Voci Incisive Ribelli Uniche Sempre. La speranza dei bambini di vedere un mondo migliore

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La Psicomotricità Funzionale® e la Pedagogia Clinica® s’incontrano attraverso la creatività e la consapevolezza di sè LA TERRA PIANETA MERAVIGLIOSO DA SALVARE CON UN COMPAGNO DI VIAGGIO DEVASTANTE

Voci Incisive Ribelli Uniche Sempre LA SPERANZA DEI BAMBINI DI VEDERE UN MONDO MIGLIORE

Scuola primaria di Padule - Classi V A/B Terzo Circolo Didattico – Gubbio (PG) a cura di Nicoletta Farris



Quaderni del volontariato 6

Edizione 2021


Cesvol Centro Servizi Volontariato Umbria Sede legale Via Campo di Marte n.9 06124 Perugia tel 075 5271976 www.cesvolumbria.org editoriasocialepg@cesvolumbria.org

Edizione maggio 2021 Coordinamento editoriale di Stefania Iacono impaginazione di Andrea Lucci Stampa Digital Editor - Umbertide

Per le riproduzioni fotografiche, grafiche e citazioni giornalistiche appartenenti alla proprietà di terzi, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire. È vietata la riproduzione, anche parziale e ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzato.

ISBN 9788831491129


I QUADERNI DEL VOLONTARIATO UN VIAGGIO NEL MONDO DEL SOCIALE PER COMUNICARE IL BENE

I valori positivi, le buone notizie, il bene che opera nel mondo ha bisogno di chi abbia il coraggio di aprire gli occhi per vederlo, le orecchie e il cuore per imparare a sentirlo e aiutare gli altri a riconoscerlo. Il bene va diffuso ed è necessario che i comportamenti ispirati a quei valori siano raccontati. Ci sono tanti modi per raccontare l’impegno e la cittadinanza attiva. Anche chi opera nel volontariato e nell’associazionismo è ormai pienamente consapevole della potenza e della varietà dei mezzi di comunicazione che il nuovo sistema dei media propone. Il Cesvol ha in un certo senso aderito ai nuovi linguaggi del web ma non ha mai dimenticato quelle modalità di trasmissione della conoscenza e dell’informazione che sembrano comunque aver retto all’urto dei nuovi media. Tra queste la scrittura e, per riflesso, la lettura dei libri di carta. Scrivere un libro per un autore è come un atto di generosa donazione di contenuti. Leggerlo è una risposta al proprio bisogno di vivere il mondo attraverso l’anima, le parole, i segni di un altro. Intraprendendo la lettura di un libro, il lettore comincia una nuova avventura con se stesso, dove il libro viene ospitato nel proprio vissuto quotidiano, viene accolto in spazi privati, sul comodino accanto al letto, per diventare un amico prezioso che, lontano dal fracasso del quotidiano, sussurra all’orecchio parole cariche di significati e di valore. Ad un libro ci si affeziona. Con il tempo diventa come un maglione che indossavamo in stagioni passate e del quale cerchiamo di privarcene più tardi possibile. Diventa come altri grandi segni che provengono dal passato recente o più antico, per consegnarci insegnamenti e visioni. Quelle visioni che i cari autori di questa collana hanno voluto donare al lettore affinché sapesse di loro, delle vite che hanno incrociato, dei sorrisi cui non hanno saputo rinunciare. Gli autori di questi testi, e di tutti quelli che dal 2006 hanno contribuito ad arricchire la Biblioteca del Cesvol, hanno fatto una scelta coraggiosa perché hanno pensato di testimoniare la propria esperienza, al di là di qualsiasi tipo di conformismo e


disillusione. Il Cesvol propone la Collana dei Quaderni del Volontariato per contribuire alla diffusione e valorizzazione della cittadinanza attiva e dei suoi protagonisti attraverso la pubblicazione di storie, racconti e quant’altro consenta a quel mondo di emergere e di rappresentarsi, con consapevolezza, al popolo dei lettori e degli appassionati. Un modo di trasmettere saperi e conoscenza così antico e consolidato nel passato dall’apparire, oggi, estremamente innovativo. Salvatore Fabrizio Cesvol Umbria


Voci Incisive Ribelli Uniche Sempre

La speranza dei bambini di vedere un mondo migliore a cura di Nicoletta Farris



Questa fiaba nasce dall’incontro tra due fantasie: quella esperta e lucidamente prospettica dell’adulto e quella immaginifica e liberamente visionaria dei bambini. Un incontro di sguardi, di percezioni, di voci che costruiscono insieme una meta-realtà in cui etica ed estetica confluiscono nel pensiero di un pianeta abitabile e nella speranza di un futuro percorribile. Non c’è niente di più prezioso della invisibile mano del maestro che accompagna e sostiene le riflessioni di chi a lui si affida. Mentre la storia si snoda le voci del maestro e dell’alunno si confondono, si scambiano e non si comprende più quale sia la mano che trascina, l’intelligenza che sollecita, l’immaginazione che crea / elabora. Questo incontro tra generazioni è ricco del misterioso fascino di tutte le infanzie, che si ripetono e si rigenerano, in ogni epoca e in ogni età. In ogni persona. E’ grazie a questo incontro che ogni bambino sente di acquisire la capacità di dominare la realtà, sconfiggere i mostri che incarnano le proprie paure e progettare il mondo che verrà. Il fatto che questo lavoro a più mani abbia visto la luce nel periodo del lockdown e della didattica a distanza, quando il filo della relazione umana sembrava più sottile e fragile, quando incerto e vulnerabile era lo stato d’animo di bambini e adulti, sta a testimoniare la grande forza della comunità scolastica che, nei momenti di crisi, sa mantenere e dimostrare equilibrio e resilienza in una rinnovata capacità di educare all’interpretazione e alla soluzione dei problemi. La scrittura creativa, così come l’elaborazione grafica, ha un potere terapeutico che permette, attraverso l’identificazione e la proiezione, di esternare, con consapevolezza, il senso di sé e del proprio stare al mondo. Saluto pertanto con immensa gioia la nascita del libro con l’augurio, per tutti i bambini che hanno partecipato alla sua stesura, di accendere e riaccendere nel tempo quello sguardo critico e curioso che ha animato queste pagine insieme alla speranza, o meglio alla convinzione, che niente e nessuno potrà considerarsi perduto se ciascuno fa la propria parte. Se qualcuno è capace di concepire e immaginare un mondo migliore, quel mondo è già qui. Ringrazio la coordinatrice del plesso di Padule Rita Fiorucci, per l’in-


stancabile condivisione di ogni progetto meritevole. Ringrazio le maestre Ragnacci Orietta, Giuseppina Sannipoli e Minelli Mirella che hanno creato le condizioni per un percorso di crescita attivo e costruttivo, incentivando i moti della mente e lavorando, con sapiente maestria, dietro le quinte. Ringrazio la dott.ssa Nicoletta Farris che, con generosa gratuità, ha accompagnato i bambini in questa avventura della fantasia e ha reso possibile non solo la realizzazione di questo lavoro, ma la costruzione di un’esperienza di apprendimento che rimarrà indelebile nella memoria dei giovani protagonisti. La Dirigente Scolastica DD Terzo circolo Gubbio Prof.ssa Angela Codignoni


