#cheauto! Settembre 2021

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Nr.

60

Settembre 2021

l'incredibile rally

0 0 , 0 €

VIA DELLA SETA Renault Arkana Mazda CX-3 Nissan Juke Mitsubishi Eclipse Cross PHEV Pininfarina Teorema BMW e l'arte

... e tanto altro!


FOTOGRAFIA DI COPERTINA DI MCH PHOTO

Nr.

60

Settembre 2021

SOMMARIO

5 #chefoto! 26 #cheroba! Pininfarina Teorema 40 #cheroba! BMW L’arte dell’algoritmo 52 #chebella! Nissan Juke 64 #chemacchina! Renault Arkana 78 #chemacchina! Mazda CX-3 92 #checorse! Silk Way Rally 104 #chenovità! Mitsubishi Eclipse Cross PHEV 112 #cheleggenda! The French Connection




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#chefoto

Con la sua società Marc Philipp Gemballa GmbH (non associata in alcun modo a Gemballa GmbH), l'imprenditore 27enne e figlio del defunto Uwe Gemballa ha di recente lanciato la sua prima supercar chiamata Marsien. Basata su di una Porsche 911 Turbo S (992) la vettura presenta numerose interessanti tecnologie, che la rendono utilizzabile anche in off road. Ad esempio, con il semplice tocco di un pulsante, il sistema di altezza regolabile consente un sollevamento idraulico a controllo elettronico che aumenta l'altezza di marcia d fino a 250 mm, consentendo la massima esperienza di guida su strada e fuoristrada. Capace di ben 830 cavalli l’auto può spingersi (con prenumatici stardali) sino a 330 km/h mentre è capace di accelerare da 0 a 100 km/h in solo 2.6 secondi


PRONTI A PERCORRERE LE STRADE DEL FUTURO.

Il mondo della mobilità sta cambiando e così pure l’esperienza di guida che i vostri clienti si aspettano. Il futuro della mobilità sta per essere riprogettato sulle ali di Monroe.

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#chefoto

Strepitoso doppio successo Ferrari nell’89esima edizione della 24 Ore di Le Mans, la gara più antica e prestigiosa dell’endurance. La casa di Maranello ha infatti trionfato in entrambe le categorie GT grazie alle velocissime e affidabili 488 GTE di AF Corse, che hanno conquistato il successo sia nella classe LMGTE Pro che nella LMGTE Am. Alessandro Pier Guidi, James Calado e Côme Ledogar, al volante della Ferrari numero 51, si sono imposti autorevolmente nella classe LMGTE Pro, mentre Nicklas Nielsen, François Perrodo e Alessio Rovera (nella foto) hanno dominato nella classe LMGTE Am. In questa categoria il podio è stato completato dalla 488 GTE del team Iron Lynx, guidata dagli italiani Rino Mastronardi e Matteo Cressoni e del pilota della Ferrari Driver Academy, Callum Ilott Fotografia ©Rolex/Jad Sherif


2021

VII GRAN PREMIO DI MOTONAUTICA VIVERONE 03-05 SETTEMBRE / PIVERONE 17-19 SETTEMBRE Campionato Europeo

Campionato Italiano

FORMULA 4

FORMULA 2

GT30

MOTORSURF

VIVERONE

Campionato Italiano VIVERONE

F JUNIOR ELITE

VIVERONE

PIVERONE

VIVERONE

DISCOVERY VIVERONE & SERRA MORENICA Raduno auto storiche

Visite alle bellezze del territorio

con partenza da Piverone e giro dimostrativo a Ivrea, toccando le fabbriche divenute patrimonio Unesco. Fermata in prossimità della Chiesa di Santo Stefano per esposizione vetture. Ripartenza per Borgofranco d’Ivrea e visita ai Balmetti con ritorno al Lago per il Gran Premio Motonautica.

sentieri, Chiese Romaniche, Città Unesco, Ecomusei, Castelli

Cantine Aperte alla scoperta dei prodotti enogastronomici locali in collaborazione con le aziende del territorio

per info : Stefania Roma tel.339 3160189 - email : stefi.roma@gmail.com

COMUNE DI VIVERONE

COMUNE DI PIVERONE

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Articoli Tecnici e Guarnizioni per l’Industria

Mercato produttori enogastronomici del territorio a Viverone il 04 -05 Settembre a Piverone il 18-19 Settembre


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#chefoto

La nuova Porsche Macan arriva sul mercato con prestazioni più elevate, un design più “affilato” e un nuovo concetto operativo. L'ammiraglia è la Macan GTS, che con il motore V6 biturbo da 2,9 litri eroga ora 324 kW (440 CV), quindi 60 CV in più rispetto al modello precedente. L’auto accelera da 0 a 100 km/h in 4,3 secondi se equipaggiata con il pacchetto Sport Chrono e raggiunge una velocità massima di 272 km/h. Anche la Macan S è ora dotata di un motore V6 biturbo da 2,9 litri e sviluppa 20 kW (26 CV) di potenza in più rispetto al passato, per un totale di 280 kW (380 CV). Il motore d'ingresso nel mondo Macan è invece il nuovo 4 cilindri turbo che vanta la ragguardevole potenza di 195 kW (265 CV)


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#chefoto


Clamorosa doppietta Mercedes quest’estate a Pebble Beach, in California. Le vetture della Stella hanno infatti primeggiato sia nel Pebble Beach Concours d’Elegance, riservato a stupende vetture d’epoca, che nel The Quail, una rassegna di veri e propri capolavori si stile e tecnologia di ieri e di oggi. Nel Concours d’Elegance (fotografia grande) ha vinto la bellissima Mercedes-Benz 540K Autobahn Kurier del 1938 di proprietà di Arturo e Deborah Keller. Anche il successo nel The Quail è rimasto in famiglia Keller, grazie alla Mercedes-Benz 540K Special Roadster (anch’essa del 1938, nella foto più piccola) di proprietà di K. Heinz Keller Fotografie Tom O'Neal – Rolex Newsroom


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#chefoto


La Rolex Monterey Motorsports Reunion è una manifestazione inserita nella ormai popolarissima settimana di Pebble Beach. La Reunion si svolge sulla vicina pista di Laguna Seca e vede impegnate una serie infinita di vetture che hanno fatto la storia delle corse automobilistiche. Quest’anno in particolare, è stata celebrata la presenza della Ford nella storia del campionato Trans Am, uno dei più popolari negli USA riservati ad automobili Gran Turismo Fotografia Stephan Cooper – Rolex Newsroom


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#chefoto


Nuova ŠKODA FABIA è più intelligente che mai: in base all’allestimento, la quarta generazione del modello offre fino a 43 soluzioni Simply Clever, “colpi di genio” con cui da sempre il Brand boemo rende la vita più facile ai propri Clienti. Cinque di queste soluzioni sono completamente nuove per la gamma ŠKODA, mentre altre otto sono disponibili per la prima volta su FABIA. Novità quali il porta-bicchiere removibile tra i sedili anteriori si aggiungono ai classici ŠKODA, come il raschietto per il ghiaccio nello sportello del serbatoio del carburante con scala di misurazione per il controllo del battistrada, la clip per il biglietto del parcheggio e l’ombrello nella portiera del conducente


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#chefoto


Una spedizione eccezionale di oltre 800 chilometri, chiamata “Journey into the Vast”, attraverso i vasti territori cinesi di Ningxia e Gansu, ha visto recentemente protagonista un gruppo composto da 42 Lamborghini. Partito da Yinchuan, il raid ha attraversato i maestosi Monti Helan, la vasta distesa del deserto e il Fiume Giallo per poi procedere attraverso la stupefacente Route 66 di Zhongwei, fino a raggiungere i caratteristici e antichi villaggi di Beichangtan. Le auto sono infine giunte alla prateria di Tonghu per poi visitare il Parco Geologico del Danxia di Lanzhou e godere della preziosa vista del letto rosso del Danxia


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#chefoto

Ha debuttato alla recente settimana di Pebble Beach (California) questo interessante Audi skysphere concept, grazie al quale la Casa dei quattro anelli tenta di interpretare la mobilità del futuro nel segmento di lusso. Prima di una nuova famiglia di tre prototipi, la roadster a elettroni può contare sull’interasse variabile, una tecnologia d’avanguardia che, in abbinamento alla guida autonoma di Livello 4, permette la convivenza di due anime: da GT e da sportiva pura. Alla sterzata integrale e alla gestione attiva predittiva dell’assetto si accompagnano la potenza massima di 632 CV e un nuovo approccio stilistico dall’interno verso l’esterno, volto a definire in primis le linee e le caratteristiche dello spazio attorno ai passeggeri e solo in un secondo momento le forme della carrozzeria



