#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
24
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Aprile 2018
ROTTA SU SAIGON! Ma questa Formula 1 vi appassiona?
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
24
Aprile 2018
checosac’è #chedire 5 ? • Ma questa F.1 vi appassiona?
#chefoto
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VIDEO
#cheroba 16 • Road to Saigon
#chebella 30 • Gli estremi - VIDEO
#chemacchina 42 • Mazda CX 5 • Honda Jazz • Tesla Model S - VIDEO
#checorse 88 • La Nota di Enrico - VIDEO
#cheleggenda 94 • FIAT 525SS, la regina
#chestoria 102 • … mi faccio la Ferrari • Idrogeniamoci!
#cheamerica 118 • Spunti, curiosità e notizie dagli USA Fotografie copertina: Gerard Brown (ERA) © Ferrari – CR” – Callo Albanese
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chedire
Ma questa F.1 vi appassiona? di Vittorio Gargiulo
L
ungi da me voler apparire nostalgico o rosicone ma… questa Formula 1 vi appassiona veramente? Vi appassionano i duelli al muretto invece che in pista? Vi fanno sobbalzare sulla sedia i sorpassi ai pit stop? Vi eccitano i calcoli infiniti su strategie e gli ordini ai piloti? che non devono fare questo o quest’altro, bensì aspettare la prossima eclissi di luna per spingere un po’ di più? Francamente non credo che queste siano più “corse automobilistiche”: sono probabilmente uno sport rispettabilissimo, con proprie leggi e filosofie, ma non sono più “corse”. FRONT PAGE Sono un’altra cosa. Tra l’altro complicatissima da capire, dato che spesso i calcoli e le strategie vanno addirittura al di la dell’evento in corso ma abbracciano ampi periodi della stagione. Toto Wolff, timoniere di plancia Mercedes, ha accusato il software per la sconfitta in Australia. Questo maledetto software che non li avrebbe avvistati del pericolo Ferrari, qualora
si fossero verificate quelle particolari condizioni, ecc. ecc.. Ma vi sembrano gare automobilistiche quelle in cui invece che prendersela con telaio/motore/gomme/pilota (o sfiga) una squadra se la debba prendere per un software di strategia? E credete davvero che i tifosi Ferrari, al sorpasso beffa di Vettel, abbiano immediatamente compreso quanto era accaduto? Hamilton ha dichiarato che non c’era verso di superare Vettel e nell’ultima fase di gara ha rinunciato all’attacco. Nessuno scandalo, per carità, ormai è più che normale pensare più alla tattica e strategia che all’attacco. Un bel catenaccio in salsa FIA. Bene, allora se le cose stanno così avrei una modesta proposta: rinunciamo agli autodromi, rinunciamo alle automobili, rinunciamo ai meccanici e organizziamo un bel campionato con i simulatori, nei palazzi dello sport di tutto il mondo. Così eliminiamo anche il pericolo di incidenti e il pericolo pioggia per il pubblico. Però, permettemelo, io continuerò a godermi belle gare di kart, F. Indy o Moto GP…
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chefoto
La bellissima Abarth 124 Rally sta mostrando tutte le sue potenzialitĂ , conquistando ottimi nella classe R-GT dei rally a cui partecipa in tutta Europa. Le ultime uscite di marzo registrano i successi di FlorinTincescunel Rally Brasov (Romania) e del giovanissimo Cristopher Lucchesi primo in R-GT al Rally del Ciocco, sulle strade di Toscana
chefoto
Una suggestiva immagine della gara della serie invernale di rallycross (denominata RallyX on Ice) che si è recentemente svolta a Ostersund in Svezia Fotografia JakubNitka / Red Bull Content Pool
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Guidata dal pilota Ho-Pin Tung, una Range Rover Sport SVR di serie ha frantumato il precedente record sulle 99 curve (lungo una salita di 11,3 km) della famosa Tianmen Road, in Cina. Il suv britannico ha stabilito il nuovo record non ufficiale di 9’51”, alla velocità media di 68,8 km/h, battendo il record precedente (10’31”) stabilito nel 2016 da una Ferrari 458 Italia. Con 575 cavalli del V8 Supercharged, la Range Rover Sport SVR è la più veloce Range Rover di sempre: accelera da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e raggiunge la velocità di 280 km/h.
FRONT PAGE
chefoto Salvinelli-Ceccardi su Lancia Aprilia Prima Serie si sono aggiudicati la 10ª rievocazione storica della Coppa Milano-Sanremo. La competizione più antica d’Italia, che mancava dalle strade da 7 anni, ha riscosso un indiscutibile successo nonostante le difficili condizioni meteo, che hanno visto persino la neve sul passo del Faiallo Fotografia DRPHOTO
chefoto
Mondiale Rally: dopo il successo in Svezia un round piÚ sfortunato, in Messico, per ThierryNeuville e la Hyundai che comunque, come si suol dire‌ ha sollevato un bel polverone!!! Fotografia Jaanus Ree/Red Bull Content Pool
#ca
cheroba
Un’avventura affascinante
Road to Saigon 8.600 i chilometri macinati attraverso Tailandia, Cambogia e Vietnam… non è per tutti, soprattutto se le automobili protagoniste di questa passeggiata hanno qualche annetto sulle spalle di Niccolò Gargiulo fotografie Gerard Brown (ERA)
MANUEL DUBS E IRENE DUBS SULLA LORO BELLISSIMA ROCKNE SIX 75 DEL 1932
road to saigon
Una
trentina di impavidi equipaggi ha trascorso 27 giorni su strade che definire impervie è davvero poco. Tra tratti di regolarità cronometrati e lunghi e impegnativi trasferimenti, sono stati ben 8.600 i chilometri macinati attraversando i territori di Tailandia, Cambogia e Vietnam. Una vera sfida, di più: un’avventura. Già, perché le automobili protagoniste di questa passeggiata avevano perlomeno 40 anni di onorato servizio sulle spalle… per non parlare della nonnetta Itala che di anni ne ha ben 111!
MARCO HALTER E CLAUDIA ENGELHARDT, VINCITORI DELLA CLASSIC A BORDO DI UNA FORD FALCON DEL 1963
MARTIN E RENATE HILTI, IN GARA CON UNA MERCEDES 280SE
Del resto gli eventi organizzati dalla E.R.A. (Endurance Rally Association) sono tutti così: duri e affascinanti, sorprendenti. Al termine di questa memorabile Road to Saigon è stata incoronata regina la Bentley Super Sport del 1925 di Graham e Marina Goodwin. Al comando nella categoria Vintageant (che raccoglie le vetture più datate) sin dalla bandiera verde sventolata a Singapore, la coppia ha concluso trionfante all’arrivo di Saigon, senza accusare alcun problema degno di nota durante tutto il rally. Andrew Webster e Ian Robertson, già protagonisti in passato della Pechino-Parigi, si sono piazzati al secondo posto con la loro Chevrolet Master 85 del 1939. Nella categoria Classic, riservata ad automobili più reventi (e quindi più veloci e performanti) hanno prevalso Marco Halter e Claudia Engelhardt, con una Ford Falcon del 1963, dopo una lunga battaglia con i vincitori della Pechino-Parigi, Gerry Crown e Matt Bryson, su Leyland P76 del 1974. La terza
KAREN E DAVID AYRE, CON UNA ITALA DEL 1907, LA VETTURA PIÙ ANZIANA PRESENTE ALLA ROAD TO SAIGON
road to saigon
GRAHAM E MARINA GOODWIN, VINCITORI NELLA CATEGORIA VINTAGEANT CON UNA BENTLEY SUPER SPORT DEL 1925
road to saigon
piazza è andata al duo David Gainer e Kerry Finn con la fida Datsun 240Z del 1972. A fine gara, il felicissimo Halter ha ovviamente sottolineato l’importanza di questo suo primo successo ma non ha dimenticato di svelare una smisurata ammirazione per i veri e propri eroi nel mondo dell’endurance classico. Parlando del secondo classificato, Gerry Crown, sempre al via di queste dure imprese alla venerabile età di 88 anni, Marco Halter ha infatti affermato: “Grande Gerry! Sei ancora velocissimo sia come pilota che come… bevitore. Mi auguro di tutto cuore di riuscire ad essere ancora competitivo, come oggi lo sei tu, quando avrò la tua età…”. Una vera ovazione e un sentito ringraziamento è stata poi riservata ad altri due autentici eroi della manifestazione: Karen e David Ayre. I due sono stati applauditi per l’ottimo comportamento in gara ma soprattutto per aver avuto il coraggio di iscriversi con la loro bellissima Itala del 1907. Vera icona delle gare vintage-endurance, la Itala si è dimostrata affidabile e combattiva fino al ponte Prek Tamak, 40 chilometri a nord di Phnom Penh, in Cambogia, dove la rottura dell’albero di trasmissione l’ha costretta al ritiro durante il ventiduesimo giorno di gara.
ADRIAN HODGSON E ERIC SIA (PEUGEOT 504 TI) SI SONO AGGIUDICATI IL PREMIO AGAINST ALL ODDS
Il premio Spirit of the Rally è andato invece a Russel Jordan e Bill Crossan e alla loro ottima Austin Healey 3000 del 1967, mentre il riconoscimento Against All Odds è stato assegnato a Adrian Hodgson e Eric Sia, che con la loro Peugeot 504 Ti sono riusciti a recuperare parecchio terreno nella seconda parte di gara, dopo che seri problemi tecnici li avevano
La Endurance Rally Association (ERA) ha origine negli anni “80 e si può affermare che abbia leteralmente inventato questo tipo di manifestazioni per auto d’epoca (magari non proprio originali al 100%...). Gli eventi targati ERA sono anzitutto dei grandi raduni di appassionati e sono sovente impegnativi e difficili, in alcuni casi vere e proprie avventure. A oggi ERA ha organizzato oltre 60 eventi in 50 differenti nazioni: dalle dune del Sahara al profondo Sud Africa, da Londra alla Cina come da Pechino a Parigi (il rally senz’altro più conosciuto) sino all’intrigante Giro del Mondo in 80 Giorni
road to saigon
MERITATAMENTE VINCITORI DEL TROFEO SPIRIT OF THE RALLY SONO STATI RUSSEL JORDAN E BILL CROSSAN (AUSTIN HEALEY 3000 DEL 1967
road to saigon
costretti ad una deviazione imprevista addirittura verso Kuala Lampur, in cerca di soccorso. Un altro aspetto interessante e degno di nota di questa massacrante gara di regolarità è stato l’ingresso, verso metà percorso, di equipaggi composti da alcuni volti noti della televisione, impegnati nelle riprese di un documentario per la BBC. I conduttori della prima edizione di Top Gear, Noel Edmonds e la moglie Liz, si sono uniti alla carovana del rally insieme ai musicisti Martin Kemp (Spandau Ballet), Shirlie Kemp (Wham), Tinchy Stryder, Jordan Stephens e al famoso chef Andi Oliver con la figlia Miquita.
