiculturale, oggi vale la pena raccontare questa storia, prima di tutto per il suo significato umano. E’ la più famosa storia di un figlio di migranti che ha vissuto l’esperienza della clandestinità, della povertà, dell’essere parte di una famiglia “per cui non c’era posto”. Poco importa se questa storia verrà trasmessa in famiglia come esperienza di fede oppure no, essa fa parte della storia del mondo. Riportare il Natale a scuola, coi suoi messaggi profondi e universali, richiede anche questo: rimetterci in gioco, come società, non solo per salvare i simboli ma soprattutto i loro significati nella vita concreta e reale delle persone. Natale è già nell’aria, oggi la nonna di Gabriele è venuta a scuola per raccontare a tutti i bambini la storia di Gesù. Ha aperto un grande libro che si chiama Bibbia e ha letto una bella storia… che a dir la verità sembrava una storia simile alla storia di ogni bambino!

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Sì, è proprio così: Gesù Bambino aveva una mamma, un papà, come ce l’hanno tutti i bambini e come tutti i genitori del mondo hanno atteso con gioia la nascita del loro primo figlio.

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Dopo l’ascolto della storia, con l’aiuto anche di altre nonne, abbiamo costruito un presepe un po’ speciale: sopra un leggio c’è un grande libro aperto dove è scritta la “Storia più bella e più vera di tutte le storie”. Dal libro escono fuori i vari personaggi che prendono vita. Maria, Giuseppe, Gesù bambino, i pastori e pastorelle, le pecorelle, gli angeli. Dietro al libro fa da sfondo il mondo contornato da mani colorate e dal quale scendono i bambini di tutte le razze a formare un girotondo che unisce tutti i bambini del mondo. “MANI BIANCHE, MANI GIALLE E NERE, MANI LONTANE CHE UNITE FANNO FRATELLANZA: È LA GREPPIA DOVE NASCE L’AMORE”!

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Un presepe davvero bello che abbiamo esposto nella città di Massa Martana in occasione della mostra: “I presepi d’Italia”. GRAZIE NONNE, CI AVETE FATTO VERAMENTE UN BEL REGALO DI NATALE!

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NATALE CHE BELLO! Proviamo a sentirci sorella e fratello e in coro a gridare Natale, che bello! Noi tutti, grandi e piccini, di questo mondo uniamoci adesso in un gran girotondo! Le nostre mani strette farebbero insieme un cerchio di pace, di amore, di bene. E se poi col nostro pensiero sapessimo darci una mano davvero:... la pace sarebbe un dono speciale da scambiarci l’un l’altro ad ogni Natale! AUGURI BUON NATALE 36


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DICEMBRE 2013… NATALE NEL TEMPO: I NONNI RACCONTANO IL LORO NATALE Il Natale con i segni e le aspettative che lo accompagnano costituisce un’attrattiva di grande fascino per tutti i bambini: li incuriosisce e li motiva a realizzare molteplici attività. Noi insegnanti abbiamo ritenuto importante recuperare, attraverso le nostre proposte, anche i significati più profondi che il periodo natalizio richiama, i valori universali dei quali è permeato: la pace, la fraternità, la solidarietà, l’amicizia, l’attenzione verso gli altri…ed è in quest’ottica che l’esperienza dei nonni a scuola acquista significato: “Natale nel tempo.. i nonni ci raccontano il loro Natale”! I bambini sono stati guidati a parlare, prima, del loro Natale, “NATALE OGGI” considerando le variazioni dell’ambiente circostante sotto l’ottica dell’importante avvenimento vicino: luci, suoni, colori, vetrine addobbate, alberi illuminati... proponendo semplici domande: *sta arrivando Natale, da che cosa ce ne accorgiamo? *Quali sono i simboli più diffusi? *Come sono addobbate le vetrine dei negozi? E le strade? *Come si salutano le persone? *Conoscete qualche canzoncina che vi fa pensare al Natale? I bambini hanno rielaborato l’esperienza verbalmente, graficamente e attraverso attività manuali. 37


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NATALE IERI… I nonni sono venuti a scuola per raccontare ai bambini come vivevano loro il Natale… E’ bello l’incontro tra le due generazioni distanti, ma anche vicine. Sì, perché il confronto tra i due mondi, del passato e del presente, è veramente appassionante e commovente. E suscita tantissime considerazioni. I bambini insieme alle insegnanti hanno preparato un sacco di domande da fare ai nonni… Qui la curiosità regna sovrana: *nonni raccontateci di come aspettavate il Natale *Come preparavate la festa? *Voi costruivate il presepe? E l’albero? *Cosa mangiavate a Natale? C’era il panettone? E il torrone? *Scrivevate la letterina a Babbo Natale? *Che regali chiedevate? *Con quali giochi giocavate? *Conoscete le canzoni di Natale? *Voi la conoscete la storia di Gesù Bambino? I nonni si sono alternati nel rispondere alle domande dei bambini, lo hanno fatto con il racconto e con attività pratiche costruendo giochi, addobbi per l’albero e preparando i dolci tipici di allora. Nei ricordi del nonno Giuseppe: “Arrivava Natale. Il mattino presto mio padre ed io ci vestivamo a festa. Si andava infatti di casa in casa ad augurare il buon Natale ai vicini, ai parenti e agli amici. Si stava da ognuno di loro una quindicina di minuti, a volte di più, ed essi ti offrivano da bere, dolciumi o anche una mancia o un regalino. Questa pratica di augurio era molto diffusa tra la gente e parecchi la ripetevano anche il primo dell’anno ”. 38