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#chefoto

I rally di Campionato del Mondo offrono sempre spettacolo a palate… ma in questo caso lo spettacolo è garantito anche da chi guarda la gara! Per la cronaca si tratta di una fotografia scattata a Tartu, in Estonia, il 17 luglio scorso, durante una tappa del rally iridato. L’auto è la Ford Fiesta (Team Rally Academy) degli irlandesi William Creighton e Liam Regan mentre l’originale spettatore si chiama Jaan Roose Fotografia Jaanus Ree / Red Bull Content Pool



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#chefoto


Dotata di due motori elettrici, una batteria di trazione e una trasmissione smart-multimode con innesto a denti senza frizione (che conferisce alla tecnologia E-TECH tutta la sua specificità), la nuova Renault Captur E-TECH Hybrid 145 consente di utilizzare in modo ottimale ogni fonte di energia disponibile (elettrica e termica). La soluzione Full Hybrid, dotata di batteria da 230 V con una capacità di 1,2k Wh, è basata su un 4 cilindri da 1,6 litri affiancato da due motori elettrici (un e-motor e uno starter ad alta tensione) con un’architettura offre il maggior numero possibile di abbinamenti di funzionamento tra i vari propulsori. Questa motorizzazione eroga una potenza combinata di 145 cv mentre in decelerazione e frenata recupera energia in modo efficiente per rigenerare la batteria. La tecnologia E-TECH Hybrid è ora disponibile su tutti gli allestimenti di Renault Captur, arricchendo una gamma che già offre la motorizzazione Plug-in Hybrid E-TECH 160, motori benzina (TCe 90), benzina micro-ibrida (TCe 140) o bifuel benzina / GPL (TCe 100 GPL). Renault Captur E-TECHHybrid 145 è disponibile in Italia a partire da € 25.750

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CONCEP PININFARINA TEOREMA


PTVIRTUALE

CONCEPT VIRTUALE

TEOREMA È UNA FUTURISTICA E AUDACE VIRTUAL CONCEPT CAR. UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DELLA MOBILITÀ, COMPLETAMENTE ELETTRICA E AUTONOMA, ALL'INSEGNA DELLA TECNOLOGIA E INTERAMENTE SVILUPPATA UTILIZZANDO TECNOLOGIE VIRTUALI


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#cheroba

Concept virtuale

ome espressione della visione di Pininfarina per una mobilità futura condivisa e iperconnessa, Teorema è stata progettata dall'interno verso l'esterno. I team di design di Cambiano e di Shanghai sono partiti dall'esperienza che si vive a bordo prima di sviluppare gli esterni dell’auto, utilizzando una piattaforma elettrica in grado di garantire lo sviluppo di spazi ampi e confortevoli. Nel corso del progetto, il Pininfarina Virtual Lab, che è parte integrante del processo di design di Pininfarina, ha utilizzato l’Augmented Reality, la Virtual Reality e anche la nuova tecnologia della Mixed Reality per esplorare rapida-

mente forme, esperienze e scenari diversi. “Pininfarina guarda da sempre al futuro, utilizzando le concept car come strumento di innovazione per tracciare la direzione nell'industria automobilistica e introdurre nuove visioni in termini di usabilità e tecnologia - commenta Kevin Rice, Chief Creative Officer di Pininfarina - Teorema, vuole restituire alle persone i piaceri dell’auto, di guida e di viaggio, senza le frustrazioni legate all'aumento del traffico e ad altri inconvenienti, ma integrando l’intelligenza artificiale, il 5G e le più recenti tecnologie, per condurre i passeggeri verso nuove incredibili esperienze di viaggio."



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Concept virtuale

Icona globale dello stile italiano, Pininfarina è riconosciuta per la sua ineguagliabile capacità di creare bellezza senza tempo attraverso i suoi valori di eleganza, purezza e innovazione. Fondata nel 1930,Pininfarina si è evoluta da azienda artigiana a Gruppo di servizi internazionale, suprema espressione dello stile automobilistico e realtà consolidata nel design industriale, nell’architettura, nella nautica e nella mobilità oltre l’automotive. Un gruppo che impiega 600 persone, con sedi in Italia, Germania, Cina e Stati Uniti e quotato in Borsa dal 1986. Nel corso di nove decenni Pininfarina ha progettato più di 1.200 veicoli e più di 600 progetti in diverse aree, ricevendo numerosi premi internazionali


Teorema vanta diverse tecnologie, integrate tra loro grazie alla collaborazione di selezionati partner di livello mondiale, che hanno lavorato insieme per offrire la più incredibile esperienza di viaggio. Continental Engineering Services per Superfici e Vetri Intelligenti; Poltrona Frau per i Sedili (le sedute di sono in grado di ripiegarsi fino a trasformarsi in una panca o un lettino); Benteler per il rolling chassis modulare e scalabile. Con la sua costruzione bassa, il rolling chassis di Benteler consente all'auto di ottenere spazi più ampi al suo interno e al tempo stesso di mantenere un'altezzatotale relativamente contenuta


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Concept virtuale

Con 1400 mm di altezza e 5400 mm di lunghezza, Teorema è stata concepita sia per consentire ai passeggeri di condividere le esperienze durante il viaggio, sia per regalare momenti di privacy quando lo si desidera. Come entrando in un salotto, l'ingresso in Teorema avviene semplicemente camminando al suo interno poiché la parte posteriore si apre e il tetto si muove verso l'alto e in avanti, lasciando spazio ad un pavimento che si illumina, guidando i passeggeri ai loro posti. Inoltre, sfruttando l'esperienza di Pininfarina nel design degli interni, Teorema offre ai viaggiatori uno spazio versatile, che può essere utilizzato in molti modi diversi, garantendo una capacità di movimento mai vista prima. I passeggeri sono infatti posizionati a formare un pentagono che lascia spazio ad una cabina stretta nella parte anteriore ed una carrozzeria ampia sulla parte posteriore del veicolo. Lo spazio centrale è modulare e si mostra simile ad un ambiente domestico, consentendolo svolgimento di azioni diverse, mentre il retro, più privato, offre ai passeggeri la possibilità di isolarsi, riposare o dormire. Non essendoci un ingresso laterale, la fiancata della vettura può anche essere utilizzata come schienale, rendendo inoltre la vettura più rigida e leggera.



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#cheroba

Concept virtuale

Grazie all’esperienza unica di Pininfarina, resa possibile dalla propria galleria del vento, Teorema incorpora anche un concetto aerodinamico innovativo. Vista dall’alto Teorema è articolata attraverso tre sezioni separate. Tra lo spazio abitativo centrale e la superficie esterna di ciascun lato dell'auto, i canali d'aria aperti consentono all'aria di fluire attraverso tutto il veicolo. Le sezioni del condotto diminuiscono gradualmente la loro area e questa forma genera un'accelerazione del flusso d'aria che le attraversa. I getti ad alta velocità che escono nella parte po-

steriore riducono quindi la dimensione della scia, migliorando le prestazioni aerodinamiche, contribuendo a ridurre la resistenza e migliorando l'efficienza generale dell'auto. E se è vero che, come per tutti i “gioielli” di Pininfarina, purezza, eleganza e innovazione sono stati gli ingredienti base anche per la realizzazione di Teorema, va tuttavia sottolineato che questa volta il team ha voluto superarsi, creando qualcosa di sofisticato e impressionante nonostante l'utilizzo di forme davvero semplici, eliminando la presenza di porte laterali per conferire una leggerezza stilistica inaspettata.


“Nel prossimo futuro avremo un'esperienza visiva di viaggio del tutto inedita. Un’esperienza senza soluzione di continuità che unisce il mondo virtuale e quello reale per fornire un livello qualitativamente superiore in termini di sicurezza e comfort. Teorema può risultare un veicolo ancora futuristico per la maggior parte di noi, tuttavia parte delle tecnologie implementate sono già qui oggi, pronte per la produzione di massa", afferma Vitaly Ponomarev, Fondatore e CEO di WayRay, azienda che ha collaborato con Pinifarina sul fronte della realtà aumentata.


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#cheroba

Concept virtuale

Ne sono scaturite immagini virtuali nitide e vivide, con una profondità di colore senza precedenti, compaiono dietro al parabrezza e ai vetri laterali dell'auto per integrarsi al mondo reale e consentire ai passeggeri di venire aggiornati su informazioni rilevanti su traffico, luoghi di interesse e curiosità. I passeggeri hanno anche la possibilità di interagire con le informazioni visualizzate per saperne di più o condividerle con le altre persone a bordo. Come accennato, Teorema è un veicolo a guida completamente autonoma ma può facilmente pas-


sare a diverse modalità di guida in base alle preferenze dei passeggeri e alle diverse situazioni. In Autonomy Mode il veicolo è completamente autonomo e dunque non ha bisogno di essere guidato, la persona seduta al posto di guida può tranquillamente voltarsi in direzione degli altri quattro passeggeri, ai quali è garantita una distanza sufficientemente ampia da dare a tutti la sensazione di avere il proprio spazio privato. La funzione Drive Mode fornisce una maggiore sensazione di comunità, tutto ciò che accade du-

rante il viaggio viene condiviso tra i passeggeri. Le diverse aree interne si colorano nella stessa tonalità, instaurando una connessione inconscia che unisce tutti i passeggeri in un'esperienza di viaggio condivisa. Quando invece l'auto si trova in Rest Mode, gli interni si trasformano in uno spazio sociale in cui le persone possono muoversi. Le sedute “intelligenti” cambiano automaticamente posizione, consentendo ai passeggeri di instaurare una maggiore interazione o di trovare degli spazi per rilassarsi. #ca!