MARC BUCHANAN E RALF WEISS HANNO TENUTO ALTO L’ONORE DEGLI USA CON QUESTA FORD MUSTANG DEL “67
Ora gli appassionati (perlopiù britannici) di questo genere di manifestazioni si sta già organizzando per il prossimo evento organizzato dalla Endurance Rally Association: il Flying Scotsman, che nel 2018 compie dieci anni. Rigorosamente riservato alle vetture prodotte prima della seconda guerra mondiale, l’evento partirà dal Brooklands Motor Museum giovedì 26 Aprile. Nel corso di quattro giorni gli equipaggi si dirigeranno a nord dell’Inghilterra verso le East Midlands prima di dirigersi a est verso il Lincolnshire Wolds. Poi, dopo aver attraversando gli spettacolari paesaggi dello Yorkshire, le auto raggiungeranno il Northumberland e il confine scozzese, per poi raggiungere l’arrivo al Balmoral Hotel nel cuore di Edimburgo. Da notare che la linea del traguardo verrà intenzionalmente posta nelle vicinanze della stazione ferroviaria Waverly, la destinazione originale del famoso treno a vapore dal quale il rally oggi trae il suo nome.
ANDREW WEBSTER E IAN ROBERTSON, SECONDI CON LA CHEVROLET MASTER 85 DEL 1939
road to saigon
DAVID GAINER E KERRY FINN, TERZI NELLA CATEGORIA CLASSIC, CON UNA DATSUN 240Z DEL 1972
#ca
chebella
PININFARINA HK GT E TOYOTA GR SUPRA RACING
GLI ESTREMI PINIFARINA E TOYOTA STUPISCONO CON DUE CONCEPT GT AGLI ANTIPODI: TOTALMENTE ELETTRICA, ELEGANTE E RAFFINATA LA PRIMA… MUSCOLOSA, RUMOROSA E CLAMOROSAMENTE ESSENZIALE LA SECONDA
gli estremi
Una
vera grandinata di “concept” ha colpito Ginevra in occasione del salone 2018. Un uragano di proposte, più o meno azzeccate, ha imperversato sul lago Lemano a inizio marzo e per i visitatori certamente non è stato facile orientarsi tra le tantissime proposte. Il trend, manco a dirlo, è stato l’elettrico, il green, la ricerca di emissioni zero, con conseguente silenzio assoluto. Ma c’è stato anche chi è andato controcorrente, presentando vetture che non si vergognavano dei propri muscoli. Tra tutte ne abbiamo scelte due, agli antipodi per scelte tecniche e stilistiche ma accomunate da un unico e bellissimo comun denominatore: l’emozione. Pinifarina e Toyota hanno stupito con due concept di vetture gran turismo che hanno ben rappresentato gli opposti estremi: totalmente elettrica, elegante e raffinata la HK GT italiana quanto muscolosa, rumorosa e corsaiola la GR Supra Racing nipponica. Con la HK GT Pininfarina ha presenta la quarta concept car concepita insieme ad Hybrid Kinetic Group, marchio hi-tech emergente con sede a Hong Kong. Sensualità, potenza ed eleganza: nella migliore tradizione della carrozzeria italiana, la vettura presenta volumi pieni e voluttuosi con superfici dalle transizioni morbide ed eleganti.
gli estremi
La HK GT presenta una configurazione 2+2, interamente svelata dall’apertura delle porte ad ala di gabbiano, ed è caratterizzata da un cofano lungo e scolpito e da una linea leggermente arcuata, che scende delicatamente verso il posteriore, in modo da appoggiare il padiglione sul corpo vettura, avvicinandolo alla ruota posteriore come nelle grandi Gran Turismo del passato. Il frontale, da parte sua, presenta stecche cromate che si aprono a petalo sino ad incorniciare i proiettori. L’interno offre forme, volumi, colori e materiali scelti con cura che concorrono ad esprimere modernità e distinzione. La plancia (di colore bianco crema con cuciture e dettagli arancio vivo) e si diparte dalla strumentazione minimalista, posta dietro al volante, per poi estendersi in un elegante abbraccio verso i sedili posteriori, che per contrasto sono ricoperti da un magnifica pelle grigia trattata «vintage». Per trasmettere leggerezza all’abitacolo sono stati adottati due accorgimenti: le sedute anteriori paiono sospese al tunnel centrale, mentre una parte dello schienale posteriore è formato da un’«ala » sospesa che annulla la divisione tra abitacolo e bagagliaio. L’abitacolo offre due diverse modalità esperienziali : “race”, per una guida sportiva, e “cruise”, per i grandi tragitti condivisi con la
famiglia. Nella modalità “race” l’abitacolo si veste di un’illuminazione rossa; il display dietro al volante (minimal cluster display) trasmette solo le informazioni tecniche essenziali mentre il central setting display fornisce le informazioni su tutti i parametri di guida (tarature delle sospensioni, accelerazioni, speed track cornering, ecc...). Nella modalità “cruise” invece l’abitacolo si illumina di blu ed offre una soluzione di mobilità più confortevole. Sulla plancia, davanti al passeggero, appare un largo schermo tattile con accesso a tutta la connettività (navigazione, e-mail) ed entertainment mentre i pannelli porta si animano grazie ad un lungo schermo interattivo, che permette la circolazione e lo scambio delle informazioni tra i passeggeri anteriori e quelli posteriori. Elettrica pura, la HK GT è equipaggiata con super batterie HK da 38kWh, 4 motori PM (Permanent Magnet) integrati per una potenza combinata di oltre 800KW e trasmissione a 2 velocità. Questa configurazione consentirà al veicolo di raggiungere una velocità massima di 350 km/h e un’accelerazione 0-100km di 2,7 secondi. Il sistema di torque vectoring offre una distribuzione della coppia tra le quattro ruote, che hanno ciascuna il proprio motore per un maggiore controllo e stabilità. Inoltre, la GT è dotata anche di un sistema di frenata rigenerativa.
gli estremi
A Ginevra ha debuttato anche la versione marciante della H2 Speed, concept che Pininfarina presentò nel 2016. Ora la H2 Speed non è divenuta la prima auto da pista a idrogeno realizzata in serie limitata (su specifiche Le Mans Prototype-FIA), pronta ad essere guidata coloro che si assicureranno una delle 12 unità in produzione. H2 Speed è spinta dalla rivoluzionaria tecnologia elettrica alimentata a idrogeno, già sperimentata in pista da GreenGT, società franco-svizzera che dal 2008 progetta, sviluppa e realizza sistemi di propulsione puliti e sostenibili. Il risultato è una vettura a zero emissioni in grado di raggiungere una potenza di 653 cavalli rilasciando nell’atmosfera solo vapore acqueo
Il logo Supra è apparso per la prima volta nel 1978, su una versione più grande e più potente della Celica. Conosciuta con il nome di A40, la Supra ha in seguito dato origine a tre nuove generazioni: la A60 nel 1981, la A70 nel 1986 e la A80 nel 1993. Questa GT con motore anteriore e trazione posteriore è stata fabbricata fino al 2002 e l’ultimo modello sarebbe diventato il più potente mai realizzato dalla Toyota. La reputazione della Toyota Supra è cresciuta anche grazie ai successi in pista, in particolare con la sua quarta generazione, introdotta nel 1993, capace di dominare i campionati All-Japan GT (oggi SuperGT), vincendo la classe GT500 per ben quattro volte. Negli anni ’80 la Toyota Supra ha partecipato inoltre ai campionati American IMSA, mentre nel decennio successivo è scesa in pista per due volte sul circuito di Le Mans
I veicoli HK a energia pulita possono essere equipaggiati con tre diversi range extender: un range extender a microturbine a bassa emissione (che accetta una varietà di carburanti), un sistema range extender fuel cell a idrogeno a zero emissioni o un motore a combustione interna range extender altamente efficiente. E veniamo alla Toyota. Il colosso giapponese ha deciso di far rivivere una propria icona, quella Supra che rimane forse la sportiva Toyota più famosa di sempre. Quello della Supra è un nome che evoca i concetti di potenza, performance e maneggevolezza che hanno contraddistinto il modello per un quarto di secolo. Trattandosi di una sportiva purosangue, la Toyota Supra ha costruito la sua reputazione grazie alle straordinaria performance ancora oggi, a 15 dal termine della sua produzione, fa battere i cuori degli appassionati. Questa concept, interamente sviluppata dal team Toyota Gazoo Racing, è ovviamente una due porte compatta, che monta un motore anteriore e trazione posteriore e che fa ampio uso di materiali ultraleggeri. Il numero di gara “90” sulle portiere è un chiaro riferimento allo storico nome in codice della Supra e un indizio relativo alla nascita della nuova,
quinta generazione di questo modello. Il prototipo sfoggia un design accattivante con un ampio alettone posteriore mentre l’ampio utilizzo di materiale composito ultraleggero è stato destinato ad elementi quali i paraurti, lo splitter anteriore e il diffusore posteriore, le pedane laterali, l’alettone posteriore e i retrovisori. Il cofano è realizzato con lo stesso materiale e dispone di griglie di aspirazione. Il telaio monta un sistema di sospensioni ribassato realizzato con componenti originali. I cerchi da corsa BBS sono coniugati a pneumatici Michelin e il sistema frenante è dotato di pinze e dischi Brembo Racing. Infine il sistema di scarico è progettato per offrire una performance ottimale su pista. L’abitacolo è interamente orientato alla performance sportiva ed è equipaggiato con una plancia da corsa, un sedile OMP sul lato guida e imbracatura di sicurezza. La OMP Racing ha fornito inoltre il volante a sgancio rapido equipaggiato con paddle. Dal canto loro le portiere sono rivestite con pannelli in fibra di carbonio, mentre la plancia include un display da gara. La sicurezza a bordo è garantita da una super-robusta cellula di protezione mentre le linee del carburante e dei freni, la pedaliera, la batteria e i circuiti elettrici sono tutti progettati per resistere a impatti e incidenti, secondo gli standard da competizione.
