#cheauto! Ottobre 2016

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

07

€ 0,00

Ottobre 2016

Una Hyundai al Lingotto !

IL TEMPIO VIOLATO

Il Maggiolino al sale

Renault Trezor


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

07

Ottobre 2016

checosac’è #chedire? 4 #chefoto

7

#cheroba

18

• Il tempio violato

#chebella 30 • Sexy Trezor! - VIDEO

#chestoria 44 • Fiesta: compleanno bollente! - VIDEO • Maggiolino al sale • Terra VS Aria - VIDEO

#chemacchina 68 • Peugeot 308 GT - VIDEO

#checorse 84 • La Giovane Italia

#cheleggenda 92 • Touring Superleggera - VIDEO




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chedire

IPERCONNESSI di Vittorio Gargiulo

Durante

il Forum AutoMotive di Milano dell’11 ottobre è emerso in modo prepotente che la diffusione delle vetture connesse sta aumentando e che entro il 2020 il 30% del parco circolante mondiale sarà connesso a ciò che viene comunemente chiamato “internet delle cose”. Trattasi del sistema che, attraverso la rete, permette di interconnettere e gestire apparecchi e macchinari e quindi modificare la temperatura del riscaldamento della casa di montagna oppure spegnere il frigorifero di casa mentre si è in viaggio. Secondo quanto emerge dalla ricerca effettuata da AlixPartners (primaria società di consulenza aziendale) per parte loro gli automobilisti sembrerebbero pronti, nel breve termine, a spendere fino a 800 euro per questi servizi di connettività. Di pari passo alla connettività i costruttori, giorno dopo giorno, stanno migliorando i sistemi di assistenza alla guida: in pochi anni siamo passati dal sensore di parcheggio e i primi Cruise Control” a funzioni molto più evolute e significative che ogni giorno milioni di automobilisti utilizzano sulle auto di ultima generazione. Tutto ciò, connessione sempre più spinta e sistemi di ausilio alla guida, altro non rappresenta che una fase di passaggio verso le automobili a guida autonoma, che ci si augura consentiranno di migliorare in modo significativo la vita di tutti noi. Come? Evitando gran parte degli incidenti dovuti a errori umani (e relativi costi), riducendo inoltre i consumi di carburante, le relative emissioni e i costi connessi al traffico e al parcheggio. E possiamo spingerci a ipotizzare perfino un aumento di produttività e benessere, in quanto mentre l’automobile va a spasso, a bordo noi potremo lavorare o scegliere di rilassarci e divertirci. Insomma… il paradiso (o quasi) se paragonato ai problemi con i quali ci confrontiamo quotidianamente. Ma nessun veicolo a guida completamente autonoma sarà in strada prima del 2020 (per essere molto ottimisti) e nel frattempo noi stiamo pagando le feroci conseguenze di questa iper-competitiva corsa alla connettività.

Infatti qual è la cosa a cui tutti pensiamo quando parliamo di auto connessa? Facile: la possibilità di utilizzare tutte le app e funzioni del nostro smartphone o tablet che sia. E questi comportamenti comportano un clamorosa distrazione dalla guida, con conseguenze terribili… Oggi la distrazione è tra le maggiori cause di incidente stradale e tra i principali fattori di distrazione, oltre all’uso dello smartphone per telefonare, inviare/leggere messaggi e scattare foto, ci sono anche i dispositivi di bordo (di navigazione, di intrattenimento ecc.). Quindi, per cortesia, facciamo in fretta, acceleriamo il passaggio all’automobile totalmente intelligente, che ci porterà in autonomia (e senza distrarsi) alla nostra meta. Nel frattempo però teniamo presente che i più giovani (ma anche i più grandicelli) mai e poi mai rinunceranno ai comportamenti (leciti) con i quali sono cresciuti, e quindi alla connessione continua con tutto quanto ne deriva. Ne consegue che l’unico modo per evitare che le “stragi dello smart phone” vadano a prendere il posto delle “stragi del sabato sera” non resta altro che intervenire sul lato del divieto, inibendo l’utilizzo del telefono se non attraverso il vivavoce, inibendo l’utilizzo di alcune app (primi fra tutte i social media e posta elettronica) quando la vettura è in movimento. Subito, senza se e senza ma, la tecnologia lo permette. E naturalmente non va dimenticato che una bella dose di educazione civica e stradale nelle scuole potrebbe fare la sua parte… se ne parla da 50 anni… a vuoto. P.S.: dopo aver cavalcato l’onda dell’auto connessa in molte campagne di comunicazione anche le Case automobilistiche potrebbero fare la loro. Ora che tutti stiamo prendendo coscienza del problema perché non dedicare qualche secondo/centimetro/ byte delle loro campagne pubblicitarie a messaggi socialmente utili, anche brutali, tipo “chattare mentre si guida uccide anche te, digli di smettere!”


Quest’inverno, non lasciare che una foratura trasformi i suoi sogni in un incubo. Pneumatici invernali Bridgestone Driveguard.

Una foratura può facilmente trasformare il tuo viaggio in un incubo. Ecco perché abbiamo progettato e realizzato i nuovi pneumatici invernali Bridgestone DriveGuard che, indipendentemente dal tipo di foratura, ti consentono di mantenere il controllo dell’auto e di continuare a guidare in tutta sicurezza per 80 KM a una velocità massima di 80 KM/H*. Proteggi la tua famiglia con pneumatici che offrono le migliori prestazioni della categoria*. Vai su driveguard.com

*Il chilometraggio percorribile dopo la foratura dipende dal carico del veicolo, dalla temperatura esterna e dal momento in cui si attiva il TPMS per il monitoraggio della pressione dei pneumatici. I pneumatici invernali Bridgestone DriveGuard sono classificati come B in termini di aderenza sul bagnato nell’etichetta europea. I pneumatici Bridgestone DriveGuard non sono attualmente disponibili per il trasporto leggero e possono essere montati solo su auto dotate di sistema TPMS. Per maggiori informazioni, www.driveguard.com


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La spagnola Bengala Automotive, specializzata in vetture speciali e one off, ha presentato giorni fa la F12 Caballeria, una esclusivissima supercar basata sulla Ferrari F12. A confronto con l’originale di Maranello la Caballeria risulta molto più “cattiva” con l’adozione di appendici aerodinamiche di ispirazione GT3


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La chiamano ”mamma drag” ma Brittany Force è tutt’altro che “materna” con i suoi avversari della classe Top Fuel NHRA, che batte spesso e volentieri. Qui è a St. Louis il 25 settembre scorso



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Il Goodwood Revival di settembre, forse il piÚ affascinante tra i moltissimi eventi inglesi dedicati alle storiche, è un vero inno alla bellezza che non appassisce mai Foto @ JaysonFong



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Riga, il 2 ottobre. Il giovane svedese Johan Kristofferson “naviga” nel corso del terz’ultimo appuntamento del Mondiale Rallycross con la vettura dello Volkswagen Sweden RX Team



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Una bella immagine della Seat condottaal successo da Igor Stefanovski a Imola il 2 ottobre in una delle ultime gare stagionali dell’Europeo Turismo Foto Jean Michel Le Meur


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Una Hyundai al Lingotto!