RACING

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MOBILITÀ

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L’ARTE

dell’ALGORITMO BMW SI CONFERMA PROTAGONISTA DELLA SCENA ARTISTICA INTERNAZIONALE

BMW HA RECENTEMENTE PRESENTATO "THE ULTIMATE AI MASTERPIECE", UN'ESPLORAZIONE UNICA DI ARTE E TECNOLOGIA CHE UTILIZZA L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER GENERARE OPERE COMPLETAMENTE NUOVE. L'INSTALLAZIONE ARTISTICA VIRTUALE HA DEBUTTATO IN CONCOMITANZA CON IL 50° ANNIVERSARIO DEL BMW GROUP CULTURAL ENGAGEMENT



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L'arte dell'algoritmo


BMW Serie 8 Gran Coupé rappresenta l'ultima miscela di artigianalità, prestazioni, lusso e innovazione ai vertici della gamma BMW. Insieme alla coupé a due porte (e alle sorelle della Serie 8 cabriolet) la Serie 8 Gran Coupé presenta la più recente tecnologia e innovazione BMW, una scelta di potenti motori BMW TwinPower Turbo a sei o otto cilindri e la straordinaria silhouette della Gran Coupé a quattro porte… già, ma che c’entra tutto ciò con l’intelligenza artificiale e con l’arte? Centra, e molto, perché la 8 Gran Coupé è stata la tela su cui un software di intelligenza artificiale ha realizzato autonomamente opere d'arte completamente nuove. Vediamo come. L'installazione artistica virtuale "The Ultimate AI Masterpiece" è stata creata in collaborazione con il tecnologo creativo Nathan Shipley (di Goodby, Silverstein & Partners) e Gary Yeh, collezionista d'arte e fondatore di ArtDrunk. Il duo ha sfruttato il software di intelligenza artificiale open source "StyleGAN" di Nvidia per incrociare oltre 50.000 immagini di opere, che abbracciano 900 anni di storia dell'arte, e una serie curata di 50 opere di artisti contemporanei (sia rinomati che emergenti) con cui BMW ha lavorato negli ultimi 50 anni. Utilizzando questi input come base per comprendere l'arte, l'intelligenza artificiale permette quindi di generare opere d'arte completamente nuove, fondendo ciò che ha appreso dall'arte classica e dagli artisti contemporanei. Questi nuovi lavori sono stati mappati in proiezione su una rappresentazione virtuale della BMW Serie 8 Gran Coupé.


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L'arte dell'algoritmo

Per la prima volta in assoluto la rinomata BMW Art Car Collection viene mostrata in realtà aumentata tramite grazie all'app gratuita Acute Art, lanciata in luglio. Dal 1975 19 importanti artisti di tutto il mondo hanno re-inventato innumerevoli BMW, facendo dichiarazioni artistiche estremamente diverse e riflettendo lo sviluppo culturale e storico dell'arte, del design e della tecnologia. In occasione dei 50 anni di BMW Group Cultural Engagement, le Art Cars sono finalmente entrate nel regno digitale e possono essere virtualmente allestite, in questa mostra totalmente immersiva a 360°, in qualsiasi luogo l'utente desideri


Il binomio tra arte e sostenibilità è la chiave che ha spinto BMW Italia ad essere tra i partner del progetto Uno Di Un Milione, nato da un’idea del Collettivo OP con la partecipazione dell’Orchestra e del Coro di Voci Bianche della Scala. Il progetto intende difendere e promuovere le risorse naturali della Val di Sole attraverso l’arte, la musica e la conoscenza dei luoghi, grazie alla tecnologia. Sono state infatti realizzate delle borracce in leggero acciaio termico, su cui è stato applicato un QR-Code; basta inquadrarlo e si diventa “proprietari” di una delle note del brano, composto nei mesi scorsi dai ragazzi delle scuole di musica della Val di Sole. La scultura monumentale, collocata nell’emozionante scenario naturale di Pejo 3000, è stata realizzata da Morgana Orsetta Ghini e si compone di due strutture in ferro corten e acciaio e permette al visitatore di vivere un’esperienza unica, sentendo risuonare il brano musicale realizzato per Uno Di Un Milione


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#cheroba

L'arte dell'algoritmo

"Per 50 anni, BMW ha sostenuto l'arte e la cultura attraverso numerose iniziative come un modo per coinvolgere e interagire con i consumatori di tutto il mondo in modo autentico - ha affermato Uwe Dreher, vicepresidente del marketing, BMW del Nord America - Mentre continuiamo questi sforzi nel 2021 e cerchiamo modi nuovi e creativi per coinvolgere il pubblico, passiamo a un ambiente virtuale in cui stiamo combinando l'arte secolare e la più recente tecnologia di intelligenza artificiale per creare qualcosa di completamente nuovo ed eccitante". Per documentare il processo creativo dietro l'installazione virtuale, Shipley e Yeh hanno collaborato digitalmente da diverse parti del mondo (Yeh a Seoul, Shipley a San Francisco) e si sono virtualmente uniti per una conversazione coinvolgente sulla tecnologia dietro l'opera d'arte creata dall'intelligenza artificiale, così come il supporto pluridecennale di BMW alle arti. “L'intelligenza artificiale è un mezzo emergente di espressione creativa. È uno spazio affascinante in cui l'arte incontra l'algoritmo. - ha affermato Nathan Shipley - Combinare opere storiche con opere moderne e proiettare le immagini in evoluzione sulla Serie 8 Gran Coupé offre una nuova alla vocazione di BMW di unire automobili, arte e tecnologia". Per parte sua Gary Yeh ha affermato: "Durante un periodo insolitamente isolato della storia, abbiamo colto l'opportunità di curare e lavorare con artisti di tutto il mondo come mezzo per offrire agli



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#cheroba

L'arte dell'algoritmo


spettatori una vera esperienza artistica digitale. È stato particolarmente emozionante spingere i confini dell'arte, vedere come la tecnologia può influenzare il mondo dell'arte negli anni a venire e costruire su 50 anni di impegno culturale in BMW". Oggi, BMW è impegnata sul fronte artistico e culturale in tutto il mondo e prende molto sul serio la propria responsabilità sociale. Nel corso dei decenni si sono affermate oltre cento iniziative culturali a lungo termine nei campi dell'arte moderna e contemporanea, della musica classica, del jazz e del suono, nonché nell'architettura e nel design. Instancabilmente e con grande impegno BMW Group ha sviluppato nel corso degli anni una propria gamma di partnership e attivazioni con artisti, musicisti, designer, curatori di fama. Iniziative destinate a lasciare il segno, tra le quali vanno senz’altro ricordate il BMW Guggenheim Lab, BMW Tate Live, BMW Open Work by Frieze, il BMW Welt Jazz Award, il BMW Art Guide di collezionisti indipendenti, il BMW Art Journey e la serie di concerti gratuiti a Berlino, Monaco, Mosca e Londra. Da ricordare infine che dal 5 al 9 maggio di quest’anno i visitatori di Frieze New York (un grande e prestigioso appuntamento per chi vive d’arte) tra le tante opportunità hanno anche potuto esplorare l'ultimo lavoro del collettivo di artisti Random International “Body / Light” presentato a Manhatten West. Il lavoro era ispirato da una collaborazione di un anno con BMW i e dalla cultura precisa e minimalista del loro gruppo di design, nonché dalle tecnologie che consentono l'elettrificazione della mobilità.

#ca!




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#chebella

THE JUKE R


NISSAN JUKE

REVOLUTION

UNA PERFETTA AUTO DA CITTÀ PRONTA A PORTARE IL SUO STILE ALLEGRO E “GLAM” ANCHE FUORI PORTA E, PERCHÉ NO, SU PERCORRENZE MEDIO-LUNGHE di Alessandro Camorali (titolare di Camal Studio e docente IAAD)


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#chebella

The Juke revolution

ammettere che il piccolo crossover nipponico ha conquistato anche me, in tempi non sospetti. Quando racconto di esserne stato un entusiasta possessore le persone che ascoltano le mie parole rimangono sempre un po' scettiche… ma credo che sia proprio questa la forza del Nissan Juke: l'essere fuori dagli schemi e di difficile comprensione. Una volta saliti a bordo però tutto cambia, lo scetticismo lascia il posto ad un sorriso e improvvisamente ci si sente un po' più bambini e un po' più giocosi... o, meglio, "Juk-osi". A primo avviso sembra la soluzione perfetta per la signora o per la figlia “signorina”, la seconda auto da usare come veicolo di servizio in città, attribuendo alle sue linee una predilezione femminile al di là di ogni discriminante di genere. Io però, che moglie o figlia non sono, ho acquistato la vettura ugualmente perché la trovavo strana, interessante e ben fatta in termini di design. Decisamente di rottura rispetto alla monotonia delle auto del segmento o di connotazione urbana.