Voci Incisive Ribelli Uniche Sempre L’anagramma, che costituisce il titolo del libro, ha voluto valorizzare tutti i bambini sensibili al problema dell’inquinamento ambientale. Con la loro voce e i loro atteggiamenti conquistati vorrebbero ora con forza e determinazione scuotere le coscienze delle persone a loro vicine, affinché esse prestino ascolto, attenzione, rispetto alle affermazioni e ai suggerimenti, ormai quotidiani e capillari, degli scienziati e degli esperti che attraverso le loro ricerche e i loro studi affermano quanto il nostro pianeta è in pericolo. Pertanto invitano a rallentare quel ritmo frenetico che impedisce all’uomo di vedere e di ignorare lo stato di salute del nostro pianeta. La terra in questo tempo soffre e chiede aiuto. C’è voluto un “esserino” piccolo e invisibile, per rendercene conto: il virus: (COVID 19), per dimostrare quanto è importante rallentare e modificare le proprie abitudini per la salute di tutti gli esseri della terra e ristabilire così gli equilibri negli ecosistemi. Il bene personale e il bene comune vivono e muoiono insieme. A conferma di ciò, durante il lockdown si sono verificati episodi di respiro della natura, dimostrato soprattutto da alcuni animali che si sono riappropriati del loro habitat naturale. Questa riflessione vuole essere, un ripensare al ciclo della vita, non solo umana ma anche animale, vegetale e sociale. Infatti, la salvaguardia del mondo naturale e il rispetto delle sue regole, coincide con la difesa della nostra vita: nostra unica irrepetibile stupenda vita. Se ci fermassimo a pensare al problema, avremmo la consapevolezza che l’ambiente non è a se stante: quando si inquina l’aria, l’acqua, il suolo, non si fa altro che inquinare l’umanità, perché ognuno di noi è immerso inestricabilmente nei grandi cicli biologici. Questo lavoro vuole essere un messaggio per favorire una filosofia dell’educazione umana e sociale che aiuti i cittadini del domani ad affrontare stili di vita, in gran parte diversi dagli attuali, che insegnino ad ognuno di noi a costruire e ad abitare un mondo integro, evitando


di metterlo in pericolo, perché ne va come già affermato, della nostra salute. La possibilità di vivere esperienze gioiose e rispettose dell’ambiente e della natura sono il presupposto per lo sviluppo del pensare in maniera ecologica degli uomini del domani. E’ La speranza dei bambini di vedere un mondo migliore.


Il maestro che cammina all’ombra del tempio non elargisce la sua sapienza ma piuttosto la sua fede e il suo amore, non vi invita ad entrare nella dimora del suo sapere ma vi guida alla soglia della vostra conoscenza. Khalil Gibran



Introduzione Il corpo ha una parte predominante nell’espressione delle emozioni, rappresenta un’apertura verso il mondo, un protendersi verso le cose. Ogni suo movimento è un’azione che invia fuori di sé il proprio essere. “Essere corpo significa esistere.” Il movimento, finalizzato o meno, porta alla conoscenza delle cose e, nello stesso tempo, alla conoscenza di se stessi. Lo sviluppo della persona umana dipende quindi, dalla capacità e dalla possibilità di acquisire, di riflettere, di organizzare, di utilizzare tutta una serie d’informazioni che diventano essenziali per crescere. In questo modo le persone familiarizzano, con il proprio corpo, con la propria mente e, contemporaneamente con il mondo. Il progetto, realizzato nella scuola primaria di Padule con gli alunni delle due classi quinte, nasce dall’osservazione e dallo studio dei loro vissuti espressi durante le diverse attività espressive: motorie, linguistiche e grafiche. Le esperienze realizzate in situazioni dinamiche e con una metodologia mirata, hanno stimolato ogni allievo a scoprire le proprie potenzialità e abilità immaginative e creative. In ogni soggetto vi è un patrimonio infinito che, in quanto tale, è impossibile che si manifesti nella sua interezza: questa totalità per buona parte inespressa, fa, però parte della “persona”. Proprio per dare importanza ad essa, come soggetto unico e irripetibile, si è stati attenti a sollecitare, promuovere, arricchire le capacità individuali e sociali degli alunni, in modo che ognuno di loro risalti e manifesti il suo ruolo, il suo so- stare a scuola e il suo so-stare nell’ambiente. La priorità all’azione e al movimento, filo conduttore dello sviluppo, é stata elemento centrale dell’educazione, intorno alla quale si è sviluppata l’unità della persona fisica e mentale, affettiva e intellettuale. Si è favorito pertanto, nei bambini lo sbocciare, del gesto motorio,


perfezionato da un vero modo di procedere costruttivo, per finire al pensiero e al linguaggio creativo. In questa atmosfera educativa, ognuno ha dato il meglio di sé, specialmente quando i bambini si sono sentiti valorizzati, accolti, accettati, nonostante i propri punti deboli, che sono diventati poi una forza e risultati speciali e importanti. Vivendo in un’ambientazione fantastica si è messo in evidenza un problema reale: salvare la terra dai rifiuti e dal “mostro inquinamento” creato dall’uomo superficiale, individualista, pronto a sacrificare la salute del pianeta pur di raggiungere il proprio scopo, inconsapevole di mettere a rischio il benessere dell’umanità intera. Infatti, alcuni uomini pensano, di essere più furbi degli altri saccheggiando il bene comune e accumulando per se stessi. Le metodologie e le sollecitazioni fantasmagoriche che sono state utilizzate, hanno stimolato e potenziato quella forza impressiva che ha generato negli alunni, nuovi modi di pensare e di agire, fortificando così la fantasia, l’immaginazione, la ricerca. Ogni scolaro ha avuto l’opportunità di affrontare la sua realtà interiore permettendogli di aprirsi, di superare i disagi, di crescere come persona. Questa Fiaba è il prodotto degli elaborati che ogni singolo alunno delle due classi ha creato, attraverso un canovaccio personale e al ruolo che ognuno ha scelto, sia nel so-stare a Vallefiorita sia nel so- stare a Valledistrutta, scoprendo e donando agli altri la propria crescita interiore. Anche la scelta del titolo “A VALLEFIORITA” è stata una condivisione con il rispetto delle opinioni di ogni singolo, infatti, tutti hanno espresso, più o meno timidamente il proprio pensiero, scoprendo così il valore e la bellezza di progettare in gruppo. Questa fiaba “A VALLEFIORITA” ha garantito a tutti una presa di coscienza di sé, di concludere felicemente ciò che hanno sentito dentro, fino a far loro modificare la realtà quotidiana per una rassicurazione rivolta al futuro. Pertanto la fiaba, metafora e allegoria della vita interiore, è stata