gli estremi
caratteristiche tecniche prinicipali
Toyota GR Supra Racing Lunghezza: 4.574mm Larghezza: 2.048mm Altezza: 1.230mm Passo: 2.470mm
caratteristiche tecniche prinicipali
Pinifarina HK GT Lunghezza:
4.980 mm
Larghezza:
1.998 mm
Altezza:
1.365 mm
Passo:
2.975 mm
Configurazione trasmissione:
trazione integrale con Torque Vectoring
Propulsione:
motori indipendenti a magneti permanenti
Range extender:
microturbina / fuel cell / motore a combustione interna
Telaio:
alluminio
gli estremi
Il team Toyota Gazoo Racing, ha fatto il suo esordio nel 2007 alla 24 Ore del Nürburgring con due Toyota Altezza (l’equivalente della Lexus IS di prima generazione). Il team era formato da un gruppo di piloti e meccanici dipendenti del brand. Da allora Toyota Gazoo Racing è diventato l’ombrello dell’organizzazione internazionale dei programmi sportivi Toyota e nello scorso 2017 ha conquistato due vittorie nel Mondiale Rally e cinque successi nel Mondiale Endurance. Il nuovo programma di sviluppo ha portato alla creazione della Yaris GRMN, l’ultimo prodotto della serie GR e la prima GRMN progettata e realizzata in Europa
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chemacchina
Mazda CX-5
RITORNO AL FUT La nuova Mazda CX-5 parte da una storia di successo e propone affinamenti sotto ogni punto di vista. Le sue sofisticate tecnologie SKYACTIV supportano una vettura elegante, ispirata ed intelligente, che si concretizzano in un piacere di guida sorpendente
TURO
ritorno al futuro
Per
capire a fondo la Mazda CX-5 bisogna fare un passo indietro e uno avanti ed è necessario comprendere concetti sospesi tra passato e futuro Partiamo dal 2010, quando Mazda inaugurò una nuova filosofia di design: KODO - Soul of Motion. KODO vuol dire catturare l’energia che si trova, attimo dopo attimo, nel dinamismo delle creature viventi e tentare di infondere tale energia nella forma dei veicoli, creando automobili con una dinamicità che le rende quasi “vive”. Questa filosofia di design racchiude un concetto di bellezza spiccatamente giapponese, uno stile coltivato sin dall’antichità affinché l’aspetto sia sublime ma discreto e caratterizzato da un’eleganza sottile quanto intensa e ricca Il gusto estetico giapponese esprime infatti un’eleganza che si potrebbe descrivere come un ricercato senso d’equilibrio, meravigliosamente misurato, senza nessuna eccessiva enfasi. Gran parte della cultura tradizionale giapponese si basa sul concetto minimalista del “less is more” dove l’importanza sta nel togliere (o minimizzare) gli elementi per creare un’abbondanza di spazi vuoti. E così avviene nello sviluppo del design Mazda, ove gli elementi superflui vengono eliminati con cura finché resta soltanto l’essenziale e ne consegue che un senso di ricchezza venga emanato da qualcosa che, in termini di design, al contrario appare semplice. L’estetica della gamma attuale di Mazda mostra questo tentativo (riuscito) di catturare, istante per istante, il dinamismo delle creature
viventi e di trasferirlo direttamente nella forma fisica di ciascuna auto. Nascono, e nasceranno, pertanto carrozzerie Mazda che attraverso un sempre mutevole intreccio di luci e di ombre, che si muovono sulle superfici a seconda dell’angolazione con cui le si guarda, offrono alla vista vetture che sembrano realmente vive. In questo filone la nuova Kai Concept rappresenta un ulteriore passo avanti, la realizzazione di un veicolo spinto da un motore a combustione interna, che sappia combinare il design Mazda KODO - Soul of Motion con la rivoluzionaria tecnologia del motore SKYACTIV-X. Il suo nome “kai” significa “pioniere” e questa concept pioniere lo è davvero. Adotta infatti il propulsore SKYACTIV-X, il motore di nuova generazione che introduce un innovativo metodo di combustione ad accensione spontanea, chiamato Spark Controlled Compression Ignition, ed è in assoluto il primo motore a benzina di serie al mondo che utilizza l’accensione per compressione. Da parte sua il design della Kai offre una bellezza profondamente raffinata, creata eliminando tutti gli elementi inutili per produrre una hatchback che si presenta emozionante, solida, robusta e raffigura le proporzioni ideali di una hatchback. E se dal futuro di questa splendida concept vogliamo tornare al presente della CX-5, non possiamo fare altro che registrare che, tra le auto della gamma odierna, questo suv è la vettura che meglio interpreta le regole del design KODO - Soul of Motion. In realtà il futuro è già qui.
ritorno al futuro
Partendo
dai concetti del design KODO - Soul of Motion, la Mazda CX-5 presenta una personalità stilistica personalissima e dinamica, che senza dubbio attira l’attenzione e sta alla base del suo indubbio successo. Al di là dell’evoluzione in senso tridimensionale del design del frontale, l’obiettivo stilistico era di creare una forma semplice ma personale, matura ed elegante, in cui gli accenti delle linee di carattere risultano minimi ed il passaggio fra le superfici della carrozzeria si enfatizza creando cambi nei riflessi della luce. Ne consegue che componenti importantissime del design sono il colore e la verniciatura con la nuova tinta Soul Red Crystal. Superando il livello di luminosità della tanto apprezzata tinta Soul Red Premium Metallic di circa il 20% e aumentando la profondità di quasi il 50%, la nuova vernice Soul Red Crystal raggiunge livelli ancora più alti di trasparenza per sottolineare la bellezza e la qualità delle forme dinamiche della carrozzeria dal design KODO. Questa tinta Soul Red Crystal è una verniciatura a tre strati (uno riflettente, uno traslucido ed uno trasparente) ma rappresenta un importante passo avanti nella tecnologia di verniciatura Il risultato finale sono riflessi accuratamente controllati che rendono più vivide le zone di massima luce e più profonde quelle in ombra. Oltre alla nuova vernice Soul Red Crystal, la CX-5 è disponibile in 8 altri colori. Entrando in vettura si percepisce subito un’alta qualità, con materiali di pregio, finiture impeccabili e un design che mette subito a proprio agio.
ritorno al futuro
Il progetto degli interni è totalmente umano-centrico, focalizzato sulla massima ergonomia del posto di guida in un abitacolo spazioso, elegante e contraddistinto dalla massima attenzione al dettaglio nell’impiego dei materiali, nel montaggio e nella finitura dei componenti. Sia i sedili anteriori che posteriori sono stati disegnati per offrire agli occupanti un ottimo sostegno del corpo. Il comfort dei sedili posteriori è ulteriormente cresciuto con la disponibilità di bocchette della climatizzazione poste sul retro della consolle centrale, destinate a riscaldare i due sedili esterni della fila.
Mazda ritiene che auto e conducente debbano avere un legame simile a quello esistente tra il cavallo e il suo cavaliere. Questo è il concetto Jinba Ittai, una idea al centro delle auto Mazda. Sulla base di questa visione sono stati studiati nuovi metodi operativi, che riducano al minimo la distanza tra il conducente e lo spazio del veicolo, permettendogli di agire sulla vettura in modo intuitivo, come se si trattasse di un’estensione del suo corpo.
Il nuovo display centrale da 7” adotta un collegamento ottico per abbinare il display a cristalli liquidi ed il pannello a tocco, il che elimina i riflessi e presenta immagini più chiare. Sono disponibili due tipi di Active Driving Display di cui uno, alla sua prima apparizione su una Mazda, visualizza le informazioni direttamente sul parabrezza entro la linea visiva del conducente, per consentire una lettura più veloce e agevole dei dati pertinenti. L’altra versione visualizza le informazioni su un pannello situato sopra il quadro strumenti. Il volante di nuova generazione è più confortevole da impugnare ed ha la corona riscaldata mentre il parabrezza anteriore ora è dotato di sistema di decongelamento tergicristalli. Per gli interni sono disponibili tre tipologie di rivestimenti: tessuto nero, oppure pelle nera o bianco puro. Le nuove cornici di finitura della plancia trasmettono sia il calore del legno che la robustezza del metallo.
ritorno al futuro
Guidare su ghiaccio e neve non è un evento eccezionale in inverno, ma lo diventa se sotto gli pneumatici invece dell’asfalto ci sono circa 1.700 metri di acqua. Mazda è stato il primo costruttore a ricevere il permesso di organizzare un test drive estremo sul lago Baikal, 4.400 chilometri a est di Mosca, nella Siberia orientale. Un percorso di 351 chilometri che ha portato un convoglio di 17 auto ad attraversare il lago ghiacciato dalla cittadina di Listvyanka fino a Tankhoy per poi raggiungere da lì UlanUde, capitale della Repubblica dei Buriati. In totale sulla superficie del lago ghiacciato sono stati percorsi 72 chilomnetri
Primo esempio su una Mazda, il portellone a comando elettrico viene azionato tramite gli interruttori di apertura/chiusura sistemati sia sul portellone stesso che fra i comandi a portata del conducente. Abbiamo decantanto il desing e promosso a pieni voti gli interni, ma la CX-5 non è soltanto un bell’oggetto e sa offrire il meglio di sè quando è marcia, garantendo sensazioni di sicurezza (ed anche un po’ di divertimento se lo cercate) in ogni situazione. Qui entrano pesantemente in gioco le tecnologie SKYACTIV-BODY, SKYACTIV-CHASSIS e SKYACTIV VEHICLE DYNAMICS che consentono una sensazione di completa padronanza del veicolo, controllo e risposta sono eccellenti e tutte le reazioni copiano il più fedelmente possibile i comandi del guidatore in fase di accelerazione, sterzata e frenata. In particolare vale la pena sottolineare quanto sia utile ed efficiente il sistema G-Vectoring Control. Monitorando la posizione del volante e della farfalla quando si entra in curva, il GVC riduce momentaneamente la quantità di coppia trasmessa alle ruote anteriori, trasferendo in tal modo più peso sull’asse anteriore. Ciò aumenta l’aderenza degli pneumatici anteriori, consentendo così alle ruote anteriori di girare con maggiore precisione. In seguito, quando il conducente mantiene un angolo di sterzata costante, il GVC recupera immediatamente la coppia motrice, trasferendo così il carico sulle ruote posteriori e riequilibrando l’auto. Questa serie di trasferimenti di carico consente di ottenere molta più aderenza sia sugli pneumatici anteriori che su quelli posteriori,
ritorno al futuro
migliorando la reattività e precisione in funzione delle intenzioni del conducente.