Il tempio violato

Se E’ toccato ad una “coreana” violare il tempio del Lingotto, sulla mitica “roof track”… Disegnata dall’italiano Nicola Danza, la RN30 N Concept è un puro esercizio di stile di casa Hyundai e rappresenta una proposta di vettura racing ad alte prestazioni

c’è un posto al mondo che trasuda Fiat da tutti i pori è il Lingotto: un luogo che ha letteralmente fatto la storia dell’automobile in Italia. E poi la pista sul tetto, che da fine anni venti ha visto succedersi tutte le auto del marchio. Recentemente restaurata e ristrutturata, era e rimane un’icona della storia Fiat. I lunghissimi rettilinei raccordati con due curve sopraelevate sono immediatamente riconoscibili, sono un simbolo di un tempo passato in cui sono state scritte tante storie, talune felici altre meno, ma comunque pagine importanti. E poi la “bolla” di Renzo Piano, una sala riunioni panoramica molto cara all’Avvocato e, come non bastasse, a pochi metri c’è la Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli, altra struttura che si deve alla matita di Renzo Piano che offre al pubblico alcuni preziosi pezzi d’arte di proprietà della famiglia Agnelli. Insomma, un luogo “sacro”, un tempio dedicato a Fiat e alla sua storia… un tempio che, come testimoniano le fotografie di questo servizio, una furba Coreana ha recentemente violato…


il tempio violato

In RN30 è il più recente esemplare del gruppo di veicoli “N” ad alte prestazioni di Casa Hyundai, marchio che ha debuttato per la prima volta l’anno scorso al Salone di Francoforte sulla Hyundai N 2025 Vision Gran Turismo, RM15 e RM16 concept. Tutti i modelli marcati “N” riflettono l’impegno dell’azienda nell’affermare che passione ed esperienza di guida siano al centro dello sviluppo dei nuovi veicoli. La versione di serie “i30N” vedrà la luce l’anno prossimo e renderà accessibile a tutti la passione di Hyundai per le vetture ad alte prestazioni

coreano Hyundai significa “modernità” e al recente Salone di Parigi la Casa ha voluto tenere fede al proprio nome presentando la RN30 N Concept, un vero prototipo racer ad alte prestazioni che nasce con una chiara impronta sportiva, sviluppata per garantire a tutti adrenalina e divertimento nella guida in pista. Basata sulla New Generation Hyundai i30, l’inedita RN30 è un vero “animale da pista” e si distingue per il grintosissimo design e le tecnologie d’avanguardia adottate, in grado di renderla competitiva su ogni circuito. Un motore da 380 CV per il massimo piacere di guida La grinta della RN30 N scaturisce in primis dal motore turbo benzina da 2.0 litri – ancora in fase di sviluppo per i futuri modelli N di produzione, aggiornato con una turbina di dimensioni maggiorate. Il blocco motore con elementi forgiati, invece che pressofusi, ne incrementano durata ed affidabilità. Come risultato, la RN30 N arriva ed erogare 380 CV (279,5 kW), con una coppia massima di 46 kgf.m (451 Nm). Ad un cambio a doppia frizione è affidata la gestione degli straordinari livelli di coppia, per un’accelerazione particolarmente brillante, mentre per gestire la potenza della vettura, consentendo allo stesso tempo anche precisione di guida alle alta velocità, la RN30 è ovviamente equipaggiata con la trazione integrale. Il sofisticato differenziale autobloccante assicura una sempre corretta distribuzione della



il tempio violato


coppia, applicando la giusta forza motrice. Previene inoltre ogni slittamento in accelerazione, per un controllo preciso della traiettoria, anche ad alte velocità, in tutta sicurezza. Infine, per aumentare il tasso di “gasatura” del conduttore sottolineiamo che il Variable Exhaust Electronic emette un grintoso e potente sound di scarico… what else? Durante la progettazione della RN30 N, i tecnici si sono concentrati nel contenere il peso e nell’abbassare il baricentro della vettura. Invece di utilizzare la fibra di carbonio, materiale comune a molte auto ad alte prestazioni, Hyundai ha inteso rompere gli schemi utilizzando materiali plastici innovativi, progettati in collaborazione con l’azienda chimica BASF, leader nel settore. Inoltre ogni parte superflua è stata rimossa, mentre le componenti più pesanti sono state posizionate nel punto più basso possibile. Il baricentro è stato abbassato ulteriormente spostando indietro e abbassando i sedili. Esterni La silhouette della RN30 rimanda inequivocabilmente alle linee pulite e dinamiche della New Generation Hyundai i30, in questo caso caratterizzata da una struttura racing ancor più bassa e larga. In particolare, la larghezza della RN30 N è stata portata a 1,950mm, 30mm in più rispetto alla i30, mentre l’altezza è stata ridotta in maniera significativa (84mm) a quota 1,355mm. Il paraurti intorno alle ruote appare “sospeso”


il tempio violato


e insieme agli spoiler laterali, incrementa l’aerodinamica oltre a rendere il look di RN30 ancora più d’impatto. Il frontale della RN30 N denota carattere, evidenziato dalla nuova “Cascading Grille”, dai fari di ultima generazione e dalle luci diurne, che regalano all’auto un look molto aggressivo. L’aria scorre dalla parte anteriore a quella posteriore dell’auto proprio attraverso la Cascading Grille. Oltre ad ottimizzare l’aderenza al terreno, il flusso aerodinamico contribuisce a migliorare il sistema di raffreddamento e le performance di guida. L’ampio alettone posteriore esalta la tenuta di strada alle alte velocità e, dal canto suo, la pinna posizionata sul tettuccio, insieme allo spoiler, crea un look davvero “unico”. Per una deportanza ottimale e bilanciata, l’auto adotta un rastremato diffusore posteriore, al cui centro è posizionato il doppio scarico in ceramica, mentre i cerchi sono in lega leggera da 19”. Interni I designer di RN30 e il Team di esperti di Hyundai Motorsport hanno lavorato fianco a fianco per assicurarsi che il guidatore potesse essere concentrato esclusivamente sulla guida. All’interno della vettura sono state posizionate due videocamere con sistema di stabilizzazione per catturare ogni reazione del pilota durante la guida in pista, mentre all’esterno un’ulteriore telecamera è posizionata sul tettuccio… e non dubitiamo che i video che ne scaturiscono siano assai “adrenalinici”!

Per la serie “non ci facciamo mancare niente” ecco che Hyundai Motor America (in collaborazione con Rockstar Performance Garage) ha appena presentato questa iper-muscolosa Santa Fe CUV, spinta da un propulsore 3.3L Lambda V6


il tempio violato


La RN 30 N Concept è stata sviluppata in stretta collaborazione fra Hyundai Motorsport di Alzenau, Hyundai Motor Europe Technical Center di Rüsselsheim e la nuova divisione Hyundai Motor Performance Development & High Performance Vehicle con sede a Namyang. Tutti i veicoli del brand N sono progettati presso la sede di Namyang, il centro globale di Ricerca & Sviluppo di Hyundai Motor e sono stati testati al massimo livello al Nurburgring, il circuito più impegnativo del mondo. Il logo N rappresenta la chicane di un circuito, l’unico luogo dove si può testare alla perfezione l’equilibrio dinamico di un’automobile


il tempio violato


Nella fotografia il Lingotto nel 1928

(immagine Wikipedia Dgtmedia - Simone)

I lavori di costruzione dello stabilimento Fiat Lingotto, aperti sotto la direzione dell’ingegnere Matté Trucco, durarono dal 1916 fino al 1930. Ciononostante l’inaugurazione avvenne già il 22 maggio 1923, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, seguita dalla visita di Mussolini in ottobre. Lo stabilimento era all’avanguardia per quei tempi e aveva anche un forte valore architettonico grazie al preponderante stile razionalista. Iconico fiore all’occhiello era la pista di collaudo posta sul tetto, a cui si accede tuttora grazie a due spettacolari rampe elicoidali, terminate nel 1926. Nel 1982 cessò definitivamente l’attività di costruzione di automobili, anche se la palazzina riservata ai dirigenti è sempre rimasta attiva (oggi sede EXOR). Nel frattempo sul tetto era stata aggiunta la “bolla”, una grande sala riunioni panoramica (collegata ad un eliporto) molto amata dall’avv. Gianni Agnelli. La ristrutturazione del complesso fu affidata all’architetto Renzo Piano e oggi il Lingotto ospita una grande struttura espositiva, cinema, negozi, uffici, centri commerciali ad anche abitazioni. Nel 2002 l’ultimo intervento, con la creazione della “Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli”, che raccoglie una selezione di opere tratte dalla loro collezione personale, che Piano ha ispirato ad un’astronave posata sul tetto del Lingotto. La pista è anch’essa stata ristrutturata ed è oggi utilizzabile.

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chebella Questo concept raffigura la maturità del design Renault che, dal 2014, è diventato la prima motivazione di acquisto di un veicolo della Marca in Europa

Fotografie Tom De Peyret


TREZOR incarna il nuovo design Renault con elementi stilistici presenti sull’insieme della gamma: linee semplici e sensuali, frontale distintivo, firma luminosa a forma di “C�. TREZOR stupisce anche per le superfici vetrate rosse e la carrozzeria innovativa in carbonio dalle superfici a contrasto


sexy trezor!