oggetto intermediario e strumento indispensabile per stimolare la persona e superare le difficoltà personali e sociali. Chi leggerà la narrazione, si renderà conto come ogni studente si è identificato in un ruolo, ha individuato personaggi reali e fantastici: persone, animali, supereroi, buoni e cattivi… La scelta del proprio personaggio è stata un ricercarsi e un ritrovarsi ognuno nella propria storia, coglierne le affinità con se stesso, stimolare l’autopercezione e la consapevolezza di sé. I ragazzi/e entrano in una storia, in uno spazio, dove si parla di bene e di male, dove incontrano l’amicizia, la condivisione, l’accoglienza, l’arroganza, la superbia… Si trovano davanti a situazioni problematiche, ma riescono a trovare soluzioni per la quiete e il benessere di tutti. E’ un augurio che ciò che è stato vissuto, sia efficace per affrontare le difficoltà che incontreranno nel percorso della vita e per superarle per raggiungere Il lieto fine, come nelle fiabe. Tutto il lavoro svolto, è un invito alla speranza raggiunta con impegno e dedizione. A tutti i ragazzi/e un ringraziamento particolare per avermi dato la possibilità di crescere e fantasticare con loro, di scoprire giorno dopo giorno, quel bambino interiore, felice di giocare, di meravigliarsi, di donare quel grande potenziale umano e creativo che i bambini possiedono. Un ringraziamento speciale va alle insegnanti del plesso di Padule, in particolare alle docenti delle classi quinte e alla coordinatrice Rita Fiorucci. Tutte hanno condiviso con me incertezze, scoperte, riflessioni, entusiasmo in quello che è stato via via proposto. Un sentito grazie alla Dirigente del 3° Circolo Scolastico di Gubbio, Prof.ssa Codignoni Angela, per aver creduto nel progetto e nella sua realizzazione.

Nicoletta Farris

Pedagogista Clinico® Psicomotricista Funzionale®



A VALLEFIORITA In una città, situata in una bellissima valle, c’è VALLEFIORITA. Vallefiorita è meravigliosa, stupenda. Si presenta come il mondo delle meraviglie: piccoli vialetti con fiori rari e sbocciati mai visti prima: gialli, viola, rosa, turchesi…. Al mattino la rugiada scivola dolcemente dalle graziose foglioline verdi come piccole gemme luccicanti e colorate, sparse qua e là! Un leggero venticello soffia agiatamente, accarezza i capelli delle persone, gli alberi crescono rigogliosi dove gli uccellini cinguettano festosi, i grilli saltano da una pietra all’altra come se celebrassero la danza della vita. Le piccole e grandi nuvole decorano il cielo dove svolazzano rondinelle gioiose e meravigliose. In Vallefiorita s’intravede, a destra verso la collina, un enorme albero, da un’antica leggenda chiamato “L’ALBERO SACRO”, a sinistra; si può ammirare una cascata con l’acqua purissima e limpida, dove nuotano sgargianti pesciolini colorati. Sopra il ruscello si possono ammirare ninfee con dei fiori rosa. Fuori, alcune rane donano il loro gracidare agli abitanti di Vallefiorita che ammirano e ascoltano in silenzio le loro dolci note. L’estesa pianura di Vallefiorita supera ogni altra visione; chiunque si ferma ad ammirarla resta meravigliato dall’alternanza di colori di fiori e farfalle che volano nel cielo azzurro per poi posarsi sui fiori e sui prati, quasi a formare un dipinto da mozzafiato. È Una magia emotiva che arriva dritta al cuore. Il fitto bosco si mescola con il verde dei prati, degli abeti, dei larici, dei pini; essi guardano maestosi la Valle. Nel silenzio generale si sente il ronzio delle api che fanno sembrare questo luogo un teatro dove si ascolta una musica melodiosa: è un posto quasi irreale. La pace e la serenità che si percepisce rinfranca il cuore e la mente.


Lana e Masib, due cuccioli di leone, corrono allegramente.

Arriva l’autunno i colori cambiano. L’autunno regala una magia particolare: è un pittore e con il suo pennello, inizia a cambiare i colori della valle, regalando agli occhi di chi l’ammira, stupore e meraviglia. Il sole sfumato che filtra attraverso l’albero sacro, permette di vedere i colori: giallo, rosso, arancione e marroncino. Sull’erba, i raggi di sole sdraiati fanno svelare le goccioline di rugiada come piccoli gioielli nascosti e tele trasparenti come ciuffi di cotone. Tutto tace, ad un tratto il canto di un usignolo regala la sua melodia a tutta la Vallefiorita.


L’usignolo ha questo grande dono. Un’antica leggenda racconta che il suo canto è magico e chiunque ascolti la sua melodia rimane ammaliato e ha la sensazione di vivere dentro un sogno, dove tutti i malesseri e i conflitti scompaiano lasciando il posto alla pace interiore e a quella serenità tanto cercata. Insomma, il dolce canto dell’usignolo ha potere di far stare bene gli abitanti di Vallefiorita. Infatti, anche quando si ammala qualcuno, Kirafi l’abitante più anziano, è solito chiamare l’uccellino per far sì che intoni il suo canto fatato e guaritore. Gli abitanti hanno qualcosa di speciale, i loro visi brillano come se fossero delle stelle. Tra uomini e animali si assapora quella sinergia speciale, fantastica, capace di far sognare, di inebriare, di portare in un dolce mondo irreale fatto di Marshmallow e di dolci note.


A Vallefiorita tutto è possibile e fantastico; si sta divinamente, sembra di vivere come nel “Giardino delle Delizie”. Anche Berti, un elefantino dalle lunghe e larghe orecchie, è felice di vivere a Vallefiorita. È consapevole di quanto è fortunato vivere lì. È orgoglioso e fiero anche del compito che svolge ogni giorno: quello di pulire con le sue grandi orecchie, che fungono da scopa, di rimproverare chiunque spargesse immondizia per i sentieri della valle. Insomma controlla che nella valle tutto funzioni, che tutti fossero felici e potessero realizzare i loro sogni. Infatti, ogni giorno cerca volontari per far sì che la Valle rimanga nel suo splendore.


Una domenica di maggio Berti, incontra Leo, un uomo con due grandi doti: suona divinamente il violino e sa affettare il prosciutto eccellentemente. Leo, ha un grande sogno, quello di realizzare un ristorante e poter unire le sue due passioni. Berti ascolta con molto interesse il suo eloquio, poi pensa un attimo e dice: - C’è un vecchio locale in vendita, se ti interessa posso darti una mano, conosco il proprietario. Leo sorpreso e felice per la notizia gli risponde: - Non puoi darmi una notizia migliore, caro amico! Berti accompagna Leo a destinazione e subito capisce come sarebbe cambiata la sua vita. Davanti gli si presenta un buffo omino, vestito tutto di giallo come il sole e con un campanello appeso al suo cappello. Leo gli spiega qual è il suo progetto, l’omino, vedendo l’entusiasmo e la passione di Leo, gli vende il suo vecchio locale. Leo, contento e soddisfatto dell’affare, si mette subito al lavoro. Ristruttura l’edificio come ha sempre sognato: un ristorante che parli delle sue passioni e che possa farle conoscere a tutti. Poco tempo dopo, Leo si rende conto che da solo non riesce a portare avanti le attività nel locale e decide di cercare delle persone che abbiano e sappiano conseguire le sue passioni. Continua per altri due mesi senza che nessuno si faccia vedere. Una mattina, quando ormai ha perso ogni speranza, si presentano diversi aspiranti chef. Soddisfatto, Leo con due chef inizia la fantastica avventura. In poco tempo frequentano il locale tantissimi clienti e tutti sono soddisfatti sia delle pietanze varie a base di prosciutto sia della musica meravigliosa che Leo intona con il suo violino ad ogni portata. Un giorno arriva al locale un uomo un po’ grassottello di media statura, con i capelli rossi, il viso pieno di lentiggini; egli indossa il frac, un completo nero tanto da sembrare un pinguino. Appena finito di mangiare, inizia a criticare tutte le pietanze: - Sono buone ma troppo salate e ripetitive!.