Il concetto aerodinamico della CX-5 punta a favorire il flusso d’aria lungo il sottoscocca e a stabilire un equilibrio tra il flusso dell’aria sopra e sotto il corpo vettura, che poi convergono nella parte posteriore del veicolo. Per questo motive la calandra adotta un’apertura a forma di condotto e sono stati aggiunti dei componenti aerodinamici in posizioni strategiche. Inoltre parzializzatore dell’aria mantiene chiusa la parte inferiore della calandra ogniqualvolta sia possibile
Abbiamo provato a sbagliare volontariamente l’ingresso in curva, accelerando senza motivo piuttosto che approcciando traiettorie errate: in ogni frangente la CX-5 è pronta a reagire autonomamanente e a riportarsi in traiettoria con immediatezza. Oltretutto il naturale supporto del GVC fa sì che il guidatore riduca inconsciamente qualsiasi inutile intervento su sterzo e acceleratore mentre è in curva. Possiamo testimoniare che il GVC lavora bene e migliora in modo evidente il grip meccanico della vettura, aiutando costantemente il guidatore a sentirsi più tranquillo e sicuro. Anche sul fronte maneggevolezza la CX-5 non delude: lo sterzo risulta preciso anche grazie ad una connessione più diretta tra i fissaggi del sistema di sterzo e le traverse delle sospensioni (McPherson all’anteriore e multilink dietro). Da parte sua la scocca SKYACTIVBODY contribuisce, grazie ad un aumento di oltre il 15% della rigidità torsionale rispetto alla versione precedente. Nel complesso comfort in marcia risulta più che buono grazie anche ad un abitacolo ben insonorizzato cosa che… non fa mai male. Questo suv è disponibile con tre diversi motori: uno SKYACTIV-D 2.2 turbodiesel e le unità a benzina SKYACTIV-G 2.0 e SKYACTIVG1 2.5 a iniezione diretta (tutti Euro 6). Questi motori sono accoppiati con una serie di evoluti cambi manuali SKYACTIV-MT ed automatici SKYACTIV DRIVE, e sono abbinabili sia con la trazione anteriore che con
ritorno al futuro
MZD Connect è un sistema di connettività che amplia le funzioni di bordo già disponibili sulle Mazda, quali Bluetooth®, email, SMS e navigazione. Utilizzando uno smartphone collegato al sistema del nuovo Mazda CX-5 via Bluetooth® o USB, gli occupanti hanno un accesso facile e sicuro, attraverso un display da 7”, ad un’ampia e crescente gamma di servizi di infointrattenimento mobili forniti da Aha™, comprendenti decine di migliaia di stazioni radio internet, feed Twitter e Facebook, notizie, audiolibri ed altro ancora
la più recente generazione del sistema di trazione integrale Mazda. Il motore a benzina SKYACTIV-G 2.5 (disponibile solo con cambio automatico e trazione integrale) presentra interessanti tecnologie per migliorare le prestazioni e ridurre i consumi, fra cui un sistema che disattiva due dei quattro cilindri del motore quando questo ha un carico ridotto, ad esempio quando si viaggia a velocità costante. Il motore SKYACTIV-D turbodiesel beneficia di tre important tecnologie: il controllo sovralimentazione di alta precisione, Natural Sound Smoother e Natural Sound Frequency Control che contribuiscono a garantire prontezza di risposta del motore e silenziosità. Il nuovo CX-5 è equipaggiato con un’ampia gamma di tecnologie di supporto alla guida, in grado di offrire prestazioni ai vertici della categoria in termini di sicurezza, a partire da una telecamera di rilevamento anteriore affiancata al radar a onde millimetriche (peraltro già presente nella precedente generazione). Sia il Regolatore di Velocità con sensore radar (MRCC - Mazda Radar Cruise Control) con funzione Stop and Go (disponibile con cambio automatico), che i Fari a LED adattivi (Adaptive LED Headlights - ALH) costituiti da 12 blocchi di LED, sono entrambi caratterizzati da funzionalità migliorate, mentre le funzioni di Supporto avanzato alla frenata in città (Advanced Smart City Brake Support Advanced SCBS) ed il sistema di riconoscimento della segnaletica stradale (Traffic Sign Recognition - TSR) sono disponibili per la prima volta nella gamma CX-5.
ritorno al futuro
caratteristiche tecniche prinicipali
#ca
chemacchina
Jazz con brio LA NUOVA HONDA JAZZ
La proposta Honda per il segmento B è un concentrato di versatilità con uno spazio interno ai vertici della categoria. Al nuovo motore a benzina 1.5 i-VTEC, potente ed efficiente si affiancano interni piacevoli e razionali ma il design esterno, a nostro parere, non è altrettanto convincente
jazz con brio
Lo
spazio interno e la generosità dei propulsori sono senza dubbio le qualità maggiori di questa rinnovata Jazz, riproposizione di una compatta che da anni ottiene un indiscutibile successo nel mondo intero. L’adozione del serbatoio montato in posizione centrale (dal profilo basso montato sotto i sedili anteriori) è forse la soluzione di maggior rilievo che contribuisce ad offrire una spaziosità interna ai vertici della categoria e un’ottima versatilità, grazie alle varie configurazioni possibili dei sedili per trasportare passeggeri e bagagli. Per gambe, spalle e testa (sia nei sedili anteriori che posteriori) lo spazio è davvero tanto e Jazz offre anche capacità di carico ai vertici della categoria: il volume del portabagagli è di 354 litri con i sedili posteriori in uso e di 897 litri con i sedili posteriori abbattuti. Infine, grazie alla soglia di carico abbassata a soli 605 mm, accedere al bagagliaio è veramente semplice. All’interno i materiali sono di più che discreta qualità e le scelte stilistiche conferiscono alla vettura un look attuale e piacevole, impreziosito, sugli allestimenti top di gamma, da un display 7’’ touchscreen dotato del nuovo sistema integrato Infotainment Honda Connect. Dal lato conducente, il cruscotto sfoggia un pannello strumenti a triplo quadrante, ognuno dei quali decorato con un anello luminoso “fluttuante”. In condizioni di guida efficiente, la funzione ECO Assist di Honda cambia il colore dello sfondo del tachimetro: da bianco a verde. Gli allestimenti di gamma superiore vantano il sistema di Infotainment Honda Connect
jazz con brio
Il sistema di riconoscimento della segnaletica stradale (TSR) si avvale di una videocamera multifunzione per rilevare i cartelli stradali ogni volta che la vettura avanza. Il sistema è stato studiato per individuare i segnali di limite di velocità e di divieto di sorpasso. Due segnali stradali possono essere visualizzati allo stesso momento: a destra del display, verranno visualizzati solamente i limiti di velocità mentre a sinistra, verranno visualizzati i divieti di sorpasso e ulteriori informazioni sui limiti di velocità come, ad esempio, le condizioni atmosferiche
da 7 pollici, la telecamera posteriore di assistenza al parcheggio, il sistema di apertura e avvio senza chiave, oltre alle avanzate tecnologie di sicurezza attiva come l’avviso di collisione anteriore, l’avviso del cambio di corsia involontario ed il sistema di riconoscimento della segnaletica stradale. Honda Connect si avvale di un’interfaccia utente basata su App che vanta le medesime funzionalità dei moderni smartphone (selezione, zoom e scorrimento). Offre un rapido accesso ai servizi Internet, tra cui le informazioni sul traffico e sul meteo in tempo reale, i notiziari, i social media e le stazioni musicali Internet. Honda Connect interagisce attraverso icone colorate per garantire una navigazione semplice e veloce nei menù. Non altrettanto convincente è il design esterno. La nuova Jazz conserva la sua linea solida e decisa, con profili laterali che si innalzano dall’arco delle ruote anteriori e dai pannelli laterali scolpiti, per creare un effetto che si spinge in avanti. Al posteriore il lunotto è quasi verticale mentre i gruppi ottici angolari accentuano il design aggressivo. Rispetto alla Jazz della precedente generazione, il nuovo modello sfoggia una forma più audace e sportiva ma resta a metà strada tra una filosofia di stile tutta orientale (ispirata, seppur alla lontana, dai cartoons nipponici) e la ricerca di razionalità dettata dalla esigenza di contenere gli ingombri, il design di Jazz è figlio del concetto MM (tanto spazio per l’uomo e poco per la macchina) ma il risultato finale non ci soddisfa appieno. Il nuovo allestimento Dynamic aggiunge una fessura anteriore più sottile al di sotto
jazz con brio
L’avviso di collisione frontale rileva il rischio di collisione riconoscendo il veicolo (auto o camion) che precede la vettura mediante l’impiego di una telecamera multifunzione. Il sistema è in funzione quando la vettura procede a una velocità pari o superiore a 15 Km/h. Individuando un potenziale rischio di collisione, il sistema invia avvisi acustici e visivi al conducente. La distanza minima può essere regolata in base alle preferenze del conducente, il quale può decidere di spegnere il sistema
della griglia inferiore oltre a un diffusore a tripla aletta sul paraurti posteriore, entrambi rifiniti da una sportiva linea rossa. L’allestimento Dynamic comprende inoltre gruppi ottici a LED, fendinebbia anteriori, minigonne laterali, uno spoiler posteriore e cerchi in lega da 185/55 R16 color nero lucido. La nuova Jazz è disponibile in quattro vernici metallizzate (Alabaster Silver, Tinted Silver, Brilliant Sporty Blue e Skyride Blue), due vernici perlate (White Orchied e Crystal Black) e due colori solidi (Milano Red e Sunset Orange). Skyride Blue è una nuova opzione per Jazz che completa le novità degli esterni. La nuova Jazz è disponibile in Europa con un motore a benzina 1.5 i-VTEC (Euro 6), che unisce prestazioni di alto livello a un ridotto consumo di carburante. Questo propulsore è in grado di sviluppare una potenza di 130 CV (96 kW) a 6.600 giri/min. per una coppia massima di 155 Nm a 4.600 giri/min. Le tecnologie VTEC (Variable Timing and Lift Electronic Control, fasatura e alzata variabile delle valvole in funzione del regime del motore) e VTC (Variable Timing Control, fasatura variabile delle valvole di aspirazione) si coniugano con l’iniezione diretta, le valvole di aspirazione “tumble” e la forma ottimizzata dei pistoni. Con il nuovo 1.5 la Jazz è ora in grado di accelerare da 0 a 100 Km/h in 8,7 secondi (cambio manuale) e in 10,0 secondi (cambio automatico CVT). Il motore benzina 1.3 i-VTEC da 102 CV (75 kW) continuerà comunque a essere disponibile per tutti gli allestimenti Jazz, a esclusione del nuovo Dynamic. In questo caso la coppia massima è di 123 Nm a 5.000 giri/min.