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#chebella

The Juke revolution


La prima Juke era tutto questo, con i suoi fari sporgenti dalla carrozzeria come gli occhi di un rospo e con le sue fiancate assurde fatte di volumi grotteschi innestati tra loro in una forma generale più ispirata a un insetto che ad un concetto di sportività e sicurezza off-road. Infatti il Juke, alla sua nascita, dettò indiscutibilmente le regole del buon crossover: rialzato e curato nello stile, dai volumi interni generosi nonostante l'esterno contenuto e dagli accessori il più possibile contemporanei e hi-tech. Il nuovo Juke rispetta tutti questi canoni. Anche se rinnovato nello stile e reso più convenzionale, non perde la peculiarità che lo fece amare e odiare fin dal primo sguardo. Infatti poche altre vetture sono riuscite a spaccare così tanto il gusto del mercato nel passato… forse la Fiat Multipla, che esprimeva il primato di design contrastante misto alla grande fruibilità. Ora questo sempre interessante prodotto Nissan ha subito un restyling non troppo pesante a livello generale, pur avendo cambiato quasi tutte le sue parti rispetto all'originale.


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#chebella

The Juke revolution

Nuovo Nissan Juke è equipaggiato con un efficiente motore benzina da 1.0l, tre cilindri DIG-T turbocompresso, da 117 CV, grazie al quale migliorano le performance e si riducono i consumi. Disponibile in abbinamento a un cambio manuale a 6 rapporti o a un cambio automatico a doppia frizione (DCT) a 7 rapporti con comandi al volante. È possibile scegliere fra tre modalità di guida, Eco, Standard e Sport, per adeguare il comportamento della vettura allo stile di ogni guidatore e ad ogni situazione. Ora è disponibile su Juke anche la tecnologia ProPILOT, che assiste il guidatore in fase di accelerazione, sterzata e frenata. Progettato per la gestione della singola corsia in autostrada, ProPILOT accelera e rallenta la vettura per mantenerne la giusta velocità e la giusta distanza dal veicolo che precede e tiene la vettura al centro della corsia

La linea si è fatta un po' più convenzionale e aggiornata al nuovo family feeling di riconoscibilità del marchio, soprattutto sul frontale. La fiancata è affusolata nei volumi, interrotta in prossimità dei parafanghi muscolosi che si innestano con teorici netti cercando di sembrare più leggeri, con il solito doppio arco ruota scuro in plastica, ormai prerogativa di SUV e crossover. Il tetto è diviso a metà nella zona del lunotto posteriore, secondo dettami di gusto orientale ormai sempre più diffusi su tutti i modelli, garantendo anche le opzioni bicolore dello stesso. Il frontale si presenta rinnovato, la calandra presenta il classico schema a V tipico di Nissan mentre i fari sembrano aver trovato una dimensione e un disegno più sportivo e ricalibrato, per non dividere più così tanto il gusto dei potenziali clienti. Un tondo molto importante richiama l'aspetto originale del Juke mentre un drl orizzontale trasforma la parte superiore e il cofano da un design per pochi ad un design per tutti. Il posteriore è molto lanciato verso l'alto e presenta rifiniture e trattamenti duri e ben accoppiati nelle parti. Un diffusore importante elude l'altezza della massa mentre i fanali sporgenti ne falsano il perimetro compatto.



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#chebella

The Juke revolution

La Juke ritratta in questo servizio è la versione Enigma, caratterizzata da uno stile dai dettagli scuri e futuristici. Per gli esterni una sola combinazione 2-Tone: dark metal grey con tetto blackmetallic mentre i cerchi in lega da 19 pollici Akari (in giapponese significa "leggeri") si presentano per l’occasione in una veste rinnovata total back, conferendo un aspetto ancora più sportivo. La linea del tetto in stile coupé e gli specchietti retrovisori sono impreziositi da un disegno personalizzato a intreccio. Grazie all'applicazione NissanConnect Services, i clienti, tramite il proprio smartphone,possono implementare una serie di sistemi di notifica, gestire funzioni di navigazione e connettività. Inoltre, la perfetta integrazione tra smartphone e sistema di infotainment rende la guida ancora più comoda e sicura. Juke Enigma è il primo modello Nissan in Europa con sistema di infotainment compatibile con Alexa


Nissan Juke è pensato per essere agile, ma nell’ultima serie è anche cresciuto in dimensioni. La lunghezza di 4.210 mm, l’altezza di 1.595 mm e la larghezza di 1.800 mm garantiscono un maggiore spazio interno, ma la vettura resta compatta e anche più leggera di 23 kg. Grazie all’utilizzo di acciaio ad alta resistenza, la nuova generazione di JUKE è dotata di una piattaforma più rigida che garantisce maggiore stabilità, performance, manovrabilità in curva e migliore controllo. Trasformato anche negli interni Juke offre sedute posteriori che hanno uno spazio per le ginocchia aumentato di ben 5,8 cm mentre lo spazio posteriore per la testa è maggiore di 1,1 cm. La capienza del bagagliaio raggiunge i 422 litri, con un miglioramento del 20% rispetto alla generazione precedente. La versione Enigma è in vendita a 26.000 Euro ma l’amplissima gamma parte dall’allestimento Visia, che costa solo 21.000 euro, e poi a salire attraverso gli allestimenti Acenta, Business, N-Connecta, N-Design e Tekna


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#chebella

The Juke revolution

La qualità in generale sembra aumentata in tutte le componenti, abbracciando anche scelte di design come la maniglia di apertura porte posteriori nascosta nel montante, una sfida superiore per questo segmento. Gli interni sono stati rinnovati e, grazie ai suoi 7 centimetri in più di lunghezza esterna, offrono ora maggiore comfort. La plancia frontale orizzontale (con lo schema a 5 bocchette tonde) e i pannelli porta sono rivestiti da materiale tecnico o utilizzano componenti che ne elevano il percepito da “urban car”. La configurazione ha tutto il necessario per il quotidiano, da diversi allestimenti digitali a tutti i comandi comodi e accessibili alla guida. Il vano di carico è ideale per 2 persone, forse un po’ forzato per una famiglia con figli. A mio giudizio, viste anche le motorizzazioni, la Nissan Juke può essere una perfetta auto da città pronta a sgranchirsi un po' le gambe per qualche gita fuori porta, senza mai perdere quello stile allegro e anche un po' “glam”, in linea con la personalità del proprietario.


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#chemacchina

RENAULT ARKANA MICRO-HYBRID TCE 140

LA SFIDANTE

LA SFIDANTE


PER LA PRIMA VOLTA UN MARCHIO “GENERALISTA” AFFRONTA IL TEMA DEL SUV COUPÉ E LO FA CON UNA VETTURA RIUSCITA, MOLTO SPAZIOSA, PARCA NEI CONSUMI E DECISAMENTE GLAMOUR


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#chemacchina

La sfidante


curiosità di provare Renault Arkana era tanta, perché in fondo è la prima volta che un marchio “generalista” come Renault affronta il tema del suv coupé. Prodotto presso lo stabilimento di Busan (Corea del Sud), Arkana si basa sulla piattaforma modulare CMF-B dell’Alleanza, su cui sono già state sviluppate le ultime generazioni di Clio e Captur. Ma questo suv è molto, molto più grande, spazioso e, soprattutto, ambizioso delle consorelle. Arkana sfida i marchi premium in un sotto-segmento (quello dei suv coupé) sino ad oggi quasi esclusivo terreno di pascolo dei tedeschi e, tutto sommato, fa la sua dignitosissima figura, anche in considerazione di un prezzo di partenza ultra-competitivo. Si parte infatti da 30.350 euro per la versione Intens TCe 140 per salire ad un massimo di 34.950 euro per la top di gamma RS Line TCe 160. Salendo a bordo di Arkana si ha subito una sensazione di grande spazio, addirittura superiore a quanto ci si potrebbe aspettare dai suoi 4.568 mm (altezza 1.571 mm e passo di 2.720 mm.). L’abitabilità è ottima sia davanti che sui sedili posteriori.