A quell’osservazione Leo impallidisce e rimane senza parole. Da quel giorno i clienti sono sempre di meno, anche i clienti più affezionati abbandonano il locale. Ogni giorno che passa, Leo diventa sempre più triste, cerca il suo amico Berti, l’elefantino, e gli confida il suo problema. Mentre parla con lui, gli viene una brillante idea: - Userò altri ingredienti e altri tipi di prosciutto così potrò offrire dei nuovi piatti. Il suo amico approva, contento lo abbraccia e lo invita all’opera senza perdere tempo. Il locale di Leo ritorna ad essere fiorente e pieno di clienti che apprezzano le nuove pietanze e il nuovo modo di cucinare. Leo si rende conto che “bisogna uscire dai propri schemi per poter guardare oltre e imparare nuove cose”.

disegno?


Tutti gli abitanti sono fieri di vivere a Vallefiorita, perché nessuno si sente solo, tutti sono disponibili ad aiutare se qualcuno o la valle avesse bisogno. Come accade al piccolo istrice Teddy. Mentre è, come il solito, a fare la sua passeggiata nell’incantevole bosco, si perde e si nasconde dietro ad alcuni alberi circondati da ciocche di viole che emanano un gradevole profumo. Il piccolo istrice disperato, si mette a piangere perché vuole la mamma. Viene la notte e armato di una buona dose di coraggio, s’incammina per cercarla. Finalmente la trova nascosta nell’erba, è ferita e non può muoversi. Il piccolo Teddy si mette a correre per il bosco in cerca di aiuto, in lontananza vede una luce rosso rubino: è un fuoco acceso. Lì trova uno scoiattolo e altri animaletti che fanno festa. Teddy racconta dell’incidente accaduto alla sua mamma. Lo scoiattolo e gli altri animaletti non ci pensano due volte, si avviano verso il bosco a salvare la mamma di Teddy. Le portano anche del cibo e dell’acqua. Lo scoiattolo cura la zampina con delle noci fresche, mamma istrice si addormenta tenendo in braccio il piccolo Teddy. Il piccolo, rassicurato da quell’amorevole abbraccio, si addormenta insieme a lei. La mattina dopo al sorgere del sole, mamma istrice si sveglia senza nessun dolore, comincia a camminare felice, prende il suo Teddy e ringrazia tutti. Non si fermano fino a quando giungono a casa. Qui ci sono gli abitanti ad aspettarli, felici del loro ritorno, tutti cantano allegramente. Le loro voci, portate dal vento, si spandono su tutta la valle.



Quella mattina le sente Charlotte, una bambina chiamata principessina perché dolce e carina. Ama vestirsi con abiti eleganti di seta pura e di organza. Quella mattina, dal balcone del suo castello, canta con gioia perché il suo desiderio finalmente si è avverato. Come per magia, trova sopra il suo letto un topolino di pezza rosa, con il quale finalmente può giocare e non sentirsi sola. Charlotte nella sua camera si abbandona a quelle dolci note che echeggiano nella valle e dà libero sfogo ai suoi sogni insieme a Minnie, il suo topolino di pezza.


Anche Lana, un cucciolo di leone, si lascia cullare da quelle voci melodiose mentre riposa distesa nell’immenso prato di Vallefiorita. Sogna di diventare Ferrari, un bellissimo cigno femmina. La femmina del cigno si vanta di se stessa, ignora e giudica sempre gli altri denigrandoli e maltrattandoli: - Siete brutti e sporchi - dice. Un bel giorno di sole, sempre con la sua grande vanità, afferma al marito: - Io vado a fare una bella passeggiata così mi tengo in forma! A metà strada, vede tanti cespugli pieni di spine che si muovono, si spaventa e… fa marcia indietro ma… davanti a lei compare un angelo: - Da oggi non avrai la capacità di amare più nessuno, perché maltratti sempre gli altri cigni. Impaurita, scappa a “gambe levate” e ritorna casa. Arrivata, racconta tutto al marito. Egli indignato va via lasciandola sola. Ferrari si trova all’improvviso sola e disperata; l’unica acqua dove può fare il bagno, sono le sue lacrime che versa ogni giorno in solitudine. Un giorno mentre è nel suo giardino arriva un cigno che le chiede: - Perché sei così triste e piangi?. Ferrari non risponde, lo ignora. Il cigno deluso, pensa che sia cattiva e se ne va. Essa le corre dietro e lo abbraccia spiegandogli della sua maledizione. In quello stesso istante appare di nuovo l’angelo e le toglie l’incantesimo. Finalmente Ferrari comprende la lezione: la vanità deve lasciare il posto a sentimenti assai più nobili, quali l’umiltà, l’accoglienza, la dedizione verso gli altri. Diventa così più socievole con tutti, sposa il cigno, e come nelle favole, anche nel sogno vissero tutti felici e contenti.



Una leggera brezza sveglia Lana. Ancora mezza assonnata, pensa al suo sogno e all’insegnamento che può darle e non vede l’ora di condividerlo con gli altri. Ad un tratto sente un lamento, è Nessuno, il moscerino che sussurra: - Non sono considerato nemmeno dai miei amici, eppure io so fare tante cose, so stare in disparte e mi isolo solo quando sono disperato. Lana si avvicina e cerca di consolarlo, ma inutilmente. Nessuno continua a parlare. Lana capisce, gli rimane vicino e lo ascolta in silenzio, mentre il moscerino continua a dire: - Io sono amichevole con tutti; quando sono insieme agli altri mi trasformo e da piccolo insetto divento un grande bagliore di luce, cerco di prestare attenzione a chiunque. Mi prendono in giro – continua - per quello che scrivo e per la mia calligrafia. Lana cerca di rassicurarlo di nuovo, ma Nessuno se ne va. Si nasconde dentro una gabbia e scrive tanto, vuole dimostrare a tutti quanto sia bravo.


Un bel giorno incontra un uomo valoroso, che lo aiuta a uscire dalla gabbia, dalle convinzioni negative e lo invita ad avere maggiore fiducia nelle sue potenzialità. Gli fa capire l’importanza della diversità. L’uomo valoroso gli afferma: - Ricorda che ogni essere è unico e con la sua unicità è forza per l’altro. Da quel giorno Nessuno diventa un grande bagliore di luce che regala a tutti.


