#cheauto! Gennaio 2018

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

21

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Gennaio 2018

Una Ford GT tra i fiordi norvegesi

NUOVA

Aston Martin Vantage

NUOVA

Subaru Forester


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

21

Gennaio 2018

checosac’è #chedire 5 ? • Idrogeno, questo sconosciuto

#chefoto 6 #cheroba 18 • Brivido Giallo VIDEO

#chebella 26 • Un lampo nel buio VIDEO • Aston Martin

#chemacchina 48 • Subaru Forester • Peugeot 3008 VIDEO


#checorse 74 • Rally Monza: il re è magro • WTCR: Il Console Marcello

#chestoria 92 • La carica dei 1001 VIDEO

#cheleggenda 100 • La Tridentite

#cheamerica 106 • Spunti, curiosità e notizie dagli USA

#cheauto Periodico mensile digitale automobilistico Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

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?

chedire

Idrogeno, questo sconosciuto di Vittorio Gargiulo

In

tutto questo fervore, in questa corsa all’elettrico che sta attraversando il mondo dell’automobile, è passato quasi inosservato il tour che, in dicembre, ha attraversato mezza Europa con due vetture, per l’appunto elettriche, ma non a batteria bensì spinte dalla tecnologia a idrogeno e celle a combustibile. Si è trattato di una viaggio dimostrativo, compiuto a bordo di una Hyundai iX35 e la Toyota Mirai, che si è snodato da Bruxelles a Stoccarda, per poi toccare Bolzano, Firenze, Roma e approdare a Napoli il 15 per aprire la settima edizione della EuropeanFuel Cell Technology Conference, dedicata alle energie green e alla mobilità sostenibile.

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Il professor Angelo Moreno, presidente di H2IT (Italian Hydrgoen and Fuel Cells Association), vera e propria anima di tutto quanto in Italia fa capo a questa tecnologia, è stato uno dei promotori e partecipanti al tour: “Abbiamo attraversato Belgio, Germania ed Austria per arrivare a Bolzano – ci ha detto Moreno – e

Bruxelles, 5 dicembre, la partenza della Hyundai e della Toyota per il tour europeo a idrogeno

per la prima parte del viaggio non abbiamo avuto nessun problema perché, lungo la strada, abbiamo trovato diversi distributori idrogeno pubblici, dove poter fare il pieno quando necessario. I distributori attivi sono già circa un centinaio in Europa… ma problemi seri avremmo potuto averne in Italia, da Bolzano in giù. Quello di Bolzano infatti è l’unico distributore pubblico in Italia (!), per cui dopo abbiamo dovuto appoggiarci ad alcuni centri di produzione di idrogeno, che si erano attrezzati con dispositivi provvisori per farci il pieno”. Il viaggio da Bruxelles a Napoli si poneva anche, o forse soprattutto, l’obiettivo di accendere un faro sul ritardo che l’Italia sta accumulando nel promuovere (a tutti i livelli) questa tecnologia. in Tecnologia che in realtà potrebbe essere davvero la “soluzione finale”, in quanto presenta minori e più semplici problemi di gestione rispetto all’elettrico a batteria. O quantomeno andare braccetto con l’elettrico a batteria. Meditate gente, meditate…


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Nella foto un dettaglio che ben rappresenta l’incredibile ricerca aerodinamica applicata alla McLaren “Senna”. Si tratta del nuovo modello della gamma Ultimate Series è la vettura da strada più estrema mai costruita da Mc Laren (800 cavalli per 1.194 chili). La sua produzione è limitata a 500 unità e il prezzo in Italia è di 945.500 Euro… IVA inclusa Foto McLaren Automotive Limited


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Provate a utilizzare tutti (o quasi) gli accessori e le parti speciali prodotte da Mopar per la Jeep Wrangler Rubicon 2018 e questo sarĂ il sorprendente risultato. Da notare il colore: si chiama Mojito Green!

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Quando si dice “restare insabbiato”. Questa è una incredibile fotografia scattata in occasione del Desafio das Dunas (la Sfida delle Dune), svoltasi poche settimane or sono a Extremoz in Brasile Foto Marcelo Maragni - Red Bull Content Pool


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E’ arrivato l’inverno… e la Porsche Cayenne gode. O perlomeno così si direbbe da questa fotografia, che ritrae il suv tedesco durante una serie di test estremi svolti in Canada



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Una suggestiva immagine della Audi R8 LMS Ultra dela team Flying Lizard Motorsports che per il terzo anno consecutivo, ha trionfato nella recnete 25 (si, 25!) Ore di Thunderhill in California. La vettura è stata condotta alla vittoria da piloti (tutti americani) Tom Haacker, Charly Hayes, Darren Law e Nate Stacy Foto Bob Chapman, Autosport Image



chefoto Il calendario Citroën “DScal2018” vuole essere un omaggio alla lunga storia tra DS e la fotografia, una storia iniziata nel 1955, quando la DS 19 arrivò sul palcoscenico del Salon de l’Auto di Parigi. Gli scatti per il calendario sono stati realizzati in Toscana, tra la Val D’Orcia e la Val di Chiana, con la collaborazione delle modelle Martina Biagianti (nella foto) e Benedetta Erbetti


#ca


cheroba


LA FORD GT

sulla Atlantic Ocean Road

brivido

GIALLO Nel recente video della serie “Europe’s Greatest Driving Roads” una Ford GT affronta la spettacolare strada Atlatinc Road in Norvegia, con una deviazione per compiere un record su un circuito poco noto vicino al circolo polare


brivido giallo


La

gita perfetta con una Ford GT? A guardare questo video sembrerebbe al nord, all’estremo nord. Con questo video della serie “Europe’sGratestDrivingRoads” ci si immerge infatti in uno scenario da favola con una delle più belle strade costiere del mondo a fare da cornice al viaggio di una fantastica sportiva quale la Ford GT. Il giornalista Steve Sutcliffe l’ha messa in questi termini: “La Atlantic Ocean Road va affrontata alla guida per crederci. Solo una persona estremamente “insensibile” non riuscirebbe ad apprezzare l’immensa bellezza di un viaggio su questa strada. Ho dovuto ignorare la scala di giudizio che mi ero preposto per valutare questo percorso e ho deciso che la Atlantic Ocean Road merita un voto di 11/10 per i panorami. Come si potrebbe assegnare un voto più basso ad un luogo dove si possono ammirare le balene mentre si guida?”


brivido giallo

Ma la Atlantic Ocean Drive, che collega le cittadine di Kårvåg and Vevang con otto ponti, è però soggetta a stretti limiti di velocità. E quindi, per dimostrare di cosa è capace la Fort GT da 655 cavalli, è stato quindi necessario compiere una piccola deviazione e lasciare che Stefan Mücke, pilota del team “Ford Chip Ganassi Racing”, si scatenasse sul poco conosciuto tracciato dell’ArcticCircleRaceway. “La Ford GT è un’ottima vettura stradale ma il meglio lo si ottiene in pista - ha detto Mücke - Battere un record sul giro è sempre una bella sensazione ma farlo su questo bellissimo circuito con questa straordinaria vettura è stato qualcosa di veramente unico”. Il video girato in Norvegia è il settimo della serie “Europe GreatestDrivingRoads”.



brivido giallo

La nuova Ford GT, sviluppata con telaio in fibra di carbonio, offre anche dei cerchi realizzati con lo stesso materiale, fatto che contribuisce a migliorare ulteriormente le dinamiche di guida e ad abbassare il peso totale. La GT è la seconda vettura dell’Ovale Blu a sfruttare i vantaggi dei cerchi in fibra di carbonio; la prima applicazione di serie aveva infatti debuttato nel 2015 sulla Mustang ShelbyÂŽ GT350R. Diversamente dai cerchi in fibra di carbonio neri della Shelby GT350R, i cerchi della Ford GT sono disponibili in due finiture, sia matta che laccata, per far emergere la straordinaria natura della fibra di carbonio


#ca


chebella

GARAGE ITALIA INTERPRETA LA PAGANI HUAYRA


UN

LAMPO NEL BUIO

FRONT PAGE

Un esemplare unico, progettato e disegnato da Garage Italia e realizzato esclusivamente a mano dagli artigiani di Pagani Automobili. Huayra Lampo concentra tutta la tecnologia Pagani, un prodotto del programma “Uno di Uno” che si occupa delle creazioni più particolari e su misura dell’atelier di San Cesario sul Panaro


un lampo nel buio

Le

vetture Pagani, da sempre, hanno uno stile molto personale e individuabile, al quale si sono negli anni aggiunti dettagli, particolari aerodinamici, accessori vari. Ne consegue che mettere mano ad una Pagani per personalizzarla e renderla davvero unica non è cosa semplice. Garage Italia Customs e Pagani ha lavorato a stretto contatto sul design di questa “special” chiamata Huayra Lampo, sullo stile e sui materiali per realizzare un oggetto unico. In realtà tutto il lavoro si è concentrato sulla colorazione, sul tipo di verniciatura “trasparente” e sugli interni: il risultato è senz’altro appariscente ma stentiamo a definirlo elegante nel senso più puro del termine. Questa one-off celebra l’esaltazione del dinamismo e della velocità, con una livrea che segue le forme aerodinamiche della vettura e le porta all’esasperazione giocando su contrasti cromatici, ispirandosi a un prototipo iconico degli anni “50, la Fiat Turbina del 1954. Una contaminazione di stili e linguaggi diversi, nel perfetto incontro tra tradizione e innovazione. ”È stato un vero piacere lavorare con Garage Italia Customs su questa vettura – ha sottolineato Horacio Pagani – Un bellissimo e interessantissimo esercizio che ci ha permesso