In arrivo anche per Arkana la motorizzazione “full hybrid” E-TECH Hybrid, che si basa su una soluzione rivoluzionaria detta “serie-parallelo” e offre il massimo numero di combinazioni possibili tra motore termico e motore elettrico. La motorizzazione E-TECH Hybrid 145 cv è composta da un motore termico 4 cilindri benzina 1.6 di 69 kW (94 cv) affiancato da due motori elettrici: un “e-motor”(36 kW) e uno starter ad alta tensione di tipo HSG da 15 kW. Il tutto funziona grazie a un’innovativa trasmissione multimode con innesto a denti priva di frizione. Con la batteria agli ioni di litio da 1,2 kWh è possibile ottenere fino all’80% del tempo di guida urbana in modalità full electric. Ne consegue che Arkana E-TECH Hybrid vanta un consumo misto di 4,9 l/100 km ed emissioni di CO2 pari a 111 g/km (valori WLTP). Prezzo a partire da € 31.850


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La sfidante

Gli interni mostrano un design accattivante in linea con lo stile esterno, sottolineato da materiali di qualità e finiture curate. Il cruscotto ha il display digitale a colori da 4,2”, 7” o 10,2” (in funzione delle versioni) mentre il display centrale misura 7” oppure 9,3”. I sedili anteriori sono rialzati, come in ogni suv che si rispetti, e se nel primo livello di allestimento la selleria è di tessuto, già livello superiore il rivestimento è misto similpelle-tessuto mentre la versione R.S. Line è dotata di sellerie miste in pelle-pelle scamosciata. In tutte le versioni, la climatizzazione automatica (potente e dotata di semplici comandi tradizionali) è dotata di un purificatore d’aria ma il sistema non è bi-zona. Insomma, sull’Arkana ci si trova subito a proprio agio… ma anche un filo in crisi quando ci si deve guardare alle spalle, con un lunotto posteriore piccolo e senza tergicristallo, un’assenza che pesa davvero in caso di pioggia battente. A livello di bagagliaio questa Renault ha un volume di carico assolutamente generoso, con una capacità di ben 518 litri, ma va segnalato che la soglia di carico è piuttosto alta e di conseguenza non agevolissima. Come si accennava, lo stile interno corrisponde una scelta di design esterno gradevole e non troppo estrema.



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La sfidante


La notevole altezza dal suolo (199 mm), la cintura della scocca rialzata e le spalle generose offrono un’impressione di robustezza (accentuata dalla presenza degli ski anteriori e posteriori e delle protezioni dei passaruota) compensata dalla linea spiovente del tetto, che forma una curva “fluida” e slanciata. La calandra dell’Arkana è caratterizzata da una doppia linea cromata mentre, sotto la calandra, il paraurti anteriore e gli ski di protezione aggiungono un senso di solidità. Ben piantato sulle sue grandi ruote, Arkana presenta anche dettagli qualificanti, come le cromature, le protezioni laterali delle porte, le finiture del parafango anteriore e la riuscita firma luminosa. I fari al 100% LED comprendono infatti l’elegante firma luminosa C-Shape, presente anche al posteriore, accompagnata da una fascia che si estende su tutta la larghezza del portellone. La versione micro-ibrida, basata sulla motorizzazione turbo benzina 4 cilindri a iniezione diretta 1.3 TCe, si ottiene aggiungendo un alternatore-starter supportato da una batteria agli ioni di litio da 12V posizionata sotto il sedile passeggero. Questa accoppiata è associata a una trasmissione

La gamma di dispositivi di assistenza alla guida comprende l’Highway and Traffic Jam Companion, che associa l’Adaptive Cruise Control (con funzione Stop & Go) al centraggio della carreggiata. Regola la velocità dell’auto da 0 a 160 km/h, mantiene la distanza di sicurezza dai veicoli che precedono e permette di fermarsi/ ripartire automaticamente entro un periodo di 3 secondi. Da rammentare anche la frenata d’emergenza attiva, il sensore di angolo morto, il riconoscimento della segnaletica stradale (con allarme di eccesso di velocità) e l’allerta di superamento della linea di carreggiata. Da sottolineare anche il rilevamento attivo dei veicoli in arrivo e l’Easy Park Assist, che facilita tutte le manovre di parcheggio


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La sfidante

Arkana può contare su un mondo connesso che riunisce tanti servizi accessibili tramite la App mobile MY Renault e il nuovo sistema multimediale Renault EASY LINK. Quest’ultimo dispone di connettività permanente 4G e di servizi grazie a partner come Google e TomTom.Dalla gestione del veicolo da remoto alle informazioni sul traffico in tempo reale, passando per la navigazione door-to-door sino alla localizzazione dell’auto e, tra breve, al controllo da remoto delle porte. Grazie alla tecnologia “Over The Air”, il sistema multimediale Renault EASY LINK può contare su aggiornamenti automatici effettuati regolarmente

automatica a doppia frizione EDC a 7 rapporti, ed è proposta in due versioni: 140 cv e 160 cv. La tecnologia di micro-ibridazione garantisce la rigenerazione energetica in fase di decelerazione e consente al motore termico di smettere di funzionare durante le frenate ma, nelle fasi in cui consuma più energia (avviamento e di accelerazione) il motore è concretamente aiutato dall’alternatore-starter. Tutto ciò permette di ridurre il consumo di carburante fino all’8% e le emissioni di CO2 fino all’8,5%, garantendo nel contempo maggiore fluidità e brillantezza nelle ripartenze. Non abbiamo prove di laboratorio a supportarlo ma il consumo complessivo nei giorni del nostro test si è attestato attorno ai 15 chilometri/litro, con un misto di città, autostrada e strade provinciali. Nella versione micro-ibrida TCe 140 (oggetto di questo servizio) Arkana vanta una coppia di 260 Nm disponibile da 1.750 a 3.500 giri/min, ossia +10 cv e + 20 Nm rispetto al vecchio motore 1.3 TCe 130 mentre il consumo misto (dichiarato dalla casa) pari a 5,8 l/100 km ed emissioni di CO2 pari a 131 g/km (valori WLTP). Ida non dimenticare anche infine i settaggi MULTISENSE permettono al conducente di scegliere tra varie modalità di guida: My Sense per l’uso quotidiano,



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La sfidante


Eco per ridurre ulteriormente i consumi e Sport per una guida più brillante. I settaggi sono accessibili molto facilmente attraverso il pulsante dedicato sotto al display centrale. L’indicazione in tempo reale del comportamento prescelto è visualizzata sul cruscotto e nel sistema multimediale con l’animazione del diagramma dei flussi che indica il senso di circolazione e il tipo di energia che alimenta la trazione (elettrica, meccanica, combinata). In strada Arkana è promossa anche se qualche dettaglio lascia un po’ a desiderare. Il motore benzina spinge senza esitazioni, è brillante e “rotondo”, addirittura vivace se si utilizza la modalità Sport e ben supportato da un ottimo cambio, davvero fluido e tempestivo. Abbiamo notato un certo ritardo nello spunto da fermo, imputabile però all’intervento del sistema Stop & Start. Questo sistema è forse troppo sensibile e interviene anche quando non sarebbe il caso (ad esempio per una sosta di un paio di secondi) impedendo di conseguenza una ripartenza rapida. Il sistema crea qualche imbarazzo soprattutto in caso di situazioni di soste in salita, perché la ripartenza è titubante e, per non scivolare all’indietro viene

Arkana è il quarto modello a proporre la griffe design R.S. Line, che si ispira al DNA sportivo di Renault. Il suo stile incisivo è ulteriormente accentuato dall’atmosfera “black”. Il paraurti è specifico, così come i cerchi “Silverstone” dagli inserti rossi, mentre il badge R.S. Line spicca sul rivestimento del parafango. Nell’abitacolo la versione R.S. Line vanta tanti dettagli importanti, tra i quali ricordiamo il rivestimento dal look carbonio su plancia e porte, un profilo rosso che attraversa tutta la plancia e il cielo nero. Il volante in pelle traforata e le sellerie miste pelle-pelle scamosciata sono impreziositi da impunture rosse. L’allestimento R.S. Line è disponibile con la motorizzazione E-TECH Hybrid e con le motorizzazioni micro-ibride TCe 140 e TCe 160


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La sfidante

istintivo pigiare sul freno e a quel punto il motore… si spegne nuovamente. A parte ciò Arkana è un automobile facile da guidare in ogni condizione. Se la cava bene anche in città, dove rivela un’agilità inaspettata mentre su percorsi extraurbani abbiamo apprezzato un’ottima tenuta di strada. L’auto è molto stabile, il rollio minimo anche su curvoni lunghi e veloci e anche lo sterzo è promosso con un voto alto. Visto che si tratta di un suv, in caso di versioni a venire e con potenze superiori, sarebbe interessante valutare l’aggiunta della trazione integrale… ma questa è un’altra storia. Per tornare alla nostra TCe 140 micro hybrid, detto che il comfort a bordo è più che sufficiente (l’auto non è delle più silenziose ma neppure rumorosa) resta un fatto da segnalare…quando scendete dalla vostra auto. Il sistema keyless è super-rapido e sin troppo sensibile pertanto, se vi aggirate attorno alla vettura con la chiave in tasca, è un tutto un aprire e chiudere, lampeggiare e ripiegare gli specchietti per poi riaprirli dopo un nanosecondo. In ciò Arkana è molto “francese”: vi schiaccia l’occhiolino e ama farsi notare.