A Vallefiorita c’è sempre qualcuno che fa tornare il sorriso e l’allegria. Ogni abitante, seppur diverso, ha sempre un dono da regalare all’altro. Come il grande saggio che ama raccontare antiche leggende e fantastiche storie: sia i grandi sia i piccini lo ascoltano affascinati, pervasi da una magica atmosfera e con straordinario interesse. Il saggio, racconta agli abitanti del paese, seduti sui prati, che nel fantastico bosco di Vallefiorita vive Curioso, un essere simile a un bambino. Curioso indossa la maschera della curiosità da cui prende il nome.


Ogni notte compare in un quadro, un attimo dopo il quadro non ha più colore, diventa completamente bianco. Le persone lo vedono un giorno seduto sopra un tetto e l’altro all’interno di una casa abbandonata. Tutti si domandano perché non si fermi a giocare con gli altri. Il grande saggio afferma: - Vuole infondere in tutti, ma soprattutto nei bambini, la curiosità. Continua il saggio: - Perché la curiosità è il motore della creatività poiché chi la possiede, è sempre in cerca d’informazioni, è interessato, pronto a tutto pur di capire, conoscere e imparare. Curioso ha sempre con sé una borsa a tracolla, dove custodisce una cassetta con registrato un suono: la la la la la la la la… questo suono avvisa gli abitanti di tutta la Valle che qualcosa di strano sta per accadere.


Una mattina di primavera Curioso, saltellando su una stradina di fiori, scopre delle piccole casette luccicanti come diamanti. Incuriosito, visita le casette e s’imbatte in un grande polpo che sorseggia una bibita. Incuriosito, si domanda a voce alta: - Che ci fa un polpo tutto nero da queste parti? Va più vicino e a malincuore si rende conto che è uno schifoso sacco d’immondizia e una lattina.


Il moscerino Nessuno, che l’ha seguito e ha sentito tutto, gli dice: - Stavolta la tua curiosità ti ha ingannato. Ti sbagli - rispose Curioso - questo m’insegna che c’è qualcuno che non rispetta le regole per far vivere Vallefiorita nel suo splendore. Com’è possibile tutto questo? - si domanda Curioso mentre interagisce con Nessuno, il moscerino. Al momento arriva il grande leone Asafum che gli racconta che da qualche tempo c’è qualcuno che cerca di mettere in pericolo la quiete e la bellezza di Vallefiorita. Curioso rimane di stucco e senza parole a quell’orribile notizia, si rende conto che rimanere lì impalati a piangere sul latte versato, non serve a niente. Da quel giorno decide di salvare e non abbandonare Vallefiorita. Stare insieme ad ascoltare il saggio è veramente salutare. Tutti sono affascinati da quella voce rilassante, finita la storia possono andare a dormire tranquilli.


A Vallefiorita tutti svolgono un compito: alcuni si occupano dei cuccioli di animali, altri cucinano, altri si prendono cura della valle tenendola ordinata e viva. Ogni giorno si organizzano gare: di nuoto, di salto, di corsa e persino si raccontano indovinelli. Tutti gli abitanti sono dei grandi lavoratori: coltivano la terra, allevavano i cavalli e altro bestiame. Ogni anno si tiene una grande fiera dove tutti hanno qualcosa da vendere. Ma un giorno arriva un ricco mercante: ha con sé un carro trainato da quattro cavalli, sopra ad esso ci sono stoffe bellissime, abiti sfarzosi, pelli di animali e un grosso baule che non apre mai. All’inizio tutti gli abitanti di Vallefiorita sono incuriositi e ammirano i suoi prodotti. Una volta tornati, ognuno alla propria casa, succede una cosa molto strana: tutto ciò che hanno acquistato è scomparso. I poveri abitanti sono ben presto senza più un soldo. Due fratelli, che avevano acquistato pelli di animale, tornati a casa si trovano senza la merce. Sono così tristi che, Emanuele il figlio del fratello più anziano gli chiede che cosa è successo. L’uomo gli spiega l’accaduto e il bambino senza rispondere corre via. Emanuele torna al mercato e cerca di capire che cosa sia avvenuto. Quando vede il baule, lo apre e con stupore scopre che c’è un folletto. Questo piccolo e dispettoso esserino fa un incantesimo alla merce acquistata: la fa tornare indietro. il ragazzo si arma di coraggio e costringe il folletto ad annullare l’incantesimo e ad andarsene a “gambe levate”. Il commerciante, ormai scoperto, cerca di fuggire ma… Emanuele gli fa lo sgambetto e lo fa arrestare. Tutti gli abitanti di Vallefiorita si riuniscono e organizzano una festa in onore dell’eroe, la pace e la serenità ritorna nella valle.



Da un po’ di tempo a Vallefiorita succedono cose un po’ insolite: la maggior parte degli abitanti non nascondono la loro preoccupazione. Infatti, da lì a pochi mesi dopo, accadrà un episodio piuttosto anomalo. Kevin è un bambino orgoglioso di vivere a Vallefiorita, adora giocare con gli amici, correre per i prati, rincorrere i piccoli animali, scavare le buche nel terreno per nascondervi i loro giocatoli. È molto molto felice. Un giorno però, arrivano nella valle, dei calabroni che pungono le persone che incontrano. Kevin molto spaventato chiama gli insetti e gli animali della valle per cacciarli. Tutti rispondono alla chiamata di Kevin, uniti si fanno forza, riescono a scacciare i calabroni e ridare di nuovo la felicità a Vallefiorita.


Vallefiorita è amata da tutti, chiunque capita qui per caso, si prende a cuore qualsiasi situazione c’è da risolvere o condividere. Lo conferma l’avventura della supereroina Phefe con poteri paranormali. Una mattina Phefe, cercando di salvare un cucciolo di cerbiatto, arriva a Vallefiorita. Una volta conclusa la sua missione decide di tornare nella sua città Mareblù, ma nonostante i suoi super poteri non riesce a trovare la strada di ritorno, decide così di costruirsi una dimora a Vallefiorita utilizzando in essa materiali non inquinanti; diventa un abitante del luogo. Un giorno vede due uomini che arrivano con grossi camion con le gru. Si nasconde dietro una grande quercia e ascolta i loro discorsi: - Ehi, guarda che alberi grossi per il fuoco! Confabulano tra loro. Phefe si mette subito all’opera. Decide di affrontarli faccia a faccia: - Che ci fate qui? -Siamo venuti per segare gli alberi che ci servono per accendere il fuoco. – Dovete andarvene non potete tagliarli, questo è un posto stupendo e non potete rovinarlo. – Non ce ne “frega niente”, noi abbiamo bisogno di legna e questo ci sembra un ottimo posto per i nostri affari - rispondono gli uomini con superbia e arroganza. - Andatevene, grida Phefe! - Nooh! – replicano. - Chi ti credi di essere, non ci fai paura e di certo non sarai tu a fermarci! A quel punto Phefe ostacola quei demoni; utilizza i suoi poteri: congela tutti e con la telecinesi li sposta lontano e salva Vallefiorita.