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Nonna Gloria ricorda… Dopo un’attesa estenuante e carica di aspettative arrivava finalmente la mattina di Natale in cui alcuni giochi, dolciumi e frutta facevano il loro figurone sul tavolo della sala da pranzo. Il pranzo di Natale, in Toscana, dove abitavo con la mia famiglia, era sempre lo stesso: il brodo di cappone, crostini con fegatino di cappone e milza di vitello i tortellini si facevano in casa, la sera della vigilia, prima di andare alla messa. Il panettone non c’era quando io ero piccola, dopo la guerra. Si faceva il torcolo. La maestra ci faceva scrivere la letterina da mettere sotto il piatto per il babbo, dove si prometteva di essere buoni, obbedienti e rispettosi. Si faceva l’albero, il presepe, il nonno andava nel bosco e ci tagliava un alberello o un ramo di Ginipro e poi la mamma lo addobbava con fiocchetti e con i mandarini. Le luci erano piccole candeline che accendevamo in fretta perché si consumavano anche in fretta. La neve era fatta con il cotone e la farina. Ci si appendevano anche fichi secchi. Il presepe si faceva in un angolino della casa. Si andava a raccogliere il muschio in collina, dove faceva tanto freddo e c’era l’umidità; le casette erano fatte di cartone o di legno, le palline per l’albero si facevano con la carta accartocciata e poi rivestite con la carta stagnola. Di regali se ne ricevevano pochi ed erano regali utili: un cappellino, una sciarpetta, qualche dolcetto; il giocattolo, da noi in Toscana, lo portava la Befana. Io mi ricordo una bella carrozzina con le rotelline di legno, un bambolotto di celluloide: gli occhietti erano dipinti, non si muovevano. Al mio fratellino portava un trenino di legno o una macchinina. Eravamo tanto felici, con questi giochi ci giocavamo tutto l’anno e stavamo attenti a non romperli, li tenevamo davvero bene. 39


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Anche nei ricordi di nonna Andreina ci sono pochi giocattoli, anzi, in casa sua se ne riceveva soltanto uno per Natale ed era piccolo, piccolo, con qualche calzino e qualche vestitino. Lei che abitava a Roma ricorda che la festa grande si faceva quando arrivava la Befana che portava dolcetti e caramelle. Ricorda che la sua mamma per il pranzo di Natale preparava gli spaghetti o le fettuccine dolci, ricoperte di cioccolato, e un dolce buonissimo: il panpepato, con cioccolato, noci, nocciole, miele‌ “cari bambini voglio farvi assaggiare questo dolce, lo prepareremo insieme a scuola .â€? 40


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IL NATALE DI NONNA ANNETTA La nonna Annetta raccontava che la notte del 25 dicembre passava Babbo Natale e a tutti i bambini portava: un fico secco, un mandarino, una merangola(arancia) e tre noci. Quando Babbo Natale portava un angioletto di zucchero con il loro nome, invece, significava che non passava piĂš, perchĂŠ erano diventati grandi.

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“In ogni casa, decorato e bello, trova posto un alberello. Sotto i suoi rami tanti regali, dentro che ci sarà? Sono regali di valore: AMICIZIA… AFFETTO… AMORE!

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Nonno Roberto racconta: “Il giorno di Natale, quando mi svegliavo la mattina, ero contento di quello che trovavo; la sera si doveva dire la preghierina a Gesù Bambino per avere i regali. Poi si mettevano fuori fieno, acqua e qualche biscotto fatto con l’anice (gli anicini). La letterina per Babbo Natale o Gesù Bambino la scrivevano i nostri genitori: la mamma la nascondeva sotto il piatto del papà che, dopo aver mangiato, la leggeva e con un bacio le donava un po’ di soldini. Sceglievano loro i giochi per noi e di certo i giochi che desideravamo noi non erano quelli di adesso… Le femmine chiedevano una bambola di pezza e i maschietti una macchinina o un fuciletto di legno. Non si potevano chiedere tanti regali, massimo due. Il regalo più bello che ho ricevuto è stato un camion rosso di legno e la mamma mi cucì tanti sacchetti dove io ci mettevo la rena e li caricavo dietro e ci giocavo tutto il giorno, facendo il rumore del motore del camion con la bocca. Per questo da piccolo mi chiamavano tutti “ROMBINO”. Non esisteva la plastica, i giochi erano tutti di legno e quando si rompevano si potevano aggiustare; il mio babbo, quando si rompeva una ruota al camioncino di legno, l’aggiustava da solo e il camioncino tornava come nuovo. I giochi dei miei nipotini invece non si aggiustano, quando si rompono si buttano via. Nonna Chiarella ricorda che il giorno di Natale si mangiava il torrone, ma non tutto, un pezzo a Natale e un pezzo per la Befana. La notte di Natale si andava tutti alla messa, anche i bambini, al termine della quale si faceva un teatrino, si rappresentava il presepe e “io facevo la Madonna”. Il Natale di adesso è un po’ diverso, c’è più confusione, più frenesia nell’acquisto dei regali e si dà meno importanza alla nascita di Gesù; 46


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Al termine dell’incontro la nonna ci ha cantato una canzoncina dedicata a Gesù Bambino: “Sulla paglia un bel Bambino sta tra il bue e l’asinel, non ha culla poverino, non ha coltre…” Nei pochi istanti che è durata la canzone si è creato il silenzio assoluto, i bambini si sono ammutoliti e con le bocche aperte, il respiro trattenuto e gli occhi brillanti hanno seguito la canzoncina fino alla fine.

Non so dove mio nonno abbia imparato, dove trovi le risposte. Non so dove mio nonno sia stato, quanto abbia lavorato. So che molto sa, come il mago le magie, come un astrologo le stelle, come un veggente l’avvenire. 47


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Nei ricordi dei bisnonni… Natale era nell’aria. La città era addobbata a festa. Ma lo sfarzo non era ancora vertiginoso e sprecone. Le strade e le case, alla mattina di Natale, erano silenziose, spesso innevate, un senso di pace diffuso, un’aria di religiosità, anche nelle persone, nelle parole, nei discorsi. Se si ricevevano doni, questi erano attesi per mesi, scelti dal “vero” con estrema gioia e desiderio. Oggi i bambini scelgono i giocattoli dalle pubblicità o su qualche sito internet, si riempiono le loro camerette. Ma poi i bambini si annoiano, sono troppi i giochi e spesso sono giochi troppo sofisticati e poco maneggevoli, anzi sono più per esposizione che per gioco. Oggi a Babbo Natale per questi bambini vogliamo chiedere regali semplici, ma importanti, che costano poco, molto poco, e che tutti possono avere, se desiderati: amicizia, affetto, libertà,solidarietà, amore... Gli anziani sono generosi, bravi, molto intelligenti. Possono raccontare le loro storie più belle, possono regalare le loro cose più importanti, la loro esperienza. GRAZIE NONNI, SIETE DEI TESORI, CI AVETE RACCONTATO DELLE STORIE BELLISSIME. GRAZIE E BUON NATALE! 48