di allontanarci dalla costa, di osare e di scoprire sempre qualcosa in più”. Il legame più forte con il prototipo Fiat del 1954 è sicuramente dato dalla livrea, che richiama gli stilemi originali, ora applicati alla linea sinuosa della Huayra. Sorprendentemente, le due vetture hanno delle forme meno dissimili di quanto si possa immaginare, e replicare i tratti della livrea bianco-rossa originale è stato quasi immediato, anche se non di certo di facile esecuzione. Diversamente dall’originale, dove la vernice è coprente, sulla Lampo prende vita un gioco di tinte trasparenti, che mette in risalto la tipica trama a vista delle vetture Pagani. Per accentuare ulteriormente quest’effetto è stato sviluppato un nuovo tessuto di fibra di carbonio che, grazie a un complesso processo di applicazione metallica di alluminio, gode di una luminosità incredibile, facendo sì che il colore sia sempre vivo, contrariamente a quanto accade con la normale trama di carbonio, che tende a scurire i colori. Le tinte in trasparenza sono state impiegate in buona parte della carrozzeria e nel dettaglio degli elementi con il Tricolore italiano. Di pari passo con la ricerca estetica, formale, è andata la ricerca tecnica. Nuove soluzioni aerodinamiche sono state studiate per aumentare le prestazioni della vettura, regalando, allo stesso tempo un carattere nuovo



un lampo nel buio


Questa è la Fiat Turbina del 1954 a cui si sono ispirati gli stilisti di Garage Italia per la livrea della Huayra Lampo


un lampo nel buio

ma assolutamente in linea con la tradizione Pagani. Molte soluzioni testate ed impiegate su Huayra BC hanno trovato applicazione su Huayra Lampo, come l’utilizzo in alcune parti del telaio di fibra di carbonio. Sono stati disegnati e prodotti ad hoc una serie di elementi specifici per incrementare ulteriormente le peculiarità del Pacchetto Tempesta, che rappresenta lo stato dell’arte dell’evoluzione della Huayra coupè. Sono state così create delle bocche frontali che convogliano ancora più aria ai radiatori degli intercooler, e che donano un aspetto ancora più aggressivo alla vettura. Altri elementiaerodinamici sono stati creati ai lati dello splitter anteriore, e sui brancardi. Anche le griglie hanno un design specifico, caratterizzato da un pattern composto dai lampi del logo: questo dettaglio, che sembra puramente estetico, incrementa invece la permeabilità dell’aria del 5,35%. Il colore oro originale della scritta Fiat è stato infine ripreso ed impiegato nella verniciatura delle anodizzazioni degli elementi in alluminio e nei cerchi. Sono state firmate da Garage Italia Customs anche le pinze monoblocco a sei pistoni (anteriore) e quattro (posteriore) dell’imponente impianto frenante Brembo con dischi in Carbonio Ceramico ventilati da 380x34 che ripropongono il logo a tre lampi, incisi e verniciati singolarmente

su fondo nero: si viene così a creare un forte contrasto che permette ai lampi di spiccare tra le razze dei cerchi. Anche il tricolore sugli specchietti, che nelle vetture Pagani è solitamente inscritto in una ellisse, sulla Lampo è stato sostituito con i tre lampi del logo. L’abitacolo è caratterizzato dalla ricercatezza dei materiali, rigorosamente made in Italy. Gli interni sono stati personalizzati con l’impiego di una pelle intrecciata a mano con inserti in Solaro, appositamente realizzata dagli artigiani torinesi di Foglizzo Leather. L’atmosfera è senz’altro calda (grazie al particolare punto di marrone della Pelle) ma il risultato estetico, a nostro parere troppo “barocco”, non convince appieno. Il particolare intreccio dei materiali permette però di apprezzarne le finiture anche ad occhi chiusi, passando la mano sulle superfici e sentendone la tridimensionalità al tatto. Tutti gli elementi in alluminio sono stati anodizzati con la tinta bronzo dell’esterno, abbinandosi cos con i materiali di rivestimento. L’identificazione dello stile ha richiesto un lavoro lungo e complicato, durato due anni. Uno dei progetti individuali più lunghi che Pagani Automobili abbia mai eseguito. Un intenso lavoro di modellazione che certifica l’originalità e l’unicità di Huayra Lampo: un progetto in pieno stile “Uno di Uno”.



un lampo nel buio

Garage Italia Customs è un hub creativo specializzato nel mondo delle personalizzazioni a 360 gradi per privati e aziende, che può vantare prestigiose collaborazioni con brand leader nel loro settore. La contaminazione di stili e linguaggi, il superamento delle barriere tra il mondo del fashion, del design e dell’arte sono alla base della strategia dell’atelier creato e diretto da Lapo Elkann. Partendo dagli elementi iconici e tradizionali di un marchio e dei suoi prodotti, i designer di Garage Italia Customs sono in grado di offrire un nuovo punto di vista, ridisegnandone l’essenza e dando vita a proposte creative uniche


“Lavorare a stretto contatto con Horacio Pagani e tutto il suo team – ha dichiarato Lapo Elkann Direttore Creativo Garage Italia Customs - è stato molto emozionante in tutte le fasi della realizzazione della Lampo. Pagani rappresenta l’eccellenza nella costruzione artigianale di automobili, un esempio di stile, eleganza e tecnologia. Tutte le loro auto hanno il nome di un vento. Noi abbiamo scelto il Lampo, un altro elemento della natura ricco di forza, il preludio a qualcosa di inaspettato e sempre magicamente diverso”


un lampo nel buio


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chebella


LA NUOVA ASTON MARTIN VANTAGE

L’EREDE Vantage. Il nome rimanda subito alla linea di sportive purosangue che per sette decenni hanno fatto la storia di Aston Martin. L’ultima arrivata è una Vantage sicuramente all’altezza della reputazione, delle prestazioni e della popolarità dei modelli precedenti


l’erede

Come

ogni nuova vettura Aston Martin la Vantage 2018 presenta un design distintivo e spettacolare: forme scolpite, che conferiscono alla vettura un che di atletico, ricorda un predatore sta per scattare verso la preda. I fianchi muscolosi ne accentuano ancor di più l’agilità, mentre i nuovi gruppi ottici all’anteriore e posteriore sono inediti per la marca inglese. Ma è fuori di dubbio che le performance aerodinamiche sono punto focale della filosofia Vantage: lo splitter anteriore indirizza l’aria sotto alla vettura, dove un sistema di canalizzazioni crea deportanza, e le permette di raggiungere il diffusore posteriore in maniera pulita e senza turbolenze. Da sottolineare inoltre che la significativa deportanza creata dall’aerodinamica della nuova Vantage è stata ottenuta anche grazie alla soluzione delle griglie laterali, integrate nella carrozzeria, che aspirano l’aria che passa sopra gli pneumatici anteriori e soprattutto grazie al nuovo spoiler posteriore, dall’angolo più accentuato rispetto a quanto visto nei modelli precedenti. Il nuovo linguaggio stilistico continua negli interni dove si è rinunciato a curve sinuose e morbide per porre l’accento su linee acute

e nette per riaffermare la natura aggressiva della vettura. Una posizione di guida più bassa consente al guidatore di immergersi completamente nell’esperienza di guida e, allo stesso tempo, garantisce più spazio per le gambe dei passeggeri, inoltre,una radicale rivisitazione della plancia ha portato al ricollocamento dei vari pulsanti di controllo. Come in tutte le altre Aston Martin all’interno della Vantage non possono mancare finiture di alto livello, con disponibilità di numerosi optional. Inclusi nel lungo elenco ci sono cerchi in lega (con svariate verniciature), la Sport Plus Collection (che comprende sedili Sports Plus e volante sportivo), interni in fibra di carbonio e sistema audio Premium.



l’erede


Pochi avrebbero immaginato il successo che il nome Vantage avrebbe portato a Aston Martin. Usato per la prima volta nel 1951 per un modello speciale della DB2, il motore Vantage (con 125 cavalli contro i 105 del modello standard) diventò uno dei propulsori piĂš rappresentativi della marca inglese. Il nome Vantage fu usato successivamente nel 1962 per denotare un modello particolare di DB4. In aggiunta al motore ad alte prestazioni, queste vetture Vantage presentavano leggere modifiche e miglioramenti al design. Con l’introduzione della DB5 del 1964 il nome Vantage venne definitivamente associato alle vetture ad alte prestazioni


l’erede

Il cuore della nuova Aston Martin Vantage è il potente motore V8 twin-turbo da 4 litri. Riposizionato più in basso possibile e spostato verso il centro della vettura, garantendo una perfetta distribuzione dei pesi al cinquanta percento, il propulsore scatena 503 cavalli a 6000 giri e 684 Nm di coppia tra i 2000 e i 5000 giri motore. Con un peso totale di 1530 Kg i rapporti peso/potenza sono di tutto rispetto mentre alcuni ritocchi all’elettronica del motore, e agli scarichi, assicurano una colonna sonora unica ed un rombo senza precedenti. La Vantage scarica la sua enorme potenza sulle ruote posteriori grazie ad una trasmissione automatica ZF a otto rapporti ma i dati sull’accelerazione e velocità massima (da 0 a 100 in 3,6 secondi e 313 Km/h) sono stati ottenuti anche in virtù di una sofisticata elettronica. Per la prima volta Aston Martin ha voluto utilizzare un differenziale elettronico posteriore E-Diff. In continuo dialogo con l’electronicstability control, il differenziale è consapevole del comportamento dell’auto in ogni istante e può reagire in un batter d’occhio per spostare la potenza alla ruota che più ne ha bisogno. Al contrario di un differenziale

convenzionale, E-Diff può passare da ruote “libere” al 100% di bloccaggio in pochi millisecondi. Il risultato è un’esperienza di guida composta e armoniosa sia alle alte velocità che nelle curve più strette. Infine il telaio, che è l’ultima iterazione della struttura in alluminio e acciaio già vista sulla DB11, anche se circa il 70% dei componenti sono unici per la Vantage. Grazie alla perfetta integrazione di tutti i componenti (motore, trasmissione E-Diff, Dynamic Torque Vectoring, DynamicStability Control, AdaptiveDamping e servosterzo elettronico) ogni modalità di guida ottimizza le varie aree della vettura all’unisono, con un risultato sensoriale di tutto rispetto.