#ca!


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#chemacchina

MAZDA CX-3

#trionforosso L'ATTENZIONE AL COLORE DEL MARCHIO MAZDA È PROVERBIALE E TROVA, IN PARTICOLARE CON IL ROSSO, UN SUCCESSO SCONOSCIUTO AD ALTRI BRAND, CERTIFICATO DALLE VENDITE MA ANCHE DAI… SOCIAL di Marco Cortesi



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#chemacchina

#trionforosso

otografare una Mazda rossa, come questa CX-3, è molto facile. Buona riuscita assicurata in ogni condizione di luce e meteo e in ogni posizione. Tante auto propongono colori ricercati e realizzati in modo impeccabile, ma il foto-test fa quasi sempre faticare. La verniciatura delle Mazda, ancor prima che le forme, offre da ogni lato il suo... lato migliore e, in un mondo in cui la cultura è prettamente visiva, nell'epoca di Instagram, non è un valore da poco. Non sorprende il successo di Mazda sul social network: per numero di macchine vendute, Mazda ha una presenza in termini di hashtag impressionante: 1,2 milioni di post con #mazda3, un numero degno di modelli sul mercato da più tempo e con volumi molto più elevati. Ma anche oltre 120.000 per #mazdacx3, molti di più di delle avversarie dirette, e addirittura i 31.000 per #soulred. Un numero incredibile considerando che si tratta di uno specifico nome commerciale di un colore automotive senza rischio di confusione. Evidentemente, con risultati fotografici migliori, e un indubbio stimolo visivo, i proprietari sono più portati a postare, orgogliosi della propria auto e del suo colore, e i post stessi incontrano più successo perché più impattanti. A questo risultato, che abbiamo misurato in maniera assai poco scientifica, si è arrivati con uno studio del colore tutt'altro che casuale, entrato nella cultura Mazda sin dalla prima vettura, la R360 del 1960.



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#chemacchina

#trionforosso

In Mazda, già allora, le tonalità si sceglievano non tanto per fare, ma con l'obiettivo per comunicare qualcosa di molto specifico a chi guardava. La freschezza della menta, la serenità del cielo, la passione del rosso. Anche quest’aspetto fa parte del concetto di Jinba Ittai di unione tra uomo e auto: il colore è il primo punto di contatto dell’auto con l'essere umano, la prima cosa che viene notata e "processata" dal cervello. Oggi, il colore nell'automotive è una scienza, spesso usata in maniera discutibile. Mentre altrove prevale il monocromo (situazione dettata non solo dalle

mode ma anche dal poco coraggio nel proporre soluzioni più "vive") in Mazda il colore, e in particolare il rosso, è un orgoglio e un successo. Il punto d'arrivo prende il nome Takuminuri, una combinazione dei termini giapponesi per "maestro artigiano" (Takumi) e "verniciatura" (Nuri) che insegna ai robot le tecniche degli specialisti artigiani. La tecnica Takuminuri è utilizzata per i due colori più celebrati del brand, il Soul Red e il Machine Gray, ma è sul rosso che lo studio, e i risultati in termini di impatto d'immagine, raggiungono il loro massimo splendore con l'evoluzione Soul Red Crystal. Ciascuno dei suoi tre strati svolge una funzione diversa, con due tipi di scaglie di alluminio nel rivestimento di fondo: quelle luminose per riflettere la luce e altre che invece la assorbono. Il rivestimento semitrasparente contiene invece pigmenti rossi ad alta crominanza. La luce si riflette così attraverso il trasparente e gli strati di pigmento rosso sulle scaglie di alluminio nel fondo e, mentre le scaglie illuminano la superficie di un rosso profondo e intenso (che sembra risplendere dall’interno) le superfici in ombra assorbono la luce e appaiono nerastre. Con una qualità del genere non sorprende il risultato commerciale e d'immagine. Nel 2020, solo il 6,7% di tutte le auto nuove sono state rosse, ma in Mazda, quel numero è del 27,2%: più elevato di qualsiasi altro marchio automobilistico. Segno che, se gli viene offerta una scelta di qualità, il consumatore cerca ancora personalità, passione e forza comunicativa.



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#chemacchina

#trionforosso

CX-3 da fuori ha una spiccata personalità che a molte concorrenti manca. Non è solo il colore, ma anche il cofano lungo, con l'abitacolo leggermente arretrato, tipico del linguaggio di design Kodo. Il frontale è imponente, con la tipica calandra Mazda dalla quale parte la caratteristica nervatura che si incrocia con la "gemella" posteriore per creare una spalla muscolosa. Al posteriore i gruppi ottici sottili e ricercati, e la continuità tra terzo finestrino e lunotto, aumentano il senso di dinamicità. La CX-3 offre la sensazione di essere pronta a scattare, con un livello di cura per il design, di feeling generale e di assemblaggi da vettura premium. Non sorprende che, a ben sei anni dal debutto, sia ancora "fresca". La stessa cura si scopre a bordo. Anche se il livello non può essere quello delle sorelle maggiori Mazda 3 e CX-30, e alcuni elementi del design sentono il peso degli anni (ad esempio il display da soli 7 pollici) sulla CX-3 si percepisce nettamente quella cura per l'esperienza generale di guida che altrove manca. E' il tanto declamato concetto di Jinba Ittai che avvolge il guidatore e aggiunge un livello ulteriore di "umanità" rispetto alla funzionalità pura e semplice. Eleganza ma non solo, in quanto di tratta di un design organico. In particolare lasciano un'ottima sensazione i sedili (migliorati per il 2021) specie se con la selleria in pelle, studiati per mantenere il bacino in posizione eretta su una specifica usata sulle "sorelle maggiori".



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#chemacchina

#trionforosso

Per l'edizione 2020, il sistema multimediale era stato migliorato con l’adozione di serie di DAB+, Apple CarPlay (wireless) e Android Auto per tutti i modelli. Complete anche le possibilità relative agli ADAS con il pacchetto i-Activsense (che include Cruise Control Adattivo, Sistema monitoraggio posteriore con avviso pericolo in uscita dal parcheggio, Avviso stanchezza guidatore, Rilevamento segnali stradali TSR, Fari adattivi a matrice di LED e la visuale a 360° in parcheggio). Sotto il cofano c'è l’unità benzina 2.0L aspirata tipica Mazda, ulteriormente affinata. Sviluppa 121 CV (solo a trazione anteriore) ed è abbinata al cambio manuale 6 rapporti o, da quest'anno, all'automatico con convertitore di coppia Skyactiv-Drive a 6 marce. Sul manuale, già dal 2020 la CX-3 si era arricchita del sistema di disattivazione cilindri, che gestisce automaticamente lo spegnimento di due dei quattro cilindri quando non sono necessari. E per la versione da 121 cv gli affinamenti sono stati tanti, con nuovi collettori d'aspirazione, pistoni, iniettori e un sistema per ottimizzare il riscaldamento della camera di combustione. Tutto ciò (pur mantenendo i principali valori prestazionali invariati) ha aumentato l'efficienza e portato ad una riduzione di consumi ed emissioni. In strada il motore tira fuori il meglio di sé ai regimi più alti, con un allungo brillante e una sonorità vivace. Il 2.0 si comporta come un vero motore



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#chemacchina

#trionforosso

Jinba Ittai e design italiano? Molte le influenze che il belpaese ha avuto sulla cultura del design Mazda. Ma non si tratta solo di ispirazione. Nel 1960, il designer Hideyuki Miyakawa conobbe sua moglie, Marisa Bassano, al Salone di Torino all'età di 22 anni. Quell'incontro lo portò ad approfondire la cultura italiana iniziando un gioco di ispirazione che continua anche oggi. Ikuo Maeda, artefice del Kodo Design che caratterizza tutte le vetture della casa nipponica di oggi, ha una vera e propria venerazione per l'Italia. Nella sua carriera ha studiato i maggiori designer italiani, incontrando Bertone e Giugiaro e cercando di estrarre il meglio dalle esperienze in Mazda di entrambi. Come la Concept Aria del 1981 per Bertone (che ha introdotto idee usate anche ora quali il primo virtual cockpit della storia, a tubo catodico, e le luci integrate nei montanti) o la Luce diGiugiaro, vettura che nel 1965 introdusse un'eleganza sconosciuta, di chiara ispirazione Lancia. Su questo tema, Mazda ha realizzato un interessante documentario, The Shape of Time, disponibile su YouTube, imperdibile per gli appassionati