jazz con brio
Tutte le nuove Jazz incorporano il sistema ACE™ di Honda come base per eccellenti prestazioni di sicurezza passiva. Una rete di elementi strutturali collegati distribuisce l’energia d’urto in modo uniforme su tutta la parte anteriore del veicolo. Ogni nuova Jazz venduta è equipaggiata con sei airbag, per massimizzare la protezione degli occupanti. Gli airbag frontali, laterali e a tendina sono “intelligenti” e si attivano solo quando strettamente necessario. Jazz e ha conquistato un punteggio a cinque stelle in occasione dei test Euro NCAP del 2015
jazz con brio
La sensazione di maneggevolezza e stabilità viene ulteriormente migliorata dal sistema Agile Handling Assist (AHA). Il sistema consente di migliorare la stabilità dinamica della vettura in risposta a rapidi input di sterzata o a carichi elevati in curva, come avviene durante le manovre di emergenza. Il sistema AHA funziona attraverso il VSA (Vehicle Stability Assist) e applica una leggera forza frenante, impercettibile al guidatore, alle ruote interne laddove il volante sia ruotato contribuendo ad una maggiore stabilità del veicolo
Il motore 1.3 i-VTEC vanta emissioni di CO2 a partire da 106 g/km, mentre il consumo di carburante medio ufficiale è di 21.2 Km/l nel ciclo combinato (CVT). Infine il cambio automatico che, gestito automaticamente dal sistema di gestione del motore, seleziona il rapporto ottimale tra sette velocità simulate in base alla velocità del motore, alla posizione dell’acceleratore e ai comandi del conducente. In strada la Jazz è reattiva, maneggevole, agile su ogni tipo di percorso. La guida risulta piacevole ed è senza dubbio favorita dal combinato disposto di telaio (rigido e leggero) e sospensioni, appositamente progettate per il mercato europeo. Anche lo sterzo (sistema di servosterzo elettrico) appare sufficientemente preciso e il tutto contribuisce a buone sensazioni di stabilità, con ridotte oscillazioni fastidiose. Il parabrezza è enorme ma i montanti laterali tolgono angolo di visibilità (per disegno e inclinazione) e in determinate situazioni serve a poco la piccola finestratura triangolare, troppo bassa per essere utile. La frenata è ottima, garantita da un sistema a disco che sfoggia dischi anteriori forati da 262 mm e dischi posteriori solidi da 239 mm. Tra i sistemi di assistenza elettronica alla frenata vanno ovviamente ricordati l’ABS (Anti-Lock Braking System, sistema antibloccaggio dei freni), l’EBD (Electronic Brakeforce Distribution, ripartitore elettronico di frenata) e il CTBAsistema di frenata (City-Brake Active System) che aiuta a prevenire o a mitigare gli effetti di collisioni a basse velocità.
jazz con brio
Il sistema di frenata EDDB (Early Downshift During Braking) si avvale della frenata del motore per assistere il conducente durante la frenata. Nel momento in cui il sistema riconosce una decelerazione, una discesa o una curva avviata dal sistema di frenatura, EDDB aumenta automaticamente la velocitĂ del motore per far subentrare la frenata del motore. Al termine di un rallentamento o di una curva, consentirĂ altresĂŹ una rapida riaccelerazione
jazz con brio
caratteristiche tecniche prinicipali MOTORE
1.3 i-VTEC (benzina) 1.5 i-VTEC (benzina)
Tipo 4 valvole per cilindro 4 valvole per cilindro Cilindrata (cc) 1.318 1.498 Rapporto di compressione 13,5 11,5 Potenza 102 CV a 6.000 giri/min. 130 CV a 6.600 giri/min. Coppia 123 Nm a 5.000 giri/min. 155 Nm a 4.600 giri/min. Cambio Manuale
a 6 rapporti
Cambio Automatico Variabile con 7 “marce” simulate SOSPENSIONI
Ant. MacPherson Strut / Post. Barra di torsione ad H
Freni CERCHI E PNEUMATICI
Ant. disco forato / Post. Disco
185/60 R15 84H
185/60 R15 84H
185/55 R16 83H/V 185/55 R16 83H/V Lunghezza totale Larghezza totale
mm 3.995
mm 1.694 - inclusi specchi retrovisori
Altezza totale mm 1.550 - senza carico Passo mm 2.530 BAGAGLIAIO
lt. 354 con sedili in posizione - lt.897 con sedili abbattuti
Serbatoio carburante
40
PESO 1.3 i-VTEC 1.5 i-VTEC kg
manuale CVT manuale 1066
PRESTAZIONI E CONSUMI Velocità massima 0-100 Kmh
1092
1104 - 1116
1.3 i-VTEC
CVT
1124 - 1136
1.5 i-VTEC
manuale CVT manuale
CVT
190 182 190 190 11,2 sec.
12,0 sec.
8,7 sec.
Consumo urbano (l/100km)
6,2
5,4
7,2
6,4
Consumo extraurbano (l/100km)
4,4
4,2
5,1
4,9
Consumo combinato (l/100km)
5,1 4,7 5.9 5,4
Emissioni combinate di CO2 (g/km) (l/100 km)
116
106
133 (16”)
10,0 sec.
124 (16”)
ca
chemacchina
Tesla Model S
LaLa forza forza di un’idea di un’ide Ciò che Elon Musk si è prefissato sin dall’inizio non era realizzare belle macchine, ma cambiare l’intero paradigma della mobilità. La Model S racchiude tecnologie d’avanguardia, un sistema di propulsione elettrica ineccepibile, prestazioni eccellenti. Per il gusto italiano lasciano un po’ a desiderare gli interni di Marco Cortesi
la forza di un’idea
A
volte una linea retta non è la miglior soluzione per spostarsi da un punto A ad un punto B. E non è nemmeno la più efficiente. Il Traghetto di Leonardo, che ogni giorno fra la spola tra le rive dell’Adda di Imbersago e Villa D’Adda, ne è un esempio perfetto e dalla storia secolare. Tra le due sponde del fiume è teso un cavo d’acciaio, a cui è affrancato il traghetto che, sfruttando la corrente del fiume, si “avvita” su se stesso passando da un lato all’altro, rendendo così inutile l’uso di un motore.