l’erede

Matt Becker, capo del Vehicle Attribute Engineering: “Con la nuova Vantage abbiamo veramente fatto un salto di qualità per quanto riguarda l’agilità, la reattività e il divertimento. La chiave di tutto questo è il nuovo differenziale elettronico, che lavora con il Dynamic Torque Vectoring e il controllo di stabilità dinamico per aumentare la reattività nelle curve lente ma mantenere la vettura stabile nelle curve ad alta velocità. Ci siamo impegnati molto per la calibrazione di questi sistemi elettronici per far si che la vettura abbia un feeling naturale e godibile”

caratteristiche tecniche prinicipali MOTORE E PRESTAZIONI

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V8 4 litri turbo Rapporto di compressione 10.5:1 Potenza Massima: 503 cavalli a 6000 giri Coppia Massima: 685Nm da 2000-5000 giri Accelerazione: 0-100 km/h in 3.6 secondi Velocita’ massima: 314 km/h

TRASMISSIONE

• Trasmissione automatic ZF a otto rapporti • Differenziale elettronico E-Diff

SOSPENSIONI

• Sospensione anteriore indipendente, anti-roll bar • Sospensione Posteriore multi-link, anti-roll bar

CERCHI E GOMME

• Anteriore 20” Pirelli P Zero 255/40/20 - Posteriore 20” Pirelli P Zero 295/35/20

FRENI

• Dischi anteriori in acciaio da 400 mm • Dischi posteriori co-cast da 360 mm

DIMENSIONI

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Lunghezza 4465 mm Larghezza (inclusi gli specchietti) 2153 mm Altezza 1273 mm Peso a vuoto 1530 kg


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chemacchina

NUOVA SUBARU FORESTER

DI NOME E DI FATTO


La nuova Forester è totalmente coerente con l’idea di base Subaru, filo conduttore con cui vengono realizzati tutti i modelli: baricentro basso grazie anche al motore boxer, ottima distribuzione dei pesi, trasmissione simmetrica e trazione integrale permanente. Il mix che ne deriva fa della Forester una vettura quasi unica: una vettura suo agio in cittĂ come in autostrada o fuoristrada


di nome e di fatto

Non

abbiate paura di sporcarla! La Forester non teme fango, terra o sabbia… ma è estremamente a proprio agio anche sull’asfalto più levigato. Un vero suv quindi, forse per certi versi poco glamour, ma con tante e tali qualità da far passare in secondo piano alcune pecche estetiche. Ma, si badi bene, Forester non è un compromesso tra un fuoristrada e una station wagon; Forester è un’ottima vettura da fuoristrada e contemporaneamente è un’ottima vettura stradale. E persino in città si trova bene, mostrando manovrabilità e maneggevolezza insospettate, facilitate anche da una visibilità eccellente per in ogni angolo di visuale.

Si tenga inoltre presente che fondamentali ottimi, sul fronte del peso e della sua distribuzione, sono un presupposto importante per un comportamento dinamico esente da pecche. Dopo averla guidata nelle più svariate situazioni possiamo testimoniare che Forester è un’automobile semplice, con la quale si entra subito in sintonia e non tradisce praticamente mai, grazie in primo luogo ad una eccellente motricità, garantita dalla trazione integrale permanente (marchio di fabbrica), anche in situazioni di terreno viscido e sconnesso. Va anche segnalata l’ottima frenata, sia su asfalto che sugli sterrati ove l’abbiamo messa alla prova: l’ABS con distributore elettronico è efficacie su ogni terreno. Buona la stabilità (non è solo confort ma è soprattutto un fattore di sicurezza) probabilmente dovuta alle rinnovate sospensioni, che sono ora più rigide e consentono di ridurre sia il beccheggio che il rollio, garantendo una sensazione di stabilità e controllo dell’auto anche ad alta velocità. Alla guida si fa apprezzare anche l’ottima visibilità, come già abbiamo accennato, figlia in promo luogo montanti “poco ingombranti” che lasciano ampia visuale riducendo al minimo l’angolo morto attorno ad essi.



di nome e di fatto

Subaru

non ha mai nascosto un’attenzione quasi maniacale a tutti gli aspetti relativi alla sicurezza e la nuova Forester ovviamente raccoglie quanto di buono era stato fatto sulla versione precedente. Ad esempio, al telaietto inferiore, atto a distribuire il più possibile le forze d’urto di un impatto frontale, si sono aggiunti tre anelli che circondano l’abitacolo a livello dei montanti. Questa struttura, estremamente rigida e compatta, protegge i passeggeri contro urti provenienti da qualsiasi parte, compreso il ribaltamento. Inoltre il motore e il cambio della nuova Forester sono progettati assorbire l’impatto e non penetrare nell’abitacolo. La cura dei tecnici si è concentrata anche sugli eventuali terzi coinvolti negli impatti in modo particolare i più deboli come pedoni, ciclisti e motociclisti. Per questo molti particolari della carrozzeria e degli accessori (quali paraurti, fari, cofano, tergicristallo, mancor-

renti, maniglie) sono stati rivisti sia nella forma che nella struttura. Una particolarità è riferibile agli appoggiatesta anteriori che presentano il sistema di scatto in avanti nel momento in cui il mezzo viene tamponato e consentono quindi di ridurre gli effetti di un tamponamento perché riescono ad “accompagnare” la testa nel momento in cui per il contraccolpo si ritrae all’indietro. Come non citare poi il sistema EyeSight. Si tratta di un sistema di ausilio alla guida estremamente sofisticato, che monitora costantemente quanto si trova davanti alla vettura, ovvero veicoli, persone, oggetti o linee stradali e, basandosi sull’elaborazione delle immagini fornite da due telecamere “stereo” a colori, posizionate nella parte alta del parabrezza, interviene sul sistema VDC (controllo dinamico del veicolo), sul motore, sul cambio, sul Cruise Control e su numerose altre funzioni, avvisando il pilota di potenziali situazioni di pericolo e, quando necessario, aiutandolo ad intervenire tempestivamente. Il funzionamento di EyeSight assume un’importanza particolarmente significativa in termini di riduzione o eliminazione dei danni alla vettura ed ai passeggeri in quanto il sistema in certe particolari situazioni, anticipa o esalta l’azione del pilota, aiutandolo (se concretamente possibile) ad evitare gli impatti. Infatti se il sistema EyeSight rileva che davanti alla vettura si trova un veicolo o un oggetto contro cui l’auto può impattare,



di nome e di fatto

avvisa il pilota della situazione di pericolo e se dallo stesso non viene messa in atto alcuna azione, attiva automaticamente i freni contribuendo a diminuire o addirittura evitare danni alla vettura ed ai suoi passeggeri. Se poi il sistema rileva che la frenata messa in atto dal guidatore potrebbe non essere sufficiente ad evitare l’urto, interviene automaticamente rafforzandola. Senza tanti fronzoli, la nuova Forester si mostra fedele allo spirito originario della “dinasty”, è infatti un mezzo che soddisfa sia le esigenze di abitabilità che quelle più tecniche di trazione e stabilità su ogni tipo di terreno. Però il risultato estetico, soprattutto per noi italiani abituati ad analizzare (con occhio critico) per prima cosa il design di un’automobile, probabilmente non è all’altezza dei contenuti tecnologici e, seppur modificata in più particolari, la vettura non si discosta da canoni molto tradizionali e piuttosto datati. Il frontale si caratterizza per una linea più morbida e spiovente del cofano che si raccorda piacevolmente con la calandra (nuovo il

design della mascherina) e con gruppi ottici più profilati. Come detto, pur essendo stato rivisto in molti particolari, lo stile rimane inconfondibilmente “Forester”, lo si nota soprattutto dalla fiancata, comunque leggermente più bassa e filante, e dalle gradi superficie vetrate. E’ stato invece nell’impostazione del posteriore che i designer della casa delle Pleiadi si è maggiormente sbizzarrita. Le linee esagonali del taglio del portellone, il design più leggero del paraurti e la particolare forma dei gruppi ottici posteriori determina una immagine completamente diversa dal passato e con una più spiccata personalità. Con una altezza da terra di tutto rispetto (220mm) la nuova Forester non è comunque eccessivamente alta, cosa che ne facilità l’ingresso a bordo e la discesa. Va rilevato anche come voce i tecnici Subaru abbiano ridotto le dimensioni dei paraurti anteriore nella parte inferiore, onde migliorare l’angolo di “attacco” su pendenze importanti e su percorsi particolarmente sconnessi. Salendo a bordo si trova un ambiente molto accogliente, luminoso e ricco di soluzioni funzionali. Le informazioni arrivano da strumenti di grandi dimensioni e di immediata interpretazione. L’immagine sportiva è accentuata anche dalla superficie opaca scura che contorna gli strumenti e che copre le spie di segnalazione.