La

carrozzeria, liscia e satinata anteriormente, evoca il carattere dinamico del veicolo. Posteriormente la TREZOR si compone di sfaccettature esagonali, che suggeriscono il temperamento sportivo e tecnologico. La tinta metallica di TREZOR evoca invece un mondo essenziale e protettivo, mentre la sua silhouette ostenta le peculiarità tradizionali delle GT. Sul cofano, la presa d’aria a nido d’ape richiama la struttura posteriore della carrozzeria. Queste forme esagonali compongono una presa d’aria a geometria variabile, il cui movimento conferisce uno stile dinamico e trasmette l’impressione che il veicolo respiri. Sulla fiancata, dal lato del conducente, lo sportello della benzina è sostituito da un indicatore analogico che segnala il livello di carica della batteria mentre al posteriore l’auto presenta una firma luminosa decisamente moderna, con fibre ottiche che integrano una luce laser rossa. L’assemblaggio di fibre con effetto “corda” realizza la luce. La frenata del veicolo provoca un effetto visivo e una luce dinamica grazie alla torsione e alla sovrapposizione delle fibre ottiche. Il design dell’abitacolo è sensuale grazie all’utilizzo di materie nobili come legno e pelle, con il rosso quale tinta prevalente. Vero e proprio collegamento tra l’esterno e l’interno del veicolo sono le superfici vetrate rosse, che assicurano luminosità e riscaldano l’abitacolo mentre, riproducendo il movimento di un cofanetto per gioielli, il battente di TREZOR si solleva tutto insieme.



sexy trezor!

L’altezza è molto contenuta (1.080 mm) e invita a saltare sulle fiancate della carrozzeria per accedere all’interno dell’abitacolo. Questo modo di salire a bordo rappresenta un’allusione alle auto da corsa di una volta, quando il pilota era perfettamente integrato con la sua auto. Una plancia in legno rosso, che integra un vano bagagli situato nella parte anteriore del veicolo, accoglie i passeggeri e dal canto suo la forma arrotondata dei sedili si ispira all’universo dell’arredamento, garantendo uno spazio accogliente e confortevole. La plancia è frutto di una collaborazione con l’azienda francese KEIM-cycles, apprezzata per la progettazione di telai di bicicletta in legno su misura, caratterizzati da un elevato livello di performance. Secondo un procedimento sviluppato da KEIM-cycles, la plancia è composta da sottili lamine di frassino sovrapposte e orientate secondo uno schema preciso, che offrono una resistenza comparabile a quella dei moderni materiali compositi, valorizzando le qualità strutturali del legno: leggero, resistente, organico e caloroso. Infine il volante, di forma rettangolare, libera il campo visivo e si ricollega al mondo della Formula 1. È dotato di tre schermi: il display centrale visualizza il logo, mentre i due touch screen nei due lati sostituiscono le tradizionali palette al volante. Leader delle vendite e pioniere della mobilità 100% elettrica, Renault ha dotato questa splendida concept di un propulsore derivato da quello che equipaggia il team Renault e.dams di Formula E, duplice campione del mondo in questa disciplina.



sexy trezor!

Con una potenza di 260 kW (350 cv) e una coppia di 380 Nm, consente all’auto di accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi. TREZOR dispone di due batterie, ciascuna con il proprio sistema di raffreddamento, e di un sistema di recupero dell’energia in frenata di tecnologia RESS (Rechargeable Energy Storage System), sviluppato per la Formula E. Le proporzioni di TREZOR contribuiscono al piacere di guida. Le larghe carreggiate (2.048 mm anteriormente e 2.106 mm al posteriore) e il passo di 2.776 mm favoriscono un’eccellente tenuta di strada mentre la carrozzeria ribassata assicura un’aerodinamica ottimale, con un indice di penetrazione nell’aria di 0,22 (Cx). Per migliorare l’autonomia e le performance dinamiche, le équipe tecniche del Design Renault hanno lavorato all’alleggerimento del veicolo. Il telaio è infatti composto da una cellula centrale in carbonio, completata dalle unità anteriori e posteriori in acciaio tubolare. La scocca e i battenti sono in carbonio. Grazie al lavoro di alleggerimento, TREZOR preserva un peso contenuto di 1.600 kg nonostante le dimensioni di una spettacolare GT (lunghezza 4.700 mm, larghezza 2.180 mm e altezza 1.080 mm). TREZOR è equipaggiata con pneumatici Continental® su misura, di 21 pollici anteriormente e 22 pollici al posteriore, che comprendono una parte scolpita, per facilitare l’evacuazione dell’acqua, e un battistrada rosso integralmente liscio, per garantire una perfetta aderenza.



sexy trezor!



sexy trezor!

TREZOR presenta una nuova visione dei cruscotti di Renault, con uno schermo unico a forma di “L” che riunisce lo schermo del cruscotto e quello del sistema multimediale. Questa configurazione a “L” rafforza l’effetto cockpit e permette di conservare la visualizzazione del navigatore in formato verticale. Lo schermo si ispira alle più recenti tecnologie a Ultra Alta Definizione. La tecnologia OLED (Organic Light-Emitting Diode) associata al vetro Gorilla®, consente di ottenere uno schermo sottile e incurvato. Salendo a bordo del veicolo, lo schermo si accende con una sessione di accoglienza e invita a disporre lo smartphone nell’apposito alloggiamento sotto il bracciolo centrale.

Il telefono viene immediatamente riconosciuto e lo schermo visualizza un messaggio di benvenuto. Lo schermo propone un’interfaccia tattile, personalizzabile e connessa. Le applicazioni dello smartphone sono visualizzate sullo schermo del sistema multimediale e il conducente può poi visualizzare le applicazioni che desidera utilizzare, facendole scivolare verso il display situato dietro il volante. Grazie al sistema Renault MULTI-SENSE®, TREZOR propone l’accesso a tre modalità di guida ( neutro, sport e autonomo) e interpreta la visione di Renault della guida autonoma: rendere la strada nello stesso tempo più sicura e più gradevole, ottimizzando parallelamente il tempo del conducente. Selezionando questa modalità di guida, la firma luminosa esterna cambia e si estende al logo laterale e a quello posteriore per segnalare agli altri conducenti la delega di guida. Il volante, composto da due razze di alluminio rivestite in pelle, si estende in larghezza. Come in uno schermo cinematografico, questo movimento simbolizza l’entrata in scena in un nuovo universo di guida. La configurazione del volante consente anche una visione panoramica sul quadro strumenti. La modalità autonoma offre tempo libero sia al conducente che al passeggero e in questo modo preannuncia la strategia di Renault che intende proporre, dopo il 2020, una tecnologia “senza occhi / senza mani” in totale sicurezza su modelli per il grande pubblico, a prezzi accessibili.



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chestoria

FIESTA: comple Il 2016 è un anno importante per la Ford Fiesta, che celebra il 40esimo compleanno. Fiesta è una vettura che ancora oggi mantiene inalterata quella carica di originalità che l’ha contraddistinta fin dalla sua nascita 40 anni fa. Dal 1976, più di 17 milioni di Ford Fiesta hanno trovato casa in giro per il mondo. E anche Ken Block ha festeggiato a modo suo la ricorrenza… ma con una Focus


C’è modo e modo di celebrare un compleanno …

eanno bollente!


FIESTA: compleanno bollente!