Da qualche tempo succedono troppe cose strane a Vallefiorita. Pegaso, un delizioso cavallo molto elegante, color miele, con una vistosa e folta criniera, la prima volta che arriva a Vallefiorita incontra gli abitanti molto preoccupati per quello che sta accadendo nella città nell’ultimi mesi. - Cosa è successo? - domanda Pegaso.




Come ha anticipato da qualche tempo, Asafum il grande leone rosso e giallo ocra, ha riunito tutti gli abitanti per comunicare una notizia terrificante: - Sta per arrivare Avido, l’uomo senza scrupoli e pronto a distruggere tutto, pur di raggiungere i suoi scopi. Anche con la collaborazione e la buona volontà di tutti, la nuova situazione sta per sfuggire dalle mani degli abitanti, così arriva il giorno che tutti temono. Infatti Avido raggiunta Vallefiorita incomincia a distruggere gli alberi, crea incendi, inquina terra e acqua, butta per le strade rifiuti di ogni genere. Gli abitanti hanno, in poco tempo, perso la loro bellezza naturale. Quel luogo meraviglioso diventa un paesaggio scuro, tetro, distrutto per il suo orrido spettacolo ambientale. Valledistrutta, ormai chiamata così, è senza vegetazione, i pochi alberi rimasti sono secchi e privi di linfa. È circondata da fabbriche che bruciano ogni giorno sostanze tossiche emettendo fumi che inquinano l’aria. Anche le acque dei fiumi e dei laghi sono presto inquinate. Un pomeriggio Max con la sua amica Fibi, una graziosa ranocchietta verde smeraldo con macchie rosse e gialle, passeggia per i vialetti della valle e, rammaricato, si accorge del grande disastro che ha davanti ai suoi occhi. Max propone all’ amica Fibi: - Andiamo un attimo al lago? - Sì, facciamo una corsa! - risponde Fibi. Quando arrivano al lago rimangono di stucco. - Nooooh! Grida Max quanta plastica! il lago è inquinato. Furibondo Max grida: - D’ora in poi se scopro qualcuno che butta tutta questa robaccia, dovrà vedersela con me. A malincuore e molto tristi Max e Febi si avviano per i vialetti e fanno ritorno a casa.



Lo scenario che Max ha davanti a sé è deprimente ma, lui non si perde d’animo, è ancora più convinto a fare qualcosa per salvarlo. Non è un bel vedere: anche il mare che Max scorge poco lontano, è inquinato dal petrolio lasciato dalle navi che lo attraversano, dalla plastica gettata dalle persone… Per le strade si vedono migliaia e migliaia di macchine e camion. L’aria è sempre più irrespirabile, “ puzza di topo morto”!!!. Non si può passeggiare per le strade: i bordi sono sommersi da cicche di sigarette, da rifiuti di ogni genere, persino da alcuni animali morti favorendone l’estinzione. Gli abitanti della valle sono costretti a restare chiusi in casa. I bambini non possono giocare fuori, è una vita terribile. Le persone prendono coscienza che giorno dopo giorno, nella valle c’è solo odore di morte. La natura non si dimentica del trattamento ricevuto, prima o poi restituisce tutto, anche dopo anni. Dice il saggio: - Questo è quanto è successo a Vallefiorita. La natura a Vallefiorita si sta ribellando e cerca di mandare ogni giorno un messaggio a tutti gli abitanti. Nessuno più ascolta. Un proverbio dice: - “Non c’è più sordo di chi non vuol sentire”. L’essere umano in questo momento pensa egoisticamente solo a se stesso e al suo benessere, è diventato totalmente sordo. Le notizie che diffondono i ricercatori arrivavano in tutto il mondo: il clima della terra si riscalda, i ghiacciai si sciolgono, i mari avanzano... Tali messaggi rimbalzano da un orecchio all’altro, la sordità degli uomini incoscienti supera ogni altro pensiero. Tutti gli abitanti, soprattutto i bambini vedono i loro sogni svanire.



Anche Hielo è preoccupata. Hielo è una bambina dolce, chiamata così per i suoi occhi color del ghiaccio e per aver il magico potere di creare dei magnifici quadri di ghiaccio che regala alle persone della valle. Infatti la sua stagione preferita è l’inverno. In questa stagione Hielo si sente di grande aiuto per la valle: sogna di vederla fiorita come era un tempo, prima che arrivasse “il mostro inquinamento” chiamato Avido e Mister V. Sogna di ritornare a saltellare in mezzo ai prati, di sentire l’odore dei fiori e il fruscio del vento che le accarezza i capelli, di vedere il fiumiciattolo e il mare con le loro acque limpide dove i pesciolini guizzano giocherellando tra loro, sogna di camminare in sentieri fantastici fatti di caramelle, biscotti e nuvole di zucchero filato. Nela, un’altra bambina, sogna di diventare una ballerina ma vede il suo sogno svanire perché riesce a muovere con fatica le sue lunghe gambe e a respirare a malapena. Infatti anche Azzurra, la maestra di danza, di poco più di vent’anni, si sente stanca e inorridita di vivere in questa valle dove tutto è disordine e sporcizia. Esce di casa solo per le cose indispensabili, perché ogni volta che gira in quel luogo si riempie il cuore di tristezza e rabbia pensando alle persone che hanno permesso tutto questo disastro. La sua passione per la danza e l’amore per gli amici animali non le impediscono di pensare quel luogo come era un tempo. Sogna di vedere le sue allieve danzare come gli scoiattoli che saltano da un albero all’altro; lo scenario, invece, che si presenta davanti ai suoi occhi, è solo squallore. Azzurra comunque, non si perde d’animo e un bel giorno decide di reagire: quella valle deve tornare al suo splendore primordiale.


Noemi, una bambina dolce e innamorata della sua terra, è disgustata come Azzurra per quel orribile scenario e decide di dare il suo contributo. È consapevole che l’impresa non è per niente facile, attraverso la sete di conoscere che manifesta ogni giorno, scopre nei racconti dei libri che tutto il mondo deve darsi da fare, altrimenti da lì a poco altri luoghi sarebbero diventati come la valle. Determinata, il giorno dopo coinvolge le amiche con le quali comincia a raccogliere dalle strade carta e plastica.



Ckiutapì, uno scoiattolino con una dote particolare, è stufo di vedere molti individui, buttare nella valle, nei fiumi, nei mari, le bottiglie di plastica, le lattine e i rifiuti di ogni genere, decide allora di fare qualcosa e incomincia a mettere un po’ di ordine. A tutti quelli che inquinano l’ambiente, dà loro un’ avvertimento. Nonostante le forti “scosse”, le persone continuano a buttare la spazzatura dove capita. Ckutapì indignato e arrabbiato chiama i suoi amici katemon e tutti insieme riescono a dare, anche loro, un piccolo contributo.