Il sistema X-Mode agisce su motore, cambio, trazione integrale, freni e altre componenti per permettere di guidare in totale sicurezza e con la massima fiducia su fondi difficili e superfici dissestate. A sua volta la funzione Hill Descent Control tiene sotto controlla la vettura nelle discese piÚ impervie controllandone tutti i paramenti principali. Questa opzione garantisce ai passeggeri la tranquillità necessaria nell’affrontare i pendii piÚ ripidi e per muoversi sulle pendenze in modo costante e controllato


di nome e di fatto

Tutto è molto razionale e permette una gestione semplice e totale della vettura, come per l’esterno manca un pizzico di “vanità modaiola” ma il comfort è ottimo. Si pensi che la struttura dei sedili consente di poter avere infinite regolazioni: la slitta presenta 17 posizioni mentre per lo schienale invece sono ben 41 le posizioni raggiungibili. Tutto ciò, in aggiunta alla nuova configurazione degli interni, consente anche di poter avere maggiore abitabilità per i passeggeri posteriori. La nuova Forester è basilarmente una vettura a scocca portante con sospensioni a ruote indipendenti ed è cratterizzata principalmente da: • basso baricentro (grazie soprattutto al motore boxer) • meccanica pensata per la trazione a quattro ruote motrici permanente come unica soluzione di trasmissione • trasmissione a sviluppo simmetrico, quindi alberi di trasmissione e semiassi di lunghezza identica e perfettamente simmetrici (che garantiscono reattività omogenea in curva, in frenata e in accelerazione) • distribuzione dei pesi favorevole e molto bilanciata Uno dei punti fondamentali del pensiero tecnico di Subaru è l’utilizzo del motore a



di nome e di fatto

quattro cilindri boxer. Perché è l’unico che assicura un abbassamento del centro di gravità e perché è molto corto e praticamente esente da vibrazioni. Ne consegue una relativa facilità di alloggiamento, un sensibile contenimento del peso e dell’ingombro in altezza e di poter realizzare una trasmissione longitudinale simmetrica. Tre sono i motori disponibili e tutti si caratterizzano per una buona resa già dai regimi di rotazione più bassi. Il Diesel 2.0 DOHC offre 108 kW (148 CV) a 3.600 g/min e una coppia di 350 Nm (35,7 kgfm) a 1.600-2.800 g/min. Il motore a benzina aspirato 2.0 DOHC è invece capace di 110 kW (150 CV) per una coppia di 198 Nm (20,2 kgfm) a 4.200 g/ min. Infine il benzina turbo 2.0 DOHC raggiunge 177 kW (241 CV) a 5.600 g/min a fronte di una coppia massima di 350 Nm (35,7 kgfm) a 2.400-3.600 g/min. Per quanto concerne la trasmissione da segnalare l’ottimo cambio Lineartronic CVT (Continuously Variable Transmission) che utilizza

una catena invece di una cinghia e permette di conseguenza una maggiore durata dei rapporti e una risposta più pronta ai comandi. Il sistema è accoppiato con un sistema AWD ACTIVE TORQUE SPLIT che risponde alle condizioni di trazione agli input del guidatore controllando continuamente la distribuzione della coppia tra l’asse anteriore e quello posteriore. Sfruttando una generale maggiore rigidità della scocca, è stato innalzato leggermente il centro di rollio all’anteriore, disegnando di conseguenza angoli nuovi per la geometria delle sospensioni alla ricerca di stabilità e manovrabilità su strada piana, soprattutto in curva ad elevata velocità. Le sospensioni risultano essere più rigide soprattutto grazie all’utilizzo di barre stabilizzatrici di generose dimensioni e all’impiego di ammortizzatori a steli rovesciati. L’impianto frenante, nella versione top utilizza dischi autoventilati da 17” all’anteriore e da 16” al posteriore, mentre è di serie l’ABS con distributore elettronico della forza frenante (EBD) in tutte le versioni. Questo sistema consente di poter avere il massimo della regolazione del potere frenante del ponte posteriore senza indurre fenomeni di bloccaggio delle ruote. Anche alle ruote è stato richiesto una generale riduzione della resistenza di rotolamento per contenere i consumi: due le misure utilizzate: 225/55R18 per l’aspirato e 225/60R17 per il sovralimentato.


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chemacchina

Peugeot 3008

SOTTO IL VESTITO MOLTO Con il suo Peugeot i-Cockpit®di ultima generazione, il suo stile straordinariamente scolpito e i suoi equipaggiamenti hightech, il suv Peugeot 3008 si è imposto, anche sul mercato italiano, tra i protagonisti di un segmento tra i più brillanti e in crescita. La carta vincente di questa vettura sono senz’altro gli interni e il design in generale ma “sotto il vestito” c’è molto altro da scoprire



sotto il vestito molto

E’

nel 2012 che Peugeot introduce sui propri modelli l’i-Cockpit. Si tratta di un concetto innovativo, della disposizione dello spazio interno che si concretizza in alcuni elementi essenziali quali il volante di dimensioni ridotte, il quadro strumenti in posizione rialzata (che permette di consultare tutte le informazioni relative alla guida molto più in prospettiva verso la strada) il grande touchscreen che riunisce le principali funzioni dell’auto (radio, climatizzazione, navigazione, ecc. ) e ne permette la gestione in maniera estremamente intuitiva e immediata. Da queste scelte deriva una plancia straor-

dinariamente moderna, tecnologica e dalle linee pulite; il numero di tasti presenti è ridotto e abbinato all’utilizzo di materiali nobili e a una grande qualità costruttiva. Grazie all’ i-Cockpit si può senz’altro affermare che gli interni di una Peugeot sono oggi immediatamente riconoscibili. A questa regola non sfugge la splendida plancia della 3008 GT, il cui i-Cockpit® di terza generazione beneficia dell’inserimento di un display digitale ad alta risoluzione da 12,3”, interamente configurabile, con una grafica futurista ad alta definizione. Inoltre una serie di tasti molto eleganti “stile pianofor-


te”, offrono un accesso diretto e permanente alle principali funzioni del veicolo. Forte di questa esperienza di grande successo il Peugeot Design Lab è recentemente andato oltre, esplorando universi lontani, come quello delle imbarcazioni da diporto e arrivando a concepire il design della plancia di guida delle imbarcazioni Beneteau, cantiere francese tra i leader mondiali del settore. “Negli anni il Peugeot i-Cockpit è diventato l’elemento caratteristico della nuova identità di Peugeot, - ha dichiarato Jean Philippe Imparato, Direttiore Generale della Casa francese - un marchio innovativo che espri-

me un’idea di piacere e di libertà per i suoi Clienti. Il Peugeot i-Cockpit® rivoluziona l’interno dei nostri veicoli ed esalta l’esperienza a bordo. Siamo orgogliosi di vedere che questo concetto viene applicato in altri ambiti e ispira la collaborazione con un’azienda prestigiosa come Beneteau, in un settore tanto diverso!“ E basta dare un’occhiata al risultato per cogliere elementi caratteristici di Peugeot negli interni delle nuove barche Beneteau, sia nel design che nella scelta dei materiali che nella qualità dell’assemblaggio: pelle nappa, impunture a vista color rame, tasti cromati e satinati...


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Entrare

nel suv Peugeot 3008 è una bella esperienza: si entra in un mondo per certi versi sorprendente, originale e di altissima qualità. Lo sguardo viene catturato immediatamente da una plancia innovativa e molto tecnologica laddove il volante è assai compatto, con un anello appiattito nella parte superiore e inferiore per una migliore presa. Colpisce l’attenzione riservata alla scelta dei materiali e la cura per i dettagli, quali la corona del volante in pelle pieno fiore sin dal secondo livello di allestimento, gli inserti cromati, gli elementi decorativi nero lucido. Il grande touchscreen da 8’’ è come un tablet posizionato al centro della plancia; propone una serie di sei tasti stile pianoforte, molto eleganti, che consentono un accesso diretto e permanente alle principali funzioni di comfort: radio, climatizzazione, navigazione, parametri del veicolo, telefono, applicazioni mobili. Il quadro strumenti in posizione rialzata offre uno schermo digitale ad alta risoluzione da 12,3’’, interamente configurabile e personalizzabile. Cinque diversi modi di visualizzazione permettono al conducente di configurare «a sua scelta » gli elementi da visualizzare sul cruscotto. L’esperienza a bordo è anche favorita dal-

la “ricchezza” e dalla qualità che si nota immediatamente una volta nell’abitacolo. Troviamo la pelle, numerosi tasti in cromo satinato, vaste zone con finiture dall’aspetto in carbonio o rivestite con tessuti ispirati al mondo dell’arredamento, in zone poco comuni in un’automobile, come la fascia della plancia, il padiglione, i montanti del parabrezza. Tutto è accogliente e il comfort in marcia non delude, con sedute comode, avvolgenti, di ottima fattura. Fuori dal coro (della estrema qualità) è l’isolamento acustico. Perlomeno sul modello diesel, con cambio manuale, che abbiamo potuto provare, il rombo del motore non giunge attutito (e a freddo è addirittura eccessivo) come ci si aspetterebbe da un suv di questa qualità d’assieme. Così come l’abitabilità interna, il volume del bagagliaio è nettamente migliorato rispetto a alla precedente generazione e offre una capacità di carico di 520 litri. Il comportamento stradale è più che buono: preciso lo sterzo, ottima la tenuta di strada (nonostante il veicolo sia piuttosto alto) buona l’agilità, soprattutto tenendo presente le dimensioni generose. Nel complesso la 3008 trasmette buone sensazioni ed è un piacere guidarla… su strada e fuori, perché, come ogni suv che si rispetto questa automobile non disdegna il fuoristrada… ovviamente non estremo.