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Martedì 4 febbraio… Carnevale con i nonni (i nonni condividono). Oggi è arrivato a scuola il nonno di Nicolas con in mano uno strumento musicale che ha appoggiato su un tavolo e ha lasciato che i bambini si avvicinassero, lo guardassero, lo toccassero con attenzione. Molte voci si sono levate in coro “questa è una fisarmonica… Si, si, anche mio nonno la sa suonare”. Sì, è proprio una fisarmonica. Che bella! Il nonno l’ha presa, si è seduto e ha cominciato a tirare fuori dei suoni. Che strumento fantastico: con una mano si pigiano i bottoncini e con l’altra si tira lo strumento che si allarga e suona. Tutti, curiosi, hanno voluto provare ed ognuno ha tirato fuori la sua melodia. Poi, essendo il giorno di carnevale, il nonno ci ha suonato tante musiche allegre e divertenti e i bambini e le insegnanti hanno ballato, riso, scherzato… che bella festa! “Viva, viva il carnevale, con il nonno musicista che ha suonato la fisarmonica come un vero artista. I bambini e le insegnanti han ballato, han cantato e anche un po’ giocato; tutto questo è niente male e può accadere a Carnevale!”

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La primavera è la stagione della natura che fiorisce, si risveglia e torna a vita nuova…

La primavera è l’innocenza, il bambino, che nasce e si affaccia alla vita 53


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I NONNI CONTADINI CI INSEGNANO COME PREPARARE LA TERRA E COLTIVARE L’ORTO LE NONNE TUTTOFARE CI RACCONTANO LE LORO TRADIZIONI PASQUALI E CI INSEGNANO A FARE LA TORTA DI PASQUA COME LA FACEVA LA LORO MAMMA E LA LORO NONNA

TRADIZIONI PASQUALI Raccontate dai nonni

TRADIZIONI RELIGIOSE

TRADIZIONI NON RELIGIOSE

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TRADIZIONI ALIMENTARI


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TRADIZIONI RELIGIOSE I nonni raccontano che per loro la Pasqua era essenzialmente una festa molto religiosa e poco consumistica. La Pasqua iniziava con la celebrazione della Domenica delle Palme nella quale si ricordava l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Di solito si entrava in chiesa in processione tenendo in mano un ramoscello d’ulivo che il prete aveva precedentemente benedetto. Questo rametto, al termine della messa, si portava a casa e si metteva sopra alle immagini sacre di Gesù e Maria. Nel giorno di Giovedì Santo si andava in chiesa dove si svolgeva la lavanda dei piedi: il prete metteva un grembiule e si inginocchiava a lavare i piedi a dodici uomini che rappresentavano i dodici apostoli, come aveva fatto Gesù nell’ultima cena. La sera di questo giorno si legavano le campane, cioè non suonavano più fino alla notte di Pasqua quando si ricorda la Risurrezione. Il Venerdì Santo era il giorno in cui si ricordava la passione di Gesù e il suo cammino fino al calvario: la via crucis; in diversi paesi questo momento si rappresentava realmente, alcune persone assumevano i diversi ruoli e per le vie del paese si ripercorreva tutta la strada che aveva fatto Gesù dal pretorio di Ponzio Pilato al Calvario. Era una drammatizzazione molto sentita ed emozionante a cui partecipavano non solo gli adulti, ma anche i bambini e le persone anziane. SICCOME LE CAMPANE ERANO LEGATE, PER CHIAMARE LA GENTE ALLE CELEBRAZIONI SI USAVANO DEGLI OGGETTI DI LEGNO, CHIAMATI “RAGANELLE” CHE RUOTANDOLI EMETTEVANO UN SUONO CHE IMITAVA IL VERSO DELLA RANA E SI ACCOMPAGNAVA CON LA FRASE: “SUONA PER LA PRIMA VOLTA LA MESSA… ACCENNA LA MESSA” La gente che ascoltava sapeva che era giunta l’ora di recarsi in 55


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chiesa. Il Sabato Santo era un giorno di silenzio, non c’erano celebrazioni fino alla veglia; ma nel pomeriggio si andava tutti in chiesa per la benedizione dei cibi che si consumavano durante le feste pasquali: il piÚ caratteristico di questi erano le uova sode, che in alcuni casi venivano anche colorate. Poi arrivava la mattina di Pasqua ed era una festa grande: le nonne apparecchiavano la tavola per la colazione in cui si consumavano uova sode, condite con il sale benedetto, la torta di Pasqua con il formaggio, il capocollo e si beveva il vino rosso. Poi si andava tutti alla messa ed infine si faceva il pranzo di Pasqua a base di cappelletti in brodo e agnello arrosto. TRADIZIONI NON RELIGIOSE E ALIMENTARI Alcune nonne-cuoche ci hanno insegnato a fare la torta di pasqua e a colorare le uova. Alcune di queste tradizioni sono rimaste ancora oggi: la torta di Pasqua, le uova colorate, la benedizione dei cibi ed alcune celebrazioni religiose eseguite nella nuova forma liturgica.

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LA TORTA PASQUALINA Con un poco di farina, qualche uovo di gallina, sale e pepe un pizzichino, olio e burro un bel tantino, il formaggio in quantità: grana e groviera a volontà; di lievito una puntina e una bella mescolatina. Così l’impasto è preparato e nello stampo è gettato; un pochino a riposare ed è proprio da infornare. Con il caldo cresce ancora e si cuoce in più di un’ora. Pel bambino e la bambina, ecco pronta la tortina. La tortina pasqualina… che ricetta sopraffina!