Roger Moore “James Bond” durante le riprese del film “La spia che mi amava” del 1976


Tutto

Il concept Ghia Tuareg del 1978

è cominciato nel 1972, quando un progetto che stava molto a cuore a Henri Ford II° cominciò a prendere forma. Già l’anno seguente, la tremenda crisi petrolifera con per la prima volto il mondo stava facendo i conti, costrinse i progettisti a mettere l’efficienza energetica al primo posto tra gli obiettivi da centrare… la piccola di Casa Ford stava pian paino nascendo, nome in codice: Bobcat. Nel 1974 inizia la costruzione del megaimpianto di Valencia, dove già un anno dopo iniziarono ad essere realizzati i primi motori della nuova vettura, il cui nome, si dice, fu poi scelto da Henri Ford in persona per celebrare la nuova attività in terra Iberica. Ma la prima vera Fiesta vide la luce in Germania, nello stabilimento di Saarlouis, l’11 maggio del 1976. Sempre quell’anno Re Juan Carlos e Henri Ford II° inaugurarono lo stabilimento di Valencia il 18 ottobre e pochi giorni dopo, al Salone di Torino, il carrozziere Ghia due “concept cars” basati sulla Fiesta: la Corrida e la Prima. Oggi Fiesta è disponibile a 3 o 5 porte e con un’ampia gamma di motori moderni ed efficienti, diesel, gpl e benzina, tra i quali spicca il pluripremiato EcoBoost 1.0 a 3 cilindri, che all’International Engine of the Year 2016 è stato insignito per la 5a volta consecutiva del titolo di Motore dell’Anno, nella categoria dei propulsori di cilindrata inferiore a 1 litro. La famiglia della hatchback Ford è completata verso l’alto dalla nuova Fiesta ST200, la più potente Fiesta mai prodotta grazie ai suoi 200 cavalli.


FIESTA: compleanno bollente!

Ken Block scatenato nel corso di Gymkhana 9


E ancora nel 2016 Fiesta resta fedele allo spirito delle sue origini, attraverso all’avanguardia che comprendono il SYNC, il sistema di connettività a comandi vocali avanzati, e l’Active City Stop, il sistema di sicurezza che è in grado di evitare gli incidenti alle basse velocità o di ridurne in ogni caso l’entità. Dal 1976, come dicevamo, sono passati tanti anni e questo dei 40 è senz’altro un compleanno da festeggiare in modo speciale. E chi poteva pensare ad una celebrazione davvero “scoppiettante” se non il compagno di tante avventure Ken Block? Al volante della sorellina maggiore Focus RS, Block ha deciso di rendere omaggio alla fida Fiesta a modo suo, lanciando un nuovo, ultraspettacolare video della serie “Gymkhana”.

Le due concept Ghia Zig e Zag del 1990

Si tratta del nono episodio della serie ed è stato filmato nell’arco di 4 giorni a ovest di New York, tra una serie di spazi industriali dismessi (cercando di recuperare l’estetica del set delle prime due Gymkhana) che hanno permesso a Block di mostrare la sua guida più aggressiva. “Volevo proprio tornare indietro alle radici dei primi video Gymkhana, – ha detto Block – sentivamo il bisogno di tornare alle basi, specialmente con la nuova Ford Focus RS RX. Volevamo davvero che splendesse e che fosse la vera star del video. Abbiamo collaborato con il videogame Forza Horizons 3 di Microsoft, per incorporare un po’ di trick che traggono ispirazione proprio dal gioco. Ha funzionato tutto perfettamente e non sarei potuto essere più felice di come è venuto fuori. ”


FIESTA: compleanno bollente!

Ad oggi sono state prodotte piĂš di 17 milioni di Fiesta

Uno dei primi prototipi della Fiesta (1973) chiamato provvisoriamente Bobcat


Gli interni della versione Ghia del 1983


FIESTA: compleanno bollente!

Block per Gymkhana 9 ha utilizzato una Focus RS molto simile a quella con cui gareggia nel mondiale Rally Cross


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chestoria Un fulmine giallo sulla distesa di sale

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IL MAGGIOLINO AL SALE

IL MAGGIOLINO AL


SALE

Guidata dal pilota-giornalista Preston Lerner una Volkswagen Maggiolino supera i 330 km/h sulla distesa di sale di Bonneville di Niccolò Gargiulo


il maggiolino al sale

Una

volta per gli americani era il “Maggiolino Tutto Matto”, protagonista di una serie di indimenticabili film Disney. Al di la dell’oceano la VW per eccellenza ha sempre avuto grandi estimatori ed è spesso stata re-interpretata in versioni a dir poco inconsuete. Ora ci ha pensato “Volkswagen of America” in prima persona a sparigliare le carte e a farci ammirare questa iconica automobile da un punto di vista inedito. Quello dei record di velocità. Infatti, il mese scorso, una versione in assetto speciale della Beetle LSR (negli USA la Maggiolino è chiamata così) , spinta da un motore 2 litri turbo quattro cilindri TSI a iniezione diretta, ha fatto registrare una velocità 205,122 miglia orari (poco più di 330 km/h) che costituisce un primato assoluto nella storia di questa vettura.

Al volante di questa vettura iper-vitaminizzata il pilota e collaboratore della rivista ‘Automobile’ Preston Lerner ha fatto registrare il record sulle famose distese di sale di Bonneville (Utah, Stati Uniti), durante lo “Utah Salt Flats Racing Association 2016 World of Speed”, ovvero la settimana dedicata ai record che annualmente si tiene sul lago salato. Per ottenere la potenza necessaria per aspirare a superare le 200 miglia orarie a Bonneville, rispettando al contempo i regolamenti dettati dalla Southern California Timing Association, il propulsore ha ricevuto delle particolari modifiche dagli esperti dell’atelier THR Manufacturing di Santa Paula. Montati i nuovi turbocompressori, pistoni, alberi a camme e rifinita la messa a punto, il motore ha subito raggiunto i 543 cavalli e 570 Nm di coppia. Arrivati al dunque, a Boneville la macchina sprigionava più di 600 cavalli e quasi 677 Nm.


“Siamo assolutamente entusiasti delle prestazioni della Beetle LSR a Bonneville, - ha dichiarato il Dr. Hendrik Muth, Vice Presidente di Volkswagen of America - Il Maggiolino non è la vettura più aerodinamica nel nostro parco macchine e raggiungere i 330 km/h è una testimonianza concreta della potenza che può essere raggiunta dal motore EA888 TSI. Questa impresa sottolinea perfettamente lo spirito sportivo e combattivo del nuovo Maggiolino”. Ovviamente sulla Beetle LSR vista a Boneville non è stato modificato solo il motore. Le sospensioni sono state abbassate e sono state montate speciali ruote e pneumatici Salt Flats, il differenziale autobloccante ha contribuito al controllo della trazione, mentre l’interno è stato completamente spogliato e dotato di attrezzature di sicurezza, dal rollcage, al sedile da corsa, al sistema antincendio. Infine, per aiutare la vettura nella fase di rallentamento sono stati anche montati un paio

di paracadute. “Andare a più di 300 km/h in questa Beetle LSR è stato decisamente elettrizzante - ha detto Preston Lerner a fine tentativo - Avevamo potenza per andare ancora più veloce, non fosse stato per il sale molto granuloso. Ma vedere 208 miglia per un breve momento sul display digitale è stata una cosa che non potrò mai dimenticare”. Negli Stati Uniti la versione stradale della Volkswagen Beetle R-Line® coupé dispone di un turbo e iniezione diretta 2.0 litri EA888 TSI da 210 cavalli e 280 Nm di coppia, che consente alla vettura di accelerare da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi e di raggiungere una velocità massima autolimitata di 209 km/h. Il motore eroga la coppia massima a partire da 1700 giri al minuto, regalando un’accelerazione graduale e uniforme in tutte le marce. La R-Line è dotata di un cambio manuale a sei marce di serie, mentre la trasmissione a doppia frizione DSG® automatica a sei marce è optional.


il maggiolino al sale



il maggiolino al sale


Un Maggiolino totalmente diverso è invece quello che ha permesso al pilota Scott Speed (lo ricordate in Formula 1?) di vincere per il secondo anno consecutivo il Global Rally Cross Championship, ovvero il campionato americano di Rally Cross. Capace di 560 cavalli questo mostriciattolo (preparato da Volkswagen Motorsport in Germania e portato in gara da Andretti Autosport) ha permesso a Speed e al suo compagno di squadra Tanner Foust di far proprio anche il titolo team, grazie ad una superlativa prestazione nell’ultimo round di Los Angeles di domenica 9 ottobre

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chestoria Una Jeep Grand Cherokee batte un aereo acrobatico nella sfida ‘impossibile’