Per manovrarlo basta un solo operatore, che dia l’abbrivio e controlli la rotazione. Incredibile pensare di usarlo per trasportare fino a 100 persone e 5 automobili, così come è incredibile pensare che il suo sistema, introdotto tra il 1506 ed il 1507, sia giunto inalterato fino a oggi. Il Traghetto di Leonardo dimostra come si possano raggiungere risultati straordinari utilizzando un modo di pensare non lineare. E anche se la potenza del puro intelletto all’apparenza potrebbe non sposarsi al meglio con
la brutalità dei 600 cavalli di una Tesla Model S P100D, in entrambi i casi si parla di razionalità che modifica il modo di pensare e agire, e altera il modo di fare o non fare qualcosa. Nonostante venga spesso dipinto come una specie di genio pazzoide (o perlomeno stravagante), il patron di casa Tesla Elon Musk è tutt’altro che un folle. Il fatto di ragionare in modo non lineare non significa sragionare, o perdere di vista la realtà dei fatti, e ciò che Musk si era prefissato sin dall’inizio non era realizzare belle macchine, ma cambiare l’intero paradigma della mobilità. Così ha optato per una strategia assolutamente razionale, almeno sulla carta: oltre a realizzare un bel prodotto, dalle prestazioni di prim’ordine, ha mirato ad abbassare il prezzo riducendo i costi di produzione per sfruttare il conseguente ampliamento del mercato. Per fare questo, ad esempio, ha deciso di produrre quasi tutti i componenti “in casa”, sotto il tetto di una sola, super efficiente gigafactory. Ha avvicinato, non solo idealmente, ma anche fisicamente, la progettazione e la produzione concentrandosi sull’alta qualità del lavoro. Ha scardinato il concetto stesso di concessionario, dando come nessun altro l’impulso alla vendita online. Ha realizzato vetture mirate ad eccellere anche nella vita quotidiana e le ha trasformate in un fenomeno di costume. Ma non l’ha fatto solo per il gusto di farlo, l’ha fatto per tagliare un’enorme quantità
In Italia la Model S parte da circa 86.000 euro fino a poco piÚ di 166.000 per la versione al massimo dell’allestimento. Il tutto con una garanzia da 8 anni e chilometraggio illimitato per batteria e la drive unit, e ne copre anche la durata. I tempi di consegna? 2-3 mesi, ma sono disponibili diverse vetture in pronta consegna a prezzi scontati
la forza di un’idea di ricarichi, eliminando quanti più anelli possibile nella catena commerciale ed industriale. L’obiettivo ora è quello di continuare sulla stessa strada, riducendo i costi delle batterie almeno del 50 percento e facendo diventare la tecnologia dell’elettrico perfino più competitiva di quella “tradizionale”. Certo, la spinta alla verticalizzazione significa che ogni intoppo si ripercuote su tutta la produzione (e questa al momento è la difficoltà principale nel lancio della Model 3) ma i risultati sono comunque impressionanti
per un’azienda che è sul mercato dell’auto di massa da meno di dieci anni, contro le decine (se non centinaia) dei rivali. Model S in molti mercati sta vendendo di più di rivali di alta gamma quali BMW serie 7, Mercedes S o Porsche Panamenra e per l’azienda le difficoltà più grandi arrivano dalla necessità di produrre e consegnare un’enormità di vetture già vendute. Come Leonardo ha disegnato con un tratto di matita un’idea fino a quel momento impensabile, Musk vuole ridisegnare a sua immagi-
ne un intero mercato e, unendo tecnologia, sforzi ingegneristici e una infrastruttura di altissimo livello, ha creato un’alternativa credibile al mondo che conoscevamo. D’altro canto però, come è necessario comprendere flussi e correnti per far funzionare il traghetto di Leonardo, per trarre il meglio da una Tesla occorre entrare prima di tutto in un ordine di idee, in una mentalità: il segreto è sfruttare la... corrente (elettrica in questo caso) nel modo migliore. Se la Tesla Model S è diventata un’icona, lo deve anche al design esterno. Si dice che le linee generali siano opera di Henrik Fisker, autore già dell’Aston Martin DB9 che, prima di intraprendere la sfortunata avventura di costruttore concorrente, aveva lavorato alla corte di Elon Musk. A fare la maggior parte del lavoro è stato però chiamato Franz von Holzhausen, vulcanico californiano che molti ricordano per aver creato la sportivissima Mazda Furai, uno dei prototipi più affascinanti di tutti i tempi. Le linee della Model S, pulitissime e filanti, hanno rotto un vero e proprio tabù, quello che vedeva i costruttori di auto elettriche proporre canoni stilistici volutamente avveniristici, incrementando le reazioni avverse di molti potenziali utenti: la Model S è, prima di essere un oggetto tecnologico, una bella macchina, capace di essere apprezzata da tutti. All’anteriore spicca l’assenza della mascherina (eredità del restyling dell’anno scorso)
Per quanto riguarda il comparto elettronico, spicca la quantità di opzioni gestibili tramite app su smartphone: oltre a controllare la ricarica, si possono attivare fari, clacson, tetto apribile e perfino avviare la vettura. Inoltre è disponibile la funzione “summon” che permette di far avanzare ed indietreggiare la macchina per agevolare il parcheggio. Il sistema è anche in grado di individuare ed evitare ostacoli
la forza di un’idea
mentre una sottile apertura unisce i fari a led, incastonando il logo. La parte bassa del paraurti non manca di prese d’aria, a richiamare il design delle vetture “tradizionali”, proponendo anche un aggressivo splitter. La fiancata è estremamente filante, segnata da numerose cromature mentre il posteriore è la parte più “ordinaria”, con una coda tronca ed un portellone che dà accesso all’enorme vano di carico con sedili frazionabili. Tecnicamente la P100D, come tutte le Tesla, è a 4 ruote motrici. Con due motori, uno davanti e uno dietro, la Model S controlla
digitalmente la coppia delle ruote anteriori e posteriori in modo indipendente, garantendo trazione e controllo in ogni condizione, senza bisogno di alcun elemento meccanico: qui Tesla eccelle e fa la differenza. Il risultato, oltre ad una guida fluida, è anche un ottimo livello di trazione confermato dal fatto che la P100D è in grado di passare da zero a 100 km/h in 2.7 secondi (dato ufficiale). Per quanto riguarda la potenza, la 100D
è accreditata di oltre 613 cavalli: come su tutte le vetture elettriche, i motori normalmente sono in grado di potenze nominali elevatissime poi “calmierati” dalle batterie, e la Model S, teoricamente, combinando le potenzialità di entrambi i motori, potrebbe arrivare a sfiorare i 1000 cavalli. Quel che è certo sono i 1074 newtonmetri di coppia, valore smisurato che, di fatto, mette la potenza a disposizione sempre, senza necessità di cambio (la Model S è a presa diretta) e anche in caso di salite pronunciate. Alla fine emerge la filosofia tipica di Tesla, ovvero offrire un prodotto che, ancor più che ai numeri, badi all’utilizzo nella vita quotidiana. Per quanto riguarda le batterie, le Model S dispongono di pacchi batteria Panasonic al litio, disposti sotto il pianale, da 75 o 100 Kwh. Le autonomie sono eccellenti, fino a 632 chilometri nel ciclo “europeo” e 507 nel più realistico ciclo americano dell’EPA (Environmental Protection Agency). Ne consegue che l’autonomia si dimostri più che sufficiente per il normale utilizzo quotidiano: sono ben pochi coloro che percorrono giornalmente così tanta strada. In più, ad aiutare in caso di lunghi viaggi, ci sono i Supercharger, che Tesla ha disseminato strategicamente su buona parte della rete autostradale: in 30 minuti, un Supercharger carica buona parte della batteria, senza bisogno di pianificazione da parte del
la forza di un’idea
conducente in quanto il navigatore infatti riesce a consigliare anche le soste in relazione al percorso impostato. Inoltre sono presenti “caricatori di destinazione” presso alberghi, ristoranti e centri commerciali, in aggiunta alle tante colonnine pubbliche. Infine, ovviamente, è possibile ricaricare la Tesla a casa. Con un contratto normale da 3 KWH, in una notte si ricarica la batteria a sufficienza per percorrere 150 chilometri, che naturalmente aumentano con maggiore erogazio-
ne. Il risultato di tutti questi elementi è proprio che l’autonomia, per chi ha a disposizione una presa a casa, diventa quasi un non-problema. Parlando invece di costi, per caricare la vettura a casa (o con un supercharger)si spendono in media 25 centesimi a Kilowatt. Per quanto riguarda le colonnine pubbliche i costi crescono, ma molti fornitori offrono contratti “flat” o addirittura tariffe a tempo. Liberi di poter sfruttare la macchina nella sua quotidianità, la si apprezza non tanto per il bruciante scatto da fermo (dopo i primi
“run” per spaventare parenti e amici, diventa normale) ma per la grande coppia a disposizione. Inoltre, è interessante la funzione del “re-gen”, simile a quello della Formula E ma gestita in automatico: in rilascio la vettura rimane frenata (all’occorrenza l’effetto può essere disabilitato manualmente) e, nel traffico o perfino scendendo da una strada montuosa, si può guidare con… un solo pedale. Tre sono le modalità di marcia: Sport, che si adatta alla dinamica quotidiana, Ludicrous, che massimizza lo spunto per le accelerazioni di cui sopra dando tutta la potenza subito, e Chill, che limita la performance ed è di fatto sufficiente per l’80% della vita reale, tra traffico e tangenziali. In strada, c’è tanto confort, ma anche in caso di guida più sportiva, la Model S si rivela reattiva. Il multilink rende stabile e preciso il posteriore, e lo sterzo a demoltiplicazione variabile assolve bene il suo compito, prendendo vita quando si inizia a spingere. Complessivamente, considerata la massa e la tipologia di vettura, si riesce a contenere bene il sottosterzo. Anche coi cerchi da 19 pollici (contro i 21” optional) la vettura ben guidabile, risultando perfino più “permissiva” in particolare su fondi non perfettamente piatti. Capitolo a parte, gli aiuti alla guida. La Model S che abbiamo provato era equipaggiata con il sistema che garantirà, in futuro, la guida autonoma, grazie a 8 telecamere e 12 sensori ad ultrasuoni. Al momento il sistema
la forza di un’idea di “autopilota” è di fatto un ottimo cruise control adattativo-collaborativo, che mantiene la distanza dall’auto davanti, utilizzando anche un sistema di correzione di sterzata (non è permesso però, pena disattivazione, togliere le mani dal volante) e di cambio di corsia assistito quando si usano le frecce. Inoltre, tiene d’occhio anche limiti di velocità ed eventuali emergenze. Se c’è qualcosa che non convince appieno in questa automobile sono gli interni. In generale, l’abitacolo ha un design molto affascinante
e razionale ma risulta troppo “freddo”, lasciando perplessi coloro che dall’interno di un’auto si aspettano più un accogliente salotto di casa che un ufficio, per quanto efficiente. Dopotutto, in ufficio e davanti ad uno schermo si passa già troppo tempo. Anche a livello di materiali, il feeling è un po’ “duro”, con l’utilizzo di materiali sintetici per andare incontro al pensiero cruelty-free. Una scelta sicuramente comprensibile ma, in generale, la qualità
percepita si discosta un po’ da quanto ci si aspetterebbe da una vettura di questa classe, non solo a livello visivo ma anche tattile e… olfattivo. Probabilmente la situazione migliorerà col passare del tempo e l’utilizzo quotidiano, che porterà con sé l’ammorbidimento dei materiali e lo svanire del forte odore di sintetico. Davanti al guidatore impressiona il display centrale da 17 pollici, che controlla tutte le funzioni della vettura (offre un navigatore basato su Google Maps) e la connettività. Tutte le funzioni sono controllabili solo con il touch screen, soluzione sicuramente comoda e affascinante ma che porta, almeno le prime volte, a distrarsi dalla guida per “centrare” le cose e passare da una sezione all’altra. Lo stesso dicasi per la possibilità di navigare sul web mentre l’auto è in marcia: una soluzione che si affida, forse un po’ ingenuamente, alla buona volontà di chi guida ma sulla quale ci sentiamo di dissentire. Viceversa, è eccellente il display dietro al volante: il cruscotto della Model S mostra le informazioni in maniera asciutta ed essenziale, comprensibili a prima vista. Al termine della prova, non si può però non pensare a quanto sarebbe straordinaria una P100D con degli interni di alto livello, magari in morbida pelle traforata o trapuntata, e con qualche concessione al lusso. Dopotutto, neanche il concetto di “Ludicrous” è esattamente mirato all’utilità.