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COLTIVARE UN ORTO A SCUOLA E’ UN’OCCASIONE DA NON PERDERE “Per fare un orto… ci vuole un seme”. Con l’arrivo della primavera il giardino della scuola si è svegliato dal sonno invernale e si è colorato di fiori multicolori: tulipani, giunchiglie, anemoni, crocus, giacinti, narcisi. I bambini felici di quel tripudio di colori hanno festeggiato la primavera e il meraviglioso giardino delle meraviglie. Ricordando quando in autunno i nonni ci avevano aiutato a piantare i bulbi, i bambini hanno vissuto a scuola l’esperienza della semina in piccoli vasi; ogni bambino si è preso cura del suo vasetto e ne ha seguito lo sviluppo. Ci è sorta una curiosità: perché non fare un orto dove far crescere semi diversi e vedere crescere piante diverse? Ecco l’idea dell’orto. Ci sono dei bambini che pensano che i fagioli e i piselli nascano nelle scatole. Non sono dei bambini poco intelligenti, sono dei bambini che hanno conosciuto i fagioli e i piselli del supermercato. Sarà difficile che questi bambini pensino a quei fagioli, a quei piselli come esseri viventi; a qualcosa che è stato a contatto con la terra, l’acqua, il sole, il vento. Sarà difficile che pensino a chi li ha coltivati, a quanto tempo è stato necessario per farli crescere. Coltivare è il gesto più antico, forse il primo che ha consentito di parlare di civiltà. Coltivare un orto a scuola è coltivare prima di tutto dei saperi. Saperi che hanno a che fare con i gesti, con un apprendimento esperienziale che le generazioni più giovani non sempre hanno modo di sperimentare. Coltivare a scuola è un modo per imparare. Imparare a conoscere gli esseri viventi, il funzionamento di una comunità, l’importanza dei beni collettivi e di saperi altrui. In un passaggio delle “Indicazioni nazionali per il curricolo”, nel campo d’esperienza “la conoscenza del mondo”, si legge che “…si può portare l’attenzione dei bambini sui cambiamenti vistosi che avven60


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gono nelle piante e verso continue trasformazioni dell’ambiente naturale.” Osservare la vita dei vegetali accorgendosi dei cambiamenti è facile e interessante per gli alunni della scuola dell’Infanzia, ma operare e, attraverso la coltivazione, abbellire l’orto e il giardino della scuola può essere ancora più entusiasmante. In una conversazione guidata abbiamo indagato e scoperto i saperi dei bambini intorno alla crescita delle piante. Le parole più frequenti sono state: semi, acqua, luce, sole, calore, terra, radici, pioggia e... pazienza. Una pianta per svilupparsi ha bisogno del proprio tempo; ha bisogno di cura costante, quotidiana, fatta di attenzione e affetto, di occhi attenti e di capacità di meravigliarsi per uno stelo appena cresciuto. E poi ha bisogno di qualcuno che metta le mani nella terra, che la dissodi, la renda friabile, la sappia innaffiare, concimare, la protegga dagli insetti nocivi. L’orto ha bisogno di persone: NONNI E BAMBINI. Con tutte queste indicazioni abbiamo costruito una mappa che, ben visibile, ha aiutato i bambini, i nonni e le insegnanti nel momento di affrontare le varie fasi del percorso scientifico. PRIMI APPROCCI I bambini disegnano l’orto, come immaginano che sia. Fanno alcune esperienze con i semi con caratteristiche diverse nella forma e nel colore: fagioli, ceci, lenticchie, chicchi di grano, semi di girasole, noccioli di ciliegio, di mela, di agrumi. Li toccano, si scambiano impressioni, fanno ipotesi. Realizzano un semenzaio in classe: ogni bambino mette il suo seme nel suo vasetto, lo posiziona in un posto ben areato ed esposto alla luce; se ne prende cura, lo annaffia… cosa succederà? Il tempo passa e, magia della natura, cominciano a spuntare le prime 61


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foglioline “ogni seme nasconde un segreto, ha dentro di sĂŠ tutte le informazioni per diventare una piantina. I semi producono le piante!

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I bambini, dopo l’esperienza della semina in sezione, ascoltano, drammatizzano e rappresentano la storia del seme. Durante la narrazione della storia i bambini sperimentano le sensazioni corporee vissute dal semino, il provare ad essere seme, farsi piccolo piccolo, nascondersi, stare al buio per poi germogliare liberando tutta l’energia interiore per aprirsi al mondo. Quando si costruisce un progetto non si può prescindere dal gioco corporeo e imitativo, poichĂŠ il bambino ha bisogno di vivere su se stesso tutte quelle sensazioni ed emozioni che poi attribuisce ad altre cose; giocando usa i sensi, impara a controllare il proprio corpo e i propri istinti, scopre, crea, interagisce con gli altri, trova parole giuste per esprimersi e comunicare.

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PREPARAZIONE DELLA TERRA La semina. Il bambino e il nonno sono stati i due principali protagonisti dell’orto: uno con l’entusiasmo di chi ha tutto da apprendere, da scoprire. L’altro col piacere di trasmettere la propria esperienza, il proprio sapere. Il risultato è che l’orto non ha età. I nonni contadini, insieme ai bambini e alle insegnanti, sono andati nel giardino alla ricerca di uno spazio “buono” per fare l’orto. La scelta è caduta su un terreno vicino alla sezione delle farfalle perché ben esposto al sole, vicino alla fontana dell’acqua e riparato dal vento. Tutti sono stati concordi nel preparare qui la terra da seminare. Con zappa, vanga e rastrello i nonni hanno preparato dei quadrati di terra dove noi bambini abbiamo seminato il prezzemolo, il basilico e le carote. Poi sono stati fatti tanti solchi per mettere a dormire i semi di pomodoro, di melanzane, di zucchine, di piselli. Tutti i semi sono poi stati ricoperti, altrimenti gli uccellini affamati e ghiotti di questo cibo li avrebbero beccati tutti. Forse qualche uccello più grande riesce anche a “rubare” qualche seme beccando sotto terra… Che fare per salvaguardare il nostro orto? Costruiamo uno spaventapasseri così, ha detto il nonno, tutti gli uccelli, grandi e piccoli, vedendolo, non si avvicinano pensando che sia il contadino che sta facendo la guardia ai suoi semi. Ora non ci resta che attendere… il tempo ci dirà poi cosa succederà! 65


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Anonimo, “Farmer and Child” XIX secolo, matita su carta E’ ovunque nell’arte che si possono ammirare i momenti di spontanietà e affetto, come rubati al tempo che scorre veloce. Un anonimo artista cinese realizza questo disegno di un anziano contadino che tiene per mano suo nipote e lo guarda proprio con gli occhi di un nonno, così pieni di amorevoli carezze. 67