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La Grand Cherokee SRT ha affrontato un aereo acrobatico: la sfida è stata ispirata dallo stretto legame tra il motore HEMI e gli aerei da combattimento



terra vs aria


Dato

che in casa Jeep i muscoli abbondano, cosa c’è di meglio che dar loro una lucidata e sfidare…. un aereo? Non stiamo scherzando, grazie alla potenza espressa dal propulsore 6.4 V8 HEMI e grazie alla sua invidiabile stabilità, la Grand Cherokee SRT è divenuta il primo veicolo 4x4 a competere contro un aereo, e a vincere! La sfida Jeep contro aereo è stata ispirata dalle origini del motore HEMI, sviluppato inizialmente proprio per gli aerei da caccia Republic P-47 Thunderbolt, ed ora, nella sua ultimissima versione, alloggiato sotto il cofano del Grand Cherokee SRT. Il Blyton Park Driving Centre, nel Lincolnshire (GB), è stato il teatro scelto per il testa a testa: sul circuito di 1,8 miglia sia l’auto che l’aereo hanno raggiunto velocità

superiori ai 225 km/h. Mentre la Grand Cherokee SRT aggrediva i cordoli della pista stradale, il velivolo Silence SA1100 Twister si è destreggiato tra i piloni gonfiabili alti 7 metri, in un in una sfida vera verso la bandiera a scacchi. In grado di raggiungere i 100 km/h in meno cinque secondi, la Grand Cherokee SRT spinta dal motore 6.4 V8 HEMI eroga ben 461 cavali ed è equipaggiata dalle tecnologie più moderne, tra cui il controllo di trazione, la trasmissione Selec-Trac e pinze dei freni Brembo capaci di fermare il veicolo lanciato a 100 km/h in 35 metri soltanto. Alla guida della Grand Cherokee SRT era Ed Morris, il più giovane pilota britannico a competere nella 24 Ore di Le Mans, mentre ai comandi del Silence SA1100 Twister c’era Peter Wells, pilota acrobatico con oltre 25 anni di esperienza.


terra vs aria

Jeep Grand Cherokee SRT

VS

Silence SA1100 Twister

6.4 litri V8 HEMI

Motore

UL260ISA

461 BHP

Potenza

110 BHP

5 secondi

0-100 kmh

4 secondi in volo 12 secondi a terra

260 kmh

VelocitĂ max.

290 kmh

5

Nr. passeggeri

5


#ca


chemacchina

ANIMA


RALLISTA Peugeot 308 GT

Al volante della 308 GT sulle Prove Speciali del Rally di Sanremo: prestazioni intriganti ma anche sobrietĂ nei consumi per questa compatta-sportiva che non smette di piacere


anima rallista


La

particolarità della Liguria consiste nel fatto che non esiste spazio né confine tra mare e montagna. Dove le onde si infrangono la terra immediatamente si impenna e sale: i liguri sono gente di mare e di montagna, mai di pianura. Sovente i due mondi si mischiano, si uniscono ma altrettanto spesso si evitano o addirittura si scontrano: “Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna…” racconta Paolo Conte. Le tradizioni, la gastronomia, la parlata raccontano di due magneti che si attraggono e si respingono. Il paesaggio che si offre a chi vuole scoprire la Liguria, evitando l’autostrada, è sorprendente: bastano poche centinaia di metri, basta spingersi per pochi minuti verso l’interno per dimenticare totalmente l’abbinata “spiagge & fiori” ed essere catapultati in un mondo di rocce e ulivi, boschi e torrenti. E se davvero volete scoprire questo entroterra bellissimo non potete fare a meno di inerpicarvi per stradine poco battute, strette, tortuose (e a volte pure pericolose) che si apriranno improvvisamente ai paesaggi meravigliosi che questa terra sa regalare. Noi lo abbiamo fatto con una Peugeot 308GT, scorrazzando per qualche giorno sulle strade teatro delle più famose prove speciali del Rally di Sanremo: Baiardo, Apricale, S. Romolo, Ceriale, Carpasio, ecc. ecc..

D’altra parte la storia dei rally, dei grandi raid e delle grandi sfide su strada è un po’ la storia della Marca francese e viceversa. C’è quasi simbiosi tra rally e il marchio del Leone. Immaginare Peugeot senza i rally e soprattutto i rally senza Peugeot è un esercizio estremo: c’è un’intera dinastia di vetture a testimoniarlo. Diciamo subito che la 308 rientra appieno in questa stirpe di purosangue e stimolata sulle strade del più iconico dei rally italiani ha confermato quanto di lei si sente dire: scattante, brillante, molto precisa e ben attaccata al terreno, senza eccessi in termini di sottosterzo: tutto vero. E neppure si spaventa se su lunghi tratti in discesa sollecitiamo i freni (quasi) al limite. Questa due volumi invita davvero ad una guida “allegra”, fluida e divertente. Il modello che abbiamo provato era dotato del motore 1.6 turbo benzina da oltre 200 cavalli: una vera “sportiva” vestita da città, con un giusto mix tra prestazioni e comfort, tra brillantezza e facilità di guida. Non si tratta quindi di una macchina “esagerata” o troppo impegnativa, non è necessario essere “piloti” per poterne godere sino in fondo, ma è senz’altro sul fronte “prestazioni” che sa dare il meglio di se. E se poi avete la curiosità di inserite la modalità “sport” potrete godere di tocchi di “maquillage” (rumore più “muscoloso” e diversa illuminazione della strumentazione) ma anche di cambiamenti più sostanziali quali acceleratore più immediato, sterzo più duro e preciso (cosa che sulle P.S. del Sanremo si nota dopo pochi metri!) e di più reattiva gestione delle cambiate. Ecco, se un difettuccio è emerso è proprio sulle cambiate, in alcune situazioni ci sono parse perfettibili e non velocissime. Ma si tratta di un peccato veniale, che non intacca minimamente la “cotta” che potrete prendervi per questa compatta che, cosa che male non fa, è pure carina.


anima rallista

Il Driver Assistance Pack costituito da un radar sistemato nella parte anteriore della vettura, integra tre dispositivi: • il Regolatore di velocità attivo: si tratta di un regolatore di velocità che mantiene e adegua automaticamente la velocità in funzione di quella del veicolo che precede • l’Allarme Rischio Collisione: un allarme visivo e acustico indica al guidatore di frenare per evitare una collisione. • le Frenata Automatica di Emergenza: in caso di collisione imminente, si attiva la frenata automatica per evitare l’impatto o ridurne le conseguenze. Con il controllo dell’angolo cieco, un diodo luminoso integrato nel vetro dei retrovisori esterni, si illumina per avvertire il conducente che un veicolo si trova nell’angolo cieco. Il Park Assist è un aiuto attivo al parcheggio che permette di parcheggiare automaticamente nei posti a pettine oppure nei parcheggi stretti tra due macchine.


Vettura

conquistatrice, la 308 GT presenta una grande purezza aerodinamica e stilistica. Visivamente allargata dalle modanature della parte inferiore della carrozzeria, 308 GT poggia su cerchi in lega diamantati da 18’’. Denominati Diamant, sono specifici ed hanno razze «scanalate» con un motivo realizzato con fresatura superficiale. Vista da dietro invece la 308 GT colpisce per la sua postura, soprattutto grazie al diffusore nero laccato e agli elementi decorativi come il doppio terminale di scarico mentre la firma GT è presente nella calandra, sul portellone e sui parafanghi anteriori. L’ambiente interno fa leva sui fondamentali della sportività come il cielo del tetto nero antracite e le impunture a vista rosse che caratterizzano i rivestimenti in TEP / Alcantara di serie, o in Pelle Club Nappa in opzione. Queste impunture rosse a contrasto sono presenti anche sulla plancia, i pannelli delle porte, la cuffia della leva del cambio e i tappetini specifici. La dimensione meccanica è sottolineata dalla pedaliera in alluminio e dagli elementi in acciaio inox alle soglie delle porte. Il conducente può adattare la posizione di guida grazie alla regolazione in altezza e profondità del volante ridotto, specifico con la pelle traforata e la sigla GT. Il quadro strumenti, posizionato nell’asse visivo per non distogliere lo sguardo dalla strada, è caratterizzato da uno sfondo nuovo con un motivo a scacchi e, coerentemente, il grande touchscreen ha un nuovo tema con prevalenza di colori rosso e nero, battezzato Redline. Per ottenere il massimo piacere di guida gli ingegneri hanno sfruttato tutto il know-how del Marchio per arrivare a un rapporto peso/po-