la forza di un’idea
ca
checorse www.enricozanarini.com
la NOTA di ENRICO
La stagione 2018 di Formula 1 è cominciata tra volti scuri e sorrisi, sorprese in pista e musica nuova per le orecchie dei fans…
BLACK KARMA
Un
grande campione, un grande pilota, un grande atleta… ma un po’ troppo arrogante
per i miei gusti. Durante la conferenza stampa post-qualifiche del Gran Premio d’Australia, Lewis Hamilton ha risposto a Vettel con uno sguardo cattivo, simile a ciò che si vede si vede in quei momenti (molto intensi) quando due pugili vengono messi faccia a faccia, durante la cerimonia del peso prima dell’incontro.
black karma
In Australia week end da dimenticare per Bottas. Il campionato per lui è già in salita © 2018 Monster Energy Company
In questo caso però i due contendenti non si sono affrontati indossando i pantaloncini ma comodamente seduti nella sala stampa del circuito di Melbourne, davanti a un paio di microfoni e a una platea attenta e divertita: “Ho fatto quel giro veloce per toglierti quel sorriso dalla faccia” ha attaccato Hamilton sferrando il primo colpo. Vettel non ha potuto che incassare e con un veloce sorso dalla sua bottiglietta ha provato a raffreddare gola, rabbia e anima allo stesso tempo. In Formula 1 la pole position è un obiettivo prestigioso, ma non ti fa guadagnare che pochi metri soltanto sullo schieramento di partenza e una menzione in più nelle statistiche. Liberty Media ha apportato alcune modifiche a questo sport, ma la modifica regolamentare che avrebbe dato punti al pilota in pole posotion non è arrivata. Per questo motivo Hamilton ha cominciato la stagione 2018 allo stesso livello di Vettel e degli altri diciotto piloti, nonostante il miglior tempo conquistato nella giornata di sabato. La vittoria, i piazzamenti da podio e i punti vengono assegnati domenica, questa è legge e religione. Il giorno di gara ha infatti consegnato a Hamilton la giusta dose di Karma e ha consentito a Vettel di rinfacciare quella smorfia al rivale sul podio di Melbourne. Direi che il britannico farebbe meglio a nascondere la propria arroganza la prossima volta, che dite? Un Vettel sorridente come nel post gara di Melbourne non si vedeva da tempo © Ferrari – Ridy Carezzevoli
black karma Ricciardo, ingiustamente penalizzato al via per una opinabile infrazione durante le qualifiche, ha comunque infiammato i suoi tifosi australiani con una gara arrembante Š Getty Images Red Bull Content Pool
CAMBIA LA MUSICA IN FORMULA 1
E’
un mix di Mission Impossible e Ombre Rosse, un miscuglio che ricorda un film d’azione e un classico western: è il nuovo inno ufficiale della Formula 1 composto da Bryan Tyler, il musicista Californiano conosciuto al grande pubblico per aver creato le colonne sonore di film quali Ironman, Thor e Avengers. In virtù di questo suo indubbio talento Liberty Media gli ha affidato il compito di emozionare il pubblico con qualcosa che vada a completare il rumore dei motori, che peraltro si sentono in sottofondo. E ovviamente doveva essere qualcosa in stile Hollywood, qualcosa che facesse aumentare l’interesse e cresce la passione in questo momento critico per la Formula 1…
© Getty Images Red Bull Content Pool
Ma questa trovata dei padroni americani è solo l’ultima, e meno controversa, di una serie di novità che hanno debuttato in questo 2018. I tifosi non hanno gradito soprattutto l’eliminazione delle gridgirls e l’introduzione dell’Halo, che hanno intacco aspetti più estetici in Formula 1. Per compensare ci teniamo la nuova musica … come se la Formula 1 avesse bisogno di una serenata per nascondere i propri problemi e le proprie frustrazioni.
#ca
cheleggenda
La Fiat 525 SS del 1931
LA REGINA
La rarissima Fiat 525 SS, appartenente alla collezione di FCA Heritage, viene considerata una delle più belle auto italiane prodotte a cavallo tra gli anni venti e trenta del secolo scorso. Questa meraviglia è recentemente stata “special guest fuori concorso” al Concours d’Elégance Trofeo Salvarola Terme
la regina
La
19esima edizione del “Concours d’Elégance Trofeo Salvarola Terme”, che si è tenuta a metà di marzo, ha visto la partecipazione di un vera superstar del mondo delle auto d’epoca. Presente come special guest fuori concorso, l’affascinante Fiat 525 SS del 1931 è, a ragione, considerata tra le più belle auto italiane prodotte a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Giudizio lusinghiero, ma c’è anche chi va oltre. La prestigiosa rivista statunitense Automotive Quarterly arriva addirittura a nominarla nella “top five” di ogni tempo. L’esemplare esposto all’evento modenese appartiene alla preziosa collezione di FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei suoi brand italiani, ed è stato recentemente restaurato per debuttare alla Vernasca Silver Flag e poi al Concorso di Eleganza per Automobili Parco del Valentino del 2017. Al termine del restauro e dopo queste anteprime nel 2017, la rarissima Fiat 525 SS (una delle quattro
esistenti al mondo) è tornata al Centro Storico Fiat di Torino dove da sempre è custodita. Costruita tra il 1929 e il 1931 al Lingotto di Torino, la Fiat 525 SS si deve alla matita di Mario Revelli di Beaumont e all’abilità dei battilastra delle Carrozzerie Speciali Fiat. Il modello è derivato dalla Fiat 525 soprattutto per la parte meccanica ed è caratterizzato da sospensioni ad assale rigido e ammortizzatori idraulici. Alcune modifiche, in rapporto ad un motore più potente, furono adottate anche dall’impianto frenante, dapprima sulle ruote posteriori e poi sulla trasmissione. La carrozzeria, invece, richiama quella della Fiat 525S. La sigla “SS” è l’abbreviazione di “Supercompresso”, e fa ovviamente riferimento al motore 6 cilindri in linea che, rispetto alle versioni di serie, era stato potenziato sino a una cilindrata di 3.739 cc. Con una potenza massima di 88,5 CV a 3.350 giri/min questo propulsore permetteva a questa bella e lussuosa cabriolet di raggiungere i 120 Km/h.
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Il modello fu costruito a Torino presso gli stabilimenti del Lingotto dal 1929 al 1931. Va segnalato anche che, pur avendo Fiat chiuso la Squadra Corse e rinunciato alle competizioni sportive nel 1927, alcune Fiat 525SS, condotte da equipaggi privati, nel 1930 si distinsero in diverse gare, in particolare alla Coppa delle Alpi, alla Coppa delle Venezie (nella foto con il pilota Felice Nazzaro) e alla Mille Miglia
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mi
Usato al galoppo
faccio la Ferrari In un momento d’oro per l’usato, anche le Ferrari di seconda mano (nella foto una California) sono ricercatissime. Diverse le tipologie di affari disponibili, per approfittare di un momento positivo dettato anche dalle politiche intelligenti adottate negli ultimi due decenni da Maranello in fatto di brand
di Marco Cortesi Dati di mercato forniti da
Autouncle - www.autouncle.it Fotografie Š Ferrari
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Usato Pochi chilometri, come nuova, visibile oggi: 3 milioni e passa di dollari. Annunci che si vedono relativamente spesso quando si parla di Ferrari usate. La 257 GTB del 1966, versione muso lungo, è rarissima, costruita in soltanto 80 esemplari ed il prezzo non è nemmeno eccessivo. A metterla in vendita è un broker, di New York. La vettura è stata restaurata secondo le specifiche originali e portata alla configurazione a sei carburatori. Ovviamente, come sempre in questi casi, occorrerebbe conoscerne tutta la storia. Per chi fosse interessato la GTB è disponibile presso l’hotel Ritz Carlton di Amelia Island, Florida. Anche se ci sono buone possibilità di trovarla… già venduta!
, ma quasi nuovo, storico recente, per tentare di fare un bell’investimento… o vetture di altissima qualità, adatte a collezionisti disposti a investire cifre da capogiro? Il mercato dell’usato delle auto di lusso non è mai stato così florido come nel primo scampolo di ventunesimo secolo. E, a essere desiderate, non sono solo le supercar memorabili, ma anche vetture che, alla loro uscita, non erano state certo considerate capolavori di altissimo livello. Per quanto bella, ai tempi della Ferrari Dino, nessuno avrebbe potuto immaginarsi di vederla trattata a quotazioni di centinaia di migliaia di euro. Ovviamente, in questa realtà in crescita, il Cavallino fa la parte del leone (e scusate il bisticcio zoologico). Il lavoro di rafforzamento del marchio, portato avanti nel corso degli ultimi vent’anni, ha pagato oltre ogni previsione, e la scelta di restare su numeri di produzione bassi, senza cedere e alle sirene del mercato di massa, ha portato il brand su scale di valori irraggiungibile per gli altri. Ferrari è passione, è un desiderio irresistibile, per chi se lo può permettere, ma è pure un investimento. E se le idee di Sergio Marchionne, che vuole invece invertire la rotta magari con un bel SUV (già ribattezzato ufficiosamente FUV),
Una Dino 246: il passo tra l’usato e l’auto da collezione il passo è stato breve
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fanno discutere, certamente sortiscono un “effetto collaterale” positivo. Infatti il rischio di snaturare un po’ il presente aumenta esponenzialmente il fascino del passato, in particolare per quel filone di vetture che, vista la particolare rilevanza storica, si trovano a battere record su record in termini di valutazione. La controprova è il “boom” assoluto delle Porsche dell’era pre-Cayenne.