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L’estate è la stagione del sole, del grano maturo, dei frutti sugli alberi, del fulgore della natura…

L’estate è l’uomo forte, nel pieno vigore della vita con la curiosità di scoprire 68


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LA NONNA RACCONTA:

“Ci sono cose che solo i nonni sanno, sono storie più lontane di quelle di quest’anno… Ci sono nonni e nonne che fretta mai non hanno: nonni e nipoti piano nel tempo insieme stanno!” Che sorpresa stamattina, nonna Maria è arrivata a scuola con una vecchia valigia: chissà cosa ci sarà dentro? Per scoprirlo andiamo nell’aula-biblioteca, ci mettiamo tutti in cerchio e con la bocca aperta aspettiamo che il coperchio della valigia si apra…ecco la sorpresa: UN LIBRICINO, UNA MANTELLINA ROSSA, UN CESTINO CON I FIORI E UNA TOVAGLIETTA CHE COPRE, DI SICURO,QUALCOSA DI BUONO, UNO SCIALLE DI LANA, UNA MASCHERA DA LUPO… ci vuol poco per capire che nonna Maria è venuta a scuola per raccontarci la fiaba di Cappuccetto Rosso. “Ma perché proprio questa fiaba?” “Perché è quella che mi raccontava sempre la mia nonna quando ero piccola e perché la nonna di cappuccetto rosso mi piace molto, è molto buona con la sua nipotina e vuole insegnarle tante belle cose”. Che bella storia. La nonna, mentre raccontava, indossava ogni volta un oggetto del personaggio che nominava. Poi tutti abbiamo voluto interpretare i vari personaggi, ci siamo divertiti un mondo! Una bella storia che ci insegna ad essere obbedienti perché: “CHI NON OBBEDISCE, NEI GUAI FINISCE!” GRAZIE NONNA MARIA. 69


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Quando una nonna racconta una storia, una fiaba, anche conosciuta,ma arricchita di quel tanto che ciascuno aggiunge quando la racconta di nuovo, la sua parola è sorgente viva d’immagini ed emozioni. In quell’istante la vita intorno rallenta il suo ritmo. Nel raccontare la nonna torna con la mente ad un tempo lontano quando era una bambina, quando sedeva sulle ginocchia della sua nonna e ascoltava rapita le storie… la storia… “Vieni a sederti un po’ qui, piccolina, vieni a sederti accanto a me e ascolta la storia di un tempo non più vicino, la storia della mia vita, com’era una volta.” Quando i nonni raccontano ai nipotini lo spazio che separa i due mondi svanisce. I due attimi apparentemente distanti, il bambino del passato e il bambino di oggi, magicamente si avvicinano, si congiungono quasi. Poi, repentino, l’incanto svanisce. Il bambino torna ai giochi di sempre. Ma l’istante meraviglioso in cui egli ha bevuto alla fonte della memoria lascerà una traccia indelebile: anche se ancora egli non lo sa, è cresciuto! Frederick Cayley Robinson, “The day of Rest”, XIX secolo È il momento della lettura. Le ore passate a leggere con i propri nonni sono tra le più rilassanti e ricche.

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NONNA PATRIZIA E I GIOCHI (i nonni giocano con noi) Il gioco rappresenta una delle attività più importanti della specie umana, non solo perché consente dei momenti di svago e di rilassamento dalle fatiche quotidiane, ma soprattutto perché promuove nell’uomo il desiderio di felicità. Non si tratta quindi di una semplice evasione, ma di una attività indispensabile per la formazione della propria ed altrui personalità. E’ un’attività completa che comprende funzioni cognitive, affettive, sociali e motorie. L’uomo gioca sin dalla nascita perché il giocare rende serena la sua esistenza. Il gioco diviene, allora, il canale attraverso il quale ogni persona può sognare, può far finta di essere qualcuno, crea relazioni sincere nelle quali ci si pone delle regole, al fine di rispettare l’altro. Il gioco è “educatore” e al tempo stesso “mezzo di educazione”, allena alla dimensione comunitaria in un clima di gratuità e divertimento. La manipolazione d’oggetti, il gioco e l’esplorazione consentono un apprendimento approfondito ed una comunicazione profonda, dando la possibilità al bambino di scoprire il mondo. Oggi è arrivata a scuola nonna Patrizia, sembrava Babbo Natale, non perché avesse il vestito rosso e la barba bianca, tutt’altro. Nonna Patrizia è una bellissima nonna, ma perché era carica di regali! Come mai tutti questi giochi se Natale è passato già da un pezzo? Perché forse alcuni non lo sanno, ma la nostra scuola è stata luogo di un brutto avvenimento durante le vacanze di Natale. Alcune persone cattive sono entrate nell’edificio e hanno svuotato tre estintori la cui polvere bianca ha coperto ogni cosa. Abbiamo potuto salvare e ripulire alcune cose, altre sono andate distrutte; ecco che nonna Patrizia, che vuole tanto bene alla sua nipotina Rachele e a tutti i bambini, ha voluto donare alla scuola almeno alcuni giochi, tra cui due bambole di pezza, bambole con cui giocava lei da piccola. 73


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È stato un incontro tra nonna e nipotina molto bello: di qua c’è una bambina che stringe a sé il suo bambolotto che parla e fa la pipì; di là una dolce signora, la nonna, che accarezza la sua bambola di pezza; tra l’una e l’altra, d’improvviso, costruisce un ponte la parola:

“Quando ero piccola mi piaceva tanto giocare con le bambole, erano fatte di stoffa, me le cucivano la mamma o la nonna, erano bambole molto morbide e calde, che non facevano “versi o movimenti come quelle di oggi, ma erano ugualmente molto belle e care.” 74