anima rallista

tenza straordinario, di soli 5,85 kg/CV sulla 308 GT benzina. Le prestazioni parlano da sé. Alla 308 GT benzina bastano solo 7,5 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h. Il quattro cilindri benzina 1.6 THP 205 CV S&S è abbinato a un cambio meccanico a 6 rapporti per uno sfruttamento ottimale della sua coppia di 285 Nm, disponibile da 1750 a 4500 g/min. Quest’elevato livello di prestazioni è abbinato ad emissioni di CO2 e a consumi contenuti, a partire da soli 130g/km e 5,6l/100km. Per ottenere questi risultati, il monoblocco a quattro cilindri di 1 598 cm3 associa a un turbocompressore Twin-Scroll. Inoltre l’iniezione diretta benzina assicura strategie di combustione ottimali mentre l’alzata variabile delle valvole di aspirazione è accoppiata alla sfasatura degli alberi a camme di aspirazione e di scarico. Il rally di Sanremo dell’era moderna nasce nel 1961, con il nome di Rally dei Fiori. Cambiata la denominazione in Rally di Sanremo nel 1968, la gara negli anni 70 assurge alla ribalta internazionale diventando una tappa del Campionato del Mondo. Si apre allora una stagione memorabile per il rally, con un tracciato misto asfalto/terra che si spingeva fino in Toscana e che lo rendeva particolarmente spettacolare e impegnativo. E infatti l’albo d’oro che raccoglie tutti (ma proprio tutti!) i grandi nomi della storia del rallismo. Passato ad un tracciato tutto asfalto e più raccolto nel 1997, il rally perde la titolarità iridata nel 2004 (il Rally d’Italia da allora si corre in Sardegna) ma rimane un appuntamento da non mancare per gli appassionati di corse su strada. Dal 2004 si gareggia infatti per il Campionato Italiano in una cornice spettacolare e su strade che propongono grandissime difficoltà agli equipaggi



anima rallista


Il quattro cilindri 2.0 BlueHDi 180 CV offre anch’esso prestazioni di alto livello. Eroga la potenza massima di 180 CV al regime di 3750 g/min e la coppia massima di 400Nm a 2000 g/min. Grazie ad rapporto peso/potenza di soli 7,3 kg/CV, 308 GT ha bisogno di soli 5,5 secondi nella ripresa da 80 a 120 km/h in quinta marcia. Ha una cilindrata di 1997 cm3 e fa registrare emissioni di CO2 straordinarie, solo 103g pari a un consumo di 4.0l/100km, grazie a un sistema Common Rail di terza generazione che può raggiungere i 2000 bar di pressione e a una nuova camera di combustione che ottimizza la miscela dell’aria e del carburante erogata attraverso iniettori a 7 fori. Questo motore Diesel è abbinato ad un cambio automatico EAT6, progettato e sviluppato in collaborazione con Aisin AW. Dispone della tecnologia Quickshift, che assicura passaggi rapidi tra i rapporti e la capacità di effettuare passaggi multipli istantaneamente. Il risultato sono emissioni di CO2 e consumi analoghi a quelli dei migliori cambi manuali.

Le sospensioni (anteriori Pseudo Mc Pherson, posteriori a traversa deformabile) hanno regolazioni specifiche, adattate a queste motorizzazioni e al carattere della vettura. La definizione è sportiva, con un’eccellente tenuta di strada, preservando sempre un elevato livello di comfort. Tutti i parametri sono regolati per assicurare una guida precisa su tutti i tipi di strada, con un comportamento sicuro e neutro. In tal modo, gli ammortizzatori passivi, che adottano nuove leggi di sforzo/velocità, si adattano istantaneamente al tipo di guida. Per assicurare il comfort acustico, sono dotati di un supporto idraulico. In base alla versione, la rigidità delle sospensioni anteriori e posteriori aumenta del 10 - 20% , per un comportamento estremamente reattivo, senza tempi di ritardo nella risposta. Un simile livello di prestazioni richiede un impianto frenante efficace, facile da dosare, con un’eccellente resistenza termica. Si basa su una centralina Bosch 9CE che ripartisce lo sforzo tra i quattro dischi. Sull’anteriore, i dischi di 330mm di diametro e di 30mm di spessore, hanno una pinza flottante con un pistoncino da 60mm.


anima rallista

Nel posteriore, i dischi hanno un diametro di 268mm su 308 GT e di 290mm su 308 GT SW. Riassumendo, la gamma GT si compone pertanto di due motorizzazioni: • 1.6 THP 205 CV S&S: 130g CO2/km e 5,6 l/100km nella berlina, 134g CO2/km e 5,8 l/100km nella versione SW • 2.0L BlueHDi 180 CV EAT6: 103g CO2/ km e 4,0 l/100km per la versione berlina, 107g CO2/km e 4,1 l/100km per la SW Il piacere di guida è amplificato dal Driver Sport Pack, di serie su entrambe le motorizzazioni. Quest’equipaggiamento soddisfa le sensazioni degli amanti delle auto sportive agendo sui seguenti parametri: • sonorità del motore amplificata e più sportiva; • quadro strumenti con visualizzazione rossa; • visualizzazione sul quadro strumenti della potenza e della coppia erogate, della pressione di sovralimentazione, dell’accelerazione longitudinale e trasversale; • servosterzo più rigido e reattivo; • cartografia del pedale dell’acceleratore più reattiva; • reattività superiore del cambio EAT6; • paddle al volante con il cambio EAT6. Il conducente può, a piacere, mettere in stand-by il Driver Sport Pack per un tipo di guida più confortevole, grazie ad un pulsante sulla consolle centrale. La 308 GT è oggi sul mercato “chiavi in mano” a partire da 28.750 Euro (turbo benzina) e a partire da 31.450 Euro (turbo Diesel).



anima rallista


Forse non tutti sanno che alcune Peugeot vennero costruite in Italia. Il 27 dicembre 1905 a Torino venne costituita la Peugeot-Croizat con il compito di assemblare le Tipo 69, la 10-12 HP e la12-16 HP, per eludere i dazi di importazione. La società durerà solo 1 anno e all’inizio dell’anno successivo Cesare GoriaGatti, socio di Peugeot-Croizat, fonda però la OMT e ottiene da Peugeot la concessione per assemblare le Bèbé. Il 5 settembre 1924 l’Isotta Fraschini stabilisce una relazione con Peugeot per produrre in Italia le 172 5CV “Quadrilette”. Viene così costituita la SA Società Commerciale Peugeot Italiana. L’Amministratore delegato è Cella, in rappresentanza dell’Isotta Fraschini con 3000 azioni su 4500 delle quali 500 sono di Bianchi Anderloni che successivamente fonderà la Carrozzeria Touring a Milano (di cui si legge in altra parte del giornale). Isotta Fraschini prende contatto con gli Stabilimenti Farina e con Pinin per la realizzazione, a Torino, di carrozzerie per le Quadrilette. E’ così che Pinin Farina conosce Robert Peugeot. Poco tempo dopo Peugeot decide di impegnarsi direttamente in Italia e il 1 febbraio 1926 viene costituita la S.A. Italiana dei Cicli e Automobili Peugeot, presidente Robert Peugeot, con sede in Viale Umbria, 32 a Milano. La fabbrica rimane attiva fino al 1929 quando il deteriorarsi dei rapporti Italia-Francia determina il termine di questa iniziativa. Si stima che nel periodo siano state assemblati a Milano circa 250 esemplari di 172 5CV equipaggiate con componenti (elettrici, pneumatici, batterie) di provenienza italiana. In anni più recenti va ricordato il rapporto produttivo tra Peugeot e Pininfarina, iniziato con le 404 coupé e cabriolet nel 1961. La produzione italiana riguarderà però solo la carrozzeria e il montaggio della meccanica fino alla fine della produzione delle 205 cabriolet mentre la prima vettura Peugeot completamente “Made in Italy” è la magnifica 406 coupé prodotta dal 1997.


anima rallista

Sulle Prove Speciali del Sanremo una parola importante la può dire Anna Andreussi, navigatrice di Paolo Andreucci. La coppia con i colori di Peugeot Italia ha sbancato le ultime edizioni del rally ligure con la fida 208 T16: “Come per i cantanti anche per i rallisti vale la stessa cosa: Sanremo è Sanremo! E’ la colonna portante della storia dei rally in Italia. Tutte le P.S. del Sanremo sono belle e interessanti, dovendone scegliere una direi quella che da Apricale sale a Baiardo: è una strada bellissima, con molto ritmo, tutta sul costone della montagna. Ogni curva è diversa… è un continuo dentro/fuori, è davvero molto, molto impegnativa. Farla di notte poi è una grande sfida e tantissima gente sale lassù per vederci, è bellissimo! Un’altra prova che ricordo sempre volentieri è quella da San Romolo a Perinaldo. Parte molto vicino a Sanremo e forse per questo c’è sempre una folla impressionante!”