La Ferrari 360 (qui in versione spider) è la più “economica” tra le Ferrari disponibili sul mercato dell’usato
Le Ferrari usate più vendute nei primi due mesi del 2018
Ma non ci si ferma lì, la domanda di supercar usate è davvero tanta. Nei primi due mesi del 2018 in termini di numeri assoluti, a fare la parte della protagonista è la Ferrari California, che oltre ad essere apprezzata per la versatilità dell’approccio coupé-cabriolet, è anche la più accessibile delle “nuove”. Al secondo posto, tra le più vendute di seconda mano, si piazza la Ferrari 488, il modello più nuovo e costoso in classifica. Nonostante si tratti di un’evoluzione della 458 Italia, ha innovato tanto e le prestazioni altissime relativamente gestibili da tutti fanno il paio con una linea più discreta che in passato, e particolarmente apprezzata. Il resto della classifica vede protagoniste le altre “berlinette” della storia recente. La 360 (considerata la Ferrari “recente” più economica, si trova anche a meno di 100mila euro) è seguita dalla F430, che nonostante le molte
La 458 (così come la 488) è tra le Ferrari di seconda mano più recenti e vendute
Anche la 430, non amatissima ai suoi tempi, è nella top five delle Ferrari usate
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Lo scorso anno Ferrari ha infatti consegnato 8.398 automobili (384 in più rispetto all’anno precedente). Buona parte di questo successo è dovuta ai risultati dei gioielli con motore a dodici cilindri (le 812 Superfast e GTC4Lusso hanno venduto il 25% in più rispetto al 2016) mentre le Ferrari con motore a 8 cilindri sono rimaste stabili, complice anche il ritiro dal mercato della California T, ora sostituita dalla Portofino. In generale, le entrate del Cavallino sono aumentate del 10% e non va trascurato il fatto che siano stati prodotti motori per conto della Maserati, che nel 2017 ha venduto più automobili dotate dei V6 3.0 e V8 3.9 fabbricati a Maranello. L’utile netto di Ferrari nel 2017 è aumentato del 34% e ha raggiunto i 537 milioni di euro
innovazioni derivate dalla Formula 1 (come il differenziale E-Diff) paga un po’ l’estetica “di rottura”. Chi invece pensa all’affare e fa dell’acquisto di una Ferrari usata un mezzo di guadagno, punta tutto sulla 355, una delle prime e più amate proposte dell’era Montezemolo. Una progetto eccezionale, in grado di trasformare un’ “auto di merda” (la 348, nelle parole dello stesso Montezemolo) in un piccolo capolavoro. Come insegna la storia della Dino, non bisogna però sottovalutare nessuna vettura. Perfino la bistrattata Mondial sta prendendo valore e la stessa 348, ai minimi di gradimento anche a causa di uno stile molto anni “90, potrebbe rivelarsi una bella opportunità. Interessante anche la Testarossa che, da sogno di tanti bambini ora trenta/quantenni, al momento non riscuote molto interesse, in attesa che magari una nuova generazione si accorga di lei. Intanto, le compravendite e le aste continuano. Se l’incremento di valore dello storico si rivelerà una bolla speculativa, sarà la storia a dircelo. Ciò che è certo è che il lavoro fatto durante gli ultimi decenni a Maranello ha portato il concetto di Ferrari a nuovi livelli, non solo per gli italiani, ma in tutto il mondo. E, qualunque cosa accada, il mito continuerà ad esistere.
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IDROGEN
Dietro le quinte della mobilità a celle a combustibile
NIAMOCI! L’elettromobilità ha molte sfaccettature e l’idrogeno è una di queste. La Mercedes GLC fcell con celle a combustibile e batteria a ioni di litio, ricaricabile esternamente, è ormai molto vicina alla produzione di serie
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Un
attimo di attenzione per favore: la notizia (pesante) è che oltre a concentrarsi sulla tecnologia delle batterie destinata alla produzione di veicoli in grande serie ed al lancio dell’offensiva di modelli a marchio EQ, Daimler Mercedes sta portando avanti la propria ricerca anche nel settore della tecnologia a celle a combustibile. Dopo l’introduzione sul mercato della smart elettrica a batterie, giunta ormai alla quarta generazione, il modello preserie di GLC fcell rappresenta un’altra pietra miliare verso la guida a zero emissioni e sottolinea l’impegno pluriennale dell’azienda tedesca in campo tecnologico. L’idrogeno riveste infatti un’importanza fondamentale nel dibattito legato alle soluzioni per raggiungere gli obiettivi climatici a livello mondiale. Si tratta di una delle soluzioni per ampliare l’offerta di carburanti in un’ottica “eco-friendly” dato che con l’idrogeno prodotto da energie rinnovabili è concretamente possibile ottenere una sensibile riduzione delle emissioni di CO2 dannose per l’ambiente. L’impiego di veicoli con celle a combustibile alimentate a idrogeno non provoca né sostanze inquinanti né emissioni di anidride carbonica (CO2) a livello locale, il che significa che con il costante aumento della quota di energie rinnovabili, l’idrogeno rivestirà un ruolo
idrogeniamoci! sempre più importante per il sistema energetico complessivo, risultando sempre più interessante anche per il settore della mobilità. “La nuova GLC fcell è frutto della nostra pluriennale esperienza nella tecnologia a celle a combustibile: l’elevata autonomia elettrica, i tempi di rifornimento ridotti e l’adattabilità all’impiego quotidiano la renderanno una perfetta compagna di viaggio - ha sottolineato Ola Källenius, Responsabile Group Research Cars Development - e questo, prima di tutto, è reso possibile dalla struttura compatta del nostro sistema di celle a combustibile. Un’altra anteprima mondiale è la combinazione con una grande batteria aggiuntiva a ioni di litio, che può essere ricaricata comodamente tramite la tecnologia plug-in”. “La tecnologia a celle a combustibile è parte integrante della strategia di trazione Daimler - ha aggiunto Christian Mohrdieck, Responsabile sviluppo del Fuel Cell Drive System - dal nostro punto di vista i vantaggi sono più che evidenti: zero emissioni, autonomie elevate e tempi di rifornimento ridotti abbinati a un vasto spettro applicativo, che spazia dalle autovetture fino agli autobus, senza dimenticare le altre tipologie di veicoli industriali pesanti e le applicazioni in campo stazionario”. Daimler ha già maturato una vasta esperienza nel campo dei veicoli elettrici
idrogeniamoci!
alimentati a idrogeno attraverso numerose generazioni di veicoli oltre ad aver effettuato test per milioni di chilometri in tutto il mondo. Oggi, sui modelli pre-serie della nuova GLC fcell viene adottata, per la prima volta a livello mondiale, una batteria agli ioni di litio come fonte di energia supplementare, che può essere ricaricata esternamente mediante tecnologia plug-in. Forti di una sinergia intelligente, entrambe le fonti di energia alimentano il motore elettrico regalando prestazioni eccellenti a zero emissioni. L’elevata autonomia, la brevità dei tempi di rifornimento, la potenza pari a 147 kW (200 CV) ed i sistemi di assistenza di ultimissima generazione (con funzioni specifiche per questa tipologia di trazione) rendono GLC fcell un veicolo elettrico perfettamente adatto all’utilizzo quotidiano. Come il sistema ibrido plug-in di GLC, anche la versione con celle a combustibile dispone di differenti modalità di funzionamento e programmi di marcia che comprendono ECO, COMFORT e SPORT. ECO indica un comportamento di marcia ottimizzato per il contenimento dei consumi, COMFORT offre non solo una messa a punto che privilegia il comfort, ma anche la climatizzazione ideale mentre in modalità SPORT la catena cinematica ibrida assume un comportamento sorprendentemente sportivo.
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cheamerica
La nuova frontiera USA regala sempre
a f n io r t s r u o c n o Al Boca C 8 3 9 1 l e d e y a h la e una D La dodicesima edizione del Boca Raton Concours d’Elegance ha visto ancora una volta un’importante risposta da parte del pubblico della Florida meridionale, che ha affollato parte del campo da golf del prestigioso Boca RatonResort in una splendida giornata di sole di inizio marzo. Dedicata solo ed esclusivamente alle auto d’epoca, questa manifestazione si svolge nell’area di Miami ed è in continua crescita per quanto riguarda il prestigio e la visibilità mediatica. L’attenzione riservata a questo tipo di eventi in Nord America è in costante aumento e quest’anno a Boca Raton è stato possibile ammirare quasi 300 vetture storiche, tra le quali non potevano mancare decine di auto italiane, capeggiate, naturalmente, da bellissime Ferrari. A portare a casa il trofeo “Best of Show” è stata però un’auto di fabbricazione francese, una scintillante Delahaye 135MS Coupé del 1938.
e spunti, curiosità e notizie interessanti a cura di Niccolò Gargiulo
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K C A B W O R H T E T CORVET
Equus Automotive, un micro-costruttore di Troy (Michigan), ha recentemente svelato la propria Corvette Throwback, un bellissimo tributo ad ogni generazione di Corvette del passato. I ragazzi di Equus, famosi per la loro esperienza nel mondo delle “MuscleCars” americane, hanno infatti voluto dotare questa modernissima Corvette di soluzioni che richiamano i ben sessantacinque anni di storia dell’iconica supercar a stelle e strisce.
Vediamo allora la coda tronca e i fari arrotondati che fecero la storia del modello C3, la linea a dividere il lunotto posteriore che rievoca la Corvette C2 ma, a nostro avviso, il dettaglio più accattivante è senza dubbio la rientranza che scorre dalle ruote anteriori fino al centro della portiera, che ci riporta ai primissimi modelli Corvette degli anni sessanta. Sotto il cofano il motore GM potrà essere elaborato fino ad avere 1000 cavalli grazie ad un pacchetto speciale previsto come optional.
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4 T X c la il d a C a v o u La N
Uno dei lanci più significativi avvenuti nell’ambito del Salone di New York 2018 è stato quello della Cadillac XT4, il nuovo SUV compatto che punta ad avvicinare una clientela più giovane ai sofisticati modelli della gamma Cadillac. Anche il prezzo dovrebbe giocare un ruolo importante per attrarre i giovani americani: 35,790 dollari di partenza (tasse escluse) per un modello più che ben equipaggiato. Debutta infatti anche la nuova strategia di “naming” per quanto riguarda le varie versioni dei modelli Cadillac, dove la versione di base è già denominata “Luxury” e verrà affiancata dai modelli “Premium Luxury” e “Sport”. Tutte le XT4 monteranno il nuovo motore Cadillac 2 litri Turbo con sistema Active Fuel Management di disattivazione dei cilindri, che produce la bellezza di 237 cavalli e 350 Nm di coppia.
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