Il Driver Sport Pack modifica i seguenti parametri: - servosterzo più duro e reattivo; - mappatura del pedale dell’acceleratore più reattiva; - maggiore reattività di motore e cambio (nella versione con cambio automatico è completata dall’aggiunta delle palette al volante); - sonorità del motore amplificata e più sportiva - animazione a colori dei vari schermi con visualizzazione sul cruscotto dei parametri relativi allo sfruttamento dinamico del veicolo: potenza erogata, pressione di sovralimentazione, accelerazione longitudinale e trasversale


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Numerosi gli aiuti alla guida a disposizione: - Active Safety Brake (frenata automatica di emergenza) e Distance Alert (allarme di rischio collisione); - Active Lane Departure Warning (sistema attivo di avviso di superamento involontario della linea di carreggiata); - Driver Attention Allert (sistema di monitoraggio dell’attenzione del conducente); - High Beam Assist (commutazione automatica degli abbaglianti); - Speed Limit Detection (lettura dei cartelli stradali del limite di velocità); - Active Blind Corner Assist (sistema attivo di monitoraggio dell’angolo cieco). Nella guida urbana, il conducente beneficia anche di aiuti per alcune manovre, come il Visiopark (visione a 360°) oppure l’ultima generazione del Park Assist


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In tal senso è più che apprezzabile il bouquet di opzioni offerto dall’Advanced Grip Control, che garantisce buona motricità in situazioni complicate attraverso cinque modalità (Normale, Neve, Fango, Sabbia, ESP OFF) comandate tramite un selettore posizionato sulla consolle centrale. Ottimo anche l’Hill Assist Descent Control, una funzione di assistenza in discesa che permette di controllare perfettamente il veicolo e la traiettoria in presenza di forti pendenze. Il sistema può mantenere il veicolo a bassissima velocità (3 km/h) accrescendo controllo e sicurezza. Senza dubbio design esterno della Peugeot 3008 non passa inosservato. Colpisce e sorprende per la forza della sua proposta stilistica, per molti versi innovativa se non addirittura inedita. Il frontale reso più verticale, il cofano lungo e orizzontale,la linea di cintura rialzata, i paraurti, i passaruota: tutto le conferisce un aspetto piacevole, emozionante e personalissimo. Da sottolineare la riuscita adozione di un padiglione nero lucido (detto Black Diamond) sottolineato da una modanatura in acciaio inox che si prolunga fino allo spoiler posteriore. Sul posteriore infine troviamo un disegno netto e pulito, molto moderno. Nel complesso si ha una percezione di grande qualità progettuale e costruttiva.

Con una lunghezza di 4,45 m, la 3008 è tra le più compatte del suo segmento. E se la sua lunghezza aumenta di 8 cm rispetto alla generazione precedente, ciò va a vantaggio del passo (e dunque dell’abitabilità) che, con 2 675 mm, aumenta di 62 mm rispetto alla precedente 3008. Le diverse versioni della nuova Peugeot 3008 fanno il loro debutto con pesi in ordine di marcia di soli 1325 kg nella versione benzina e 1375 kg in quella Diesel. Un peso così contenuto permette ovviamente una eccellente valorizzazione dei propulsori disponibili, tra l’altro riducendo consumi ed emissioni. Nella gamma benzina sono disponibili tre offerte: - 1.2 PureTech Turbo 130 S&S BVM6 - 1.2 PureTech Turbo 130 S&S EAT6 - 1.6 THP 165 S&S EAT6 Nelle motorizzazioni Diesel, la tecnologia BlueHDi permette di contenere le emissioni della gamma tra 104 e 124 g. CO2/km per potenze di 120 e 150 CV. Gli adattamenti dell’1.6 BlueHDi e del 2.0L BlueHDi sono anch’essi tra i migliori del mercato: - 1.6 BlueHDi 120 S&S BVM6 - 1.6 BlueHDi 120 S&S EAT6 - 2.0 BlueHDi 150 S&S BVM6 - 2.0 BlueHDi 180 S&S EAT6


Il nuovo Peugeot i-Cockpit della 3008 è più tecnologico, più connesso, più intuitivo e si spinge oltre proponendo l’i-Cockpit® Amplify, grazie al quale premendo un semplice tasto dedicato sull’interfaccia centrale, quasi tutti i sensi sono istantaneamente sollecitati: - la vista, agendo sull’intensità dell’illuminazione ambiente - l’udito con i parametri dell’ambiente musicale - il tatto con la possibilità di usufruire di massaggi in più punti dei sedili (fino a cinque programmi) - l’olfatto con il diffusore di profumi


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Sulla 3008 con TomTom® Traffic, la connettività permette di acquisire una visione in tempo reale degli eventi fondamentali per la guida e di accedere a numerose informazioni: meteo localizzato, parcheggi, stazioni di servizio, ecc. La funzione Mirror Screen consente al conducente di trasferire lo schermo del suo smartphone sul touchscreen del veicolo per sfruttare al meglio le sue applicazioni. È compatibile con i protocolli MirrorLink (smartphone Android) e Apple CarplayTM (a partire dall’iPhone 5). E con una semplice pressione su un comando situato sul volante, la funzione permette il riconoscimento vocale a bordo tramite lo smartphone (S-Voice Android e Siri di Apple). Senza dovere distogliere lo sguardo dalla strada, e in assoluta tranquillità, si presentano al conducente nuove possibilità: fare telefonate, scegliere la musica, leggere e scrivere sms, trovare un itinerario


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La 3008 propone in prima mondiale un impianto acustico ad alta fedeltà che porta la firma dell’azienda francese FOCAL. Esperta di acustica da oltre 35 anni, FOCAL è conosciuta in tutto il mondo per le sue innovazioni brevettate e la sua sonorità esclusiva. Questo sistema comprende 10 altoparlanti dotati delle esclusive tecnologie FOCAL, che offrono lapiacevolezza di un suono puro e dettagliato a bordo del veicolo. Gli altoparlanti sono dotati di griglie metalliche con il logo FOCAL® sui tweeter anteriori e posteriori


PEUGEOT SUV 3008

DIMENSIONI E DATI TECNICI

15 NOVEMBRE 2017

caratteristiche tecniche prinicipali DIMENSIONI E DATI TECNICI

PEUGEOT SUV 3008

15 NOVEMBRE 2017

BENZINA

PureTech PureTech Turbo Turbo 130 130 S&S S&S NEOPATENTATI MOTORE

TRASMISSIONE

TRASMISSIONE Cambio Cambio MASSE [kg]

BlueHDi 120 BlueHDi 120 S&S BC S&S BC

BlueHDi 120 120 BlueHDi S&S S&S

130 BlueHDi 130 BlueHDi S&S S&S

BlueHDi 120 120 BlueHDi EAT6 S&S S&S EAT6

BlueHDi 150 BlueHDi 150 S&S S&S

BlueHDi 180 180 BlueHDi EAT8 S&S S&S EAT8

-

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1.199 1.199 12 12 96 a 5.500 96 a 5.500 230 a 1750 230 aSI1750 SI

1.199 1.199 12 12 96 a 5.500 96 a 5.500 230 a 1750 230 aSI1750 SI

1.598 1.598 16 16 121 a 6.000 121 a 6.000 240 a 1400 240 aSI1400

1.560 1.560 8 8 88 a 3.500 88 a 3.500 300 a 1750 300 aSI1750

1.560 1.560 8 8 88 a 3.500 88 a 3.500 300 a 1750 300 aSI1750

1.499 1.499 16 16 96 a 3.750 96 a 3.750 300 a 1750 300 aSI1750

1.560 1.560 8 8 88 a 3.500 88 a 3.500 300 a 1750 300 aSI1750

1.997 1.997 16 16 110 a 4.000 110 a 4.000 370 a 2000 370 aSI2000

1.997 1.997 16 16 130 a 3.750 130 a 3.750 400 a 2000 400 aSI2000

man. 6 rapporti

auto 6 rapporti

auto 6 rapporti

auto 6 rapporti

man. 6 rapporti

man. 6 rapporti

man. 6 rapporti

man. 6 rapporti

auto 6 rapporti

man. 6 rapporti

auto 8 rapporti

1.325 585 1.325 1.400 585 1.910

1.345 585 1.345 1.200 585 1.930

1.375 575 1.375 1.550 575 1.950

1.379 601 1.379 1.500 601 1.980

1.375 595 1.375 1.500 595 1.970

1.492 488 1.492 1.500 488 1.980

1.390 600 1.390 1.300 600 1.990

1.500 550 1.500 1.650 550 2.050

1.555 535 1.555 2.000 535 2.090

192 11,9 33,4

185 11,6 33,3

207 9,6 30,9

215 9,8 31,0

207

215 5,3 9,8 4,7 31,0

man. 6 rapporti

Peso a vuoto in ordine di marcia (compreso conducente) MASSE [kg]

Portata Peso a vuoto in ordine di marcia (compreso conducente) Massa rimorchiabile Portata Peso totale a pieno carico

Massa rimorchiabile DIMENSIONI [mm] Peso totale a pieno carico Lunghezza

DIESEL

DIESEL

THP THP 165 165 EAT6 EAT6 S&S S&S

-

Cilindrata (cm3) (cm3) Cilindrata Valvole Valvole Potenza max giri/min (kW) Potenza max giri/min (kW) Coppia max giri/min (Nm) Coppia max giri/min (Nm) Stop&Start Stop&Start

BENZINA PureTech PureTech Turbo Turbo 130 130 EAT6 EAT6 S&S S&S

1.400 1.910

auto 6 rapporti

1.200 1.930

SI

1.550 1.950

SI

1.500 1.980

DIMENSIONI Larghezza (esclusi[mm] i retrovisori)

Lunghezza Altezza con / senza barre al tetto (in ordine di marcia) Passo Larghezza (esclusi i retrovisori) Sbalzo anteriore/posteriore Altezza con / senza barre al tetto (in ordine di marcia) Carreggiata anteriore/posteriore Passo CAPACITA' Sbalzo anteriore/posteriore Serbatoio carburante (litri) Carreggiata anteriore/posteriore