#ca


checorse

CORTESIe di Marco Cortesi

LA GIOVANE ITALIA


L’Italia non ha un pilota in Formula 1 da cinque anni. La domanda è: non ci sono nomi all’altezza? Eppure di successi tricolore ce ne sono stati e continuano ad essercene…

Antonio Giovinazzi durante la gara GP2 di Baku Foto msportgroup.com-Sutton Images


la giovane italia

Il

2016 è stato finora un anno straordinario per quantità e qualità di talenti italiani sulla cresta dell’onda, stelle di un firmamento che purtroppo passa quasi del tutto sotto silenzio in termini di grande informazione e supporti economici. Partiamo dai più giovani, in grado di vincere con costanza? Partiamo. Fresco di una doppietta memorabile fatta di sorpassi da pelo sullo stomaco a Monza, Leonardo Pulcini ha in mano il campionato Euroformula Open e ha stracciato tutti i contendenti. Pulcini sta facendo tutto bene e, anche se il livello della serie non è stellare, ricordiamoci che vincere non è mai facile, figuriamoci dominare… e farlo in quel modo. In GP3 c’è Antonio Fuoco, pilota della Ferrari Driver Academy, al momento terzo in classifica ma con due vittorie in tabellino. La fortuna non è sempre stata dalla sua parte, altrimenti avrebbe potuto dire la sua contro il monegasco (sempre della FDA) Charles Leclerc. Unico italiano a partecipare al Campionato Europeo di Formula 3, vincendo la difficilissima tappa di Pau, è invece Alessio Lorandi. Il lombardo, nei suoi due primi anni in monoposto, forse ha raccolto meno di quanto ci si aspettasse da un kartista del suo calibro. Ma il salto nella serie continentale è stato probabilmente azzardato e nel paddock sono ben pochi a non mettere la firma sulle sue doti.

Alessio Lorandi (Carlin, Dallara F312 – Volkswagen)


Raffaele Marciello, forse il piÚ esperto della pattuglia di talenti tricolore Foto Š Ferrari


la giovane italia

In GP2 ci sono anche Luca Ghiotto e Raffaele Marciello, alla ricerca della vittoria quest’anno, ma dal grande potenziale. Ma, qualcuno potrebbe obiettare, si parla di futuro, prospettive, talenti da concretizzare. Per rispondere, occorre tirare fuori l’artiglieria pesante. Arrivato alla GP2 Series dalla Formula 3 è attualmente in testa alla classifica assoluta con cinque vittorie conquistate nell’anno di debutto. Lewis Hamilton? No, Antonio Giovinazzi da Martina Franca, che nella serie cadetta della Formula 1 ha schiacciato in modo traumatico i rivali più esperti. Tecnico, coraggioso, psicologicamente solido con grande visione di gara… e grandi attributi… In altre parole, Giovinazzi è forte. E’ concreto. E’ adesso! E’ il prototipo di uno che “non-può-essereignorato”. In altri paesi, con gli stessi risultati, sarebbe al centro della scena, sostenuto e sponsorizzato dai più importanti marchi della nazione. E invece l’attenzione verso di lui latita, mediaticamente e non solo. Quindi, visto che di sponsor “pesanti” non se ne parla (intanto Lavazza sponsorizza un canadese, misteri della fede) l’unica speranza è che venga supportato da un programma “giovani” istituzionale o di qualche team di Formula 1. Qualcosa si muove, ma è poco, molto poco, visti i risultati a cui il pilota pugliese è

Leonardo Pulcini a Monza in Euroformula Open Foto FOTOSPEEDY



la giovane italia

arrivato. Se l’ACI si è accorta dell’esistenza di Antonio solo quest’anno, giusto in tempo per festeggiare, la Ferrari gli ha da poco consentito l’onore di provare al simulatore, varcando la sacra soglia. Ma Giovinazzi non è un ragazzino che forse si farà. Non è da Academy, è già pronto. Anzi la speranza è proprio che possa “balzare davanti” ai piloti dell’Academy Ferrari. Ma sarà difficile finché non si capirà che puntare sui giovani conviene, sportivamente ed economicamente, come dimostra Red Bull. Gli austriaci non si sono mai fatti problemi ad accaparrarsi talenti cristallini. Con la differenza che mentre l’Academy Ferrari, come una buona università, non garantisce di trovare un lavoro una volta laureati, in Red Bull si selezionano piloti che possano sicuramente tornare utili in Formula 1. Il risultato? Red Bull ha due piloti vittoriosi, potenzialmente campioni, che costano insieme 6 milioni di euro l’anno. Contro i 4050 milioni che gli altri top-team mediamente spendono per una coppia di piloti di vertice. Una differenza che compensa ampiamente l’investimento iniziale e lascia perfino dei margini per investire nel futuro. E qui casca l’asino. Alla base c’è una questione culturale che va oltre Giovinazzi, Pulcini, Fuoco… quella che si risolve solo investendo nel futuro e dando attenzione e supporto ai giovani. In un certo senso “fare ricerca”… suona come qualcosa di già sentito, no?


Antonio Giovinazzi, è nato nel 1993 a Martina Franca Foto msportgroup.com-Sutton Images

Antonio Fuoco, già capace di vincere in GP3 Foto © Ferrari

#ca


cheleggenda

e


eleganza

Novant’anni di Touring Superleggera

futuro

che anticipa il

Sino al 20 novembre Touring Superleggera festeggia 90 anni al Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli” di Torino con una retrospettiva che dal passato proietta verso il futuro questo atelier fondato nel 1926 a Milano da Felice Bianchi Anderloni e Gaetano Ponzoni


La

eleganza che anticipa il futuro

Carrozzeria Touring Superleggera è nata a Milano nel 1926 e si è subito affermata nel ristretto ambiente degli stilisti internazionali per la duplice attività di costruttore di “fuoriserie” e di progettista e costruttore di automobili ad alte prestazioni per i marchi più nobili: Alfa Romeo, Isotta Fraschini, Bmw, Lancia, per continuare nel dopoguerra anche con Aston Martin, Ferrari (la maggior parte della produzione fino al 1952), Lamborghini, Maserati e Pegaso

retrospettiva torinese racconta una storia fatta di eleganza, purezza delle linee e delle proporzioni, cura maniacale dei dettagli, non solo attraverso undici, spesso unici, esemplari di automobili ma anche con immagini storiche inedite, le parole, i disegni, i modelli in scala, le attrezzature. Un percorso che, toccando le varie tappe che hanno segnato la storia della carrozzeria italiana, proietta il visitatore verso le nuove frontiere del design dei prossimi novant’anni della carrozzeria milanese che ha contribuito, all’alba del ventunesimo secolo, alla rinascita della fuoriserie, restituendo al proprietario la facoltà di esprimere il proprio gusto personale in un’automobile unica. I visitatori della retrospettiva torinese dedicata ai novant’anni di Touring Superleggera sono accolti da due modelli icone della loro epoca, Lamborghini 350 GT e Gumpert Tornante. Lamborghini 350 GT fu l’auto che nel 1963 proiettò Ferruccio Lamborghini nell’esclusivo mondo dei costruttori di vetture sportive. Per essa Touring Superleggera creò un design originale che, contro la tendenza generale dell’epoca, metteva in secondo piano la calandra, lasciando ai fari il compito di caratterizzare il frontale. Il risultato fu di grande equilibrio ed eleganza, e contribuì al successo di questa prestigiosa Granturismo. Gumpert Tornante del 2011 fu, invece, un progetto realizzato per la casa tedesca spe-