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Da questo racconto sono scaturite tante domande. I bambini hanno chiesto di vedere come erano i giochi anche dei maschietti, oppure altri giochi da femmine. Non è bastata la mattinata per raccontare e rispondere alle domande dei bambini. Ci siamo lasciati, nonna, bambini e insegnanti, con il proposito di ricercare materiali, foto, racconti che ci facciano conoscere i giochi di “una volta”. Abbiamo chiesto la partecipazione delle famiglie per cercare e raccogliere alcuni giocattoli del passato da portare a scuola: vecchie trottole di legno, burattini, giocattoli fatti a mano con materiali poveri… Abbiamo invitato, poi, i nonni disponibili a costruire, insieme ai bambini, giocattoli da poterci giocare oggi. I bambini hanno preparato un’intervista per scoprire i vecchi giochi che si svolgevano “una volta”, soprattutto all’aperto, e hanno chiesto di provarli con i nonni. Abbiamo attinto alla tradizione locale per scoprire giochi quali la corsa dei sacchi, il tiro alla fune, la pentolaccia, salta cavallina, batti-muro…. E per riscoprire quelli che ancora oggi appartengono al bagaglio ludico dei bambini: il girotondo, nascondino, “chiapparella”, “uno, due, tre, stella”…

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Il racconto di nonno Roberto. Quando ero piccolo le cose erano molto diverse da oggi. Non avevamo giocattoli di nessun tipo, almeno non i giocattoli che si comprano. Non c’erano le play station, macchine telecomandate, trenini elettrici, bambole che parlano e fanno la pipì. I giochi si dovevano inventare e costruire, però ci divertivamo tanto ed eravamo sempre contenti. Molti giochi si facevano all’aperto come nascondino, mosca cieca, campana; poi si giocava con le biglie e si facevano gare che duravano anche ore. Non c’era la televisione a tenerci compagnia, ma quello che contava erano la fantasia e l’amicizia vera. I nonni ci hanno insegnato tante cose e i bambini insieme alle insegnanti, nei giorni seguenti, hanno riflettuto su questa bella esperienza vissuta con i nonni e i bambini sono stati guidati a riflettere sul fatto che, generalmente, nella nostra società si tende ad avere molto più del necessario, anche se molti bambini non hanno giocattoli, non hanno neppure da mangiare. Aiutiamoli a scoprire che donare qualcosa agli altri rende felici chi riceve il dono, ma fa sentire migliori anche noi perché abbiamo potuto regalare un sorriso!

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La nonna racconta… “ I GIOCHI DI UNA VOLTA” “Quando ero piccola giocavamo con pochi giochi ma con tanta fantasia; alcuni giochi, li fate anche voi oggi: il gioco con la palla… con la corda… il gioco della campana… con le bambole, le mie erano di pezza, i maschi giocavano con i camioncini che erano fatti di legno, giocare a mamme e figli, il gioco più antico e più bello del mondo!” SU! ANDIAMO A GIOCARE INSIEME: IO SALTO… TU SALTI IO CONTO… TU TI NASCONDI IO LANCIO LA PALLA… TU LA RIPRENDI IO SONO LA FIGLIA … TU SEI LA MAMMA

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Anche lo scozzese Robert Gemmell Hutchison realizza un’opera straordinaria che riprende un momento intimo come quello del gioco. Mi ricorda i momenti in cui giocavo con mio nonno a ramino, il suo gioco preferito. L’artista ha immortalato proprio l’attimo di riflessione intensa dell’uomo, mentre osserva il bambino fare la sua mossa.

Gioco con il nonno e diventa bambino insieme a me Ricorda l’infanzia, la giovinezza, ricorda quando giocava con i suoi compagni; Ricorda… E rivive la lontana felicità… è felice ancora.

“Nonno, dai gioca con me, facciamo finta che tu eri il bambino e io la mamma… Tieni, prendi una tazza di tè, che ti fa bene…” 79


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Martedì 25 febbraio… (i nonni creano) “LAVORARE CON LE MANI NELLA CRETA PER FARE, PARLARE, PENSARE, IMMAGINARE, GIOCARE, SCOPRIRE”. Le capacità dei nonni sono infinite, riescono a fare tante cose… Oggi nonna Patrizia è arrivata a scuola con una cosa grande e grigia… i bambini l’hanno subito riconosciuta “è la creta” hanno gridato. Sì, perché la creta è un materiale che i bambini conoscono, manipolano e ci costruiscono, ma oggi l’attività con la creta è speciale, perché a proporla è una nonna, perché è un’esperta di questo materiale e perché vuole lavorarla con i bambini e costruire con loro qualcosa di speciale. Tutti all’opera, intorno ai tavoli, armati di matterello e creatività… maniche del grembiule arrocciate, mani pronte a toccare, stringere, battere, manipolare, lisciare… ed ecco che la materia prende forma, dalle mani dei bambini escono fuori prodotti che sono unici, irripetibili, fantastici, vere opere d’arte. La creta si è prestata a tante soluzioni, passando per queste fasi: *la scoperta. I bambini hanno dato voce ai loro pensieri: “la creta è come un fango, è una cosa morbida, è di colore grigio, assomiglia anche alla sabbia, è come un pongo, si modella, si cuoce e diventa rossa”. *L’impronta. I bambini dopo aver steso una lastra di creta vi hanno poggiato sopra vari oggetti che hanno lasciato un’impronta, la loro stessa mano ha lasciato un’impronta *Le tracce. Se con l’impronta si sono ottenuti forme per effetto della pressione sul materiale, qui si sperimenta la traccia che produce il movimento, con l’uso di forchette, coltelli di plastica… 80


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*Le texiture. Queste sono impronte lasciate da trame, ricami,spaghi o oggetti affini; i bambini premono con un matterello la trama sulla lastra di creta, si toglie la trama e il gioco è fatto! *Le incisioni. Con un oggetto appuntito, matita , stecchino, colore, i bambini eseguono disegni sulla creta. *L’attesa. Ora non ci resta che aspettare qualche giorno, poi nonna Patrizia porterà i manufatti a cuocere nel forno e quando ce li riconsegnerà continueremo il lavoro con la pittura . *La barbettina. Lo sapevate che la creta indurita, secca, si può grattugiare ed ottenere la polvere d’argilla? È una polvere grigia che si stende e sulla quale ci si può disegnare, come sulla farina e sulla sabbia; si può mescolare con l’acqua e si ottiene un’argilla morbida che può essere usata per giocare o per disegnare con le dita o il pennello. Nonna Patrizia ci ha riportato tutti i nostri lavori, sono bellissimi, sono di colore rosso e sono belli anche così, ma noi li coloriamo *Ecco il prodotto: wow! Guardate come sono belli tutti i lavori! Questo l’ho fatto io, il mio è questo, c’è anche il mio… sì sono tutti bei lavori, opera di tutti i bambini della scuola dell’Infanzia di Petrignano. Grazie nonna Patrizia. “MANIPOLARE L’ARGILLA, LA CRETA E’ UN’ESPERIENZA CREATIVA E SENSORIALE MOLTO APPAGANTE”. I bambini, oggi, hanno poche occasioni di giocare con materiali non strutturati come farina, sabbia, terra, acqua… per questo è importante poter trovare a scuola la possibilità di vivere queste esperienze polisensoriali. La creta, nello specifico, per le sue qualità, il suo profumo di terra e di cose genuine offre ad ogni bambino la possibilità di poter vivere con piacere e in modo libero un’esperienza personale e gratificante.(la creta nasce dalla disgregazione delle rocce, è un materiale morbido con giuste 81