Passano inverni, estati ma il panorama che Stefano, un allenatore di un drago di pietra, ha davanti è una valle sempre più inquinata. Un giorno si accorge che non riesce ad allenare Stonix il suo drago; è molto arrabbiato e preoccupato. Una mattina sta per perdersi il suo Stonix per l’immenso fumo che circonda la valle. Da quel momento cerca di affrontare la situazione e armato di guanti si mette a pulire e raccogliere la spazzatura che ricopre le vie. Gli abitanti seguono l’esempio e aiutano Stefano. Il sindaco soddisfatto e lusingato dell’impresa lo premia. Stefano propone al sindaco di adeguare gli impianti delle fabbriche affinché non emettano sostanze nocive.

Gli industriali non accettano la proposta e non vogliono modificare il funzionamento delle fabbriche. Il sindaco è disperato, non riesce a risolvere la questione. Stefano insiste per far prendere loro altri provvedimenti. Finalmente gli viene un’idea: informa il sindaco del pericolo che tutta la popolazione incontra. L’aria che i cittadini respirano è ricca di gas e nociva alla salute di tutti. Alla fine si trova un compromesso ma non è la soluzione ideale anche se molti promettono di non inquinare più.


Questa notizia fa il giro del mondo, attraversa mari, fiumi, monti, fino ad arrivare a una dolcissima sirena. La bellissima sirena Aurelì si commuove e decide di aiutare gli abitanti di Valledistrutta. Attraversa il mare, il fiume, fino ad arrivare sul posto. Il primo abitante che incontra è Berti l’elefantino. I due fanno subito amicizia: - Ci vuole proprio una bella pulita - dice Aurelì. I miei amici pesci stanno proprio male con tutta questa plastica che si trova nel mare. - Hai ragione - rispose Berti - io non faccio altro che pulire e ripulire, sembra che va bene invece all’improvviso tutto ritorna come prima. La sirena capisce che non sarà per niente facile ma non si perde d’animo. L’indomani si presenta agli altri abitanti e spiega loro il motivo della sua visita. Gli abitanti sono indifferenti: nessuna emozione trapela dai loro visi. In compagnia dell’inquinamento si sono scordati della bellezza dell’acqua limpida e brillante. Nonostante Aurelì notasse questa indifferenza, li vuole aiutare lo stesso perché lei è buona gentile e disponibile a non far soffrire il prossimo. Aurelì e Berti, armati di coraggio e buona volontà, iniziano il lavoro di pulizia e da lì a poco, Valledistrutta migliora molto, anche se ancora c’è tanto da fare. Questa collaborazione affina ancora di più l’amicizia tra Aurelì e Berti e da quel giorno diventano inseparabili.



Tutti a Valledistrutta hanno capito che bisogna intervenire, non scoraggiarsi ogni volta che il loro impegno sembra vano e bisogna ricominciare da capo. Ogni giorno gli abitanti di Valledistrutta pensano a quel meraviglioso e stupendo posto dove persone animali e natura vivevano in completa armonia. Capita anche a Rune, un giovane calciatore con la passione del calcio fin da piccolo; ricorda la sua valle rigogliosa e profumata. Un giorno mentre gioca nel bosco si impiglia in una grossa ragnatela. Non riesce a liberarsi perché i fili sono appiccicosi come calamite per via dello smog. Arrivano tre deliziose fanciulle che indossano dei guanti magici e lo liberano. Rune contento, ringrazia le belle fanciulle e le accompagna fino al loro castello. Qui trovano Mister V che lancia valigie piene di esplosivo e di materiale inquinante. Rune non ci pensa due volte; consiglia alle fanciulle di mettersi al riparo e con un “calcio a effetto” tira la palla che colpisce la faccia del fastidiosissimo Mister V, facendogli perdere i sensi. L’urlo di gioia di Rune rimbomba per tutto il castello per aver sconfitto Mister V ma... dura solo per un attimo, al posto della gioia arriva la delusione perché Mister V tutto ad un tratto scompare nel nulla. Il nemico è, però, ancora da sconfiggere.


Nel castello vive anche la principessa Jasmine, una dolce, gentile e splendida fanciulla. I suoi capelli sono neri come il carbone e lucidi come la seta. Quando nella valle regnava l’incanto e la bellezza quasi irreale, La principessa era solita scendere a valle ad ogni stagione: dava l’arrivederci a una e il benvenuto all’altra, intonando un canto di ringraziamento per la stagione passata e di preghiera per quella arrivata. Amava il pulito e l’ordine, ricordava a tutti di curare e rispettare quell’ambiente simile al paradiso e tenerselo stretto stretto poiché era un grande dono, un tesoro da tenere ben custodito. Ora non è così. È triste perché la sua bella incantevole Vallefiorita non esiste più, al suo posto c’è l’orrendo quadro di Valledistrutta e lei è disperata perché si rende conto che nonostante tutti l’amano si è permesso che questo disastro accadesse. Deve fare qualcosa e decide di chiamare Anika, Hielo e Azzurra.


Nel frattempo Anika, una ricercatrice, presa visione di tutto ciò, decide di entrare in azione e creare un piano per salvare la valle, ma l’impresa non è facile, soprattutto perché ha capito che si dovrà scontrare con persone arroganti come Mister V e i suoi scagnozzi Lurido e Scarto, iene che pensano solo ai propri interessi, al proprio guadagno e non al benessere della valle e dei suoi abitanti. Soprattutto ha capito che per ripulire la valle non basta il suo sforzo, quello delle sue amiche e degli abitanti di essa; ha scoperto, inoltre, che per distruggere i colpevoli del disastro di Vallefiorita serve l’aiuto di tutti. Intanto a Renoir, un topolino vivace e molto furbo alle prese con i suoi deliziosi formaggi e i suoi meravigliosi libri, gli viene una brillante idea e ne parla con la sua amica canarina Tintin rimasta a casa perché non può volare a causa dell’inquinamento.


- Ottima idea - dice Tintin al suo amico. Renoir felice annuì e l’indomani insieme a Tintin si recano da Anika ed espongono la loro proposta. Ottimo stratagemma, bisogna elaborare un grande progetto e presentarlo al sindaco - esclama Anika – dobbiamo chiedere aiuto a tutti perché ognuno di noi con la sua unicità e le proprie abilità ha qualcosa da dare alla città. Annunciano quindi, a tutti gli abitanti che presto si realizzerà un progetto sulle energie rinnovabili che contribuirà alla rinascita di Vallefiorita. Tutti d’accordo si mettono al lavoro, ognuno con la propria competenza. Il giorno dopo Anika insieme a Hielo, Azzurra, Renoir e Tintin parlano con il sindaco che ha dato il suo parere positivo. Gli amici sono felici ma devono ancora sconfiggere Mister V e le sue Iene Lurido e Scarto, ostacoli molto duri e difficili. Quello stesso giorno Anika, Hielo e Azzurra ricevono la chiamata della principessa Jasmine, per risolvere la questione di Mister V e i suoi scagnozzi. Le tre amiche si recano al castello dalla principessa, lì trovano anche il re Asafum e, dopo averli ascoltati, decidono di entrare in azione. Tornate a valle convocano di nuovo tutti. - Dobbiamo combattere Mister V, i suoi compari e Avido – disse Anika - utilizzeremo le fonti rinnovabili come arma per affrontare l’inquinamento prodotto dalle sue valigie inquinanti, dai gas nocivi delle macchine, dai fumi emessi dalle fabbriche… Prende la parola Hielo: - Educheremo tutti alla raccolta differenziata e ad amare e rispettare la natura perché è la nostra casa. Armati di buona volontà e di buoni propositi, iniziano a ripulire la città e distribuiscono i contenitori per la raccolta differenziata. Intanto Hielo e Azzurra si danno da fare per “scovare” Mister V. Sono tutti concentrati sul proprio lavoro, quando all’improvviso Rune sente una risata a lui familiare, si gira e... - “Ehi guardate, Mister V è tornato!” e Avido è con lui! Sono ancora arrabbiatissimi e, rivedere le loro facce, è vedere la Valledistrutta.