PRESTAZIONI

- km da fermo (0-1000m)

CONSUMI (l/100 km) ED EMISSIONI CO 2 (g/km)** Velocità max (km/h) Ciclo urbano (in sec) Accelerazione - da 0 a 100 km/h Ciclo extra-urbano - km da fermo (0-1000m)

Ciclo combinato CONSUMI (l/100 km) ED EMISSIONI CO 2 (g/km)** CO₂ (g/km) (ciclo combinato)

Ciclo urbano Ciclo extra-urbano Ciclo combinato CO₂ (g/km) (ciclo combinato)

1.500 1.970

4.447 1841 4.447 1.624 / 1.620 2.675 1841 923 // 849 1.624 1.620 1.593 / 1.601 2.675

man. 6 rapporti

1.500 1.980

SI

auto 6 rapporti

1.300 1.990

SI

man. 6 rapporti

1.650 2.050

SI

auto 8 rapporti

2.000 2.090

520

CAPACITA'

PRESTAZIONI

man. 6 rapporti

SI

923 / 849 1.59353 / 1.601

Volume totale del bagagliaio in dm³ (metodo VDA 210)

Serbatoio carburante (litri) Velocità max (km/h) Volume totale (in delsec) bagagliaio in-dm³ VDA 210) Accelerazione da 0(metodo a 100 km/h

SI

188 10,8 32,3

188

6,010,8 / 6,4* 4,532,3 / 4,9 * 5,1 / 5,4* 117 / 124*

6,0 / 6,4* 4,5 / 4,9 * 5,1 / 5,4* 117 / 124*

188 10,5 31,8

188

6,310,5 / 6,4* 4,731,8 / 4,9* 5,3 / 5,5* 120 / 127*

6,3 / 6,4* 4,7 / 4,9* 5,3 / 5,5* 120 / 127*

206 8,9 29,9

189 11,2 32,7

206

189 4,2 11,2 3,5 32,7

7,38,9 / 7,6* 4,829,9 / 5,1* 5,8 / 6,0* 129 / 136*

7,3 / 7,6* 4,8 / 5,1* 5,8 / 6,0* 129 / 136*

3,8 100

4,2 3,5 3,8 100

53

189 520 11,2 32,7

189

4,711,2 / 4,9* 3,532,7 / 3,9 * 4,0 / 4,3* 104 / 111*

4,7 / 4,9* 3,5 / 3,9 * 4,0 / 4,3* 104 / 111*

192

4,611,9 / 4,7* 3,733,4 / 3,8* 4,1 / 4,2* 106 / 109*

4,6 / 4,7* 3,7 / 3,8* 4,1 / 4,2* 106 / 109*

185

4,711,6 / 4,9 * 3,933,3 / 4,1* 4,2 / 4,4* 108 / 114*

4,7 / 4,9 * 3,9 / 4,1* 4,2 / 4,4* 108 / 114*

5,19,6 / 5,4 4,030,9 / 4,3* 4,4 / 4,7* 114 / 121*

5,1 / 5,4 4,0 / 4,3* 4,4 / 4,7* 114 / 121*

4,9 129

5,3 4,7 4,9 129

onsumi ed emissioni con cerchi da 18'' e pneumatici Mud&Snow

dati relativi ai consumi di carburante e alle emissioni di CO2 riportati in tabella si riferiscono ai valori omologati secondo la regolamentazione Europea applicabile a tutti i costruttori e a tutti i veicoli venduti in Europa. A causa dello stile di guida, delle condizioni tecniche dell'autovettura, degli optional installati, delle condizioni metereologiche, di strada e di traffico, onsumi e le emissioni di CO₂ posso differire da quelli calcolati ai sensi del Regolamento sopra richiamato.

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onsumi ed emissioni con cerchi da 18'' e pneumatici Mud&Snow

dati relativi ai consumi di carburante e alle emissioni di CO2 riportati in tabella si riferiscono ai valori omologati secondo la regolamentazione Europea applicabile a tutti i costruttori e a tutti i veicoli venduti in Europa. A causa dello stile di guida, delle condizioni tecniche dell'autovettura, degli optional installati, delle condizioni metereologiche, di strada e di traffico, onsumi e le emissioni di CO₂ posso differire da quelli calcolati ai sensi del Regolamento sopra richiamato.

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#ca


checorse

IL RE ROSSI VINCE PER LA 6A VOLTA IL RALLY DI MONZA


Foto Monster Energy Media

è magro “E’ la mia vittoria più bella”, ha detto il campione del Motomondiale al termine, ma sul suo successo pesa l’ombra di una sanzione troppo “tenera” per la sua Fiesta sottopeso. Neuville e Mikkelsen trionfano nel Master’s Show con la Hyundai i20


il re è magro

Peso o non peso alla fine a Monza ha trionfato ancora Vale Rossi con la Fiesta Foto Monza ENI Circuit - Rigato-Quaglia


Lotta

fino all’ultimo metro nel Monster Energy Monza

Rally Show 2017. Dopo le due tiratissime tappe di venerdì e sabato un finale al cardiopalma ha infatti caratterizzato anche le ultime prove della domenica mattina della spettacolare gara monzese, mai tanto incerta e combattuta come in questa sua 38a edizione. Valentino Rossi (con la sua Fiesta WRC e il fido navigatore Cassina) ha vinto sul filo di lana, nell’ultima prova speciale (con la benedizione della dea bendata) e ha conquistato il sesto successo assoluto, il terzo consecutivo, che gli vale anche il primato nell’albo d’oro della competizione. Il “Dottore” di Tavullia sale infatti a quota sei trionfi (2006 – 2007 – 2012 – 2015 – 2016 – 2017) superando le cinque vittorie di Dindo Capello. E’ stata un’edizione della kermesse monzese caratterizzata anche da un’imponente presenza di pubblico, ma sulla quale pesa (e peserà) la brutta storia della vettura sottopeso che ha coinvolto proprio Rossi. Dopo la seconda ps di domenica (la penultima del Rally) la vettura del pesarese è stata trovata sotto peso di ben 7 chili! Chi mastica di corse sa che un’infrazione del genere non solo garantisce un formidabile vantaggio ma viene d’abitudine sanzionata molto severamente.

Gabbiani e Piva, primi nella classe R4 con una Mitsubishi Evo Foto Monza ENI Circuit – Beretta


il re è magro

Non potevano mancare a Monza i pluri-campioni d’Italia Andreucci-Andreussi con la fida Peugeot 208 Foto Monza ENI Circuit – Brida

Invece, nel caso specifico, Rossi è stato penalizzato soltanto di dieci secondi e, grazie all’errore fatale di Bonanomi nell’ultima ps, è riuscito comunque a riacciuffare una vittoria che sembrava ormai fuori portata: “E’ stata una gara combattutissima, piena di colpi di scena, con un finale rocambolesco – ha detto Valentino – alla fine ce l’abbiamo fatta e sono molto contento. Tra tutte quelle del Rally è stata la vittoria più bella”. Al secondo posto si sono piazzati i protagonisti del mondiale Mikkelsen e Neuville (Hyundai), per una volta in equipaggio assieme, mentre la terza piazza è andata agli sconsolati Bonanomi-Pirollo (Citroen DS3). Quarto posto assoluto per Tony Cairoli, sempre più a suo agio sulle quattro ruote. Il campione del mondo di motocross ha preceduto nella classifica assoluta Piero Longhi, navigato da Gianmaria Santini, e Andrea Crugnola che con Moira Lucca ha conquistato il successo nella categoria R5. Gli altri vincitori di classe sono stati Pinzano-Cerruti nella S2000, Nucita-Mattioli nella RGT, Gabbiani-Piva nella R4, Marchetti-Turatti nella R3C e Bianchini-Darderi tra le storiche.

Quaglia

Foto Monza ENI Circuit - Rigato-

Per gli sconfitti però la rivincita è maturata in fretta, nel Masters Show della domenica pomeriggio, durante il quale Bonanomi ha battuto Rossi in semifinale per poi cedere al duo Hyundai nella finalissima.


Foto Monster Energy Media


il re è magro

Per Longhi (ormai pistaiolo a tutti gli effetti) quello con il Rally di Monza è comunque un appuntamento fisso Foto Monza ENI Circuit – Beretta

Sempre più a suo agio con le quattro ruote Tony Cairoli ha chiuso con un ottimo quarto posto Foto Monza ENI CIrcuit - Bettiol



il re è magro Grande folla a Monza anche in occasione del via dal centro della cittĂ

Foto Monza ENI Circuit - Rigato-

Duranti

Foto Monza ENI Circuit - Rigato-Ghidini


Entrambi piloti Hyundai nel mondiale rally, Mikkelsen e Neuville a Monza si sono navigati a vicenda, scambiandosi il volante di prova in prova Foto Monza ENI CIrcuit - Bettiol


checorse

CORTESIe di Marco Cortesi


Il regolamento TCR viene adottato dalla FIA per la nuova World Cup

Il Console Marcello Nella battaglia delle corse per vetture turismo c’è un vincitore. Si tratta di Marcello Lotti, che creando non solo un nuovo campionato, ma un intero “ecosistema”, ha ora totalmente in pugno il futuro... Fotografie www.tcr-series.com / media.polestar.com


il console marcello

TCR.