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sensazioni termiche, né troppo calda, né troppo fredda; assume tutte le forme, permette di sviluppare la fantasia, l’immaginazione, la creatività).

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TUTTI ALLA FATTORIA PER LA MUNGITURA DELLE PECORE E DELLE MUCCHE E LA LAVORAZIONE DEL FORMAGGIO “Nella vecchia fattoria, ia, ia oh! Quante bestie ha zio Tobia, ia, ia, oh! C’è la mucca, il maiale, c’è la pecora, le galline… c’è la capra, l’asinello,il topino, il gattino”. Sì! Si! È proprio vero, nella fattoria vivono bene insieme, tutti questi animali e i bambini, con grande gioia e meraviglia, hanno avuto modo di vederli in occasione della visita alla fattoria dei nonni di Luciano e Giuseppe. I nonni agricoltori, che con il loro sapere e la loro maestria svolgono un’attività educativa, offrono a noi visitatori l’opportunità di acquisire concetti e abilità che difficilmente possiamo apprendere in un contesto urbano. I bambini, in particolare, hanno avuto la possibilità di diventare protagonisti del loro sapere, imparando abitudini di vita degli animali di fattoria e vivere in prima persona le fasi della lavorazione del latte e della produzione del formaggio, acquisendo così maggiore consapevolezza dell’ambiente in cui vivono e dell’origine degli alimenti che mangiano. Ciò permette il recupero di quella parte della nostra cultura, legata alle tradizioni agricole, ancora viva nelle piccole strutture rurali. È stata una giornata meravigliosa: gironzolare e correre dietro alle galline che libere razzolavano nell’aia toccare i coniglietti appena nati, dare il becchime ai polli e imitare le ochette che una dietro l’altra si avviavano verso lo stagno. Ma l’attenzione di tutti è stata catturata nel momento in cui c’è stata la mungitura delle mucche e delle pecore e della lavorazione del latte per fare il formaggio. 83


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La fattoria si è riempita delle voci dei bambini e dei tanti “oh!” di meraviglia , di sorpresa, di scoperta. “Che meraviglia quando i bambini fanno oh!” Ancora una volta nonni e nipoti a scuola insieme… i nonni insegnano, i nipoti, e in questo caso anche le maestre, imparano. Dai nostri nonni dobbiamo imparare, se la vita vogliamo affrontare. I nostri nonni sanno cosa fare: come lavorare, come parlare, e noi li dobbiamo ascoltare e imparare.

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“A SPASSO CON I NONNI” : gita al paese di Sellano con visita al lago di Vigi. Zaino in spalla, mano nella mano e via insieme, felici, alla scoperta del lago di Vigi e del borgo medievale di Sellano. Una giornata all’insegna del divertimento, dell’allegria, per concludere in bellezza il progetto: “I nonni a scuola…noi a scuola dai nonni”. Il paesaggio tutt’intorno, con i suoi colori e le sue forme, ha fatto da cornice a questa splendida giornata ricca di momenti emozionanti e giocosi. La storia, la memoria e i valori dei nonni vengono così trasmessi ai bambini in modo ludico e spontaneo. Il futuro di ognuno di noi dipende dal passato: in questo l’importanza della storia, del ricordo, dell’amore per la propria cultura, per le tradizioni, per la propria storia, pure nell’evolversi delle stagioni.

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“I nonni sono coloro che vengono da lontano e vanno per primi ad indagare oltre la vita; sono i vecchi da rispettare per essere rispettati da vecchi. Sono il passato che vive nel presente ed i bambini sono il presente che vedrĂ il futuro!â€? (m.r. parsi )

Conoscere e assimilare la forma che i nostri nonni hanno dato alla loro vita è un modo per prepararsi a vivere la propria in modo originale, con forza e curiosità creativa, senza paura di essere annientati dal diverso che, inevitabilmente, troveremo sulla nostra via. 87


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Ora che l’esperienza è finita, a tutti quelli che hanno creduto nel nostro progetto e ci hanno incoraggiato e guidato nelle varie fasi della sua realizzazione, pubblicazione e divulgazione, va il nostro GRAZIE! Un GRAZIE DI VERO CUORE ai nonni: Nazzareno, Ramberto, Paolo e Enia, Bruno, Nello, Maria, Giuliana, Emanuela, Loredana, Elvia, Andreina, Gloria, Chiarella, Roberto F., Patrizia, Lucia, Renzo, Roberto B… per aver raccontato, zappato, seminato, raccolto, cucinato, cucito, suonato, costruito, pitturato, giocato per noi e con noi; per averci offerto una visione aperta, panoramica, su quella che è stata la vostra vita, permettendo così di spaziare e immaginare come sarà anche la nostra futura. Grazie per aver dilatato la nostra prospettiva, normalmente puntata sull’attimo presente, per averci fatto intuire il valore profondo delle nostre azioni e il senso del nostro essere al mondo. GRAZIE DAI BAMBINI E DALLE INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA “Vittorio Trancanelli” di PETRIGNANO

“Vorrei tanto che tutti i bambini del mondo Formassero un grande girotondo Intorno a tutti i nonni tanto amati Perché non si sentano mai isolati. Le loro storie riscalderanno le nostre giornate Come il sole a primavera le serate, I nonni sono la nostra storia vera Il passato che rivive, il presente che lo rivela!”