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#chemacchina

#trionforosso

benzina, anziché tentare di replicare la curva di coppia di un diesel, e pur offrendo una discreta coppia ai bassi, invita a spingere per trovare di più. L'unione tra allungo e sound è appagante: se ben sfruttata, la CX-3 dimostra molti più cavalli dei suoi 121 e tanta personalità, cosa che gli appassionati continuano ad apprezzare. L'appagamento si riscontra anche nel comportamento: lo sterzo è estremamente preciso e comunicativo, il cambio quasi da vettura sportiva e l'assetto è ben bilanciato. Pur senza estremismi nella taratura delle sospensioni, che compromettono il comfort, la CX-3 fa venire voglia di guidare, forzando anche il ritmo con naturalezza… e in scalata, viene voglia di staccare con il punta-tacco. E' una sportività diversa, quella di Mazda, che non deriva da tarature o dalla percezione di scomodità, ma da una sostanziale bontà della dinamica di guida. Con un feeling sicuramente da vettura premium, la CX-3 si avvantaggia di un listino competitivo che parte da poco più di 23.000€; cerchi da 18 pollici clima automatico, frenata d'emergenza con rilevamento pedoni e specchi ripiegabili elettricamente sono di serie. Con un aggravio di meno di 2.000€, la versione Exceed aggiunge l'head-up display a colori, l'avviso di uscita dalla corsia, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori (solo posteriori sulla "base" executive) più fari full led e accesso senza chiave. Per arricchire l'equipaggiamento ci sono poi l'iActivesense (per 1.200€ estremamente ben spesi), navigatore e sedili in pelle.


#ca!


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#checorse

SILK WAY RALLY 2021

LA VIA a

dell

SETA PURTROPPO, ALL’ULTIMO MOMENTO, L’EMERGENZA COVID IN MONGOLIA HA COSTRETTO GLI ORGANIZZATORI A TAGLIARE QUASI METÀ DEL RALLY CHE SI È COMUNQUE CONFERMATO SELETTIVO, DURO E ALTAMENTE SPETTACOLARE


Fotografie di: Mikhailov Anton Andreevich | Kin Marcin - Red Bull Content Pool | Julien Delfosse | MCH Photo | Dmitry Galchun | Anton Elikov


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#checorse

La via della seta

Jérôme Pélichet e Pascal Larroque, terzi all’arrivio con il loro Optimus Raid Lynx

undicesima edizione dell’affascinate Silk Way Rally (letteralmente il Rally della Via della Seta) era prevista su un tracciato particolarmente aspro e impegnativo, attraverso Russia e Mongolia, con arrivo previsto a Ulan bator, capitale della Mongolia. Con un percorso che prevedeva tratti velocissimi, alternati ad altri di fuoristrada davvero duro, tutto lasciava intendere che l’evento sarebbe stato molto selettivo e altamente spettacolare, che quindi non ha toccato aree suggestive originariamente previste (come il deserto Gobi) e ha visto la gara arrestarsi dopo solo 5 giorni al bivacco di Gorno-Altaisk, (ai piedi della catena montuosa degli Altai) assurto così a traguardo finale. Per gestire una grande competizione internazionale come il Silk Way Rally, gli organizzatori devono affrontare molti problemi, che richiedono di essere risolti nel minor tempo possibile sia durante la preparazione che nel corso della gara. Durante la ricognizione, l’organizzatore di solito considera due o tre opzioni di percorso alternative, per poterle utilizzare in caso di eventi di forza maggiore. Così, quanto il 1° luglio Denis Protsenko (capo locale della strategia di mitigazione del COVID-19) ha inviato una lettera chiedendo di modificare immediatamente il percorso di gara e di considerare di condurre la competizione solo nella Federazione Russa



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#checorse

La via della seta


per l’organizzatore (se pur a malincuore) non è stato difficile tagliare e ricucire il percorso della competizione, decidendo di non attraversare il confine tra Russia e Mongolia e di utilizzare solo selettive tappe in terra russa per portare a termine la gara. Con concorrenti nelle categorie moto, quad, auto, prototipi leggeri, SSV e camion, l'evento ha comunque visto ai nastri di partenza trenta diverse nazionalità. Oltre questi vanno conteggiati ben 114 mezzi di assistenza per ottenere, escluso il team organizzativo, un totale di 450 persone iscritte a questa 11° edizione del Silk Way Rally. Il rally si è quindi corso solo in Siberia, ma le difficoltà per i concorrenti non sono mancate e al termine dei 3.108 chilometri percorsi, l'evento ha assegnato i suoi famosi trofei “White Tiger” ai vincitori delle diverse categorie. Dopo sei anni di assenza dai rally-raid, i francesi Guerlain Chicherit e Alex Winocq (Century CR6 SRT) hanno centrati un rientro vincente con una magnifica condotta di gara, al termine di una battaglia mozzafiato in cinque atti con le Mini dei russi Krotov e Vasilyev. Tagliato il traguardo finale con il sorriso delle grandi occasioni stampato sul viso, Chicherit e Winocq hanno assaporato la loro vittoria in attesa dell'arrivo del loro rivale più diretto, il russo Denis Krotov

Jean-Luc Pisson Ceccaldi e Jean Brucy (Zephyr Ph Sport) primi nella categoria T3


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#checorse

La via della seta


Su decisione degli organizzatori del rally, tutti i bivacchi e le infrastrutture, preparati per le tappe mongole, sono stati consegnati alle autorità statali e locali per allestire stazioni anti-COVID-19 e per aiutare la gente del posto a combattere la pandemia. La Mongolia riceverà anche forniture umanitarie, consegnate per conto della Direzione del Rally. Al bivacco finale del rally è stata organizzata anche una raccolta di fondi per la comunità locale colpita dalla pandemia di COVID-19


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#checorse

La via della seta

(Mini Jcw Rally Msk Rally Team). "Lo aspettavo da più di quattro anni - ha spiegato il pilota francese - Ho sempre sognato di vincere questo magnifico rally. Abbiamo commesso degli errori, molti errori in effetti, ed è un peccato non essere potuti andare in Mongolia, ma ringrazio gli organizzatori per averci concesso questi giorni in più di gare. Davvero meraviglioso e non vedo l'ora di venire a difendere questo titolo l'anno prossimo". E se il successo finale dell'ex vincitore della Coppa del Mondo FIA di Cross Country Rallies è stato deciso durante le due tappe maratona in montagna, Denis Krotov e Konstantin Zhiltsov possono essere orgogliosi di aver vinto il loro duello tra piloti Mini contro Vladimir Vasilyev. Alla fine i russi sono secondi davanti a Jérôme Pélichet e Pascal Larroque (Optimus Raid Lynx) che hanno agguantato il terzo gradino del podio proprio come nella precedente edizione del 2019. Nella categoria T3, riservata ai prototipi leggeri, si è invece avverato il sogno del corso Jean-Luc Pisson Ceccaldi, affiancato da Jean Brucy. Quando qualche settimana prima Pisson Ceccaldi aveva iscritto la sua Zephyr Ph Sport a questo Silk Way Rally, probabilmente non pensava al gradino più alto del podio nell'ambita categoria Light Prototype (T3). Ma guidato dall'esperto Jean Brucy,


Dmitry Sotnikov, Ruslan Akhmadeev e Ilgiz Akhmezianov hanno regalato al team Kamaz Master la vittoria tra i camion


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#checorse

La via della seta

Vincitori assoluti i francesi Guerlain Chicherit e Alex Winocq (Century CR6 SRT)


il pilota corso è riuscito ad avere la meglio sui veloci BRP Can-Am Maverick dei russi Lebedev e Silnov, che hanno completato il podio finale. La vittoria nella categoria SSV (T4) è andata ai russi Sergey Kariakin e Anton Vlasiuk (BRP Can-Am Maverick), nonostante la vivace resistenza e la vittoria nell'ultima prova speciale del duo francese Mathieu Margaillan - Axelle Roux (Can-Am). Infine, nella categoria dei pesi massimi, Dmitry Sotnikov, Ruslan Akhmadeev e Ilgiz Akhmezianov hanno regalato al team Kamaz Master un clamoroso debutto per il loro nuovo modello K5. Ma non è tutto, oltre a ciò Sotnikov ha “fatto la storia”, diventando il primo pilota di qualsiasi categoria a vincere il Silk Way Rally per la terza volta. Se è vero che c'erano ben cinque piloti Kamaz al via del rally 2021 che avevano vinto l'evento almeno una volta, solo due di loro ci erano riusciti due volte. Sia Dmitry Sotnikov che Airat Mardeev sognavano di aggiungere una terza medaglia d'oro alla loro bacheca dei trofei e alla fine è stato Sotnikov a prendersi gli onori. Un successo strappato di sotto al naso prominente del bielorusso Siarrhei Viazovich (MAZ), sempre competitivo ma vincitore di un’unica vittoria. La prossima gara della Coppa del Mondo FIA Cross-Country rallies è in programma a metà settembre in Portogallo.