Sono tre lettere che hanno cambiato il mondo delle corse turismo e che hanno conquistato il mondo. Mentre il Campionato Mondiale, promosso dalla FIA (WTCC), si impegolava per strade impraticabili, tra proclami di grande superiorità del nuovo management voluto dal titolare dei diritti (Discovery Channel), Marcello Lotti, che invece era la vera forza trainante di quel campionato prima di esserne messo ai margini, ha ragionato, preparato e poi piazzato una stoccata che è andata puntualmente a bersaglio. Con il suo set di regole intelligente, mirato ad un realistico contenimento costi, Lotti ha creato un nuovo modo di correre, simile a quello che aveva portato le vetture di classe GT3 a dominare la scena in una miriade di campionati. L’idea di fondo di Lotti è stata quella di creare non solo un campionato, ma un intero, nuovo “ecosistema” per le vetture turismo. Ha coinvolto i costruttori, che costruiscono le automobili e le vendono tramite le loro strutture “racing” (ma non si schierano direttamente in pista con scuderie ufficiali) e ha valorizzato i preparatori, aiutati da qualche concessione regolamentare e dal bilanciamento delle prestazioni. I costi non sono risultati troppo alti e, anche se inevitabilmente assieme al successo è arrivata una corsa al rialzo, restava un abisso tra TCR e WTCC, un campionato e una categoria che hanno fallito drammaticamente nel contenere la fuga verso l’alto dei budget, tanto da mettere crisi la sua stessa esistenza. Da una parte (WTCC) poche macchine, no-


nostante i contributi per coprire le spese di trasferta, e poco interesse in un mercato sempre più difficile. Dall’altra una serie internazionale TCR che è andata ad espandersi a macchia d’olio e una serie di campionati nazionali e locali che si sono subito moltiplicati.

Ma c’è un altro, importantissimo, elemento da considerare. Quelle TCR sono norme non concepite dalla Federazione ma da un “privato”. Mentre tutti possono fare un campionato GT3, perché si tratta di un regolamento federale, nessuno può farne uno TCR senza


il console marcello

Thed Björk e Polestar Cyan Racing resteranno con tuta probabilità gli ultimi due campioni del mondo (pilota e costruttore) della categoria turismo, perlomeno come l’abbiamo conosciuta sino ad oggi. Thed Björk è diventato il primo pilota svedese di sempre a fregiarsi del titolo di Campione del Mondo mentre Volvo Cars, Polestar e Cyan Racing conquistano il loro primo titolo mondiale.


Thed Björk ha trionfato con 28,5 punti di vantaggio sul rivale più diretto, Norbert Michelisz, mentre il team Polestar Cyan Racing si è assicurato il titolo costruttori con lo stesso vantaggio su Honda. ”Siamo entrati nel campionato WTCC lo scorso anno con un programma di cinque anni - ha dichiarato mr. Murdzevski Schedvin di Polestar - con l’obiettivo di diventare Campioni del Mondo. Ci siamo riusciti in soli due anni. Abbiamo fatto meglio delle nostre migliori aspettative in questo 2017: non ho parole sufficienti per ringraziare Björk e tutti i ragazzi del team”.


il console marcello

Jean Karl Vernay si è aggiudiacato il titolo della International TCR Series 2017, al volante di una Volkswagen Golf GTI TCR portata in gara dal Team Leopard Racing, che ha così vinto per il secondo anno consecutivo la competizione per le squadre. La Golf GTI TCR, dal canto suo, ha conquistato il titolo di “best caro f the year”, in una stagione molto competitiva, che ha visto successi parziali anche di Alfa Romeo, Honda, Seat, Audi e Hyundai

uno specifico accordo di licenza, una situazione simile a quella dell’ACO con LMP3. Ma con molto più successo concreto. Si è sancito il fatto che le regole di un campionato sono qualcosa di non utilizzabile liberamente, bensì proprietà intellettuale di chi le ha create. Se non fosse stato così, la Federazione Mondiale avrebbe potuto semplicemente trasferire i regolamenti TCR “a pioggia” sul Mondiale, e salutare Lotti con tanti complimenti. Invece, grazie al suo concept di successo, e ai tanti errori commessi con la serie iridata, Lotti ha costretto i suoi avversari ed ex “nemici” a tornare (strisciando) ad una contrattazione. E quando è arrivato al capezzale del WTCC, aveva in mano una penna, un testamento ed un cuscino. Il WTCC non esiste più. C’è una nuova serie, la WTCR, che ha perso la titolazione di Campionato Mondiale ed è ora una”World Cup”. Il Campionato Internazionale TCR è stato inglobato con un accordo di licenza che durerà per due anni. Discovery Channel per ora continuerà a promuovere le gare, ma l’attenzione è già volta verso cosa accadrà alla fine di questo periodo di coabitazione. Se è vero che la disperazione rende tutti molto più ragionevoli, come per il Mondiale Endurance non sarà facile, per chi ha vissuto nei fasti, ritagliarsi un nuovo ruolo. Specie se spesso ha mancato di strategia, visione e realismo. Si può stare certi fin d’ora che, alla fine dei due anni, Lotti sarà in piedi, pronto a tornare al comando della baracca.


Albo d’Oro FIA World Touring Car Championship

ANNO

PILOTA E VETTURA

COSTRUTTORE

2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 1987

Thed Björk (SWE), Volvo S60 Polestar José María López (ARG), Citroën C-Elysée WTCC José María López (ARG), Citroën C-Elysée WTCC José María López (ARG), Citroën C-Elysée WTCC Yvan Muller (FRA), Chevrolet Cruze 1.6T Rob Huff (GBR), Chevrolet Cruze 1.6T Yvan Muller (FRA), Chevrolet Cruze 1.6T Yvan Muller (FRA), Chevrolet Cruze 1.6T Gabriele Tarquini (ITA), SEAT León TDI Yvan Muller (FRA), SEAT León TDI Andy Priaulx (GBR), BMW 320si Andy Priaulx (GBR), BMW 320si Andy Priaulx (GBR), BMW 320i Roberto Ravaglia (ITA), BMW M3

Volvo Polestar Citroën Citroën Citroën Honda Chevrolet Chevrolet Chevrolet SEAT SEAT BMW BMW BMW Ford

#ca



E’ pronta al lancio l’ultima creatura di Luca Mazzanti

La carica dei

1001 Mazzanti Automobili ha proseguito per tutta la scorsa estate i test per la messa a punto del proprio modello di punta, la Evantra Millecavalli, il cui primo esemplare è stato ribattezzato “prototipo 1001”. Non è la prima volta che #cheauto! dedica spazio ai piccoli costruttori, veri artisti che, in un mondo dominato dagli investimenti miliardari dei grandi gruppi, ancora hanno la voglia e la capacità di inseguire un sogno e spesso (Pagani insegna) di coronarlo nel migliore dei modi


la carica dei 1001

“Il

2017 è stato un anno molto impegnativo e ricco di successi per noi; siamo stati invitati ad eventi esclusivi, partendo dal successo raccolto della Evantra 771 al Salone Parco Valentino di Torino, ai numerosi eventi dinamici che hanno portato le nostre vetture a stretto contatto con i nostri fan, fino allo spettacolare nono posto assoluto ottenuto alla 24 Ore di Le Mans al fianco del team Cetilar Villorba Corse”. Chi parla è Luca Mazzanti, l’uomo all’origine di una delle più belle avventure di questi ultimi anni del mondo a quattro ruote. Una storia che racconta di passione, di capacità tecniche, di cura artigianale e tanto, tanto lavoro e sacrificio. In queste belle fotografie realizzate l’estate scorsa e nel video c’è tutto questo. “Abbiamo avuto il piacere di ricevere la visita di molti giornalisti e blogger da tutto il mondo, che hanno avuto l’opportunità di immergersi e carpire i segreti del mondo sartoriale della Mazzanti Automobili. Questo anno nel nostro atelier di Pontedera l’impegno di tutti noi è stato incessante: con il lavoro di sviluppo sulla Evantra Millecavalli e sugli upgrade alla Evantra standard e 771… e come nel mio stile, ho voluto portare il livello dell’asticella ancora più in alto: nei prossimi mesi scoprirete a cosa mi sto riferendo. Per tutto ciò vorrei ringraziare personalmente tutto il magnifico staff che permette a Mazzanti Automobili di raggiungere e superare, giorno dopo giorno, tanti importanti traguardi: Tony Andreetta, Carlo Beconcini, Loris Bicocchi, Tonino Cecere, Niccolò Englaro, Davide Ingrisani, Ros Mazzanti, Nico Meo, Andrea Quaglia, Federico Zornetta e Nicola Xella. Ognuno di loro, ognuno a modo suo, ha dato il meglio di sé per Mazzanti Automobili. Il loro sforzo quotidiano, il loro silenzioso lavoro, insieme a quello di tutti i partner, è per noi fondamentale”.



la carica dei 1001

Evantra Millecavalli è equipaggiata con un motore 7.2 L V8 biturbo, capace di erogare 1000 cv con una coppia trasmessa alle ruote posteriori che supera i 1200 Nm; questa configurazione, abbinata ad un cambio sequenziale a sei rapporti, permette alla vettura di arrivare a 100 km/h in soli 2,7 secondi, raggiungendo i 400 km/h di velocità anche grazie al peso contenuto in soli 1300 kg



la carica dei 1001

Dopo aver accumulato grande esperienza come carrozziere, preparatore e restauratore di prestigiose auto d’epoca, Luca Mazzanti nei primi anni del nuovo millennio ha realizzato il suo sogno di divenire costruttore di vetture speciali, realizzate con cura e qualità sartoriale. Il 30 settembre 2005 venne presentata (a Roma) la sua prima vettura, la Antas, una elegante coupé dalle linee un decisamente retrò, a cui hanno fatto seguito la Evantra e la Evantra Millecavalli



cheleggenda

Con la Maserati nel cuore

LA TRIDENTITE

Presentato a inizio dicembre a Modena presso lo show room della Casa, il volume “Con la Maserati nel cuore� di Ermanno Cozza svela aspetti inediti della storia di Maserati. E quasi in contemporanea la Casa del Tridente ha esposto a Milano tre assoluti capolavori del passato



la tridentite

Corredato

da decine di foto a colori e in bianco e nero, il volume “Con la Maerati nel cuore” non è solo la biografia di un uomo entrato nel 1951 alle Officine Alfieri Maserati, che è stato componente del reparto corse Maserati Formula 1 ed è oggi considerato la vera memoria storica della Casa automobilistica modenese. Si tratta di molto di più: un vero affresco di storia dell’automobile, che attraversa un’epoca pionieristica, punteggiata da episodi leggendari, spesso addirittura eroici.