In quel momento tutti hanno un unico istinto. Si alzano e all’improvviso Renoir consegna un pallone a Rune e con il piede sinistro lo colpisce e… centra in pieno Mister V facendolo cadere. In quel preciso istante arrivano Anika, Hielo, Azzurra e Phefe. Hielo, vedendo a terra Mister V lo congela e Phefe con la sua telecinesi lo trasporta in un posto dove non poteva fare del male a nessun altro. Avido, Lurido e Scarto vedendo la fine del loro capo, supplicano il perdono e diventano collaboratori e sostenitori del progetto “Vita pulita in armonia con la natura”. Anika e Azzurra, vista la possibilità data a Avido, Lurido e Scarto, hanno un’altra idea: propongono di darla anche a Mister V. Tutti gli abitanti, essendo di animo buono, si uniscono alla proposta, anche perché, se Mister V si fosse convertito, avrebbero avuto due braccia in più per il lavoro, quindi Hielo e Phefe fanno tornare Mister V. Meravigliato e sorpreso egli non si aspetta tutto ciò. Prende, a questo punto, la parola Asafum, il grande capo di Vallefiorita: - Se prometti che non inquinerai più e prenderai lezioni per rispettare la natura utilizzando anche fonti energetiche alternative, imparerai quanto è bello riciclare… Tutti noi abbiamo deciso di perdonarti anche se quello che hai combinato è veramente grave. Mister V sentendo queste splendide parole, si commuove, in fondo, anche lui ha un cuore e decide che si sarebbe lasciato guidare per imparare le regole riguardanti il rispetto di Vallefiorita e del mondo intero.



A Vallefiorita c’è un altro abitante che ha bisogno di aiuto: un piccolo unicorno con tante paure. Cuoricino, questo è il suo nome, ha avvertito il trambusto e se ne sta buono buono dentro la sua casa; pensa alle sue paure e a come deve superarle. Tra sé e sé dice: - Adesso ci manca anche l’inquinamento! Il suo papà lo rassicura: - Chi ha paura ha coraggio, chi non ha paura non ha coraggio, non dimenticarlo mai. Con questa massima Cuoricino si consola e cerca di affrontare le sue difficoltà. Riflette: – La paura è un’emozione che un giorno diventerà allegria! La paura principale di Cuoricino è quella del buio, piano piano si convince che si può superare e che da una piccola cosa ne può nascere una più interessante, come il seme sotterrato e solo, genera la pianta. La paura genera coraggio e fa diventare molto più forti di prima. Cuoricino con il passare del tempo, capisce quanto fosse importante la vicinanza, l’aiuto e l’affetto dei propri cari e, spesso ripete: - L’unione fa la forza. Sente vicino a sé anche la presenza dell’ angelo custode che lo protegge quando incontra le difficoltà. E’ solito divertirsi ad associare il colore blu alla timidezza e alla paura, il colore giallo al coraggio e alla gioia di vivere. Un giorno all’improvviso il cielo diventa grigio con tuoni e fulmini spaventosi, Cuoricino inizia a tremare per la paura. La sua sorellina più piccola gli rimane vicino, lo stringe forte forte con le sue zampette e così riesce a tranquillizzarlo. Si convince ancora di più che l’unione fa la forza. Al pomeriggio passata la pioggia, esce un radioso sole e un meraviglioso arcobaleno che gli dà ancora più coraggio. Guardando scrupolosamente il cielo, vede un altro arcobaleno come se gli volesse dire: - Avvicinati, il coraggio viene da te!. Cuoricino prova una grande gioia che occupa il posto della paura. Inizia a capire che è importante divertirsi ed essere contento di vivere in un luogo dove c’è qualcuno, sensibile alle difficoltà degli


altri, pronto a dare una mano a chiunque ne avesse bisogno. Con i suoi amici e la sua famiglia la vita è serena e colorata. “L’unione fa la forza” diventa il motto di Cuoricino, sul suo viso c’è spesso il sorriso e comprende finalmente che le paure possono essere superate e le difficoltà fanno crescere e diventare più forti di prima. Cuoricino diventa l’unicorno coraggioso, pronto a lottare per il benessere della sua Vallefiorita.


Nel frattempo Vale e Dado cercano di postare tutti i progetti innovativi per la lotta contro l’inquinamento ma soprattutto per far rinascere Vallefiorita.

I suoi abitanti si impegnano e seguono alla lettera il progetto. Quello che loro realizzano è solo una goccia nell’oceano, ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe… - come diceva una grande donna, madre Teresa di Calcutta, ricorda il grande saggio. Vallefiorita rinasce giorno dopo giorno. Lo scenario che s’intravede è di nuovo fantastico anche se il lavoro da fare è tanto, ma piano piano Vallefiorita rinvigorirà e i suoi abitanti riconquisteranno l’allegria, la serenità e la pace perduta.



ELENCO BAMBINI BALDINUCCI ESMERALDA BICCHERI ELENA BORIO M. MADDALENA BOTTICELLI SARA ELENE CAPPELLA ALESSANDRO CAPPONI CARLOTTA CAPPONI NICOLO’ CAPPANNELLI CATERINA CASTELLANI GIORGIA FIORUCCI EMANUELE FUMANTI PIETRO JAYED ASSIA LILLI CAMILLA LINCI LAURA MARCHIGGIANI MATTEO MARIUCCI MATTEO MEARINI GIOVANNI MISCHIANTI MATILDE MORELLI NOEMI PAPA JULITA PENCEDANO VITTORIO PIERANTOZZI MATILDE PIERINI ALICE RAGNACCI LEONARDO RAGNI MATTIA ROSINI ALESSIA SALCIARINI EVA SELIMI AMELIA SENSI MIRIAM VITTORI MATTEO Con la collaborazione straordinaria di Morini Marta e Carosati Elisabetta.

LE INSEGNANTI MINELLI MIRELLA RAGNACCI ORIETTA SANNIPOLI PINA

Un riconoscimento speciale al Centro della Gioventù nelle persone, prima di Araldo Vispi, ora di Beniamino Rughi per aver avuto sempre un’attenzione e una sensibilità particolare alla crescita dei bambini, attraverso i progetti via via realizzati.


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