#ca!


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#chenovità

Mitsubishi Eclipse Cross PHEV

PASSISTA PER TUTTE

LE STAGIONI


LA NUOVA ECLIPSE CROSS HA SPOSATO I VALORI DI UN UTILIZZO A 360 GRADI E ORA, CON L'AGGIUNTA DELL'ECCELLENTE SISTEMA IBRIDO INTRODOTTO CON GRANDE SUCCESSO SULLA OUTLANDER, HA PORTATO LA SUA VERSATILITÀ SU UN'ALTRA DIMENSIONE di Gian Maria Gabbiani


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#chenovità

Passista per tutte le stagioni

detto, la Mitsubishi Eclipse Cross ha rotto gli schemi dal punto di vista della storia. Con un nome che richiama quello della celebre antenata anni '90, una sportiva posizionata quasi alla portata di tutti, ha infranto qualche cuore tra coloro che da piccoli o neopatentati sognavano di guidare un giorno la slanciata ed esotica coupé del sol levante… ma con la prima Eclipse questa nuova non ha niente a che vedere. Si tratta di un comodo SUV che offre ai suoi passeggeri tantissimo spazio vitale sia all'anteriore, sia sul divano posteriore e permette di viaggiare in tranquillità, in modo "morbido" e poco impegnativo. L’abbiamo usata per le ricognizioni per il Rally delle Quattro Regioni e ha mostrato il meglio di sé, grazie ad un abitacolo ben disegnato, robusto e spazioso, oltre che ben insonorizzato. Insomma l’deale per dettare le note al navigatore prima di sfrecciare, sul filo dei millesimi, su un'altra macchina dei tre diamanti, la cattivissima (anche se un po’ datata) Lancer Evo X. Curiosamente, la Eclipse Cross condivide con l'aggressiva berlina la medesima piattaforma, la Project Global, che per altro caratterizza anche Outlander e ASX. Con una base così solida, non sorprendono le doti di fondo, nonostante l'altezza da terra e l'attenzione al comfort di marcia. Certo, se il telaio si adatta a una vettura da corsa da oltre 300 cavalli, il potenziale



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#chenovità

Passista per tutte le stagioni

non manca e con il versatile sistema ibrido già visto sulla Outlander (che ha nella ricarica veloce e nelle modalità di guida i suoi punti forti) le cose non possono che migliorare. Quando vedranno questo SUV coupé di nuova generazione, i puristi penseranno ancora con una lacrimuccia alla prima Eclipse, ma i tempi sono cambiati. Mitsubishi oggi ha puntato su altri valori, quelli relativi all'uso a 360 gradi e, per utilizzare un termine americano, l'Eclipse Cross è una vera “all-rounder”. Già lo era con la sola motorizzazione a benzina e l'adozione del sistema Plug-In si è aggiunta un'ulteriore dimensione. L'Eclipse Cross mette in mostra quanto di buono si era già visto sulla Outlander ma racchiudendolo in un pacchetto più compatto e dotato della piattaforma Plug-In della casa nipponica, una delle migliori sul mercato. Non per altro, rappresenta una delle configurazioni più apprezzate a livello internazionale grazie ad una versatilità impareggiabile. Nella versione più "piccola" che lo caratterizza rispetto alla sorella maggiore, l'ibrido della Eclipse ha una potenza di sistema di 187 cavalli, in grado di soddisfare senza problemi tutte le necessità. Ma in verità è lo sfruttamento di questa potenza che fa la differenza. Oltre alla modalità esclusivamente elettrica Eclipse vanta due tipi differenti di gestione ibrida. La prima usa il propulsore a combustione come generatore



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#chenovità

Passista per tutte le stagioni

per i due motori elettrici, per tutte quelle situazioni quotidiane che non richiedono prestazioni ad alta intensità. La seconda invece è l’ideale quando serve tirare fuori il massimo della performance, con il motore benzina utilizzato primariamente per dare trazione, assistito dall'elettrico, e in grado di caricare anche le batterie. Inoltre, coi due motori e la trazione integrale, l'aderenza su ogni tipo di fondo è garantita. La batteria da 13.8 kWh fornisce un'autonomia (dichiarata) superiore ai 50 chilometri, ma soprattutto (una vera rarità per una PHEV) la possibilità di carica veloce in corrente continua. In 25 minuti, il tempo di una veloce spesa, la ricarica può arrivare così all'80 %. Abbiamo parlato di versatilità superiore. Mitsubishi, in realtà, ha già pronto lo step successivo. Si chiama Dendo Drive House e prevede lo stoccaggio nella vettura di una parte di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico di casa, quando non istantaneamente usata. Da sottolineare il fatto che ciò non serve solamente per l’utilizzo dell’auto ma anche per restituire energia, in maniera bidirezionale, usando l'auto per alimentare... la casa, in quanto la vettura funge da concreto accumulatore "cuscinetto". Il sistema Dendo attualmente è disponibile solo in Giappone, in modo limitato, ma potrebbe presto diventare realtà anche altrove, magari con gli avanzamenti tecnologici attesi nel comparto batterie.


#ca!


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#cheleggenda


di Roger C. Johnson per gentile concessione di Barrett – Jackson Auction Company

La Ford Mustang di Henry Ford

The French connection IL FILM “LE MANS 1966”, DIRETTO DA JAMES MANGOLD NEL 2019, HA RIPORTATO ALLA RIBALTA L’EPOPEA DELLA BATTAGLIA TRA LE FORD GT 40 E LE FERRARI… MA POCHI SANNO CHE, PER VEDERE ALL’OPERA LE SUE CREATURE, HENRY FORD II SI CONCESSE UN VIAGGIO IN FRANCIA A BORDO DI QUESTA SPECIALISSIMA E UNICA MUSTANG


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The French connection


uando nel 1966 Henry Ford II decise di andare in Francia per vedere le sue auto battere la Ferrari alla 24 Ore di Le Mans, aveva chiesto di poter guidare questa specialissima Mustang. Venduta all'asta di Las Vegas del 2021 questa decappottabile “high-option” del 1966 era (ed è tuttora) davvero unica e dotata di molti dettagli che semplicemente non erano disponibili per nessun altro esemplare al mondo. Tra tutte clamorosamente esclusivo è il logo “HFII” (Henri Ford II) posto al centro del volante.

Trattata con una speciale vernice Raven Black, capace di grande una lucentezza, la carrozzeria contrasta magnificamente con la sua capote in pelle bianca (comandata elettricamente). Per parte sua l'interno dell'auto è incomparabile. I suoi esclusivi sedili avvolgenti e i pannelli delle porte sono prototipi (che sarebbero poi stati utilizzati per le Cougars del 1967/1968) mentre il “GT Equipment Group” includeva un lettore di nastri AM/8 e stereo. Naturalmente, i materiali e le finiture degli interni sono di prim'ordine: sedili e pannelli in pelle marrone chiaro rendono l’abitacolo confortevole e affascinante.


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Dopotutto, il signor Ford aveva in mente di far prevalere i sui cavalli Mustang sui Cavallini Rampanti di Enzo Ferrari… Il piacevole sound di questa Mustang è dovuto al solido motore K-code 289ci, il primo V8 Ford piccolo, evoluto e ad alte prestazioni, dotato di un singolo carburatore a 4 corpi, che genera ben 271 cavalli, accoppiato ad un cambio manuale a 4 velocità. Questa è essenzialmente la stessa architettura di propulsione utilizzata nelle GT40 originali, che hanno corso e vinto a Le Mans in quegli anni. Il motore 289 era stato inizialmente prodotto nel 1963 e proposto in successione sulle Ford Fairlane,


Comet, Shelby Cobra e infine Mustang. Questo motore, collaudato in gara, divenne una leggenda del suo tempo e ogni auto dotata di quel V8 assumeva un particolare status nella mente degli appassionati di tutto il mondo. Nel corso del suo viaggio in Francia l’auto suonava come un “predatore di strada” ma affascinava anche quando era parcheggiata e i conducenti di auto locali erano probabilmente mortificati quando il mister Ford passava in mezzo a loro. Questa Mustang mostra fari fendinebbia montati sulla griglia e, sul retro, un bellissimo doppio scarico mentre un innovativo sistema di servosterzo la ren-

deva ancora più agile. Non mancavano i freni a disco anteriori e ruote in acciaio, appositamente progettate, forniscono tuttotora ulteriore qualità a un'immagine e una storia già straordinarie. Questa vettura ha vissuto la maggior parte della sua vita in Francia, dove è stata esposta in numerosi eventi legati alla Mustang nel corso degli anni. Per molti versi questa Mustang è più che rara, considerando quanti pochi esemplari K-code siano stati prodotti, quanti pochi di loro sono stati così ben equipaggiati e come nessuno, tranne questo ,può essere considerato un prezioso “sangue blu Ford”. Parlez-vous francais? #ca!


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