Ferrari 166 Sport MM Barchetta Foto ŠRemi Dargegen


eleganza che anticipa il futuro

Lamborghini 350 GT del 1963

cializzata in vetture estreme. Gumpert si era rivolta a Touring per disegnare una coupé due posti, con un design che garantiva eleganza, spazio e confort, nel rispetto delle prestazioni e delle qualità dinamiche. Tornante non fu messa in produzione a causa delle vicissitudini che portarono Gumpert alla chiusura, ma è il primo, significativo esempio di design Touring su un’architettura a motore centrale. Proseguendo nella visita della retrospettiva si incontrano, affiancate, tre icone della loro epoca. La prima è Maserati 3500 GT del 1956 (caratterizzata da prestazioni elevate anche grazie al metodo di costruzione Superleggera, fatto di un traliccio leggerissimo di tubi d’acciaio su cui erano fissati i pannelli d’alluminio della carrozzeria) mentre la concept Maserati A8GCS Berlinetta è stata la prima espressione stilistica di Touring Superleggera dopo la ripresa dell’attività. Infine la Aston Martin DB5 Coupé. Non tutti sanno che la vettura preferita dell’agente segreto di Sua Maestà 007 è stato concepita a Milano da Touring. Deriva dal modello DB4, disegnato e realizzato a Milano in alcuni esemplari nel 1959, per poi proseguire la produzione presso gli stabilimenti Aston Martin in Inghilterra sotto licenza di utilizzo del sistema Superleggera. La collaborazione tra Touring e Aston Martin fu stretta e incessante fino alla fine del 1966 e portò alla realizzazione dei vari modelli derivati dalla prima DB4, con varianti stilistiche e incremento nella cilindrata e potenza dei motori, fino alla DB6.


Alfa Romeo 6C 2500 SS Ex Conte Trossi

La Gumpert Tornante del 2011


eleganza che anticipa il futuro

Il brevetto “Superleggera”, che permetteva di alleggerire al massimo la carrozzeria delle automobili più sportive, ha consentito a Touring di eccellere anche nel settore delle auto da competizione: nel palmarès dello stilista milanese trovano posto, tra l’altro, undici vittorie assolute alla Mille Miglia, di cui nove consecutive. Il contratto di licenza di utilizzo del design e del metodo “Superleggera” concesso da Touring a Aston Martin per la DB4 prevedeva un compenso di 9sterline per vettura per le prime 500 unità, che diventavano 5 per le successive… però allora si poteva comprare la DB4 con 2700 sterline

Altra concept importantissima è la Mini Superleggera™ Vision del 2014, roadster disegnata in collaborazione tra i centri design di Mini e Touring per esplorare i nuovi linguaggi dell’iconica marca inglese: da un lato una forma agile e compatta con uno stile minimalista ed emozionante e dall’altro caratteristiche dinamiche assolutamente moderne, grazie alla motorizzazione elettrica. La Mini Superleggera™ Vision ottiene il premio come “Best Concept Car of The Year” a Salon Privé e al Festival Automobile International a Parigi Con Ferrari 166 ed Alfa Romeo 6C 2500 si torna invece nella storia più gloriosa dell’automobilismo italiano. Con la 166 del 1948 iniziò il mito Ferrari: per questa “barchetta” Felice Bianchi Anderloni prima e poi il figlio Carlo Felice idearono forme rivoluzionarie che contribuirono al suo successo. La Ferrari 166 MM esposta alla retrospettiva ebbe come primo proprietario l’avvocato Gianni Agnelli, che dettò personalmente l’elegante verniciatura bicolore, i fari posteriori a goccia e le cinghie sul cofano. L’Avvocato acquistò la vettura di nascosto dall’allora presidente Fiat Vittorio Valletta, temendone i rimproveri. Come poteva un Agnelli usare una vettura della concorrenza? Fiat poi acquistò la Ferrari nel 1988. L’Alfa Romeo 6C 2500 SS appartenne invece al nobiluomo biellese Conte Carlo Felice Trossi. Il famoso pilota/progettista commissionò a Touring una nuova carrozzeria che comprendeva non solo l’allora nuovissimo


Alfa Romeo Disco Volante


eleganza che anticipa il futuro

La storia più recente vede l’acquisto dello storico marchio da parte di un gruppo privato europeo specializzato nei brand di lusso dell’automobile. Si arriva così a realizzazioni come la Maserati Bellagio (2008), l’A8GCS Berlinetta, premiata come Best Supercar of the Year nel 2009, e la Bentley Continental Flying Star (2010) Maserati 3500 GT (1956)

scudetto triangolare che diventerà il simbolo dell’Alfa, ma anche i doppi fari frontali, di cui quelli interni in posizione più alta del normale. Il conte Trossi viveva infatti a Biella e chiese i doppi fari per vincere la nebbia della pianura padana nei suoi spostamenti su Torino e Milano. La nuova vettura gli fu consegnata alla fine di febbraio 1946. Sempre su tema Alfa Romeo 6C 2500 Super Sport è la Villa d’Este. È l’apice di un’evoluzione stilistica importante cominciata nell’anteguerra con le berlinette Alfa Romeo 6C e vinse a furor di pubblico il Gran Premio Referendum al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este del 1949, tanto da assumere il nome della prestigiosa residenza. Tra le sue caratteristiche lo scudetto triangolare, inserito tra i baffi, tuttora simbolo della marca, che Touring disegnò per la prima volta nel 1942 e Alfa impose a tutti gli stilisti. Con la BMW 328 Berlinetta Aerodinamica Touring mise a frutto l’esperienza nella scienza dell’aerodinamica per dare alla casa bavarese un’auto competitiva nelle corse. La vettura fu sviluppata alla galleria del vento del Politecnico di Milano, lavorando in particolare sul raccordo abitacolo-bagagliaio. Il risultato fu eccellente: alla 24 Ore di Le Mans del 1939 l’auto vinse la classe 2 litri e arrivò quinta assoluta; nel 1940 con poche modifiche e revisioni stravinse la Mille Miglia. La BMW quell’anno iscrisse 5 vetture alla Mille Miglia, di cui quattro con carrozzeria


Aston Martin DB5 CoupĂŠ (1962)

MINI Superleggera Vision


eleganza che anticipa il futuro

realizzata in casa. La vettura Touring si mostrò la più veloce e l’unica in grado di battere le Alfa Romeo nonostante le fossero assegnati i piloti meno quotati. Il pilota Huschke von Hanstein scrisse una dedica personale a Bianchi Anderloni ringraziandolo per avergli consentito la vittoria Infine, Alfa Romeo Disco Volante by Touring è una coupé due posti del 2013 costruita interamente a mano in otto esemplari nella manifattura Touring Superleggera di Milano, sulla base di Alfa Romeo 8C Competizione, con la quale condivide il motore ed il telaio, scelto per la sua struttura rigida e leggera. È l’essenza della fuoriserie italiana: un’automobile che coniuga qualità estetica, accenti sportivi e ricerca dell’essenziale e che ha decretato il successo di Touring Superleggera come produttore di automobili straordinarie tagliate su misura. Si ispira all’Alfa Romeo C52 del 1952: una vettura avveniristica, per questo soprannominata appunto Disco Volante. Nel 2013 Alfa Romeo Disco Volante by Touring debutta al Salone di Ginevra e si aggiudica il prestigioso Design Award al Corcorso d’Eleganza di Villa d’Este. Le partecipazioni al Concorso di Eleganza di Pebble Beach e a quello di St. James’s a Londra portano ulteriori riconoscimenti.

BMW 328 Berlinetta Aerodinamica



eleganza che anticipa il futuro

Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa dEste


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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

ro e m u n o im s s ro p il te e non perd ! E R B M E V O N 6 1 il E IN L N O

#cheauto Periodico mensile digitale pubblicato da Doppiovù Press SAS Via G. Uberti 6 - Milano info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

Direttore Responsabile Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati

Pubblicazione online Illium llc. (Dania Beach - FL - Usa)

Seguiteci su facebook: Cheauto magazine TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.


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