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I nonni a scuola... a scuola dai nonni SEZIONE A…I Grilli

SEZIONE B… Le Coccinelle 1. BACCHI CHIARA 2. BALLARANI ANDREA 3. BOLLETTA VITTORIA 4. CAPITANI RACHELE 5. CECCARELLI ASIA 6. CECCOTTI CATERINA 7. COSCO LUCIANO 8. DEL SINDACO GIULIO 9. DRAO SAMIA 10. FABBRI STEFANO FAGOTTI GIOVANNI 11. GORIETTI MARIA RACHELE 12. 13. KUTROLLI ALEX LAMALI ABDELMOUGHIT 14. MENCARELLI SUSANNA 15. MESCHINI MATILDE 16. MIRONESCU RAUL CRISTIAN 17. MIRTI ALISIA 18. MOCCALDO MATTEO 19. 20. NASINI ADELE SIRCI ANTONLUCA 21. TOMASSINI TOMMASO 22. TONTOLI MARIA VITTORIA 23. Insegnanti: Cesarini Marida Malvestiti Rita

1. BRUNACCI NICHOLAS 2. CAGLIESI ALEX 3. DAVIDE GIORGIA 4. DUCRI AGNESE 5. EUGENI LAVINIA 6. FALASCHI GIULIA 7. FARINELLI BARTOLUCCI RICCARDO 8. FENSAB NORA 9. FIORETTI SOFIA 10. FORTINI MARIA ANDREA 11. FOSSA FRANCESCO GAUDENZI GABRIELE 12. 13. GIACCHE’ AURORA 14. IABICHINO DESIREE LAHLALI RAYAN 15. 16. LAMALI ZAINAB 17. MAIARELLI DAMIANO 18. OURIDA NASIM 19. PALMINI GABRIELE PETRELLI ANNA 20. 21. PIERAVANTI CHRISTIAN 22. RUSSO GEMMA 23. SARGENI GIOVANNI 24. SHEHU SAMUEL 25. TOMASSINI FILIPPO Insegnanti: Cruciani Anna, Spacci Eleonora, Bellucci Carla

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I nonni a scuola... a scuola dai nonni SEZIONE C …I Pulcini 1. ABATI DAVIDE 2. ANTONINI THOMAS 3. BAMAROUF HAJAR 4. BEN RAMY NAUFEL 5. BERELLINI REBECCA 6. BINUCCI BEATRICE 7. BRACHINI LEONARDO 8. CAMBIOTTI ELENA 9. CICOGNOLA SARA 10. FARINELLI CHIARA FODERARO ALICE 11. LEGGIO LIVIA 12. LEOPALDI EMANUELE 13. MAIARELLI SAMUELE 14. MANTOVANI LAURA VIVIANA 15. MERENDA SOFIA 16. SPOLETINI LEONARDO 17. 18. TRUBBIANELLI DESIRE’ 19. VAIME DAVIDE Insegnanti: Carloni Anna Eugenia, Simonelli Manila, Rossi Susanna

SEZIONE D…Le Farfalle 1. BARILI MIRCO 2. BENINCAMPI GIOELE 3. BERELLINI ARIANNA 4. BISTOCCHI ANNA 5. CHIANELLA AIDA 6. DI MARTINO MELISSA ALMA 7. DUSHKU KRISTIAN 8. ELISEI LUCA 9. FARINELLE DESIREE’ 10. GORIETTI DILETTA KRIFA NICOLAS 11. KUCI DANIEL 12. LAMBERTI GIULIO 13. MAHJOUB KHAOULA 14. MARANGHI NOEMI 15. MORELLI CHIARA 16. MUSTA LEANDRO 17. 18. PERINI ASIA 19. PETRELLI CATERINA PROIETTI SUSINI MATTIA 20. RADICCHI VITTORIA 21. 22. SANTEVECCHI MATTEO 23. TOSTI AUGUSTO 24. TRUBBIANELLI AURORA Insegnanti: Aristei Anna, Cambiotti Gabriela

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I nonni a scuola... a scuola dai nonni SEZIONE E…Gli Scoiattoli 1. ANTONELLI SARA 2. BOSSIS CHRISTIAN 3. BRANDA ANNA 4. CAIAZZA RAFFAELE 5. CAPEZZALI MIA 6. CERA MATILDA 7. CHIGRI KHADIJA 8. CIACCINI EMILY 9. CODIGNONI SAMUELE 10. COSCO GIUSEPPE DRAO DOHA 11. EUGENI MARTA 12. FAHMI NOURADDINE 13. HAOUFADI MOHAMED ALI 14. LANCETTI GIOIA 15. LISTINI LORENZO 16. MANCINELLI EDOARDO 17. 18. MESCHINI VERONICA 19. MOTTOLA CAROLINA SABATINI IRIS 20. SANTUCCI RICCARDO 21. 22. SENSI ALESSIO Insegnanti: Ciavaglia Silvia, Mariotti Angela, Rossi Alessandra Progettazione coordinamento e realizzazione Insegnante Marida Cesarini Freddii

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I nonni a scuola... a scuola dai nonni

INDICE: INTRODUZIONE p. 7 AUTUNNO p. 15 p. 16 Raccolta delle olive Semina dei bulbi p. 24 La cotognata p. 28 INVERNO p. 31 Natale nel tempo p. 37 Il mio Natale-il Natale dei nonni p. 38 Carnevale con i nonni p. 49 PRIMAVERA p. 53 Tradizioni pasquali p. 54 Per fare un orto‌ p. 60 La semina p. 63 ESTATE p. 68 La nonna racconta p. 69 I nonni e il gioco p. 73 Alla fattoria dei nonni p. 78 A spasso con i nonni p. 85

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Con il Patrocinio del Comune di Assisi Assessorato alla Pubblica Istruzione

Il tempo e l'amore Il tempo passa e continuerà a passare, ci ha già cambiato e ci cambierà ancora, ma c'è una cosa che il tempo pur passando non potrà mai far invecchiare, è quel sentimento che non conosce limiti e confini, a cui poco importa se verrà urlato o solo bisbigliato, in quanto esso non si misura con la voce che dalla gola scaturisce, ma con l'intensità di quella voce che nel petto batte e da esso fuoriesce Xavier Wheel Il Cesvol svolge le sue attività con risorse del Fondo Speciale per il Volontariato amministrato dal Comitato di Gestione dell'Umbria


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