Ai designer di Touring Superleggera si devono invece le forme della 3500 GT del 1957

Arriva dal 1971 la Bora, una aggressiva coupé disegnata da Giorgio Giugiaro

Attraverso una narrazione appassionante e ricca di episodi “dietro le quinte” sino ad oggi del tutto inediti, Ermanno Cozza ripercorre oltre 60 anni di vita aziendale, vissuta a stretto contatto di grandi campioni, in primis l’argentino Juan Manuel Fangio, che nel 1957 conquistò il titolo mondiale Formula1 con la Maserati 250F. “Questo libro nasce da una promessa fatta ad un collezionista italo americano – sostiene l’autore – che aveva chiesto via fax al reparto Maserati Classiche una consulenza per restaurare una sua vettura. Qualche anno fa lo incontrai al raduno di San Moritz e nel corso di un pranzo, affascinato dai miei racconti, mi diede l’idea e mi chiese di scrivere il libro. Più che la mia biografia è il racconto di una epopea industriale, di una azienda che da artigianale quale era, seppe dominare il mondo e vincere il titolo di Formula 1 con mezzi enormemente inferiori rispetto alla concorrenza tedesca. Pensate che al reparto ricerca e sviluppo noi eravamo in cinque soltanto… mentre i nostri avversari di allora potevano contare su una cinquantina di ingegneri. Ricordo, per


dare l’idea della volontà e dell’ardimento che ci animava, che il Natale del 1953 lo passai in fabbrica, per deliberare un motore che doveva partire per le corse. A essere sinceri non fu un grande sacrificio, era troppa la passione per questo lavoro! Da tanti maestri del Tridente che ho incontrato in fabbrica ho imparato la serietà sul lavoro, la capacità di apprendere, il modo di ascoltare ed aiutare il prossimo. Qualcuno l’ha definita quasi come una malattia; si chiama tridentite.” Insomma, un libro da non perdere. Come da non perdere, per i veri amanti dell’automobile, era l’appuntamento con Milano Auto Classica dove, più o meno negli stessi giorni della presentazione di “Con la Maserati nel cuore” la Casa modenese ha offerto all’attenzione dei visitatori tre capolavori della propria storia: la A6GCS-53, la 3500 GT e la Bora. La A6GCS-53, diretta evoluzione della famosa A6G.CS monofaro, costituì anche la base per uno dei Coupé più entusiasmanti degli anni “50. Grazie all’intuizione di Guglielmo Dei, proprietario della famosa Scuderia Centro Sud, la carrozzeria Pininfarina realizzo una Berlinetta compatta, marcata dalle ruote di dimensioni importanti e dai grandi tubi di scarico a vista che, ancor oggi, è ammirata per la sua aggressività. La Berlinetta Pininfarina, presentata al salone di Torino del 1954 sullo stand del carrozziere, fece da spartiacque tra il mondo delle vetture da corsa e quello delle vetture stradali. Ne furono realizzati solamente 4 esemplari. La 3500 GT del 1957 fu invece la prima vettura costruita in “serie” da Maserati e fu

L’autore Ermanno Cozza con una copia del suo libro, edito da Giorgio Nada Editore

presentata al Salone di Ginevra nella versione proposta dalla carrozzeria Touring, che realizzò un coupé classico di grande eleganza e raffinatezza. Aggiornata nel corso degli anni con freni a disco, cambio a 5 marce e impianto di iniezione indiretta, restò in produzione fino al 1964 e nei suoi sette anni di vita ne furono costruiti circa 1400 esemplari. Nel 1959 alla versione Coupé si affiancò la versione scoperta, disegnata da Vignale. Dal canto suo la Bora fece il suo debutto al Salone di Ginevra del 1971. Era una Coupé a motore posteriore centrale, destinata a prendere l’eredità della Ghibli come vettura di punta della Casa del Tridente in tema di prestazioni. Progettata dall’ing. Giulio Alfieri e disegnata da Giorgetto Giugiaro, venne inizialmente dotata di un propulsore 8 cilindri a V di 90° da 4.7 litri, a cui si affiancò due anni più tardi anche il motore da 4.9 litri con una potenza di 330 CV. Nonostante il suo temperamento”corsaiolo”, caratterizzato da un’ottima accelerazione e da una elevata velocità, la Bora garantiva un comfort di guida assai elevato, dovuto dalla straordinaria elasticità del motore e alla eccellente insonorizzazione dell’abitacolo.


la tridentite

Fondata il 1° dicembre 1914 a Bologna e trasferitasi nella sede attuale di Modena nel 1937, la Maserati è oggi parte del gruppo FCA ed è a pieno titolo tra i maggiori produttori al mondo di automobili di lusso, con una gamma che comprende la Quattroporte, la Ghibli, il SUV Levante e le sportive GranTurismo e GranCabrio coprendo integralmente l’offerta sul mercato globale


La splendida A6GCS del 1953, firmata da Pinifarina

#ca


cheamerica

La nuova frontiera USA regala sempre

s r a W r a t S e n a s is N Continuano le collaborazioni tra Nissan e Lucasfilm per promuovere congiuntamente le vetture della marca giapponese e i film della saga di Guerre Stellari: al recente Salone di Los Angeles si è infatti alzato il velo su sei vetture a tema. La “Forza” si sta dimostrando un potente alleato della casa nipponica, che ha creato queste speciali vetture dai tratti inconfondibili, a partire dalla Nissan Maxima Special KyloRen TIE Silencer che, con le sue due ali e cannoni laser, diventa un vero e proprio TIE Silencer, la navicella “caccia” personale di KyloRen. Ci sono poi altre due reinterpretazioni della tre volumi giapponese, ad imitare le forme e i colori del casco dal già citato antagonista e di uno dei suoi ufficiali, il Capitano Phasma. La Nissan Altima Special Forces TIE Fighter assume anch’essa l’aspetto di un caccia da battaglia, con l’immagine delle ali esagonali ad abbellirne fiancate e cerchi. Questa vettura è anche fornita di altoparlanti esterni per replicare i suoni dei cannoni laser. Infine due Nissan Rogue completano lo schieramento, entrambe trasformate in inconfondibili X-wing. Su una di queste trova posto anche BB-8, l’ultimo simpatico robot protagonista delle avventure di Luke Skywalker e compagni, che fa capolino dal tettuccio dell’auto.


e spunti, curiosità e notizie interessanti A cura di Niccolò Gargiulo


cheamerica

Chevro


a n a ic r e m a ia z li o olet Tahoe per la p Le Case americane rispondono sempre molto concretamente alle richieste dei dipartimenti di polizia statunitensi e sfornano veicoli ad hoc per assistere le forze dell’ordine nel loro lavoro quotidiano. Come già visto per Ford, ora anche Chevrolet ha presentato i modelli 2018 modificati con luci e sistemi a protezione degli agenti. Il Tahoe 2018 PPV (che sta per Police PersuitVehicle) e’ stato creato per le pattuglie stradali che potrebbero aver bisogno di ricorrere ad inseguimenti ad alta velocità (… in America prendono molto seriamente questa possibilità). All’interno trovano spazio gli agganci per posizionare armi di grosso calibro, la postazione per il laptop dell’agente, con il quale effettuare i controlli di routine, e la barriera di plexiglass che divide l’abitacolo anteriore dai sedili posteriori. Le novità maggiori di questo modello riguardano però i sistemi di assistenza elettronica per ridurre al minimo il rischio di incidenti. Tra gli altri il sistema di allerta anteriore avverte il conducente di un pericolo immediato sulla strada mentre il LowSpeedForwardAutomaticBraking riesce ad attivare i freni in caso di emergenza anche durante la marcia a basse velocita’.


cheamerica

e s r o h k r o W i d a La scommess Workhorse è nata nel 2007 principalmente come produttore di batterie e kit per la conversione ibrida di veicoli con motore a benzina. La società statunitense con sedi in Ohio e Indiana si è poi trasformata nel corso degli anni in un vero e proprio costruttore di mezzi di trasporto innovativi, facendo notizia a inizio anno per la presentazione del primo pick-up elettrico W-15. Si tratta in realtà, come viene spiegato da Workhorse, di un plug-in ibrido, dove l’autonomia di circa 130 Km dei due motori elettrici (alimentati da batterie al litio Panasonic) viene estesa a quasi 500 Km grazie a un motore a benzina. I soli motori elettrici regalano comunque ben 460 cavalli alla trazione integrale del pick-up. Steve Burns, CEO della compagnia, non ha però intenzione di fermarsi qui. Workhorse è una delle cinque finaliste dell’appalto per fornire i nuovi furgoni alle poste statunitensi e ovviamente si prevede venga presentato un progetto strettamente ecologico. Si profilano anche i propositi per mettere in produzione qualcosa di ancor più innovativo, come il velivolo SureFly, un piccolo elicottero biposto per con autonomia limitata per voli piuttosto corti (si stima che possa volare al massimo per circa 110 Km prima di dover atterrare). Pensato per un futuro dove i più fortunati potranno tenere il loro velivolo personale in garage e utilizzarlo per evitare il traffico del mattino, SureFly è anch’esso un ibrido dotato di otto rotori, con batterie che consentono 5 minuti di volo per poter atterrare una volta rimasti a secco di carburante.


ca



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